Charlotte "Charlie" Blackwood
Nel 1982 se ne andava uno dei più grandi Maestri della fantascienza, Philip K. Dick, ironico e anche un po’ triste che ci abbia lasciato proprio nell’anno in cui il (libero) adattamento più famoso tratto da uno dei suoi libri vedeva la luce, incassando spiccioli al botteghino, solo per essere poi rivalutato nel corso degli anni, quasi l’andamento della carriera dello scrittore nato a Chicago ma Californiano d’adozione.
Nel mese di maggio, il mensile Urania sul suo numero 232 ha pensato di farmi un regalo, così come a tutti gli appassionati di fantascienza, da Carpenteriano nell’anno del quarantesimo compleanno di La Cosa, non ho proprio potuto resistere.
Sento da tempo l’esigenza di rendere omaggio al cinema di Hong Kong su questa Bara, l’Heroic bloodshed è una parte importante della mia – parolona – formazione come appassionato di cinema, il primo capitolo della trilogia “On fire” di Ringo Lam è ancora il mio preferito.
Tirate fuori il cappotto dall’armadio e indossate il Fedora, oggi ci metteremo sulle tracce di una leggenda americana, benvenuti al nuovo capitolo della rubrica… Macho Mann!
La società contemporanea è afflitta da una grave forma di retromania, nei casi migliori è praticamente innocua, in quelli peggiori degenera nella pura e semplice profanazione di cadaveri, nel mezzo, qualcuno riesce anche tirare fuori la tavola mettendosi a fare surf su questa grande onda di malinconia che prima o poi ci spazzerà via tutti, ma mi sembra giusto anche segnalare i casi positivi no?
Fiuuu! Da che parte cominciamo oggi, perché con il nuovo film prodotto dalla A24 e dai fratelli Russo (a cui evidentemente piacciono i film di menare, peccato poi che in quelli Marvel lo facciano poco e male) ci sarebbero parecchie cose da dire… lo sapete che la A24 prende il suo nome dall'autostrada Roma-Teramo? Si dai lo sanno tutti, quindi parliamo di 730.
Sono un ragazzo semplice, esce un film con Christina Ricci, guardo un film con Christina Ricci. Se poi è un horror tanto meglio.
Mancava un tassello importante nella mia rassegna dedicata a Guerre Stellari, visto che siamo in attesa della prossima serie dedicata ad Obi-Wan, tanto vale completare l’opera, visto che mi ero occupato solo di qualche sparuto episodio di Star Wars Rebels.
Dicono che un criminale torna sempre sul luogo del delitto, discorso valido anche per alcuni artisti, parliamo di questo nel nuovo capitolo della rubrica… Macho Mann!
In occasione del compleanno del grande leader nero, il 19 maggio si festeggia il “Malcolm X Day” negli Stati Uniti, mi sembrava proprio il giorno giusto per ricordare anche un altro compleanno, quello della biografia diretta da Spike Lee.
Jessica Chastain si è messa in testa che la sua strada è quella dell’eroina d’azione, dopo gli scarsissimi risultati portati a casa con Ava, deve aver pensato che l’unione avrebbe potuto fare la forza.
1981, la Universal offre a John Carpenter la possibilità di dirigere “Firestarter”, tratto dal romanzo di Stephen King “L'incendiaria” (1980), ma poi si spaventa per il flop di La Cosa e affida il film a Mark L. Lester, lo ricorderete con il nostrano e chilometrico titolo di “Fenomeni paranormali incontrollabili”. Un cambio in stile cestistico alla regia di cui abbiamo parlato diffusamente QUI.
2022, Giovanni si riprende almeno la colonna sonora del nuovo "Firestarter" al grido di: MIA!
Finalmente siamo giunti al capitolo finale della vera trilogia di Peter Jackson, quella prima della trilogia con gli Hobbit e gli Anelli, dicono che il meglio vada tenuto per il finale e direi che oggi terremo fede al proverbio.
Ci ho messo un po’ a rimettermi in pari con tutte le serie di Star Trek ma ora posso seguirle in diretta, in base alla loro uscita. Ecco, se poi uscisse anche qualche serie bella non sarebbe male, non è che io mi possa farmi bastare Lower Decks in eterno!
Ripassiamo le tabelline: cinque per tre? Lo chiedo a voi, io ho le dita sulla tastiera e non posso contare.
Il post di oggi richiederà di adattarci, di seguirei il flusso, Darwin I Ching roba così, quindi non perdiamo altro tempo, ready steady go e benvenuti al nuovo capitolo della rubrica… Macho Mann!
Ci sono domande fisse su questa Bara che hanno risposte precompilate, se mi leggete da un po’ dovreste conoscerle entrambe tipo ritornello, domanda: cosa fa un regista quando raggiunge l’apice della fama? Risposta: si butta sul progetto della vita, quello tenuto nel cassetto da sempre.
Ho atteso pazientemente l’occasione per portare un po’ del cinema di Frank Henenlotter su questa Bara, francamente non avrei potuto cominciare meglio, non solo perché “Basket Case” è stato il suo film d’esordio, ma perché possiamo festeggiare i suoi primi quarant'anni, ma prima un po’ di musica così, tanto per cominciare la festa.
Quando pensate nella vita di averle viste tutte, che la vostra esplorazione da cinefili vi abbia portato nei luoghi più strani, ricordatevi che Peter Jackson, prima di vincere mille mila premi Oscar, ha anche diretto “Meet the Feebles”, un film che in un’ipotetica classifica di titoli matti, riuscirebbe comunque a spiccare.
Per decenni conoscere il personaggio di Moon Knight era un’ottima prova per capire se eri un fanatico di fumetti, uno di quelli senza ritorno capito no? Ora che viviamo in questa strana rivincita dei Nerd, che più che una vittoria spesso sembra un pareggio, anche il vecchio Lunar si becca la sua miniserie su Disney+.
Ditemi quello che volete, ma sono felice, perché ho avuto l'opportunità di parlare di due dei film della mia vita come Terminator e Terminator 2 con i miei compari.
Allacciatevi i guantoni e continuate a ballare su quei piedi, tenete la guardia alta perché voleranno i pugni, benvenuti al nuovo capitolo della rubrica… Macho Mann!
Nel corso degli anni questa sgangherata Bara svolazzante ha reso omaggio ad uno dei suoi miti in ogni modo possibile, ma ho comunque preso a cuore il ritiro dalle scena di Bruce Willis quindi come sulle pagine del Zinefilo, ormai il giovedì è il giorno di Bruno e per questo, mi sembrava doveroso scrivere anche di uno dei suoi titoli più famosi, uno di quelli che mancavano da queste pagine.
Nel 1992 un titolo come “Universal Soldier” era ancora in grado di mandare in crisi i nostri distributori, che infatti ricorsero a vari trucchetti, come infilare nei titoli di testa una traduzione a braccio come “Soldati dell’universo” (sigh!), che chi come me ha visto e rivisto questo film in VHS ricorderà bene, ne ha parlato anche il Zinefilo meglio di me.
Robert Eggers, classe 1983 come me, quindi è giovane, non accetto discussioni in merito! Con solo due film all’attivo è riuscito a mettere il suo nome sulla mappa geografica, per altro con il piglio del vero autore quale il nostro Roberto Uovatore è senza ombra di dubbio, perché sia The Witch che The Lighthouse, delineano una poetica tanto chiara che al suo terzo film, Eggers può permettersi di provare ad applicarla ad un campo da gioco completamente diverso, quello dei film ad alto budget.
La prima volta che ho fatto la conoscenza con Peter Jackson è stato in un’altra era geologica, quando lui non era ancora il regista da mille premi Oscar per Il Signore degli Anelli ed io, spulciavo le VHS nelle videoteche in cerca di nuove ghiotte atrocità su nastro.
Un tempo giocavo a Sonic sul cellulare, giochino super ripetitivo ma divertentissimo, perfetto per le menti ossessive come la mia, quelle per cui se hanno visto il primo film, difficilmente potranno lasciar andare il seguito, ma parliamoci chiaro, “Sonic - Il film” colpisce più che altro per il modo in cui ha saputo ribaltare la mossa come a Judo.