Il mondo si divide in due: chi ama Albert Pyun e chi non lo conosce.
Sui suoi film possiamo anche discutere, B-Movie girati con il cuore in mano e spesso più di un guizzo in grado di farli emergere dal mare magnum dei titoli di seconda (o terza fascia), certo, non tutti era proprio capolavori imprescindibili, ma il talento e l’approccio di Albert Pyun lo hanno reso un regista meritevole di stima, che purtroppo ci ha lasciati qualche giorno da all’età di 69 anni.
Figlio di militari e cresciuto a zonzo tra le basi militari,
Pyun ha esordito al cinema come regista della seconda unità per vabbè, robetta,
Akira Kurosawa in film come “Dersu Uzala” (1975), per poi tornare nelle native
isole Hawaii prima e poi a Los Angeles, perché dopo un sacco di videoclip e
pubblicità dirette, la sua strada era il cinema.
Per ricordarlo qui alla Bara Volante avevo un paio di titoli sottomano papabili, nel dubbio ho lanciato come uno shuriken un sondaggio su Instagram tra due film prossimi al compleanno, come si è risolto il mio dilemma? Con una salomonica parità (storia vera), quindi ve li beccate tutti e due. Comincio da “La spada a tre lame” per una semplice ragione, si tratta del film d’esordio di Albert Pyun, figlio della moda del momento, del momento in cui è uscito intendo.
Nei primi anni ’80 due film titanici hanno quasi da soli
rilanciato un intero genere, prima Excalibur
seguito a ruota da Conan il Barbaro,
sono stati i film che hanno lanciato la corsa agli armamenti composta da
nerboruti guerrieri, donnine discinte, maghi malvagi, spade affilatissime. Il
filone del Fantasy eroico al cinema è stato lungo e prolifico, tanti nomi famosi
si sono cimentati e il produttore Brandon Chase, ha pensato che Pyun fosse il
regista su cui puntare, anche se poi durante la produzione Chase ha messo le
mani ovunque, in ogni fase della pellicola (storia vera).
Per emergere con un film costato quattro milioni di fogli verdi con sopra facce di ex presidenti defunti e un produttore tirannico, devi avere dentro qualcosa di speciale, Albert Pyun fin dal suo primo film ha dimostrato di averlo. Certo molti movimenti di macchina sono sgraziati e rozzi, tipici di qualcuno che sta ancora imparando e lo sta facendo su un set tirato su con gli spiccioli, ma è quel guizzo di culi parlavo lassù che ha sempre reso la maggior parte dei film di Pyun memorabili per chi non ha mai avuto paura di riconoscere il talento, anche nei B-Movie meno acclamati.
La storia, scritta e sceneggiata dallo stesso Pyun ci porta in un antico regno non specificato perso tra le nebbie del tempo e della leggenda, la solita introduzione da disco Heavy Metal ci porta là dove la magia ancora esisteva e chi aveva la spada più grossa vinceva. In questo Medioevo favolistico e fantastico, il perfido Tito Cromwell (lo specialista di cattivoni Richard Lynch) è un Re con nome da dittatore e con lo stesso medesimo approccio. Per conquistare il regno del sovrano rivale Re Riccardo (fantasia portami via…) è pronto a tutto, anche a fare un patto con il diavolo, nello specifico il mago malvagio truccato da DIMONIO degli inferni di nome Xusia (Richard Moll), incattivito dalla vita perché con un nome così a scuola, lo prendeva per il culo anche l’autista del autobus.
Con l’aiuto di una strega sacrificabile, Cromwell sottoscrive un patto con Xusia, il tutto mentre Pyun cava sangue dalle rape del suo budget: gli basta un muro di facce urlanti (di gomma) per dare l’idea di una discesa negli inferi di Xusia, da cui Cromwell emergerà con la sua arma segreta da scatenare contro il pacifico regno di Re Riccardo barba brutta, soprannominato così perché ammettiamolo, ha una barba inguardabile...
Il film è iniziato da nemmeno dieci minuti e il regno di Riccardo è già caduto senza mostrare uno straccio di battaglia, ma solo qualche morto sul campo, perché per fare un Fantasy eroico con quattro milioni di paper-dollari, da qualche parte devi un po’ tirare la cinghia, ma sta di fatto che il ritmo è talmente alto che quasi non ci si fa caso: Cromwell tradisce Xusia e dopo aver conquistato tutto si libera di lui colpendolo con la spada e gettandolo in un dirupo al grido di «Xuuuuuusia!», come faceva l’autista del pulmino della scuola, ed è qui che la bramosia del buon (si fa per dire) Tito emerge.
Prima uccide Riccardo, poi bracca sua moglie e le propone
che risparmierà i suoi figli se lei diventerà la sua regina, incassato il
sonoro due di picche Cromwell la prende bene e decapita la regina proprio
davanti agli occhi del figlio, il principe Talon. Qui diventa chiaro che stiamo
guardando la versione Pyun dell’inizio del Conan di Milius, ma è proprio qui che il regista Hawaiano si mette davvero all’opera.
Talon in fuga ha messo mano alla spada del padre, talmente caratteristica che i titolisti italiani hanno pensato di renderla protagonista della versione italica del titolo, soppiantando il più generico originale “The Sword and the Sorcerer”. L’arma impugnata da Talon è uno triplo spadone che alla bisogna, può sparare, si avete letto bene, sparare le due lame laterali, come se fosse l’arma di un eroe di un Tokusatsu giapponese a cui probabilmente Pyun strizzava un po’ l’occhio.
Talon con la sua super arma rimedia una brutta ferita alla mano ma riesce a scappare, un’ellisse narrativo dopo, Talon è cresciuto, ora è fatto a forma di Lee Horsley e mentre guarda il mare da una scogliera, la voce narrante ci informa che in tutto il regno si narra la leggenda di un guerriero, predone, combattente, bucaniere, pizzicagnolo, condottiero e a tempo perso postino, le cui gesta eroiche (appena appena ispirate ai trascorsi del Conan di Robert E. Howard, ma giusto un po’) riecheggiano in tutto il regno, il fatto che abbia una mano fasciata e che parli con la voce italiana del doppiatore del Robin Hood della Disney, ci fa capire che è l’eroe del film, cresciuto e pronto a riprendersi tutto. Insomma tipo The Northman ma con più erezioni e meno rutti, tranquilli ci arriviamo, datemi tempo.
Sapete chi è tornato dopo aver coltivato odio per decenni? ‘Sto Xusia! (sempre citando l’autista del pulmino), Albert Pyun spendendo qualcosa tipo dodici euro di addobbi di Halloween, ci regala la scena del maligno mago seduto sul suo trono infernale, mentre parlando con il vocoder giura ancora vendetta a Cromwell, classica scena che in mano ad un regista di minor talento avrebbe provocato risate involontarie, perché la bellezza del cinema di serie B di Pyun sta tutto qui da vedere, in dettagli come questo.
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Un demonio seduto sul suo trono infernale, realizzato con due graffette e della colla vinilica, quanto mi mancherà Pyun! |
“The Sword and the Sorcerer” ha tanti personaggi, tutti con il giusto spazio, oggi un film così durerebbe più di due ore di noia, mentre Pyun grazie ad un ottimo ritmo srotola gli archi narrativi di tutti i personaggi in appena 99 minuti. Tra cui Machelli, il consigliere di guerra di Cromwell interpretato da George Maharis ha un ruolo chiave, perché in quanto Machelli, lui magheggia, dando suggerimenti al dispotico Tito ma anche cercando di far tornare Principe Mikah (Simon MacCorkindale) sul trono, insomma tipo Varys il ragno tessitore di Giocotrono, con la discriminante che “La spada a tre lame” è più divertente delle ultime otto puntate della serie HBO che avete visto.
Uno dei personaggi chiave è la bella Principessa Alana (Kathleen Beller) che a suo modo vorrebbe salvare il fratello Mikah dalle torture e mettere fine al regno di terrore di Cromwell, per questo va alla ricerca di una spada disponibile, che non è una di quelle metafore da pronunciare facendo le virgolette con le dita, anche se un po’ forse si, visto che in cerca di un volontario, la principessa rischia una violenza sessuale nel vicolo scampata solo grazie all'intervento di Talon, che gagliardo e spavaldo interrompe l’orrido gesto ciancicando un cosciotto di pollo, lo stesso che utilizzerà per malmenare gli aggressori della principessa, che in quanto vegani periscono sotto i colpi di questo utilizzo alternativo di una proteina ricavata da carni animali.
Quando Alana parla al nerboruto guerriero del suo bisogno di una “spada disponibile” quello capisce al volo l’antifona e con la sua “spada” (si vedono le virgolette fatte con le dita?) quasi ribalta il tavolo della locanda su cui stanno mangiano… Talon! Non QUELLA spada! Vabbè superate le rapide di un “anticipo con le labbra” (non in quel senso!) alla fine si giunge ad un accordo: una notte d’amore in cambio del salvataggio di Mikah. Un’altra trattativa alla Harvey Weinstein conclusa con successo.
Voi pensate che io esageri, perché se Talon è quasi monomaniaco, il suo nemico giurato Cromwell non è da meno, prima si slimonazza la concubina Elizabeth (Anna Bjorn) promettendo di sposarla, poi fa un pensiero su Alana che in quanto di nobile lignaggio, potrebbe risolvere entrambe le ossessioni di Tito, che poi voglio dire, ha già conquistato tutto il regno, che gli serve una moglie? Ma considerando che non parla d’altro ad un certo punto viene da sperare che qualcuno gli installi l’App di Tinder sul telefono, compriamo una moglie russa a Cromwell su internet! Se è tutto qui il problema cavolo!
Talon intanto, motivatissimo, prova a fare irruzione nelle segrete dove è imprigionato Mikah in vari modi, grazie a dell’olio ad alto numero di ottani (sai che bruschette con quello?) incendia metà dell’esercito di Cromwell, poi però infiltrandosi silenzioso come un ninja, la sua seconda spada lo consiglia male e guarda caso, finisce a sfondare proprio la vetrata dell’harem di Cromwell, perché si, malgrado il suo continuo cercare fidanzate, mogli e concubine, Tito ha anche un harem di donnine discinte. Ora ho capito perché ha tre lame ‘sta spada!
Tra un doppio senso e una situazione tipica del Fantasy eroico, “La spada a tre lame” alla fine è un vero spasso, lo ricordavo divertente ed in effetti il mio ricordo è stato confermato. Albert Pyun poi cava davvero sangue dalle rape, ad esempio il (non tanto) colpo di scena sul macchiavellico Machelli, pur essendo un segreto di Pulcinella, è supportato da una trasformazione realizzata con effetti speciali rigorosamente vecchia scuola e litrate di sangue nero, che donano al tutto un sano tocco da horror che non gusta mai, inoltre le ossessioni cinematografiche future di Pyun, fanno già capolino anche qui, nel suo film d'esordio.
Il cinema del nostro Albert era pieno di azione e muscoli guizzanti, qui non siamo ancora scivolati nella sua manifesta ossessione per le culturiste che dominerà una buona porzione della sua filmografia, ma il Talon di Lee Horsley è il primo dei tanti nerboruti protagonisti dei film di Pyun. Non credo nemmeno sia un caso che durante il banchetto per le nozze tra Cromwell e Alana, l’eroe venga fantozzianamente crocefisso in sala mensa. Se il regista fosse chiunque altro, parlerei di una versione locale della crocifissione di Conan nel film di Milius, ma considerando che più avanti Pyun, riserverà lo stesso destino a Jean-Claude Van Damme in Cyborg, direi che due indizi tendono a fare una prova.
Quando Talon si libera dai chiodi della croce, con la sola potenza dei bicipiti al grido di «CROOOOOMWELL!» (quasi un’invocazione al Dio del Cimmero) l’azione riparte di colpo e ogni fotogramma sembra dire alla scena delle "Nozze rosse" di Giocotrono… MUTO! Anche perché nella serie HBO nessuno brandiva una spada a tre lame in grado di spezzare le armi dei soldati avversari.
Lo scontro finale tra Talon e Cromwell è una resa dei conti in due atti perché prevede il ritorno in scena anche di Xusia, ma sta di fatto che alla fine, tra una spadata e l’altra, il nostro eroe con la voce da Robin Hood riporta la giustizia, festeggiando con la sua allegra combriccola il trionfo e incassando anche il frutto dell’accordo con una benevolente Alana, che nel frattempo ha realizzato di aver fatto un doppio affare. Era il 1982, esattamente quarant’anni fa si poteva scrivere e girare un finale così senza che nessuno si infervorasse su “Infernet”, anche perché non era ancora stato inventato.
Concludiamo con un po’ di curiosità perché beh, sono davvero curiose: Brandon Chase se la sentiva talmente calda che nel suo piano originale, “La spada a tre lame” doveva essere il primo capitolo di una saga, tanto che il film termina con l’annuncio dell’imminente uscita della prossima avventura intitolata “Tales of ancient empire”. Una mossa stile “Machete” ante litteram anche se è andata a compimento, diventando contemporanea al film di Robert Rodriguez, visto che Albert Pyun il secondo capitolo è riuscito a dirigerlo solo nel 2010, con Kevin Sorbo e Michael Paré nel cast, ma visto che tutto inizia e finisce con Milius, lo cito dicendo: ma questa è un’altra storia.
Nella sua prima settimana di permanenza nelle sale americane, “La spada a tre lame” andò fortissimo piazzandosi proprio dietro al film di John Milius e finendo per incassare la stessa cifra sul territorio americano (39 milioni di fogli verdi con sopra facce di ex presidenti defunti), al netto di una spesa infinitamente più bassa (storia vera), il più alto incasso della carriera di Albert Pyun, quando dico che era uno con qualcosa di speciale dentro, non scherzo affatto. A breve invece, ci occuperemo anche dell’altro suo film vincitore a pari merito nel sondaggio, non mancate!
Solo il fatto che abbia esordito aiutando Akira San in orribile crisi esistenziale ed artistica ad uscire e riuscire da TRE ANNI buttato in mezzo alla Taiga Siberiana Vera per girare un Capolavoro Sciamanico, dovrebbe dargli credito per tutto il resto. O almeno scusarlo,ecco...
RispondiEliminaAttendevo la parafrasi della mitica battuta di Mr Mitch Dundee dalla lettura del titolo. :)))
L'ho sempre trovato piú onesto,creativo e spassoso di Conan (oltre che molto + etero)
I miei piú sinceri congratuli per aver trionfato sulla tentazione di citare il rasoio multilama.Non era da tutti con questo filmaccio.
La gavetta quella brutta per via del clima, ma bellissima perché passata al fianco del Sensei e per risultati artistici finali. Il rasoio no, ma Dundee è nel mio DNA, proprio non posso esimermi ;-)
EliminaConan vivendo in mondo preistorico con poche donne, le orizzontalizzava tutte innamorandosi (in un modo molto Cimmero) della più affascinante, qui invece è un continuo, tutti i personaggi anche quelli secondati hanno solo due cose in testa, la seconda è la spada, però anche per questo il film resta uno spasso! Cheers
Conan deriva il suo approccio muliebre dall'importanza che le donne avevano nella vita di Milius: diversi gradini in graduatoria sotto (nell'ordine) Armi da fuoco,armi da taglio,carne cruda,caccia,alcool,dio,patria..
EliminaVero, metterei in lista cibo e surf che per Milius contano, poi i suoi personaggi femminili venivano presi in considerazione come parigrado (nei film e nella vita) solo se condividevano la stessa scala di valori, Valeria nel film, le soldatesse di "Alba rossa" oppure nella realtà, la figlia di Milius, una generalessa cinque stelle per cui non è necessario il test del DNA, nel documentario sul padre del 2013 sfoggia lo stesso piglio del babbo (storia vera). Cheers!
EliminaAltra storia vera: mentre gustavo la guardabilissima Amy incensar papino, io cantavo la sigla di Lady Oscar.
EliminaIl buon padre voleva un maschietto ma ahimè sei nata tu / Nella culla ti han messo un fioretto, lady dal fiocco blu ;-) Cheers
EliminaDa quanto cercavo il film di Albert
Eliminama in tv non l'han fatto più
per rivederlo l'ho recuperato
e il come lo sai anche tu
La Spada, Spada a tre Lame
lei placa la mia fame
del fantasy che fu
La Spada, Spada a tre Lame
e il suo magico reame
mi piaccion sempre più
Di Albert forse è il film migliore
in tanti lo dicono, sai
con quel sapiente tocco di orrore
che proprio non guasta mai
Di Re, regine, maghi e guerrieri
intrighi e gesta vedrai
I soldi son pochi ma son sinceri
non te ne pentirai
La Spada, Spada a tre Lame
di assai intricate trame
che farsene non sa
La Spada, Spada a tre Lame
di un buon affilalame
si accontenterà
La Spada, Spada a tre Lame
fa colpo sulle dame
e Talon, lui lo sa
La Spada, Spada a tre Lame
di Alana e le sue brame
baluardo si farà
La Spada, Spada a tre Lame
ha un gran forte legame
con chi combatterà
La Spada, Spada a tre Lame
di nemici un brulicame
ragione presto avrà ;-D
P.S. E degli artigli laser di Xusia lo strappacuori vogliamo parlarne? ;-)
Me la sono "cantata" nella testa tipo sigla di un cartone animato degli anni '80, sei un talento per le sigle ;-) Cheers
EliminaFilm di cui non avevo mai sentito parlare, ma che recupererò volentieri.
RispondiEliminaNon fosse altro per questa spada a tre lame: evidentemente il subconscio collettivo qualche fondo di verità deve averlo, perché anni fa quando portavo avanti una serie di campagne di dnd uno degli elementi centrali delle storie era la ricerca della spada dei tre tiranni, che altri non era se non tre spade unite assieme!
Scusa ma che c'entra "l'inconscio collettivo" con un topos di genere?
EliminaQuesto film s'intitola " “The Sword and the Sorcerer”... Ti dice per caso nulla, sagace tiratore di D20?
Io so di essere sagace, grazie per averlo riconosciuto.
EliminaTu invece mi pare ne pecchi.
Oggi è la seconda volta in vita mia che vedo 3 spade unite assieme, e la prima era quando me le sono inventate per una campagna che narravo.
Ovviamente la mia idea è ben successiva rispetto a questo film, eppure ne è altrettanto totalmente scollegata: da qui la battuta sull'inconscio collettivo, il reame superno delle idee e dei sogni, o come tu voglia chiamare una cosa tanto fantasiosa eppur degna di sorriso (e non di riso).
Io direi che potreste giocarcela a D&D, così potreste anche spiegarmi le regole, finalmente le capirei ;-) Cheers
EliminaTi ho letto con un occhio solo perché anch'io vorrei rivedermi (e recensire) questo "fantaspyun", ma intanto vorrei ringraziarti per aver omaggiato un autore tanto poliedrico quanto (temo) incompreso, o forse auto-resosi incomprensibile. Sfido qualsiasi altro regista ad aver diretto TUTTI i generi esistenti: forse gli manca la commedia musicale natalizia, ma sarebbe da controllare :-P
RispondiEliminaAlcuni film che sembrano di Albert Pyun, molto probabilmente lo sono, altri invece che non sembrano per nulla suoi, molto probabilmente sono diretti da lui anche quelli ;-) Personaggio incredibile, si merita l’omaggio in due parti su questa Bare. Cheers!
EliminaFantasy che ho sempre ricordato per l'ironia e i connotati horror/splatter che ancora oggi ritengo efficaci,
RispondiEliminaHo inoltre due ricordi personali legati a questo film:
1) Quando davano il trailer in TV, di cui ricordo la scena dello spadone che falcia le spade avversarie.
2) Quando lo diedero su Italia1 e lo stavo registrando, se non che finì il nastro proprio nel momento dell'affonda finale e, nel prendere un'altra videocassetta, andarono persi secondi preziosi. Io e mio padre ci guardammo e decidemmo di cancellarlo riciclando la cassetta perchè "tanto lo rifaranno". Beh... a meno di qualche oscura trasmissione... non lo hanno più mandato in onda. L'ho recuperato in anni recenti e pure ho dovuto faticare perché per molto é stato irreperibile. personalmente l'ho trovato invecchiato bene... magari ci capisco poco o niente ma comunque mi é piaciuto come quando ero un pischello delle medie.
«Tanto lo rifaranno». 8 dicembre 2022, non lo avevano ancora ridato... amici di Italia 1 che leggete la Baraaaa, tirare fuori la copia polverosa del film per Natale, forza ;-) Cheers
EliminaNon lo conosco, ma anche RedLetterMedia lo ha omaggiato un paio di settimane fa...
RispondiEliminaComunque il motivo delle tre lame dello spadone mi ha fatto morire! X--D
Doveva avere qualcosa di Freudiano ;-) Regista che se non lo conosci, va esplorato. Cheers!
EliminaUno di quei film talmente trash che dovrò vedere per forza. La caduta del regno come l'hai descritta sembra fatta tipo "lo dimo, ma nun lo famo" 😊
RispondiEliminaIn effetti è il perfetto caso di "Lo dimo", ma sono sicuro che il film ti piacerà ;-) Cheers
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