domenica 20 novembre 2022

The Orville - New Horizons (2022): The Orville è cambiato, lunga vita a The Orville!

La collaborazione tra Seth MacFarlane e la Fox è stata lunga e proficua, anche se è chiaro che da un pezzo abbia cominciato ad andare un po’ stretta al noto comico, che per la sua creatura più bizzarra, ovvero The Orville, ha scelto un’altra traiettoria di volo.

Per la terza stagione degli “strani nuovi mondi” visitati dal Capitano Ed Mercer, Seth MacFarlane ha firmato per Hulu, il che vuol dire qui da noi Disney+, così avremmo un’altra occasione per vedere qualcuno su “Infernet” inorridire all’idea di un coinvolgimento della casa del topo come succede ogni volta, quando la roba di Hulu compare sulla nota piattaforma di streaming. Succede. Tutte. Le. Volte.

Grazie alla nuova gestione, “The Orville” diminuisce il numero di episodi ma aumenta il minutaggio delle puntate, a volte anche un po’ troppo, bisogna dirlo. Anche il titolo di questa terza stagione sottolinea il cambiamento, i nuovi orizzonti per i personaggi compaiono anche nel titolo che diventa “The Orville - New Horizons”.

Guarda che piglio serio il nostro Seth, sembra un vero capitano.

Ovviamente tutto questo io l’ho scoperto dopo, ben felice di trovarmi i nuovi episodi comodi su Disney+ ho iniziato a guardarli e la mia reazione più o meno è stata: «Solo due battute sconce in tre episodi, Seth MacFarlane ti senti bene?» (storia vera). "The Orville" è cambiato, non per forza in peggio, anzi, visto che con Hulu sono arrivati più soldini per migliorare la CGI, qui MacFarlane può concedersi qualche battaglia spaziale realizzata a modino, curando di suo pugno insieme a Jon Cassar, la regia di tutte le puntate della stagione.

Le trame invece sono spesso affidate a nomi come André Bormanis, David A Goodman e Brannon Braga, riducendo ancora di più la distanza tra questa serie e l’Universo di Star Trek a cui chiaramente si ispira, inizialmente come parodia ed ora, quasi come parigrado, visto che in “New Horizons” questa serie fa un ulteriore salto di qualità.

«Consiglierei una mentina per l'alito!»

Pur essendo episodi autoconclusivi, i legami con alcune trame delle prime due stagioni ci sono, la differenza è che qui le battutacce sono state asciugate per numero, in favore di storia più legate alla fantascienza e ai temi cari a MacFarlane, quindi nel primo episodio (3x01 - “Pecore elettriche”) si fanno i conti con il finale della stagione precedente, l’androide Isaac (Mark Jackson) è il membro della Orville più odiato a bordo, mentre nel secondo episodio (3x02 - “Regni invisibili”) tornano i minacciosi Krill, l’equivalente dei Cenobiti nell'universo di “The Orville”.

“Il paradosso della mortalità” (3x03), scritto da Brannon Braga insieme a André Bormanis, sembra la classica missione su un pianeta misterioso resa celebre da Kirk e compagni, solo che qui Ed Mercer e il suo equipaggio devono vedersela con un vero incubo: la vita in un liceo americano… Brrr!

«Non abbiamo qualche maglia rossa da spedire in missioni terribili come questa?»

Ma è con “Pioggia che cade delicatamente” (3x04) che si inizia davvero a scaldare i motori, dal passato diciamo libertino di Mercer, spunta un segreto, che permette a MacFarlane di continuare a parlare di temi a lui molto cari, già trattati in The Orville in precedenza, come il fanatismo religioso in rapporto alla vita politica e l’accettazione del diverso insomma, detta fuori dai denti cosa riesce piuttosto bene a “The Orville - New Horizons”? Mandare in scena trame dove il genere si fa metafora del presente, ovvero quello che è sempre stata una delle armi più affilate della fantascienza e che molte serie di Star Trek ufficiali, hanno perso di vista.

Il giudizio è influenzato dalle origini di questa serie? Probabilmente, però ammettiamolo, uno che fa lo scemo e poi dimostra di aver capito e di saper applicare la lezione, forse è meglio di chi quella lezione l’ha dimenticata no? Di sicuro bisognerà capire che piani ha in testa MacFarlane per il futuro di “The Orville”, farne un secondo Star Trek alternativo a quello originale o se questa formula, seria ma più leggera ha intenzione di evolversi distaccandosi sempre più dal modello un tempo oggetto di parodia. Lo scopriremo, per ora i nuovi orizzonti di “The Orville” funzionano.

Per vedere un po' di fantascienza farsi metafora del presente, abbiamo avuto bisogno del papà dei Griffin (no, non Peter).

Ad esempio “La storia di due Topàs” (3x05) riprende trame e personaggi dalle stagioni precedenti per approfondire il tema dell’omofobia, in un modo piuttosto delicato per altro. Mi ha colpito il fatto che MacFarlane abbia inserito nell’episodio una scelta musicale estremamente filologica, ovvero inserire una versione lirica della classica “You'll never walk alone”, che era il pezzo che si sentiva nel finale di un film molto attento al tema come Creature del cielo di Peter Jackson.

L’episodio “Due volte nella vita” (3x06) vede come protagonista Gordon Malloy (Scott Grimes) in una trama tra romanticheria e viaggi nel tempo che creano paradossi temporali, mentre in “Blu notte” (3x08), un momento onirico permette a MacFarlane di far valere il suo essere “amico di tutti” (come cantavano gli Elii) infatti compare anche la cantante Dolly Parton.

Quando hai amici ovunque e poi invitarli tutti nella tua serie tv.

Un buon supporto arriva dal cast che risponde bene al cambio di rotta, il primo ufficiale Kelly Grayson ha molto più spazio e ruoli d’azione, dove forse Adrianne Palicki risulta più a suo agio, insomma i nuovi orizzonti per questa serie non sono solo nel titolo. Non so bene che piani a lungo termine abbia MacFarlane per i suoi personaggi, ma visto in questo momento, dove molte delle serie di Star Trek ci lasciano con un panorama piuttosto desolante, non è male farsi un giro a bordo della Orville, che per altro sembra diventata il modello da seguire.

Fosse per me riempirei la Bara di foto di Adrianne Palicki (con fucili o senza), ma cerco di restare professionale.

Con le sue trame autoconclusive, i colori sgargianti e citazioni pop sparse (qui Mercer conclude un discorso motivazionale dicendo: «Che la Forza sia con voi!», un sacrilegio che MacFarlane può permettersi) sembra aver in qualche modo ispirato la prossima serie, questa volta legata al mondo di Star Trek per davvero, che arriverà a breve su questa Bara. Fino ad allora vi ricordo la rubrica dedicata all'universo creato da Gene Roddenberry.

14 commenti:

  1. Non mi dire che Seth ha rinunciato alle battute sconce!!! E di cosa riempie gli episodi??? :-D
    Scherzi a parte, un giorno recupererò tutto, ma all'epoca della prima stagione non sono riuscito ad andare avanti: mi aspettavo una parodia e invece era una serie "seria" (con mille virgolette), e già ero pieno di buonismo dalle serie titolari, non ce la facevo ad aggiungere pure quello di Seth.
    Però certo quel fanta-fucile imbracciato dalla Palicki mi attira non poco: mi sa che almeno quell'episodio me lo vedo ^_^

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    1. Pagherei per un film di 90 minuti con la Palicki che gira per corridoi vuoti, armata solo di fucile puntato e del suo broncetto. So che non avrebbe grande mercato un film così, però ;-) La deriva sempre più seria colpisce perché funziona e perché la qualità delle serie di Star Trek in giro la conosciamo, ora ho il dubbio su che strada potrebbe percorrere la Orville del capitano Seth senza più troppe battutacce, staremo a vedere, per ora promosso ma siamo al limite. Cheers!

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  2. Via, ora non ho più scuse. L'umorismo di Seth che mi stanca in fretta è ciò che mi tiene lontano da The Orville, ma se nella terza stagione cambia marcia... Ci dovrò arrivare! Anche se dopo Enterprise ho il box di dvd di Babylon 5 ad attendermi... O.o

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    1. Ti capisco, hanno messo "Spazio 1999" su Rai Play, che mi chiama e mi attira. Cheers!

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    2. Su Spazio 1999 sono pronto a soddisfare ogni tua curiosità. È una delle mie serie top😊

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    3. Vediamo, tempo di finire un po' di roba poi potrei lanciarmi. Cheers!

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    4. E così, dopo "The Orville", anche "Spazio 1999" potrebbe trovare la propria strada... qui, sulla Bara Volante, per cui rimarrò in vigile attesa ;-)
      Tra l'altro, è curioso notare il destino inverso della serie dei coniugi Anderson rispetto a quella di Seth McFarlane: "The Orville" parte leggera per arrivare ad essere (almeno a tutt'oggi) seria, "Spazio 1999" parte seria per arrivare ad essere leggera (colpa delle discutibili scelte di Fred "ho già affossato Star Trek e non vedo l'ora di fare il bis" Freiberger)...

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    5. Ti farò sapere, le intenzioni ci sono, vediamo se riuscirò a far seguire i fatti ;-) Cheers

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    6. Spazio 1999! Quanti ricordi! Ma sono sicuro di non averla vista con continuità, purtroppo...

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    7. Qui è su RaiPlay ma dalla Spagna non credo tu possa accedere, o magari no. Cheers

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    8. Eh no, ma in ogni caso se ne riparla tra qualche tempo...Vedo che sono solo 48 episodi, tra l'altro, quindi è pure fattibile!

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    9. Si, dopo mille mila puntate di Star Trek siamo allenati ;-) Cheers

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  3. Ho finito di vedere la stagione di recente, e per me è un "ni". Le motivazioni le ho spiegate per bene in un articolo programmato per la prossima settimana, provando a riassumere potrei dire di aver patito l'aumento del minutaggio che non è funzionale alla storia e si traduce il più delle volte in allungamento di brodo, Le gag che spesso non funzionano e l'aver abbandonato del tutto l'idea di una versione ironica di Star Trek per diventare uguale a Star Trek ma senza il teletrasporto.

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    1. In effetti il dubbio è proprio sul futuro, per ora ci può stare una stagione così, ma non so se abbiamo bisogno di un'altra Stra Trek. Cheers!

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