Kevin Smith è stato
uno dei primi a insegnare al suo pubblico a restare in sala fino alla fine dei
titoli di coda, non solo per i ringraziamenti matti infilati nei crediti, ma
anche per scherzi come annunciare “Clerks 2: Hardly Clerkin'” alla fine dei
titoli di coda di “Dogma” (1999).
Anche se più che
scherzi, spesso sono stati segni di continuità in quello che è noto come “View
Askewniverse”, ovvero l’universo di personaggi creati dal regista del New
Jersey, che al seguito del suo
film più famoso, ci è arrivato per davvero
tra il settembre e il novembre del 2005, quando con tanto di
web diario di produzione, ha girato il film, che per un po’ avrebbe dovuto intitolarsi “The
Passion of the Clerks”, per sbertucciare un certo film di Mel Gibson piuttosto
chiacchierato, ma poi è uscito nelle sale nel 2006, con il titolo dritto e
pulito di “Clerks II”.
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La scena che chiude alla perfezione il cerchio, ve la sparo subito all'inizio tiè! |
Un bel rischio a
quel punto della carriera di Smith, che aveva già provato la via di un cinema più
intimo e meno collegato al suo “View Askewniverse”, ma il risultato era stato
il bistrattato e per certi versi discutibile “Jersey Girl” (2004). Annunciare
il seguito del suo film manifesto a quel punto sembrava tanto un modo per non
affogare, il risultato però ha sorpreso tutti.
Certo, “Clerks II”
non ha il tiro del
primo capitolo, non ha la stessa esigenza narrativa, Kevin
Smith non ha avuto nemmeno bisogno di vendere la collezione di fumetti, dormire
e girare sul posto di lavoro o mettere su una mezza truffa con l’assicurazione
dell’auto per finanziare il secondo capitolo. A quel punto della sua carriera
Smith poteva contare sulla coperta calda e comoda della produzione dei fratelli
Weinstein, di cui va detto, anni dopo è stato anche uno dei pochi nell’ambiente
cinematografico a prendere le distanze con gesti concreti, quindi tanto di
berretto
cappello al regista al nostro Kevin.
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Una Rosario Dawson che balla, che aiutarvi a superare la mia solita, infinita premessa. |
“Clerks II” è un
film che fa lo scemo ma non perché sia stupido, il che è una differenza
sostanziale, ma soprattutto resta forse l’ultimo film di Kevin Smith dove il regista
ha saputo dosare per davvero uno dei suoi super poteri, quella capacità di far
ridere (anche con trovate gustosamente volgarissime) ma anche di risultare
malinconico, quasi tenero, un equilibrio difficilissimo da mantenere che è la
vera forza di “Clerks II”.
Non a caso il film
inizia in bianco e nero, ma passa presto al colore, più o meno quando Dante
Hicks (Brian O'Halloran) e Randal Graves (Jeff Anderson) sono costretti a
lasciare il Quick Stop e il negozio di videonoleggio a causa di un incendio per
andare a fare i commessi da Mooby, un fast food che non solo è il nuovo luogo
di spaccio dei soliti Jay e Silent Bob (sempre Jason Mewes e lo stesso Kevin
Smith), ripuliti e rinati in Cristo, ma permette di allargare la “famiglia” dei
personaggi.
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La perfetta fotografia di un'intera generazione (però con più pupazzetti) |
Dante è fidanzato
con il clitoride sovradimensionato Emma (Jennifer Schwalbach Smith,
moglie del regista), ma ha un amicizia-che-è-più-di-un-amicizia con la titolare
del fast food, la bella Becky (una Rosario Dawson come sempre da urlo) mentre
dietro al bancone, troviamo Elias (Trevor Fehrman), nerd, ultra religioso ma soprattutto
fanatico dei Transformers e del Signore degli Anelli, insomma la vittima
sacrificale perfetta per Randall.
“Clerks II” fila
come una lippa grazie ai soliti dialoghi al fulmicotone scritti da Smith,
trattandosi di un film del 2006 e soprattutto firmato da uno che sarà anche “Silent
Bob”, ma zitto non ci è stato mai, il regista poteva ancora permettersi di farsi
beffe del politicamente corretto quando non era un’ossessione di qualche “leone
da tastiera”, ma semplicemente un modo divertente per sfottere certi tick della
società. Un tempo forse un po’ più leggero dove facevano ridere e basta le uscite di
Randall su quella cieca di Anna Frank, senza bisogno di schieramenti, pro o
contro questo e quel determinato modo di pensare. Insomma abbiamo avuto tutto il
tempo di diventare dei pesantoni dopo questo film.
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#MeeToo |
In un attimo Smith snocciola
tormentoni come quello “ass to mouth”, oppure il tentativo di Randall di
riappropriarsi di espressioni ormai compromesse per sempre. Preso
solo come elenco di momenti divertenti, “Clerks II” è una bomba a mano in grado
di strapparvi una risata più e più volte nel corso dei suoi 97 minuti.
Sono sicuro che nei
commenti avremo modo di sbizzarrirsi, ma ci tengo a dire che dopo questo film
(e l’imitazione di Jay) non ho mai più potuto guardare il Bufallo Bill di
Il silenzio degli innocenti con gli stessi occhi (storia vera). Allo stesso modo Smith, da
cattolico convinto, non fa sconti a nessuno, persino Elias e il suo troll Pio
Bernardo è un ottimo modo per accanirsi su molti atteggiamenti della sua stessa
religione, perché lo ribadisco, si può fare gli scemi senza essere stupidi,
Kevin Smith è un ottimo esempio di questa politica.
“Clerks II” è un
film perfettamente calato nel 2006, basta dire che tornano tutti gli amici dell’
View Askewniverse come Ben
Affleck, Alanis Morissette (evocata musicalmente come i Soul Asylum) oppure Ethan
Suplee e Jason Lee, con ancora addosso i baffi ma in un ruolo diametralmente
opposto a quello del suo Earl, serie a cui stava ancora lavorando proprio nel 2006.
Ma “Clerks II” risultava
perfettamente a fuoco anche nel fare il punto della situazione sulla famigerata
“cultura nerd”, quella che lo stesso Smith ha largamente contribuito a far
uscire dal ghetto dei negozi di fumetti. Se nel 1994 eravamo in pochi a fare
discorsi sui massimi sistemi di Guerre Stellari, nel 2006 la faccenda si era
diffusa a macchia d’olio, non è un caso se uno dei momenti impressi a fuoco
nella memoria collettiva uscito da “Clerks II” sia la tirata di Randall,
vecchio fanatico di Star Wars contro i nuovi rinati ne
Il Signore degli Anelli. Per la nuda cronaca, l’altro momento marchiato a fuoco nella memoria
di tutti noi è Kelly e il suo erotismo interspecie, su questo non si discute.
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Poi ditemi che questo film non è stato profetico. |
Digerito il fatto
che “Clerks II” non avrà mai l’impatto del
capostipite sull’industria
cinematografica (parliamo sempre di film indipendenti, ma quello resta il più
indipendente di tutti), il film se la gioca con la leggerezza di chi sa di non
essere qui per fare di nuovo la storia, ma di avere comunque una storia da
raccontare, quindi si, può essere considerato un seguito degnissimo di un film
super indie, ma anche un prodotto con i soldi di una grande casa di produzione
che ad un certo punto, si gioca un numero musicale sulle note di ABC dei Jackson
5, anzi sapete che vi dico? Classido!

Quello che mi
colpisce ogni volta di “Clerks II” è quel sul modo di tornare a personaggi ormai
molto amati dal pubblico, senza risultare mai patetico, senza passare mai per
un disperato tentativo di ricordare i bei vecchi tempi andati, ma anzi giocandosi
bene la carta della malinconia quando necessaria, perché se
Clerks era una
storia in cui molti ventenni/venticinquenni si sono riconosciuti, “Clerks II”
fa lo stesso per i trenta/quarantenni, mettendo in chiaro come quella
generazione precaria in tutto (lavoro, amore, stabilità) sia cresciuta, con lo
spirito in grado di avere la meglio sulle rughe e i chili di troppo.
“Clerks II” parla
alla fascia di pubblico degli ‘enta a ridosso degli ‘anta, con la lucidità di chi
sa giocarsi i pezzi di quella generazione al momento giusto (“1979” degli Smashing
Pumpkins), ma anche risultando infantili come le battutacce dei protagonisti,
un equilibrio che a Smith nel 2006 riusciva ancora benissimo e ammettiamolo era
tutto tranne che scontato.
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Eroe non è la parola giusta, ma è la prima che mi viene in mente (cit.) |
I momenti cazzoni ci
sono e tanti, si ride di gusto ma Smith ha saputo con “Clerks II” non solo
fotografare quel 2006, sia dal punto di vista che della cultura pop, ma anche e soprattutto
dell’evoluzione dei suoi personaggi. Arriva sempre il momento nella vita in cui
abbracci la vita adulta, senza dimenticarti quelle gioie giovanili che ti
facevano sentire autenticamente felice, tutto questo Smith sa raccontarlo senza
nemmeno bisogno di far parlare a mitraglietta i suoi personaggi, gli basta
mettere Randall sul Go-Kart sulle note del pezzo che ci ricorda il momento
buono della vita di
Butch Cassidy e Sundance Kid.
Con l’aria da scemo
di chi può riempire il suo film di battutacce micidiali («Abbiamo seguito
criminologia, che cazzo volevi diventare? Batman?») Smith ha saputo nuovamente
fare una fotografia di una generazione che ha dovuto imparare anche a fare i
conti con i datori di lavoro (tipo Weinstein), raccontando la loro storia con
leggerezza si, ma senza stupidità. Quando il bianco e nero torna ad avvolgere i
personaggi di “Clerks II”, lo fa al momento giusto, per chiudere idealmente un
cerchio, avercene di seguiti di film di culto come questo.
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Prossima settimana invece, affrontiamo il terzo capitolo. Fatemi gli auguri perché sarà dura per me tirare fuori le parole giuste. |
Clerks II era il film giusto al momento giusto per me.
RispondiEliminaQuando lo vidi ero ormai un trentenne con alcune responsabilità ma senza una propria famiglia, che viveva ancora con mammà e la pellicola di Smith parlava proprio a quelli come me, o forse, semplicemente parlava di quelli come me, un pò nerd (ora si direbbe geek), un pò bamboccioni e caxxoni, che cercavano disperatamente di aggrapparsi all'adolescenza che ormai si stava allontanando velocemente e con la paura di diventare adulti e responsabili che aleggiava dietro l'angolo.
Kevin Smith è stato bravo a raccontare una generazione che non aveva molti punti di riferimento (a parte Star Wars) e che cercava di ritagliarsi un posto nella società ma senza dover per forza rinnegare la propria "formazione", forse proprio per il timore di diventare come i nostri genitori...
In ogni caso, pur essendo un film leggero, ho sempre pensato che lanciasse dei messaggi importanti: nello specifico quello di non vergognarsi di ciò che si è o delle proprie passioni, anche se alcuni le possono bollare come infantili e sbagliate, e anche di non prendere la vita (e i casini che si porta dietro) troppo sul serio...
Un film che devo assolutamente recuperare, l'unica riserva che ho è la paura di rivedermi troppo cambiato rispetto a quando lo vidi tanti anni fa... Ciao
Guarda non avrei saputo riassumerla meglio, Smith aveva la piena consapevolezza della sua età, di in che punto della sua carriera si trovasse e anche che valore aveva il primo “Clerks” nella cultura popolare. Ha mescolato tutto questo e ha tirato fuori il migliore dei seguiti possibili, per fortuna l’ho sempre considerato un film valido fin dal 2006, quindi almeno per me non serve la rivalutazione ;-) Cheers
EliminaGrazie, me lo dicono sempre che ho il dono della sintesi ;)
EliminaPerò mi sono spiegato male, il film era per me validissimo già dalla sua uscita, sono io che sono "scaduto" come il latte andato a male, quindi ho paura di confrontarmi con il me del 2006!!
Capisco la sensazione, penso che tornerà di moda quando arriverà il post su "Clerks III". Cheers!
EliminaClerks II probabilmente è l'ultimo film per cui voler bene a Smith prima che impazzisse. Hai detto bene, si ride tanto, molto più che nel primo capitolo, ma ci sono anche momenti di malinconica riflessione e terribile, squallido realismo. Per questo è un film a cui voglio bene. Se il terzo fa davvero così pena, credo proprio che la mia avventura con Randal e Dante finirà qui.
RispondiEliminaSarebbe troppo facile scherzare dicendo che ormai Smith ha votato la sua vita interamente al THC, quando prima era cinema, fumetti, famiglia e THC, ma “Clerks III” mi ha fatto venire la malinconia, ma del tipo brutto. Molto meglio quella sana e per certi versi giusta di “Clerks II”. Mi viene da paragonare il finale di questo film, l’ultima scena, a quella finale di “John Rambo” (2008), ovvero il finale migliore possibile per i rispettivi protagonisti. Poi però sia Rambo che Dante e Randall, sono comparsi in almeno un altro film. Raccolto bene le idee e magari ne parleremo del post dedicato al terzo film. Cheers!
EliminaNon riesco a ricordare se l'ho visto, il che forse è già un chiaro segno che non l'ho visto, comunque ci credo sulla parola a quanto scrivi ^_^
RispondiEliminaIn effetti potrebbe già essere il tuo parere definitivo, grazie per la fiducia ;-) Cheers
EliminaLucius se l'avessi visto te lo ricorderesti, almeno per una scena, che per quanto mi riguarda non è che ci tenessi a vederla, ma poi come dicono anche nel film, non puoi fare a meno di rimanere a guardare 🤣
EliminaSottolineo anch'io Rosario Dawson, verso cui in teoria non dovrei avere nessun interesse, ma in pratica è talmente "oltre" che non si può non ammirare in rigoroso silenzio, una vera e propria dea. C'era una qualche scena che la riguardava a proposito di certa maionese? 😛
Bel film, non all'altezza del primo, ma ne è il seguito ideale. Il terzo non l'ho visto, ma sono curiosa di leggere la recensione 😉
Splendida, anche a rendere femminili dialoghi scritti da un uomo che però, le stanno perfettamente addosso, come la maionese. Raccolgo le forze e cercherò di buttare giù il post, non sarà facile. Cheers!
EliminaSono circondato, dovrò per forza vedere il film :-P
EliminaIl secondo ancora merita, sul terzo io stesso ho dei dubbi, ma ne parleremo presto ;-) Cheers
EliminaIo dico solo che una Rosario Dawson così non l'ho più rivista ❤
RispondiEliminaMa nemmeno giornale...
... ok, la smetto.
Dacci oggi la freddura del nostro Genius... quotidiano :-P Comunque hai ragione da vendere! Cheers
EliminaE sulla ragione di vendere il cerchio si chiude perché che sia rivista, giornale o quotidiano se non vende si chiude (come il cerchio), appunto... Più che una freddura, questo è un ghiacciaio vero e proprio :-D
EliminaPoi d'accordo, un sequel riuscito di "Clerks" lo si può anche considerare un miracolo, ma non serve recitare il Rosario quando qui c'è Rosario che recita (e dal ghiacciaio arriviamo alle temperature dell'azoto liquido) ;-)
Il terzo invece credo sia abbastanza raggelante di per sé, senza alcun bisogno di freddure...
Io ancora mi deve riprendere dall'idea di trovare attraente una persona di nome Rosario, ora che mi hai sollevato anche la componente religiosa sono in crisi, forse rinasco come i Jay e Silent Bob di questo film. Per una vita mi hanno dato del Silent Bob quindi tutto torna il cerchio si chiude ed eccolo che si ricomincia! ;-) Cheers
EliminaAnche per me resta un gran sequel e non capisco chi si è accanito contro questo film. Smith il peggio lo ha dato dopo, da Zack & Miri (che ancora azzeccava diversi momenti) in poi. Del terzo son curioso di leggere...
RispondiElimina“Cop Out” buono solo per le battute auto ironiche che Smith ha snocciolato negli anni su quel film, “Red State” per una buona metà (e ancora un pezzo) ha dei numeri, così come “Zack & Miri”, poi il disastro. Anche per questo apprezzo ancora di più “Clerks II”, ma lo faccio dal 2006 ;-) Raccolto tutte le idee, il post sul terzo arriverà la prossima settimana. Cheers!
EliminaLa Rosario Dawson di quegli anni era una delle donne più belle del mondo, di quella bellezza pura e non strettamente sensuale
RispondiEliminaPerfettamente d'accordo. Cheers
EliminaLa Rosario che fine ha fatto?
RispondiEliminaHa tipo un film in uscita l'anno, compare in "Clerks III" e ha un ruolo fisso nell'universo di Star Wars con tanto di serie personale in rampa di lancio. Cheers
EliminaPenso che Clerks fosse un film da lasciare assolutamente senza sequel. Quelle che nel 1° capitolo erano gag e dialoghi incredibilmente spontanei, irriverenti, anarchici oserei dire, qui sono molto più pensati, studiati a tavolino
RispondiEliminaQualcosa del tipo "riprendiamo alcuni momenti topici di Clerks (Star Wars, la volgarità di Jay, il politicamente scorretto di Randal) e riproponiamo lo schema con qualche eccesso (Anna Frank ed il tizio sulla sedia a rotelle) per far vedere che siamo sempre noi, sempre taglienti". Ma a mio avviso suona tutto così poco spontaneo, così posticcio, proprio dove Clerks, per 92' filati, era una specie di inno alla follia ed al grottesco
Non biasimo K.Smith per averci provato o per aver voluto monetizzare, ma Clerks è uno di quei gioielli che non possono aver seguito, perchè tutto suona falso ed innaturale. Con le debite proporzioni, un po' come i seguiti di Febbre da Cavallo o dei Blues Brothers
Secondo me questo seguito è molto consapevole, ma mi sono dilungato già nel post. Se ti sembra che "Clerks II" sia colpevole di lesa maestà, aspetta di scoprire cosa ha fatto Smith con "Clerks III". Potrebbe farti rivalutare di botto questo secondo film ;-) Cheers
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