venerdì 18 novembre 2022

Omicidio a luci rosse (1984): il film anni ’80 definitivo

Tanto lo so che siete qui per le foto di Melanie Griffith, però vediamo se riuscirò a convincervi a restare anche per il film che, comunque, è davvero meritevole, perciò benvenuti al nuovo capitolo della rubrica… Life of Brian!

Si fa un gran parlare di anni ’80, del decennio dei jeans a vita alta e delle pettinature cotonate molti (che non li hanno vissuti) hanno un ricordo di plastica, al sapore di anni ’80 direbbe Leo Ortolani, la retromania avrà pure rallentato, ma non accenna a fermarsi. Per quello che mi riguarda il film definitivo degli anni ’80 è questo che incarna tutto di quel decennio e ora più che mai, sono convinto che De Palma fosse davvero avanti, perché, per certi versi, non solo nel 1984 aveva già detto tutto su quel decennio, ma anche sulla sua versione posticcia, di plastica, perché nel cinema di Brian da Newark tutto è un gioco di specchi, dobbiamo sempre dubitare delle immagini che vediamo, specialmente quelle cinematografiche, questa è la sua grande lezione.

Lezione molto ben esposta in un titolo che inizia a determinare l’andamento della filmografia del regista, un film su commissione (per quanto sempre curato e in linea con i temi Depalmiani) alternato ad un progetto più personale e sentito che per Brian da Newark di solito vuole dire una cosa sola: Thriller.

L'occhio per la regia di De Palma non è in discussione, ma nemmeno quello per la scelta delle protagoniste.

Scarface ci ha messo parecchio ad iniziare a macinare soldi diventando il culto che è oggi, nel frattempo il matrimonio di De Palma con Nancy Allen era naufragato e il nostro si era trasferito in California, dove con un budget di dieci milioni di ex presidenti defunti stampati su carta verde, De Palma riesce a farsi finanziare dalla Columbia Pictures un soggetto personalissimo, sceneggiato a quattro mani insieme a Robert J. Avrech e con dentro tutto il De Palma-pensiero: ricordi personali, il suo (sovversivo) punto di vista su Hollywood mescolato alle sue tematiche ricorrenti e alla famosa “grammatica Hitchcockiana”, ormai completamente assimilata dal regista del New Jersey, tanto che “Omicidio a luci rosse” insieme a Le due sorelle, Obsession e Vestito per uccidere, sono i film più alla Hitch di De Palma che, però, con “Body Double” si supera.

Iniziamo proprio dal titolo: “Body Double” fa riferimento alla controfigura, non tanto per le scene d’azione, quanto, in questo caso, per quelle di nudo, anche per questo la nostrana distribuzione ha pensato bene di solleticare i più pruriginosi, seguendo il vecchio adagio sul pelo e la coppia di buoi, quindi ecco uscire dal cilindro “Omicidio a luci rosse” anche se “Body Double” è il secondo film nato idealmente da una costola di Vestito per uccidere. Se lo spunto iniziale di Blow Out è nato quando De Palma ha spedito il suo fonico a registrare qualche nuovo suono da inserire nel film, “Body Double” potrebbe aver incamerato nella storia, le polemiche sulla controfigura, per molti troppo giovane e avvenente per sostituire Angie Dickinson nella scena iniziale della doccia di “Dressed to kill”.

La vicina dei sogni di ogni guardone, quella allergica a vestiti e tendine.

Anche se bisogna dirlo, le polemiche non sono mancate nemmeno per “Body Double”, nel documentario “De Palma” (2015) di Noah Baumbach il nostro, con il suo solito umorismo sornione, scherza sul fatto che la Columbia gli abbia concesso carta bianca, almeno finché non hanno davvero capito le sue intenzioni che prevedevano, ad esempio, far recitare nel ruolo della protagonista Annette Haven, un’attrice di film per adulti con cui De Palma era in buoni rapporti. Immagino che le urla dei vertici della Columbia si siano sentite a chilometri di distanza.

Anche Cronenberg aveva fatto recitare una diva dei film per adulti in un suo film, scelta perché la migliore del provino e non tanto per i suoi precedenti lavori, purtroppo De Palma non aveva Ivan Reitman come produttore e ha dovuto ripiegare, cascando in piedi, se posso dirlo, perché il ruolo di Holly Body (geniale gioco di parole) è andato a una Melanie Griffith che fino a quel momento aveva già lavorato con grandi registi, ma proprio grazie a questo ruolo sarebbe esplosa, anche perché, ammettiamolo, è perfetta per la parte, oltre al fatto (non secondario) che se mai deciderò di attirarmi più odio di De Palma con “Body Double” e di redare la lista delle più belle attrici mai viste nei film, un posto per Melanie Griffith è già idealmente bloccato. Ma tanto non lo farò mai, quindi al massimo è un problema del Cassidy del futuro, adios frescone futuristico!

Melanie era già qualcosa di travolgente prima di beh, "Qualcosa di travolgente" (1986)

Vi avevo annunciato fin dall'inizio della rubrica che l’espressione – da vero cinefilo colto – gioco di specchi, sarebbe stata molto in voga per De Palma, ci sono stati nella filmografia del regista del New Jersey titoli anche molto ironici e satirici, ma qui il gioco di specchi è appunto questo: un gioco, anzi, una vera e propria farsa. In “Omicidio a luci rosse” nulla è reale, i personaggi si muovono, spiano, ballano e si accoppiano all'interno di un'iperealtà che è cinema allo stato puro, quindi finzione che si atteggia da realtà, proprio per questo “Body Double” ha saputo incarnare così bene tutte le tematiche Depalmiane, ma anche quello stile ultra patinato che lo rende il film anni ’80 definitivo, insomma senza girarci troppo attorno… Classido!

Avete presente i famigerati cinque minuti iniziali di un film? Quelli che ne determinano tutto l’andamento? De Palma utilizza quelli di “Omicidio a luci rosse” per mettere subito in chiaro quanto quello che vedremo sarà finzione travestita da patinata realtà, delle palme finte, un’alba posticcia, delle tombe di plastica ci scaraventano subito dentro un film circolare nella forma, che inizia e finisce sul set di un B-Movie dell’orrore, con un vampiro che sembra il cantante dei Twisted Sister, ma che in realtà è l’attore Jake Scully (Craig Wasson) nei panni di un vampiro, anche se fa ridere vederne uno che si fa venire un attacco di panico per stare dentro una bara.

«Tiratemi fuori da questa Bara Volante sono claustrofobico non acrofobico!»

STOP! Scena rovinata, dice il regista del B-Movie (Dennis Franz, solito fedelissimo di De Palma), Jake come il Jimmy Stewart di Vertigo è afflitto da una fobia, nel suo caso non è la claustrofobia, perché tra docce, abitacoli delle auto e ascensori, si sa che i personaggi di De Palma sono insofferenti agli spazi chiusi, per loro molto spesso letali. Quindi, il nostro povero Jake se ne torna a casa dopo la peggior giornata lavorativa della sua carriera e trova (anzi vede) la sua fidanzata a letto con un altro uomo. Giusto per sottolineare il buongusto di De Palma nella selezione delle attrici, la fidanzata è quel mito vivente di Barbara Crampton.

Una scusa come un'altra per mettere una foto della mitica Barbara Crampton.

Automatico che Jake dopo una giornata così, venga ritrovato appeso al bancone di un bar a darci dentro con i Martini da un altro attore, Sam Bouchard (Gregg Henry) che prima per distrarre il collega dai suoi guai, lo convince ad iscriversi ad un corso di recitazione per sceneggiatori e poi risolve il suo problema di abitazione, lasciandogli le chiave del suo spettacolare appartamento, ma iniziamo con il corso perché qui troviamo qualche elemento biografico inserito nella trama da De Palma.

Il regista del New Jersey ha dichiarato che per migliorare il suo talento come scrittore, ha preso parte ad alcuni gruppi di recitazione che spesso terminavano con qualcuno troppo calato nel ruolo e pronto a crollare sul palco durante la lezione, quello che succede a Jake quando l’insegnante gli fa rivivere la partita a “Sardina”, ovvero l’origine della sua claustrofobia, infatti era lo stesso De Palma da bambino dietro al frigo di casa, giocando in casa con i suoi fratelli, una storia (vera) che diventa un elemento chiave per il protagonista, tanto quanto la casa di cui si ritrova custode per il fine settimana.

Protagonisti traumatizzati, rendono migliori i thriller dal 1958.

Chemosphere è un appartamento creato e progettato negli anni ’60 (il decennio in cui gli americani erano proiettati al futuro) che si trova nella San Fernando Valley in California, luogo noto anche come la Hollywood del porno, quindi l’ideale casa da guardoni, a base ottagonale e tutta finestre (sul cortile) in cui Jake potrà stare separato dalla fidanzata, rilassandosi e godendosi oltre al panorama, anche lo spettacolino offerto dalla dirimpettaia Gloria Revelle (Deborah Shelton) che a tiro di cannocchiale, tutte le sere, puntuale come la morte e le tasse, si esibisce in uno spogliarello e poi si tocchiccia un po’ giusto per dare ai distributori di uno strambo Paese a forma di scarpa una scusa per il titolo pruriginoso. Quindi, a questo punto, diventa obbligatorio un bel… Time Out Hitchcock!

«Ehi, quel tipo con la gamba ingessata mi sta spiando!»

“Body Double” assimila così tanti elementi presi da La donna che visse due volte e da La finestra sul cortile, da mettere in chiaro che se l’allievo De Palma non ha superato il Maestro Hitch, ormai è almeno al suo stesso livello. L’ossessione scopofila (e non ridete, dài!) di Jake viene utilizzata da De Palma per continuare il suo grande tema dello sguardo e del voyeurismo, ma anche per portare in superfice tutto il sesso che nei film di Hitchcock, per pudore o censura del tempo era accennato, ma mai troppo evidente. La paralisi di Jake, la sua claustrofobia che lo inchioda va di pari passo con la fissità con cui resta immobile a guardare, senza fare, una metafora sessuale più chiara Chemosphere, che con la sua conformazione dritta sparata verso l’alto, ha chiari rimandi fallici.

Ovviamente Jake si perde sempre di più nella sua ossessione per Gloria Revelle e qui va in scena il pedinamento a piedi forse più lungo della storia del cinema, De Palma si supera, avete presente il corteggiamento nel museo di Vestito per uccidere? Sembra una scena breve a confronto di Jake che segue Gloria per strada, nel centro commerciale, sale con lei in ascensore sfidando la sua claustrofobia e poi ancora giù lungo quelle infinite scale fino in spiaggia, perché come dicevo lassù nulla è reale in “Body Double”, tutto al massimo è ipereale, in questo trionfo della finzione sulla realtà.

Quando come musica d'attesa in ascensore hai Pino Donaggio.

Diventa chiarissimo quando Jake inseguendo il nativo americano indiano che ha rubato la borsetta di Gloria, esce fuori dal tunnel-el-el-el con fatica e qui arriva un bacio da film, che è più un bacio sensuale, visto che ogni elemento di “Body double” è piccante, anche se la macchina da presa che ruota a 360 gradi attorno ai protagonisti è un marchio di fabbrica della regia di De Palma.

Ve lo avevo detto che questo post sarebbe stato un po' piccante no?

Alla sua uscita, “Omicidio a luci rosse” è riuscito nell’impresa di far incazzare tutti, specialmente i gruppi femministi pronti ad accusare di misoginia il film, ma come? Solo perché quando Jake diventa testimone dell’omicidio di Gloria nel suo appartamento, l’assassino non solo la ammazza, ma la trapassa da parte a parte con un trapano grottescamente gigante, in una metafora che è come gli anni ’80, sopra le righe e ultra patinata, non è un caso se Patrick Bateman, il folle protagonista del romanzo “American Psycho” di Bret Easton Ellis è letteralmente ossessionato dal questo film di De Palma. Nulla mi toglie dalla testa che “Body double” non sia tra i padri nobili del cinema americano degli anni ’80, il decennio in cui lo Slasher e l’horror hanno raggiunto vette di creatività (e di emoglobina) forse mai più eguagliate.

Sigmund Freud, analyze this (cit.)

Eppure, l’uso dei personaggi femminili, la violenza su di loro, non è altro che la prosecuzione di un discorso cinematografico iniziato con Dressed to kill, estremamente legato al genere d’appartenenza, così come il fatto (non secondario) che nei film di De Palma i personaggi femminili, per quanto in costante pericolo, siano sempre quelli in controllo, opposti spesso a maschietti molto più fragili, vittima delle loro ossessione proprio come Jake e qui bisogna spezzare una lancia a favore di Craig Wasson, attore poco noto se non per qualche ottima prova in film di Arthur Penn che dal 2006 si è ritirato dalla recitazione (al massimo lo trovate a leggere qualche audiolibro di Stephen King), ma che qui con la sua prova risulta perfetto, perché a tratti il suo Jake è talmente spaesato, da risultare il perfetto “Alicio” finito in un Paese delle meraviglie piuttosto spinto.

L'immobilismo di chi è abituato a guardare e basta.

Tutto nel cinema di De Palma è doppio, anche il livello di satira, il nostro Brian da Newark qui non le manda a dire, in “Body double” il messaggio è chiaro: l’industria del cinema di Hollywood e quella dei film per adulti vengono equiparate (un tema che tornerà anche nel corso di questa rubrica). Grazie ad una pubblicità in tv l’attore di Hollywood Jake, riconosce il balletto di Gloria è capisce che qualcuno, ha assoldato l’attrice di film per adulti per impersonare la donna e renderlo testimone volontario di un delitto per sua natura perfetto e totalmente posticcio. Parliamoci chiaro: siamo di fronte ad un attore che diventa il testimone chiave di un omicidio dove l’esca è un’attrice che arriva dai porno e considerando l’identità dell’assassino (non la rivelo per quei due che ancora non avessero visto questo capolavoro), diventa il cortocircuito definitivo della finzione cinematografia, infatti con l’entrata in scena di Holly Body, ideale donna che venne visse due volte Depalmiana, in “Body double” il distacco dalla realtà cartesiana diventa netto e in parole povere, vale tutto.

Fun fact: per anni De Palma ha dovuto smentire di essersi ispirato ad un film per adulti con lo stesso titolo, anche perché quello è uscito solo nel 1985, rubacchiando il titolo da qui (storia vera)

Dove sta il gioco di specchi anche estremamente satirico? Ovunque! Holly Body è celebre per il film “Holly Does Hollywood” che fa il verso al celebre porno "Debbie Does Dallas" (1978) con Bambi Woods come protagonista che per un curioso e farsesco scherzo del destino è anche la città dov'è stato ucciso JFK, ovvero l’altra grande ossessione di De Palma. Lo sbertucciamento di De Palma alla Mecca del cinema americano è totale, infatti “Body double” mette Hollywood e i porno allo stesso livello, mescola zio Hitch con i videoclip (forma d’arte esplosa proprio negli anni ’80) e visto che De Palma ha regalato a Bruce Springsteen la sua mossa segreta di invitare una ragazza (nello specifico Courteney Cox) a ballare con lui sul palco, quando gli hanno proposto di girare il video della celebre e satirica “Relax” dei Frankie Goes to Hollywood lui ha pensato bene di inserirlo direttamente nel film. Certo, quello ufficiale del pezzo è stato diretto da Bernard Rose, ma la versione di De Palma ci sta alla perfezione in un film dove i protagonisti si muovono in un’iperealtà che è come il cinema stesso, realistica, ma totalmente fittizia.

Relax, don’t do it / When you want to go to it (cit.)

Quando affermo che ogni elemento di “Omicidio a luci rosse” non è altro che una “mossa Kansas City” per far abboccare lo spettatore e tutto e tutti, sono la “controfigura” di qualcun altro, basta pensare al modo in cui scegliendo Melanie Griffith come protagonista, ovvero la figlia di Tippi Hedren resa celebre da “Gli uccelli” (1963), De Palma abbia idealmente chiuso il cerchio con il suo Maestro potendo finalmente sedersi allo stesso tavolo come suo pari grado, voi invece dovreste apprezzare il fatto che non farò battute sugli uccelli, sto quasi diventando un blogger a modino (quasi).

Poi non mi credete quando vi dico che con De Palma è tutto un gioco di specchi eh?

Nello scontro finale tra Jake e l’assassino, con Holly in pericolo che offre motivazioni aggiuntive al protagonista, la finzione supera a destra la realtà facendole anche qualche gestaccio, il finale di “Body double” non ci prova nemmeno a essere realistico, anzi, sfuma direttamente nella sequenza finale, riportandoci tutti dove abbiamo iniziato, ovvero sul set di un B-Movie. Jake ha finalmente superato la sua fobia ed ora è pronto a completare il film, girando la scena della doccia (non manca mai una doccia in un film De Palma), definire satirico questo finale sarebbe riduttivo, dopo un intero film dove il regista del New Jersey ci chiede di dubitare di tutto quello che vediamo, idealmente come lo scienziato prestato al cinema che De Palma è sempre stato, qui ci svela qualche trucco della “magia del cinema”, infatti la scena della doccia prevede l’uso di una “Body double” che mette in chiaro quando sia circolare questo thriller che in puro stile sardonico (e anni ’80) come termina? Con i titoli di coda che scorrono sul primo piano su delle tette. Ditemi quello che volete, ma non riesco a non immaginarmi De Palma che se la ride in sala di montaggio alla faccia di Hollywood.

Una doccia in un film di De Palma non può mancare proprio mai.

Con tutti i suoi Nativi Americani chiamati Indiani e le sue protagoniste femminili iper sessualizzate, “Omicidio a luci rosse” è il titolo a cui penso sempre per primo quando si parla di cinema americano degli anni ’80, perché ne è una vera spremuta, tanto da non essere stato apprezzato alla sua uscita. Ai botteghini portò a casa poco più di otto milioni di fogli verdi con sopra facce di ex presidenti defunti, senza andare nemmeno in pari con il budget, molti critici lo demolirono perché, a loro detta, De Palma imitava troppo lo stile di Alfred Hitchcock, chissà se erano gli stessi che avevano dato addosso a Scarface perché De Palma si era distanziato troppo dallo stile di zio Hitch? Misteri ed isterie di Hollywood, la stessa sbeffeggiata da Brian da Newark, anche se bisognava correre ai ripari con qualche progetto più sicuro, soprattutto al botteghino. Per De Palma la sua coperta di Linus, quando non è il thriller, resta sempre la commedia, quindi ci vediamo qui tra sette giorni proprio con una di queste, non mancate compari!

32 commenti:

  1. Carabara, l'onda lunga del film è tale che nella serie Resurrection Man di DC Comics esiste una coppia di killer chiamate Body Doubles ed una delle due è una ex attrice di film birichini, se non ricordo male. Play Press ha tradotto la miniserie a loro dedicata (che non ho letto) anche se la prima serie di Resurrection Man era inedita a parte l'episodio 1.000.000 ( ambientato nel secolo 853) in un numero doppio estivo di Superman. Brian rules! Ciao ciao

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    1. Per essere uno che non ama videogiochi e fumetti, in quanto scienziato prestato al cinema, ne ha influenzati giusto un paio nella sua carriera ;-) Cheers

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Ma nno, sà?
      Te bastian contrario su stò fatto, fratellí.
      Sarà il dichiarato Hitchkocchiano, potrebbe eserere la location West Coast, sia anche l'occhio sull'uomo in fondo vittima di tutte queste fimminazze dalla doppiezza esaltata e per non parlar di tutta la foto...
      Ecco io oserei affermare che questa sia pellicola disperatamente talmente avanti da essere STREPITOSAMENTE NINETIES!
      Posto naturalmente il fattaccio che quello che furono gli anni '80 per gli States, lo dovettero alla spinta della West Coast che cercava di raggiungere la East Coast, dopo essere stata conquistata da quest' ultima nei '70 con la"seconda corsa all' oro" del ricco crimine organizzato post proibizionismo.
      il tutto sfociato nel cinismo da guerra civile dei Gangsta 90.

      Guardalo bene sto'filmaccione: dove starebbero machismi, edonismi, AmFukYeaa e le altre robine da QuantoCazzoSiamoFichi?E le tinte pastello?Tutta roba pesantemente EavyLeague: East Coast! New York, Miami con yuppusmi annessi e coca-coca-coca!!

      Nono: qui c'é ben altro, perché Brian stava riflettendo su dove avrebbe portato quella mega sbornia produttiva in cui sguazzava da outsider di pregio.

      Vuoi una prova del mio dire? Gli altri suoi 2 film di quel decennio, subito prima di infiocchettare l'epigrafe funebre dei 90 di nuovo con un decennio d'anticipo.

      Come si potrebbe infatti sintetizzare meglio il fine secolo hollywoddiano(e americano tutto) se non con "il falò delle vanità"?

      :))

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    2. Ci sta, perché sicuramente è un film figlio anche del fatto che De Palma si era trasferito in California dopo il divorzio da cotanta ex moglie, quindi aveva portato il suo sguardo da ragazzo dell’East Cost. Probabilmente sono vere entrambe le cose, ci sono film usciti in un decennio che però guardavano a quello precedente, mentre questo guardava al futuro, quello che mi frena nell’abbracciare la tua interpretazione è che gli anni ’90 cinematografici sono stati più pudici e accollati, inoltre quell’omicidio a colpi di trapanone sa di Slasher, quindi pieni anni ’80.
      Però mi piace la tua chiave di lettura, De Palma stava già guardando (occhiolino-occhiolino) al futuro ;-) Cheers!

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    3. "" che gli anni ’90 cinematografici sono stati più pudici e accollati""

      O___o'

      " CHECCAVOLOSTAIDICENDO, CASS? " (semi Arnold's cit)

      Facciamo che ci ripensi e poi ti pentenziagiti aprendo seduta stante la rubrica fiume su TUTTI i porno soft trihller che han fatto la fortuna e la carriera di tantissim# in quel PUBICISSILOL decennio


      Ti perdono solo perché é venerdì :p:p :p

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    4. Ci penso molto volentieri, ma mi tocca farti una precisazione, la prima metà degli anni '90 ha cavalcato il successo del film di Pòlveron, ma già verso la fine degli anni '90 non si vedeva più un pezzettino di epidermide nemmeno per errore. Se poi parliamo di messa in scena della violenza, la fine degli anni '90 ha portato a quel periodo in cui (anche negli horror) gli omicidi erano fuori scena, raccontati dai superstiti. Quindi torniamo al discorso di prima ;-) Cheers

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    5. MA COS!?!?

      Nei primi 10 per incassi cassetta piú botteghino per anno:
      96: Stripteese
      97: L'avvocato del Diavolo
      98: Tutti pazzi per Mery (xD)- e di quest'anno é anche Omicidio in diretta con Nicoletto Gabbia che omaggia appunto ciò di cui parliamo.-
      99:Eyes Wide Shot & American Pye

      Ma ti do atto che il resto del panorama é una desolata distesa immane di Quarto Reich Disneyano.

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    6. Da solo Brad Pitt in quel periodo fece Seven e Sleepers che vojo ddí... lo FAMO altro che lo DIMO.!

      giusto per far capire il trend.
      Sul Horror come sai non mi pronuncio, tacendo ciò che ignoro.

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    7. Già con "L'avvocato del Diavolo" siamo al limite. "American Pie" è proprio un altro campionato (se non un altro sport) perché la commedia segue regola di censura tutte sue. Restano il solito Pòlveron (sempre lui) che però p andato bene in cassetta, un altro Autorone come Kubrick e De Palma, diciamo dei tiratori liberi (o abbastanza tali). Il punto a cui siamo arrivati era quello che volevo dire, ovvero che il piano nel corso degli anni '90 si è inclinato, facendo scivolare tutto nel gorgo Disneiano, cioè dove ci troviamo in questo momento, con il salvagente per non affogare nel vuoto di film pensati per un pubblico di adulti e non dai 6 ai 60 anni. Cheers!

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    8. La deriva lapalissiana su cui concordiamo ha però di contro, stimolata da tutto l'underground audiovisivo che si creò di massa nei 90, portato allo sdoganamento totale di quello che un tempo era chiamato porno e ora é linguaggio massmediologico quotidiano accettato.
      A livello di sessualità e violenza, i 90 hanno reso disponibile ciò che era stato immaginato negli 80.il duemila racconta in diretta gli effetti di tutto questo grazie a internet

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    9. Vero, è stata la "coda strumentale", il formato VHS è diventato popolare grazie al porno negli '80 e tutti ne hanno beneficiato. Infatti nei ''90 (1999 per la precisione) è arrivato il found footage che non è altro la versione con gente vestita dei porno POV ma anche la moda dei sex tape, subito dopo a ruota, Internet. Cheers

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    10. Accipuffa é proprio un venerdí da visoni di là! :D :D

      Uno che vive all'ombra del museo del cinema che mi scrive che Il p. O. V é stato preso dal porno. Cosa sia storicamente che tecnicamente e tecnologicamente assurda.


      Te hai proprio bisogno di riposo

      Suerte y Salud

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    11. Eh, caro Giocher, qui in Padania sembriamo tutti polentoni ma in realtà siamo multitasking, quindi abbiamo effettivamente bisogno di riposo (eterno).
      Infatti veniamo qui sulla bara, dove ognuno ha il proprio loculo personale, per cercare un pò di relax dallo stress.
      Scusa se mi permetto, non sono cinefilo, però mi sembra le tuesternazioni che presenti, per quanto condivisibili o meno, siano "leggermente" pretestuose nel cercare uno scontro dietrologico, per quanto rimanga sul piano ideologico e dialettico.
      So che Cass non ha bisogno che lo si difenda, anzi ne è perfettamente capace, però a mio modistissimo avviso, sarebbe consono manifestare un atteggiamento un pò più moderato, se non altro per rispetto nei confronti del padrone di casa (anzi di Cassa) che ci ospita ogni giorno e risponde sempre con gentilezza e grande disponibilità alle nostre cialtronate.
      Per il resto cerea né!

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    12. Che poi seriamente, di che parliamo?

      Si prendano i 3 registi fondamento e simbolo degli anni 90.
      (prenderne uno solo troppo facile davvero)
      Parlo di quelli che per la Lente della Storia ne hanno fissato i canoni con una scena a caso di un loro film a caso.

      A prescindere dai gusti personali, di chi parliamo?
      Sappiamo tutti che nominerà qualcuno che di questo film di De Palma ha messo bizzeffe.

      Ho usato il botteghino come esemplificativo minimo di massa, ma artisticamente non puoi negare che i film IMPORTANTI E SEMINALI sono stati proprio quelli che vi si allontanavano.

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    13. Quella sul POV era una battutaccia, piuttosto nel mezzo di tutto questo cucuzzaro sul punto di vista, non abbiamo ancora citato Katrina tra i meritevoli e il suo film dove il punto di vista aveva la sua importanza. Cheers

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  3. Film fantastico, trasuda anni '80 da ogni inquadratura (posso dirlo avendoli vissuti!).
    La Griffith è pazzesca, se poi ci mettiamo il fatto che è stata sposata a più riprese con Don Johnson, altra icona di quegli anni, finendo anche come comparsa nella serie Miami Vice, nonostante fosse un'attrice di cinema (ma sappiamo che gli attori americani sono meno schizzinosi di quelli di altre nazionalità sul fatto delle comparsate in TV), allora chiudiamo veramente il cerchio su quel decennio esagerato.
    La cosa però di questo film che mi piace di più è il senso di spaesamento di Jake, reso benissimo da Craig Wasson che ricordo anche in Nightmare 3 e in un episodio della Signora in Giallo, sembra davvero un pesce fuor d'acqua, fa quasi tenerezza. Il lungo pedinamento, poi, mi piace tantissimo, forse perché essendo sotto sotto anche io un guardone come George McFly, il fatto di seguire una bella donna con la speranza ma anche la paura che si accorga di me è uno di quei pensieri reconditi che stimolano l'immaginazione maschile (quella femminile è più complicata e non lo dico per captatio benevolentiae ).
    Buon venerdì.
    Ciao

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    1. Don Johnson, lanciato da “Miami Vice” di Mann che è figlio di Scarface. La Griffith lanciata nell’Olimpo da De Palma qui. Se tanto mi dà tanto, Dakota Johnson dovrebbe essere considerata figlia di Brian, anche se il suo film più “birichino” (e famoso), se provo ad associarlo mentalmente a “Body Double” scoppio a ridere come il meme su J. Jonah Jameson ;-) Buon venerdì anche a te, ci siamo arrivati finalmente! Cheers

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    2. Ti rispondo qui sotto Daniele per fare meno casino: faccio spiccio cosí son sicuro capisci anche tu stavolta.
      1) Io e Cass ci conosciamo artisticamente da molto, condividiamo fino all'eccesso e nel dettaglio una mostruosità di gusti cinematografici e non solo.
      2) il piano di rispetto reciproco è tale che mi compiaccio di ritenere il suo intelletto perfettamente in grado di percepire ed apprezzare tono e stile volutamente goliardici.
      3) per tua palese reitarata ammissione capisci poco di cinema e ancor meno di sintassi..

      INDI, QUI PRODEST, FILII?

      :)

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    3. Okay Giocher, sei stato chiarissimo, la prossima volta mi farò i fatti miei.
      Alla sintassi di solito sono avvezzo, se non altro perché la utilizzo per lavoro, purtroppo nel rispondere non ho colpevolmente riletto quanto scritto, quindi chiedo scusa per gli errori, ma da una che scriva come te non accetto che mi si dica che non la capisco ;)
      Per il cinema hai perfettamente ragione, per fortuna che ci sono persone come Cassidy che permettono a degli ignoranti come il sottoscritto di cogliere molte sfumature che altrimenti mi sfuggirebbero.

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  4. Arrivo tardi ma faccio in tempo a battere le mani per una nuova ghiottoneria depalmiana, e firmo subito la petizione per farti iniziare un ciclo dedicato a Melanie Griffith ^_^
    Questo film era adorato dalla redazione di "CIAK": prima su rivista ne parlava ogni tre per due, poi a cavallo fra '80 e '90 ogni scusa era buona per mostrarne scene nella trasmissione televisiva. E io che non l'avevo visto, ed ero troppo giovane per convincere i miei a noleggiarlo in VHS, mi chiedevo sempre di che diavolo parlasse 'sto film, visto che "CIAK" dava per scontato che l'avessero visto tutti.
    Il che ha anche significato che ho conosciuto Melanie molto tardi: a lungo "CIAK" ha mostrato foto di "Qualcosa di travolgente" (1986) ma il primo film che ho visto con lei è "Una donna in carriera" (1988).

    Come sempre, mi riprometto di rivedere bene il film, ora che ho in testa le tue dritte sulle chiavi di lettura ;-)

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    1. Potrei fare una rubrica su di lei, mettendo solo foto di Melanie Griffith, sono sicuro che andrebbe fortissimo ;-) Capisco anche perché andasse forte su Ciak, se non altro hanno dimostrato buon gusto! Cheers

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    2. Solo sue foto con l'aggiunta di didascalie, che io mi impegnerei senz'altro a leggere dalla prima all'ultima (e succederebbe la stessa identica cosa se volessi optare, che so, per Deborah Shelton) ;-)
      Riguardo a "Omicidio a Luci Rosse", non penso di poter aggiungere altro a quanto hai già egregiamente scritto a riguardo... ecco, mi limito a consigliare a quei due ancora digiuni di questo capolavoro di recuperare al più presto perché, tra le altre cose, fa sempre piacere trovare Gregg Henry nel ruolo di una bravissima e onesta persona, trasparente, leale, insomma qualcuno di cui ci si può fidare al cento per cento ;-)

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    3. Gregg Henry ha fatto anche delle cose buone, vabbè una almeno, essere il vero motore della storia a suo modo ;-) Cheers

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  5. Anche questo merita un ripasso ma, a differenza dei precedenti thriller, lo ricordo molto meglio: un piacevole connubio di suspense, violenza, provocazione (dire sensualità é riduttivo) e gustoso umorismo.

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    1. Mi puntassero la classica pistola alla testa chiedendomi il mio De Palma preferito, penso che direi "Body double". Poi dopo, consapevole di non avere un nuovo buco nel cranio, farei smaltire l'adrenalina e potrei ritrovarmi a non pentirmi affatto della scelta di puro istinto (di sopravvivenza) ;-) Cheers

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  6. Questo film mi ricorda sempre il lapidario giudizio di mio fratello su DePalma: poco originale. Io sono più dalla tua parte, Cassidy, e il caso vuole che mi sia guardato proprio Vertigo e Notorius questo novembre... :--)

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    1. Per fortuna conosco il fratello Simon giusto allora ;-) Scherzi a parte, le grandi menti guardano film coordinate! Cheers

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    2. Povero altro fratello Simon, è molto cinefilo pure lui! :--)

      Ma ora mi dovrò guardrae Body Double, via...

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    3. Scherzavo ovviamente, sono sicuro che andrei d'accordo anche con lui, per il resto, buona visione! ;-) Cheers

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