sabato 19 novembre 2022

Heat 2 di Michael Mann e Meg Gardiner (2022): il migliore dei seguiti possibili

Per essere una pagina di cinema dal nome che fa fare gli scongiuri, la rubrica su Michael Mann ha portato bene al regista di Chicago, ma ammettiamolo, la fortuna a volte uno se la crea senza restare con le mani in mano, che non è certo l’abitudine di Michele Uommo.

Dopo aver supervisionato e diretto il pilota della serie Tokyo Vice (la trovate su Paramount+ quindi non avete più scuse), Michael Mann è finalmente riuscito a sbloccare lo stallo attorno alla biografia su Enzo Ferrari ferma ai box da fin troppo tempo, il nostro è stato più volte avvistato dalle parti di Modena sul set del suo prossimo film. Inutile direi che lo attendo molto, ma nel mezzo il regista di Chicago si è imbarcato in un’altra sfida, ve lo dico subito, vinta.

Michael Mann direttamente da Modena e dal set del suo prossimo film.

Quando un regista torna sul luogo del delitto del suo film più famoso e celebrato, di solito vuol dire che la sua carriera è finita in una fase di bassa marea, quindi tocca sfruttare l’onda lunga e dare in pasto al pubblico un seguito, problema che Mann non ha visto che lui fa le cose a modo suo, quello giusto, parafrasando una battuta famosa di Robert De Niro, giusto per restare in tema.

Tra i tanti film bellissimi diretti dal regista di Chicago, Heat è forse il più monumentale, anche nel cuore del pubblico, un film talmente fondamentale che qui alla Bara gli abbiamo dedicato non uno, ma due post. Sono passati ventisette anni da quel film, ma Mann non ha mai smesso di restare concentrato, sul pezzo, proprio come Neil McCauley o Vincent Hanna, impegnato in una lunghissima rincorsa iniziata con Sei solo, agente Vincent e terminata per davvero con questo “Heat 2”, il primo romanzo del regista, il suo ritorno sul luogo del delitto che chissà poi davvero se sarà la fine della sua caccia, visto che Mann non ha nascosto l’interesse di portarla per davvero al cinema questa storia, ma andiamo per gradi come avrebbe detto Anders Celsius.

Pacino nella parte di Cassidy che galvanizzato, si divora le pagine di "Heat 2".

Da vero professionista Mann, per questo colpo si è affidato ad una squadra di veterani, infatti “Heat 2” porta la sua firma e quella di Meg Gardiner, pluripremiata scrittrice texana di thriller venduti in tutti il mondo e per di più tre volte campionessa al celebre quiz televisivo americano “Jeopardy!”. Insieme i due combinano per un seguito in cui tutta l’esperienza di Mann diventa un valore aggiunto e per una volta, anche i suoi dati anagrafici, seguitemi per un momento nel mio ragionamento.

Michael Mann fa parte della generazione di registi con l’età giusta per essere stati influenzati più che positivamente dall’uscita in sala di Il Padrino - Parte II, infatti bisogna sottolineare come Coppola abbia messo idealmente insieme i due più grandi attori della loro generazione, Al Pacino e Robert De Niro, ma come sia stato poi Mann a farli - letteralmente - sedere allo stesso tavolo, uno di fronte all’altro. In questo senso “Heat 2” (sottotitolo fondamentale “1988-2000”) paga ancora una volta il debito con il film di Coppola, perché è allo stesso tempo prequel e seguito di Heat, ambientato su più piani temporali, un prima e un dopo la rapina andata male che era l’apice del film del 1995, il modo perfetto per fare propria la lezione di Coppola.

«Ok ragazzi, Coppola vi ha tenuti separati, ma io ho bisogno di voi due insieme»

Se si trattasse di quasi qualunque altro regista, avrei pensato subito ad un’operazione macina soldi per sfruttare la popolarità del film, ma Mann tante volte è identico ai personaggi che scrive, professionisti fenomenali nel loro lavoro, a cui sono completamente dediti come se la loro fosse una missione di vita, infatti “Heat 2” dà valore a tutto questo perché è frutto di tutto l’enorme lavoro preparatorio fatto dal regista per girare il film del 1995, le ore di appostamento insieme alla polizia, lo studio delle azioni del vero criminale che ha ispirato il personaggio di Neil McCauley, tutto questo trova spazio nel romanzo che senza girarci troppo attorno, non solo è il migliore tra quelli che ho letto quest’anno, ma forse anche dell’anno procedente (storia vera).

Il romanzo di Michael Mann e Meg Gardiner comincia un minuto dopo la fine di "Heat", nel 1995, con Chris Shiherlis (nel film interpretato da Val Kilmer) rimasto gravemente ferito e aiutato dall’hacker Nate a scomparire, spedito a nascondersi nel centro nevralgico del contrabbando, il regno dei narcotrafficanti sudamericani, ovvero Ciudad del Este, proprio al centro della triplice frontiera tra Paraguay, Brasile e Argentina.

I salti in avanti della storia (tutti molto chiari e senza possibilità di confondersi) ci mostrano l’ascesa di Chris in un luogo che definire ostile sarebbe riduttivo, da americano intento a mantenere un basso profilo, su fino alla sua nuova condizione, una vera e propria trasformazione professionale ed umana, che passa dalla famiglia criminale orientale che si avvale dei suoi servigi, ma anche di un nuovo amore. Quando la storia si riavvolge per Chris, lo fa per ricordarci l’inizio della sua storia travolgente con Charlene (Ashley Judd nel film), l'àncora emotiva del personaggio, impossibile da dimenticare perché per essere un maestro delle storie da duri, Mann sa sempre come far esplodere la passione e i sentimenti nei suoi personaggi, fuori di ghiaccio dentro cuori in fiamme, segni di continuità da narratore che sono sparsi per tutto il libro.

Romanticismo, roba da veri duri.

Non è un caso che la nuova donna di Chris sia una tostissima orientale – un vero classico per Mann – tanto che in alcuni momenti leggendo, sembra di sentire nelle orecchie gli Audioslave, quando i personaggi si scambiano sguardi carichi di desiderio o si consumano nel non verbale, che Mann ha sempre maneggiato alla grande al cinema e che colpisce duro anche dalle pagine del romanzo.

Ma “Heat 2” oltre a raccontare cosa è accaduto ai protagonisti dopo il film, riavvolge la storia fino al 1988 per raccontarci del giovane Vincent Hanna, alle prese con un difficile caso a Chicago (città natale del regista), che vede l’ennesimo parallelismo tra il poliziotto e la sua nemesi, perché anche Neil McCauley alle prese con un complicato colpo in fase di preparazione, si trova in trasferta temporanea nella città del vento nello stesso periodo, un modo raffinato di sottolineare ancora come i due personaggi siano sempre stati due facce della stessa medaglia.

La contrapposizione tra Hanna e McCauley che era tra i lati più positivi del film, trova il modo di continuare anche su carta, visto che Mann introduce qui il personaggio di Otis Lloyd Wardell, un feroce assassino, matto come un cavallo che in tempi diversi nel corso di questa storia ambientata tra il 1988 e il 2000, sarà avversario di entrambi i personaggi creati dal regista.

«Il seguito è sulla tue spalle Chris, io mi occupo della parte prequel»

“Heat 2” non è un romanzo che si crogiola nei vecchi ricordi, Mann tiene conto della direzione moderna, se non proprio futuristica presa dal suo cinema, in questo romanzo si trovano le ossessioni per gli ultimi ritrovati della tecnologia che era alla base di titoli bellissimi e sottovalutati come Blackhat e Miami Vice quindi “Heat 2” è molto più di un’operazione nostalgia, ma è un tassello importante della poetica e della produzione di Michael Mann, che trova il modo di fare dell’ottima azione anche su carta.

Difficile, quando si tratta di un romanzo scritto a quattro mani, andare a distinguere chi abbia scritto cosa, il che non può che essere un punto a favore del libro, probabilmente in molti passaggi è stata l’esperienza di scrittrice di Meg Gardiner a trovare il modo di far filare la storia al meglio, ma i due autori insieme lavorano in sinergia tale da sperare che il loro sodalizio artistico prosegua anche in futuro, perché “Heat 2” sono 560 pagine che ho divorato in un tempo ridicolmente breve.

Le virgole e la punteggiatura sono quasi una rarità in questo romanzo, i due autori prediligono frasi che sono epitaffi conclusi da un punto, stilettate di parole che rendono velocissima la lettura di quello che è un vero romanzo, non una sceneggiatura malamente riadattata, anche se si annusa aria di grande cinema ad ogni pagina. A “Heat 2” manca davvero solo la fotografia e la colonna sonora, ma con una certa famigliarità con il cinema di Mann, leggendo il vostro cervello ci metterà gli Audioslave (o chi volete voi) di sottofondo nei momenti giusti, mentre la storia ti riporta in quelle strade bagnate illuminate dai neon, o nelle notti di Los Angeles, che qui non vediamo, ma sono tutte brillantemente suggerite dalle parole, perché si dice sempre che il libro è meglio del film, una frase fatta, ma in questo caso il formato scelto sembra quello migliore possibile.

Un riassunto per immagini dello stile di scrittura di Mann.

Il difetto – se così possiamo definirlo – di “Heat 2” è il suo saltare completamente tutta la parte data per scontata, penso che potrebbe leggerlo anche chi non ha visto il film, grazie alla sua natura in parte di prequel, ma scordatevi che vi venga data una descrizione fisica di Chris o degli altri personaggi. Come lettori è automatico “vedere” nella propria testa Val Kilmer invecchiato bene, con le rughe giuste quando Mann fa continuare la storia del personaggio nel futuro, così come nessun “de-aging” potrà mai funzionare meglio dell’immaginarsi un Al Pacino più giovane, impegnato in un’indagine a Chicago che nel suo DNA ha qualcosa della caccia al serial killer di Manhunter.

Insomma, se sentivate puzza di sbirri ed eravate pronti a mollare tutto in trenta secondi netti, sappiate che “Heat 2” non è solo il migliore dei prequel e dei seguiti possibile per un capolavoro del cinema d’azione, ma è una lettura che non dovreste negarvi per nessuna ragione al mondo, anche perché è davvero puro cinema Manniano al 100% su carta, quindi già di suo imperdibile.

Affrontiamo l’elefante nella stanza? Perché tanto lo so che siete ossessionati dall’idea più di Mann dalla ricerca sui suoi personaggi: “Heat 2” potrebbe diventare un film e nel caso, sarebbe una delusione di seguito?

Mettiamo mano alle armi, il prossimo paragrafo sarà tosto.

Appena la notizia del romanzo ha iniziato a girare, “Infernet” è impazzito, anche perché Mann non si è nascosto dietro ad un dito, fin dall’annuncio il regista sta parlando apertamente della volontà di portare questa storia al cinema. Personalmente ho dei dubbi sulla fedeltà del pubblico, che si sa, dice di amare così tanto Heat ma poi Blackhat al cinema, non va a vederlo. Per me “Heat 2” potrebbe diventare un grande film di Michael Mann, certo il romanzo ci permette di avere nella nostra testa di lettori il casting perfetto, invecchiato o ringiovanito proprio come Padre Tempo e la trama richiede.

Mann ha dichiarato di avere nella sua di testa più di una soluzione per questo fattore determinante (ma senza dichiarare quale), io avrei una mia idea per un possibile nuovo casting, se volete ne parleremo nei commenti, ma ci tengo molto a non distrarre con queste chiacchiere dall’elemento chiave, restiamo concentrati sul fatto che se davvero il pubblico ama così tanto Heat e ne desidera ardentemente un seguito, esiste già ed è il migliore dei seguiti possibili (perché è allo stesso tempo anche un prequel), non tutto diventa “vero” solo sotto forma di cinema, una storia è sempre reale quando qualcuno la racconta e in questo caso, in un modo talmente cinematografico da riuscire con successo a travalicare i limiti della parola scritta e allo stesso tempo, ad utilizzarla a proprio vantaggio, quindi se volte un grande film, lo trovate dentro queste 560 pagine. Ora sapete cosa fare.

Per il resto invece, vi ricordo la rubrica dedicata al cinema di Michael Mann.

20 commenti:

  1. Allora..
    Famo a capisse bene...
    Come uno Snyder qualsiasi
    (MA VECCHIO!)
    cerca la claque a volano del pubblicodell'internet- con un soggetto talmente fetente da non circolare nemmeno come tale ma rimaneggiato dal team dei Negri di una serial trihllerista finta come la qualità della casa editrice che l'ha inventata-
    sperando che Netfuck o HBO annusino hipe e ci mettano il grano?
    Puntando però ad un pubblico piú anziano e malconcio degli interpreti originari
    Siamo alle Fun fiction sponsorizzate direttamente dai registi..

    Sconforto & tristezza sesquipedali


    Però son curiosissimo del tuo eventuale fantacasting per stò
    " SequelmaPrequel"

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    1. Bah, non è affatto quello che ho scritto, perché il risultato finale è tutto tranne che sconfortante o triste, poi fai tu. Cheers

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    2. Certo che non é quello che hai scritto tu.. Anzi te sembri pure conquistato.
      Ero io che cercavo di raccapezzarmi.. Robe come queste appena dopo l'alba mi spezzano.

      No polemica, giuro.
      reazione spontanea

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    3. Scopro da te di questo libercolo.
      E la mia opinione la motivo citando:
      "" ELENCO TOTALE DEI FILM ORIGINALI ENTRATI NELLA TOP 20 DEL BOX OFFICE MONDIALE NELLE ANNATE 2009-2022
      (no sequel, no reboot, no libri, no fumetti, no videogiochi, no eventi storici o biografie di gente famosa, no adattamenti di brand qualsiasi già conosciuti)*

      2022: The Lost City, posizione 19, 190 milioni; Smile, posizione 20, 189 milioni (annata ancora in corso).
      2021: Free Guy, posizione 14, 330 milioni.
      2020: Tenet, posizione 5, 365 milioni.
      2019: nessuno (il primo è C’era una volta a Hollywood, posizione 24, 374 milioni).
      2018: nessuno (il primo è A Quiet Place, posizione 32, 340 milioni).
      2017: nessuno (il primo è Split, posizione 34, 278 milioni).
      2016: La La Land, posizione 17, 447 milioni.
      2015: San Andreas, posizione 16, 473 milioni.
      2014: Interstellar, posizione 10, 677 milioni; Lucy, posizione 18, 458 milioni.
      2013: Gravity, posizione 8, 723 milioni; Pacific Rim, posizione 16, 411 milioni.
      2012: Ted, posizione 12, 549 milioni; Django Unchained, posizione 16, 425 milioni.
      2011: nessuno (il primo è Le amiche della sposa, posizione 22, 288 milioni).
      2010: Inception, posizione 4, 826 milioni; Il cigno nero, posizione 16, 329 milioni.
      2009: Avatar, posizione 1, 2 miliardi e 7; 2012, posizione 5, 769 milioni; Una notte da leoni, posizione 10, 468 milioni; Bastardi senza gloria, posizione 20, 321 milioni.

      Fonte: Box Office Mojo

      (*anche no film d’animazione, e no film cinesi che hanno incassato quasi solo in Cina, che in entrambi i casi le strategie commerciali sono completamente diverse)

      Prego, prego, niente di che, ci ho messo 10 minuti. Davvero.
      Oltre alla posizione ho messo anche l’incasso perché sapete com’è, un Marvel costa 200 milioni, se un film originale suda per incassarne 400 fai fatica a chiedere lo stesso budget.
      Si potrebbero fare mille analisi del perché e del per come, ma il colpo d’occhio è desolante: quando va bene i film originali in Top 20 sono due, quando va male nessuno. Nessuno.
      E i tentativi non sono di certo mancati. Stanno tutti sotto."

      Ora quindi se persino Mann é costretto ad un giro dell'oca pubblicitario come questo permetterai lo sconforto PERSONALE.

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    4. Penso che davanti alla notizia di “Heat 2” (libro ed eventuale film) sia importante reagire come un personaggio di Mann: zero sentimenti fuori e incendio dentro. La tentazione forte è «OMMIODDIO Voglio vedere il film!» e poi eventualmente far partire il fanta-basket-hollywoodiano del cast (dopo ci torniamo).
      Lo dico fuori dai denti, vivo bene in un mondo dove “Heat” è un bel figlio unico, se seguito deve essere (perché frulla nella capoccia di Mann da “Sei solo, agente Vincent” o giù di lì) allora il romanzo è la forma migliore, infatti mi ha esaltato non solo perché è un’ottima lettura, ma anche perché siamo tutti ben consapevoli della situazione e abbiamo le esperienze dell’ultimo Scorsese e dell’ultimo Top Gun, quindi sappiamo che gli attori per ragioni diverse non potrebbero reggere un confronto già tosto con il film del 1995.
      Cinque alto per l’ottimo impiego dei dieci minuti, sono il tipo di freddi numeri che parlano e ribadiscono quello che era chiaro. Pensa che ne parlavo con l’altro due terzi dei Caballeros, oltre agli ottimi esempi di film ignorati dal pubblico, si diceva che il suo prossimo lavoro su Enzo Ferrari probabilmente sarà un altro sonoro flop.
      Perché poi tutti Manniani ma se si parla di “Heat” e poco altro, quindi io credo che la mossa di buttare lì piani su un possibile seguiti al cinema, serve al Michele Uommo per far parlare del romanzo (ovviamente), ma mi sa di esca per mendicare attenzioni da parte di qualche produttore, il che ci porta al punto.
      In un mondo giusto, scorrendo i Social-cosi cinefili bisognerebbe trovare solo roba Manniana, invece è un altro grande che sta alla canna del gas, con dignità, come i suoi personaggi (ghiaccio fuori fiamme dentro), però se esiste uno che non ha MAI raccolto la considerazione che merita (nemmeno presso il pubblico che dice di amarlo), quello è proprio lui, sconforto a questo punto doveroso. Cheers!

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    5. Il mio ragionamento in fondo va semplicemente a parare nel ricollegare il tutto ai modi in cui un regista volente o nolente si deve confrontare oggigiorno sull'approccio al sequel obbligatorio del film cui il pubblico lo associa.
      Quello di cui tu parlavi riguardo Kevin Faige.


      A prosciuttere: MALA TEMPORA CURRUNT

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    6. In ogni caso pensavo a questi nomi per il fanta-Heat-basket:
      Oscar Isaac per il giovane Vincent Hanna. Facile facile per scaldare i muscoli.
      Jon Bernthal nei panni di Neil McCauley da giovane. Più per il piglio e l’atteggiamento che per altro.
      Per Val Kilmer è oggettivamente un casino, non solo perché nessuno gli somiglia ma anche perché Chris avrebbe la porzione più grossa del film, potrei azzardare Boyd Holbrook, ma dopo che gli
      Dèi del cinema hanno posto la mano sul suo capo biondo. Cheers!

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    7. Intendevo Kevin SMITH, ovviamente.. Sorry.

      Kilmer giovane te lo fa Shia L'éBuffo in Stanislaski spinto continuato. Da vecchio lo fa Crhiss Pine anche gratisse. XD XD

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    8. Si, avevo capito tranquillo. Facile lo faccia anche LaBluff gratis, specialmente dopo gli ultimi suoi film non proprio al meglio ;-) Cheers

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  2. Impressionante il fatto che ci sia un paragone così calzante (2 volte citato) con gli Audioslave, Collateral docet in effetti. Debbo ancora acquistarlo ma di sicuro lo leggerò da qui a un anno, perché lì dove il cinema non può più continuare allora la letteratura può prenderne l'eredità. Però ora devo ancora finire: Cercando la luce di Stone, A proposito di niente di Woody e quello che forse assomiglia più a questo libro di Mann, intendo Once upon a time in Hollywood di Tarantino. Ovvio non è un seguito scritto, è più un approfondimento narrativo scritto di proprio pugno, ma rientra sempre nei registi che mettono una costola narrativa ai loro progetti sotto forma di libro.

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    1. Suggeriti dai miei neuroni e da almeno una scena del romanzo, che si chiama proprio echi Manniani Wide awake. Ottimo paragone, il libro di Tarantino è un compendio al film, quello di Mann un vero e proprio Presequel (eh!?) ma sono figli del roteare di meningi dei due registi, che nella loro creazione dei rispettivi personaggi, avevano creato un enorme mondo che al cinema non aveva trovato spazio, ma su carta ci sta alla grande. “Cercando la luce” di Oliviero Pietra ha un solo difetto, lo riscontrerai quando arriverai alla fine, termina troppo presto ;-) Cheers

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  3. Già segnato da comprare, sono curioso sul tuo cast dei sogni, io non riesco a vedere altri oltre a Pacino e De Niro, per quanto riguarda Val Kilmer forse Kris Hemsworth ?

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    1. Ti dico quello su cui mi sentirei eventualmente più sicuro, ma anche il più facile, per il giovane Vincent Hanna potrebbe funzionare Oscar Isaac. Cheers!

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  4. Lo chiederò a Babbo Natale. Ero dubbioso, ma da un manniano all'altro mi fido.

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    1. Vai forte, vai giovane, vai Brooklyn (cit.), sono molto curioso di sapere il tuo parere sull'opera ;-) Cheers

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  5. Interessante, non sapevo di questo progetto. Anch'io potrei chiedere a Babbo Natale, è da molto che non leggo un bel thriller.

    Parlerai anche di Fairy Tale?

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    1. Non penso, l'ho letto volentieri ma non mi ha conquistato. Ti consiglio "Heat 2" piuttosto, spero Babbo Natale distribuisca tante copie ;-) Cheers

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  6. Ho visto benissimo la dicitura "romanzo", lassù, ma per un momento ho voluto lo stesso credere che fosse la locandina di "Heat 2", girato da Mann in gran segreto e già bell'e pronto per la distribuzione in sala a Natale... ;-)

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    1. Può esserci una distribuzione sul tuo comodino per Natale se vorrai ;-) Cheers

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