Nella vita uno può essere eccentrico quanto vuole finché porta a casa i risultati, se non lo fai diventi automaticamente strambo, un mostro se non proprio un freak, per il primo compleanno di peso del 2022 qui sulla Bara Volante non potevo che partire proprio da qui, un classico come “Freaks” che compie novant'anni.
Un classico oggi, perché la strada per conquistarsi il suo
status non avrebbe potuto essere più tortuosa, oggi il capolavoro di Tod
Browning è considerato un film di culto, un film molto più moderno di tanti che
vedrete uscire nel corso di quest’anno e azzardo a dire anche i prossimi, un
titolo a cui voglio molto bene e che al grido di Gooble gobble l’accettiamo, anche uno dei Classidy.
Eppure per capire per davvero la straordinaria unicità di “Freaks” bisogna tornare alle origini, non mi riferisco alla sua produzione ma ancora prima, perché quando mi capita di pensare ad un autore che ha sacrificato la sua carriera in nome di un solo film, Tod Browning è uno dei primi nomi che mi vien in mente, intanto ve lo dico, alcune delle informazioni che seguono arrivano dalla biografia del regista e dal libro “The monster show” di David J. Skal nel caso aveste voglia di approfondire.
Tod Browning nasce a Louisville nel Kentucky, secondo figlio
di Charles e Lydia Browning, malgrado una famiglia benestante Tod non si sente
proprio come tutti gli altri, il suo istinto lo spinge ad allestire spettacoli
anche nel cortile di casa sua, affascinato dalla vita del circo a sedici anni
scappa di casa e viaggia lungo il Paese tra circhi e baracconi, potremmo
riflettere sul fatto che il mondo del cinema per certi versi, sia un allegro
baraccone organizzato, in cui chi ne prende parte è chiamato ad esibirsi, ma la
vita di Tod Browning è già talmente “da film” da puntare per forza in quella direzione.
L’incredibile vita da film di uno dei primi Maestri dell’horror americano. |
Nei suoi spettacoli lungo il Mississippi finì a fare da assistente a tale il “Selvaggio uomo del Borneo”, il suo compito principale? Farsi sotterrare vivo al fine di poter “resuscitare” nel modo più drammatico possibile per il pubblico (storia vera). Ma Browning ha fatto davvero di tutto, clown con i Fratelli Ringling, attore di vaudeville, illusionista, ballerino, spesso accanto a quei fenomeni da baraccone, riassunti alla perfezione dal concetto espresso in inglese di “Freak”.
La svolta arriva con l’incontro con un altro che arrivava
proprio dal Kentucky, D. W. Griffith il futuro regista del controverso (ma fondamentale) “Nascita
di una nazione” (1915), che gli affida il suo primo ruolo da attore in un film
muto, guarda caso la parte di un becchino, perché quando uno nasce sotto il segno del
macabro, vive e muore con esso. Trasferito ormai in pianta stabile in
California, insieme a Griffith il nostro Tod lavora ad un’infinità di film,
roba prodotta in catena di montaggio, mentre accumula piccole comparsate ed
esperienza, quello che prima Browning faceva nei luna park, cominciò a farlo nel
circo di Hollywood, almeno fino al giugno del 1915, quando con la sua
automobile si schiantò contro un treno, a bordo con lui gli attori George
Siegmann e Elmer Booth, quest'ultimo perse la vita nell'incidente, Browning ne uscì con
una gamba rotta da cui non si riprese mai per davvero, come dalla
consapevolezza di aver portato via una vita per le sue azioni. Per certi versi potremmo dire che in quell'incidente il nostro Tod perse anche il suo lato giocoso da intrattenitore, lasciando così quello macabro libero di agire.
Senza trucco (cinematografico) e senza inganno. |
Questo forse spiega perché molte delle ossessioni di Browning, vennero riversate con tale forza nei suoi film, il sodalizio artistico con Lon Chaney non fece che amplificare la sua visione, il talento nel trasformismo di Chaney era il megafono con cui Browning poteva urlare quella sua fissazione per i corpi incompleti, spezzati e qualche volta amputati con cui era stato spalla a spalla nei circhi e che sono diventati il materiale del suo cinema. Due film, entrambi del 1927, mettono in chiaro questo punto, in “Il padiglione delle meraviglie” vanno in scena tronchi umani e teste mozzate, mentre proprio con Lon Chaney in “Lo sconosciuto”, uno dei personaggi si fa volontariamente amputare entrambe le braccia, questo chiarisce forse in maniera definitiva che per Tod Browning, “Freaks” non era un vezzo da eccentrico, ma il punto di arrivo di tutta la sua vita, non per forza solo artistica.
Tod nell'unico posto al mondo dove si sentiva davvero a suo agio. |
Il successo enorme arrivò con Dracula, un film che Tod Browning girò con una mano sola (ah-ah) perché potremmo dire che lo considerava quasi esclusivamente lavoro, basta dire che “Drácula”, il film in lingua spagnola girato sugli stessi set, dal punto di vista della regia era ben più ispirato e Browning non ha fatto altro che replicare le scene dopo aver dato un’occhiata ai giornalieri di quella versione, la vera forza del suo film? Inutile girarci attorno, la straordinaria prova di Bela Lugosi. Eppure mentre James Whale lanciava il suo primo (di tanti) capolavori, nasceva il filone dei mostri della Universal, capaci di terrorizzare e portare in sala il pubblico in massa, una corsa all’oro da cui la MGM non poteva restare fuori.
Ricordandosi di aver avuto a che fare con Tod Browning
quando propose loro di finanziare per il grande schermo il racconto “Spurs” di
Tod Robbins, la MGM corse dietro al regista per chiedergli se era ancora
interessato a quel progetto, una cosina con dei fenomeni da baraccone, insomma
mostri, quello che vuole il pubblico no? Lo abbiamo visto anche qui sulla Bara:
cosa fa un regista dopo aver diretto il film che lo ha portato alla vetta? Si butta anima e corpo sul progetto della vita, quello che teneva in un cassetto
da sempre, per alcuni quel soggetto si rivela il massimo capolavoro, per altro
un disastro. Per Browning “Freaks” è stato entrambi.
"Ma che bel bambino", "Signora ho 46 anni" |
Del racconto originale “Spurs” resa poco o nulla, l’ambientazione in un circo itinerante in Francia e lo spunto dell’amore tra la bella “sfinge volante” (nessuna parentela con questa Bara) la trapezista Cleopatra e il nano Hans, raggirato dalla donna interessata più che altro ai suoi soldi. Quindi il racconto fornisce solo lo spunto di partenza a Browning per il suo film, per altro alla sua maniera, ovvero ottenendo dalla MGM di coinvolgere nella produzione dei veri freak. L’attore Sharry Earles che interpreta il ruolo di Hans aveva già preso parte in piccoli ruoli (non era una battuta di cattivo gusto, giuro!) in altre produzioni del regista, ma tutti gli altri erano esordienti che arrivano dai circhi come Peter Robinson "L'uomo scheletro", le ragazze senza braccia Frances O'Connor e Martha Morris, le gemelle siamesi Daisy e Violet Hilton, passando per l’uomo torso Prince Randian, fino ai microcefali Zip & Pip (Elvira e Jenny Lee Snow) e Schlitzie, in realtà un uomo di nome Simon Metz, che indossava abiti femminili per facilitare lo svolgimento delle sue funzioni corporee, che già si esibiva in alcuni spettacoli, con un intelligenza paragonabile a quella di un bambino di tre anni, sapeva contare fino a dieci, recitare brevi filastrocche e fare un imitazione più che decente dello stesso Tod Browning, che sono sicuro lo stesso regista gli chiedesse sul set di fare più volte, perché durante le riprese nessuno aveva voglia nemmeno di dividere l’aria da respirare con il cast messo su dal regista, tranne Browning che fianco a fianco ai suoi fenomeni da baraccone forse, era l’unico posto dove si sentiva a casa per davvero.
Ecco perché quasi tutte le attrici contattate, inorridita, rifiutava la parte di Cleopatra, l’unica a accettare fu una con un discreto
pelo sullo stomaco, Olga Baclanova era piaciuta particolarmente al regista,
dopo averla vista recitare in “L’uomo che ride” (1928) e chissà perché non ho
dubbi che Browning fosse interessato ad un film con un inquietante proto-Joker nella trama.
Come si fa a non trovarla tenerissima? |
“Freaks” è ancora un film incredibile, abbonda di un umorismo nerissimo, ancora oggi ha scene che nel suo essere innocue strappano un brivido come Johnny che cammina sulle braccia sorridendo in favore di macchina da presa, che ogni volta mi regala un gillet di pelle d’oca, anche se poi sale la sua scaletta per accendersi una “paglia”. Ma superato il turbamento iniziale, anche grazie alla scena dove la signora mette in chiaro che per quanto deformi e strambi, i “Freak” del film sono il più delle volte solo dei bambini, il capolavoro di Tod Browning mette subito in chiaro di cosa abbonda e di cosa invece è privo: spietatezza per la prima categoria, compassione per la seconda.
Spietato perché “Freaks” non fa mai l’errore di ricadere nella dicotomia facilona dei normodotati tutti malvagi e dei mostri tutti buonissimi, uno scivolone che Browning lascia volentieri ai film moderni, quelli che hanno meno anni del suo capolavoro ma sembrano ben più vecchi da questo punto di vista. In “Freaks” per ogni normodotato bastardo ne arrivano altrettanti che sanno essere esempi positivi di convivenze, ma Browning è talmente intelligente e sensibile all’argomento, da non fare mai l’errore di rappresentare i suoi adorati mostri come dei santarellini nati sfortunati, saranno anche deformi ma sono esseri umani, con i loro desideri e i loro errori. Questa è la famigerata "inclusività", quella vera, quella che oggi terrorizza qualcuno, quella di chi non giudica le persone sulla base del loro aspetto ma sa raccontarli come essere umani, con pregi e difetti.
Un bravo ragazzo ben vestito che ogni volta mi strappa un brivido. |
Ogni volta che Hans cotto e stracotto di Cleopatra maltratta la povera Frida, se siete degli esseri umani, vi si spezzerà il cuore a ripetizione nel vedere le reazioni da amata tradita di Daisy Earles, eppure Browning non si limita a questo, ci sono momenti in cui il regista addirittura osa scherzare insieme ai suoi fenomeni da baraccone, scene tenere, gag comiche come il complicato matrimonio delle gemelle siamesi, di cui però solo una delle due è destinata a sposarsi, l’altra platealmente odia il suo nuovo il cognato. Perché Browning non ride dei suoi fenomeni di baraccone, al massimo la fa insieme a loro, scherza come farebbe chiunque con i suoi amici, trattandoli sempre come suoi pari. Ci sono film moderni che ancora questo fegato non lo hanno mostrato, infatti sono destinati a venir dimenticati dopo novanta minuti, altro che resistere come dei cult per novant'anni.
Il momento esatto in cui il punto di vista cambia è durante
la celebre scena della festa, la cena in cui i freak comincia a sbatacchiare
le posate cantilenando la loro «Gooble gobble l’accettiamo, una di noi una di
noi!», se fino a quel momento Cleopatra aveva sempre guardato dall’alto al
basso i “mostri” per la prima volta succede il contrario, anche da un punto di
vista registico, visto che la coppa da cui bere tutti insieme le viene
allungata simbolicamente dal nano, in piedi sul tavolo, quindi più in alto di
lei. Qui Cleopatra sbotta, inorridita all’idea di diventare ufficialmente “una
di loro” infrange l’unica regola, ovvero li insulta mancando loro di rispetto,
e come ci spiega l’avviso all’inizio del film (inserito a forza dalla MGM, più
tardi ci torniamo), se manchi di rispetto ad un freak, tutti gli altri lo
vendicheranno.
Mio suocero alle feste in famiglia di solito finisce per fare anche di peggio (storia vera) |
Di colpo Browning rivolta la frittata, i fenomeni da baraccone si prenderanno la loro vendetta e sarà terribile, nella versione integrale del film, le mutilazioni subite da Cleopatra, trasformata da “Sfinge volante” a starnazzante “donna gallina” venivano mostrare e anche il destino dell’irriverente Ercole (Henry Victor), che nell’epilogo del film veniva mostrato effemminato a cantare prendendo tutte le note alte, dopo essere stato castrato dalla furia dei freaks.
Ma la furia vera si scatenò durante la proiezione di prova
organizzata dalla MGM, la leggenda narra di persone in fuga dalla sala, crisi
di panico, vomito e addirittura una donna che avrebbe rotto le acque in sala
(storia vera), tanti horror si sono fregiati di storie così nella loro narrariva, ma quello del vecchio Tod è stato tra i primi, e potete crederci perché “Freaks” ne uscì brutalizzato dalla casa di produzione: trenta
minuti buoni restarono sul pavimento della sala di montaggio, purtroppo persi per
sempre, sempre stando alla leggenda pare che uno dei dirigenti avesse lanciato
la pizza con il nastro direttamente in acqua, fuori dalla finestra degli uffici
della MGM.
La reazione dei dirigenti della MGM riassunta per immagini. |
Come vi dicevo lassù, alla moda di Frankenstein, venne aggiunta una voce narrante impegnata a leggere un comunicato in apertura del film, per tentare di mitigare gli effetti. La brutalità finale viene tagliata, e del perdono di Frida ad Hans resta un abbraccio, infilato a forza prima dei titoli di coda eppure tutto questo non spegne le polemiche, Tod Browning l’eccentrico innamorato dei “Freaks”, come Cleopatra infrange l’unica regola di Hollywood: il suo film non incassa, quindi se sei ricco puoi permetterti di essere eccentrico, se non fai soldi sei solo strambo, un mostro da nascondere alla vista.
Browning dalle polemiche e dal tonfo al botteghino di
“Freaks” non si è mai davvero ripreso, ma quando piove poi grandina, infatti nel
tentativo di prendere le distanze dal regista, sono volate infamanti accuse di
maltrattamenti sul set ad opera dei poveri protagonisti, niente di più falso
ovviamente ma ormai Browning era stato condotto alla cinta daziaria di
Hollywood, malgrado altre regie non ne avrebbe mai più fatto davvero ritorno, ormai bollato per sempre.
Una bella foto di gruppo, i più piccolini davanti! |
Eppure nel corso dei decenni “Freaks”, l’opera di rottura, l’atto d’amore per i fenomeni da baraccone di Tod Browning è stato capito, nel corso degli anni fior fiori di registi hanno dichiarato il loro amore per questo film, uno tra tutti Tim Burton, da sempre uno che quando si parla di “poetica dei Freaks” ha sempre avuto due cosette da dire, almeno prima di impazzire perdendo il cervello. In epoca più recente anche American Horror Story ha reso omaggio al capolavoro di Browning, ma è stato negli anni ’60 e ’70 con l’esplosione della controcultura che questo film, sempre dal punto di vista degli ultimi della Terra è stato capito per davvero. Tra i suoi estimatori illustri nel campo della musica David Bowie e ovviamente di Ramones, la cui mascotte era un microcefalo (in gergo “Pinhead”) e il loro celebre grido di battaglia “Gabba Gabba Hey!” altro non era che una versione distorta, pensato per omaggiare il “Gooble Gobble” di questo film (storia vera), per altro ripreso poi ovunque, pensate anche a "The Wolf of Wall Street" (2013).
Se mai nella vita, anche una sola volta vi siete sentiti strani, non allineati, disadattati e qualcuno vi ha guardato dall’alto verso il basso per il vostro aspetto, è quasi sicuro che vi sarete di certo ritrovati nel capolavoro di Tod Browning. Personalmente non c’è stato un singolo momento nella mia vita in cui non mi sono sentito pronto a strisciare nel fango con loro, sotto le carrozze e tra la pioggia, ancora oggi quando lo rivedo mi fa lo stesso identico effetto, il più moderno, rivoluzionario e coraggioso vecchio classico della storia del cinema, quindi in alto i calici, tutti insieme: Gooble, gobble! Gooble gobble!
Sarei sempre pronto a strisciare lì con voi, sempre, sempre, sempre. |
Bisognerebbe però tenere anche conto del particolare contesto storico dell'epoca,nel 1932 l'America era ancora nel pieno della grande depressione,che aveva il privilegio di poter pagare un biglietto del cinema desiderava essere intrattenuto nel modo più semplice possibile,per poter praticare una sorta di escapismo filmico che gli facesse dimenticare per un pò le cose brutte della vita di tutti i giorni che stavano accadendo,in parole povere un film come "Dracula",ma soprattutto un "King Kong",rientravano perfettamente nel puro cinema di genere che ovviamente ha la grandissima qualità di attirare un ampia fetta di pubblico! Insomma a quei tempi le persone non volevano un'opera come "Freaks",diciamo che non era l'epoca giusta,un film uscito troppo presto!
RispondiEliminaIn tutta onestà io credo poco a questa versione, nel senso che a ben guardare ogni decade della storia (anche gli anni ’20 del 2000) hanno avuto due o tre ragioni valide per spingere le persone a sentire solo il bisogno di storie leggere, eppure ci sono sempre stati film cupi che hanno anche fatto soldi al botteghino, quindi credo che il tonfo di “Freaks” sia dovuto al fatto che il suo regista, si era davvero spinto oltre, alla fine gli spettacoli circensi non sono troppo diversi dal pagare il biglietto per un film. Cheers
EliminaNon saprei se si possa considerare "Freaks" un film conosciutissimo,famoso si ma più che altro per i cinefili incalliti,o per gli appassionati di storia del cinema.Direi che questa opera di Tod Browning rientra in quella categoria di film che in tanti conoscono,ma che di fatto in pochi lo hanno effettivamente visto,è più facile che lo conoscano per la sua fama di cult maledetto,per i particolari retroscena della sua realizzazzione,per le polemiche che lo investirono alla sua uscita,e soprattutto per il famigerato taglio di mezz'ora di scene dell'atto finale scomparse per sempre.Insomma conosciuto,famigerato,maledetto,ma anche visionato da pochi!
RispondiEliminaNon lo so quantificare questo, so che tra il vecchio “Fuori orario” e la ristampa in DVD (che da ragazzino comprai con grande facilità e ancora conservo, storia vera), di sicuro non è un film impossibile da scovare, che sia più probabile che a guardarlo siano gli stramboidi fanatici di cinema come noi che gli spettatori “normali” (una volta scherzavo su questo, ma ho scoperto che qualche cinefilo dell’era dell’Internet usa davvero questa espressione senza ironia, gulp!), su questo lo penso anche io. Cheers
EliminaLa cosiddetta "normalità" è ampiamente sopravvalutata, ovvio. Mentre un classico (invecchiato benissimo) come "Freaks" non sarà mai sopravvalutato abbastanza ;-)
EliminaHai perfettamente ragione. Cheers!
EliminaLo adoro 😍
RispondiEliminaSiamo in due amico mio ;-) Cheers
EliminaGrandissimo cult seminale, non dimostra affatto 90 anni!
RispondiEliminama voglio lanciare una provocazione: ma le scene tagliate... sono esistite per davvero? Perché mi sembra la classica leggenda che si è auto-ingigantita di decennio in decennio e mi pare di aver visto un qualche extra (allegato ad una versione homevideo) che infatti metteva in dubbio un po' tutto. Chiaro, qualcosa avranno tagliato, ma non penso che si sia trattato di mezz'ora (1/3 del film completo!) incentrato sulla vendetta dei Freaks... Anche perché ai tempi, si potevano già girare le scene delle mutilazioni così lunghe con le tecnologie dell'epoca?
Servirebbe un'indagine seria del "Zinefilo" ;)
Bisognerebbe incrociare la sceneggiatura iniziale per avere una base di partenza, inoltre tra il materiale non tagliato, esistono tre versioni di finali per “Freaks”, tutte più o meno uguali, una che da più spazio alla pace tra Hans e Frida (e non solo il loro abbraccio prima dei titoli di coda), secondo me le hanno girate per davvero, almeno in base a tutto il materiale di cui ho letto negli anni, le scene di mutilazioni le avevano girate anche prima, per il resto, la palla è nel campo del Zinefilo ;-) Cheers
EliminaFreaks è stato per anni l'inarrivabile oggetto cult di una ragazza che aveva appena cominciato a scoprire il cinema "serio" e non finirò mai di ringraziare il buon Ghezzi per averlo trasmesso una notte a Fuori Orario. Ne avevo lette di cotte e di crude su questo film e, sebbene il risultato finale non superasse le idee folli che mi ero fatta da vari articoli, la visione mi aveva lasciata sconvolta; non esiste modo, nemmeno nel 2022, di evitare lo straniante senso di repulsione e disagio che provoca Freaks, o di rinnegare l'applauso che parte spontaneo davanti alla condanna dei due "normali" che hanno tentato di fregare la famigliola di mostri.
RispondiEliminaIl buon Ghezzi ci ha salvati in tanti, tra questo e la sua passione per Cronenberg gli dobbiamo tanto. Totalmente d’accordo, ogni volta mi strappa almeno un brivido, ogni volta vorrei essere lì nel fango, a strisciare con loro gomito a gomito, novant’anni ed essere ancora il più fresco e originale di tutti. Cheers
EliminaGhezzi meriterebbe una statua anche solo perquesto
EliminaCavolo si! ;-) Cheers
EliminaQuesto lo devo recuperare, ma, sebbene non l'abbia visto per intero, il signor Prince Randian è diventato uno dei miei eroi personali, non solo per aver figliato nonostante la sua condizione (prova che la forza di volontà vince anche nelle avversità), ma pure per la prova che fornisce nel corso del film dell'incredibile abilità di accendersi una sigaretta con la bocca...
RispondiEliminaMitico, come tutto quello che è legato a questo grande film ;-) Cheers
Elimina90 anni eh, allora questo è l'anno giusto per vedere ;)
RispondiEliminaAnche perché è ancora più moderno di tutti i film nuovi che usciranno quest'anno ;-) Cheers
EliminaQuesto film mostra come gli esseri umani possano essere mostri, chi fuori che dentro. Il finale truculento in cui i freaks uccidono Ercole e mutilano Cleopatra rende loro mostri per davvero (per quanto quei 2 stronzi lo meritassero). Oggi siamo portati, o meglio costretti a pensare che chiunque appartenga a una minoranza discriminata sia automaticamente una brava persona e nel giusto.
RispondiEliminaBisogna dire che una delle scene tagliate metteva in chiaro che Hans non potesse fare altro, dopo che Cleopatra veniva colpita dall'albero, ma il senso è quello, il film del 1932 è più moderno di tanta roba targata 2022. Cheers
EliminaIl film "maledetto" per eccellenza.
RispondiEliminaHo sempre avuto un rapporto un po' strano, col circo.
Forse perche', per indole, preferisco immaginare quel che c'e' oltre i tendoni, una volta calato il sipario.
E me lo vedo come la fine di una festa: gente sfatta e cocci dappertutto. E solo per piantare in piedi una baraonda di due ore scarse.
Da come la vedo io, o lo fai perche' il lavoro di famiglia da generazioni (piu' probabile), o perche' hai la vocazione, come Browning (rarissimo).
Senza contare che pure il cinema, in principio, era una via di mezzo tra una nuova scienza e una bara conta da fiera.
E credo che Browning un po' dell'animo da imbonitore sia rimasto.
Gira un "Dracula" con la mano sinistra. Lento, svogliato, impreziosito solo dalla prova sulfurea di Lugosi. Anche se confezionato a regola d'arte, eh.
Perche' un vero talento...fa, fa fosse anche solo d'ingegno, pur quando manca l'impegno!
Ma col senno di poi e' chiaro che guarda oltre. Lo fa per avere carta bianca.
Ora, quando finisci per dare budget e totale liberta' creativa ad un autore, fidandosi e comprando a scatola chiusa, e' un terno al lotto.
Perche' non sempre la sua visione coincide con quella del pubblico. E di chi ci mette la grana. Che mai come in queste occasioni dimostra la sua incompetenza.
Per me li' abbiamo gente che sta nel settore da una vita senza capir nulla. Ne' di film, ne' di registi.
E qui e' venuto fuori un film troppo storto per poter essere apprezzato.
E badate bene che vi hanno inciampato sopra pure gente come Lynch con "The Elephant Man" o Burton col suo "Edward Mani di Forbice".
Bah, alla fine hanno optato anche loro per la via migliore, con cui raccontare storie di diversi.
Perche' se le vuoi vendere al pubblico devi puntare sulla compassione, sull'empatia.
Browning sceglie invece tutt'altra strada.
Ripenso al caso di un ex-paralimpico arrestato per omicidio.
Fu uno choc. Non si capacitavano che uno con i suoi problemi avesse potuto compiere un atto cosi' efferato.
Non proprio, “The Elephant Man” portò a casa otto nomination agli Oscar mentre “Edward Mani di Forbice" ancora oggi è un titolo di culto amatissimo, siamo ben lontani da “Freaks”. Cheers
EliminaMa davvero si pensa che le persone che hanno questi problemi non possano essere meschine, egoiste, crudeli rancoroseve pure un poco stronze?
EliminaAnche loro possono odiare. E possono uccidere. Perche' sono come noi. Esattamente come noi.
"Freaks" dice questo. E la trovo la piu' incredibile dichiarazione d'uguaglianza mai sentita.
Con tutte le attenuanti del caso, eh. Perche' la vita non e' facile gia' di per se', e per persone cpsi' di sicuro lo e' ancora meno degli altri.
Qui vediamo una comunita' totalmente chiusa e ferocemente territoriale, unita dalle loro deformita' e tare fisiche.
Sono disposti ad accettare nuovi arrivati, ma a patto di giocare alle loro regole. Altrimenti le conseguenze saranno terribili.
Ci mancava giusto di buttare la pellicola al rogo, alla fine.
Comunque, nessuno ha piu' trattato le tematiche espresse qui allo stesso modo.
Forse l'unico che gli si avvicina per cattiveria è "Freaked - Sgorbi". Anche se li' e' una roba talmente tutta matta e grottesca da poter essere la sua parodia sotto acido.
Capolavoro, comunque.
Un film coraggioso e audace come pochi. Che tira il sasso ma non nasconde la mano.
Da recuperare. Ma con cautela.
Indubbiamente, senza contare che mi sono piaciuti tantissimo entrambi.
EliminaMa alle volte penso allo spreco di potenziale orrorifico di questi due personaggi.
Cosa avrebbe potuto fare Edward con due forbici cosi', se penso a cosa ha fatto il buon Freddie con un "misero" artiglio...
Ma ci sta. Era diversa la storia che volevano raccontare.
In effetti pensavo che un giorno Burton potesse essere il candidato ideale per un remake.
Ma ormai c'è lo siamo giocato.
Oggi come oggi vedrei giusto Del Toro.
Ai tempi Browning fece un putiferio, Del Toro come minimo va in lizza per l'Oscar.
Credevo che il suo ultimo film omaggiasse in parte "Freaks", dato che ne riprende in minima parte l'incipit (gli amanti diabolici). Ma poi piglia tutt'altra direzione.
Ma hai ragionissima: nessuno ha mai piu' ripreso l'angolazione utilizzata da Browning.
E cioe' che una persona con problemi fisici sia capace di atti efferati in quanto inevitabilmente umana, nonostante la deformita'.
Ed e' plausibilissimo. Ma e' un modo di pensare che forse si fatica ad accettare ancora oggi.
Da che parte comincio? Dal fatto che Burton lavora sulla pena che proviamo per il suo freak buono buonissimo ovvero l'opposto di quanto fatto da Browning? Oppure dal fatto che Guillermo del Toro ha già a suo modo ripetuto le tematiche di "Freaks" in tutta la sua filmografia? Cheers
EliminaInoltre David Lynch strappava brividi proprio facendo iniziare il suo film quasi come un horror prima di svoltare verso il drammatico, quindi continuo a non vedere il nesso, né perché i due film dovrebbero essere considerati come uno spreco di horror visto che i rispettivi film funzionano perfettamente così come sono. Cheers
EliminaNo, ma sono d'accordo.
EliminaA parte il tema del "diverso" i film di Lynch e Burton non potrebbero essere piu' distanti.
Sono anche diversi i personaggi trattati, che dimostrano una sensibilita' decisamente superiore a molti normodotati.
Merrick e' colto e intelligente, Edward dimostra pure una spiccata vena artistica.
Per contro il gruppetto di "Freaks" e' formato da gente assolutamente normale. Persone mediocre, verrebbe da dire.
Gente comune, se non fosse per i difetti fisici. Quel tipo di persone che potrebbero benissimo sbroccare senza motivo (anche se qui il motivo c'e'. E le due vittime in un certo senso si meritano la fine a cui vanno incontro).
Quel che mi chiedo e' cosa sarebbe successo se i due registi avessero mantenuto lo stesso registro di Browning.
Da quel punto di vista, il suo tentativo non e' mai stato piu' replicato.
Quello di far capire che "diverso" non e' per forza "buono".
Sicuramente i film di Lynch e Burton funzionano di piu', da questo punto di vista.
Ritengo che se presenti una storia gia' sghemba di suo, almeno devi cercare di accattivarti il pubblico.
Ma contiamo che sono passati anche decenni, ed e' cambiato anche il modo di approcciarsi a certe tematiche.
All'uscita di questo film, immagino che persone simili fossero considerate mostri, e basta.
Fanno testo i comportamenti della troupe, talmente disgustata da loro che neanche li volevano intorno.
Sarebbe successo che sarebbero stati film completamente diversi nel messaggio, quindi è normale che non sei d'accordo, non ha proprio senso fare il paragone tra questi titolo da te citati per poi chiedersi come sarebbero stati se completamente diversi nella forma. Sarebbe come parlare del Padrino e poi chiedersi come sarebbe stato il Punitore se fosse stato dalla parte dei Mafiosi che di norma uccide, sarebbe stato un'altra cosa. Cheers
EliminaAltro film di culto recuperato da Mamma Rai decenni dopo: mi piace pensare che sia tutto merito di Dylan Dog. Quando infatti iniziarono a uscire i suoi speciali, con le panoramiche sul cinema horror e i "dizionari dell'horror", la foto della donna-gallina era lì ad attirare l'attenzione, e quasi per magia la RAI manda il film. La potenza di Dylan Dog!
RispondiEliminaIl racconto l'avevo letto nell'antologia "Al cinema col mostro" (Mondadori) ma non mi aveva detto gran che: la prima volta che ho visto il film è stata invece una discreta botta. E quando è uscito nei cinema "Ombre e nebbia" di Woody Allen, ero fra quelli che hanno apprezzato i brani che l'autore ha tagliato di netto da "Freaks". (Vado a memoria, ma credo che l'inizio sia molto simile in entrambi i film.)
Ai tempi DYD non solo "spostava" ma suggeriva tutti i titoli giusti, per altro grazie per avermi ricordato "Ombra e nebbia" il paragone ci sta ;-) Cheers
EliminaCapolavoro maledetto che ha praticamente chiuso la carriera di Browning al cinema, io l'ho scoperto nei libri di ciak oltre vent'anni fa, e l'ho visto su internet, imprescindibile
RispondiEliminaAssolutamente imprescindibile, il film della vita di Browning a costo di non avere più una carriera, ci vuole rispetto davanti ad un film e una scelta così ;-) Cheers
EliminaBrowning ricevette il compito di girare "il film più terribile di sempre" (nel senso di orrorifico) e assolse il pieno il compito! Peccato davvero per le scene distrutte... la sensazione è che quello che si vede nella copia ufficiale sia solo la punta dell'iceberg. Ottimo lavoro comunque, come sempre: il 2022 è un anno importante per l'horror, tra poco più di un mese sarà il centenario del "Nosferatu" di Murnau.
RispondiEliminaHai detto bene, il paragone con l'iceberg è proprio la sensazione che si ha leggendo informazioni sul film, anche perché comunque un terzo di pellicola scomparsa per sempre, non è affatto poco. Ti ringrazio molto e la data sarà il 15 marzo, sono già in accordo con un paio di blogger per festeggiare come merita il film, sarebbe un onore averti a bordo ;-) Cheers
EliminaFilm che adoro. Quando ne scoprii l'esistenza ero curioso di saperne di più ma per lungo tempo ebbi a disposizione soltanto delle immagini dei freaks del film.
RispondiEliminaLa visione l'ho trovata... struggente e geniale: la storia di Hans e Frida è tristissima, Cleopatra una bastarda di prima categoria, e la vicenda principale fa riflettere, ancora oggi, su una cosa in cui credo da una trentina d'anni almeno: la prima impressione è quella che non conta.
I freaks alla fine si fanno giustizia, perdendo quel che di candore e innocenza che sembrava caratterizzarli: ma è proprio la loro vendetta a renderli tutto sommato "umanamente normali".
Peccato buona parte del film sia andato perduto, creando così il mito.
Non avrei saputo dirla meglio, ogni inquadratura su Frida spezza il cuore più di tutte le volte che la Disney cerca di cavalcare l’effetto lacrimoni facili. Cheers
EliminaSplendido post dedicato a un capolavoro vero e proprio (son passati 90 anni, si potrà dire?). Dovevo aspettarmelo quest'anno Freaks sulla Bara, che i (pluri)decennali ti piacciono... :--D
RispondiEliminaOttima analisi e splendida ricostruzione storica per far capire chi fosse Browning, da dove venisse, e cosa volesse comunicare. Grazie!
Ormai non ho più limiti, se la sua data di uscita finisce con il numero due, facile che sia già nel mio mirino ;-) Ho letto un sacco sulla vita di Browning, ma proprio tanto nel corso degli anni, ci tenevo a questo compleanno quindi mille grazie. Cheers!
EliminaVero. American horror story freak show omaggia a piene mani il film di Browning, che però rimane inarrivabile.
RispondiEliminaMolto inarrivabile, per quanto l'omaggio fosse di cuore. Cheers
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