mercoledì 20 settembre 2023

Hulk (2003): mi ricordo montagne verdi (di rabbia)

Febbraio 1995.
Ho dodici anni e sono impegnato in una delle mie attività scalda cuore preferite: andare in edicola.
Da uno degli espositori mi attira come una calamita la copertina verde metallizzata di “Devil & Hulk 11”. A fare da magnete il personaggio che già conoscevo, il gigante di giada del telefilm con Lou Ferrigno e Bill Bixby, inutile dirlo, amore a prima vista. 

Non so nemmeno quante volte ho riletto quel fumetto, impazzisco per i dialoghi di Peter David, per le matite di Dale Keown e per quel comprimario rosso vestito con le corna, un’associazione tra personaggi quasi agli antipodi (anche per colori), accorpati per assecondare l’allora italica politica di farci leggere fumetti belli corposi e pieni di pagine. Per anni tanti lettori di “Devil & Hulk” lamentavano di doversi puppare l’altro per leggere le storie del proprio beniamino, io che li ho sempre considerati i miei due eroi Marvel preferiti, ci campavo su quel fumetto, che continuo al leggere ancora oggi, malgrado la “separazione delle carriere” (e delle testate). Infatti in onore alla vecchia “Devil & Hulk” ho deciso di affrontare i compleanni degli esordi al cinema dei miei due prediletti (si sto usando il plurale, perché sono un uomo senza paura, fatemi gli auguri) proprio così, il rosso e il verde. Iniziamo con il secondo, il cui tentativo di sbarcare al cinema è antecedente anche al febbraio del 1995. 

Un sacco di rosso e verde dalla collezione privata di casa Cassidy.

Più o meno dal 1990 i produttori Avi Arad e Gale Anne Hurd cercavano di portare il Golia Verde ad Hollywood, ripercorrere la storia della stesura della sceneggiatura fa riemergere traumi che nemmeno in una seduta di analisi tra Doc Samson e Bruce Banner sarebbero mai venuti fuori, Alberto l’ha raccontata benissimo dalle sue parti, quindi vi rimando a lui, quello che vi serve sapere è questo: ogni sceneggiatore coinvolto ha aggiunto un pezzo, se l’ispirazione iniziale era il ciclo di storie degli anni ’80 di Bill Mantlo in cui esordiva il padre di Bruce Banner, con il passare degli anni, vuoi non prendere in considerazione anche il fondamentale ciclo di Peter David? 

Quindi via così, Michael France aggiunge elementi, poi arriva John Turman con idee del tipo «E se il cattivo fosse l’uomo assorbente?» e giù tutti a ridere per via del nome del personaggio, potentissimo ma sfigato (soprattutto una settimana al mese), il tutto mentre si alternato i possibili registi, Jonathan Hensleigh, Joe Johnston fino all’entrata in scena di Ang Lee, che fa riscrivere tutto al fidato James Schamus, mentre Turman e France hanno ricorso all’arbitrariato per farsi riconoscere la paternità di un copione che ormai era un pastrocchione tirato dalla giacchetta da tutti i lati. Ecco, Ang Lee, bisogna parlare di lui. 

Quando pensi all’innovazione cinematografica e alle nuove tecnologie, non è certo Ang Lee il primo nome che ti viene in mente, piuttosto è automatico pensare a lui per i drammi intimisti o al massimo per aver fatto conoscere il Wuxia anche a porzioni di pubblico che ne hanno sempre ignorato l’esistenza tipo che so, mia madre, con film come “La tigre e il dragone” (2000). Eppure in carriera Ang Lee ha sperimentato con un personaggio verde (su schermo verde e in motion capture) proprio con “Hulk”, si è lanciato negli animali digitali del sottovalutato “Vita di Pi” (2012) e ha giocato con la deep-fake in quel disastro di Gemini Man, quindi parliamo di un regista che non ha nessuna paura nel giocare con tecnologia “sperimentale”, come un “Mad Doctor” che si inietta il siero nelle vene, questo forse spiega perché è stato lo stesso Ang Lee ad infilarsi la tutina, ad appiccicarsi in faccia e sul corpo i sensori MOCAP e a dare lui le movenze al suo nuovo “Destino verde” ovvero Hulk, ma su questo ci torneremo a breve, prima bisogna fare un passo indietro al 2003.

Alcuni dirigono con il cappellino da baseball in testa, altri con i sensori MOCAP addosso.

Ve lo ricordate l’MCU nel 2003? No perché nessuno lo chiamava così, era composto essenzialmente da due titoli, dai diritti sparpagliati, tutti supervisionati da Avi Arad, che nel tentativo di dare credibilità ad un genere che nessuno chiamava “cinecomic” si affidava a registi di talento, nomi in grado di portare prestigio anche se associati a quella roba che leggono solo i nerd (che nel 2003 non era un complimento) e bambini come i fumetti di super eroi, insomma siamo in zona per la mia non-rubrica: quando non erano super. Ma anche di un'altra molto amata come... i Bruttissimi di Rete Cassidy!


Ci tengo a sottolinearlo per non creare incomprensioni: “I Bruttissimi di rete Cassidy” non è uno sfottò, ma un omaggio, a tutti quei film bruttini, ma mitici, pellicole che a loro modo hanno fatto la storia facendo un lungo percorso, come quello dei "cinecomic" contemporanei.

Bryan Singer sceglieva un approccio serio senza costumi sgargianti per i suoi Uomini-Pareggio, mentre Sam Raimi piegava il cinema al fumetto, e non viceversa come hanno fatto in troppi dopo di lui con il suo Spider-Man. Due enormi successi, a cui andava ad aggiungersi “Hulk” di Ang Lee, cioè Ang Lee! Quello di “Ragione e sentimento” (1995), “Tempesta di ghiaccio” (1997), “Cavalcando col diavolo” (1999) e “La tigre e il dragone” (2000), in pratica quello che faceva i film per mia madre, alle prese con uno dei miei personaggi a fumetti preferiti, uno di quelli con cui per me è facilissimo identificarmi.

Cosa muove Bruce Banner, cosa lo sconvolge e lo trasforma? La rabbia, nato come rilettura dei fumetti di mostri, del mito di Frankenstein e del dottor Jekyll e del signor Hyde, Hulk parla del sentimento che gli adolescenti conoscono meglio, di quello con cui io ho più familiarità in assoluto, la rabbia. Che è al tempo stesso una maledizione ma anche un’infinità fonte di energia, l’unica davvero rinnovabile e per questo verde. D’altra parte si dice verde di rabbia no?

«Le premesse infinite di Cassidy mi fanno arrabbiare, Hulk spacca stupido Cassidy!»

La rabbia può avere origine da traumi del passato (come nel ciclo di storie di Peter David), ma di fatto è una condizione endemica con cui devi imparare a convivere (come nel ciclo di storie di Mark Waid) per la sua versione del personaggio Ange Lee ha scelto un approccio serio, anzi, SERISSIMO, i momenti comici se ci sono, sono tutti involontari, eppure a questo film ho voluto bene da subito, non perché sia perfetto (non lo è affatto) ma perché quando si parla di rabbia io drizzo le antenne, figuriamoci se poi il METAFORONE utilizzato per farlo è uno dei miei personaggi a fumetti del cuore. Puntualmente io questo film finisco spesso per rivederlo, mi esalto per le parti azzeccate, mi colpisco il viso con potenza Hulk utilizzando il palmo aperto, esibendomi nel più classico dei FACCIAPALMO a ripetizione (infatti spesso arrivo al miglior pezzo dei Velvet Revolver sui titoli di coda con la faccia verde), eppure non posso che poter volere bene ad un film che anche solo per scelte di casting mi parla.

I baffi giusto nella mimetica giusta.

Nel ruolo della bella di turno spunta Jennifer Connelly, che non fa molto ma lo fa benissimo in quanto JConn, che nella carrellata di personaggi con cui mi pare di averla vista crescere al cinema, aggiunge anche Betty Ross, sorta di angelicata figlia del generale, donna dei sogni del protagonista affetto da rabbia congenita. In pratica il casting che avrei fatto io nella mia autobiografia immaginaria in verde.

vabbè, ciaione proprio!

Con una prova a cui manca solo la “Maniacal Laugh” (cit.) e l’allisciarsi i baffi come lo stereotipo di un cattivo, troviamo Josh Lucas, che curiosamente interpreta Glenn Talbot che nei fumetti, i baffi li avrebbe pure. Un attore che mi è sempre stato profondamente sul cazzo per anni, per motivi che povero, non sono nemmeno attribuibili a lui, aveva solo al colpa di somigliare vagamente ad una delle più clamorose testa di cazzo che io abbia avuto la sfortuna di dover frequentare nella mia vita (e nel 2003 sentivo la questione ben più calda), quindi vederlo maltrattare il verde protagonista mi faceva montare la rabbia da spettatore, mentre vederlo “spaccato” alla moda di Hulk, era qualcosa di altamente liberatorio. Ad onor di cronaca devo dire di aver fatto pace con Lucas proprio recentemente, guarda caso da quando si è fatto crescere i baffi, giusto per dimostrare che in questi ultimi vent’anni ho lavorato sulla mia condizione endemica. Lucas invece, solo sui suoi baffi.

Anche se quando lo vedo così, mi sta ancora sulle palle (storia vera)

A proposito di baffi, quelli di Thaddeus “Non chiamatelo Thuderbolt perché è un film serio” Ross troviamo quelli del mitico Sam Elliott, mentre per il ruolo di Bruce Banner, troviamo LO SBAGLIO. Eric Bana è stato scelto per la sua incredibile prova nell’ottimo “Chopper” (2000) dove non a caso interpretava uno affetto da rabbia congenita permanente, ma possiamo dirlo? Pare una statua greca, infatti tutti se lo ricordano per “Troy” (2004). Come fa uno così ad interpretare un topo di laboratorio come Bruce Banner non lo so, so solo che nelle varie interviste, di lui Jennifer Connelly diceva: fragile e tenerone, perfetto per uno che si porta dentro i suoi demoni (verdi) però ehi, anche sexy. Dimostrando di riuscire a recitare molto bene o di controllare molto poco gli ormoni, quindi un attore che è allo stesso tempo perfetto e sbagliatissimo per Banner, perché tanto Hulk lo interpreta Ang Lee, quindi torniamo sulla questione.

Il tipico topo di laboratorio, uguale no?

Ve lo immaginate lavorare su un set dove l’ironia e bandita, dove un tecnico tiene una capoccia di cartapesta di un Hulk infilata su una picca, più o meno a tre metri di altezza, per dare a JConn e al resto del cast, un punto dove guardare mentre recitano i dialoghi, il tutto mentre il regista ti chiede di essere serio, più serio, cazzo ho detto serio! Con addosso una tutina blu e i sensori MOCAP addosso? Complicato. Sicuramente per Ang Lee è stato estremamente liberatorio poter saltare, urlare e “spaccare” oggetti di cartone verde sul set, che grazie al chroma key diventano auto, carri armati e beh, barboncini ai raggi gamma, anche se tutto questo mi crea sentimenti contrastanti, come il film, se da una parte mi sembra tutto molto pretenzioso e anche parecchio ridicolo, dall’altra stima per Ang Lee, ve lo vedete George Lucas fare la stessa cosa sputacchiando «Supermaxibig la Forza!», cioè hai la tua idea regista? Sporcati le mani e portala avanti se ci credi per davvero, per un film che invece di giocarsi un incidente con fungo atomico, ci mette dentro un collega da salvare (senza chiamarlo mai Rick Jones), ma poi si gioca una trasformazione che a ben guardare, ricorda più quella del macchinario della serie con Bill Bixby, perché una bomba gamma sarebbe stata troppo fumettistica. 

Un bellissimo "Jump cut" nel vero senso della parola. 

Ma è inevitabile che “pretenzioso” sia una parola che spunta fuori più spesso del mostro verde, basta dire che vediamo prima il cameo di Stan Lee e Lou Ferrigno rispetto all'entrata in scena del colosso di Giada realizzato grazie alla CGI. Ci vogliono 45 minuti per vedere Hulk e beccami gallina se nessuno lo chiama mai così, lo sentiamo pronunciare la sua celebre frase di due parole solo in una scena onirica dal retrogusto horror (lo specchio del bagno è un classico del genere) ma prima dobbiamo passare attraverso una storia di origini inutilmente complicata. Abbiamo un padre violento, che è anche uno scienziato pazzo che sperimenta un siero su suo figlio, poi abbiamo un trauma, un cambio di nome, il vecchio Brian David Banner che finisce a fare l’inserviente proprio nel laboratorio dove suo figlio (che non sa di esserlo) avrà l’incidente ai raggi gamma scatenante, insomma una serie di combinazioni di stampo fumettistico ok, ma figlie di tanti, troppi rimaneggiamenti di una sceneggiatura che nelle mani di Ang Lee deve avere anche tocchi da tragedia greca, punte da dramma shakespeariano e uno scontro padre/figlio di stampo volutamente teatrale, insomma ribadisco, pretenzioso, ma per nostra fortuna per ogni sbaglio grosso, “Hulk” manda a segno una scelta riuscita, come mettere sotto contratto Nick Nolte, che di fatto diventa il re senza corona del film.

NICK NOLTE SPACCA!!

Il primo atto del film è tutto suo e per quanto sia stato assurdo e a ben guardare inconcludente dargli dei poteri (nel finale in cosa si trasforma? Un banco di Nebbia? Bah) la scena in cui i suoi poteri si manifestano per me resta uno dei migliori utilizzi della CGI vista negli ultimi vent’anni, in un film dove non sempre gli effetti speciali danno il loro meglio. La mano appoggiata sul traverso di metallo grezzo ma dipinto, che ne “assorbe” le caratteristiche è un modo per giocarsela difficile, poteva essere una sbarra di metallo lucido, invece no, si è scelto una porzione di metallo granulare e dipinto color verde acqua, giusto per facilitare la vita al tecnico degli effetti speciali. “Hulk” è tutto così, una scelta giustissima (centellinare il Golia Verde, farlo comparire di notte come nelle sue prime storie a fumetti) alternata ad un'altra sbagliatissima, tipo vabbè, i barboncini. Parliamo dei barboncini.

Io capisco che ad un certo punto della storia sia necessario mandare contro Hulk qualcosa di grosso e vitaminizzato ai raggi Gamma, capisco anche che usare i cani del signor Banner Senior serva a farci capire che l’uomo ha portato avanti i suoi esperimenti anche in privato, ma il barboncino? Perché? Per mantenere l’idea di debole che diventa fortissimo dopo la cura Gamma? Ogni volta che mi rivedo il film (e lo faccio abbastanza spesso), esco proprio dalla storia, sarebbe come se mandassi all’attacco Nanà e Lamù contro una massa di muscoli alta tre metri. Anche se ora che ci penso, quelle due farebbero un culo così anche ad Hulk Rosso.

Quello che mi ritrovo in cucina, appena ritardo un minuto con la pappa.

Il film di Ang Lee si gioca malissimo e benissimo ogni sua carta, anche l’elemento fumettistico. Da una parte può avvalersi dell’ottima colonna sonora di Danny Elfman, il vero padrino del fantastico in musica, ma anche su dei titoli di testa che sono più Raimi di Raimi (complimentone!), dall’altra Lee (non Stan) sembra voler tenersi alla lontana da tutto quello che potrebbe non far passare per serio il suo dramma psiconalitico-interiore, ed è un peccato, perché quando introduce qualcosa di fumettistico, come lo “Split screen” multiplo, riesce a farlo con grande eleganza, peccato che compaia così, a sbuffo. Quasi come un tassa da pagare per ricordare al pubblico: ehi amico, anche se siamo così incredibilmente seri, stai sempre guardando una roba tratta da un fumetto, quindi quando apparirà la versione sotto steroidi di Kermit, non farti cogliere impreparato ok? 

Punizione fumettistica che ancora mi gasa, perché il cattivo deve morire male urlando.

Il film di Ang Lee è come il suo protagonista, vuole la serietà compassata di un Bruce Banner, ma vuole anche esagerare, spaccare ed essere fumettistico come Hulk, quindi è costretto a pagare lo scotto (non Pino) della lunga sequenza d’azione, in pieno deserto, in pieno giorno, che era l’unica richiesta di Avi Arad pur di avere qualcosa da mettere nel trailer. Chi legge il fumetto sa che il Golia Verde ha i muscoli per spaccare muri ma anche per saltare (allena tutto, non è uno di quelli; «Gambe le faccio domani») quindi vederlo fare lunghi balzi nel 2003 per il pubblico di non lettori (ovvero quasi tutti) poteva essere una novità. Per certi versi era il nuovo “Destino verde” di Lee dopo i ballerini spadaccini in odore di Wuxia del suo film precedente, ma la scena spaccatutto, dal deserto al primo strato spaziale appesi ad un F22 è uno scarto molto grosso, oltre che straordinari aggiuntivi per una CGI che mostra il fianco, infatti per assurdo la parte migliore, o almeno quella più nelle corde di Lee è quella in cui Hulk si gode la brezza del deserto, quell’accenno di piante (verdi) che spuntano dalla sabbia, non proprio in pace, ma almeno solo, come il Golia Verde sbraita sempre nei fumetti, purtroppo inascoltato.

Quando uno vuole solo essere lasciato in pace, mollatelo no?

Va detto, trovo più azzeccate queste parti di relativa e riflessiva calma, il che è assurdo visto che si tratta del film nominativo di uno il cui motto è «HULK SPACCA!», anche se va detto, quello che spacca più di tutti qui è quel mito di Nick Nolte. Lo scontro finale padre figlio lo trovo di un teatrale che lèvati, ma lèvati proprio, e mi dispiace per Eric Bananarama, ma quello che esprime la vera forza Gamma qui è Nick Nolte che quando esplode, va in un overacting che avrebbe fatto paura anche all’Hulk ultra muscoloso di Liam Sharp. Il re senza corona del film!

La prova di Nolte è talmente grossa che mi permette felicemente di ignorare il pastrocchio in CGI che segue e anche la proliferazione di finali, lasciandomi giusto il tempo per riprendermi per il finale (quello vero) che mi piace un sacco, quello a cui manca solo il The Lonely Man Theme del telefilm, perché in mezzo alla giungla, Banner è un personaggio che ha trovato un modo per convivere con la sua condizione endemica. Il film nella sua serietà congenita non ci concede nemmeno la frase simbolo di Bill Bixby (e del personaggio) o meglio si, ma in spagnolo, per sembrare più acculturati, ma il dettaglio che nessuno nota mai nel finale è il piccolo Geko in CGI sul cappello di Banner, che se è stato inserito, avrà una ragione no? Non si chiede ad una banda di tecnici di usare un altro po’ di CGI se non vuoi far arrivare qualche messaggio no? Per Ang Lee Hulk è una forza della natura, non a caso verde, che sarebbe una chiave di lettura interessante, se il copione non si portasse dentro nella pancia dieci anni di traumi e riscritture.

Il dettaglio (verde) che forse non avete notato.

Alla sua uscita “Hulk” costato 120 milioni di fogli non a caso verdi, ne portò a casa 137 dello stesso conio (e colore), rimanendo fuori dai dieci miglior incassi del 2003 anche se Avi Arad ancora oggi, lo considera un successo perché i suoi bei soldoni li ha portati a casa, contento lui. In tutta risposta è partito un rilancio girato nel giro di cinque anni, prima che il personaggio diventasse altro, una volta integrato nel neonato universo MCU. A distanza di vent’anni continuo a trovare persone che odiano questo film perché come cantava Rick Jones “Nessuno ama Hulk” (questa la capiranno in tre), ma anche chi lo ama e lo considera sottovalutato, personalmente sono vent’anni che me lo rivedo e magari non come Ang Lee nella sua tutina, lo trovo quasi terapeutico nel suo essere barboncinicamente sbagliato. Di mio devo poter credere che alla fine, il dottor Banner ce la farà a domare la sua condizione endemica, a cavalcare come una grande onda quello tsunami verde che si porta dentro, perché la rabbia non è rossa, la rabbia è verde. Come Hulk.

Per il rosso invece, ci vediamo qui la settimana prossima, fatemi gli auguri perché ne avrà bisogno, anche se sono un uomo senza paura.

30 commenti:

  1. Maaaah non é stato sempre "Verde d'Invidia"?? Il rosso non era la rabbia? C'é un# cromoarmonista in sala, ehm, bara?

    Nolte che si mangia tutto, JENNNY 'OMDPG' CONNELY, Sam Baffodeddio Elliot, il Maestro di Mangiare, Bere, Uomo, Donna (Shame In You per la mancata cit.).... Ma che volevano i nerd, dippiú nel 2003???
    Era chiaramente tre film in uno, l'avessero fatto di 4h veniva fuori una figata.. [Si ANCHE col BarbiGammoncino... I barboncini sono degli psicopatici cattivi, ecché] .
    il tempo, il suo te-ri-bi-le reboot di poco dopo, ma soprattutto il tuo intimo Grave Lutto DareAffleck, mi hanno sempre dato le motivazioni per difendere a spadatratta questo figlio di un'era non matura per i cinefumetti.

    G.

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    1. Il fatto che si sia beccato la coccarda dei "Bruttissimi" (ovvero gli Anti-Classidy) già dice di quanto io voglia bene a questo film e di come si distingua dagli altri, raramente un titolo ha sfoggiato così tanto "pro" e "contro" tutti insieme e in così bella vista, in modo così chiaro e netto almeno. Cheers!

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    2. Io ricordo bene il discorso *bilancia* fatto ancora a caldo appena usciti di sala e per me era già con un piatto di Pro abbastanza numerosi da superare i Contro pesanti. E il tempo non ha fatto che aumentarne le qualità, anche la visione melò-drammone del regista, che nel MCU hanno riscoperto da poco ma troppo tardi.

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    3. Anche secondo me i Pro sono ancora in vantaggio sui vistosi Contro, un po' più di dramma nell'MCU avrebbe giovato, va bene lo spirito leggero, ma non tutto tutto tutto andava per forza preso a ridere. Cheers

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  2. Nonostante abbia dei grossi difetti caratteriali, penso che sia la migliore versione che abbiamo avuto del gigante. Si sente la presenza di un regista con una propria visione, solo che nel complesso perde secondo me perché in molti si aspettavano forse qualcosa di diverso. A me è piaciuto perché mi ha ricordato molto la serie TAS dei 90, nonostante manchino Rick, Samson e il Leader.

    Nolte con il suo personaggio originale (almeno a livello di storia rispetto alla controparte cartacea) ruba davvero la scena. Solo che, sarebbe stato meglio come Abominio (ma dopo almeno abbiamo avuto Tim Roth) che l'uomo Assorbente.

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    1. Tutta roba che hanno cercando di infilare nel secondo film, tranne Rick Jones, lui è fondamentale ma non lo calcola mai nessuno, povero. Si, avrebbe avuto più senso trasformarlo in una sorta di Abominio, io su Crusher Creel e Titania sogno un Marvel film tipo “Assassini nati” che nessuno girerà mai ;-) Cheers

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  3. Carabara, ho appena licenziato uno stagista perchè fa battute come " Ang è stato assunto x dirigere Hulk e Jim x disegnare Punisher e X-Men perchè parenti di Stan" e immagino potrai capire il mio disappunto x non essere riuscito ad ottenere luce verde per il film con Mark Ruffalo. Nada de nada. Nella stanza dei bottoni si è discusso il flop di cose come Quantumania e la parola d'ordine è less is more. Per Halloween coloreremo il Werewolf By Night dell'anno scorso e lo scodelleremo - come la ribollita- via Disney +. Uno dei nostri assets in carriera - minimale e festivaliero - è riuscito a far approvare il "suo" Hulk che prevede un attore tipo Paul Dano, ma che costi meno, in una sorta di Ravencroft dove Ashley Kafka - stiamo cercando lo Eurospin di Allison Janney - cerca di guarire la sindrome di Banner che è uno schizofrenico di classe Crazy Jane della Doom Patrol. Tutto succede nella zucca di Bruce. Meno CGI di quanta ne serva x un Geko luminoso. Non so. Forse è la strada giusta. Mi sento come il dodo dei Genesis: too big to fly dodo ugly so dodo must die. Ora che ci penso sarebbe una bella idea per un film a basso costo. Domani ne parlerò nel brainstorming. Ciao ciao

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    1. Hai fatto bene, licenziamento con giusta causa. Posso suggerire apparizione di Typhoid Mary tra i pazienti? L'ideale sarebbe Laura Prepon, ma per zazzera come la disegnava Jr Jr potrebbe andare bene anche Natasha Lyonne. Per il resto, vedi se riesci a far passare l’assassini nati di cui parlo nel commento qui sopra, si può tirare su con due spicci ;-) Cheers!

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    2. Non sarebbe male - oltre tutto Absorbing Man in inglese non suona male come nella nostra lingua -e ti dirò che anni fa uno dei nostri collaboratori interinali pagati in visibilità aveva proposto una cosa come la versione Marvel del classico La Parete di Fango (forse il suo papà aveva letto Incredible Hulk # 182 con i cattivoni Hammer & Anvil che è una citaz del film) con Trapster e Wizard, ma senza gadget. L' ex Pete Uomo di Colla avrebbe voluto perdersi nel nulla, magari in Canada, ed aprire un emporio, ma il suo ex capo nei Terribili Quattro non vede l'ora di liberarsi dalla catena e costruire un disco anti gravità tanto grande da far levitare un posto grande come il Canada. Chissà poi cosa ne penserebbero i canadesi. Più recentemente - New Warriors volume tre numero uno di Wells/Young - sono Squalo Tigre e Armadillo ad essere evasi, ma legati da una catena di adamantio. Questo naturalmente ha spiazzato la nostra risorsa interinale. Peccato. Ciao ciao

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    3. Ogni citazione e versione di "La parete di fango" per me sarà sempre approvata, funziona sempre sia tra le pagine di Hulk che diretta da Walter Hill ;-) Cheers

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  4. Io me lo domando ancora adesso.
    Ma e' piaciuto solo a me?
    Fortunatamente, vedo di no.
    Perdona la ruffianata, ma e' un motivo in piu' per ritenere di essere finito nel posto giusto.
    Visto in un cinema di periferia anziche' al multi, per colpa di un amico tirchione e pidocchio.
    Con lo schermo piccolo e in mezzo a una selva di bambini urlanti che correvano ovunque.
    Il pubblico sbagliatissimo. Qui piu' che mai, perche' questo NON E' decisamente un film per bambini.
    E infatti a meta' film erano tutti spaventatissimi. E muti.
    Per forza. Questo Hulk mette veramente una gran paura e disagio.
    Sia per quel che fa il gigante, sia per le tematiche che si sviluppano attorno a lui.
    Per me e' un caso analogo al capolavoro incompreso del suo simi-collega John Woo (M:I-2).
    L'han visto tutti, non l'ha capito nessuno.
    Per una volta concedimelo.
    Io, che in quest'occasione mi vanto di averlo capito, l'ho piazzato subito lassu'.
    Insieme ai due Batman di Burton, ai primi due Spider-Man di Raimi e al secondi film degli X-men di Singer.
    E ancora adesso si trova la', eh.
    Per me e' uno dei migliori film sui super mai fatto.
    Fai un bel film quando riesci a unire la fedelta' al materiale d'origine con la tua visione personale, dandone un'interpretazione originale e persino insolita.
    E qui Lee lo ha fatto. Senza contare che Hulk, specie quello prima maniera, non e' per niente facile da trattare. E quindi guadagna dieci punti in piu' solo per questo.
    Non e' un super in senso stretto, ma per gli stessi membri della sua comunita' piu' un elemento spesso fuori controllo e difficile da gestire, se non addirittura una vera minaccia.
    Uno stile pazzesco, con la trovata di usare le vignette per passare da una scena all'altra che adoro. E una storia molto piu' profonda di quanto appare.
    Oltre Hulk e le scene spettacolari abbiamo due figli che si amano e che sono costretti a separarsi, solo perche' hanno come unica colpa quella di essere gli ultimi anelli di una faida familiare, con i loro padri che si odiano a morte e che arrivano pure a usarli per vendicarsi l'uno dell'altro.
    Ross perseguita Bruce perche' tanto per lui i Banner sono tutti uguali. E il figlio non dev'essere poi tanto diverso. Senza contare che il figlio del suo peggior nemico gli insidia la figlia.
    Figlia che il padre di Bruce tenta pure di uccidere, mediante i tre botoli rognosi. E a un certo punto, nel suo delirio, arriva a ritenere che il figlio abbia sviluppato quei poteri per permettere a lui di riceverli.
    "L"'umanita' non lo accettera', e quindi lo vorra' distruggere. "
    Un discorso che per Hulk e' sensato. Non per Superman, come vedremo piu' avanti.
    La gente in sala rideva quando Hulk saltava. Persino io che non ne mastico chissa' che so che quando balza puo' superare in volo interi stati.
    Cast azzeccatissimo, molto piu' che nel seguito/remake/reboot.
    Si', pure Bana. Che pur non avendo il fisico del ruolo e' sempre bravissimo.
    Ma niente. Troppo fumettoso per il pubblico normale, troppo diverso per gli appassionati di fumetti.
    Ma soprattutto agli spettatori certe sottigliezze non interessano. Volevano solo HULK SPACCA.
    E infatti dopo l'hanno avuto.
    Toh, e pigliatevi l'Hulk che spacca almeno ve ne state buoni, va'.
    Unico difetto? Forse davvero troppo lungo.
    Uno dei primi film del genere a superare le due ore, e infatti verso la fine non ne potevo leggerissimamente piu'.

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    1. Si prende davvero tutti i suoi tempi, però niente, mi affascina anche per quello ;-) Cheers!

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  5. Incredibile quanto sia invecchiata la grafica digitale di Hulk, all'epoca sembrava il massimo ma già dopo poco è stata superata di parecchio. Non amando questi personaggi ho accolto freddamente il loro arrivo al cinema ma di sicuro mi vedevo gli speciali, ai bei tempi in cui "ComingSoon.it" aveva un canale televisivo satellitare pieno di roba buona.
    Non sapevo che Ang stesso "interpretasse" l'omaccione, quindi poveri attori che avevano il divieto di ridere sul set, quando è chiaro che ce ne sarebbe stato parecchio motivo.
    Auguri "primo Hulk" ^_^

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    1. Anche secondo me, Bana a distanza di anni ha rilasciato interviste in cui parla di un’atmosfera tipo film indipendente, secondo me Bana è un vero professionista se dopo vent’anni sa ancora bluffare così ;-) Cheers

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  6. È il primissimo film che vidi in sala e ricordo benissimo le emozioni che mi suscitò a sei anni, il conflitto interiore di Bruce e il rapporto di amore/odio viscerale col padre mi colpirono profondamente, francamente anche rivisto oggi trovo che l'atmosfera di dramma creata da Lee funzioni benissimo e nonostante qualche scena oggettivamente invecchiata male non inficia sul risultato finale, pertanto sono molto in linea col pensiero di Redferne.

    Concordo sul fatto che Nolte sia fantastico, ma anche gli altri sono assolutamente azzeccati per i ruoli.
    Oggettivamente ci sono film di supereroi migliori, ma trovo che questo abbia una personalità unica.

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    1. A me colpisce scoprire la tua età, appena mi riprendo aggiungerò qualcosa di più sensato, per ora in generale posso dire che siamo d'accordo. Cheers!

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  7. Per quanto sia anch'io un estimatore di Devil & Hulk, soprattutto del primo, questa pellicola non mi ha mai ispirato particolarmente. Tanto che l'ho vista un paio di volte sulle reti Mediaset ed entrambe le volte, complici molto probabilmente le abbondanti inserzioni pubblicitarie, l'ho sempre percepita come un pò troppo lunga... E dire che la sola presenza della Connelly, che a quasi 53 anni si difende ancora benissimo, oltre che del "mito" Elliot (Wade Garrett resta uno dei miei preferiti, anche solo per il nome caxxuto), me l'avrebbero dovuta vendere alla grandissima... Invece proprio per miei pregiudizi sulla scelta del regista e anche per la poca verosimiglianza di Eric Bana con Bruce "David" Banner, oggettivamente troppo figo per rappresentare il tipico scienzato nerd, non mi hanno permesso di apprezzarla quanto meritasse, perché i suoi momenti ce li ha...
    Forse, più che in altri casi, una bella sforbiciata in fase di montaggio avrebbe aiutato...
    In ogni caso lo reputo comunque superiore all'Hulk con Edward Norton... Ciao!

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    1. Ovviamente mi riferivo a Wade Garrett (Elliott) per il Duro del Road House, non vorrei essere frainteso!! Film che tra l'altro stanno rifacendo con Jake Gyllenhaal... Qui Elliott, come Generale Ross, dà la (solita) convincente prova, da grande professionista qual'è!

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  8. Non mi è mai piaciuto questo film su Hulk, e nemmeno il successivo a dire il vero. Ho provato a farlo vedere ai miei bambini che dopo poche scene hanno iniziato a sbottare: "Ma che roba è? Non si capisce niente!!" intontiti dallo split screen e altri trucchi del regista Lee per dare l'idea di fumetto. Sono cresciuta con l'Hulk di Ferrigno e per me resta quello, però grazie per avermi raccontato la storia di questo "bruttissimo" film.

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    1. Ed io che sono cresciuto con lo Split screen, ben più utilizzato di De Palma cosa dovrei dire allora? ;-) Cheers

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    2. E tu faglielo rivedere. Forgia il carattere :-)

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    3. Oppure genere piccoli Bruce Banner ;-) Cheers

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  9. Dodici anni io li avevo quando vidi questo film invece - presi pure il diario della terza media - e... non lo so... lo vidi solo quella volta ma lo ricordo tutto. TUTTO. E forse proprio per il suo essere sbagliato e bellissimo insieme.
    Certo, vista l'omologazione attuale, sembra quasi Quarto potere 😅😅

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    1. Decisamente ci sta l'iperbole, io mi ero limitato al poster in camera (storia vera). Cheers!

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  10. Ho sempre sentito peste e corna su questo Hulk, al cinema lo evitai perchè boh, ma ho ancora il dvd che tra l'altro conteneva una delle scene migliori del film: Ang Lee in tutina mocap che con un bastone spaccava tutto e fletteva i bicipiti (immaginari).
    Alcune scelte di montaggio estreme, con certi slipt screen che boh, qualcuno bruttarello, ma nel complesso era un film che ci provava e non era fatto con lo stampino.

    Nolte giganteggia, lo scontro padre-figlio una gran figata perchè non capita spesso di vedere eroe e villain scontrarsi a un livello molto più profondo dei soliti pugni perchè uno è boyscout e l'altro è cattivo.

    I barboncini li avevo rimossi, mamma mia cosa mi hai ricordato... mi immagino sempre le riunioni di produzione in cui stanno decidendo di fare queste cose e nessuno alza la mano per dire "raga, solo a me sembra una cazzata?"
    Immaginare che l'abbiano pensato, approvato e realizzato è più surreale del risultato stesso (io lo chiamo "Effetto Jar Jar")

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    1. Il regista che si mette tutina non da super eroe e sensori è un evento che andrebbe studiato, come le riunioni creative, tu pensa all'animatore che doveva disegnare, zampe, canini e cosa del barboncino, consapevole della cazzata caduta dall'alto sulle sue giornate di lavoro. Cheers!

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  11. Non male questo primo "Hulk", alla fine, nonostante il suo alternarsi di parti riuscite ad altre che lo sono un po' meno ma, del resto, questi erano i primissimi passi del futuro MCU ed è comprensibile che si stesse ancora cercando la strada giusta (personalmente, ai tempi mi trovavo più a mio agio con lo "Spiderman" di "Raimi" e gli "X-Men" di Singer) ;-)

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    1. Quelli sono film più solidi, anche se le parti d'azione degli Uomini-Pareggio di Singer non è che siano poi tanto meglio dei momenti peggiori di questo Hulk eh? Solo che sono meno vistosa per via delle divise nere su sfondo notturno ;-) Cheers

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  12. leggendo l'inizio di questo pezzo mi si è scaldato il cuore Cassidy. felice che anche tu sia stato in passato un collezionista del mitico "Devil e Hulk", io classe 1995 ho iniziato dopo di te, ma ho molti numeri nella mia libreria. che emozione leggere i cicli di storie realizzati per il Cornetto da Brian Michael Bendis e Ed Brubaker! oppure la saga di Planet Hulk. ma passando all'Hulk cinematografico, mi ricordo che lo vidi in sala all'epoca ed il pubblico rimase in religioso silenzio visto il tono serissimo della pellicola. solo il grande Nick Nolte, con la sua recitazione in overcating perenne, riusciva a rubare quache risata al pubblico. una scena in particolare, prima dello scontro finale tra padre e figlio Eric Bana gi urlava "vattene via!", Nick rimaneva in silenzio poi si sedeva e con tono da sfottò imitava il figlio "aaaarhh! smettila di lamentarti patetico essere di carne e ossa", e il pubblico esplose in una risata improvvisa. XD film per molto sottovalutato comunque.adesso non vedo l'ora di vederti recensire Daredevil, ti consiglio la versione estesa Cassidy.

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    1. Ho tutti i numeri di "Devil & Hulk" secondo te potevo sottrarmi alla famigerata versione estesa? Ne parleremo a strettissimo giro e ottimo gusti in fatto di lettere ;-) Cheers

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