mercoledì 4 gennaio 2023

Slumberland (2022): nel mondo dei film da streaming


Il nome Francis Lawrence non mi fa dormire proprio sogni tranquilli.
Ho sentimenti molto contrastanti nei confronti del suo “Constantine” (2005). Su “Io sono leggenda” (2007) preferirei non dire nulla, così come sull’insulso “Come l'acqua per gli elefanti” (2011). I suoi tre “Hunger Games” li ho visti e non li ricordo, in compenso Red Sparrow faceva pietà. Direi bene ma non benissimo questa filmografia.

“Slumberland” è molto liberamente ispirato alla striscia a fumetti di Winsor McCay, che aveva già ispirato parecchi artisti, che nel corso dei decenni si sono lanciati nell’adattamento, uno che può vantarsi di aver portato qualcosa a compimento è stato Chris Columbus, autore della sceneggiatura di “Piccolo Nemo” un film d’animazione del 1989 che però francamente, mi manca. Tornerà buono per le vacanza di Natale.

Jason Momoa, più o meno anno 1989.

Viene un po’ da mordersi le nocche a sapere che tanti talenti hanno tentato l’impresa, ma solo un regista dalla filmografia discutibile come Francis Lawrence è riuscito a portare a termine un adattamento, che urla «NETFLIX» a pieni polmoni. Infatti il piccolo Nemo originale diventa una piccola Nemo senza troppi problemi, anche perché la storia di quest’orfana funziona anche con Marlow Barkley come protagonista.

Nemo vive in un METAFORONE, cioè un faro, insieme al suo perfetto papà fatto a forma di Kyle Chandler, talmente perfetto che ha scritto «futuro cadavere» in fronte, cosa che avviene dopo pochi minuti grazie almeno ad una scena che mi ha fatto cambiare posizione sul divano. Nell’inconscio il mare in tempesta è sempre un elemento significativo per interpretare i sogni, Nemo perde suo padre proprio in mare ma non lo vede, lo sogna, il che mi è sembrata una soluzione molto interessante per far iniziare una storia altrimenti canonica.

CGI ne abbiamo? Giusto un po' e abbastanza economica.

Nemo che ha sempre vissuto nel METAFARONE (quando il faro diventa metafora), viene mandata in una nuova scuola e a vivere con lo zio, Philip (Chris O'Dowd), tanto bravo e ricco, quando palloso e in fissa con la sua collezione di maniglie. Per fortuna ad aiutarla a superare il lutto ci pensa un personaggio direttamente dall'immaginario, un ricercato criminale del mondo dei sogni di nome Flip, interpretato da Johnny Depp…

.. No scusate, da Jason Momoa nei panni di Johnny Depp. E sappiate che vi ho appena abbuonato una battuta facile su Amber Heard, andiamo avanti.

«In realtà sono Johnny Depp ma non dirlo a nessuno»

Flip in questa incarnazione ha i rasta e le corna (come Johnny Depp), puzza ed è circondato ma mosche (… seconda battuta su Amber Heard che vi risparmio) ed è la prova vivente che Momoa, di fare il sex symbol non ha voglia. Parliamo di quello che recentemente ha dichiarato che il suo abito preferito da indossare è il tipico perizoma hawaiano (storia vera), la comodità prima di tutto Giasone, lo penso anche io.

Sta di fatto che Flip è un criminale che un tempo era amicone del padre di Nemo, insieme ne combinavano di tutti i colori a Slumberland, il mondo dei sogni attraversabile grazie ad una mappa che fa molto I banditi del tempo. Attraversando il turbinoso oceano degli incubi, se sei abbastanza bravo, potrai pescare una perla in grado di far esaudire ogni tuo desiderio, anche quello di Nemo di rivedere (in sogno) il padre.

Perché ogni ufficio pubblico è un balzo indietro agli anni '70.

Quindi si parte tutti per questo viaggio fantastico in CGI molto meno fantastica, accompagnati da Maiale, un beh, maiale di pezza che si anima e si muove nei sogni di Nemo. Una roba talmente pensata dall'algoritmo per generare peluche da vendere che si vede lontana un miglio la strategia, anche se devo dirlo, una volta giocavo a basket con uno che aveva chiamato il cane Gatto e il gatto Cane, quindi Netflix ha ancora da imparare. Anche se bisogna dire che il cinofilo-gattofilo faceva abbondante uso di MDMA, ma per questo forse anche i vertici di Netflix.

Il peluche preferito dei Pink Floyd.
 
Sulle piste di questa strana coppia, l’agente Green, vestita di verde, ferma agli anni ’70 come ogni ufficio pubblico. Il suo intento? Impedire il girovagare tra i sogni, anche se questo non impedisce a Francis Lawrence di mostrarci l’interno di sogni incredibili, tutti in brutta CGI.
 
Roba pazzesca tipo una che sogna di ballare, o uno che sogna di guidare un camion della spazzatura. Un po’ come se il massimo della fantasia sia un locale di latino americano con le farfalle posticce o gettare la monnezza. Vabbè sarò strambo io, anche se non sogno di volare su un oca come fanno i canadesi in una gag ricorrente del film.

«Volate prima che mi trasformino in Paté de Foie Gras!»
 
Per non capire il “colpo di scena” (virgolette obbligatorie) bisognerebbe essersi addormentati, ma anche così i nomi dei personaggi sono talmente spudorati che è impossibile non fare due più due, lo stesso METAFARONE (ribadisco, il faro diventa metafora), che era già molto chiaro, viene spiegato nei minuti finali del film, perché la trovata più velata di “Slumberland” è appunto il mare in tempesta, fatevelo bastare.
 
Per i fanatici di Momoa, film imperdibile, si sentiva proprio il bisogno di vederlo fare facce e faccette, per tutti gli altri, superati i messaggi scritti con il pennarellone a punta grossa, devo dire che comunque due o tre scene “Slumberland” le azzecca, l’arco narrativo dello zio Philip si completa con il giusto livello di trasporto, quindi di testa, per via del suo contenuto, il film lo avrei anche gradito, risulta meglio della media del vostro film da streaming targato Netflix, però risulta meno di un film qualunque, anche per uno come me che forse ha visto un po’ troppo Terry Gilliam per questa favola da streaming.

Momoa, una ragazzina e Netflix... ecco perché sentivo puzza.
 
Il momento in cui ho capito che io e Francis Lawrence non saremo mai grandi amici? L’inseguimento tra camion della monnezza e Camaro color verde cimice (fighissima! Sono un po’ tamarro, lo so), che avviene lungo una linea retta di schermo più verde della Camaro, con tanto di capelli dei protagonisti appesi sopra il camion della spazzatura che in certi momenti, non si muovono nemmeno, malgrado l’idea sia quella di suggerire al pubblico una “corsa sfrenata” (virgolette obbligatorie, secondo estratto).
 
In generale non vorrei risultare troppo duro con un film che si lascia guardare, ma ormai il divario tra film pensati per lo streaming e film pensati per essere davvero cinema mi colpisce in faccia, come quanto ti risvegli da un incubo.

22 commenti:

  1. Grazie per avermi risparmiato un'altra visione inutile!

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  2. Praticamente "Sucker Punch per bambine modello" girato dallo Snyder Ritardato..

    ECCO, nonostante sia un discreto completista di Giasone (consiglio vi(si)vamente le due stagioni del suo SEE) qui nun je l'ho fatta proprio a farmelo bastare.
    Perché l'abominio civile che ha reso possibile ConstantANO e Io sono LAGGENTE lavora ancora, beato il cielo?

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    1. Storia vera: io giocavo a basket con uno che ora gira per la città vestito come il personaggio di momoa,compreso il copricapo da giullare, causa olocausto semitotale delle celluline celebrali dopo un frontale Ecstasiante con la MaDaMA

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    2. Non lo so come faccia ancora a lavorare, ma trovo ancora più assurdo che a qualcuno quei film piacciano anche, la mia unica spiegazione? Totale ignoranza del materiale originale, altrimenti non posso spiegarmelo. Cheers!

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    3. Magari è lo stesso che la vendeva al mio compagno di squadra, che aveva anche lui copricapi molto variopinti (più tipo Nick Cage in "Primal") ma non il fisico di Momoa (storia vera). Cheers!

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    4. Assai probabile che in un periodo imprecisato della fine del II Millennio d.C. si trovassero entrambi a fare "palla a due" nel mitico parquet dell Ultimo Impero, da quelle parti..

      E apropo di GNORANZE... la vuoi sapere quella di me che vengo presentato ad una costumista ed uno scenografo diplomati et finanche professionisti di produzioni europee che non avevano MAI sentito parlare di una certa signora Milena Canonero di cui parlavamo io,la dolce metà ed il regista comune amico con occhi sognanti??
      È successo giusto pochi giorni fa...

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    5. Atroce ma ci credo, dopo i laureati al DAMS che non sapevano chi fosse Ugo Tognazzi (storia vera) non esito a crederci. Per noi il cinema è passione, per alcuni addetti ai lavori è solo lavoro. Cheers

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    6. Se si lavora ignorando storia e basi,il risultato ne risentirà SEMPRE.In qualsiasi ambito. Che c'entra la passione con la cultura.
      Il discorso piuttosto é che le competenze NON sono un requisito per lavorare,anzi..

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    7. Questo sicuramente, in qualunque ambito, ma se fai quello che ti piace, forse è più probabile che se ti mancano storia e basi, ti venga una minima voglia di recuperarle per migliorare. Se invece non ti frega niente, basta l'assegno. Che le competenze non siano un requisito per lavorare è risaputo, ribadisco in tutti gli ambiti, non solo il cinema. Cheers

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  3. I sogni che faccio io hanno spesso una CGI ben più pezzente di quella vista qui perciò, essendo tutta fantasia, ho accettato ogni cosa che mi è stata proposta dalla visione di questo film e, pensa te, ci ho trovato pure un po' di Inception.
    Forse mi sono divertito perché non mi sono fatto troppe domande, esattamente come quando si sta sognando 😜

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    1. Non che i miei abbiano effetti speciali migliori, una volta ho sognato di essere alle prese con un'aragosta pirata gigante, questo prima di diventare fanatico del lavoro del Maestro Minoru Kawasaki (storia vera). Diciamo che i miei sogni hanno trame meno telefonate, quelli si ;-) Cheers

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  4. La cosa che fa piu' ridere (amaro) e' che con tutta la tennologgia moderna il cinema moderno viene preso a calci in culo da una tavola a caso dall'opera di Winsor McCoy in quanto a inventiva, follia e sense of wonder. E parliamo di un fumetto di 120 anni fa.

    Il Piccolo Nemo dell '89 era carino, del tutto inadeguato a restituire la follia surrealista del capolavoro originale, ma come film 80s sulla scia della roba "Amblin" poteva starci, anzi in un certo senso rappresentava un po' la fine di quel momento.

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  5. A me non è dispiaciuto e, ti dirò, mi ci sono persino un po' commossa, anche se il plot twist "shyamalano" lo avevo capito appena è comparso lo zio sullo schermo. La CGI, però, a tratti ferisce gli occhi per quanto è finta, mannaggiallawrence.

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    1. Non volevo essere troppo cattivo, perché l'ho trovato comunque meno peggio di quello che pensavo, però ha dei difetti che mi hanno proprio tirato fuori dalla storia, con ripercussioni sulla mia incredulità. Cheers!

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  6. Già avevo ignorato ampiamente questa uscita, il solo bannerino mi urtava i nervi, e ora che ti ho letto posso archiviare la pratica :-P

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    1. Sono qui anche per far risparmiare del tempo-vita ;-) Cheers

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  7. Siccome questo ha tutta l'aria di essere l'ennesimo "capolavoro" di Francis Lawrence capace di farmi cambiare posizione sul divano, nel senso che dopo un po' mi sdraio e mi giro di schiena per non continuare la visione (in questo caso specifico, poi, se mi abbioccassi farei almeno l'onirico sforzo di sognare Slumberland con una CGI migliore, da sogno appunto), sento di poterne fare a meno senza troppi rimpianti ;-)

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    1. A meno che tu non voglia metterti in competizione onirica, allora sì, ma solo in quel caso ;-) Cheers

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  8. Ciao Cass, come ti avevo già scritto, il film l'ho visto con mio figlio di sette anni e devo ammettere che l'ho trovato meno peggio di quello che pensavo, soprattutto date le poche aspettative che avevo nei confronti della pellicola.
    Diciamo che per un bimbo dell'età del mio può essere uno spettacolo divertente, per quanto realizzato con mezzi al di sotto della media...
    Per i grandi è tutto molto telefonato ma alla fine devo ammettere che mi ha fatto anche un pò commuovere, sarà che in questo periodo siamo tutti più buoni...

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    1. Direi che hai riassunto come un film così può essere recepito dai più piccoli per cui, giova ricordarlo, sarebbe anche pensato. Anche se ormai quasi tutti i film sono per un pubblico che comprende genitori e figli insieme. Cheers!

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