Quando un film dell’orrore emerge dal circuito dei film indipendenti e arriva nelle sale di tutto il pianeta è sempre una notizia, doppiamente se si tratta di un film australiano come il ben noto Babadook.
Ora immaginate che i produttori di “Babadook” abbiamo finanziato il primo lungometraggio di una coppia di gemelli di Adelaide, South Australia, celeberrimi e premiati Youtuber di quella parte del mondo, noti per i loro video ad alto contenuto splatter o ironici, ma sempre legati al genere horror, così, tanto per affiancare due elementi molto popolari insieme.Altro strato di popolarità? Immaginate che l’esordio, dopo
aver fatto il giro dei festival, abbia attirato l’attenzione della A24, intenzionata
a distribuire il film negli Stati Uniti, ed abbiamo il terzo nome caldo della
nostra storia. Completiamo l’opera? Immaginate che i diritti per questa
bombetta ad alto tasso di popolarità mediatica, in uno strambo Paese a forma di
scarpa siano nelle mani di Midnight Factory, da sempre con entrambi i piedi ben
piantati nel genere horror, a questo punto dovreste capire perché “Talk to me”
è stato leggerissimamente spinto e pubblicizzato più o meno ovunque, pensate che ne parla
anche Zuul il demone che vive dentro il frigorifero di casa mia.
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«Davvero hanno inventato anche questo della Bara Volante all'anteprima?», «Io avrei invitato Zuul, mi sembra più simpatico» |
Ora, non se Zuul ci abbia messo una buona parola (d’altra parte
sono anni che lo sfamo) oppure pervia della leggerissima campagna promozionale messa su,
ma per spingere ancora un po’ il film, Midnight Factory mi ha invitato all’anteprima
di “Talk to me” che c’è stata a Milano il 14 settembre oh! Otto anni che
picchio sui tasti tutti i giorni ed è il mio primo invito ad un'anteprima! Vuol
dire che sono bravo? Midnight Factory sta tirando dentro cani e porci blogger pur di
pubblicizzare il film? Entrambe le cose? Nessuna delle due? Poco importa, sono
onorato dell’invito, ho avuto la possibilità di vedere un film che mi
interessava e di cui comunque avrei scritto, quindi grazie mille a Midnight
Factory per l’opportunità.
Il post di oggi lo potete leggere tranquillamente per intero,
perché non ci sono rivelazioni di sorta sulla trama (traduzione: NO SPOILER), il film arriverà nelle nostre sale il 28 di settembre e devo dire che tutto sommato, credo
che continuerà lungo il percorso positivo – anche a livello di incassi nel
mondo – che sta macinando. Fatta questa doverosa premessa, ora ho un dubbio, vi
metto un pezzo dei Kiss a tema o mi gioco la manona dei System of a Down
che mi ricorda tanto la locandina? Vada per la seconda così iniziamo a parlare
di “Parla con me”.
Il cinema horror è pieno di mani spaventose, sto pensando a titoli come "Il mistero delle 5 dita" (1946) di Robert Florey oppure “La mano” (1981) di Oliver Stone e sapete quale altro filone va fortissimo nel genere horror? I film con le tavolette Ouija, sapete quelli dove dei giovani adolescenti, futura carne da cannone, organizzano una festa e invece di bere e fumare si mettono a giocare con la maledetta tavoletta? Ecco quelli. Una buona idea di solito parte da due spunti opposti che improvvisamente fanno CLICK e trovano il modo di funzionare bene insieme, i gemelli australiani Danny e Michael Philippou, noti con il loro nome d’arte di RackaRacka (salute!) hanno collezionato milioni di visualizzazioni sul loro canale, ma la parte che ci interessa arriva quando i due, alla ricerca del soggetto horror giusto per fare il salto sul grande schermo, si sono imbattuti in un video di un ragazzo che collassava in diretta dopo aver assunto droghe, nel disinteresse e tra le risate dei suoi amici intenti a riprenderlo con il cellulare per postarlo online.
Il piano dei fratelli Philippou era quello di raccontare una
storia con cui fossero in connessione, visto che non sono poi tanto più vecchi
dei loro protagonisti, hanno scelto di parlare di quello che conoscono, ovvero
quel periodo dell’adolescenza in cui si fanno cazzate, anche molto pericolose,
perché si è incuranti di tutto e spesso, alla ricerca dello sballo. Altrove “Talk
to me” sarebbe stato un altro orrorino con una tavola Ouija a fare da
METAFORONE sull’uso di sostanze illegali a scopo ricreativo, solo che al posto
della solita tavoletta, i RackaRacka (salute!) hanno pensato bene di fare la
mano morta. No cioè volevo dire, di metterci una mano morta.
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La droga ti spegne (pubblicità progresso) |
Dopo un prologo ad effetto, “Talk to me” parla (ah-ah) di Mia (Sophie Wilde) che ha perso da poco la mamma e non riesce a creare un legame con suo padre, la ragazza, come una novella Steve Urkell al femminile è perennemente ospite a casa della sua migliore amica Jade (Alexandra Jensen), tanto che quando bisogna andare a prendere il fratello minore Riley (Joe Bird) a scuola è Mia ad andarci in auto. Il tutto con Sue (Miranda Otto in versione Toni Collette da discount di turno) a fare da mamma a tutta la banda allargata, un mastino messo a guardia delle tante feste e festicciole organizzate dai ragazzi.
Uno dei lati positivi di “Talk to me” sta nel riuscire a
costruire personaggi tutto sommato credibili, anche nel loro parlare come veri
adolescenti (oltre che con forte accento australiano, ma tanto da noi uscirà
doppiato, sereni), uno di quei film dove impari i nomi dei personaggi in un
attimo e tutti sono assegnati all’attrice o all’attore giusto, insomma delle
premesse semplici ma solide.
Ad esempio Sophie Wilde si carica il film sulle spalle alla grande. |
La svolta rispetto al solito film con la tavoletta Ouija è proprio la mano, invece di drogarsi come studenti in gita ad Amsterdam, i nostri durante le loro feste fanno uso della mano mummificata di una veggente morta chissà quando di cui sono entrati in possesso per vie traverse, per riprendere con i cellulari l’effetto che fa e farsi quattro risate. Una pericolosissima ragazzata, una di quella dove se non succede nulla qualcuno dice «Vabbè ‘so ragazzi» e se poi ci scappa il dramma invece, diventano tanti piccole signore Lovejoy.
Il titolo del film è la frase da dire a Mano dopo averla
stretta (con la sinistra, metaforicamente all’opposto a come si fa di solito quando
ci si presenta), per sessanta secondi, tempo massimo stabilito e un invito ad
entrare dopo, si può essere posseduti da uno spirito a caso, evocato dall’artefatto,
con risultati per il volontario che vanno dallo spaventoso al tragicomico, due
registri che tutto sommato i fratelli Philippou riescono a gestire bene,
applicando al film un tono più serio rispetto ai loro video sul TuTubo, aggiungo
per fortuna ma è solo per la mia scarsa attitudine agli Youtuber, perdonatemi
sono vecchia scuola.
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Nano, nano, la tua mano / Nano, nano, apri piano |
Una mano che ti mette in contatto con i trapassati e una ragazza che ancora non ha superato il lutto, i pezzi sulla scacchiera vanno al loro posto da soli, perché non è l’originalità la forza di “Talk to me” ma il modo in cui la sua trama tutto sommato semplice è stata portata in scena in maniera solida ed efficace. I fratelli Philippou e il loro direttore della fotografia Aaron McLisky (con già alcuni corti horror alle spalle) hanno una certa cura per i movimenti di macchina, di conseguenza “Talk to me” è più basato sull’atmosfera azzeccata che sui puri e semplici “Salti paura” (anche noti come Jump Scare) di cui non fa poi così tanto uso, anche se va detto che è un film che potrebbe piacere anche a tutte quelle ragazze e ragazzi che corrono in sala a vedere i vari film legati al Conjuring-verse e suoi derivati, ma più che altro per l’abilità del film di portare in scena adolescenti realistici.
Ovviamente come avrete già capito, le semplici regole non sono destinate ad essere rispettate, questo farà aumentare il livello di dramma ed emoglobina nella storia, per un esordio cinematografico convincente, certo tanto ma tanto pubblicizzato, ma in generale valido.
Difetti? Essenzialmente due, vi dirò tutto senza dirvi
niente, dopo che avrete visto il film questo paragrafo vi sarà chiaro ma ora,
potete leggerlo comunque: la scena del canguro è la prova che questo è un
film australiano i fratelli Philippou hanno bisogno di aggiungere strada
sul loro contachilometri di narratori, perché sembra il solito presagio di
morte da film horror, ma è una scena un po’ troppo didascalica. L'altro difetto invece è
strutturale, forse per girare attorno al visto censura e permettere al loro film
di arrivare al grande pubblico (tra cui gli adolescenti, di cui parla) i due
fratelli non possono metterci dentro troppo S-E-S-S-O esplicito, quindi
ricorrono a soluzioni che io ve lo dico, funzionano, ma ai due fratellini va
grassa che il loro “Talk to me” sia uscito ora, nell’epoca in cui le parodie
cinematografiche hanno fatto la fine dei dinosauri, perché ci sono un paio di
scene qui, che sarebbero diventate la pietra d’angolo sulla quale poggiare il
nuovo eventuale capitolo di “Scary Movie”. Poco male, anche a film come “The
Ring” oppure Scream è toccato lo stesso trattamento eppure sono diventata successi di culto
lo stesso.
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La canotta da Final Girl non può mancare. |
Sono sicuro che “Talk to me” troverà la sua strada e il suo pubblico, gli horror che escono in sale in questo periodo godono quasi tutti di buona salute al botteghino, se devo essere onesto, ho apprezzato molto di più questo film piuttosto che un altro titolo molto popolare come Smile, anche in virtù di un finale che ha tutto per piacere al grande pubblico.
Anche se la raccomandazione è la stessa, se deciderete di andarlo a vedere, godetevi le esplosioni di orrore che lo caratterizzano e non pensate alla macchina mediatica che sta spingendo tantissimo questo film, talmente tanto che anche il vostro amichevole Cassidy di quartiere è stato invitato ad un'anteprima. Cioè dai, questa è davvero una cartina al tornasole notevole ma è anche un ottimo allenamento per imparare a mettere da parte la stramaledetta cultura dell’AAAAAIIIIIPPPPP (anche noto come “Hype”), il che è ottimo per tornare a gustarci i film invece di parlarne e basta, anche quando si intitolano “Talk to me”.
Malgrado l'avviso "no spoiler" mi sono fermato lo stesso: sono un vecchio malato di narrativa della "mano morta" quindoli batto le mani... anzi, la mano a Midnight Factory e voglio subito il mega-cofanettone del film: lasciassero stare le sale e si sbrigassero a portarlo in DVD ^_^
RispondiEliminaGrazie per la spettacolare dritta e complimenti per l'invito 😉
Lo so, infatti ero sicuro che ti sarebbe interessato, di sicuro ne faranno un signor cofanetto, ci stanno puntato molto su questo titolo, aspetto di sapere la tua sul film, cinque alto! ;-) Cheers
EliminaComplimenti per l'invito, adesso ti manca solo di diventare un giornalista con la puzza sotto il naso e la pipa! 😉
RispondiEliminaCosì potrò finalmente stroncare i film senza vederli, dopo aver passato il tempo a bere al bar lamentandomi del fatto che fa tutto schifo ;-) Cheers
EliminaCongratulazioni per l'invito, finalmente è stata riconosciuta la tua indiscussa professionalità! Spero, però, che ti sia presentato con pipa, cappello e sciarpa all'appuntamento! Anche io mi sono fermato alla scritta spoiler, però me lo segno, mi sembra di intuire che si tratti di un buon prodotto, non c'è mano che tenga! Buon lunes
RispondiEliminaTi ringrazio anche se mi pare che sia stato un invito non proprio esclusivo, ecco ;-) Oh poi tanto meglio, il film mi interessava quindi ne avrei scritto in ogni caso, buon lunedì anche a te! Cheers
EliminaSi comincia consigliando un film francese in un podcast, poi si viene invitati all'anteprima di un film australiano, e da lì alla pipa e gli occhiali da critico impegnato per arrivare a far parte della prossima giuria del festival di Cannes (e da lì niente più birra: solo cognac, cointreau e champagne) è tutto in discesa ;-)
RispondiEliminaTengo sempre d'occhio il cinema aussie, e quest'horror indipendente sembra avere le carte in regola per interessarmi ragion per cui lo vedrò appena possibile...
P.S. Peccato io sia tornato a Milano solo il 16, altrimenti avrei potuto almeno fare la groupie lì ad aspettarti fuori dopo l'anteprima. ;-)
"Non sono cambiato, sono lo stesso blogger semplice di una volta" disse Cassidy parlando fuori sincrono COME Ghezzi mentre scorrono scene a casa di film di Cronenberg e in sottofondo beeeecause the night belongs to loveeeers! ;-) Prossimo giro meneghino, si spera meno di corsa, ti offro una birr, intanto dimmi poi come avrai trovato la mano morta australe. Cheers!
Eliminanon sono due youtuber qualsiasi.... vi è mai capitato di beccare anche magari su altri social, quei video dove un Ronald McDonald ubriaco, truccato malissimo con vocina picchia o scatena risse splatter con chiunque, bambini compresi? SONO LORO, o meglio il fratello dai capelli più biondi nella foto, ad interpretarlo. Stunt professionisti e Youtuber caciaroni per passione. Attendo con piacere di godermelo, già so che sarà godibilissimo vedendo cosa hanno prodotto in questi anni solo a livello tubo.
RispondiEliminaTi credo sulla parola perché non frequento il TuTubo, buona visione! Cheers
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