Non so come dirvelo,
ma sono stato risucchiato in un gorgo dalla quale non so se riuscirò ad uscire.
Dopo aver visto
RRR la mia vita non è più stata la stessa, il cinema di
menare Indiano mi ha fagocitato ed ora vago sperso, in una produzione infinita
in cui io stesso, navigo a vista.
Però sono felice di
aver affrontato
RRR come si deve, ovvero andando a recuperarmi anche un po’ di titoli
precedenti del regista S. S. Rajamouli, uno che con il suo film ha smosso le
montagne, tanto che nemmeno Hollywood ha potuto ignorarlo davvero. Anche se
nominare
RRR a miglior canzone prima ai Golden Globes e poi agli Oscar
posso dirlo? È una gran paraculata.
Non potendo farlo
gareggiare - anche perché correrebbe il serio rischio di vincere tutto - tanto
vale dargli il contentino della miglior canzone, che è diventata una mia
ossessione
dalla prima volta che ho visto il film, ma per assurdo non ne è il riassunto,
come invece pare stia accadendo su “Infernet”, dopo il film di S. S. Rajamouli
è ridotto a questo, indiani che ballano. Ah ah, che buffi!
No, nel cinema
indiano il fermento non manca e ve lo dico fuori dai denti, in vista del
prossimo “Fast X”, con il ritorno della famiglia Toretto, più che ripassarmi i
capitoli precedenti, ho preferito spendere del tempo con il cinema d’azione indiano,
che francamente mi sembra la fonte da cui si sta abbeverando anche Vin Diesel,
anche perché vedendolo usare una portiera come scudo per i proiettili nel
trailer di “Fast X”, mi è sembrato di rivedere una scena molto simile di “Baaghi
3” (2020).
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Una scena di Fast X Baaghi 3. |
Questa volta non
siamo a Tollywood, il cinema recitato in lingua telugu come
RRR, ma siamo nella
cara vecchia Bollywood, dove si recita in lingua hindi, quella dove in accordo
con la tradizione del lato orientale di questo gnocco minerale che ruota
attorno al sole, i Divi del cinema sanno fare tutto: ballano come
professionisti, sono più popolari sul piccolo schermo di Fiorello e Amadeus
messi in siete qui da noi e hanno dei fisici che farebbero invidia al Sylvester
Stallone ultra definito di
Rambo III, roba da farvi venire i sensi di
colpa e la voglia di prendere la cittadinanza in palestra per smaltire quel
carboidrato in più a cui non siete riusciti a dire di no.
Alla pari dei film
d’azione cinesi, anche a Bollywood (e in India in generale) non prendono
prigionieri e ci danno dentro con il patriottismo e l’orgoglio nazionale,
infatti l’ultima parte della sua filmografia mette in chiaro il fatto che a Jackie
Chan abbiano puntato uno stiletto ai reni, costringendolo, in quanto cinese più
famoso del globo, a prendere parte a film di pura propaganda, dove lo vediamo
recitare rilassato come il principe Giovanni, quando Little John gli punta la
lama alle spalle per costringerlo a liberare
Robin Hood.
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America India, Fuck Yeah! |
La differenza sta
nel fatto che i Divi di Bollywood sembrano abbracciare la causa e il cinema
d’azione Indiano se ne sbatte di offendere qualcuno, puntando apertamente il dito
contro i nemici Pakistani, ora, non chiedetemi di riassumervi i fatti, qui
trattiamo il cinema non la politica estera, ma è chiaro che i rapporti tra i
due stati non siano proprio amichevoli, tanto che nei primi minuti di “Pathaan”
viene citata apertamente la revoca dell’articolo 370 come “casus belli”, quindi
avete presente la lunga tradizione Yankee del non fare nomi e lasciare che i nemici
siano senza volto pur di staccare qualche biglietto in più? In India se ne
fregano, mettono in chiaro che sono stati i Pakistani a spargere questo virus
letale soprattutto sui bambini e non si fanno scrupoli ad utilizzarli come
cattivi nei film, alla faccia della delicatezza anche tra
religioni differenti, perché comunque parliamo di indù contro musulmani, ma
ribadisco, se pensavate che Bollywood fosse solo roba di balletti, forse ci
sono gli estremi per cambiare punto di vista, qui si fa il cinema di propaganda
come se fossimo ancora nella Hollywood degli anni ’80, ma forse addirittura
antecedente.
Problema: “Pathaan”
mi ha lasciato un attimo con la sensazione di stare guardando un film a caso
della Fase Boh dell’MCU, senza aver visto TUTTI i capitoli precedenti, pensavo
che aver visto quella bombetta di
War (diretto dallo stesso regista, Siddharth
Anand) bastasse, invece mi mancano ancora alcuni dei titoli dedicati a Tiger (Salman
Khan) una sorta di super agente dei servizi segreti indiani che si innamorava
di una bella spia dell’ISI (servizi segreti pakistani) per combattere insieme,
una posizione che arriva dal periodo dove il rapporto India/Pakistan erano meno
tesi, infatti il personaggio indossa la tipica kefia, che ad un certo punto
compare anche in “Pathaan”, nemmeno fosse lo scudo di Cap mentre stai guardando
un film di Thor. Insomma sono nel gorgo, ma ho ancora da studiare, per fortuna
il Zinefilo corre in mio soccorso.
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«E se prendessimo anche Hulk?», «Quello? Troppa massa grassa» |
Se ho capito bene,
rimbalzando sui siti americani (quindi per lo meno scritti in una lingua che
comprendo), “Pathaan” è il primo film di un universo condiviso dove tutte le
massime spie d’azione del cinema di Bollywood, dovrebbero arrivare a collaborare,
facendo esplodere cose tutti insieme felicemente, degli Avengers senza super
poteri ma comunque resi indistruttibili dal potere del cinema (o della
palestra, non è chiarissimo), che sullo schermo quello che fanno Toretto e soci
nella scena madre del loro ultimo film, loro la chiamano riscaldamento. Ora, io
non so come si dica “sboroni” in lingua hindi, però il concetto resta lo
stesso.
Per fermare quelle
carogne di Pakistani, un generale indiano senza più nulla da perdere, facente
funzione del Samuel Trautman di turno, mette in chiaro che a volte, avere il
diavolo come amico non è poi così male, quindi telefona al nostro protagonista
(inquadrato di spalle, ma già in posa) che accetta la missione, due minuti dopo
è già “Da qualche parte in Africa”, i terroristi mussulmani lo menano ma non
riescono comunque a spettinarlo. Hai cinque secondi per riconoscere la mia
voce, anche se nei cinema indiani penso ne saranno bastati due, Pathaan (Shah
Rukh Khan) si libera dalle corte e inizia a menare tutti, sempre in posa, anche
con la camicia (ovviamente aperta) sporca di sangue, in un tripudio di Benelli
in soggettiva, usato per sparare SEMPRE a bruciapelo ai nemici, perché il
calibro dodici apre buchi troppo piccoli altrimenti. Perché qui la regola è una sola...
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... ESAGERARE! |
Pathaan scivola
sulle pale di un elicottero tipo
Legolas sui gradini e poi lo pilota all’interno
del palazzo dove si trova, con il suo obbiettivo legato e urlante fuori dall'abitacolo. Smitragliate, colpi di bazooka, esplosioni, se la CGI fosse migliore
sembrerebbe la scena finale di
True Lies, invece è l’inizio di “PATHAAN”,
scritto tutto maiuscolo (perché ogni lettera è importante come la precedente,
se non di più), siamo a dieci minuti ed ora il film può cominciare davvero.
La faccenda si
complica quando arriva il momento di mettersi sulle piste di Jim, agente della
RAW (servizi segreti indiani) interpretato da John Abraham, che avrà pure un nome occidentale ma è un
altro palestratissimo eroe di Bollywood, che qui interpreta una sorta di
Crossbone
passato al nemico, che mette in moto un inseguimento in auto (ovviamente con
abbondante porzione contromano, altrimenti sei un Paperino) e poi l’ennesima
scena in cui Pathaan riesce ad essere così incredibilmente eroico, anche
perdendo uno dei suoi.
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Fast & Furious + Mission: Impossible + Avengers + Expendables + Zoolander = film d'azione di Bollywood |
Qua bisogna mettere
su una squadra però intanto bisogna anche gestire la parte romanticona, siamo a
Bollywood no? Quindi ad un certo punto Pathaan nel dodicesimo cambio location
nel giro di poco meno di un’ora, sbarca su qualche simpatica isola e becca Deepika
Padukone, istruzioni per l’uso: avete presente la nostrana Elodie? Uguale ma
con dieci volte il fisico e la lunghezza dei pezzi su cui canta. Modella, attrice, cantante e qui anche diva dell’azione, perché comunque a
differenza di Tollywood, qualche passettino avanti sul versante emancipazione femminile
a Bollywood l’abbiamo fatto, quindi più che il solito “Broomance” spinto, qui l’eroe ci prova, nemmeno velatamente con una che per tre minuti buoni, se la balla, se
la sculetta, si struscia e lancia occhiate al protagonista come a dire «… poi
te SDRUMO!» (sdrumo è un francesismo, cit.) al protagonista che in tutta
risposta mostra il muscolo, quale dice? Non importa, tutti. Una roba che parte
così, de botto, perché siamo a Bollywood ed normale avere un momento che sta a metà tra la
copertina di un romanzo Harmony e un videoclip che negli anni ’90, uno di quelli per cui, in assenza
di materiale diciamo osè, a portata di click, sarebbe stato molto popolare su
Emme Tivì. Cosa voglia dire "Besharam Rang Song" non ne ho la minima idea, ma
spero apprezzerete lo spirito con cui cerco di approfondire o nel caso
peggiore, apprezzerete
Deepika Padukone.
Che per altro,
sempre forte delle mie ricerche (vi ho già detto che sto sul fondo di un gorgo
profondissimo?) recitava anche in un film XXX, ma non in uno di quelli che vorreste voi, quanto più che
altro
xXx - il ritorno di Xander Cage… TANA per Vin Diesel! Quel
ragazzone è un nerd, questa è la prova che i film d’azione di Bollywood li
guarda anche lui, quindi forse quella di “Fast X” era davvero una citazione a “Baaghi
3”.
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Ciao Vincenzo Gasolio! |
Cosa ci vogliamo
mettere ancora in un film così? Un palazzo di 92 piani con una cassaforte inespugnabile,
in grado di bruciarti con il laser o di cuocerti con l’acido può bastare? Ovviamente
l’ultimo piano non si raggiunge in ascensore o con le scale nel caso peggiore,
ci si cala dall’alto, ma forse il momento ancora più grosso per “Pathaan”
arriva dopo.
Con l’entrata in
scena di Salman Khan, nei panni del suo celebre personaggio Avinash Singh
"Tiger" Rathore, comincia una lunghissima sequenza ambientata su un treno
in corsa che prevede, prima menarsi con un numero imprecisato di sgherri dentro
il vagone, vabbè, riscaldamento. Poi si continua a correre sul tetto del treno,
con gli sgherri sostituiti da un paio di elicotteri da combattimento e
abbattuti a colpi di doppio Minigun, uno a testa per entrambi i protagonisti,
per non fare torto a nessuno.
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Gli altri alla mia età, a vedere l'ultimo di Ferzan Özpetek. Io? Questi due qui, così (ho vinto io!) |
Finale? Quello di
Ritorno al futuro parte III, solo che Doc volava via dal disastro ferroviaria con
il volopattino di Marty, Pathaan e Tiger invece lo fanno correndo sui vagoni
del treno, come voi ed io faremmo sul tapis roulant, con la differenza che loro
non sudano e restano fighi e in posa, roba che Zoolander lèvati, ma lèvati
proprio!
Nel mezzo ci sarebbe
anche un volo su una sorta di aliante Jet-pack che sembra uscito da un fumetto
scritto da Larry Hama, ma ve lo risparmio perché poi potreste pensare che mi
sto inventando tutto. In realtà “Pathaan” ha tutto, bombe che minacciano di
esplodere, il cattivo che muore cadendo nel vuoto e urlando (anche se anche
lui, sempre in posa) in un trionfo di patriottismo e tamarraggine in grado di
far sembrare subito morigerate le acrobazie di
Ethan Hunt. Sul serio se
la CGI fosse un pelo migliore, i film americani sembrerebbero la versione per
bambini degli action di Bollywood.
Di fatto il Pathaan
di Shah Rukh Khan, che qui ha studiato il suo ritorno sul grande schermo in modo scientifico, qui ricopre il ruolo di Tony Stark di turno, impegnato a
fare battute sul suo taglio di capelli impeccabile, mentre gli chiedono di ipotizzare
nomi per la sua potenziale squadra di sue spie indiane, con cui far passare gli
Avengers per degli smilzi nerd in pigiama colorato. Non dico gli Expendables,
ma proprio gli eroi di Casa Marvel perché tanto questi tamarri in posa sfoggiano
i super poteri senza nemmeno bisogno di dire di averli, anche perché qui non
abbiamo tempo da perdere con queste “nerdate” delle scene dopo i titoli di
coda, qui il film finisce con un gran numero di ballo,
QUESTO, giusto per
ribadire che ho fatto i compiti.
Lo so che voi ridete
di me e avete pietà di uno straccio d’uomo perso nel suo turbine di sparatorie
e canzoni, tamarraggine e infiniti titoli da recuperare per essere perennemente
indietro su una filmografia indomabile, ma “Pathaan” non solo è il miglior
incasso in patria per un film di Shah Rukh Khan, ma anche il più grosso incasso
di Bollywood
fuori dai suoi confini, oltre al film che in questi primi
mesi del 2023 ha incassato di più a livello mondiale (storia vera).
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Fatevi un piacere, non controllate l’anno di nascita di Shah Rukh Khan, vi evito la crisi depressiva. |
Quindi la domanda
vera a questo punto è: chi sta inseguendo chi? Ma soprattutto, quanto dovrà
esagerare Vin Diesel per stare al passo con la concorrenza (e sua ispirazione)
che a questo punto non è più solo confinata ai cinema indiani? Toretto, la
palla è nel tuo campo.
Intanto io vi metto il parere dei ragazzi dei Calci e la rubrica a tema di Lucius, che forse conosce anche un antidoto al gorgo da film d'azione indiani.
Pensare che anche l'India è un punto fondamentale dell'origine ed evoluzione del cinema, una culla. Io ho sempre pensato che Cina e Giappone erano particolari nella messa in scena dei generi: la prima teatrale e il secondo surreale...ma il cinema indiano talvolta si concede esagerazioni su tutti i fronti, dal semplice montaggio fino alle musiche. Forse è una diversa concezione del mezzo, per noi Europei (e in particolare italiani con il cinema neorealista) abbiamo avuto sempre i piedi per terra (va beh, i francesi hanno una verve americana che manco basta).
RispondiEliminaChe poi lo stesso "Inside Man" di Spike Lee aveva tra le sue un incipit con monologo magistrale, che culminava con l'inizio di un pezzo musicale indiano molto famoso.
Penso che rispetto a noi occidentali, in oriente siano più aperti al concetto di fantastico, il protagonista fa cose incredibili? Ok è il cinema. Noi siamo più barbosi in tal senso, dobbiamo rendere tutto razionale e logico ;-) Cheers
EliminaCiao Cassidy, che gioia sapere che anche tu sei stato travolto dalla passione per i film di questo folle genere! Io mi ero innamorata di Singham molti anni fa, poi RRR mi ha conquistata e recentemente ne ho visti molti altri (ma RRR resta per adesso inarrivabile). Grazie per questo articolo e spero di leggerne molti altri perchè ho tantissimo da imparare su Tollywood e dintorni anche se ne vado già matta!
RispondiEliminaPer ora devo dire che i film di Tollywood sono più folli, esagerati, mi piacciono. Ma questo infinito filone di titoli d'azione di Bollywood mi attira magneticamente, ormai sono nel gorgo quindi è un piacere sapere che non ci sono dentro solo io ;-) Cheers
EliminaNooo caro Cass, ho visto la data di nascita del nostro uomo, altro che Vin Diesel, qui siamo più sul Sha Plutonio!
RispondiEliminaPerò forse ti sei fatto prendere troppo dalle grazie delle belle indiane e devo segnalarti un refuso relativamente al tetto del treno. Tanta roba comunque, ma non so se sono pronto per affrontarla, nonostante sia un tamarro di Nichelino! Buona serata
Ma allora sei masochista, te lo avevo detto di non farlo! Metà della mia formazione arriva all'essere andato a scuola a Nichelino (ho le prove), l’altra metà dal Maestro Russ Meyer, quindi anche rileggendo i post, certi lapsus il mio cervello non li vedrà MAI come errori, per questo grazie, ho corretto ;-) Cheers
EliminaProprio in questi giorni sto ricevendo segnalazioni di questo film, e sono contento di sapere che dal piattume più totale che costituisce il genere "indiani di menare" - tanto che ho sospeso il mio ciclo sull'argomento, perché a parte "Commando 2" il resto dei film sono copia-e-incolla di tre ore l'uno con cinque minuti di azione finta - potrebbe riaprire i battenti. Spero però che stavolta il protagonista sappia alzare un dito senza cavi a trainarlo, come succede a quella salma di Salman Khan. Nei film d'azione che ho setacciato su Prime Video era pieno di scene al rallentatore, muscoli oliati e facce carismatiche: c'era tutto tranne l'azione. Quindi contentissimo di sapere che ogni tanto esce fuori pure quella :-P
RispondiEliminaShah Rukh Khan ha studiato il suo ritorno a tavolino, quindi la caciata non manca, ma siamo più vicini a “War” anche solo perché il regista è lo stesso. Vedremo cosa combineranno per il resto di questo neonato universo di spie indiane, che fanno soldi un po’ ovunque, tranne nei cinema pakistani, per ovvie ragioni ;-) Cheers!
EliminaBe', lo so che Shah Rukh Khan è di un anno più vecchio di me ma per il resto siamo quasi uguali, non c'è da deprimersi. D'accordo, quasi uguali a parte i soldi, il fisico scultoreo, Deepika Padukone... Ecco, sì, in effetti magari un po' C'E' da deprimersi, quindi meglio che mi distragga pensando a come recuperare "Pathaan" ;-)
RispondiEliminaMa perché tutto questo masochismo, ed io che vi ho anche avvisati, beh ci si può consolare con il film. Cheers!
EliminaEh, il problema è che, siccome ogni tanto io lo butto un occhio alla cinematografia action di quelle parti per vedere quali progressi hanno fatto, la sua data di nascita la conoscevo già da prima che cercassi di salvarci con il tuo avviso... ;-)
EliminaAnche perché è in circolazione davvero da una vita, le sue foto da giovane (cioè, più giovane, sembra giovanissimo anche oggi) danno la dimensione delle ore passate in palestra ;-) Cheers
Eliminae da oggi disponibile su Prime.
RispondiEliminaUltimamente ho visto RRR e War, certe scene veramente assurde anche percè non sapevo proprio cosa aspettarmi da questo genere di film.
Stasera, se riesco, lo guardo. Ma film un po' più brevi non li sanno fare :)
No no, non scendono MAI sotto le due ore e mezza, guai! ;-) Grazie mie hai dato un'ottima notizia! Cheers
Elimina