Lo so che dicembre con tutte le sue feste ormai è andato
in archivio, eppure non avrei potuto concludere il 2021 in maniera migliore, guardando questo film,
un bel titolo Natalizio per tutto la famigl… No.
Istruzioni per l’uso: lo so che nel mio interesse dovrei
scrivere frasi che vi convincano a passare più tempo possibile a leggere questo
Blog, ma siccome ci tengo a voi vi avviso, correte a guardarvi “Silent Night”,
ma adesso intendo, così come siete su due piedi, senza sapere nulla della trama, però
preparatevi a essere sbatacchiati per benino da un film che ha i denti e
nessuna paura di usarli, consideratevi avvisati. Dal prossimo paragrafo in poi
il post diventerà una cosetta tra me e chi ha già visto il film, in parole
povere
SPOILER.
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Alcool, l'unico modo per rendere sopportabili anche le faccette di Clavicole. |
Bene, se state leggendo questa frase vuol dire che avete
seguito il mio consiglio e ora siete un po’ più pesti, perché l’esordio alla
regia di Camille Griffin ufficialmente è una “commedia nera”, ma di fatto è una
delle più lucide critiche alla nostra società odierna vista
al cinema in streaming di
recente. In ogni caso, malgrado le etichette, con questo “Silent Night” per linguaggio e
temi, siamo davanti ad un horror fatto e finito, non voglio sentire ragioni.
Sui Social-Cosi per tutto dicembre, hanno imperversato
post su
Don’t look up, per certi
versi “Silent Night” è la risposta inglese al film di Adam McKay, con la
differenza che non sta su Netflix quindi non verrà incensato a destra e a manca
da chiunque, anche se tra i due film non ho dubbi su quale sia stato quello che
ho gradito di più.
“Silent Night” inizia come uno qualunque delle centinaia
di
film Natalizi che infestano il pianeta:
una bella villa nella campagna inglese fa da sfondo a questa “commedia della
minaccia”, dove per festeggiare tutti insieme le feste si radunano vecchi
compagni di scuola, molti di loro con prole a carico. Le dinamiche
di gruppo sono esplosive, Nell (la mia amica Keira “Clavicole” Knightley) si affanna
nei preparativi insieme al marito Simon (Matthew Goode), mentre loro figlio Art
(Roman Griffin Davis, visto in
JoJo Rabbit e vero figlio della regista) insieme ai gemelli Thomas e Hardy (Gilby
e Hardy Griffin Davis, anche loro figli della regista) giocano in cortile in
attesa dei coloriti ospiti.
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"Dopo questo Natale penso che rivaluterà anche Adolfo come amico immaginario" |
Nel mucchio spicca la capricciosa adolescente Kitty
(Davida McKenzie) e la sua mamma Sandra (Annabelle Wallis), che ha dilapidato i
risparmi messi da parte per l’università della figlia per comprarsi un
attillato vestitino di paillette rosso e scarpe da abbinare, il tutto nella
speranza di fare colpo sull'affascinante cardiologo James (Sope Dirisu), che
però si è presentato alla festa con una fidanzata che ha la metà dei suoi anni e gli zigomi a punta di suo padre, visto che ad interpretarla è Lily-Rose
Depp. Insomma manca solo zio Mimmo che si ubriaca e inizia a
bestemmiare contro gli "inmingrati" (cit.) e questo c@&%o di virus che è tutto un complotto per controllarci con il 5G e
poi la tavola sarebbe anche apparecchiata.
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Scene da una festa in famiglia (e ditemi ancora che questo film non è un horror) |
Il bello di “Silent Night” è la sua capacità di non far
trapelare nulla della direzione che prenderà la storia, certo ci sono piccoli
indizi come il costo del vestito e delle scarpe di Sandra, ma è istintivo
archiviare la frase come un’uscita eccentrica della donna, perché Camille Griffin
tiene il suo film dentro una scatola. Ad un certo punto “Silent Night” potrebbe
andare in qualunque direzione, potrebbe diventare una versione britannica di
“Parenti serpenti” (1992) oppure “Perfetti sconosciuti” (2016) o perché no,
magari anche una sorta di “Compagni di scuola” (1988), invece scartando il
pacchetto regalo scopriamo che il film più simile a “Silent Night” resta “Quando
soffia il vento” di Jimmy T. Murakami del 1986.
Nelle interviste rilasciate, questo tostissimo vecchio
film d’animazione è stato indicato dalla regista come una delle fonti
d’ispirazione per il suo esordio. Per chi non lo conoscesse, resta uno di quei
cartoni animati che giravano sulle tv durante la nostra infanzia, ma che non
hanno davvero nulla da offrire ad una platea di bimbi, se non palate di
angoscia, visto che il film di Murakami descriveva alla perfezione la paura per
l’olocausto nucleare, per altro in un modo estremamente britannico, visto che
fino all'ultimo l’anziana coppia di protagonisti è sicura che le istituzioni
faranno qualcosa per evitare il disastro.
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Quando di colpo ti mancano le mattane al THC di Kevin Smith. |
Anche negli ottimi dialoghi di “Silent Night” ci sono
battute sui “russi cattivi”, ma grazie agli indizi sparsi scopriamo che i
protagonisti sono qui per festeggiare l’ultimo Natale dell’umanità e no, non è
il caso di citare un pezzo famoso dei Wham, anche se questo film è un po' il "Whamageddon" definitivo.
Camille Griffin scopre le carte
poco alla volta e piazza stilettate notevoli alle parti esposte della nostra
società, raramente ho trovato film così lucidi nell’aggredire l’ipocrisia della
classe borghese, ma non solo, proprio tutto il nostro sistema di valori.
Attraverso gli occhi di Art scopriamo che il governo ha
messo a disposizione una pillolina, da buttare giù come in un pezzo allegrotto
cantato da Mary Poppins, che semplicemente ti fa addormentare e ti accompagna
verso la morte, un addio “dolce” perché l’alternativa sarebbe sicuramente
peggiore. In equilibrio tra una puntata di
Black Mirror e una di
Ai confini della realtà scopriamo che l’umanità ha le ore contate, la pillola è la via
d’uscita più dignitosa, certo per chi può avere libero accesso, perché è stata
fornita solo ai cittadini regolari, non a tutti quelli presenti sul suolo
inglese, tanto immigrati e irregolari chi se ne frega no? Vale il principio del
vecchio Boris: preparatevi a perdere i vostri cari.
Questa commedia del disastro procede, tra momenti
nerissimi e altri ancora più drammatici, potrei stare qui a cantare ancora le
lodi dei dialoghi, o della caratterizzazione dei personaggi scritti e gestiti
al meglio (malgrado le solite facce e faccette di
Clavicole, che però in un film corale non ha tempo per fare danni), ma vorrei sottolineare il
controllo totale di Camille Griffine esercitato in ogni comparto del film,
anche la selezione delle musiche, mai così azzeccate e satiriche:
questo gruppo di condannati a morte a cui la regista ci fa affezionare,
malgrado tutti i loro realistici difetti, ballano e festeggiano sulle note di
“If you love somebody set them free” di Sting o dell’ancora più sardonica
“Fame”, vista la condizione dei personaggi, sentirli cantare a squarciagola: “Remember
my name. Fame! I'm gonna live forever” è un perfetto esempio di musica fuori
contesto.
Camille Griffin non è interessata agli effetti, il suo
film è horror nel contenuto, ma di certo non è un film pieno di violenza
“grafica”, se non forse in una scena in particolare (se avete visto il film non
potrete dimenticarla), la regista non si sofferma morbosamente sugli effetti,
preferisce analizzare le dinamiche che si creano tra i personaggi, riuscendo a
mandare a segno un horror ecologista molto al passo con i nostri tempi.
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"Guardiamo il lato positivo, quest'anno nessuno ci interrogherà sui nostri piani per capodanno" |
Si perché ad una prima lettura (un po’ superficiale), il
personaggio di Art potrebbe incarnare tutta quella parte di popolazione che
contesta la scienza e le indicazioni del governo, ma in realtà è solo lo
spirito giovanile del ragazzino, perché “Silent Night” rappresenta alla
perfezione lo scontro generazionale applicato alla crisi climatica.
Da una parte abbiamo i genitori che hanno fiducia nel
governo e che si ritrovano anche loro vittime di una situazione su cui non
hanno pieno controllo, perché non sono certo loro che avrebbero dovuto fare qualcosa
per risolvere il problema a livello globale giusto? Dall'altra parte della barricata abbiamo le nuove
generazioni, così ben rappresentate da Art, che non solo hanno ereditato un
pianeta morente, ma si ritrovano senza più tempo perché chi li ha preceduti non
ha fatto nulla, come funziona questa storia cari i miei “Matusa”?
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Lo scontro generazione (Bowties are cool, cit.) |
Roman Griffin Davis sa gestire al meglio la parte da
commedia nera ma anche il dramma, la voglia di vivere del suo Art è disperata,
il ragazzo si aggrappa alla vita a cui si è appena affacciato e da spettatori,
possiamo capire il dramma di entrambe le “fazioni”, perché abbiamo avuti tutti
l’età di Art, ma possiamo anche comprendere gli adulti del film che vorrebbero
solo il meglio (o il meno peggio) per le persone a cui vogliono bene.
Insomma “Silent Night” non è solo un grande esordio per
Camille Griffin, ma è anche un film lucidissimo nel suo cinismo,
incredibilmente al passo con i tempi e in grado di farvi rivalutare (un po’ eh?
Mica tanto) anche le cene di Natale con zio Mimmo.
Scusa se te lo chiedo Cassidy,ma per quale motivo ci sarebbero degli "esclusi sociali" per il regalo della buona notte fornita dal "governo",se devono andare tutti incontro allo stesso destino,a davvero senso questo elemento della trama? Sulla questione del cinismo della borghesia,bò non saprei ormai è diventata quasi una moda identificare i "ricchi della società" come la feccia dell'umanità,individui che chiaramente sono ignoranti,ipocriti e ovviamente con la puzza sotto al naso,io più che altro credo nell'esistenza di una umanità generale in grado di tirare fuori il meglio o il peggio di sè,indipendentemente dalla sua posizione sociale! Per carità non ho nulla contro questi film,ne abbiamo avuti di ottimi(ESSI VIVONO),ma ha volte a voler essere cinici sembra di assistere a quei film che cavalcano il fenomeno denominato "invidia sociale"! Capita anche a me di essere cinico nei confronti di questa società qualche volta,ma non ho nemmeno troppa simpatia per chi ama rigirare continuamente il coltello nella piaga,beccandosi poi applausi e cori che inneggiano al genio registico! Tranquillo Cassidy non ce l'ho con te,e che ero un pò in vena di fare del sano "cinismo"!!.
RispondiEliminaBasta guardare un telegiornale, uno qualunque per capire che l’invidia e l’odio tra classi sociali esiste ed è anche molto alimentato, per il resto non è una critica sterile quella del film, affatto. Questa storia non poteva essere raccontata (non così per lo meno) dal punto di vista di una famiglia povera e spiantata, solo se sei benestante, al caldo e con la pancia piena puoi permetterti di ignorare i problemi, facendo finta che non esistano. Cheers
EliminaTi giuro cassidy non lo faccio apposta,ogni volta di fronte a questi film mi torna in mente il compianto Joel Schumacker e i suoi film di critica sociale con le palle quadrate fumanti,che non prendevano prigionieri e ne aveva per tutti dal riccone fino a persino il barbone molesto! Ovviamente al contario di questi film parecchio elogiati,il povero joel era messo all'angolo,tacciato di essere razzista e reazionario,quando invece era una persona descritta da tutti come gentilissima! Scusami ancora Cassidy,ma ogni occasione per ricordare il genio di Joel Schumacker e al tempo stesso perculare in simpatia i film super apprezzati,lo considero sempre tempo ben speso!
EliminaFigurati che non vedo l'ora di vedere il Pinocchio di Del Toro con i fascisti(GULP!),come dice sempre mio fratello,Guillermo vero "COMPAGNO",o come direbbe mio nonno "COMUNISTA",eh eh!
EliminaHo una rubrica in corso su Billy Friedkin che aveva lo stesso approccio, quindi sai bene che mi piace quel tipo di critica. Cheers
EliminaLa regola con Guillermo del Toro è sempre la stessa: si parla dei suoi film quando arrivano, quando esistono, prima sono solo progetti aperti. Lui ne ha tanti. Cheers
EliminaMa almeno il genere? ��
RispondiEliminaNiente, sarò una tomba, anzi una bara ;-) Cheers
EliminaPremetto che a me la villa isolata in campagna con cena tra amici fa pensare subito all'ultima parte de "Il Senso della Vita" ("Sono il tristo mietitore. Io sono...la morte!!" "Vi presento il signor La Morte. Dev'essere uno dei contadini del luogo." Ah, ah, fantastico) e quindi mi vengono i brividi.
RispondiEliminaAl piu' "La Grande Abbuffata", disperato e triste quanto tragicomico.
Si', insomma, quando ci si ritrova in queste situazioni non si prospetta mai nulla di buono.
Il fatto poi che mi citi il film di Murakami (capolavoro. E vogliamo parlare delle musiche?) mi ha gia' dato da capire dov'e' che si va a parare, e non aggiungo altro. Se non che l'idea di vederlo mi piace, e pure un sacco.
Segnato.
In effetti la situazione ricordo molto quella di "Meaning of life". Cheers!
EliminaIo so solo che d'ora in avanti non guarderò MAI più un film col pargoletto di JoJo perché finisco sempre per piangere come una disperata davanti alla sua tenerissima facciotta.
RispondiEliminaAh, il film è un maledetto capolawork, guardatelo tutti tutti grazie.
Non avrei saputo dirlo meglio, ormai quel ragazzetto è un segnale d'allarme umanoide. Cheers!
EliminaKeira gioca più o meno sempre nel campionato delle antipatiche,nella finzione cinematografica,e a giudicare dalle sue interviste,una rompi-tuttologa anche nella vita vera! Mi spiace Keira,ma certe cose vanno dette,e poi io sono del team Natalie Portman,alla faccia tua!
RispondiEliminaQuando un film ruota attorno a lei fa danni, dentro un cast più ampio viene mitigata, questo per fortuna è un film della seconda tipologia. Cheers
EliminaMa guarda Cassidy,che tanto e sufficente il menù dei cenoni natalizi a mettermi KO,sopravvivere ad essi e riuscire ad arrivare al giorno dopo in piedi e vivi,meno male che le festività sono finite,il mio stomaco lo conservo lindo e pulito per le castagnole di carnevale ora!
RispondiEliminaBravo. Cheers
EliminaProverò a vedere sia questo che Don't look up, si trova da qualche parte o solo al cinema?
RispondiEliminaPer ora non è ancora uscito da noi da nessuna parte, spero che lo farà perché merita. Cheers
EliminaSono frenata dalla presenza di doppia K,: lei , Emma Watson e Emilia Clarke sono l'esempio di come anche l' Inghilterra esporta canitidi maledetti
RispondiEliminaMariya
Motivo per cui anche io ho quasi desistito, ma posso garantire come dicevo qui sopra che in un film corale, non ha modo di fare i soliti danni. Cheers
EliminaTutto bello, tutto giusto... Però boh, non mi ha convinto del tutto 🤔
RispondiEliminaCome mai? Per altro pensavo ne avessi scritto ma forse lo hai fatto SUL Faccialibro. Cheers
EliminaGia incuriosito dal blog di lisa, questo é il prossimo film che guarderò… anche per dimenticare matrix rigurgito che ho visto ieri :D apparte il primo paragrafo non ho letto nulla! Ci sentiamo fra qualche giorno!!
RispondiEliminaBenissimo, vuol dire che stiamo facendo un lavoro di promozione decente, aspetto il tuo parere ;-) Cheers
EliminaCerto che con quello spoiler alert gigante mi inviti a non leggerti e mi lasci la curiosità, visto che lo giudichi molto superiore al tanto chiacchierato (questa settimana) Don't Look Up... Io lo aggiungo alla lista da vedere, grazie! :--)
RispondiEliminaFigurati, sono qui per questo ;-) Cheers
EliminaGrazie Cassidy, te lo scrivo con il cuore, questo è il film giusto per me, Fuck don't look up! Potrebbe essere un buon titolo per una canzone!!
RispondiEliminaPoi, nonostante le faccette, sono da sempre innamorato di Clavicole, quindi vederla su schermo mi fa stare bene. Mi piace anche lo scontro, se così si può chiamare, generazionale, ora che ho un figlio piccolo riesco finalmente a capire delle situazioni dalle quali mi sono spesso sentito poco coinvolto, mentre il fatto di avere figli ti cambia completamente la prospettiva, oltre che la vita. A quando un ClassyDino!? 👋
In alternativa "Don't look don't look up", ben felice di averti consigliato bene. Fammi capire, sei il facente funzione della zia al pranzo di natale che ti chiede quando ti sposi, ti riproduci o quando crepi (cit.)? No così, solo per saperlo ;-) Cheers
EliminaEh eh, è uno sporco lavoro ma qualcuno lo deve fare. 👋
EliminaCi sta, apprezzo la presa in carico ;-) Cheers
EliminaUna bella sorpresa, anche se più passano gli anni, più trovo Keira terribile!
RispondiEliminaLa penso proprio come te, l'opposto del vino la nostra Clavicole ;-) Cheers
EliminaRicordiamo però che il film di Murakami era tratto da un fumetto di Raymond Brigs.
RispondiEliminaHo ancora la vhs originale .
Esatto, giusta precisazione. Cheers
EliminaArrivo più in ritardo di un film di Natale fuori stagione, ma ribadiamo che questo film di natalizio ha ben poco.
RispondiEliminaPiù che felice di averlo visto senza saperne niente, il giovine si era invece visto il trailer rovinandosi l'effetto sorpresa di quella nuvola.
Ammirazione per madre Griffin e per come ha gestito bene il capitale del figlio, e ammirazione per un confronto con il film da paginone Netflix a cui non avevo pensato subito.
Sai già da che parte sto anch'io :)
Lo so bene e mi associo alla tua stima per la signora Griffin, mamma e regista. Solidarietà per il giovine, i trailer fanno di questi danni purtroppo. Cheers!
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