martedì 12 aprile 2022

Occhiali neri (2022): non guardarmi non t’inseguo

Scrivere qualcosa, qualsiasi cosa su Dario Argento di norma calamita l’attenzione di certi sociopati… Ehm parti di pubblico che di norma popolano i Social-Cosi, quindi lasciate che io mi metta dalla parte della ragione con due brevissimi capoversi necessari a depistare far felici questi gentil uomini.

Introduzione numero uno: Dario Argento cacca!
BUUUU! Dario Argento fa schifo! Non azzecca un film dal 1518 e anche quelli che ha fatto prima non è che fossero tutta ‘sta gran roba, buchi di sceneggiatura! Asia Argento! Accento romano! Tutta colpa di Zerocalcare!

Introduzione numero due: Dario Argento eroe nazionale!
Il Maestro Dario Argento non sbaglia mai. Anche i film che deve ancora dirigere sono già dei capolavori del cinema, specialmente quando a scrivere di lui sono professionisti stipendiati per cui ogni film Italiano (coff COFF “Non mi uccidere” COFF coff!) è come minimo meglio di “Quarto Potere” (1941).

La reazione di chiunque a leggere certi commenti sui Social-Cosi o alcuni articoli della stampa stipendiata.

Bene, sbrigata questa noiosa clausola legale, possiamo tornare qui tra noi Bariste e Baristi a parlare del film di oggi, anche perché lo ammetto senza alcuna volontà di sfilarmi dai guai: non sono mai stato Argentiano, vivo nella città resa popolare da alcuni dei suoi film ma se mai mi chiederete di scegliere tra Darione nazionale e il suo maestro Mario Bava, io non ho dubbi su chi dei due sia il mio preferito. I miei film di Argento del cuore sono quelli più onirici, favole nere che al regista venivano benissimo perché non per forza obbligate ad essere supportate da trame cartesiane che no, non sono proprio la forza del cinema di Argento.

Avevo delle aspettative per questo “Occhiali neri”? Francamente nessuna, mi ha divertito vedere la locandina smaccatamente ispirata (per non dire scopiazzata) da quella di Essi Vivono, nel migliore dei casi un omaggio di Argento all'uomo che si riferisce a lui chiamandolo amico, tra le opzioni più probabili? Lo stagista sottopagato che l’ha tirata su in mezza giornata a Photoshop se siamo fortunati, il film di Carpenter lo ha anche visto, ma non ci metterei la mano sul fuoco.

John Carpenter (con occhiali neri) insieme al suo AMICO Dario Argento (e spero che a qualche rosicone venga un travaso di bile)

Durante il famigerato “Lockdown” è successo di tutto, qualcuno si è scoperto impastatore di pizza, nella maggior parte dei casi i cantanti si sono reinventati scrittori (quante biografie di cantanti sono uscite nell’ultimo anno e mezzo?) e tutti, ma proprio tutti, ne abbiamo approfittato per riordinare casa, anche Asia Argento che ha ripescato un vecchio copione del padre, che avrebbe dovuto essere prodotto anni fa dalla Cecchi Gori prima di finire zampe all’aria, quindi perso sul fondo di un cassetto a prendere polvere. Ah da qui in poi... SPOILER!

Farebbe anche paurissima, se solo si vedesse un accidente. In ogni caso... SPOILER!

Dieci anni dopo la sua ultima fatica (da guardare, per noi spettatori) “Dracula 3D”, argento torna dietro alla macchina da presa con questo nuovo thriller/giallo ma io direi anche Slasher e vi chiedo scusa, perché questo potrebbe essere il post con più premesse (a vuoto) della storia di questa Bara.

Ve ne ho accennato brevemente qui, un nostro amico ha lavorato in una fiction di Mamma Rai girata proprio a Torino, quindi a Casa Cassidy ci siamo appassionati (aprire il vocabolario alla pagina: commento audio dal divano di casa sulle innumerevoli menate della trama) a “Cuori”, una robetta in sedici comode puntate su dei cardiologi Torinesi negli anni ’60, in cui si è fatto largo uno dei nuovi miti di casa Cassidy: il dottor Mosca, no non quello.

Brundlemosca? No solo Mosca, dottore però.

“Spolliciando” con il telecomando di casa la Wing-woman attorno ad ora di cena ha scoperto un programma stile Reality Show, dove alcuni adolescenti venivano spediti a vivere in campagna come Toto Cutugno per essere raddrizzati da un paterno ma a suo modo sinistro “fattore”, che con nostra grande gioia si è rivelato essere proprio lui, il mitico dottor Mosca interpretato da Andrea Gherpelli, un attore che stando alla mia lombrosiana Wing-woman «Ha la faccia da serial killer» (storia vera). Ora io non so se Dario Argento abbia le stesse abitudini televisive di Casa Cassidy, ma lo ringrazio per aver regalato un’altra tacca alla cintura di Andrea Gherpelli, il nostro nuovo eroe.

“Occhiali neri” porta avanti la storica ossessione per gli occhi e lo sguardo di Argento, inizia con la escort (…Ford?) Diana interpretata da Ilenia Pastorelli che si ferma a guardare l’eclisse, un nero presagio del buio che avvolgerà la sua vita in un prologo tutto sommato solido, interrotto dai titoli di testa del film e dalla colonna sonora firmata da Arnaud Rebotini, che suona più o meno tutta così: TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ. Non so se ho reso l’idea.

"Guarda quante volte ha scritto TUNZ Cassidy"

Il primo omicidio arriva presto, una prostituta viene uccisa male (nel senso che la scena è proprio girata con la mano sinistra) da un tizio in tuta da meccanico (qualcuno qui guarda troppi film di Carpenter) che gira per Roma con un furgone nero, presto ridipinto di bianco per eludere la sveglissima polizia, un branco di fresconi che parlano per frasi generate da un bot («Cerca tu furgone, enlarge your penis, purchase Viagra, purchase cronografi!» quasi-cit.) a questo punto la trama fa due più due, Diana è una prostituta (ma non era una berlina della Ford?) con il suo giro di clienti, pronta a prendere a colpi di spray urticante e calci dove fa più male quelli più molesti e dall’altro abbiamo un assassino di prostitute, come li mettiamo in contatto? Facile. 

Diana attende a casa un nuovo cliente (sotto lo sguardo moralizzatore della sua colf filippina) e quando entra in scena il mitico Dottor Mosca (Andrea Gherpelli) purtroppo le cattive abitudini televisive di Casa Cassidy mi bruciano il colpone di scena, ma sono sicuro che Dario Argento avrà nel taschino qualche motivazione sensata da dare al personaggio no? (SPOILER: no, è solo l’assassino più permaloso della storia). Quindi senza motivazione alcune, Mr. Furgone bianco insegue Diana in auto in una scena bellissima (eh non vi dico!) girata in una Roma con tre auto in totale per strada (esordio di Argento con il genere fantascienza), dove Diana fa carambola centrando in piena l’auto di una famiglia cinese, genitori alla guida morti sul colpo mentre il piccolo Chin (Xinyu Zhang), seduto sui sedili posteriori illeso ma spedito all'orfanotrofio. Il tutto con la colonna sonora che fa venire l’ansia con tutto quel TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ.

"Ma chi è che ascolta questo TUNZ TUNZ di mer... Ah è Rebotini"

Il dramma di Diana comincia per davvero quando il dottore le comunica che per via dell’incidente resterà cieca a vita e poi la saluta dicendole: «Ci vediamo più tardi». No sul serio, non me lo sono inventato, le dice davvero così, avrebbe dovuto imparare un po’ di tatto dal dottor Mosca. Nel giro di dieci minuti (percepiti ottantasette) Diana passa dall'essere un’attraente Escort con problemi di dizione (ma non a spogliarsi, Darione da questo punto non si smentisce mai) ad essere un’attraente non vedente con bastone, addestratissimo cane e appunto, pensate un po’, colpo di scena, occhiali neri.

Smettetela che poi diventate ciechi (ah-ah)

A fornire tutti questi gadget ci pensa Rita (Asia Argento), personaggio che come Mary Poppins compare quando hai bisogno di lei e sparisce al cambio del vento, portando invece che ombrelli dal manico parlante e pillole da buttare giù con un poco di zucchero, tutto il necessario per un perfetto “Non vedente starter pack”. Scherzi a parte, malgrado tutta questa porzione di film sia frettolosa (ma non nello scorrere), se non altro la perdita della vista è stata trattata con una certa dose di garbo da Argento, ad un certo punto il ritmo del film si sofferma così tanto su questi dettagli, che ho creduto di stare guardando un video pensato per sensibilizzare le persone sulla questione, da un certo punto di vista bene, ma in generale non proprio benissimo.

La maglia dei Nirvana, non si sfugge dal revival anni '90 nemmeno qui.

Mentre Chin è alle prese con i bulli più stereotipati mai visti al cinema (sembrano usciti dal libro “Cuore”), Diana si fa prendere dai sensi di colpa per il bimbo rimasto solo al mondo, la trama mette in chiaro che Chin non ha nessuno (tranne una sorella in Cina che fa lo stesso lavoro di “Pubbliche relazioni e sostegno psicologico” della protagonista, insomma batte però ad Hong Kong), quindi bisogna fare di tutto per evitare che il bimbo finisca in una casa famiglia, perciò Diana di fatto lo rapisce portandoselo a casa e utilizzandolo al posto della colf filippina cacciata perché eccessivamente moralista, una roba del genere, ero distratto da tutto quel TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ!

A questo punto nel nuovo dramma sociale diretto da Dario Argento, interviene la polizia che sospetta che Diana si sia “arrubbata” Chin quindi prova con le buone ad entrare in casa, il che vuol dire che un altro degli eroi di questa Bara, ovvero Guglielmo Favilla (l’uomo che porta avanti praticamente da solo la grande tradizione dei caratteristi del cinema italiano, grande Guglielmo!) è costretto a rifare la scena di Renato Pozzetto con il cane in “Grandi magazzini” (1986), ma poi poco dopo viene spazzato via dal film dalla furia di Mr. Furgone bianco. Peccato, Favilla era l’unico motivo per cui era davvero curioso di vedere il film, non scherzo, ci pensa già la trama di “Occhiali neri” a fare dell’ironia.

"Presto corri!", "Dove andiamo?", "A cercare uno sceneggiatore decente!"

Tra una fuga in bus, un po’ di TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ che parte a caso e le apparizioni sporadiche di Asia Argento, mentre i poliziotti pasticcioni indagano (non si sa bene su cosa), la trama svolta: Diana e Chin prima provano a nascondersi nella vecchia casa del bimbo cinese, poi però trovano rifugio in campagna, un postaccio che se non altro ha il pregio di sembrare davvero sgradevole, uno di quei luoghi dove nessuno andrebbe mai, figuriamoci a girare un film, quindi bravo Argento per aver pescato questa location, anche se ho il sospetto fosse dalle parti dello stesso caseggiato dove il dottor Mosca in versione fattore torturava gli adolescenti assuefatti dai loro Smartphone.

Considerando che in tutte le interviste rilasciate (ed è stato intervistato anche dal Corriere dei piccoli), Argento era molto attratto da questa ehm, natura selvaggia poco fuori Roma, quindi il messaggio è chiaro: una non vedente guidata da un ragazzino orientale (l’incomunicabilità tra i popoli, si vola alti qui eh?) che le parla come un navigatore TomTom sottolineando tutto quello che noi spettatori vediamo e Diana no: «Qui c’è una scritta sul muro, alla prossima rotatoria girare a destra e prendere la seconda uscita», salvo poi ogni tanto dileguarsi con motivazioni solidissime tipo: «Toh un fiume, ora mi metterò a seguirne il corso fino alla prossima rotatoria», lasciando sola la protagonista non vedente braccata da un maniaco. In un bosco. Di notte. Mah!

Sembra un dramma Boliviano presentato all'ultimo film festival, invece è il nuovo horror di Dario Argento.

Ma poi vuoi non metterci qualcuno degli animali Argentiani marchio di fabbrica del regista? Quindi di colpo nel mezzo di un acquitrino spuntano dei… SERPENTI! I SERPENTI! I SERPENTI! E la musica in sottofondo che fa TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ! Come se i serpenti fossero boh, stati evocati da Mr. Furgone bianco? Ma che ne so, non mi è sembrato proprio un emissario del male, ma solo il cugino alla lontana dell’assassino di “Giallo” (2009), ma con motivazioni ancora più labili.

Sta di fatto che per lo meno anche qui, un animale ha un ruolo chiave nel finale (altra firma di Darione sul sul suo cinema) e gli effetti speciali pratici di Sergio Stivaletti si confermano una delle sicurezze su cui è stato basato da sempre il cinema di Argento, l’altra erano le musiche sempre così evocative, in grado di creare tensione già dopo poche note, qui sostituite grossomodo da una colonna sonora che fa: TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ TUNZ!

Difetti? Eh quanto tempo ho? Vabbè diciamo che Ilenia Pastorelli ci prova ma risulta monocorde, le mancano gli apici necessari a colmare l’andamento quanto meno ondivago di un film che dura 90 minuti (percepiti 872), inoltre la sensazione generale di fronte a “Occhiali neri” è sempre un po’ quella di stare guardando una fiction, oppure una parodia (spesso involontaria) di un horror, oppure peggio qualcosa che sta in precario equilibrio nel mezzo. Anche perché il tutto si risolve con Chin che di colpo, ha i documenti tutti in regola e può essere affidato alla sorella venuta a prenderlo da Hong Kong.

"Fai ciao ciao alla logica che ha abbandonato questo film"

Ma come? Tutto il senso di colpa della protagonista non si basava sul fatto che il bimbo rischiava di crescere in un casa famiglia? Ma poi i servizi sociali vogliono togliere il bambino ad una che fa “la vita” per affidarlo ad un’altra che fa lo stesso mestiere (il più antico del mondo) però in Cina. Ah ho capito, lontano dagli occhi lontano dal cuore, meglio se sugli occhi abbiamo un bel paio di occhiali neri, anche se io un altro paio di puntate di questa fiction sulla Escort (… Ford?) cieca e il bambino navigatore le avrei viste volentieri, titolo provvisorio: “Non guardarmi non t’inseguo”, nel terzo episodio facciamo comparire anche il dottor Mosca per un consulto medico, giubilo dal divano di Casa Cassidy assicurato.

36 commenti:

  1. Film deludente, e il mio è un complimento, ormai Argento campa del suo nome, ha fatto il suo tempo

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    1. Puoi essere deluso se hai delle aspettative. Cheers

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  2. Profondo Rosso mi era piaciuto (colpa anche della bellissima colonna sonora), mentre già Suspiria mi aveva lasciato perplesso. In seguito ogni nuovo lavoro di Dario mi pareva ogni volta sempre peggio con gente che faceva cose senza alcun senso giusto per mettersi nei guai. Non ricordo un che anno l'ho mollato Dario, ma l'ho fatto da tempo.

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    1. Sono legato all’Argento più onirico tipo “Phenomena”, ma è chiaro che l’Argento si sia ossidato da un pezzo. Cheers

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  3. Pescato poco dopo la sua uscita, visto, spernacchiato e dimenticato in un amen. Veramente! Stamattina apro la Bara e vedo "Occhiali neri". Penso... Penso... Leggo un po' di righe, e d'improvviso "Ah si, quello di Darione!".

    Ovviamente voglio bene ad Argento. Anni fa (molti purtroppo...) ero un "argentiano" duro&puro ma ora è diventato la parodia di se stesso con film pessimi usciti a ruota. Fatico a ricordare l'ultimo lavoro decente del nostro.

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    1. Gli episodi che aveva fatto per “Masters of Horror” mi erano piaciuti. Cheers

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  4. Phenomena uno dei miei film preferiti, complice anche la colonna sonora dalle forti sonorità metal.
    Per il resto... forse Dario si deve prendere una pausa.

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    1. Idem, ci sarebbe un lungo discorso da fare su quanto le musiche nei film di Argento siano state importanti, siamo passati dal Maestro Morricone ai Goblin al TUNZ! TUNZ! TUNZ! TUNZ! Cheers

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    2. Basterebbe questo tuo commento sulla musica per definire il declino di questo regista...

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    3. Purtroppo è la china che ha seguito. Cheers

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  5. 52 TUNZ nella recensione + 3 TUNZ nelle didascalie = 55 TUNZ (plur. TUNZI). Ecco cosa rimane di questo "film"

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    1. Complimenti per averli contati tutti, lascia fuori quelli dai commenti altrimenti arriviamo in tripla cifra ;-) Cheers

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  6. Non conosco il film e continuerò a non conoscerlo, ma la colonna sonora mi intriga e la cercherò: in questi giorni c'è tanto bisogno di TUNZ! :-D
    Scherzi a parte, ora voglio lo speciale sul dottor Mosca! ^_^

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    1. Dottor Mosca uno di noi, combinazione ho visto anche io il reality sui ragazzi debosciati che venivano mandati in campagna! A zappare li mandiamo!!
      Per il resto, visto che il tema del film è lo sguardo, mi "guardo" bene dal vederlo, lasciamo che Darione nostra prosegua il suo percorso, basta che sia contento lui, d'altronde se è amico del Maestro, basta questo a giustificarlo!
      Comunque anche io ho fatto la comparsa in piccole fiction girate a Torino ai tempi dell'Università, anche se in quel periodo andavano forte le produzioni teatrali girate negli studi della RAI.
      Ho anche un aneddoto, proprio su un film di Dario Argento: un amico doveva girare la scena di un tizio che usciva da un portone con un cane che era quello di Darione. Al termine della scena Dario si avvicina al mio amico per dire bravo, ben fatto! Ovviamente diceva al cane...
      Ciao

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    2. Pretendo il dottor Mosca in tutte le produzioni italiane, sul serio lo voglio vedere ovunque ;-) Cheers

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    3. Pensa che poi di norma a Casa Cassidy, i canali in chiaro si guardano forse giusto per i film, guardiamo due programmi a caso: il dottor Mosca in entrambi (Storia vera).
      In questo periodo se vuoi fare la comparsa a Torino basta camminare per strada, ci sono produzioni Netflix, Rai e per il cinema ovunque in città, sono quasi più dei cantier… No, quello no ;-) Grazie per la storiella, bellissima! Cheers

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    4. Eh, ma ormai sono troppo brutto per fare la comparsa, potrei giusto partecipare al seguito di Freaks out senza trucco.
      Purtroppo causa moglie mi tocca vedere anche a me ogni tanto qualcosa in chiaro...
      La storia è tristemente vera, sebbene ormai datata, almeno venti anni li ha!

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    5. Beh comunque resta molto divertente come storiella ;-) Cheers

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  7. Io al nostro Darione nazionale ci sono affezionato.
    E come si fa, a volergli male?
    Pero' occorre essere obiettivi.
    Brutto, punto. Come gli ultimi suoi film.
    Poteva farne benissimo a meno, in tutta sincerita'. Ed e' fin troppo facile immaginare chi l'abbia convinto.
    Sapete com'e'...noi papa' non sappiamo dire di no.
    Si', ce l'ho con la cara Asia.
    Le sta tentando praticamente tutte pur di avere gli onori della cronaca (e non fatemi entrare nel dettaglio, che e' meglio), da un po' di tempo a questa parte.
    Io capisco che a Hollywood non se la fila piu' nessuno (e ti credo), ma vedra' che se ci si mette d'impegno qualche ruolo che nessuna ha il coraggio di fare (e anche qui mi viene in mente un famoso aneddoto, ma sorvoliamo per pura pieta') lo trova sicuramente.
    Sul serio, Asia. Lascialo in pace, a papa'. Ma non lo vedi che non ne puo' piu'?
    Ma torniamo a bomba.
    Brutto, dicevo. E con delle trovate che forse potevano andare bene trenta, quarant'anni fa. Ma che oggi sono semplicemente inammissibili.
    E' rimasto la', proprio.
    Ma d'altra parte credo valga lo stesso discorso di Pupi Avati, che in occasione della sua ultima pellicola venne letteralmente massacrato.
    Pure in modo eccessivo, a parer mio. Ed in maniera gratuita quanto ingiusta.
    Hanno il loro modo di fare film, figlio delle loro esperienze e del loro bagaglio culturale. Che appartiene a tutta un'altra epoca.
    Cosa pretende la gente, da loro? Che si mettano a fare roba come "Insidious" o "Hereditary"? O roba alla Laugier?
    Non possono. Non gli e' possibile, semplicemente.
    Resta il fatto che e' meglio piantarla li', dai.
    Han dato tutto quello che potevano, non si puo' pretendere l'impossibile.

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    1. Infatti non capisco il livore nei suoi confronti, non ha senso. Salvo poi magari rimpiangerlo quando non ci sarà più, tipico di uno strambo Paese a forma di scarpa. Cheers

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    2. Lo apprezzo per essere rimasto sempre "duro e puro" fino alla fine.
      Perche' mi spiace ammetterlo, ma con l'horror qui da noi non si fa una lira. E nemmeno una recensione positiva, a dirla tutta.
      Quindi diventa necessario migrare verso generi piu' appetibili (vedi Avati, appunto).
      Pero' e' un film che sa di vecchio. Nei concetti, nella struttura, nelle trovate.
      Poteva andar bene trenta/quarant'anni fa, forse.
      Mi domando se il buon Dario si sia visto davvero un horror, negli ultimi anni.
      Non credo. Ma non gli interessa affatto ammodernarsi, secondo me.
      Come tanti altri, del resto.
      Sorvolando sul discorso delle energie e della lucidita' necessarie a dirigere un film (bocca, taci!), ha una sua concezione di cinema. E di li' non si discostera' mai piu'.
      Non puo' cambiare.

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    3. Penso anche io non gli interessi poi molto, in ogni caso meno peggio chiudere la carriera con questo che con un “Dracula 3D” secondo me, poi vabbè, ho detto meno peggio. Cheers

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    4. La cosa davvero brutta e' che film come questi mi spingono a pensare a quanto dev'essere triste diventare vecchi.
      E non in senso anagrafico, eh.
      Finche' rimane una pura questione di numeri, o di chilometri, non e' un gran problema.
      E' lo stato mentale, la vera tragedia.
      Quando diventi vecchio nel modo di parlare, di ragionare, di agire.
      Per dirla alla Re Stephen, stendi tre mani di vernice sulla tua esistenza e decidi che da ora in poi va bene cosi'.
      Non sai piu', non capisci piu' è non ti interessi piu' a nulla.
      Davvero brutto.

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  8. Parlando del Darione un ragionamento vien spontaneo: è giusto chiamare "Maestro" un personaggio che per un terzo della sua carriera ha fatto film che variano dal carino al bello (mai capolavori, imho), nel secondo terzo ha fatto film "meh" e nell'ultimo terzo ha prodotto solo enormi porcherie? Lo stesso ragionamento lo si potrebbe applicare anche alla saga di Star Wars. Io personalmente salvo solo 2 capitoli e mezzo (4, 5 e metà del 6) su 9 prodotti. Meno della metà..

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    1. Credo che non cambi il fatto che con due film su nove, "Guerre Stellari" abbia dato una tale spallata al cinema da influenzarlo per sempre. Ora rifai il discorso mettendo Argento come soggetto e via. Cheers

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  9. Il vero elemento thriller del film è l'acquisto da parte della protagonista di un paio di occhiali da sole taroccati per 25 euro.

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  10. Lo devo ammettere, nonostante non mi aspettassi nulla di buono, sono andato a vederlo al primo spettacolo del primo giorno, anticipandomi anche in maniera esagerata... perchè, nonostante tutto e perchè i suoi classici sono stati per me (come per tutti) fondamentali, volevo assolutamente colmare la lacuna di un suo film al cinema... cosa non più possibile con Romero, con Hooper e, salvo miracoli, con Carpenter.
    Tuttavia é stato imbarazzante assistere ad un film ben peggiore di "Dracula 3D" che, almeno, aveva un cast interessante. Altrove ho scritto una recensione davvero cattiva data più dal dispiacere di vedere il buon Argento così auto-affossatosi. In ogni caso non mi pento di esserlo andato a vedere... perché verso il Dario Argento di un tempo avevo un debito di gratitudine da saldare.

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    1. Ti ho letto, comprendo la sensazione, da non Argentiano sono più distaccato e posso permettermi il lusso di scherzarci sopra, ma comprendo la sensazione. Cheers

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    2. Anch'io in verità non sono, ad oggi, un argentiano. Lo sono stato in adolescenza fino ad "Opera"... per cui all'apprezzamento obiettivo si aggiunge il fattore nostalgico. Quindi anch'io, ormai abituato negli anni, ho adesso un certo distacco e disincanto... solo che certi prodotti, obbiettivamente, gridano selvaggiamente vendetta.

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    3. Alcuni si, però resta innegabile il contributo di Argento al genere, quindi una cosa non esclude l'altra. Cheers

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  11. Non posso parlare per questo film, ma dell'unico lavoro di Argento che ho visto -Suspiria- ricordo di averlo trovato carino, ma nulla di più: buone le atmosfere, ma la trama era claudicante, o quantomeno non era il punto di forza.

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    1. Esatto, ma Argento ha quasi sempre puntato tutto sull'effetto shock che su una trama cartesiana, solo che poi gli è scappata (per sempre? Boh) la mano. Cheers

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  12. Lo vidi al cinema, deluso.
    Film con una fotografia televisiva, zero potenza visiva.

    Argento ha perso le musiche, quella follia e quella ricerca del virtuosismo che era la caratteristica top del suo cinema.

    Il peggio in assoluto resta giallo(oltre a fare schifo non ha nemmeno un finale, è pure monco) ;Il cartaio è brutto ma lo guardo volentieri.

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    1. Inguardabile però oh, mi ha regalato un sacco di tormentoni ;-) Cheers

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