domenica 29 maggio 2022

La cosa - Inferno di ghiaccio di John W. Campbell Jr. (2022): indovinate COSA ho letto di recente?

Nel mese di maggio, il mensile Urania sul suo numero 232 ha pensato di farmi un regalo, così come a tutti gli appassionati di fantascienza, da Carpenteriano nell’anno del quarantesimo compleanno di La Cosa, non ho proprio potuto resistere.

Nato a Newark nel 1910, John W. Campbell Jr. è sempre stato un personaggio che definire pittoresco sarebbe peccare di ottimismo, il suo amore per la scienza e la fantascienza sono cominciati già in giovane età, un lungo periodo passato a scrivere parecchio. Ma come accade spesso le storie hanno genesi lunghe e complicate, quella più celebre scritta da John W. Campbell Jr. gettava i suoi primi semi nel racconto “I ladri di cervelli di Marte”, considerato ancora troppo derivativo rispetto alle fonti dell’autore, che di sicuro non si è dato per vinto.

Ripescando il titolo di un altro suo vecchio racconto, “Frozen Hell” era la prima bozza davvero valida della storia, circa 85 pagine suddivise lungo otto capitoli, bocciate dagli editori per via di una prima parte forse eccessivamente tecnica, in cui l’autore di dilungava ad esporre il differente funzionamento di bussole e magneti in prossimità dei poli, accurato per una storia ambientata in Antartide, ma un po’ noioso per il lettore medio di riviste come “Astounding Stories”.

La svolta arrivò nel 1937, quando John W. Campbell Jr. subentrò alla direzione della rivista che curò fino alla propria morte, cosa fece appena arrivato? Essenzialmente due COSE (scusate, non ho resistito) la prima cambiare il nome della rivista in “Astounding Science Fiction”, la seconda pubblicare in forma definitiva il suo racconto “Who Goes There?” anche noto come “Chi va là?” ma decisamente più celebre con il titolo di “La "cosa" da un altro mondo”.

Campbell nel luogo dove ha passato più tempo, la scrivania a scrivere.

Campbell inaugurò la cosiddetta "epoca d'oro" della fantascienza che caratterizzò gli anni quaranta e cinquanta del Novecento, la sua “Who Goes There?” è ancora considerato un classico della fantascienza, ma le storie dello scrittore furono d’ispirazione per autori come A. E. Van Vogt e Edmond Hamilton e al pupillo di Campbell, Isaac Asimov. Per decenni dalle pagine di “Astounding Science Fiction”, l’autore scrisse editoriali al vetriolo su tutte le sue principali passioni, ma anche sulle sue teorie sulla vita aliena e sulla Terra, che nel corso degli anni riuscirono a fargli guadagnare ogni genere di etichetta, tutte selezionate tra le meno edificanti che vi possano saltare alla mente, bisogna dirlo.

Ma “Who Goes There?” era una versione alleggerita del manoscritto originale, cinque capitoli a cui Campbell aveva mozzato la testa, i primi tre iniziali, per rendere la trama e la lettura più snella, fu solo grazie ad una raccolta fondi nel 2019 che l’originale manoscritto di “Frozen Hell” spuntò fuori dal cassetto dove era finito, con la traduzione di Fabio Feminò (autore anche di una corposa postfazione sulla vita dell’autore) è riemerso dai ghiacci e pubblicato per la prima volta in italiano sul numero di maggio 2022 di Urania, completato dal racconto “La voce dell’ignoto”, un altro dei viaggi spaziali scritti da John W. Campbell Jr.

Copertine di un certo livello.

Avevo già letto “Who Goes There?” nella versione disponibile fino a qualche settimana fa, ed è stato ancora più divertente affrontare anche questa “versione estesa” della storia, dove l’approccio scientifico di Campbell si avverte tutto ma la lettura resta piacevole e veloce, anche con i tre capitoli iniziali inediti.

Bisogna dire che il film del 1951, “La cosa da un altro mondo” diretto da Christian Nyby e dal maestro Howard Hawks, non accreditato ma attivissimo durante la produzione, riprende solo lo spunto di base della storia e in parte la dinamica del ritrovamento tra i ghiacci. Posso confermare che la versione di John Carpenter è molto più aderente al racconto originale, non solo perché recupera molti dei nomi dei protagonisti, ma anche per una porzione delle dinamiche tra personaggi, Howard Hawks ne aveva fatto una metafora sull’invasione Comunista, oltre ad aver cambiato la natura della Cosa in un essere vegetale non telepatico come nel racconto.

Carpenter e il suo sceneggiatore Bill Lancaster sono stati molto più aderenti al racconto originale, farina del loro sacco invece è il finale, solo uno dei migliori diretti da Carpenter (esperto in gran finali per i suoi film), anche se devo dire che la conclusione da “proiettile schivato” di Campbell mi è piaciuta molto, mantiene alto il livello di ansia anche nelle ultime pagine del racconto, solo che nel confronto con la versione di Carpenter la sua Cosa è per certi versi anche meglio dell’originale. 

In ogni caso, ben felice che Urania abbia offerto a tutti noi Carpenteriani la possibilità di aggiungere alla collezione questo racconto, la Cosa mi conquista sempre, in ogni fase della sua evoluzione.

Visto che siamo in tema, vi ricordo lo speciale dedicato al Maestro e la pagina del faccio libro de Il Seme Della Follia - Fan Page italiana dedicata a John Carpenter.

20 commenti:

  1. Film che sai bene quanto adoro pure io. Il libro non l'ho mai letto, seppure abbia consumato la collezione Urania della biblioteca parecchi anni fa fra Isaac Asimov, John Windham, Richard Matheson, Arthur C. Clarke e tanti altri. Questo però mancava all'appello.

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    1. Fai ancora in tempo a cercarlo in edicola, anche se pare sia andato forte. Cheers

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  2. Combinazione...l'ho visto pure io, in edicola.
    Pur avendolo gia' letto, ero tentato.
    Ci faro' un pensierino.

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    1. Anche io l'avevo letto ma mi sono lasciato tentare lo stesso ;-) Cheers

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  3. Conservo gelosamente l'edizione del racconto nelle mitiche "Grandi storie della fantascienza" di Asimov e Greenberg, ma certo quest'edizione è irresistibile. Anche per ricordare le buone storie che hanno scritto il cinema di fantascienza, che non è la robaccia che gira su piattaforma ma qualcosa di molto più serio. Ad avercene di certi recuperi ^_^

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    1. Esatto, concordo pienamente, infatti mi ci sono gettato a corpo morto sopra, ora dopo la lettura dorme nei ghiacci vicino alle mie copie dei film di Carpenter, mi sembrava il posto ideale ;-) Cheers

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  4. Il film del 1951 resta però magistrale nella prima parte, fino all'arrivo della creatura ( dove subentra la povertà di mezzi ) . Ma la scena in cui di mettono in cerchio sul ghiaccio per seguire il profilo dell'aeromobile caduto resta terrificante e magnifica dopo 70 anni, col suggerire l'alterità e l'orrore che comporta con un semplice gesto.

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    1. Lo è una pietra miliare, dammi del tempo che questa Bara ha dei piani ;-) Cheers

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  5. Bell'operazione! Io devo ancora leggere il racconto originale, lo ammetto... Del film di Carpenter invece posso fare lo storyboard a occhi chiusi, come è giusto che sia! X--D

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    1. Capisci che da Carpenteriano mi sono gettato a pesce ;-) Cheers

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  6. Grazie della segnalazione, Cassidy. Mi sono fiondato nell'edicola più vicina e l'ho acquistato. Appena letto, magari ci scrivo qualcosina, essendo La cosa uno dei migliori film che abbia mai visto, anche per me.

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  7. A proposito di libri sul cinema, hai letto American Nightmares di zelati? Lo consigli? Alo' nella monografia di romero consiglia questo libro

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    1. Io consiglio i libri di Paolo Zelati a prescindere. Punto. Cheers

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  8. Spero di trovarlo ancora in edicola, non è proprio COSA che vorrei perdermi ;-)

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    1. Buona caccia, non dimenticare il lanciafiamme ;-) Cheers

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  9. Volevo recuperarlo ma non sono riuscito a trovare una copia che non fosse uscita da un incontro con Ivan Drago... magari sarò fortunato a qualche mercatino dell'usato.

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    1. Sono sicuro che la troverai anche se è andata forte questa uscita. Cheers

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  10. Letto. Dunque...l'unica parte che ho fatto un po' fatica a capire come funzionasse era quella del test per capire chi fosse diventato una metastasi aliena (in questo senso, il film del 1982 è molto più diretto con la trovata dell'ago arroventato). Per il resto...sembra scritto l'altro ieri. L'unico elemento che denuncia i suoi quasi 100 anni d'età è il riferimento all'energia atomica, molto di moda all'epoca: altrimenti, il tutto è molto realistico e moderno, sia nella scrittura che nel modo in cui avvengono gli accadimenti.
    Il fatto poi che Carpenter abbia aggiunto diverse trovate di suo (tipo il confronto finale fra McReady e la Cosa sotto terra, oppure l'ispezione alla base dei norvegesi) aggiunge ancor più valore sia al libro che al film, dato che, pur presentando la medesima trama, differiscono nel modo di consegnarla allo spettatore.

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    1. Carpenter maestro della sintesi, ha trovato una soluzione molto più cinematografica per il test. Concordo sulla freschezza della narrazione e non è una delle mie freddure riguardo alle temperature rigide del racconto. Cheers

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