sabato 25 febbraio 2023

Pathaan (2023): qui Gandhi si ferma e comincia Pathaan


Non so come dirvelo, ma sono stato risucchiato in un gorgo dalla quale non so se riuscirò ad uscire. Dopo aver visto RRR la mia vita non è più stata la stessa, il cinema di menare Indiano mi ha fagocitato ed ora vago sperso, in una produzione infinita in cui io stesso, navigo a vista.

Però sono felice di aver affrontato RRR come si deve, ovvero andando a recuperarmi anche un po’ di titoli precedenti del regista S. S. Rajamouli, uno che con il suo film ha smosso le montagne, tanto che nemmeno Hollywood ha potuto ignorarlo davvero. Anche se nominare RRR a miglior canzone prima ai Golden Globes e poi agli Oscar posso dirlo? È una gran paraculata.

Non potendo farlo gareggiare - anche perché correrebbe il serio rischio di vincere tutto - tanto vale dargli il contentino della miglior canzone, che è diventata una mia ossessione dalla prima volta che ho visto il film, ma per assurdo non ne è il riassunto, come invece pare stia accadendo su “Infernet”, dopo il film di S. S. Rajamouli è ridotto a questo, indiani che ballano. Ah ah, che buffi!

No, nel cinema indiano il fermento non manca e ve lo dico fuori dai denti, in vista del prossimo “Fast X”, con il ritorno della famiglia Toretto, più che ripassarmi i capitoli precedenti, ho preferito spendere del tempo con il cinema d’azione indiano, che francamente mi sembra la fonte da cui si sta abbeverando anche Vin Diesel, anche perché vedendolo usare una portiera come scudo per i proiettili nel trailer di “Fast X”, mi è sembrato di rivedere una scena molto simile di “Baaghi 3” (2020).

Una scena di Fast X Baaghi 3.

Questa volta non siamo a Tollywood, il cinema recitato in lingua telugu come RRR, ma siamo nella cara vecchia Bollywood, dove si recita in lingua hindi, quella dove in accordo con la tradizione del lato orientale di questo gnocco minerale che ruota attorno al sole, i Divi del cinema sanno fare tutto: ballano come professionisti, sono più popolari sul piccolo schermo di Fiorello e Amadeus messi in siete qui da noi e hanno dei fisici che farebbero invidia al Sylvester Stallone ultra definito di Rambo III, roba da farvi venire i sensi di colpa e la voglia di prendere la cittadinanza in palestra per smaltire quel carboidrato in più a cui non siete riusciti a dire di no.

Alla pari dei film d’azione cinesi, anche a Bollywood (e in India in generale) non prendono prigionieri e ci danno dentro con il patriottismo e l’orgoglio nazionale, infatti l’ultima parte della sua filmografia mette in chiaro il fatto che a Jackie Chan abbiano puntato uno stiletto ai reni, costringendolo, in quanto cinese più famoso del globo, a prendere parte a film di pura propaganda, dove lo vediamo recitare rilassato come il principe Giovanni, quando Little John gli punta la lama alle spalle per costringerlo a liberare Robin Hood.

America India, Fuck Yeah!
 
La differenza sta nel fatto che i Divi di Bollywood sembrano abbracciare la causa e il cinema d’azione Indiano se ne sbatte di offendere qualcuno, puntando apertamente il dito contro i nemici Pakistani, ora, non chiedetemi di riassumervi i fatti, qui trattiamo il cinema non la politica estera, ma è chiaro che i rapporti tra i due stati non siano proprio amichevoli, tanto che nei primi minuti di “Pathaan” viene citata apertamente la revoca dell’articolo 370 come “casus belli”, quindi avete presente la lunga tradizione Yankee del non fare nomi e lasciare che i nemici siano senza volto pur di staccare qualche biglietto in più? In India se ne fregano, mettono in chiaro che sono stati i Pakistani a spargere questo virus letale soprattutto sui bambini e non si fanno scrupoli ad utilizzarli come cattivi nei film, alla faccia della delicatezza anche tra religioni differenti, perché comunque parliamo di indù contro musulmani, ma ribadisco, se pensavate che Bollywood fosse solo roba di balletti, forse ci sono gli estremi per cambiare punto di vista, qui si fa il cinema di propaganda come se fossimo ancora nella Hollywood degli anni ’80, ma forse addirittura antecedente.
 
Problema: “Pathaan” mi ha lasciato un attimo con la sensazione di stare guardando un film a caso della Fase Boh dell’MCU, senza aver visto TUTTI i capitoli precedenti, pensavo che aver visto quella bombetta di War (diretto dallo stesso regista, Siddharth Anand) bastasse, invece mi mancano ancora alcuni dei titoli dedicati a Tiger (Salman Khan) una sorta di super agente dei servizi segreti indiani che si innamorava di una bella spia dell’ISI (servizi segreti pakistani) per combattere insieme, una posizione che arriva dal periodo dove il rapporto India/Pakistan erano meno tesi, infatti il personaggio indossa la tipica kefia, che ad un certo punto compare anche in “Pathaan”, nemmeno fosse lo scudo di Cap mentre stai guardando un film di Thor. Insomma sono nel gorgo, ma ho ancora da studiare, per fortuna il Zinefilo corre in mio soccorso.

«E se prendessimo anche Hulk?», «Quello? Troppa massa grassa»
 
Se ho capito bene, rimbalzando sui siti americani (quindi per lo meno scritti in una lingua che comprendo), “Pathaan” è il primo film di un universo condiviso dove tutte le massime spie d’azione del cinema di Bollywood, dovrebbero arrivare a collaborare, facendo esplodere cose tutti insieme felicemente, degli Avengers senza super poteri ma comunque resi indistruttibili dal potere del cinema (o della palestra, non è chiarissimo), che sullo schermo quello che fanno Toretto e soci nella scena madre del loro ultimo film, loro la chiamano riscaldamento. Ora, io non so come si dica “sboroni” in lingua hindi, però il concetto resta lo stesso.
 
Per fermare quelle carogne di Pakistani, un generale indiano senza più nulla da perdere, facente funzione del Samuel Trautman di turno, mette in chiaro che a volte, avere il diavolo come amico non è poi così male, quindi telefona al nostro protagonista (inquadrato di spalle, ma già in posa) che accetta la missione, due minuti dopo è già “Da qualche parte in Africa”, i terroristi mussulmani lo menano ma non riescono comunque a spettinarlo. Hai cinque secondi per riconoscere la mia voce, anche se nei cinema indiani penso ne saranno bastati due, Pathaan (Shah Rukh Khan) si libera dalle corte e inizia a menare tutti, sempre in posa, anche con la camicia (ovviamente aperta) sporca di sangue, in un tripudio di Benelli in soggettiva, usato per sparare SEMPRE a bruciapelo ai nemici, perché il calibro dodici apre buchi troppo piccoli altrimenti. Perché qui la regola è una sola...

... ESAGERARE!
 
Pathaan scivola sulle pale di un elicottero tipo Legolas sui gradini e poi lo pilota all’interno del palazzo dove si trova, con il suo obbiettivo legato e urlante fuori dall'abitacolo. Smitragliate, colpi di bazooka, esplosioni, se la CGI fosse migliore sembrerebbe la scena finale di True Lies, invece è l’inizio di “PATHAAN”, scritto tutto maiuscolo (perché ogni lettera è importante come la precedente, se non di più), siamo a dieci minuti ed ora il film può cominciare davvero.

You're fired (cit.)
 
La faccenda si complica quando arriva il momento di mettersi sulle piste di Jim, agente della RAW (servizi segreti indiani) interpretato da John Abraham, che avrà pure un nome occidentale ma è un altro palestratissimo eroe di Bollywood, che qui interpreta una sorta di Crossbone passato al nemico, che mette in moto un inseguimento in auto (ovviamente con abbondante porzione contromano, altrimenti sei un Paperino) e poi l’ennesima scena in cui Pathaan riesce ad essere così incredibilmente eroico, anche perdendo uno dei suoi.

Fast & Furious + Mission: Impossible + Avengers + Expendables + Zoolander = film d'azione di Bollywood
 
Qua bisogna mettere su una squadra però intanto bisogna anche gestire la parte romanticona, siamo a Bollywood no? Quindi ad un certo punto Pathaan nel dodicesimo cambio location nel giro di poco meno di un’ora, sbarca su qualche simpatica isola e becca Deepika Padukone, istruzioni per l’uso: avete presente la nostrana Elodie? Uguale ma con dieci volte il fisico e la lunghezza dei pezzi su cui canta. Modella, attrice, cantante e qui anche diva dell’azione, perché comunque a differenza di Tollywood, qualche passettino avanti sul versante emancipazione femminile a Bollywood l’abbiamo fatto, quindi più che il solito “Broomance” spinto, qui l’eroe ci prova, nemmeno velatamente con una che per tre minuti buoni, se la balla, se la sculetta, si struscia e lancia occhiate al protagonista come a dire «… poi te SDRUMO!» (sdrumo è un francesismo, cit.) al protagonista che in tutta risposta mostra il muscolo, quale dice? Non importa, tutti. Una roba che parte così, de botto, perché siamo a Bollywood ed normale avere un momento che sta a metà tra la copertina di un romanzo Harmony e un videoclip che negli anni ’90, uno di quelli per cui, in assenza di materiale diciamo osè, a portata di click, sarebbe stato molto popolare su Emme Tivì. Cosa voglia dire "Besharam Rang Song" non ne ho la minima idea, ma spero apprezzerete lo spirito con cui cerco di approfondire o nel caso peggiore, apprezzerete Deepika Padukone.
 
Che per altro, sempre forte delle mie ricerche (vi ho già detto che sto sul fondo di un gorgo profondissimo?) recitava anche in un film XXX, ma non in uno di quelli che vorreste voi, quanto più che altro xXx - il ritorno di Xander Cage… TANA per Vin Diesel! Quel ragazzone è un nerd, questa è la prova che i film d’azione di Bollywood li guarda anche lui, quindi forse quella di “Fast X” era davvero una citazione a “Baaghi 3”.

Ciao Vincenzo Gasolio!
 
Cosa ci vogliamo mettere ancora in un film così? Un palazzo di 92 piani con una cassaforte inespugnabile, in grado di bruciarti con il laser o di cuocerti con l’acido può bastare? Ovviamente l’ultimo piano non si raggiunge in ascensore o con le scale nel caso peggiore, ci si cala dall’alto, ma forse il momento ancora più grosso per “Pathaan” arriva dopo.

Con l’entrata in scena di Salman Khan, nei panni del suo celebre personaggio Avinash Singh "Tiger" Rathore, comincia una lunghissima sequenza ambientata su un treno in corsa che prevede, prima menarsi con un numero imprecisato di sgherri dentro il vagone, vabbè, riscaldamento. Poi si continua a correre sul tetto del treno, con gli sgherri sostituiti da un paio di elicotteri da combattimento e abbattuti a colpi di doppio Minigun, uno a testa per entrambi i protagonisti, per non fare torto a nessuno.

Gli altri alla mia età, a vedere l'ultimo di Ferzan Özpetek. Io? Questi due qui, così (ho vinto io!)
 
Finale? Quello di Ritorno al futuro parte III, solo che Doc volava via dal disastro ferroviaria con il volopattino di Marty, Pathaan e Tiger invece lo fanno correndo sui vagoni del treno, come voi ed io faremmo sul tapis roulant, con la differenza che loro non sudano e restano fighi e in posa, roba che Zoolander lèvati, ma lèvati proprio!
 
Nel mezzo ci sarebbe anche un volo su una sorta di aliante Jet-pack che sembra uscito da un fumetto scritto da Larry Hama, ma ve lo risparmio perché poi potreste pensare che mi sto inventando tutto. In realtà “Pathaan” ha tutto, bombe che minacciano di esplodere, il cattivo che muore cadendo nel vuoto e urlando (anche se anche lui, sempre in posa) in un trionfo di patriottismo e tamarraggine in grado di far sembrare subito morigerate le acrobazie di Ethan Hunt. Sul serio se la CGI fosse un pelo migliore, i film americani sembrerebbero la versione per bambini degli action di Bollywood.

Una scena di Fast & Furious 8 ehm, no.
 
Di fatto il Pathaan di Shah Rukh Khan, che qui ha studiato il suo ritorno sul grande schermo in modo scientifico, qui ricopre il ruolo di Tony Stark di turno, impegnato a fare battute sul suo taglio di capelli impeccabile, mentre gli chiedono di ipotizzare nomi per la sua potenziale squadra di sue spie indiane, con cui far passare gli Avengers per degli smilzi nerd in pigiama colorato. Non dico gli Expendables, ma proprio gli eroi di Casa Marvel perché tanto questi tamarri in posa sfoggiano i super poteri senza nemmeno bisogno di dire di averli, anche perché qui non abbiamo tempo da perdere con queste “nerdate” delle scene dopo i titoli di coda, qui il film finisce con un gran numero di ballo, QUESTO, giusto per ribadire che ho fatto i compiti.
 
Lo so che voi ridete di me e avete pietà di uno straccio d’uomo perso nel suo turbine di sparatorie e canzoni, tamarraggine e infiniti titoli da recuperare per essere perennemente indietro su una filmografia indomabile, ma “Pathaan” non solo è il miglior incasso in patria per un film di Shah Rukh Khan, ma anche il più grosso incasso di Bollywood fuori dai suoi confini, oltre al film che in questi primi mesi del 2023 ha incassato di più a livello mondiale (storia vera).

Fatevi un piacere, non controllate l’anno di nascita di Shah Rukh Khan, vi evito la crisi depressiva.
 
Quindi la domanda vera a questo punto è: chi sta inseguendo chi? Ma soprattutto, quanto dovrà esagerare Vin Diesel per stare al passo con la concorrenza (e sua ispirazione) che a questo punto non è più solo confinata ai cinema indiani? Toretto, la palla è nel tuo campo.

Intanto io vi metto il parere dei ragazzi dei Calci e la rubrica a tema di Lucius, che forse conosce anche un antidoto al gorgo da film d'azione indiani.

14 commenti:

  1. Pensare che anche l'India è un punto fondamentale dell'origine ed evoluzione del cinema, una culla. Io ho sempre pensato che Cina e Giappone erano particolari nella messa in scena dei generi: la prima teatrale e il secondo surreale...ma il cinema indiano talvolta si concede esagerazioni su tutti i fronti, dal semplice montaggio fino alle musiche. Forse è una diversa concezione del mezzo, per noi Europei (e in particolare italiani con il cinema neorealista) abbiamo avuto sempre i piedi per terra (va beh, i francesi hanno una verve americana che manco basta).

    Che poi lo stesso "Inside Man" di Spike Lee aveva tra le sue un incipit con monologo magistrale, che culminava con l'inizio di un pezzo musicale indiano molto famoso.

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    1. Penso che rispetto a noi occidentali, in oriente siano più aperti al concetto di fantastico, il protagonista fa cose incredibili? Ok è il cinema. Noi siamo più barbosi in tal senso, dobbiamo rendere tutto razionale e logico ;-) Cheers

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  2. Ciao Cassidy, che gioia sapere che anche tu sei stato travolto dalla passione per i film di questo folle genere! Io mi ero innamorata di Singham molti anni fa, poi RRR mi ha conquistata e recentemente ne ho visti molti altri (ma RRR resta per adesso inarrivabile). Grazie per questo articolo e spero di leggerne molti altri perchè ho tantissimo da imparare su Tollywood e dintorni anche se ne vado già matta!

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    1. Per ora devo dire che i film di Tollywood sono più folli, esagerati, mi piacciono. Ma questo infinito filone di titoli d'azione di Bollywood mi attira magneticamente, ormai sono nel gorgo quindi è un piacere sapere che non ci sono dentro solo io ;-) Cheers

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  3. Nooo caro Cass, ho visto la data di nascita del nostro uomo, altro che Vin Diesel, qui siamo più sul Sha Plutonio!
    Però forse ti sei fatto prendere troppo dalle grazie delle belle indiane e devo segnalarti un refuso relativamente al tetto del treno. Tanta roba comunque, ma non so se sono pronto per affrontarla, nonostante sia un tamarro di Nichelino! Buona serata

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    1. Ma allora sei masochista, te lo avevo detto di non farlo! Metà della mia formazione arriva all'essere andato a scuola a Nichelino (ho le prove), l’altra metà dal Maestro Russ Meyer, quindi anche rileggendo i post, certi lapsus il mio cervello non li vedrà MAI come errori, per questo grazie, ho corretto ;-) Cheers

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  4. Proprio in questi giorni sto ricevendo segnalazioni di questo film, e sono contento di sapere che dal piattume più totale che costituisce il genere "indiani di menare" - tanto che ho sospeso il mio ciclo sull'argomento, perché a parte "Commando 2" il resto dei film sono copia-e-incolla di tre ore l'uno con cinque minuti di azione finta - potrebbe riaprire i battenti. Spero però che stavolta il protagonista sappia alzare un dito senza cavi a trainarlo, come succede a quella salma di Salman Khan. Nei film d'azione che ho setacciato su Prime Video era pieno di scene al rallentatore, muscoli oliati e facce carismatiche: c'era tutto tranne l'azione. Quindi contentissimo di sapere che ogni tanto esce fuori pure quella :-P

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    1. Shah Rukh Khan ha studiato il suo ritorno a tavolino, quindi la caciata non manca, ma siamo più vicini a “War” anche solo perché il regista è lo stesso. Vedremo cosa combineranno per il resto di questo neonato universo di spie indiane, che fanno soldi un po’ ovunque, tranne nei cinema pakistani, per ovvie ragioni ;-) Cheers!

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  5. Be', lo so che Shah Rukh Khan è di un anno più vecchio di me ma per il resto siamo quasi uguali, non c'è da deprimersi. D'accordo, quasi uguali a parte i soldi, il fisico scultoreo, Deepika Padukone... Ecco, sì, in effetti magari un po' C'E' da deprimersi, quindi meglio che mi distragga pensando a come recuperare "Pathaan" ;-)

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    1. Ma perché tutto questo masochismo, ed io che vi ho anche avvisati, beh ci si può consolare con il film. Cheers!

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    2. Eh, il problema è che, siccome ogni tanto io lo butto un occhio alla cinematografia action di quelle parti per vedere quali progressi hanno fatto, la sua data di nascita la conoscevo già da prima che cercassi di salvarci con il tuo avviso... ;-)

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    3. Anche perché è in circolazione davvero da una vita, le sue foto da giovane (cioè, più giovane, sembra giovanissimo anche oggi) danno la dimensione delle ore passate in palestra ;-) Cheers

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  6. e da oggi disponibile su Prime.
    Ultimamente ho visto RRR e War, certe scene veramente assurde anche percè non sapevo proprio cosa aspettarmi da questo genere di film.
    Stasera, se riesco, lo guardo. Ma film un po' più brevi non li sanno fare :)

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    1. No no, non scendono MAI sotto le due ore e mezza, guai! ;-) Grazie mie hai dato un'ottima notizia! Cheers

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