Tutto è iniziato nel 2018 con “Searching”, la storia di un marito alla ricerca della moglie scomparsa tra i meandri del suo computer. Lo dico sempre che avere un bel desktop ordinato è importante, poi uno si perde le cose.
Il regista Aneesh Chaganty ha convinto e secondo me ancora di più con il suo secondo film, l’ottimo Run che abbandonava l’idea di essere girato completamente sullo schermo di un computer, per un thriller davvero azzeccato, che ora completa un’ideale trilogia di film ambientati dello stesso [Cassidy si schiarisce la voce] universo [Cassidy vi guarda poco convinto] con l’uscita di questo “Missing”, che recupera l’idea di una persona scomparsa, in questo caso la madre della protagonista, interpretata dalla giovane Storm Reid, che avete visto in Euphoria e The Last of Us.
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Anche se qui è un po' meno euforica. |
“Missing” è un film che andrebbe visto a casa, anzi andrebbe visto sullo schermo del vostro portatile…
… esterno giorno: Martin Scorsese nel suo appartamento di New York crolla in ginocchio urlando «CAAAAASSSSIIIIDDDDDYYYYYYY!!!»
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«Dannato Cassidy! Questo non dovevi farmelo!» |
… Avete sentito un urlo? Mi sembrava che qualcuno mi stesse chiamando.
Vabbè, ma io dico sul serio, per fortuna i registi e sceneggiatori Nick Johnson e Will Merrick hanno riempito il film di trovate efficaci, prima di smarmellare completamente portandoci tutti per mano in una regione in cui valgono tutte le trovate da soap opera possibili e immaginabili, quindi la soluzione per questo giallo (pardon, true crime) porta in scena un’arrampicata sugli specchi, che ti fa pensare: «Vabbè, almeno mi sono divertito lo stesso».
Quindi tutto sommato anche stare in sala a vedere Storm Reid che sclicchetta è stato tempo ben speso, ma i film così sono perfetti per una dimensione casalinga, non solo per i costi – piuttosto contenuti – con cui si possono realizzare, ma anche perché riescono comunque ad essere cinematografici a loro modo, anche se il limite tra un montatore cinematografico e uno che crea contenuti per YouTube potrebbe pericolosamente assottigliarsi.
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Però ogni tanto qualche finestrella chiudila, che casino! |
Va detto che il “montaggio” qui è regolato dal movimento del mouse o dell’occhio, che diventa quello di chi guarda lo schermo oltre che del pubblico, un contro campo va inteso quando la storia continua fuori dalla stanzetta dalla protagonista, ma sempre raccontata attraverso l’occhio di una web cam, perché uno ogni tanto e con una storia solida alle spalle, i film così a mio avviso funzionano, sicuramente lo fa “Missing”.
Quello che ho davvero apprezzato di “Missing” è il fatto che finalmente si veda Google e non “Generico motore di ricerca da film che però ricorda Google”, allo stesso modo compare Spotify e le soluzione utilizzate per mettere mano su una password sono quelle che avrei utilizzato anche io, in un film che per altro mette in chiaro una grande verità: tante persone usano la stessa password per tutto.
Il gioco sta nel trovare trucchetti per portarla avanti in modo credibile e creativo una storia così, ad esempio ho amato il modo in cui la protagonista assolda un locale, facente funzione di omino fisicamente sul posto, ma anche di interlocutore con cui scambiarsi opinioni e riflessioni, necessarie se vuoi che il tuo giallo (pardon, true crime) non preveda solo l’investigatore di turno che mugugna solitario pensieri dentro la testa.
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Javier va detto, riesce ad essere anche spiritoso oltre che utile. |
Così allo stesso modo ho apprezzato come la barriera linguistica sia un fattore di cui tenere conto, qualcosa da risolvere a colpi di traduttore e riconoscitore vocale, il tempo necessario per elaborare la traduzione è quello che serve anche al pubblico per assimilare l’eventuale colpo di scena. Insomma Nick Johnson e Will Merrick hanno dimostrato di sapere il fatto loro, perché un film così potrebbe diventare una noia abissale dopo undici minuti, mentre “Missing” ne dura centoundici e si arriva gagliardi fino alla fine per scoprire il mistero.
Ribadisco, uno ogni tanto di film ben fatto così va anche bene, perché comunque sarà forse un po’ meno costoso da realizzare, ma richiede parecchia inventiva per riuscire a tenere alta la tensione e non annoiare, quindi saranno anche film che magari costano un po’ meno, ma non in termini di scrittura, certo non fossero scivolati nel territorio della telenovela sarebbe stato meglio, ma anche così tutto sommato per questa volta può andare.
Intanto passate a trovare Lisa e la sua recensione ben più tecnologica della mia.
Di suo, come concetto, é oltre l'orribile. Come "high concept" é lecito, ma sfoga subito nell idiozia per giustificare le svolte di trama.
RispondiEliminaIn origine Nero Wolfe, poi Lincoln Rhymes di Deaver,(persino una Finestra di Fronte) i precedenti per un format del genere ci sarebbero tutti...ma il fatto che chi investiga in questo caso non abbia nessun motivo contingente invalidante per rimanere nella sua stanzetta mi fa urlare di rabbia.
E poi se anziché esaltarti, alla ricerca ogni volta del meccanismo giusto per far accadere il tutto, la butti sul maccosa appena possibile il gioco non vale piú.
(Ho davvero intravisto un tentativo di recensione fatto incollando schermate di una chat?
Avanguardia Pura)
Il limite è la distanza, il non poter andare nel luogo dove la madre è scomparsa. La parte efficace come riesca a tenere alto l'interesse usando bene la tecnologia, la stessa che mille altri film rifuggono perché non conoscono e preferiscono riciclare situazioni note (ovvero scopiazzato da altri film). Il problema grosso sta nella svolta da telenovela, quella davvero da facciapalmo. Cheers!
Eliminaahahah proprio stamattina mi chiedevo cosa fosse quell'eco che sentivo da fuori, come se qualcuno stesse urlando "Cassidyyyy" con accento di Brooklyn :-D
RispondiEliminaDopo quel gioiello di "Run" porto Chaganty nel cuore, e spero torni a fare storie più hitchcockiane e meno "schermate". Il trucchetto è talmente abusato che persino una sit-com come "Modern Family" ha la puntata dedicata alla ricerca della figlia scomparsa mediante i social di tutti i personaggi, inquadrando esclusivamente lo schermo. Io che ho venerato ogni puntata di quella serie mi sono annoiato in quella, ho paura a vedere questo nuovo lavoro di Chaganty.
Facciamo così, Aneesh, chiamami quando ti alzi dal computer e torni a hitchcockare :-P
Anche io sono pro-hitchockate specialmente riuscite come "Run" ;-) Cheers
EliminaFunziona e diverte anche nel mettersi nei panni dell'investigazione via computer applaudendo o sbeffeggiando la protagonista. Certo, il finale manda tutta all'aria e mi ricordato un thrillerino di Rai2 di almeno una ventina di anni fa molto simile (senza la parte della scomparsa, ovviamente).
RispondiEliminaGrazie per la menzione, e speriamo che questo universo -coff coff- non generi mostri.
In effetti la svolta finale è da thrillerino di Rai 2, anche se non so quale, lo stile è quello, ma per il resto del tempo tiene botta, quindi ci sta e grazie a te ;-) Cheers!
EliminaBe', non è giusto che Scorsese se la prenda solo con te, perché anch'io ricordo un titolo tecnicamente analogo e più adatto alla visione casalinga e "portatile": lo spettrale "Unfriended" di Levan Gabriadze (e vedo che ne avevi già parlato)... da un punto di vista puramente cinematografico è difficile persino definirli film (non è denigrazione, ma semplice constatazione) però, quando c'è una buona idea alla base, funzionano quanto basta... ;-)
RispondiEliminaCitato apposta perché anche quello funzionava, un po' meno il suo seguito "Dark web", però tutto sommato tra un clic e l'altro si guardava ;-) Cheers
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