martedì 4 ottobre 2022

Le notti di Salem (1979): i vampiri secondo Tobe Hooper e Stephen King

Tra i grandi Maestri della New Hollywood del Horror, Tobe Hooper è sempre quello più controverso, che faccia parte di quel ristretto club di grandi nomi che hanno fatto fare un salto quantico al genere è un dato di fatto, ma mi capita spesso di parlare con tanti appassionati che considerano Hooper figlio di un Dio minore, almeno per tutto quello che ha diretto ad Ovest del Texas.

Per me le chiacchiere stanno a zero, eppure credo che le discussioni su Hooper andranno avanti ancora a lungo, perché il buon Tobe non è stato ancora oggetto della rivalutazione che merita (anche se io ho provato a contribuire nel mio piccolo), eppure sempre sulla base della mia esperienza, c’è un titolo che pare mettere tutti d’accordo, quello che ogni volta che viene nominato provoca luccichio negli occhi e sorrisoni, mi riferisco ovviamente al film di oggi, “Le notti di Salem”.

L’ho rivisto da poco senza sapere che a stretto giro, sarà oggetto di un nuovo adattamento firmato da James Wan nei panni di produttore, quindi l’occasione è ottima per scrivere di questa miniserie televisiva che è stato uno dei primi romanzi di Stephen King a trovare nuova vita fuori dalle pagine stampate, anche perché parliamo del secondo romanzo dello scrittore del Maine, uno di quelli che vengono citati sempre troppo poco ma che ha un indubbio valore, anche solo per una ragione banalissima: mette addosso una notevole strizza.

Non ascoltarli Tobe, questa Bara ti vuole bene.

“Le notti di Salem” adattamento italiano dell’originale “Salem's Lot” rappresenta l’idea di King di romanzo Gotico, un modo per portare il mito di Dracula nel suo Maine, scommessa ardita ma vincente al netto del risultato, anche se bisogna dirlo, non riesco a pensare a niente di più anti cinematografico di “Salem's Lot”, un romanzo che ha diverse scene madri, tutte in grado di farvi aggrappare al libro leggendo con gli occhi sgranati e il culo strettissimo. Si può dire culo strettissimo sulla Bara Volante? Vabbè è il mio blog posso dire quello che mi pare e poi è un’espressione che rende bene l’idea di come si legge “Le notti di Salem”.

Parliamo di un romanzo dove non succede nulla, ma quel nulla mette una paura fottuta, le suddette scene madri sono di una staticità del tutto anti cinematografica, gli operai che consegnano la grande cassa e devono spingersi nel buio della cantina di casa Marsten per prendere i lucchetti lasciati sul tavolo, oppure ancora peggio (in termini di fifa), la frase simbolo del libro per me resta l’efficacissima «L’inferno è una porta socchiusa», come fai a rendere paurosa una porta socchiusa? Facile, lo fai scrivere al King dei tempi d’oro e poi buona pelle d’oca a tutti.

Il problema vero è quello che sta oltre la porta socchiusa.

Capite che rendere sul grande schermo un libro del genere e la sua atmosfera non è per niente facile, ci hanno provato in tanti, il primo candidato anche George A. Romero, grande amico di King ma anche il regista che prima di dirigere un adattamento Kinghiano, ha lavorato a tantissimi soggetti, tutti spesso scartati dai produttori (storia vera). Altri a provarci sono stati il produttore Stirling Silliphant, lo sceneggiatore Robert Getchell e il regista e scrittore Larry Cohen, respinti con perdite dallo stesso King che ha considerato poca roba la loro versione, anche se Cohen è in qualche modo rimasto a bordo, basta dire che è stato proprio lui a dirigere il seguito del film nel 1987, “I vampiri di Salem's Lot”, rititolato per la tv “Il ritorno delle streghe di Salem”.

Abbandonata l’idea di farne un film per la Warner Bros. il produttore Richard Kobritz decise che forse la televisione poteva essere la via, così è stato, la mossa vincente è stata affidare l’adattamento a Paul Monash, forte della sua esperienza con “Peyton Place” (d’altra parte “Salem's Lot” non è un po’ “Peyton Place” incontra Dracula, tutto in salsa Gotica?), una versione che piacque moltissimo a Stephen King e che venne affidata dal produttore alla regia di Hooper, dopo aver visto Non aprite quella porta, il che ha senso visto che nel capolavoro del regista Texano, la violenza è più percepita che davvero mostrata e l’atmosfera malsana a farla da padrona.

«Preferivo di gran lunga dare la caccia ai criminali con Starsky!»

In uno strambo Paese a forma di scarpa, il film per la televisione di Hooper ha vissuto mille vite, la versione integrale della miniserie dura 184 minuti ed uscì qui da noi anche con il titolo di “Gli ultimi giorni di Salem”, ma esiste anche una versione cinematografica accorciata di 112 minuti (che io ricordo di aver visto almeno una volta anche in tv, chissà che qualche Barista non ne conservi memoria), in attesa di un Blu-Ray che non arriverà mai, intanto mi tengo stretto il vecchio DVD, anche se per me “Le notti di Salem” sarà eternamente il film da seconda serata sulle reti private, dove lo vidi la prima volta quando venne a bussare alla finestra della mia stanza, o al vetro della tv di casa, fate voi.

“Le notti di Salem” è in parti uguale lungaggini e belle trovate azzeccate, un mucchio di attori di talento più variegato del gelato all’amarena, in cui spuntano il tutto fare Geoffrey Lewis e i due protagonisti, lo scrittore Ben Mears interpretato dal biondo David "Hutch" Soul e Susan Norton, una delle migliori prove di Bonnie Bedelia prima di impelagarsi con il matrimonio con John McClane.

«Non ci sono grattacieli qui nel Maine, vero?»

La storia è quella dello scrittore che arriva nella cittadina del Maine Jerusalem's Lot, ribattezzata dai locali Salem's Lot per poter lavorare al suo libro, ma nemmeno il tempo di toccare terra, il nostro mette gli occhi su casa Marsten, decadente abitazione signorile che domina la cittadina dall’alto della sua collina che senza saperlo, ha in qualche modo messo a sua volta gli occhi sul nuovo arrivato.

La casa è già stata affittata dal misterioso Kurt Barlow (Reggie Nalder), proprietario di un negozio d'antiquariato che però nessuno pare aver mai visto, considerando che tutti trattano con il suo socio, Richard Straker (James Mason). La trama si complica con l’arrivo a casa Marsten di un’enorme cassa – in una scena che non allaccia nemmeno le scarpe a quella del romanzo – ma soprattutto quando cominciano le sparizioni e le apparizioni, qualcuno muore, qualcuno ritorna e molti, svolazzano davanti alle finestre chiedendo il permesso di entrare, perché ammettiamolo, zio Stevie aveva fatto i compiti e questo romanzo rispetta molte delle regole classiche che la letteratura ha imposto sui vampiri, ma forse sono state le differenze ad aver fatto la fortuna dell’adattamento di Tobe Hooper.

«Sono il Conte Dracula, minchia!» (cit.)

Nel romanzo Barlow è la versione Kinghiana di Dracula, nella sua eccezione più classica per altro, difficile non pensare a Bela Lugosi anche leggendo, la prima di tante intuizioni azzeccate è stata quella di riportare il vampiro un passo indietro, alle sue origini teutoniche, l’iconico succhia sangue di “Le notti di Salem” di fatto è un enorme omaggio a Nosferatu, che ha saputo imprimersi nella cultura popolare, marchiato a fuoco nell'immaginario del pubblico, basta dire che ancora oggi capita spessissimo di incontrare vampiri ispirati a quello di Hooper anche nei film horror contemporanei.

Un bel sorriso per le lettrici e i lettori della Bara.

Iniziamo dai difetti? Da lettore le scene che mi hanno fatto affondare le dita nella copertina flessibile della mia copia tascabile del libro, nel film sono una pallida imitazione, la già citata consegna della cassa, oppure altri momenti statici e anti cinematografici che su carta King sapeva rendere terrorizzanti, nel film sembrano scene di raccordo generiche, le percepiamo come passaggi chiave solo forti della nostra esperienza di lettori, ma per fortuna Tobe Hooper fa dell’atmosfera un punto di forza anche di questo film televisivo diventato di culto.

Le musiche efficaci di Harry Sukman fanno il loro dovere, al resto ci pensa Hooper capace di farci calare nell’aria pesante di Salem's Lot perché ammettiamolo, quando si tratta di portare in scena il malsano, il vecchio Tobe sapeva il fatto suo, non è un caso se le apparizioni dei vampiri facciano ancora la loro porca figura.

«Posso salire a bordo della Bara?», «No, sparisci e non lasciarmi le ditate sul vetro»

Geoffrey Lewis sconvolto dopo la sua visione, oppure lo scontro tra fedi tra il vampiro e Padre Callahan (James Gallery) un momento iconico nella miniserie e nel libro, per certi versi forse più su carta, perché se come me siete appassionati del ciclo Kinghiano della “Torre Nera”, sapete quanto sia importante Padre Callahan nell'universo espanso composto dai romanzi dello scrittore del Maine, giusto per restare in tema di prodotti Kinghiani che non verranno mai adattati come si deve per il grande schermo.

Didascalia dedicata ai lettori della "Torre Nera" (tutti e dodici)

Anche se la scena madre del film resta l’apparizione alla finestra della camera di Mark Petrie (Lance Kerwin) il ragazzino che di fatto rappresentava un po’ noi spettatori, quando da piccoli guardavamo “Le notti di Salem” nelle repliche televisive, anche perché con i suoi modellini ispirati ai mostri classici e la cameretta piena di poster di film horror, di fatto rappresentava noi spettatori solo con un ruolo (per altro chiave) all'interno della storia, forse anche per quel motivo la sua visita notturna si è guadagnata un posto nella memoria collettiva, contribuendo alla buona fama di questa miniserie, roba rara per la filmografia di Hooper questo livello di benevolenza generale, ci tengo a ribadirlo.

La cameretta dei sogni di ogni piccolo fanatico di horror.

Pur tradendo il materiale originale, Tobe Hooper ha saputo cogliere il male nell’aria nella cittadina creata da King, il risultato è ancora oggi molto amato ed efficace, malgrado alcune lungaggini e i segni di Padre Tempo, che non sono stati certo caritatevoli con la miniserie di Hooper, che però ha il cuore dal lato giusto e per certi versi, rappresenta ancora uno dei migliori adattamenti Kinghiani in circolazione, basta fare il paragone diretto con gli altri che hanno tentato l’impresa.

Nel 2004 il romanzo di King ha avuto un altro adattamento televisivo, intitolato “Salem's Lot” diretto da Mikael Salomon, con protagonisti Rob Lowe, Donald Sutherland e il grande Rutger Hauer, non ve lo ricordate? Oppure meglio, ora che ve l’ho citato vi pare di ricordare il mitico Rutger in una parte del genere? Bene perché sono solo i nomi degli attori coinvolti a dare prestigio ad un adattamento tedioso e molto più che dimenticabile, tutto questo per ribadire che forse Tobe Hooper, meriterebbe ben più considerazione (anche senza forse, la merita e basta) e per fare tanti cari auguri al produttore della nuova versione: James Wan la palla è nel tuo campo, adesso tocca a te.

20 commenti:

  1. Ricordo perfettamente di averlo visto in TV, probabilmente in qualche ciclo su Italia1, anche perché mi sembrava ci fosse la doppietta (però a distanza di una settimana) con Grano rosso sangue, altro film che mi piace tantissimo. Lo ricordo nello specifico perché lo vidi con mio padre e proprio lui indicò Nosferatu come ispirazione del vampiro della pellicola (ero troppo giovane per conoscerlo ai tempi)...
    Comunque anche se la versione TV era stata tagliata per renderla più corta e accessibile, aveva i suoi momenti, effettivamente dovuti più alla tensione che alle scene d'azione, forse complice anche un budget non eccezionale che traspariva dalla messa in scena generale. Sicuramente non contribuiva, come molte altre opere successive, a incrementare il turismo nel Maine...

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    1. Eppure per certi versi ha messo il Maine sulla mappa geografica, chi lo conosceva altrimenti, forse i fan della signora in giallo ;-) Cheers

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    2. Infatti un giro a Cabot Cove (anche se non esiste) lo farei volentieri... Che poi ho scoperto essere Mendocino in California, quindi ragione in più per andarci, un bel viaggio negli States direzione San Francisco... Peccato che l'unico modo che ho è farmi mordere da un vampiro e diventare pipistrello... Anzi se ne conoscete uno...
      Mentre a Salem's Lot non ci andrei (in questo caso meno male che questa non esiste)...

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    3. Per altro mi ricordi che devo vedere la serie Salem's Lot con Adrien Brody, passata quasi inosservata (anche da me). Cheers

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    4. Pensavo esattamente la stessa cosa, anche perché Brody è un ottimo attore. Però la serie si chiama Chapelwaite, se non sbaglio. Speriamo che si trovi su qualche piattaforma accessibile!!

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    5. Dovrebbe stare su Tim Vision, mi ero promesso di farla finire e vederla tutta. Cheers

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  2. Vorrei guardarlo, il libro mi piacque molto e lo lessi proprio per via del collegamento con La Torre Nera. Potrebbero recuperarlo su Prime Video, sarebbe perfettamante in linea con il loro catalogo.

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    1. Si, anche perché spesso riversano da DVD nei casi migliori, a volte da formati anche più datati, in ogni caso una miniserie che ancora scalcia ;-) Cheers

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  3. Purtroppo all'epoca non ho mai beccato il film, che ho sempre visto in foto negli speciali dedifati a King, anche se certo il mio disinteresse per il tema vampiresco mi ha spinto a non sforzarmi troppo nelle ricerche: in pratica credo di averlo visto per la prima volta quando è uscito il DVD, prestato da un'amica. Anche il libro l'ho letto proprio quando avevo finito i King a disposizione e non mi colpì molto, sebbene comunque mi sia piaciuto come tutto ciò che scriveva il Re in quei tempi d'oro.
    Mi riprometto sempre di recuperare romanzo e film ma temo sarà una cosa lunga 😜

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    1. In effetti il romanzo arriva da un periodo davvero illuminato di King dove sembrava non potesse sbagliare nulla, diciamo che è un solido punto di partenza, per quello hanno fatto tanti adattamenti e il tassametro corre ;-) Cheers

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  4. La versione ridotta di cui parli credo di averla beccata su Italia 7 Gold, una sera.
    Si', in effetti ha fatto la fortuna di molte reti private, dove ha infestato i palinsesti per parecchio tempo.
    Ancora oggi, mi sa. Se si prova a spulciare i vari canali scommetto che prima o poi salta fuori.
    Largamente sottovalutato, esattamente come il libro da cui attinge. Forse per via del fatto che non e' considerato un soggetto particolarmente originale.
    Peccato, perche' e' un altro esempio di come adattare con successo un'opera di King.
    Piu' atmosfera che altro, complice un budget non proprio faraonico dato che in fin dei conti e' un prodotto per la tv.
    Fa il suo, comunque. Poco, ma che pero' funziona.
    Un po' come con "Cujo", di cui si parlava.
    Il buon Hooper e' sempre una garanzia, da amante delle vecchie serie polizieschi rivedere il vecchio Hutch in azione fa sempre piacere e il look dell'arci - vampiro e' davvero orripilante.
    Sul serio, e' uno dei vampiri piu' orribili che si siano mai visti (in senso buono).

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    1. Ad ottobre ci sarà parecchio King qui sulla Bara, il mese giusto alla fine no? ;-) Cheers

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  5. Quando il Re era in procinto di scrivere "Under The Dome" il suo dubbio più grande era se sarebbe riuscito o meno a ricreare un'intera comunità come quella del Lot o de "L'ombra dello scorpione". Avrebbe dovuto farsi venire ben altri dubbi, perché di quel libro io ricordo solo la parodia dei Simpson, mentre Salem's Lot (libro) non si dimentica: è il perfetto omaggio a "Dracula", compreso il fatto che il vampiro principale si veda poco, e parli ancora meno.
    Questa trasposizione l'ho vista solo in tempi recenti, ci sono cose buone (le prove attoriali, alcune trovate) e al buon Hooper si vuole sempre bene.
    A me l'adattamento del 2004 è piaciuto, forse l'unico davvero fuori parte era proprio Rutger Hauer. Secondo me è stato poco pubblicizzato, al contrario del precedente quando una cosa del genere era ancora un evento.
    In attesa della terza versione (con il nome che hai tirato fuori diciamo che non è che proprio proprio mi stia salendo l'hype, ecco) mi prendo la dedica dedicata (ah ah!) ai lettori e lettrici della Torre Nera e saluto. Ma solo dodici siamo?!? 😛

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    1. Secondo me saremmo al massimo beh, 19 ;-) Lasciamo perdere "The dome" che stava bene nel cassetto dove è stato chiuso per anni, specialmente dopo il film dei Simpson. Molto meglio Salem's Lot e il buon vecchio Tobe! Cheers

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  6. Se escludo Poltergeist, la cui (esclusiva) paternità é un pò dubbia, questo é il mio Hooper preferito da che ero ragazzino. Suggestivo e inquietante come pochi. La scena della finestra, quella dell'obitorio, della sedia a dondolo... ma anche quella in cui Ben racconta del suo incontro paranormale in casa Marsten quando era ragazzino: solo parole, niente immagini, tranne quelle che si affacciavano alla mia mente, soprattutto prima di dormire. E poi l'efficacissimo Barlow "nosferatesco"!!! Inutile aggiungere che nel giovane Mark un pò mi ci vedevo e un pò mi ci volevo immedesimare... tanto che mi cimentai con il DAS modellando due statuine mostruose. :-D
    Il romanzo di King, sono sincero, non mi ha suggestionato e appassionato come il film... soprattutto per Barlow dandy, per me troppo banale. La versione accorciata mi sono sempre rifiutato di vederla... perchè davvero priva di senso come operazione. le tre ore del minutaggio originale , anche quando ero ragazzino, sono sempre scorse come acqua... anzi no... come sangue fresco! ;-)

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    1. Questa miniserie è amatissima, Hopper spesso divi e ma questo suo lavoro di norma mette tutti d'accordo ;-) Cheers

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  7. Questo film è stato un mio cult da ragazzino, visto e rivisto un imbarazzante numero di volte in VHS, poi però negli anni l'ho abbandonato.

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    1. Ho preso da poco il dvd al mercatino dell'usato, senza sapere nulla della nuova versione, un cult per tanti, roba da Bara Volante ;-) Cheers

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    2. La nuova versione del 2004 non allaccia nemmeno le scarpe a quella di Hooper, che già si trovava alle prese con il poco invidiabile compito di "addomesticare" il romanzo originale di King per il piccolo schermo (e, di conseguenza, essere lui stesso molto meno sbrigliato di quanto avrebbe potuto) con tutti i prevedibili limiti del caso... Però, nonostante tutto, non si riesce a non voler bene a questa miniserie che i suoi buoni momenti vampirici li sa comunque piazzare ;-)
      P.S. Ben Mears? Nome di copertura del sergente Ken "Hutch" Hutchinson, in attesa del collega Dave Starsky per arrestare Barlow a colpi di proiettili di frassino e raffiche di spicchi d'aglio (senza dimenticare le pistole ad acqua santa e le manette consacrate) ;-)

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    3. Come auto un carro funebre fiammante ;-) Cheers

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