Penso sia sempre il momento di parlare di uno dei film più belli del nostro cinema, mai come ora è importante ribadire un certo messaggio anti bellico, voi che dite?
Penso sia sempre il momento di parlare di uno dei film più belli del nostro cinema, mai come ora è importante ribadire un certo messaggio anti bellico, voi che dite?
Vedere per capire, l’azione su cui Pier Maria Bocchi nel suo saggio su Michael Mann ribadisce ostinatamente, ci sono film che vanno visti, anche per capire meglio la realtà e il cinema, benvenuti al nuovo capitolo della rubrica… Macho Mann!
Può sembrare strano che sulle pagine di un Blog come questo, che ha votato la sua esistenza alle esplosioni grosse e ai film con Bruce Willis come protagonista, “Armageddon” non avesse ancora trovato spazio, ma ci sono film che si trivellano un posto speciale e quindi dovevo aspettare il momento giusto per scriverne, che a questo punto, mi sembra arrivato.
Molto complicato festeggiare il compleanno di “The Cabin in the Woods” a dieci anni dalla sua uscita, eppure riesco a pensare a poche attività più piacevoli, perché il film dei due compari Drew Goddard e Joss Whedon dovrebbe stare in un museo, anzi no, dovrebbe essere obbligatorio per chiunque volesse scrivere, dirigere o produrre un horror, riguardarsi questo film per assicurarsi di rispettarne la lezione.
Lo sapete che non vado pazzo per le parole inglesi utilizzate a sbuffo, però “Crossover” mi fa sempre pensare a tre cose: nella musica l’incrocio tra rap e metal, che nei casi migliori ha prodotto i Faith No More e i Rage Against the Machine e in quelli peggiori boh, i Limp Bizkit? Sto divagando.
Lo ammetto, ero pronto a stappare una bottiglia di quello buono per festeggiare questa Pasqua nel migliore dei modi possibili, purtroppo lo speciale festivo di Doctor Who non è ancora l'ultimo capitolo della disastrosa gestione Chris Chibnall, quella che è riuscita nell'impresa di togliermi la gioia di guardare questa serie.
Avete solo questa opportunità per ascoltare I Tre Caballeros intenti a parlare di Akira riempiendo la nuova puntata del Podcast di: Tetsuooooooooo! Kanedaaaaaaaa!! Tetsuooooooooo! Kanedaaaaaaaa!
La preparazione, l’etica del lavoro e la disciplina, non ottieni un grande risultato senza uno di questi tre fattori chiave, ne parliamo oggi nel nuovo capitolo della rubrica… Macho Mann!
Nell’ultima disgraziata edizione del Torino Film Festival i film di genere sono stati pochi, troppo pochi per le abitudini di un festival che nel corso degli anni ha dimostrato grande passione per l’horror, purtroppo hanno preferito lasciare spazio a drammi cambogiani o che se io, ma anche con la proiezione di Raging Fire non sono stato molto fortunato come vi ho raccontato.
La mia difficoltà maggiore nello scrivere una serie di post sulla saga di Non aprite quella porta? Non fare il mio solito lapsus da dislessia galoppante scambiando una “T” con una “C” nel titolo del film. Poi è arrivato quell’hipster di Ti West ed eccomi qua, a commentare un film che ad una prima occhiata qualcuno potrebbe scambiare per la parodia porno del classico di Tobe Hooper.
Mi hanno detto che nella vita dovrei provare ad essere più diplomatico, quindi ecco il mio tentativo: Weird Book è un editore che mi sta sul cazzo. Ok, non diventerò mai segretario generale delle Nazioni Unite, ma se volete un’argomentazione dettagliata, la trovate QUI.
Il catalogo di Netflix è pieno di titoli rivolti ad un pubblico adolescente, buona parte dei prodotti sono migliori per qualità generale di “Metal Lords”, che però ha una caratteristica principale, forse il suo tratto migliore: rivolgersi a chi ha il Metallo come nord magnetico.
Spero che siate in forma perché oggi si corre, si corre a perdifiato nel nuovo capitolo della rubrica… Macho Mann!
Torna il Triello in formato Horror, oggi affronterò tre titoli tutti del 2022, uno buono, uno decente ed un altro decisamente brutto, ma come al solito ho pasticciato con le categorie, cominciamo!
Mi chiedo spesso come mai Robert Zemeckis non venga mai citato quando si parla dei registi più influenti degli anni ’80 e ’90, forse ha la sfiga di essere ricordato solo per il-film-che-sono-tre, ma il suo contributo alla settima arte è stato fondamentale, persino con un film più “piccolo” come questo, che compie i suoi primi trent'anni.
Scrivere qualcosa, qualsiasi cosa su Dario Argento di norma
calamita l’attenzione di certi sociopati… Ehm parti di pubblico che di norma
popolano i Social-Cosi, quindi lasciate che io mi metta dalla parte della
ragione con due brevissimi capoversi necessari a depistare far felici
questi gentil uomini.
Ci sono alcune previsioni che sono facili, ma talmente facili che persino uno come me, geneticamente propenso a sbagliarle tutte, può azzeccarne una. Mi riferisco al destino della distribuzione di “Fresh”, film che ho visto la settimana prima che sbarcasse su Disney+.
La corsa allo spazio è un argomento che mi sta sempre a cuore, non puoi formarti guardando quel capolavoro di Uomini veri più e più volte senza essere magneticamente attratto da qualunque film sullo stesso tema, questa volta a dirci la sua è stato Richard Linklater, ma non farò battute del tipo che questo è il suo "Bambini veri".
I Tre Caballeros vs. Army of darkness, terzo episodio del Podcast più amato dai vivi e dai non morti, a ruota libera su un classico di Sam Raimi e sulla resto della saga di Evil Dead.
Quanti brutti tiri devi lanciare in aria prima di iniziare a fare canestro con regolarità? Quanti ne servono per essere pronto per far il tiro con cui vinci la partita? La pratica è quella che rende perfetti, parliamo di questo nel nuovo capitolo della rubrica… Macho Mann!
Roland Emmerich sarà anche nato a Stoccarda ma nel suo cuore è più americano della statua della libertà, che non a caso è francese. Si capisce dal fatto che pochi più di lui amano la fantascienza e in particolare quella degli anni ’50.
Il tempo può risolvere i problemi e lenire le colpe oppure non fa che accentuarle? Parliamo anche di questo nell'ultimo capitolo della trilogia del padrino, senza ombra di dubbio il più controverso.
Lo so, mi sembra di vedervi mentre state lì a chiedervi: «E mo chi è ‘sto Morbius?», ma non temente, il vostro amichevole Cassidy di quartiere ha letto abbastanza fumetti per correre in vostro soccorso.
Noomi Rapace è fenomenale, ho bisogno di punti fermi per affrontare questo strambo e affascinante film, quindi partiamo da qui, mettiamo nero su Bara il fatto che l’attrice svedese è una che non ha paura dei ruoli tosti e controversi ad Hollywood ma anche lontana dal cinema americano, quando lei è nel cast, sappiamo di poter contare su una che recita sempre dando il massimo.
Ormai Big Mouth è una delle serie di punta di Netflix e dopo aver introdotto i “love bugs”, gli insetti dei sentimenti nella quarta stagione della serie creata dal comico Nick Kroll, ora arriva uno spin-off anche per Maury, Connie e compagni.
Seconda puntata del Podcast che raduna I Tre Caballeros, questa volta con Sergio e Simone parliamo di un classico come “Fronte del porto” (1954).
Trovo ironico e anche un po’ deprimente il fatto che il film di oggi sia spesso ridotto ad un quiz per cinefili, quasi un modo per mettere alla prova le conoscenze cinematografiche: «Sai che esiste un film più vecchio dove compare Hannibal?», quando, invece, questo film e molto più stratificato e affascinante di così. Benvenuti al nuovo capitolo della rubrica… Macho Mann!