lunedì 18 luglio 2022

Men (2022): il villaggio dei dannati maschi

Mi è capitato spesso di soggiornare presso svariati bed and breakfast specialmente in Irlanda, mi sono sempre trovato benissimo, persone e accoglienza davvero calorosa, ma l’inconscio di un appassionato di Horror è sempre in movimento. Ho pensato che Alex Garland volesse cavalcare quella sensazione un po’ sinistra dietro ai sorrisone accoglienti ma niente, ha solo voluto fare un film scritto con il più grosso dei pennarelloni a punta grossa.

Alex, Alex, Alex, che ci devo fare con te? Parliamo dello sceneggiatore che ha scritto 28 giorni dopo, ma anche quello che ha avuto intuizioni alla "The Raid", prima di essere battuto dal tempo e dalla storia con il suo Dredd. Il suo Ex Machina mi ha affascinato e convinto il giusto, con Annientamento invece ha tirato fuori tutta la sua strana voglia di declinare in versione pop Tarkovskij, mancando miseramente il bersaglio.

Bisogna dire che tutti i suoi film avevano un filo di inquietudine ed essendo (artisticamente) nato con l’horror di Danny Boyle, era inevitabile che Garland prima o poi ne firmasse uno tutto suo, ecco, è il risultato che mi ha lasciato abbastanza freddino però. Da qui in poi moderati SPOILER, lo scrivo solo perché il film dovrebbe uscire anche da noi a breve, anche se la strombazzante (ed originalissima) pubblicità che lo vende come un horror che fa collassare la gente in sala è già cominciata.

Sono fuori dal tunnel, del divertimento (anche perché con Garland non si corre il rischio di divertirsi troppo)

La storia è intrigante, anche molto bisogna ammetterlo, Harper Marlowe (Jessie Buckley) ha passato dei brutti casini con l’ex marito James (Paapa Essiedu), li scopriremo tutti visto che Alex Garland tempesterà il suo film di flashback in modo che il suo urlato messaggio arrivi forte e chiaro. Per prendersi una pausa e staccare dal mondo, Harper affitta una casa di campagna in un villaggetto della provincia inglese, il classico posto dove ti aspetteresti di trovare in esilio l’agente Nicholas Angel, e questo spiegherebbe la delirante linea di dialogo sul cigno, ma sto divagando, torniamo alla trama.

Il proprietario di casa è l’amichevole e strambo Geoffrey (Rory Kinnear), eccentrico, tutto sorrisi e umorismo da sociopatico, gentile oltre misura, roba da cinque stelle su Tripadvisor ma non senza una certa dose di ansia, anche perché per via di alcune vecchie abitudini, Harper malgrado il divorzio doloroso ha prenotato ancora a nome Marlowe, quindi Gregory come faceva l’agente Smith con Neo, si ostina a chiamarla con il suo vecchio cognome da sposata e già qui vedono i segni del pennarellone di Garland, che il correttore continua a trasformare in Gardaland, forse sta cercando di mandarmi dei messaggi?

La donna che coglie la mela dall'albero, ah! Il simbolismo!

Harper cerca di rilassarsi con lunghe passeggiate, molto lunghe, perché il film prodotto dalla A24 si porta dietro uno stile preciso, i 100 minuti di “Men” non sono poi molti anche se percepiti sembrano più o meno il doppio, visto che la storia avrebbe funzionato alla grande come cortometraggio, ma se passi il tempo a inquadrare la protagonista che passeggia o a soffermarti sul corpo putrescente di un cervo morto (una metafora della condizione di noi spettatori davanti a questo film secondo me), la volontà di allungarsi verso lo schermo, mimando il classico e universale gesto di "stringi", si fa molto forte.

All'improvviso un uomo nudo compare in lontananza e comincia a seguire Harper, il nudista della domenica è il primo di una serie di personaggi sinistri che popolano il villaggio, ma il primo a rivolgere la parola alla donna è uno strambo ragazzino con la faccia da vecchio (che entra in scena indosaando una maschera da donna, e via con il METAFORONE!) che è interpretato sempre da Rory Kinnear che in questo film fa gli straordinari, visto che ricopre anche il ruolo del Vicario del villaggio, che cerca di consolare (oddio consolare…) Harper dicendole che se suo marito si è suicidato beh, forse è anche un po’ colpa tua cara ragazza. Alla faccia del buon consiglio.

Kinnear, che da qui a fine carriera interpreterà solo più sinistri stramboidi.

La trovata di rappresentare tutti gli uomini del villaggio come figli della stessa madre – anche se nel finale Garland farà di peggio – bisogna dire che non è niente male, per certi versi questi sinistri figuri tutti con il volto di Rory Kinnear, sembrano la rappresentazione di tutti i maschietti fastidiosi, quelli che allungano le mani, che insultano e che in generale non rispettano le donne che qualunque signora nella vita prima o poi purtroppo ha avuto la sfortuna di incontrare. Insomma “Men” è un metaforone sul maschilismo tossico, il che non sarebbe affatto un male se Alex Garland (non Gardaland) non avesse ricoperto tutto con quintali di spocchia come se non ci fosse un domani.

Bisogna dire che il ragazzo sa davvero dirigere, le atmosfere sospese gli riescono davvero bene, infatti “Men” ha il ritmo e le visioni da incubo anche un po’ frammentarie e spezzettate tipiche della nottataccia dopo la peperonata, ma anche quintali di supponenza tanto da risultare urticante, non nel messaggio che trovo condivisibile, ma proprio nella messa in scena pretenziosa. Sul fronte del film di genere, utilizzato per dare una picconata in faccia al maschilismo, il suo “Men” va sotto bevendo dall'idrante contro Revenge, giusto per fare un titolo ben più riuscito.

Quello che succede quando metti insieme Garland e la A24.

Dopo aver sottolineato il suo messaggio con il pennarellone quelle quattordici o quindici volte, in modo che anche il più distratto degli spettatori possa coglierlo, Garland che già di suo ama i ritmi lenti per le sue storie, si fa coccolare dallo stile della A24, perdendosi in una serie di scene molto arty, però farcite di dialoghi strampalati per sottolineare il messaggio urlato del film.

L’intuizione di prendere ispirazione da L’invasione degli ultracorpi è sempre cosa buona e giusta, ma tale supponenza nel ribadire il messaggio contro il maschilismo malsano sarebbe meglio perderla che trovarla, non solo fa perdere potenza anche alle buone trovate che ci sono nel film, ma confermano quanto Alex Garland sia un regista fighetto, a volte per il solo gusto di esserlo.

Anche Society era un metaforone, anche molto più urlato di “Men”, che però aveva dalla sua l’effetto sorpresa e una volontà di sconvolgere il pubblico sincera, da vero Punk, Garland al massimo è uno che vuole atteggiarsi, infatti nel finale mette su una lunga sequenza da incubo, che chiarisce perché i personaggi interpretati da Rory Kinnear abbiano tutti lo stesso volto, per altro realizzata con degli effetti speciali davvero ben fatti che garantiscono la quota “Body Horror” della storia, però Alex, benedetto figliolo, se in questa trametta stiracchiata per arrivare a 100 minuti di durata, mi infili anche quattro parti maschili uno in fila all'altro, anche meno Alex, anche meno, fai il bravo.

Quando vuoi dire a tutti i tuoi amici del DAMS che hai visto Society.

Se fosse stato un cortometraggio, “Men” sarebbe potuto risultare anche brillante, ma così è solo l’ennesima conferma di un autore spocchioso che guarda al cinema del passato ma invece di rielaborarlo, dimostrando di averne assimilato la lezione, non fa che rendere tutto banale. Una volta arrivati ai titoli di coda (sulle note di "Love song" di Elton John, che simpatico che sei Alex), quello che resta è l'ottima prova di Kinnear, pronto per tutti i ruoli da stramboide da qui alla fine della sua carriera.

Certo il film farà parlare perché quella sequenza finale è forte, realizzata con buoni effetti speciali e il tema della critica al maschilismo risulta puntuale, ma “Men” mi è sembrato un film pensato per fare colpo sugli studenti del DAMS che non distinguono Brian Yuzna da Stuart Gordon, insomma io e Alex Garland non saremo mai grandi amici, non se continua a fare film così.

18 commenti:

  1. Su e giù a zonzo per "l'autostrada 24",sicuramente Alex Garland ci avrà messo sù parecchio del suo,ma dirò anche che molto probabilmente è rimasto attratto dal lato oscuro di "quell'autostrada infernale",con il risultato di prendere anche troppo alla lettera la fama che si portano dietro di produttori di roba(fighetta)raffinata! Da quello che hai scritto sembra che dopo essere stato investito "dall'autostrada" abbia dilatato il suo già lento stile narrativo fino all'esasperazione,comunque visto che da noi in sala uscirà il 25 agosto avrò tutto il tempo per prepararmi psicologicamente,sapendo che tipo di film andrò a vedere! In realtà a me sono piaciuti i suoi film precedenti,ma ammetto che su questo "MEN" ho delle perplessità,bè si vedrà!

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    1. Lo vedrò in sala come faccio sempre (giovedì scorso sono andato a vedere "X", storia vera), ma solo per supportare gli horror che escono in sala, perchè lo stile di Garland non mi ha mai convinto, qui meno che mai. Se non altro la parte body horror è realizzata alla grande in termini di effetti speciali, quello dobbiamo ringraziare la A24, il resto è farina del casso di Garland. Cheers!

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  2. E mò faccio il cospirazionista,un pò quello che ho letto da te,un pò il trailer di sto "Men" che ho visionato durante la pubblicità kilometrica di mezz'ora che passa ogni volta nei multisala(aaaaahhhhhhhrrrggh)prima dell'inizio di un film,il mio quesito è,non sarà per caso Alex Garland il figlio illegittimo del pomposo Ridley Scott?

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    1. Se non è il suo figlio biologico, pare aver ereditato tutte le caratteristiche peggiori di papà ;-) Cheers

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  3. A me pure Ex Machina,per quanto bello esteticamente,mi ha detto pochino ( e pure l' interpretazione della Vikander non mi aveva colpito)

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    1. La prima volta che l'ho visto mi era piaciuto di più, la seconda già molto meno (storia vera). Cheers

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  4. Mi sono fermato allo spoiler perché pur non strappandomi i capelli per Alex comunque la sua carriera la seguo sin dall'inizio, quindi il film me lo voglio gustare.
    I'll be back... and comment!

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    1. Alla fine ci si affeziona, con questi registi che stanno costruendo la loro carriera viene voglia di seguirli comunque, finché sono pochi film è più facile ;-) Cheers

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  5. Alex Garland non è mai riuscito a convincermi al 100%, troppo freddo, troppo tecnico, al cinema come in TV. E sì che di potenziale per piacermi ce n'è.
    Attendo in sala (il multisala già espone i cartonati) questa sua ultima fatica e quindi di leggerti davvero, ridimensionando le attese, che magari gli farà bene.

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    1. Anche io andrò a rivederlo in sala, lo faccio sempre anche con i film come questo che non mi hanno convinto molto, sarà un'estate piena di titoli, specialmente horror al cinema, ben vengano sempre ;-) Cheers

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  6. Visto insieme alla wing-woman e abbiamo entrambi la mandibola a terra. Da noi, promossissimo!

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    1. Lo andrò a rivedere quando uscirà come faccio sempre, ma la supponenza di Garland proprio non mi convince. Cheers

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  7. Salve, questo film l'ho visto ma è troppo criptico per i miei gusti, di buono ha però le atmosfere cupe e dense di possibili accadimenti inquietanti.

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    1. Che bello leggere qualcuno che dice che un film semplicemente non fa per lui, ormai sono intossicato dall'atteggiamento medio di "Infernet", non mi piace quindi demolisco, bello vedere che ancora qualcuno sa giudicare, grazie ;-) Cheers

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  8. Ottima idea (davvero), purtroppo realizzata in modo totalmente anticlimatico. La scena finale mi ha ricordato un quadro (non ricordo per ora nome e artista, ti farò sapere) e le mutazioni della serie animata AOT, cosa gagliardissima ma ci arriviamo (almeno io) con troppa poca voglia, forse perché come hai detto tu, il messaggio è fin troppo chiaro dall'inizio. Pensavo molto meglio, troppe aspettative.

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    1. Eccolo, il quadro è A Short Tour and Farewell di Raymond Douillet

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    2. Troppo urlato, veramente scritto con il pennarellone e raccontato peggio, peccato perché poteva essere ottimo. Cheers!

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    3. Urca grazie, non lo conoscevo, sembra proprio l'ispirazione per "Men". Cheers

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