giovedì 12 gennaio 2023

Athena (2022): i guerrieri della banlieue


I film sulle rivolte nella banlieue francesi ormai sono quasi un sotto genere cinematografico particolarmente nutrito, anche se per rivoluzionarlo, portando qualcosa di nuovo, bisogna fare un passo indietro.
In principio non era il verbo, ma il video musicale di M.I.A. ovvero Born Free. L’assalto ad un palazzo da parte di una squadra speciale, che un giorno Gareth Evans ha visto pensando che poteva fare al caso suo. Pochi mesi dopo aveva diretto quella bomba di The Raid (storia vera).


Chi aveva diretto il videoclip invece? Facile, Romain Gavras. Figlio di cotanto padre, il nostro si è fatto le ossa con i videoclip, prima di arrivare alla sua quarta regia, questo “Athena”, come il nome del quartiere francese che viene dato alla fiamme, che ha anche incendiato qualche cinefilo a Venezia, dove è stato presentato.

Pare che i quasi nove minuti iniziali di “Athena” abbiano scatenato applausi come non accadeva dai tempi di La la land, solo che qui non ci sono i colooooooooriiii belliiiiissimi quindi anche dopo l’uscita del film su Netflix, l’entusiasmo cinefilo si è spento. Facile capire perché, devono aver realizzato che forse era un po’ troppo pieno d’azione questo film per incensarlo, meglio fischiettare, allontanandosi dalla puzza di bruciato, facendo finta che l’esaltazione di Venezia, fosse un caso di follia isolata. Quello che succede sul lido, resta sul lido.

«Siamo protetti dagli sbirri, ma da loro a noi chi ci protegge?» (cit.)

Ho iniziato a guardare “Athena” su Netflix e non riuscivo a togliere gli occhi dallo schermo, beccami gallina se tra i vari Abdel, Jérôme e Karim sono riuscito ad associare nome e faccia, ma la regia di Romain Gavras ci getta nel vivo della rivolta. Non sai nemmeno perché questi stanno assalendo quel posto, perché rubano un’ambulanza, perché mettano le mani sulle armi anti sommossa e inizino a spararsi addosso proiettili di gomma come in un rito d’iniziazione basato sul fomento. Sai solo che quei quasi nove minuti scorrono con te incollato allo schermo, a cercare di capire dove Gavras abbia posizionato la macchina da presa senza capirlo per davvero.

Come di dice fare brutto in francese?

In mezzo poi si srotolano drammi tra personaggi e tra fratelli (come The Raid), ed ora non pensiate che io vi stia dicendo che questo sia il nuovo film di menare da vedere a tutti i costi, ma trovo incredibile il fatto che un film presentato a Venezia, diretto da uno che di cognome fa Gavras, sia stato fatto passare per tutto, addirittura paragonato a quella truffa dai colooooooriii beeeeellissimiiiii già citata di cui non ho voglia di rimettere il link, ma non descritto come quello che davvero è: un figliolo contemporaneo dei Guerrieri di Walter Hill, con il dramma delle banlieue dove il Re della collina metteva elementi fumettistici.

«I Guerrieri non uccidono, sono leali», «I migliori!» (cit.)

Non aspettatevi frasi ad effetto o le Baseball Furies, però non riesco a non pensare che se mai il remake pensato da Tony Scott (ne avevamo parlato) fosse andato in porto, con una certa dose di probabilità sarebbe stato molto simile ad “Athena”, però ambientato a Los Angeles e con la color correction con più toni di arancione e verde.

Insomma, se non lo vogliono i cinefili con la pipa e gli occhiali, questo trovatello dalle banlieue lo prendiamo noi, appassionati di un cinema dove è l’azione, mentre si svolge, a determinare l’andamento della storia. Non vorrei avervi caricato di troppe aspettative ma forse anche sì, non lasciatelo perdersi tra le nebbie di Netflix, dedicate in po’ di tempo a questa rivolta, che è diversa dalle altre che avete visto arrivare dalla Francia.

40 commenti:

  1. Ho una certa passione per i film francesi, però devo ammettere che è diverso tempo che non ne vedo uno. Questo che hai segnalato mi sembra che meriti un'occhiata approfondita, certo che se il regista fa Gravas di cognome, dovrebbe essere (quasi) una garanzia, anche se non si tratta dell'originale!
    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedremo come andrà la sua carriera, ma questo Gravas 2.0 mi pare ben avviato ;-) Cheers

      Elimina
    2. Lascia perdere.Di francese qui c'é giusto l'accento dell'arabo che parlano nei palazzi.
      È una clip non un film.

      Elimina
    3. Vai e giudica tu stesso Daniel-San, lascialo perdere qui mister raggio di sole, per questa tipologia di film è come Anacleto la mattina presto ;-) Cheers

      Elimina
    4. Grazie a entrambi per le indicazioni! Un'occhiata gliela dò, anche solo perché ormai sono incuriosito...
      Vi farò sapere, au revoir, mes amis!

      Elimina
    5. Oh ma a me é piaciuto neh.
      Ma non é un Film.
      È un corto DAMS stiracchiato dalla fama e dal valsente del papi. Ed é pure fragorosamente META come si porta tantissimo adesso: la storia del giovane che vuole a tutti i costi fare Il SUO, sordo e cieco all'ingombrante pesantissimo retaggio dell' ambiente cinematografico che l'ha cresciuto.

      Elimina
    6. Ma infatti la cosa che mi preme di più sottolineare è stata la sbornia veneziana. Si sono esaltati e fomentati a bestia, complice secondo me oltre al piano sequenza anche il cognome del regista, poi si sono resi conto di tutto quello che hai elencato e del fatto che beccami gallina se non è un film di genere, oVVoVe! Quindi via a nasconderlo sotto il tappeto, questa cosa la trovo troppo divertente ;-) Cheers

      Elimina
    7. Ah si, Daniel-San, nel caso facci poi sapere la tua, tanto ci troverai qui ;-) Cheers

      Elimina
  2. D'accordo su tutto, ma con 'sti piani sequenza stanno iniziando a sfrangiare gli zebedei, col rischio che da pregiato guizzo artistico diventi diversivo tecnico per non doversi poi inventare una storia o una sceneggiatura. Sicuramente è un film dalla potenza visiva che colpisce forte e va giù duro, ma spero che ora l'autore si dedichi più alla sceneggiatura che a una tecnica resa inflazionata dal troppo (ab)uso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sai perché sono così popolari? Perché con il digitale sono più semplici da realizzare quindi capisco perché i registi ne approfittino, ma secondo me lo fanno anche perché in fondo sanno che un piano sequenza fa sciogliere i cinefili, il caso di Venezia è stato emblematico. Cheers!

      Elimina
  3. M.I.A. È una LEI piuttosto notevole,non un asambleé, correggi grz..

    Registicamente é una gran raglia di pinky,ma nient'altro.
    L'assedio al Fosso di Helm, Dunkirk,il Giorno + Lungo, Salvate il Soldato Ryan,Black Hawk Down e altre 8 sequenze di film de GUERA famosissisSImiissimi tutti cotti insieme e citati benissimo e montati fluidissimi,ma NIENTE altro.

    Peccato che nessuno spieghi che l'effetto meraviglia , da metà in poi é in realtà il tuo cervello che si chiede "tutto questo poi a cosa introduce?"


    E invece poi finisce direttamente.

    E la musica era meglio nel video

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedi? Questo è l'ennesimo esempio del mio rapporto con la musica, per me i musicisti potrebbero essere tutti invisibili non mi accorgerei della differenza, mi ero erroneamente auto convinto si trattasse di un collettivo e non ho verificato mea culpa, ho corretto grazie ;-) Cheers

      Elimina
    2. Peraltro, quando mi sono accorto che in un girato del genere non ha inserito mezza volta un brano de Les Tambours du Bronx ,nati per quello, mi sono direttamente imbestialito.

      Oh però é bello eh..proprio godibile.

      Elimina
    3. Aggiungo alla "mancolista" degli ascolti e vado a studiare, grazie per la dritta ;-) Cheers

      Elimina
    4. A un collettivo appartiene il regista,da qui il tuo lapsus ;)
      Che poi questo in pratica é il secondo tempo di Les Miserables,o lo spin off del finale,toh.

      Nel META di cui sopra infilaci ovviamente gli shakspearinissimi fratelloni che girano con la targhetta in fronte: "L'odio" (di papi ), "Banlieu 13" (di Luchino Besson), The Raid (dello scemochespacca)

      Elimina
    5. Ah ecco, allora era quello che mi ronzava nella zucca ;-) Cheers

      Elimina
  4. Dovrei battere il "ferro" caldo perchè questo lo dovevo già vedere e settimana scorsa mi sono rivisto L'odio, quindi il mood è quello.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "L'odio" ovviamente è migliore, ma visto che sei in vena, te lo consiglierei, il momento è propizio ;-) Cheers

      Elimina
  5. Bellissimo, l'ho visto quando ancora ero a Milano, dovrei parlarne a breve pure io xD

    RispondiElimina
  6. Sarei curiosa di sapere quale dei figli che ha seguito le orme paterne alla regia sia il tuo preferito....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza andare troppo indietro nel tempo e considerando che sono tutte filmografie in divenire, al momento se Stefano Sollima e Brandon Cronenberg annunciano un progetto, è molto probabile che io sia interessato a vederlo. Cheers

      Elimina
  7. Concordo (anzi Concorde, ché è francese), L'Odio è un bellissimo film, fornisce uno spaccato della società francese (ma non solo) di quegli anni e Vincent Cassel spacca.

    RispondiElimina
  8. Film potente, amaro e pessimista. Peccato solo che abbia una flessione quando succede QUELLA cosa e lo spiegone nel finale. Avrei lasciato più ambigutà di fondo. Però ad avercene di film così...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perfettamente d'accordo, anche io penso che meno spesso sia meglio, ma concordo, avercere. Cheers!

      Elimina
  9. Io più che The Warriors avrei citato un "La Heine" 3.0, ipervitaminizzato, sotto steroidi

    Da quanto capito il piano sequenza iniziale non è un vero piano sequenza (ma diversi spezzoni messi assieme senza far notare lo stacco), ma fossero anche 1000 scene appiccicate, è personalmente una delle cose più cazzute mai viste in vita mia. Seguito tra l'altro almeno altri 50' di pura adrenalina

    Cosa mai sia passato per il cervello al regista nell'ultima mezz'ora solo Iddio lo sa. Questo drammone familiare senza coerenza, sta musica barocca pompata a 1000 ("eh per creare enfasi!"), e quella scena finale davvero ridicola, tagliata neanche con l'accetta, ma con la motosega

    Peccato, un potenziale capolavoro è diventato un bellissimo videoclip. Resta il fatto che, con tutta la mondezza che gira per Netflix, sono basito di come sia passato sotto silenzio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Invece mi serviva paragonarlo proprio a "The Warriors", ma non mi ripeto. La disparità tra inizio e fine è da capogiro, ma anche l'inizio quindi in linea di massimo, me lo terrei. Il silenzio è figlio della prima veneziana, credimi ;-) Cheers

      Elimina
  10. Senz'altro da vedere, direi! Certo a Venezia non si smentiscono mai, basta un attimo che capiscano quanto il film possa correre il serio rischio di piacere molto più al pubblico (più cinefilo di quanto loro riusciranno mai ad ammettere) che non ai cinefili con pipa e occhiali, ed ecco che scatta in automatico l'adorabile snobismo cine-classista alla Nanni Moretti... ma per fortuna noi siamo immuni da certi atteggiamenti ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chissà perché mi è venuto in mente Leonida che calcia giù nel pozzo un cinefilo con la pipa e gli occhiali al grido di: «Questa è la Bara Volante!». Guardo decisamente troppo film ;-) Cheers

      Elimina
  11. Ciao .

    Mi piacerebbe te mi spiegassi che ne pensi dei piani sequenza di questo film?

    Te lo chiedo perché effettivamente in altri blog Athena lo hanno “ magnificato” soprattutto soprattutto per questa tecnica registica .

    Poi leggo il commento di Sirio x che ne mette in dubbio pure la veridicità del primo lungo piano sequenza del film che la cosa mi lascia assai perplesso.

    Comunque non giudico un film dai virtuosismi registi .

    Nell’insieme è un film troppo veloce e incasinato per i miei gusti.

    Più che farti capire ( e i dialoghi non aiutano) il regista sembra voglia crearti confusione.

    Detto tra noi il famoso piano sequenza ( vero o meno ) iniziale di nove minuti (?) , che finisce con il titolo del film sopra la cittadella francese , la musica e i toni epici a me ha ricordato un po' l’avanzata dei troll nel secondo capitolo del “Il signore degli anelli” mah?

    Però il film di Jackson è tutta un’altra cosa ( vabbè scherzo ..ma poi mica così tanto).

    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Francamente, visto che sei già giunto alle tue conclusioni, non credo che un mio parere aggiuntivo sia davvero necessario. Cheers

      Elimina
  12. Sinceramente non capisco il tono della tua risposta..mi farebbe piacere se ti spiegassi .
    Più che altro per capire se ho sbagliato qualcosa io nel porti la domanda o se ho scritto qualcosa di sbagliato io nel commento...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho letto il tuo commento più volte ma ho capito di non aver capito la tua richiesta. Mi è chiaro che il film non è nelle tue corde, ma che comunque ti ha ricordato passaggi de “Il signore degli anelli”, che però ti piace di più. Ho capito che i virtuosismi non influiscono sul tuo giudizio finale e dal post, penso che sia abbastanza chiaro che il piano sequenza di nove minuti iniziale di “Athena”, a me sia piaciuto. Non ho capito se volevo delucidazioni sul commento di Sirio X o altro, non ho capito esattamente cosa volessi sapere, tutto qui. Fammi una domanda secca e proverò a risponderti al meglio, sono mononeuronico ;-) Cheers

      Elimina
  13. Ah..okay!
    Il film mi è piaciuto ma non lo trovo un capolavoro.
    Non giudico un film capolavoro in questo caso solo perchè ha dei belli piani sequenza .
    Giudizio mio personale .
    Visto che in giro è elogiato soprattutto per i piani sequenza ti chiedo se te sei d'accordo con quello che scrive Sirio X.
    Sulla veridicità dei piani sequenza o meno.
    Leggendo altri commenti dei tuoi lettori ad esempio sempre riguardo i piani sequenza sembra che minimizzano la tecnica paragonandoli agli effetti digitali speciali ottenuti con la C.G.I e son d'accordo con loro.
    Anche se mi è stato contestato in passato questo paragone..tutto qua!
    Non sono il solo che ha scritto che il film rimanda ad echi Jaksoniani in altre recensioni in giro per il web.
    Mi ha fatto piacere sapere di non essere l'unico ad aver notato sta cosa.
    Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente dirigere una scena in piano sequenza non è mai semplice, vero che con il digitale e le tecnologie a disposizione oggi è più facile, motivo per cui se ne vedono più spesso. Ora è passato un po’ da quando ho visto il film, ma avevo già notato un paio di momenti dove i raccordi in digitale tra scene erano possibili, quindi quello che scrive Sirio X qui sopra è corretto, ma questo non cambia il risultato finale che è a tutti gli effetti un piano sequenza, giusto per contestualizzare, anche la scena iniziale dell’Halloween del 1978 in realtà ha un raccordo (quando la maschera viene messa sulla macchina da presa/viso del piccolo Michael), eppure è uno dei piani sequenza più iconici della storia del cinema lo stesso. Spero di aver risposto alla tua domanda ;-) Cheers

      Elimina
  14. A Venezia mi sono ritrovata sempre più vicina allo schermo da quanto il ritmo, i piani sequenza, le urla del film mi prendevano.
    Da un certo punto in poi, la magia si è rotta e anche se esalta ed entusiasma, mi è sembrato un film sulle banlieue per il pubblico di Netflix, con personaggi epici, scene da social, e la colonna sonora giusta.
    Ecco, la qualità è più alta rispetto alla media di altre produzioni Netflix, però!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah! Che bello vedere qualcuno che è stato a Venezia e non ha fatto i salti mortali all'indietro, sei sempre la più logica, avrai del DNA Vulcaniano ;-) Cheers

      Elimina
    2. Però agli applausi sull'inizio di La la Land mi sono unita: occhi a cuoricino per tutto il film e lacrime sul finale. La miglior apertura veneziana della mia breve storia, mi spiace per i detrattori :)

      Elimina
    3. Beh ma ci sta, a me quel film non dice molto, però non ci sono stati i salti carpiati che ho visto per Athena. Cheers!

      Elimina