Ci sono personaggi che hanno costruito il proprio mito a cavallo tra storia e leggenda, non riesco a pensare a due nomi più grossi in grado di rappresentare queste caratteristiche di Jack lo squartatore e di H. G. Wells.
Il primo è il serial killer più famoso della storia, su cui
è stato scritto e detto di tutto, il secondo l’eroe delle mie letture
infantili, insieme a Jack London e Jules Verne, ma se la storia dell’assassino
di Whitechapel si perde in parte tra le nebbie delle supposizioni e delle teorie,
la vita di H. G. Wells è supportata dai fatti. Oltre ad averci regalato tanti
classici della letteratura, Wells è stato un fautore del socialismo, dell’emancipazione
femminile, in grado di anticipare con le sue opere futuri possibili come le
guerre mondiali e i viaggi nello spazio, che poi è lo spunto che sta alla base
di “Time After Time”, come un pezzo famoso di Cindy Lauper, che qui da noi in
uno strambo Paese a forma di scarpa è diventato il ben più evocativo “L'uomo
venuto dall'impossibile”, andiamo su, non c’è storia! Anzi no, c’è eccome.
Perché ho scelto di scrivere di questo film? Qualche settimana
fa, alla notizia della dipartita di David Warner, mi sono reso conto di aver scritto
di parecchi suoi film, ma non questo,
quindi l’omaggio mi sembra doveroso, anche perché finché non lo faranno sparire
tra i flussi del tempo, trovate “L'uomo venuto dall'impossibile” su Prime
Video, quindi non avete più scuse.
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H. G. Wells, scrittore, futurista, drugo e viaggiatore del tempo. Mica male come curriculum. |
Non solo il film d’esordio di Nicholas Meyer si rifà a tanta letteratura vittoriana e all’idea che trovo sempre sfiziosa, quella di far incontrare personaggi provenienti da quel periodo, ma poggia su uno spunto semplice quanto intrigante: e se H. G. Wells non si fosse limitato a scrivere un romanzo su una macchina del tempo, ma ne avesse davvero costruita una dello scantinato di casa sua? Il film inizia proprio così, con lo scrittore che mostra la sua invenzione ai suoi colleghi confessando loro di non avere però abbastanza coraggio per fare l’ultimo passo, ovvero quello di provare la sua macchina. Anzi a dirla tutta il film inizia ancora meglio: musica tetra (composta da Miklós Rózsa), titoli di testa rosso sangue e tanta nebbia, quella della Londra del 1893, terreno di caccia ideale per Jack lo squartatore.
Una prostituta esce un po’ brilla da un pub e viene
avvicinata da un elegante uomo con guanti bianchi, che intelligentemente Nicholas
Meyer non ci mostra, raccontano tutta la truce scena dal punto di vista dell’assassino,
una soggettiva che anticipa di trentatré anni il punto di vista del serial
killer di Maniac (inteso come
rifacimento), qui tra carillon che suonano e scientifico utilizzo degli schizzi
di sangue, Jack lo squartatore si presenta anche a noi spettatori, alzando
subito la posta in gioco.
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"Puoi chiamarmi Jack" |
Il mistero sulla sua identità si dipana presto, visto che si tratta di uno degli ospiti di Wells, il dottor Leslie John Stevenson, interpretato alla perfezione proprio da David Warner, qui già impegnato in una partita a scacchi con lo scrittore, prima di iniziarne una lungo i flussi spaziotemporali, perché il succo del film è tutto qui: per sfuggire alla polizia Jack lo squartatore ruba la macchina del tempo, dando a Wells quella motivazione che gli mancava per provare in prima persona la sua invenzione, subito dopo un doveroso spiegone sul funzionamento, ad uso del pubblico quanto dell’assassino di Whitechapel.
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Questa rientra dritta nella collezione di Lucius. |
“L'uomo venuto dall'impossibile” si vende da solo, Jack lo squartatore contro H. G. Wells, la gran prova di David Warner contro quella di Malcolm McDowell, un attimo prima di cedere lui stesso agli istinti animaleschi per Paul Schrader. Qui Nicholas Meyer mette su un’operazione molto brillante, che guarda al passato e punta al futuro, anche cinematografico, perché a tutti gli effetti questo film pare un seguito apocrifo di “L’uomo che visse nel futuro” di George Pal del 1960, ma in più il futuro regista di “The Day After” (1983), riesce a mettere su un’efficace critica al presente.
Non è un caso se la macchina del tempo porti prima Jack e
poi Wells proprio nella San Francisco del 1979, da un certo punto di vista un
modo comodo per non dover girare un intero film in costume tutto a Londra,
certo lo capisco, dall'altra è far scontrare il naso dell’idealista Wells, contro la
realtà dei fatti, un presente dove la violenza è la normalità, l’emancipazione
femminile non è ancora ai livelli teorizzati dallo scrittore e l’utopistico
sogno di pace e amore, che proprio in San Francisco ha avuto una delle sue città
simbolo, si è infranto in un presente dove anche i canali tv grondano violenza,
nei telegiornali e nei cartoni animati, insomma un mondo perfetto per uno come
Jack lo squartatore, che nel suo tempo era un represso qui invece, uno dei
tanti nella folla di folli.
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Abbiamo avuto l'imbarazzo della scelta tra le ottime prove di David Warner. |
“L'uomo venuto dall'impossibile” non solo omaggio molto bene i classici della letteratura vittoriana, ma s’incastra come se fosse un’avventura "mai narrata", ambientata in quella San Francisco dopo la fine dell’epoca dei figli dei fiori ma prima delle minacce dell’assassino dello Zodiaco, per altro questo in parte spiega come mai Nicholas Meyer, nel suo secondo film di Star Trek diretto di suo pugno, si sia portato dietro anche David Warner in un ruolo da Klingon.
La macchina del tempo con cui Wells insegue l’assassino in
fuga, porta lo scrittore nell’ala del museo di ‘Frisco dedicata proprio alla
sua vita, il giorno 5 novembre del
1979 (lasciatemi l’icona aperta su questo punto, che più avanti ci torneremo),
si capisce che è precipitato a ridosso degli anni ’80 perché la prima persona
che incontra è un bambino, ma non uno qualunque, ma proprio Corey Feldman, ovvero il bambino degli
anni ’80 per antonomasia!
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"Ciao mi chiamo Corey, il prossimo decennio sarà tutto mio" |
Il film si gioca ovviamente tutte le gag possibili immaginabili su un Inglese proveniente dal 1893 che si ritrova nella San Francisco del 1979, quindi bisogna fare i conti con quello strano ristorante scozzese (MacDonald) dove vendono i “francesi fritti” che in realtà sono le patatine, ma si sono anche momenti malinconici, come Wells che scopre della guerra mondiale (la seconda!) dal tatuaggio sul braccio di un negoziante di un banco dei pegni, oppure che finisce per passare la sua prima notte nel futuro su una panchina nel parco, insomma per essere un film d’avventura di base, non le manda a dire quando deve mordicchiare.
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Comunque Wells è meno in difficoltà di me quando devo ordinare al Fast Food. |
A rendere il tutto un po’ più leggero, ci pensa la protagonista femminile, Amy non solo diventa la cotta di Wells, ma è anche un personaggio molto pratico, sia lo scrittore che l’assassino “in viaggio nel tempo” (occhiolino-occhiolino) devono cambiare vecchie banconote inglesi con nuovi dollari americani, problemi molto pratici che altri film più moderni ignorerebbero, ma che qui portano all'infatuazione romantica, per dirla alla Doc Brown che non cito a caso, visto che Amy è interpretata da Mary Steenburgen, che una decina di anni dopo aver fatto perdere la testa ad H. G. Wells, farà innamorare un altro scienziato venuto dal futuro, perché state pur certi che i due Bob (Zemeckis e Gale) in quanto nerd, il film di Nicholas Meyer lo conoscevano di sicuro.
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"Ritorno al futur... no cara, io tecnicamente dovrei ritornare al passato" |
Vi ero debitore di un’icona lasciata aperta, la chiudiamo subito: uno dei momenti migliori di “L'uomo venuto dall'impossibile” è il monologo di David Warner, il passaggio del film in cui il cattivo mette in chiaro al protagonista, quanto il suo idealismo nei confronti del futuro si sia infranto contro la realtà, nel 1979 puoi comprare facilmente un’arma e sembra un anno parte di un secolo che ha tutte le fattezze di Jack lo squartatore, quindi tra quelli che hanno visto questo film, io aggiungerei anche Alan Moore, che ha approfondito, espando e motivato lo spunto che voleva Jack lo squartatore, come padrino ideale di un secolo violento, proprio nel suo romanzo capolavoro, il monumentale From Hell.
Anzi, a dirla proprio tutta tutta, Alan Moore è lo stesso che avrebbe sottolineato la natura fumettistica (del tutto simile ai vari “Team-Up” e “Crossover” tipici dei fumetti americani) del far incontrare e scontrare eroi provenienti dalla letteratura vittoriana con il suo La lega degli straordinari gentlemen. Se solo il Mago di Northampton rilasciasse interviste, o venisse intervistato da qualcuno in grado di non fargli sempre le solite domande, sarebbe interessante capire il suo rapporto con il film di Nicholas Meyer, perché potremmo scoprire che ha influenzato tanti, non solo i già citati Bob & Bob.
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"Ma perché mi innamoro sempre di scienziati a spasso nel tempo?!" |
Eppure la zampata, il tocco di classe del film secondo me arriva
proprio dalla prova di David Warner, distaccato, cinico, freddo come ti
aspetteresti da uno come Jack lo squartatore, non solo qui ha l’altezza (con il
cappello a cilindro poi, sembra un gigante) a renderlo più minaccioso, ma si
capisce perché Wes Craven lo avrebbe voluto sotto il cappellaccio di Freddy
Krueger per il primo Nightmare
(storia vera). In un film che scarta spesso di tono, dal leggero al molto cupo
con grande facilità, David Warner ci regala un impeccabile Jack lo squartatore,
ecco perché mi sembrava giusto ricordare questo attore che ho sempre apprezzato, qui alle prese con una vera icona della paura.
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"Un giorno gli uomini diranno, guardandosi indietro, che sono stato il precursore del XX secolo" (cit.) |
“L'uomo venuto dall'impossibile” è tutto così, si passa da un momento leggero con Mary Steenburgen e Malcolm McDowell come protagonisti, per poi un minuto dopo assistere a David Warner che porta avanti la striscia di sangue di Jack lo squartatore. Infatti la trama scarta piuttosto bene tra questi due registri narrativi, ad esempio l’arresto con “confessione” di Wells, pur di convincere la polizia locale è un altro momento molto intenso recitato da un Malcolm McDowell parecchio in parte, anche se bisogna essere onesti, la trama in un paio di passaggi gioca un po’ sporco.
Il giornale proveniente dal futuro (che ricorda un po’ la
storia di Dylan Dog, “Accadde domani”, scritta da Tiziano Sclavi nel 1990) ad
un certo punto diventa una traccia non affidabile e anche il momento più
drammatico di tutto il film, si risolve con un trucco un po’ maldestro, senza rovinare la visione a nessuno, almeno
un fotogramma con questa famigerata amica in visita avrebbe aiutato a rendere
tutto più logico, così sembra tanto una scusa campata in aria per giustificare
un grosso colpo di scena.
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"E aspetta di vedere la tripletta: 2020, 2021 e 2022" |
Ho amato molto invece oltre alla prova agli antipodi sia di McDowell che di Warner, proprio il differente approccio tra i due personaggi, Wells non rinuncia mai al suo idealismo nemmeno quando si trova spalle al muro, ho apprezzato molto l’idea di non far diventare lo scrittore un eroe dell’azione senza paura, nemmeno del concitato duello finale, un protagonista che si dispera, invoca pietà ma poi si aggrappa ad una maggiore astuzia, secondo me è il contraltare perfetto per il cinismo anche un po’ vanaglorioso di Jack, convinto di poter essere il re di questo futuro così nero. Insomma ho scoperto questo film molto tardi, circa sette o otto anni fa, ma è il tipo di storia che ha dentro tante fascinazioni prese da un passato che mi piace molto, oltre ad essere un film che ha avuto una discreta influenza su parecchie opere arrivate dopo di lui. Per altro ho scoperto che esiste anche una serie tv ben poco fortunata, andata in onda nel 2017, ispirata a questo film, così giusto per sottolineare ancora una volta il peso del lavoro di Meyer.
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"Sincronizziamo gli orologi, il tempismo sarà fondamentale" |
Il resto lo fa sicuramente la prova degli attori, senza nulla togliere a McDowell, devo dire che David Warner ruba spesso la scena, tra i tanti Jack lo squartatore visti al cinema, il suo resta molto probabilmente il migliore, ci tenevo molto a rendere omaggio a questo grande attore ancora una volta, quindi ciao David, ci vediamo nel futuro («Vuoi dire passato?», «Esatto!» cit.), per tutti gli altri invece, se non avete mai visto questo film, fate come Wells è correte contro il tempo prima che Prime Video lo faccia sparire dal catalogo.
Lo adoro questo film con Alex DeLarge baffuto 😊
RispondiEliminaPenso sia impossibile non adorarlo ;-) Cheers
EliminaCarabara, ho passato qualche giorno in compagnia di Alan Emme dalle parti di Bolzano perchè il Bardo sta studiando il maso chiuso come metafora del passato che non muore mai e sta pensando ad un fumetto in cui H. G. Wells viaggia indietro fino al 1500 circa nel tentativo di cambiare i parametri di una istituzione che considera misogina. Tra un finferlo ed un altro ( il nome del fungo gli è piaciuto un frappo e ha deciso di utilizzarlo per un fantasy che stab pensando di far disegnare a Altan ) ho cercato di convincerlo che Jack the ripper non era il 20mo secolo in anticipo perchè la barbarie della violenza sulle donne è da sempre una triste compagna di viaggio, ma Alan ha obiettato che la novità è nella spettacolarizzazione del fenomeno serial killer come rockstar del medioevo prossimo venturo, cioè il concept alla base del Morgan Lost di Chiaverotti. Ho visto il film con Alex de Large en travesti quando ero poco + di un bimbo, Alan lo conosce a memoria, come hai immaginato, e mi ha detto che se avesse scritto Verso il sud ( 1978 ), Mary Esse avrebbe salvato dal cappio un Jack Nicholson in fuga dall'impossibile. Troppi finferli ? ciao ciao
RispondiEliminaNon così tanto credo, chi recitava anche in "Verso il sud"? Christopher Lloyd, tutto torna, anche la tua conferma sul Bardo e questo film ;-) Cheers
EliminaAvevo sempre voluto vedere questo film perché:
RispondiElimina1) ha un titolo bellissimo;
2) è una storia sui viaggi nel tempo;
3) dà una spiegazione fantascientica alla sparizione di un mostro realmente esistito;
4) ha un titolo bellissimo 😀
Qualche tempo fa Rai4 mi ha stupito mettendolo in palinsesto, e quindi come resistere?
Non avevo fatto caso al nome di McDowell (che se la cava benissimo come sempre in ogni ruolo, e da perfetto lord inglese non si scompone -quasi- mai davanti alle bizzarie di un tempo così lontano dal suo), mentre mi era saltato all'occhio l'interprete nella parte di Jack, scomparso da poco al momento della trasmissione. Riusciva benissimo nelle parti da cattivo senza appello, dosando gesti ed espressioni senza mai strafare, risultando più minaccioso di uno tsunami.
L'idea del film la trovo strepitosa, quasi che voglia raccontarci quello che è veramente successo nella vita di Wells e dove effettivamente abbia preso ispirazione un uomo comunque intelligente e più avanti del suo tempo. E la figura di Jack mi ha fatto pensare a Benedict in "Last Action Hero": nel mondo reale puoi comprare armi, sparare e ammazzare nell'indifferenza generale, perché la violenza è ovunque, ognuno ha i propri guai da risolvere e, ci aggiungerei oggi nel 2022 piuttosto che avvertire le autorità si tirerebbe fuori il telefono per fare una ripresa e poi postarla. Curioso come siamo andati in calando in questo senso, se Wells fosse arrivato oggi invece che nel 1979 avrebbe scritto romanzi dell'orrore invece che gustose storie di fantascienza.
Ho trovato molto gradevole il doppiaggio, ritrovando voci d'altri tempi e un lessico particolare. L'amica di lei voleva fare come nel film di Marylin e sposare un milionario, frequentando così un "benziniere": non avevo mai sentito questa parola, con cui credo si volesse intendere "petroliere".
Che bella sorpresa questo post stamattina 😊
Mi capita di rivedere i vecchi film e scoprire che le parole si possono tradurre! Ma tutte eh? Senza lasciare orridi anglicismi, anche questo fa parte degli orrori del tempo presente. Cinque altissimo per il paragone con Benedict in "Last Action Hero”, non ci avevo pensato ma ci sta tutto :-D Ben felice che il post ti sia piaciuto, in questi giorno io sarà “l’uomo venuto dall’improbabile”, visto che hanno deciso di far uscire tutto durante i miei unici giorni di ferie disponibili, quindi dovrò correre indietro nel tempo inseguendo le ultime uscite, però ad un post per David Warner ci tenevo proprio ;-) Cheers
EliminaSai che ci pensavo proprio l'altro giorno? Una volta d'agosto moriva tutto ora invece hanno aspettato il tuo post di andata in ferie per caricare le piattaforme a pallettoni e far uscire la qualunque!
EliminaPer fortuna la maggior parte è roba dimenticabile, quindi non ti sei perso niente :-D
Ah, e grazie a Vasquez che ha "evocato" questo post, parlandomene qualche settimana fa: che sia lei a venire dal futuro passato???? :-P
EliminaSeee...magari Lucius! Macchine volanti che vanno a spazzatura e volopattini per tutti 😜
EliminaEro in ferie da tre minuti e avevo già da scrivere post su "The Orville", "Sandman", "Better Call Saul", "Prey e Nope", questa settimana cercherò di recuperare, mi farebbero comodo un po' del talento di crononauta di Vasquez ;-) Cheers
EliminaPrime Video per quanto mi riguarda può togliere quello che vuole, visto che "L'uomo venuto dall'impossibile" lo conosco fin dagli anni '80 e fa parte della mia collezione da anni... Ragion per cui capisco e condivido in toto l'entusiasmo sparso a piene mani nella tua recensione (McDowell/Warner, una coppia di antagonisti memorabili) ;-)
RispondiEliminaAlan Moore? Anch'io vorrei sapere cosa ne pensa del film di Meyer, se solo qualcuno davvero in gamba riuscisse a strappargli un'intervista...
Posso sempre contare sul tuo buon gusto e poi questo film a metà tra Star Trek e Doctor Who, era proprio roba per te ;-) L'ho buttata lì, magari qualcuno come Sting, leggerà il mio messaggio nella Bara-bottiglia. Cheers
EliminaProprio l'altro giorno ne parlavo con Vasquez e mi cascava la mascella per aver non essermi mai reso conto che Mary Steencomesiscrive interpreta in pratica lo stesso ruolo nel terzo Ritorno al futuro, in pratica amando Wells nel primo film e generando Jules e Verne nel secondo :-D
RispondiEliminaIl film l'ho visto da ragazzino ma non ne serbavo grandi ricordi, invece una quindicina d'anni fa l'ho riscoperto durante i miei viaggi nei classiconi britannici ed è scattato subito l'ammmmòre.
Ora che ci penso, sia Warner (buon'anima) che McDowell torneranno nella saga di Star Trek ("VI" il primo, "VII Generazioni" il secondo), segno che il loro destino era davvero scritto nelle stelle.
Da sola Mary è responsabile di due terzi delle mie letture infantili di fantascienza ;-) Esatto, uno Warner, ben due volte in due ruoli differenti, davvero un destino stellare. Cheers!
EliminaNon è fantastico quando si allineano le coincidenze, le combinazioni si combinano, gli incastri collimano, due parlano di un film, un terzo ne scrive, una donna viaggia nel tempo per (fare finta di) morire in due film, due attori si reincontrano in una medesima saga...speriamo non siano i presagi per la fine del mondo 😬
EliminaPotrebbe essere lo spunto per un rifacimento di un vecchio racconto di Brown (mi pare), "Gli ondifagi" (cito a memoria): dalla Terra intercettano provenienti dallo spazio delle trasmissioni... con un discorso di Hitler? Che succede? Esce fuori che le trasmissioni terrestri stanno tornando indietro in ordine, segno che rimbalzano sulla grande astronave aliena che sta venendo a colonizzarci.
EliminaVisto che l'altro giorno parlando di Lovecraft senza pensarci ho citato "Die Monster Die" dopo aver passato un giorno intero a parlare di "Die Bart Die" in merito a "Die Darkman Die", è chiaro che stanno aumentando le coincidenze, che rimbalzano contro qualcosa. Oppure è come il Motore ad Alta Improbabilità di Douglas Adams, che quando lo accendi succedono le cose più improbabili: lo aveva montato la nave "L'inaffondabile" e indovina com'è finita? :-D
Ecco, noi siamo testimoni del Motore ad Alta Coincidenza Cinematografica, il MACC: vedremo dove ci porterà ^_^
Speriamo al Ristorante alla fine dell'Universo 😊 Chi paga da bere?
EliminaApriamo un conto, perché se il MACC si attiva avremmo molto da bere, ma potremmo pagare dopo la fine di tutto ;-) Cheers
EliminaPropongo un upgrade: il MACCECA, Motore ad Alta Coincidenza Cinematografica E Cinefila Assortita ;-)
EliminaIl motore del 2000 sarà bello e cinefilo (quasi-cit.) ;-) Cheers
EliminaUno dei miei amatissimi cult che conosco ed amo dall'adolescenza.
RispondiEliminaNon trovo nulla da aggiungere a quanto hai scritto se non confermare che il monologo di Warner sulla violenza del futuro è da antologia, oltre che da brividi. All'epoca finì per impararlo a memoria... storia vera!
Posso sempre contare sul tuo buongusto ;-) Cheers
EliminaLusingatissimo... oltre che tardivo nel risponderti! ^__^
EliminaNon ti preoccupare, sono io che sono tardivo, nel corso della prossima settimana ti sarà chiaro come mai, per ora fatti bastare questa risposta nebulosa ;-) Cheers
EliminaPoco altro da aggiungere, filmone.
RispondiEliminaCon due antagonisti in stato di grazia, soprattutto Warner che é ENORME, in tutti i sensi.
La trama, riletta oggi, sembrerebbe degna di una fanfiction. Tipo i romanzi apocrifi su Sherlock Holmes scritti ben tempo dopo la dipartita di Doyle.
Eppure, funziona alla grande. E ha gettato i semi per un mucchio di roba che é venuta dopo, come giustamente sottolinei.
Io ci aggiungerei pure un certo Jimmy di nostra conoscenza.
Sapete com'é...se la storia del viaggio nel tempo funziona così bene, perché non provare a fare il contrario?
In effetti, se non fosse che "Terminator" é arrivato parecchi anni più avanti...sembrerebbe di vederne quasi un prototipo, con il brillante scrittore/inventore (perché non pensare che ciò di cui parlava nei suoi romanzi non potesse esistere realmente, dopotutto?) e il gelido serial killer al posto del guerriero del futuro e del cyborg assassino. Tralasciando appunto che il concetto del film di Cameron funziona a rovescio, con tutti i paradossi temporali che ne conseguono.
Ma...ti garantisco che ho più di un sospetto, a riguardo.
Mi piace comunque la morale, per quanto amara.
Alla fine la visione di Wells é quella di un inguaribile sognatore, romantico, illuso e ottimista con una spiccata fede nelle cause perse.
Proprio come molti di noi, aggiungo. Che da piccoli sognavano un 2000 con le macchine volanti e le astronavi che svolazzavano per lo spazio.
E invece é sempre la stessa zuppa. E ho idea che il mondo perfetto sia ancora ben lungi dal venire.
Arriverà. Ma ci vorrà parecchio di più di quanto pensavamo, se per un passo avanti se ne fanno quattro indietro.
Occorre pazienza, e c'é ancora tanto da fare. Ma il domani sarà migliore, un giorno.
Si spera che sia veramente così, almeno.
L'alternativa é ammettere che ha ragione Jack. E che la verità sta dalla sua parte.
Passano gli anni, i lustri, i decenni, i secoli, i millenni e forse persino le ere. Ma parlando di esseri umani c'é solo una cosa che non cambia mai.
Il male, purtroppo.
Ma per usare le parole del protagonista...per fortuna c'é l'amore, a rendere il tutto un pò più sopportabile.
Devo rivedermelo.
Troppa, troppa roba, comunque.
Giusto per fare una piccola considerazione...sto cominciando a capire dove sta la fregatura delle piattaforme in streaming, gente.
Se conti quel che paghi per un sacco di roba che rischi di non fare a tempo a vedere...a conti fatti ci smeni.
Sembra di avere uno dietro alle orecchie che ti urla DAI! GUARDALO, FORZA! DAI! VA' CHE TE LO LEVO, EH?!
Un'altra prova che il futuro non é mai come lo immaginiamo.
Speravo che un giorno si arrivasse ad avere un servizio simile. Ma sinceramente speravo anche di non dover guardare i film col cronometro, e con l'ansia di vederli sparire da un giorno all'altro.
Mi servirebbe avere un mucchio di ore libere al giorno, come tanti anni addietro. Se fossero esistiti quando ero ragazzino...allora sì che non mi avrebbero più staccato dal televisore.
In fin dei conti questo binge - watching o come cavolo lo chiamano...non é che la cara, vecchia teledipendenza di una volta, sotto un'altra forma.
Ma chissà...forse un giorno i film rimarranno per sempre pure lì. Su Retepellicole, Disney Più con latte e cereali e Amazzonia Primo.
Mal che vada possono tornare, ciclicamente.
La speranza rimane. Almeno quella.
Oppure puoi battere il tempo comprando il DVD ;-) Cheers
EliminaCuriosamente quando ho sentito della scomparsa del grande, in tutti i sensi, David Warner, più che a Tron ho pensato proprio a questo film. Contrariamente al nostro Cassidy, ho cominciato a vederlo intorno alla metà degli anni '80, proprio sulle TV del Biscione, probabilmente la sempre verde Rete4. Negli ultimi anni è diventato una presenza fissa della programmazione domenicale sulle reti private, in particolare nel periodo autunnale. Cosa mi rimane di questa pellicola è il profondo rispetto che traspare tra i due antagonisti. entrambi sono dipinti come uomini di scienza, per quanto agli antipodi, ed entrambi hanno approcci scientifici a come si interfacciano con la realtà dove sono capitati. Un film che ha un posto speciale nel mio cuore.
RispondiEliminaCapisci perché lo volevo su questa Bara ;-) Cheers
EliminaHai ragione: un David Warner. monumentale che ruba la scena a McDowell. Tieni però conto che è difficile separare quest'ultimo dal drugo che fu.
RispondiEliminaMolto difficile, i due accettarono il ruolo per recitare finalmente insieme, visto che conoscevano e rispettavano il lavoro altrui da tempo (storia vera). Cheers
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