sabato 22 gennaio 2022

The House (2022): horror sotto un tetto


La politica di Netflix è chiara, raccogliere con la rete a strascico tutto quello che trova in giro tra le produzioni mondiali, però allo stesso tempo sfornare prodotti sia pensati da un algoritmo per attirare l’attenzione, oppure dando carta bianca (e fondi) agli autori per portare avanti la loro opera.

Ecco perché ha poco senso bollare tutto un genere, una categoria o una piattaforma di streaming come cacca, certo è più facile, veloce e in linea con la politica di “Infernet” dove ogni parare deve essere estremo e urlato. Ma siccome io penso che il compito del cinefilo (se mai ne avesse uno) è quello di scovare il cinema di qualità ovunque si trova, per fortuna ogni tanto anche dalle maglie di Netflix spunta un prodotto disallineato e bellissimo come questo “The House”.

Sapete che amo molto l’animazione a passo uno, con “The House” ero convinto che mi sarei trovato davanti ad una storia di animaletti pucciosetti al massimo vagamenti oscuri, se non proprio un “Coraline” (2009) al massimo una cosetta alla Wes Anderson più caustico e meno arancione, il fatto che comparisse anche Jarvis Cocker, il cantante dei Pulp, tra i doppiatori mi faceva propendere in tal senso. Con mia grande sorpresa invece mi sono trovato davanti un horror, uno di quelli anche belli inquietanti, anzi tre horror in uno visto che “The House” è un antologica a tema, con tre storie che ruotano intorno - pensate un po’ - ad una casa. Avrei anche dovuto arrivarci però, dove c’è casa c’è Horror.

Animazione a passo uno, l'artigianato cinematografico che mi scalda il cuore.

Tutto parte con la commediografa e sceneggiatrice Irlandese Enda Walsh, autrice della sceneggiatura sul ribelle dell’IRA protagonista di “Hunger” (2009) di Steve McQueen. Facendo squadra con gli animatori dei Nexus Studios, che fanno un lavoro incredibile, non ho ben capito di che fossero fatti i singoli Pupazzi (feltro forse?), sono esperto di tessuti quanto di fisica nucleare, però dal punto di vista visivo l'animazione è incredibile, capace di mettere anche una discreta ansia, almeno fino all'ultimo segmento, che prova a portare un po' di speranza (tra la nebbia).

Si inizia con il primo capitolo, “E dentro di me, si tessero menzogne”, la storia di un architetto ossessionato per la costruzione di una nuova casa, pronto a perdere tutto (anche la sanità mentale) per portare a termine la sua opera. Per risolvere tutti i problemi, un provvidenziale sconosciuto offrirà alla famiglia la soluzione, quella di essere i primi inquilini della casa, ma forti delle due regole chiave avrete già intuito: nessuno regala niente per niente e soprattutto, un trasloco è il punto di inizio ideale per centinaia di horror.

Voi li vedete così tutti carini, ma questo film morde!

Questo segmento abbraccia in pieno l'horror gotico, con un enorme capacità di suscitare una sana angoscia, se pensavo che mi sarei trovato davanti ad una favola nera in stop-motion, con questo primo capitolo è stato chiarissimo che "The House" è puro horror, anzi tre tipologie diverse di horror tutti sotto lo stesso tetto.

Il secondo capitolo si intitola "È smarrita la verità che non si può vincere", anche qui, ad una prima occhiata il tono sembra cambiato perché se il primo segmento era ambientato nel passato con la costruzione della casa, questo è ambientato al giorno d'oggi, dove un simpatico topone si dispera per cercare di vendere la stessa casa che nel frattempo ha ristrutturato, indebitandosi per altro.

Sono quasi stato in pena per un venditore di case. Ho detto quasi.

Le nevrosi del protagonista fanno iniziare il segmento con un tono più leggero, finché non arrivano potenziali compratori, che come in una vecchia commedia con Tom Hanks non hanno nessuna intenzione di abbandonare la casa, parassiti, che sono uno dei problemi del protagonista, le cui visioni quasi Kafkiane toccano apici quasi lisergici, prima di abbracciare un finale senza ombra di dubbio da Body Horror, inutile girarci attorno, echi di Ballard, Cronenberg e tutte quelle belle cosette così. Nella casa faccio la mia cosa (horror).

This is the house, come on in / This is the house, built on sin (cit.)

L'ultimo capitolo svolta ancora, in "Ascolta bene e cerca la luce del sole", la casa è sopravvissuta ad un disastro, siamo nel futuro e la nebbia avvolge tutto e le acque stanno per divorarsi quel poco di terra rimasta, insomma Kevin Costner aveva previsto tutto!

La protagonista, una topolina antropomorfa si ostina a rattoppare la casa ormai cadente, una chiara metafora dell'attaccamento al passato, da cui i coinquilini la aiuteranno a staccarsi, tra cui una doppiata da Helena Bonham Carter, bravissima ma ormai un po' motonona nella scelta dei ruoli da eterna eccentrica.

"Tuo marito non ti fa fare queste cose vero?", "No lui al massimo mi fa recitare il ruolo della regina di cuori con la capoccia gigante"

L'ultimo capitolo abbraccia il sottogenere dell'eco-horror, lasciando una piccola speranza nella conclusione di un film in grado di evocare riflessioni, anche sulla differenza tra "House" e "Home" (come nel testo della canzone sui titoli di coda), l'abitazione diventa una metafora di cosa possiamo chiamare veramente casa, e in qualche caso chi ci fa sentire a nostro agio, proprio come se fossimo a casa.

Insomma, non perdetevi questo oscuro (e spesso sinistro) gioiellino, non so come sia sfuggito dalle maglie di Netflix un titolo così brillante, ci voleva un'irlandese per regalarci un film così, voi non perdetelo. Pensate potete guardarlo comodamente a casa!

22 commenti:

  1. Ormai mi sono svenato a aufficienza sulla questione,personalmente non muoverei guerra alle piattaforme,sono piu' che altro scocciato dal fatto che se su Netflix capita roba tanto gagliarda,c'e' poi la forte probabilita' che non ne faranno mai una edizione su supporto fisico con contenuti extra compresi,in fondo sono solo un tizio affezzionato ad alcune vecchie tradizioni,e di rinunciare all'home video classico non ne ho proprio voglia! Sono gia' un misto di felicita' ed amarezza per il Pinocchio di Del Toro in stop motion,che molto probabilmente non uscira' dai confini della piattaforma.Un vero peccato perche' le edizioni fisiche dei suoi film come per Peter Hackson sono sempre pueni di approfondimenti e filmati del dietro le quinte,di qui sono un grande appassionato,un vero peccato!

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    1. Viene già considerato come un'uscita per il mercato home video ed è un pezzato, ci siamo persi "Il processo ai 7 di Chicago" è tanti altri titoli meritevoli che non finiranno in nessuna collezione, purtroppo. Cheers

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  2. Mi trovi assai d'accordo; un titolone davvero niente male che per il sottoscritto è già tra i film preferiti preferiti come con i lavori di Henry Selick e Burton.
    Mi fa strano leggere in giro che per molti utenti solo la prima storia sia considerabile horror. La seconda, a mio avviso, mette davvero più angoscia nel fare satira con accenni lugubri. E' soffocante per davvero.
    La terza storia, invece, ha quei toni leggeri da storia gotica e riserva una bella metaforONA che non si vedeva dai tempi di "UP" della Pixar (anche lì con una casa che è sia un ostacolo sia alla felicità sia le radici per essa).

    - Il popcorn di Cechov

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    1. In effetti l'ultima ha molto di "Up", ma la seconda è quella che ho trovato più inquietante, come scrivevo bisogna essere bravi per farmi patteggiare per un venditore di case, qui ci sono riusciti ;-) Cheers

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  3. Figurati che volevo gia' parlartene l'altro ieri, nel post dedicato alle serie.
    Poi mi ero scordato che era un film, ma tale era la fretta...
    Io adoro la stop-motion, quindi se la usi mi hai comprato a prescindere.
    Senza contare che questo tipo di animazione, per l'horror, e' ideale.
    Non dico altro perche' e' una di quelle cose che meno si sa, quando le si vede, meglio e'.
    Questa roba e' una BOMBA, ragazzi.
    Da vedere assolutamente. Senza se e senza ma.

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    1. La velocità (o presunta tale) con cui ne ho scritto, ti dice della mia voglia di consigliare questo film (storia vera). Cheers

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    2. Mi permetti una battuta?
      Sono due generi agli antipodi, ma visto che in comune hanno quattro mura e il soprannaturale...
      Beh, la dico.
      Beccati questa, Encanto.

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    3. Beh ma anche il pubblico di riferimento è opposto, questo non è rivolto ai bambini perché è animazione per adulti. Cheers

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  4. Ma pensa, appena ho visto che era fatto con "pupazzi animati" mi sono smontato e non l'ho visto. Invece a sorpresa merita un recupero? In fondo i prodotti Netflix fatti coi "pupazzi vivi" sono drammatici, quindi meglio quelli di stoffa :-D

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    1. Si decisamente meglio quelli di stoppa, feltro o che so io ;-) Cheers

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  5. Wow, adoro la stop motion! Ma peccato che io non abbia Netflix :(

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    1. Questo è davvero un gran lavoro d'animazione. Cheers

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    2. Ed essendo pure in stop-motion, per l'appunto, cercherò di vedermelo ad ogni costo (Netflix o non Netflix) ;-)

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    3. Penso che potrebbe piacerti fammi sapere se ti ho consigliato bene ;-) Cheers

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  6. Mi sa che jarvis cocker ci sta prendendo gusto all'animazione a passo 1...

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  7. Se ti piace la stop motion guarda Rilakkuma e Kaoru su Netflix. Una manciata di episodi da dieci minuti, lievi e malinconici. Mi piacerebbe leggerne una tua recensione :D

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  8. Proverò a vederlo stasera, sperando che non mi trascini ancora di più in uno stato d'angoscia che sto vivendo proprio per l'isolamento nella mia di casa :)

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    1. Stare in casa è figo, pensa che puoi vedere tanti film ;-) Fammi sapere come ti sei trovata, per tutto perché ora sto in pensiero. Cheers!

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  9. Alla fine l'ho visto e ovviamente mi ha angosciato e inquietato (ma nel senso buono che gli amanti dell'horror come noi intendono). Per fortuna l'ultimo episodio mi ha anche commosso e dato speranza, quindi per me film che merita molto. Ma sì, penso che il mio isolamento stia per finire, quindi tutto bene :)

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    1. Bene, sono felice di averti consigliato bene allora, l'ultimo segmento bilancia molto bene i primi due ;-) Cheers

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