Continua la vita sui ponti bassi della Cherritos, così come continua la sortita nel mondo dell’animazione sboccacciata in stile Rick e Morty, alle prese con il rigore e la tradizione dei Trekker.
Che poi è anche un po’ il tema della terza stagione, visto che Mariner (Tawny Newsome), Boimler (Jack Quaid) e tutti gli altri, si trovano chi più e chi meno in crisi nel loro rapporto con la Federazione. Questo li porterà nel primo episodio ad affrontare un parco a tema ispirato al primo contatto di Cochrane.
Oppure come nella seconda puntata, dove si fa il verso al conte Zaroff, alle prese con “Il gioco meno pericoloso”, con una sorta di creatura alla Predator, ma ovviamente in chiave molto più ironica.
L’episodio più divertente resta quello che strizza più l’occhio ai Trekker di tutti, con i nostri protagonisti in visita su una certa stazione spaziale molto famosa, si, proprio Deep Space Nine, con tanto di ritorni di personaggi celebri, ovviamente in versione spiritosa, come ormai "Lower Decks" ci ha abituati.
Se poi vivi e lavori nei ponti bassi delle navi della Federazione, quelli lontani dalla plancia dove accade tutto, diventa normale perdere un po’ di fiducia nel “sistema”, la trama orizzontale legata alle navi classe California, soppiantate da quella classe Texas, guidate interamente da droni, esplode (letteralmente) nel finale, dove una serie animata come questa, può permettersi tutte le battaglie spaziali che le altre serie di Star Trek al momento pare possano solo sognarsi, quindi se non altro l’animazione ha contribuito a riportare linfa ad una saga in giro dagli anni ’60.
Certo forse “Lower Decks” è ancora troppo legato al mondo di Star Trek, con tutti quei rimandi e strizzatine d’occhio per piacere anche al pubblico generico, ma allo stesso tempo non può (e non vuole) farsi prendere troppo sul serio dai vecchi fa. Però sono felice che si possa continuare a bazzicare sui ponti bassi, anzi pare che Boimler e compagni presto potrebbero incontrare qualche altro capitano, vedremo cosa uscirà fuori da questo bizzarro incontro di cui tanto si vocifera alla Paramount.
Ho cominciato a guardarla, e a scriverne, proprio ieri! :--)
RispondiEliminaCassidy, teletrasporto dalle tue parti per uno ;-) Cheers
EliminaPasso solo per un saluto: ancora devo vedere la stagione e me la voglio godere senza sapere niente ^_^
RispondiEliminaNon impazzisco per le premesse della serie, troppo legate al politicamente corretto di moda, ma le citazioni trekiane fanno sempre breccia nel mio arido cuore :-P
Questa stagione ne è piena, mi dirai come ti sono sembrate ;-) Cheers!
EliminaVisto che, al pubblico generico, di Star Trek interessa poco o niente forse è meglio che "Lower Decks" non cerchi troppo di rincorrere i suoi gusti... altrimenti quelli che rischiano di rimanere a bocca asciutta siamo sempre noi ;-)
RispondiEliminaInfatti è difficile, se non impossibile consigliarla ai non Trekker, nemmeno il gancio di Rick & Morty serve, perché è troppo calata nell'universo a cui appartiene, ma va bene così ;-) Cheers
EliminaQuesta serie mi piace molto, per me meglio di The Orville nell'essere una visione ironica dell'universo di Star Trek. due i problemi, se si vuole considerarli tali: l'andare a giocare nel campo dei "grandi", quali Futurama e Rick & Morty, dal confronto con i quali non può che uscire con le ossa rotte, e il fatto che devi per forza essere un fan di Star Trek per apprezzarla davvero.
RispondiEliminaEsatto, non ha nessuna intenzione di rinunciare all'ironia, cosa che a "The Orville" pare stia diventando una zavorra, ma resterà sempre una serie per Trekker, non potrà mai fare il grande salto. Cheers!
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