giovedì 8 settembre 2022

Jeepers Creepers - Il canto del diavolo (2001): ecco che arriva l’uomo nero

Mi chiedo sempre se conoscere la travagliata e controversa storia personale di Victor Salva, sia qualcosa che aggiunge o toglie elementi alla visione di un film come “Jeepers Creepers”, sta di fatto che dovrebbe uscire il nuovo capitolo della saga, quindi un ripasso ci sta tutto.

Personalmente quando vidi il film da qualche parte attorno al 2001 (noleggiato, non ricordo perché non andai a vederlo in sala) non sapevo nulla del suo regista, lo trovai un horror vecchia scuola, più solido nella prima che nella seconda parte, ma nel frattempo ho macinato un po’ di chilometri e soprattutto, ho fatto i compiti.

Ora, visto che gli argomenti saranno più che controversi, come faccio sempre sull’artista sospendo ogni tipo di giudizio, quelli li riservo tutti all’opera, qui sotto troverete un riassunto della vita di Victor Salva, ottenuto semplicemente incrociando tutte le testimonianze raccolte su di lui, quindi fredda e nuda cronaca.

"Aiutateci! Un'altra di quelle premesse infinite di Cassidy!"

Victor Salva classe 1958, nasce in California da una famiglia Cattolica, questo non ha impedito al padre biologico di andare a comprare le sigarette e non tornare mai più, lasciando il Victor in balia di un patrigno alcolizzato che come dichiarato dallo stesso Salva, ha abusato spesso di lui. Anni dopo, quando Salva ormai adolescente dichiarò la sua omosessualità alla famiglia, venne cacciato di casa, chi può intervenire ad aiutarlo? Il cinema ovviamente, che a suo modo ne ha raccolti (e a volte salvati) tanti.

Salva si appassiona al cinema, il suo cortometraggio “Something in the Basement” (1986) attira l’attenzione di uno con un certo fiuto per il talento e la propensione a fare beh, da Padrino, ovvero Francis Ford Coppola. Lo zio di Nick Cage, prende Salva sotto la sua ala protettiva producendogli il suo primo lungometraggio “Clownhouse” (1989), una cosina con tre ragazzini in pericolo (tra cui un imberbe Sam Rockwell) minacciati da tre pazzi fuggiti dal manicomio travestiti da clown del circo locale, un tempo passava anche sui canali Rai, magari potreste ricordarlo. Per girarlo Coppola presta a Salva la stessa macchina da presa che ai tempi, ovvero nel 1973, prestò anche all'altro suo celebre protetto, George Lucas, che la utilizzò per girare “American Graffiti”, questo per darvi la dimensione di quanto Coppola credesse nel suo nuovo pupillo, da qui in poi la trama si complica.

Victor Salva si prende cura della sua creaturina affamata.

Salva viene arrestato per molestie e abuso sessuale su minore, nella fattispecie Nathan Forrest Winters, all'epoca dei fatti dodicenne, protagonista sia di “Something in the Basement” che di “Clowhouse”. Nella casa di Salva la polizia trova alcune sue riprese con Winters e del materiale pedopornografico. Giudicato colpevole, Victor Salva sconta la sua pena in un carcere statale, esce dopo quindici mesi per buona condotta, nessuno di questi passato divertendosi, visto che i molestatori in prigione non se la passano bene e lo stesso Salva è stato picchiato da un altro detenuto (storia vera). Alla sua uscita di prigione, trovò solo Coppola, che gli mise in mano un po’ di soldi per rimettersi in piedi e una buona parola per consolarlo: «L’esperienza del carcere ti renderò un artista migliore», la risposta di Salva? «Si, se riesci ad uscirne vivo.»

Salva passa a fare ogni genere di lavoro per sostentarsi, tutti lontani dal mondo del cinema ma non smette di scrivere sceneggiature e qui arriva la parte per me, davvero incredibile della storia. Prima per la New Line Cinema, scrive e dirige “The Nature of the Beast”, uscito dritto in home video, ma poi il suo semi-autobiografico “Powder” (1995) viene non solo acquistato, ma anche finanziato dalla Disney, che gli affida anche la regia. Se vi interessa, lo trovate anche su Disney+ perché evidentemente è un film in grado di raggirare la terribile censura Disneiana, oltre ad essere anche un buon film.

Il regista che non ti aspetti di trovare su Disney+, eppure sta proprio lì.

Come è possibile che un ex carcerato, accusato di molestie sessuali su minori, abbia potuto lavorare per la Disney? Più o meno è quello che si sono chiesti anche le associazioni genitori nel 1995, che hanno tentato un boicottaggio nei confronti di “Powder”, che rallenta un po’ la carriera di Salva ma tutto sommato, grasso che cola, visto che nel 1999 ha scritto e diretto anche “Rites of Passage”, questo però non l’ho visto, quindi non so darvi un parere sul film. Arriviamo così al 2001 e a “Jeepers Creepers”,anche questo scritto e diretto da Salva e prodotto da Francis Ford Coppola, l’unico titolo del regista di cui la presenza del suo Padrino è stata garantita ufficialmente, nelle vesti di produttore con la sua American Zoetrope.

Per certi versi “Jeepers Creepers” (appesantito dal solito sottotitolo italiano inutile) è un mezzo miracolo, ve lo ricordate l’horror attorno all'anno 2001? Tanti seguiti di saghe famose ormai piene di ruggine, parecchi “Teen horror” e in generale, l’onda lunga di Scream, il film nato per essere l’horror per chi ne guardava tanti ed è finito per essere quello più amato da chi non conosceva il genere in maniera approfondita.

«Tocca a me? É la mia volta? Sono 23 anni che aspetto»

“Jeepers Creepers” è fuori dal tempo, sicuramente lontano dalle mode del 2001, eppure capace di restituire al pubblico quello che forse voleva per davvero, visto che costato dieci milioni di fogli verdi con sopra facce di ex presidenti spirati, ne ha portati a casa nel mondo circa sessanta, a mio avviso per una semplice ragione, “Jeepers Creepers” con tanti effetti vecchia maniera e la sua CGI centellinata che a rivederla ora fa quasi tenerezza, non è certo un capolavoro, questo è poco ma sicuro, eppure è uno di quei film che riesce a riportare l’horror alle sue origini, ovvero una cara vecchia storia di paura.

Dalla sua il film di Victor Salva ha il vantaggio di eliminare quasi del tutto l’elemento sessuale, o almeno ad una prima occhiata, in viaggio lungo una strada di campagna, facciamo la conoscenza degli odiosi Patricia "Trish" Jenner (Gina Philips) e di suo fratello Darry, per quest’ultimo poi, non aiuta a livello di simpatia che sia interpretato da Justin Long, che ho apprezzato in tanti film (come “Drag me to hell” di Sam Raimi), ma ogni volta che lo vedo mi ricordo del suo ruolo in Die Hard 4 e inizio quasi a tifare per il Creeper.

Che ti ridi? Me lo ricorda cosa hai fatto passare a John McClane, ma ci penserà Kevin Smith a vendicarci.

Il fatto che i due protagonisti siano fratello e sorella, passa come pialla su ogni possibile tensione sessuale tra loro, non sono la classica coppietta da Horror, anche se parlano a ruota libera del College, del bucato da fare e giocano a scovare scritte buffe nelle Targhe delle poche auto che incrociato durante il loro viaggio. Distrattamente ci viene detto che quella zona è quella dove 23 anni prima, erano scomparse diverse persone, ma è interessante come, conoscendo o meno la storia personale di Salva, “Jeepers Creepers” utilizzi il personaggio di Justin Long, come qualunque altro horror farebbe con la bella di turno. Insomma io non sapevo nulla dei trascorsi di Salva, ma fin dal 2001 mi è stato chiarissimo che a suo modo il film, abbia la chiara volontà di spostare le classiche dinamiche da horror, dalle femminucce ai maschietti, nel secondo capitolo lo farà anche in maniera più smaccata, ne parleremo la prossima settimana.

Se riesci a leggere la targa ormai è troppo tardi.

Anche se alla luce del tormentato passato di Salva (e della sua filmografia) è abbastanza chiaro che il tema dei ragazzi in pericolo, sia il filo rosso che unisce tutta la sua filmografia, inizialmente il titolo originale del film avrebbe dovuto essere “Here comes the Boogeyman”, quasi una dichiarazione d’intenti, visto che “Jeepers Creepers” sembra davvero un film che si è risvegliato dopo un sonno di 23 anni. Del Creeper non sappiamo molto se non quel poco che ci viene detto su di lui, la sua caccia dura 23 giorni dopodiché come Pennywise torna in letargo, ma quel mesetto scarso lo passa a cacciare e a nutrirsi di organi che gli servono per rigenerarsi, ma tutto questo arriva in corso d’opera, nel secondo atto del film “Jeepers Creepers” si gioca la carta sovrannaturale, l’inizio in maniera del tutto logica, ignora le mode dell’horror targato 2001 e punta dritto allo stile di 23 anni prima.

La passione per il cucito (e gli organi) del Creeper riflette l’abbondanza di Tobe Hooper in questo film, ma anche del primo Spielberg, il camioncino arrugginito con motore da aereo e targa personalizzata “BEATNGU” (letteralmente “Ti picchio”, insomma perfetta per guidare anche sulle strade di Torino) deve moltissimo al camion di Duel, infatti l’incanto si rompe quando Trish tira fuori un cellulare (del 2001, quindi preistoria della telefonia) dandoci un indizio temporale chiaro, perché fino a quel momento “Jeepers Creepers” avrebbe potuto essere un film degli anni ’70, per ambientazione e stile.

Ma è "Beating you" o "Be eating you"? Meditate gente e pensate all'addetto alla motorizzazione che ha dovuto gestire la richiesta di una targa personalizzata dal Creeper.

Ci sono elementi molto archetipici nel film di Salva, è Darry e non Trish, spinto da curiosità a voler indagare sul losco figuro con pastrano e cappellaccio in testa, che pare stia gettando corpi avvolti dentro un enorme tubo nel terreno del suo giardino, se anche i due protagonisti non sono simpaticissimi, quando Darry scivola nella tana del Creeper è impossibile non patteggiare per loro, perché diventare bersagli del Creeper vuol dire fare una morte orribile e senza possibilità di salvezza, visto che nel primo film, la creatura sembra non avere alcun punto debole.

Si rigenera dopo ogni ferita, quando non ti dà la caccia al bordo del suo furgone che farebbe invidia alle auto guidate da Toretto, il mostro si fa spuntare un paio di ali da pipistrello per piombarti addosso dall’alto, “Here comes the Boogeyman” appunto, che qui si esibisce anche in un classico: l’assalto alla stazione di polizia in stile Terminator.

Le stesse origini della creatura, sembrano avere dei legami solo con il martellante pezzo in stile Nilla Pizzi, una cosetta che vi si pianterà tra i neuroni e che sa di cantinella horror, Freddy aveva la filastrocca, Jason il “Ch Ch Ch ah ah ah”, Michael “(Don’t Fear) The Reaper” e il Creeper ha il suo pezzo arrivato dagli anni ’50, dove da quanto capiamo, era già una minaccia, perché il bello del personaggio sta tutto qui, riportare per 90 minuti (durata perfetta) gli spettatori alle origini di una storia del terrore, metà favola nera e metà incubo derivato dall’essere inseguiti da una nuova incarnazione dell’uomo nero, il fatto che abbia una predilezione per i ragazzi come vittime, non fa che aggiungere strati di lettura alla storia. 

«Io la conosco questa canzone, era la pubblicità del detersivo no?»

Proprio il suo essere così radicato nel genere horror ma allo stesso tempo fuori dal tempo, ha fatto sì che “Jeepers Creepers” risulti un filmetto invecchiato tutto sommato bene, Victor Salva come regista non ha grandi picchi, non è quello capace di coinvolgerti con il grande movimento di macchina o con la sequenza travolgente, bisogna dire che ha gran occhio per le immagini classiche della regia, dagli paesaggi, lunghe strade che si perdono nel cuore dell’America, oppure in mostro alato che si staglia nel cielo notturno e capirete perché Coppola ha fiutato del talento in lui. Eppure il Creeper non è stato molto fortunato, forse quel suo mantenere un profilo basso per lunghe pause da 23 anni, chi lo sa, sta di fatto che pur essendo protagonista di una riuscita favola nera, il nostro amico con stile da Cowboy non è mai entrato a far parte dell’élite delle grandi maschere dell’horror, in questo senso i suo seguiti hanno contribuito, ma di questo parleremo nelle prossime settimane. Non dovrete aspettare 23 anni, promesso.

22 commenti:

  1. buon ripescaggio CASS, per un horror che si erge sopra la media dei tanti filmettini horror anche odierni. anche io ,e credo non sol,ho pensato a DUEL VEDENDO QUEL CAMION tra la provincia americana. ho letto e sto scrivendo mentre e in corso SINNER ALCARAZ agli OPEN USA. QUINDI DOVESSI SCRIVERE QUALCHE CA......A MI PERDONERAI. VERO, NELLA PELLICOA SI RESPIRA ARIA HORROR NEW HOLLYWOOD.UN SALUTO DA LUIGI

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    1. Molta New Hollywood, anche il Padrino di Salva arriva da lì, buona partita ;-) Cheers!

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  2. Film "solido" che ricordo di aver visto ma è il secondo quello di cui ho ricordi più nitidi, forse anche per la presenza di Ray Wise, il tizio di Reaper che faceva il Diavolo. Grazie a te, poi, scopro che ne esiste un terzo, quello mi era proprio sfuggito dai radar.
    Discorso "creatura": trovo che sia una delle più azzeccate che abbiano inventato, soprattutto per la capacità di rigenerazione, che di fatto la rende inarrestabile. In più la cosa che mi piace è che non viene spiegato troppo sulle sue origini... Ciao

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    1. Arriveranno tutti i capitoli, i post sono già pronti (storia vera). Non solo il Creeper riporta indietro ai tempi dei mostroni negli horror, ma è anche una brutta bestia con cui avere a che fare, con una personalità tutta sua, avrebbe meritato più fortuna o forse meno sfiga ecco ;-) Cheers!

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  3. La "maratona Jeepers" l'ho fatta così tanti anni fa che non ne ho proprio memoria, anche se certo è strano che leggendoti e guardando le immagini non mi si accenda neanche una sinapsi. Chissà, magari ricordo male e ho visto solo qualche seguito, boh. Per fortuna c'è la Bara Servizio Pubblico a cui faccio sempre riferimento ^_^

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    1. Sono qui per questo, vediamo se con i prossimi capitoli qualcosa riemergerà dalla memoria ;-) Cheers

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  4. Più che Pennywise a me è venuto in mente Eugene Tooms. Se ci penso mi vengono ancora i brividi.

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  5. Bel film ma a me piace ancora di più il 2

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    1. Ne parleremo, Salva in quello forse emerge ancora di più come regista con i suoi temi. Cheers

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  6. Come dicevo tempo fa, in fatto di horror sono legato ai film vecchi, e tutto quello che é venuto dal 2000 in poi mi ha lasciato piuttosto indifferente.
    Ovviamente esistono le eccezioni meritevolissime, e "Jeepers Creepers" rientra in questa categoria a pieno merito, per fortuna.
    Frulla e rifrulla roba già nota, anzi stra - nota. Ma lo fa in maniere egregia, e in più ti piazza delle sorprese che non ti aspetti.
    Omaggia a modo suo e nel migliore dei modi i classici slashers a base di periferire sonnolente e assolate, ma in più fa il verso a capolavori della fantascienza come "Terminator" (da te citato) e pure "Alien", con l'escursione nella tana del mostro.
    Roba che in teoria non c'entra con l'horror, se non fosse che i capostipiti li ho sempre considerati tali in quanto dotati di una considerevole componente fanta - splatter.
    Ma soprattutto...FA PAURA. E badate bene che non é una roba così scontata.
    Insomma, ci sono in giro un mucchio di horror che fanno tutto tranne che spaventare.
    Ci sono scene che ti fanno stringere le chiappe sul divano che é una bellezza. Tipo la visita al nido, gli inseguimenti e la strage nella centrale di polizia.
    Fa bene il suo lavoro, senza far mancare una certa dose di ironia.
    A me l'idea del mostro che va in giro con palandrana e cappellaccio come il più classico dei maniaci, che guida un van pimpatissimo e che é un fan di una certa canzoncina (in tutte le sue declinazioni, compresa la versione anni 80. La mia preferita) ha sempre fatto ridere.
    Oppure quando viene ridotto (giusto cinque secondi) a una poltiglia sanguinolenta e dal suo corpo sfatto si aprono le ali come se fossero a molla. O quando scopriamo che ha un piccolo laboratorio per i lavoretti come il tipico ometto di mezz'età!
    Stranezze degne della penna di un Lansdale. Che non sai se ti divertono o ti inquietano ancora di più.
    E in effetti la storia sarebbe degna di una sua antologia, e non solo per il frullatone pop di generi e citazionismo spinto.
    Non sapevo dei trascorsi privati del regista. E alla luce di ciò, a ripensarci questo film acquista una luce nuova.
    Anche partendo da un background scarognatissimo può arrivare la grande occasione. Ma quel che ti perseguita da sempre prima o poi ti raggiunge, e ti presenta il conto. Non si scappa.
    Il film é permeato di una sorta di tragico fatalismo. Come se gli avvenimenti al suo interno siano inevitabili.
    Certe cose é destino che accadano, così come certi orrori sono talmente innominabili che non ci si può opporre in alcun modo. E colpiscono in modo talmente spietato e micidiale che non c'é proprio il tempo materiale di fare nulla.
    Apprezzo che la co - protagonista si riveli una tipa tosta e tutta d'un pezzo, che a un certo punto tira fuori quelle che il suo caro fratellino non ha. Ma anche lei, alla fine, si rende conto di essere impotente.
    Non puoi nemmeno pensare di sconfiggere un mostro praticamente indistruttibile e semi - immortale, e tutti quelli che privano a ostacolarlo muoiono ammazzati malissimo.
    E non puoi nemmeno sfuggirgli, dato che una volta che ha scelto il suo spuntino lo troverà sempre e comunque.
    Sembra una di quelle creature ancestrali che gli uomini delle antiche civiltà veneravano e temevano come una divinità. O un demone.
    E come si placano la fame e la furia di un Dio? Con un sacrificio.
    Alla fine tocca rassegnarsi, e dargli ciò che vuole.
    Piccolo aneddoto, prima di chiudere. Lungi da me dal fare il sapientone, ma é talmente gustoso che pur avendolo letto tantissimo tempo fa, me lo ricordo ancora oggi.
    Pare che nella scena finale,sotto al creeper ripreso di spalle (a proposito: concordo in pieno con l'amico Daniele. E' uno dei migliori mostri che abbia mai visto) vi sia Justin Long, che fino a un minuto prima interpretava il fratello.
    Piuttosto bizzarro, visto quel che gli sta a fianco...

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    1. In effetti ha quell’effetto carico di stranezze del sud degli Stati Uniti, che potrebbe almeno piacere a Champion Joe ;-) Cheers

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  7. Non sapevo che fosse omosessuale Victor Salva.
    Diciamo che adesso mi spiego molto del secondo capitolo -:)
    Che poi è l'unico che ho visto per intero al cinema e prima del primo (scusa il gioco di parole)
    Del primo non son mai riuscito a vederlo tutto intero in tv...ma mi sembra molto diverso dal secondo capitolo.
    Mah..concordo con tutto quello che hanno scritto qua sopra prima di me nei vari commenti.
    Che poi mi sembrano molto positivi..sì alla fine i due Creepers son molto belli , peccato che forse non siano stati molto capiti e non abbiano ottenuto il successo che meritavano , almeno qua in Italia.
    Ciao
    Ciao

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    1. Infatti mi interrogavo sul fatto se conoscere o meno il passato di Salva aggiunga a tolga qualcosa al film. No forse non molto, poi è arrivata la falce per il terzo, ma ne parleremo. Cheers

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  8. Si può dire che, nonostante fosse dotato di ali, il povero Creeper non sia mai riuscito a volare davvero (e le vicissitudini personali di Salva in tutto questo devono avere aiutato molto poco, alla fine): un gran peccato, di certo, considerando il suo indubbio fascino da creatura originale distaccata dal resto della produzione horror primi anni Duemila... Nel secondo capitolo, più ancora che in questo, si capisce quale potenziale avrebbe potuto raggiungere.

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    1. Verissimo, prossima settimana parleremo anche del seguito. Cheers!

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  9. Io invece ricordo perchè non andai a vederlo in sala: non avevo ancora l'età per vedere un film del genere al cinema.
    Comunque mi chiedo come abbia fatto il Creeper ad imparare a guidare il camion. Si è presentato a scuola guida?

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    1. Lo avrà imparato mangiando il sistema nervoso di un autista di camion ;-) Cheers

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  10. L'avevo visto al cinema ed ero uscita dalla sala piegata in due dalle risate, perché mi era sembrato incredibilmente ridicolo. Col tempo l'ho rivalutato, arrivando a ritenerlo uno degli horror più interessanti dell'epoca.

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    1. In effetti ha dei momenti al limite e secondo me Justin Long non aiuta in tal senso, però davvero, un ritorno ai vecchi film di mostri, con qualcosa in più da dire. Cheers

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  11. Interessante la storia di Salva, non credevo fosse così drammatica. Ad ogni modo io lo vidi al cinema e ricordo perfettamente che ho riso moltissimo in sala. Non proprio un buon segno per un horror. Io e un amico utilizziamo ancora la canzonetta quando intro a una presa per il culo.

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    1. Per certi versi è un horror da drive-in, con tutto quello che ne consegue, però ad una seconda occhiata ha dei numeri, forse non molti ma li ha. Cheers

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