martedì 26 luglio 2022

The Hole (2009): in spettacolare 3D, D-ivertente, D-iligente, Joe D-ante

Anche quest’anno torna il Geekoni Film Festival. La risposta della Geek League al più noto Giffoni. Un omaggio al cinema per ragazzi fatto alla nostra maniera, infatti in pieno stile Bara Volante quest’anno ho scelto uno dei prediletti di questo blog: Joe Dante.

A sei anni di distanza dall’ingiustamente maltrattato “Looney Tunes: Back in Action” (2003), il regista del New Jersey torna a sorpresa, anche a lavorare con una casa di produzione che gli mette a disposizione dodici milioni di fogli verdi con sopra facce di ex presidenti spirati, per dire la sua sul cinema 3D, quello brevemente riportato in auge da “Avatar” di James Cameron proprio in quell'anno.

Vi ricordate cosa voleva dire andare al cinema in quel periodo? A parte gli odiosi occhialetti, una vera piaga che tutti quelli che già di norma indossano lenti (non 3D), più che altro bisognava districarsi tra una serie di titoli frettolosamente riconvertiti, per aggiungere una dimensione e giustificar il prezzo maggiorato del biglietto. Un’infinità di schifezze da farsi venire il mal di testa e non solo per via dei già citati occhialetti, che complice il trasferimento di Cameron su Pandora, non hanno certo rilanciato la moda del 3D, il cui epitaffio sulla lapide è stato scritto dal solito John Carpente: «Il 3D è una cazzata, serve solo a spillarvi più soldi» (storia vera).

Mighty Joe sul set, pensa quali orrori far uscire dalla sua botola.

Bisogna dire che il film di Cameron era stato girato in 3D nativo (e non Na’vi) quindi aveva un altro passo, volete la mia sugli unici film in cui la terza dimensione era davvero un valore aggiunto? “Hugo Cabret” (2011) di Martin Scorsese, “Il grande e potente OZ” (2013) di Sam Raimi e proprio “The Hole” di Joe Dante. Il fatto che tutti e tre siano stati diretti da grandi Maestri e vecchie volpi della settima arte non è certo un caso.

“The Hole” in particolare, ha fatto davvero tutta la trafila, quell’anno finì anche nel programma del festival di Venezia, proprio come accaduto all’ultima fatica di George A. Romero, a cui per certi versi somiglia perché anche in questo caso il film rappresenta il ritorno di un vecchio Maestro con ancora parecchio da dire, anche se questo film è il titolo perfetto per il Geekoni Film Festival, visto che come tantissimi horror inizia con un trasloco e come tanti romanzi di formazioni che di solito finiscono in questa nostra rassegna estiva, si comincia con un trasloco a tremila miglia verso la costa opposta degli Stati Uniti.

Il diciassette con la maglietta dei Killers e dei brutti gusti musicali Dane Thompson (Chris Massoglia) si trasferisce a Culonia, periferia degli Stati Uniti con il fratello di dieci anni Lucas (Nathan Gamble) e la mamma bòna infermiera di nome Susan (Teri Polo), i motivi saranno presto chiari, si scappa da un padre violento che fa dentro e fuori (soprattutto fuori) le carceri, ma il nostro Dave di stare in provincia non ha nessuna voglia, anche se cambia un po’ idea quando vede la vicina di casa sua coetanea, Julie (Haley Bennett).

"Certo che è profonda questa Bara Volante"

La svolta arriva per giustificare il titolo (da non confondere con il quasi omonimo film del 2001), nello scantinato della nuova casa si trova una sinistra botola chiusa da alcuni lucchetti ma non destinata a restare tale a lungo, al suo interno? Un MacGuffin, una forza maligna che manifesta le paure delle persone, ideale per portare in scena il tema chiave di quello che è a tutti gli effetti un romanzo di formazione, un perfetto film d’intrattenimento con un retrogusto alla Stephen King o alla Piccoli Brividi, però diretto da un Maestro come Joe Dante, brutto? Proprio per niente, anzi.

Non è difficile capire perché Mighty Joe abbia scelto proprio la sceneggiatura scritta da Mark L. Smith, la storia ha molto a cuore i personaggi, la loro costruzione e caratterizzazione, nel film ci sono letteralmente cinque attori, se consideriamo anche Bruce Dern in grande spolvero nel ruolo dell’anziano che mette tutti in guardia, solo recitato con molto più coinvolgimento. “The hole” è in perfetto equilibrio tra Gremlins e L’erba del vicino, manca forse la chiave di lettura sociale e politica afui Dante ci ha abituati con titoli come “La seconda guerra civile americana” (1997), di sicuro non manca l’omaggio al cinema realizzato con il cuore in mano da parte di un grande Maestro, l’idea di girare un film per ragazzi in 3D poteva venire in mente solo al genietto che ci ha regalato quella meraviglia di “Matinee” (1993), per certi versi nel cinema di Lawrence Woolsey, avrebbero potuto tranquillamente proiettare un film come “The Hole”, magari proprio in 3D.

"Le paghi tu le bollette? Mi piace leggere, al buio non riesco"

Sapete dove si vede che dietro alla macchina da presa di questo film ci sta una vecchia volpe che la sa lunghissima? Nella mia scena preferita del film, certo è divertente vedere la manciata di chiodi sparati in faccia al pubblico dai protagonisti, per cercare di capire se la botola ha un fondo, così come il pupazzo di Cartman di South Park appeso ed utilizzato come esca, tutte trovate per far valere il 3D come si sarebbe fatto alla vecchia maniera, ma dove diventa chiaro che Joe Dante è al comando lo capiamo nella scena in cui i ragazzi calano una piccola telecamera nella botola e poi guardano la registrazione sulla tv di casa.

Schermo nero, interferenze, immagini non a fuoco, poi mamma Susan che fa i turni in ospedale (questo offre anche una spiegazione logica all'assenza degli adulti, un classico di questo tipo di storie), quando la donna rientra e chiede ai ragazzi cosa stanno guardando, i tre protagonisti si voltano e accampano scuse di facciata, nell'inquadratura Joe Dante permette solo a noi spettatori di vedere il filmato che scorre sulla tv di casa, sono noi vediamo l’orribile occhio che fissa dallo schermo, ignorato dai protagonisti, la zampata del grande uomo di cinema che crea la tensione, dando solo a noi spettatori la prova del pericoloso contenuto della botola, ti voglio bene Joe, non cambiare mai!

In questa scena si vede l'occhio del regista (ah-ah)

A questo punto la presa di coscienza dei personaggi richiede una spintarella, anche qui non è un caso che Dante abbia richiamato uno dei suoi pretoriani come Bruce Dern nel ruolo di Freddy il fricchettone Carl Crepacuore, lo strambo del villaggio che vive scarabocchiando fogli, circondato da lampadine sempre accese per la sua fobia per il buio. Ma se invece ve lo state chiedendo si, ovviamente anche in “The Hole” non può mancare un’apparizione del mitico Dick Miller, qui nei panni del “ragazzo” che consegna la pizza.

Perché ordinare Glovo quando puoi avere Dick Miller a casa tua?

“The Hole” è un metaforone, dritto e lineare sul più classico dei temi dell’infanzia, la paura va affrontata, quindi la botola in tal senso è il nemico perfetto, sembra uscita da un episodio di “Ai confini della realtà” - non a caso nel 1983, proprio Joe Dante ha diretto un segmento del film ispirato alla serie di Rod Serling – che trasforma in realtà le paure di chi si sporge dentro a guardare, senza nemmeno il bisogno di scomodare Friedrich Nietzsche, perché tanto vale la massima: paura al bando, Joe Dante al comando!

Nella prima grossa scena di paurone, quella dove si vede tutta la maestria di Dante, Julie affronta una ragazzina grondante sangue che si muove come se il numero di fotogrammi al secondo della pellicola fossero improvvisamente impazziti, il trucco che utilizzerà anche James Wan per i suoi fantasmi, solo che Mighty Joe ci era arrivano con parecchi anni d’anticipo.

Riuscite a pensare a qualcosa di più horror di così?

Per scoprire l’identità della ragazzina bisognerà accompagnare i protagonisti nella loro sfida alla botola, il bello di “The Hole” è che in base all’età e alle esperienze di vita dei ragazzi, le loro paure sono più o meno articolare, la più semplice (e per certi versi infantile) di tutte è quella di Lucas, che odia i clown e infatti viene perseguitato da un pestifero e sinistro pupazzo conciato da giullare, che è l’occasione per Dante per esibirsi ancora in una delle sue specialità, attori che lottano con piccoli mostri mossi da esperti burattinai, insomma ancora una volta si vede tutta l’esperienza del regista di Gremlins e “Small Soldiers” (1998).

Che hai da ridere, pagliaccio?

Per quanto a dimensione di bambini e adolescenti, la tensione in “The Hole” non manca, Joe Dante ci scherza perché è un predatore nel suo ambiente naturale, che qui può distrarci con il tintinnio della medaglietta del collare del Pomerania di casa, per poi lanciarci addosso l'angosciante scena della piscina. Insomma i 92 minuti (durata perfetta) di “The Hole” volano via che è un piacere anche grazie all'utilizzo sapiente del 3D.

Sul set il protagonista Chris Massoglia ha dovuto schiarirsi i capelli, perché la sua testa non “scomparisse” con il buio gestito dal direttore della fotografia Theo van de Sande, mentre Teri Polo ha dichiarato che un altro dei componenti del cast del film era senza ombra di dubbio la macchina da presa di Dante, un mostro due volte più grande del normale, che riprendeva ogni scena da due obbiettivi differenti, in modo da creare l’effetto 3D senza l’odioso mal di testa, effetto collaterale di tante pellicole riconvertire frettolosamente alla terza dimensione.

Gli scantinati spesso fanno paura, ma il sotto-scantinato potrebbe essere anche peggio.

Se nella prima parte del film Dante si limita ad un paio di oggetti lanciati in faccia al pubblico (i già citati chiodi) è nel finale che Mighty Joe si gioca il meglio di questa tecnologia, perché? Perché l’uso del 3D è prima di tutto giustificato dalla storia, Dane salta dentro alla botola per salvare il fratellino e affrontare la sua paura, ma il film è tanto curato che al cinema fu un’esperienza divertente, ma anche a casa si può riviverla senza perdere nulla della sua efficacia.

Ho il Blu-Ray con allegati i cari vecchi occhialini di cartone con le lenti rosse e verdi, anche così la terza dimensione funziona alla perfezione, ma anche optando per la versione classica in 2D, “The Hole” resta un ottimo film perché tutta la parte dentro la botola è frutto delle scelte sagge di Joe Dante, ad esempio le inquadrature sono tutte dal basso, ad altezza bambino appunto e non fanno che accentuare una scenografia costruita strizzando l’occhio alle geometrie sghembe di film come “il gabinetto del dottor Caligari” (1920), con armadi in cui nascondersi dalle porte grottescamente alte, oppure corridoi con il punto di fuga volutamente sbagliato, per mettere in chiaro quando i protagonisti siano finiti giù nella tana del Bianconiglio.

"Il cinema espressionista tedesco è il grande amore della mia vita!" (cit.)

Nella sua semplicità “The Hole” fa scelte eccelse, se il tuo protagonista deve affrontare il suo terrore infantile per un padre violento è normale che il suo mostro, sia un energumeno dalle scarpe grosse (… ma il cervello fino!), la voce sepolcrale e l’oggetto simbolo della sua violenza sia ingigantito dai ricordi dell’infanzia, ecco perché la fibbia della cintura del padre di Dave sembra pesare 80 Kg in questo film, un maglio distruttore in grado di devastare anche le pareti. Mighty Joe utilizza la sua macchina da presa per raccontarci una paura infantile, dal punto di vista di un bambino che non ha più intenzione di avere paura per sempre, il 3D diventa il suo asso nella manica, non è un caso se solo grandi Maestri della settima arte abbiano saputo sfruttare la dimensione aggiuntiva, tutti gli altri vi hanno solo spillato soldi.

Anche un gigante in realtà è un ometto pieno di paura.

Insomma, Joe Dante nato artisticamente sotto l’ala protettiva di Roger Corman e cresciuto alla scuola del cinema per ragazzi di Spielberg, nel 2009 ha saputo dare ancora valore ai suoi trascorsi, con una storia che in mano a qualunque altro regista di minor talento, sarebbe risultata competente ma insipida, Dante invece ha saputo trasformarla in un perfetto horror per ragazzi che ha tutto per piacere anche ai grandi, visto che non tratta gli spettatori come degli idioti e non cerca di fregarli con il fumo negli occhi del 3D. Certo con quegli occhialetti rosso/verdi si rischia il daltonismo, ma “The Hole” è D-ivertente, D-iligente è soprattutto è in puro stile Dante, non poteva esserci una nuova edizione del Geekoni senza un suo film!

Per tutti gli altri titoli della rassegna, qui sotto trovare il resto della Geek League impegnata a snocciolarvi tutti i titoli che volete, passate a leggerli tutti!


28 commenti:

  1. Io quel film con i Looney lo adoro scena per scena e non l'ho mai maltrattato 😁

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    1. Siamo in due allora ;-) Cheers

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    2. Mi permetto di correggere: siamo in TRE ;-)
      Mi spiace di non essere ancora riuscito a vedere "The Hole" in 3D ma, fortunatamente, la profondità di questa perla Dantesca prescinde dall'uso degli occhialini, così come la tua puntuale recensione é tridimensionale al punto giusto per spingere chiunque a rivederselo (credo che la maggioranza l'abbia visto almeno una volta) ;-)
      P.S. Niente da dire, Zio John aveva ragione pure stavolta! Il revival del 3D, semmai, avrebbe davvero dovuto rimanere appannaggio eccezionale.dei maestri del fantastico e niente di più (ci saremmo evitati pure le fastidiose e forzate riconversioni 3D da materiali non nativi)...



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    3. Per altro proprio oggi Dante dalle pagine di Trailers from Hell ricordava proprio “Back in action” (storia vera). Mi piace sempre molto scrivere di Mighty Joe e questo post può essere letto senza occhialini 3D ;-) Cheers

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  2. Visto ma in 2D, forse qui ho sbagliato perché sono tra quelli che citi (i disagi di chi già porta gli occhiali) e non sapevo che fosse un 3D puro e non riconvertito.
    Comunque, film veramente intrigante e ricco di bei momenti, quasi old school (sì, il televisore che trasmette e loro non guardano: top).

    Moz-

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    1. Lo è, forse non sono stati tanto bravi a pubblicizzarlo, ma è stato bravo Joe Dante a dirigerlo, ci sono tutte le sue zampate tipiche, quanto voglio bene a Mighty Joe! ;-) Cheers

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  3. Per fortuna è già passata la mania del 3D (oddio non so se ritornerà con Avatar 2-3-4-5...) Fa piacere sapere che Dante almeno aveva usato al meglio questa tecnologia

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    1. Ma riuscirà davvero Jimmy a farlo tornare di moda con i suoi ventiquattro Avatar? Dante che arriva dall'epoca del vecchio 3D e conosce alla grande il cinema, ha avuto la meglio anche sulla terza dimensione ;-) Cheers

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  4. Come sai io sono Leggenda, e non ho mai visto un solo film in 3D al cinema. Non posso giudicare l'operato di Dante, ma conoscendolo ti credo sulla parola che abbia fatto un lavoro al bacio con questa tecnica. Basti pensare che "Prometheus" (2012) è 3D nativo, così da essere schifato in tre dimensioni: il che dimostra che non basta avere una cinepresa 3D, bisogna anche essere Joe Dante!
    Il film l'ho visto in 2D e mi è piaciuto, anche se sono passati anni e onestamente non lo ricordavo gran che. I particolari e le citazioni non li ricordavo (o forse non li ho colti) quindi di nuovo hai fatto servizio pubblico ^_^

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    1. Hai fatto un ottimo esempio di 3D nativo che fa schifo anche con una dimensione in più ;-) Figurati sono qui per questo, poi di Dante sono sempre pronto a scrivere, lo farei tutte le settimane! Cheers

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  5. Mi pare che all'epoca fu bollato come un semi-flop, eppure ritrovare Dante per me fu invece una gioia.

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    1. Considerando che da noi ha incassato meno di due milioni direi di sì, però è stato anche l'ultimo Dante che abbiamo potuto vedere al cinema, ed è stato una figata ;-) Cheers

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  6. Sarà anche un film che non ha visto nessuno quando uscì al cinema,ma io quando a casa mia ho fatto vedere a tutte le mie conoscenze il filmone di Joe Dante in mio possesso,non c'è stata una sola persona a qui non sia piaciuto,tutti si sono divertiti da matti a vederlo,per quanto mi riguarda uno dei miei film preferiti tra i suoi lavori!

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    1. Idem, per quello l'ho scelto per il Geekoni ;-) Cheers

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  7. Spielberg è un genio nel dirigere i bambini,ma per quanto riguarda la direzione degli adolescenti credo che quasi nessuno superi Dante,il fatto che lui tenga molto a mostrare ragazzi e ragazze che non siano uno stereotipo ambulante,ma persone con una testa funzionante,impacciati ma che sono anche in grado di imparare ed apprendere dai loro errori,la dice lunga sulla sua grande sensibilità nel trattare con rispetto le ombre ma anche le luci della gioventù,insomma Joe Dante non è un cinico,ma un regista con un cuore ed un talento GRANDE COSI!!!.

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    1. Per quello si può solo voler bene a Mighty Joe ;-) Cheers

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  8. "Ciaao Ragaazzo!",mamma mia che paura quella sagoma imponente,quando si dice l'importanza del terzo atto finale di un film,ed il terzo atto di "THE HOLE" è pura meraviglia visiva,è non è stato nemmeno necessario tirare fuori un budget faraonico!

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    1. Messo su davvero con poco, ma con tanto talento, dici bene il terzo atto di questo film è un gioiellino. Cheers

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  9. E i fanatici dello spiegone a tutti i costi MUTI,Dante gli caga in testa a loro,quella botola esiste,punto e basta,"Sin dal primo vaggito del mondo!",puro mistero e a me sta bene così!

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    1. Sembra uscita da Twilight Zone, fatevela bastare, tanto anche una parola in più sarebbe di troppo. Cheers

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  10. Pensa che mia madre la prima volta che ebbe a che fare con il 3D da adolescente,fu' quando ando' a vedere "Lo Squalo 3-D"😬💥

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    1. Penso sia accaduto a molti di quella generazione. Cheers

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  11. Mamma mia che periodo quello del 3D... una moda di merda che per fortuna è passata! Gianni Carpentiere non sbaglia mai! Ma i televisori? Li producono ancora? 😅 Spero se li siano sbattuti in testa i fanatici cinefili occasionali!
    Infatti ero convinto che avresti parlato dell'altro "buco", nel bunker in mezzo al bosco, mentre questo lo avevo proprio rimosso.
    Viva pupazzi, marionette e burattini! Fanculo la CGI!
    Come detto, il film lo ricordo molto vagamente ma mi hai fatto venire voglia di riguardarlo.

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    1. Merita, Joe Dante merita sempre, di essere visto e rivisto ma anche di scriverne ;-) Cheers

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  12. Sì, ha ragione il Maestro John. Una pura bolla speculativa, che per fortuna non durò molto.
    Da un momento all'altro ti sei ritrovato il biglietto al doppio del prezzo, con gli addetti che ti rifilavano degli occhialini ridicoli che dovevi pure restituire, perché li riciclavano!
    "Hai voluto il treddì? E mò paga di più."
    Veramente é stato imposto, per certi versi.
    E hai ragione: "Avatar" era l'unico film dove il 3D avesse ragione di esistere, e non solo perché era immersivo. Ma perché alla fine il discorso era tutto lì.
    Il mestiere, gente. Jimmy faceva sollevare sbuffi di polvere e foglie ogni due secondi, per darti davvero l'impressione di trovarti su quel pianeta.
    Proprio vero: se proprio devi usarlo, usalo bene. E dagli un motivo che ne giustifichi l'impiego. Proprio come hanno fatto Raimi, Scorsese e Dante, appunto.
    Su tutto il resto, fu una roba tragicomica. Tra schermi resi talmente scuri dalle lenti che spesso te le dovevi togliere perché non si capiva niente di quel che succedeva (ma se alla fine te li devi levare comunque...allora che £@$$% te li danno a fare?!), e attori che per colpa della prospettiva sfalsata "a cazzo de cane" (citazione poetica) di colpo diventavano come sagome di cartone su uno sfondo indefinito.
    Il mio vanto personale? "San Valentino di Sangue".
    Tanto clamore per un horroraccio di serie Z.
    Un orrore di film, più che un film d'orrore. Talmente brutto che si sarebbero persino vergognati di trasmetterlo su Antenna 3 nelle seconde serate migliori. E che alla fine mi ha regalato pure un'emicrania atroce, peggio che avessi ricevuto una picconata in testa da parte dello sfigatissimo serial - killer!
    Meno male che é finita, và.
    Bel film, questo. Un horror a misura di ragazzini, tipo "Non Aprite quel Cancello". Ma che non impedisce al buon Joe di fare sfoggio della sua tipica cattiveria. E di fare PAURA, ma sul serio.
    Perché quando ci si mette, non ha rivali.
    La scena dell'occhio è un perfetto esempio. Un colpo di genio grazie al quale noi sappiamo di colpo che c'é davvero qualcosa, laggiù. Qualcosa che non va per niente.
    Noi, però. non gli sprovveduti protagonisti.
    Come dico sempre, i migliori horror sono storie di formazione.
    Dietro ad essi ci sono traumi irrisolti, e siamo stati noi a trasformarli in mostri orrendi non volendoli affrontare.
    Ma tutto torna, e tocca fare i debiti conti. Comunque vada a finire.
    E' il concetto che stava alla base di "Jacob's Ladder" e di "Silent Hill", visto che se ne parlava l'altro ieri.
    Dovrei rivedermelo.

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    1. Come dicevo quassù merita di essere rivisto ;-) Cheers

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  13. Ho visto tanti film 3D senza averne visti effettivamente nessuno, storia vera. Diciamo che al di là della "dimensione" resta un film penetrante, di quel Joe Dante gran birbante ;)

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