sabato 19 febbraio 2022

Big Bug (2022): il lockdown secondo Jean-Pierre Jeunet


Ho sempre avuto un debole per il cinema di Jean-Pierre Jeunet, dal suo fulminante esordio "Delicatessen" (1991) per poi passare al bellissimo "La città perduta" (1995).

Il dramma è stato il controverso Alien - la clonazione, problemi di trama, problemi nel comunicare con troupe e cast di un'altra nazionalità, ma questo non ha intaccato il notevole occhio di Jeunet, che mancava dagli schermi (e da questa Bara) da parecchio.

Il suo nuovo lavoro esce per Netflix, si intitola "Big bug" e ci porta tutti nel 2050, un futuro color pastello, a tutti gli effetti dei futuristici anni '50, prima intuizione brillante del regista, sono gli anni '50 no? Allora dacci dentro con i colori e con le auto (volanti) dalle linee bombate insomma, il futuro come avrebbero potuto intenderlo beh, negli anni '50.

Potete dirmi quello che volete, ma non che Jeunet non abbia occhio per la composizione dell'immagine.

"Big Bug" dal punto di vista visivo urla il nome del suo regista ad ogni fotogramma, come i grandi chitarristi Jeunet è immediatamente riconoscibile, questo è il grande pregio di un film che però non è tutto pesche e crema.

La storia è quella della scontro tra umani e macchine, intelligenze artificiali non proprio come Skynet, ma che nel tentativo di capire gli umani, finiscono per ribellarsi, il tutto accade mentre i protagonisti controvoglia, si ritrovano tutti nella stessa casa: Alice (Elsa Zylberstein) con il suo amante Max (Stéphane de Groodt), il suo ex marito Victor (Youssef Hajdi) a sua volta con l'amante Jennifer (Claire Chust), i loro figli, una vicina che non sa farsi i fatti suoi e una ginoide tuttofare di nome Monique (Claude Perron). Ma occhio di falco (ah-ah) per l'apparizione anche di Dominique Pinon, attore feticcio del regista.

Non so come si dica "L'angelo sterminatore" in francese, ma l'idea è più o meno quella.

Gli echi e le fascinazioni sono tante, un po' diventa impossibile non pensare alle nostre varie "serrate", infatti nel mucchio ci scappa anche una strizzata d'occhio al Covid-50, anche se è solo una gag buttata nel mucchio, che dura il tempo di una riga di dialogo.

La situazione iniziale da commedia del disastro ricorda un po' "L'angelo sterminatore" (1962) di Bunuel, solo che la forza che tiene i borghesi chiusi dentro casa, qui è rappresentata da una rivolta delle macchine, tra climatizzatori impazziti, droni che vagano e un programma tv degno della migliore Barbara D'urso, "Homunculus ridicolous" è una trasmissione dove gli umani si umiliano in diretta, per riguadagnare i diritti persi in questa società tecnocentrica, in cui la critica alla nostra dipendenza da tecnologia (è televisione) è piuttosto evidente.

Problemi? Svariati, la critica alla burocrazia gestita dalle macchine è presente, ma non mordicchia, non come ai tempi del suo straordinario film d'esordio almeno, in grado di inquadrate un ecosistema chiuso di umanità meglio di tanti trattati di sociologia.

Inoltre dopo I Mitchell contro le macchine, il film di Jeunet con quel suo strano tocco da commedia piena di gelosie e innamoramenti, sembra una puntata a caso di Love, Death and Robots con gli attori, Black Mirror non lo cito nemmeno, manca proprio quel livello di cinismo. Anche se bisogna dirlo, secondo me vedremo tanti (ma proprio taaaaaanti!) film da clausura forzata, figli dei vari "lockdown", siamo appena all'inizio di questa nuova tendenza.

"Sorridete, state per essere sterminati"

Anche perché "Big Bug" termina con il più famigerato dei "Tarallucciatori", ovvero la capacità di una storia di finire a tarallucci e vino, il che purtroppo si nota fin troppo per potersi godere l'ottimo design dei robot che popolano la casa, la cura per i dettagli di un regista che proprio su questo tipo di cura ha sempre basato una buona fetta della riuscita del suo cinema.

Insomma non vi capiterà di trovare al momento su Netflix un film più curato di questo, il problema è che potreste dimenticarlo presto oppure confonderlo con il resto della proposta della casa della "N" rossa. Sarà per un'altra volta Jeunet, fatti rivedere presto però, non sparire come tuo solito!

26 commenti:

  1. Oddio ma che e' quella immagine del robot,sembra di vedere The Rock fatto di acidi tramutato in Robocop!

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  2. Prima i registi scomparivano dalle scene,ora al massimo finiscono nella rete a strascico delle piattaforme,potendo di fatto continuare il proprio lavoro di cineasti,ma sostanzialmente nel quasi totale anonimato,si gli va bene al povero Jeunet al massimo finisce nelle top visualizzazzioni della settimana,poi chi si e visto si e visto e tanti saluti! Va bene cosi' in fondo l'importante e vederli ancora all'opera,pero' e un peccato al di la' che il film sia riuscito o meno!

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    1. Penso che verrà schiacciato nelle visualizzazioni dal nuovo inguardabile "Non aprite quella porta" (a breve su questa Bare), il film di Jeunet è tutto tranne che perfetto, ma una fine tanto indecorosa contro un filmmaccio come quello non se la merita proprio. Cheers

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  3. Il fatto che sia di Jeunet attira sempre la mia attenzione (i suoi primissimi film erano dei capolavori, e il suo "Alien"...bah, tutto sommato mi era piaciuto. Un fumettone, ok. Ma sicuramente meno pessimista del terzo, che da quel punto di vista era una vera pena. E non certo per colpa di Fincher. Poi, personalmente, la sci-fi scanzonata alla francese in stile bede' mi ha sempre garbato).
    Sono contento che non sia tutto da buttare, comunque.
    In giro lo hanno stroncato un po' dappertutto (BRUTTO, ho letto. Addirittura!!), ma sapendo che e' di Jeunet, scommetto che i piu' non l'hanno nemmeno capito.
    Magari non e' piu' graffiante come una volta, ma...che diamine, Jeunet e' sempre Jeunet!!
    Prima di giudicare, bisogna conoscere.
    Ma qualcuno di oggi sa chi e' questo signore, almeno?
    Lo vedro'. Anche perche', detto fra noi...Retepellicole ha subito parecchie perdite, nell'ultimo periodo.
    Senza contare il prossimo "esodo" di fine mese...spero di non dover attendere molto, prima di rivederli.
    E senza tagli, mi auguro.
    Quindi, il suo spazietto se lo puo' ritagliare.

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    1. Ci sono film che si beccano le legnate e altri che invece chissà perché, si conquistano l'indulgenza, di mio preferisco guardarli e poi sviscerare pro e contro, l'approccio da social mi va sempre più stretto. Cheers

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  4. Di questo regista ho visto la città perduta che visivamente e come scenografie è qualcosa di pazzesco davvero e meriterebbe la visione per quello ma che mi lasciò anche la sensazione della tua chiusa del suo attuale film "un film più curato di questo, il problema è che potreste dimenticarlo presto". Per ora passo
    Senmayan

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    1. Sono di parte perché ho sempre apprezzato tanto "La città perduta" purtroppo qui non siamo a quei livelli. Cheers

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  5. Trovo sempre affascinante lo stile vintage con la tecnologia fantascientifica. Per dirne una più terra terra... Tipo lo spot di Daygum Protex con Jump delle Pointer Sisters

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    1. Anche a me affascina sempre molto, anche perché a vte finisce per anticipare il futuro ;-) Cheers

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  6. Ohhh finalmente ho capito da dove arriva quell'immagine di robot dagli occhi azzurri col sorriso falso: da mesi ogni tanto lo vedi apparire su YouTube, come copertina di quei video farlocchi che promettono "dieci film di fantascienza che stanno per uscire", e poi sparano titoli raccolti in giro per la Rete che non si sa neanche se hanno mai girato, figurarsi distribuito. Quel robottone dagli occhi azzurri l'avrò trovato almeno tre volte come copertine di questi video, e data la loro natura falsissima per un attimo ho pensato a una sorta di storpiatura di Robocop :-D (in effetti sembra Murphy quando si toglie il casco.)

    La storica cura maniacale di Jeunet potrebbe attirarmi ma rimango perplesso assai, e il discorso dei "Tarallucciatori" - espressoione perfetta! ^_^ - mi blocca. Però dall'averla totalmente ignorata l'ho fatta salire di livello a "serie che magari forse un giorno chissà" :-P

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    1. Il film dura 1.51 ma quando colpisce il "tarallucciatore" sul mio divano ho urlato: "Nooo il tarallucciatore no Jeunet! Perché!?" (storia vera), hai reso l'idea di quei video, almeno questo film esiste, sarà solo su Netflix ma è lì. Cheers

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  7. Jean-Pierre Jeunet mi piaceva,il talento gli e' rimasto ovviamente,ma non posso fare a meno di pensare che il suo declino sia iniziato tanto tempo fa' quando smise di dirigere in accoppiata con Marc Caro,insieme erano letteralmente "nitro" & "glicerina","Delicatessen" e "La citta' Perduta" era il risultato della loro incredibile collaborazione artistica,purtroppo poi ognuno prese la sua strada! A tal proposito Cassidy,io ho molto apprezzato il film sci-fi in solitaria di Marc Caro "Dante 01",volevo chiederti se l'hai visto e se ti sia piaciuto!

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    1. Jean-Pierre Jeunet e Marc Caro stavano al cinema fantastico come Mark Neveldine e Brian Taylor a quello d’azione, insieme erano più della somma delle loro parti, separati hanno fatto anche dei titoli interessanti come “Dante 01” ma senza quella scintilla di quando lavoravano insieme, non so se ho reso l’idea. Cheers!

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    2. Sì, hai reso bene l'idea. Jeunet, poi, temo che da "Il favoloso mondo di Amélie" in poi abbia cominciato a perdere per strada quello spirito dissacrante delle sue opere prime, scivolando verso quei tarallucci e vino estranei alla sue prime ruspanti produzioni... comunque, nell'attesa del ritorno agli antichi fasti, un'occhiata a "Big Bug" la potrei comunque dare.
      P.S. Non mi sono dimenticato di "The House" e "Bug", è che semplicemente mi trovo MOLTO in arretrato con film e serie da vedere ;-)

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    3. In effetti questo per ambientazione e titolo, sembra il figlio di “The house” e “Bug” ma solo per quello ;-) Hai riassunto alla perfezione, mi piaceva di più quando mordicchiava. Cheers!

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  8. Non mi convinceva così a prescindere, ma leggendo questo post devo dire che mi sembra meritevole seppur non perfetto. Ma con sta cosa di sgraffignare da Black Mirror fuori tempo massimo la vogliamo smettere? Ho visto anche un film con De Luigi e Pif che praticamente era tutto uno scippo :)

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    1. Sai cosa succede quando qualcosa diventa popolare no? Jeunet ha uno stile per cui un'occhiata la merita, non aspettarti un film riuscito in pieno, purtroppo non lo è. Cheers

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  9. Mmh... Di solito i tarallucciatori mi danno abbastanza sui nervi... Mi sa che evito, temo!

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  10. Ho visto qualche minuto, spinto dal fatto che il film fosse di Jeunet, però ho desistito abbastanza presto...
    L'unica nota (negativa, almeno per me) è che più invecchio e più mi identifico in personaggi come Max, un uomo di mezza età perennemente arrapato... (cit. da Wired.
    Almeno qui Jeunet ci ha preso!!
    Come scrive Lucius-Bro anche io ero rimasto colpito dall'immagine del finto Murphy che girava già da un pò per il web senza sapere a quale pellicola appartenesse...

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    1. Ora anche tu lo sai, per fortuna sto svolgendo una funzione sociale ;-) Cheers

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  11. Arrivo tardi ma già sapevo che la pensavamo allo stesso modo.
    Visivamente una meraviglia, quanto ai contenuti forse Jeaunet è stato troppo fuori dal mondo per notare in quanto e quanto se n'era già parlato.
    Poi, io, lo preferisco in versione più romantica, tra Amelie e le Domeniche di Passione :)

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    1. Più che legittimo ma dici bene, forse davvero ha perso un po' i contatti, peccato perché l'occhio cinematografico è sembra buono, si spera di non dover attendere un'altra vita per rivedere un suo nuovo lavoro. Cheers!

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