lunedì 24 gennaio 2022

Scream (2022): episodio V - Il risveglio di Ghostface

Gli americani avrebbero bisogno di una rivoluzione ogni cinquant'anni. Questa frase viene attribuita a Thomas Jefferson ed oltre a piacermi molto è quella che mi torna in mente ogni volta che esce un nuovo “Scream”, anche se non era poi così scontato che ne avremmo avuto un altro.

Per certi versi sbagliare uno “Scream” è allo stesso tempo facile e complicato, per questo quinto capitolo che rinuncia al numero nel tiolo per mettere in chiaro i suoi intenti, bisogna dire che le possibilità di disastro erano in vantaggio, diciamo sessanta e quaranta, visto che senza più l’amato zio Wes Craven alla regia, questo film avrebbe avuto automaticamente gli occhi puntati addosso. Anche perché lo stacco con il passato è stato abbastanza netto, anche perché Kevin Williamson è rimasto a bordo come produttore ma ha ceduto lo scettro di sceneggiatore a James Vanderbilt, uno che si è fatto le ossa con parecchi seguiti e remake, quindi il nome giusto per un nuovo “Scream”.

Uno dei miei motivi di interesse per questo quinto capitolo era la regia, i Radio Silence, la coppia di registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett hanno dimostrato di avere talento da vendere, ma il confronto diretto con il Maestro di Cleveland avrebbe potuto far tremare i polsi a chiunque, risultato finale? Buono, a patto che anche voi consideriate l’originale Scream il migliore della saga (credo ci siano pochi dubbi) e i suoi seguiti, operazioni che nel corso degli anni hanno saputo fare il punto della situazione sullo stato dell’arte del cinema horror, urge una riflessione, perdonatemi ma non posso parlarvi di questo quinto capitolo senza.

“Cassidy ti ho visto in giro blaterare conciato come me, penso che ti ucciderò per primo”

Ho già scritto molto sugli enormi meriti del film del 1996 di Wes Craven, un titolo che ha messo in chiaro le regole del genere Slasher, urlando (ah-ah) forte al mondo che gli appassionati di Horror esistono, sono tanti e hanno una loro iconografia degna di rispetto. Ovviamente Hollywood come il telefono senza fili, del successo del film ha capitolo quello che voleva capire, infatti da allora, invece di avere nuovi horror in cui i protagonisti smettevano di separarsi o di salire le scale invece che uscire dalla porta, sembravano tutti come i protagonisti di “Scream”, belli, fighi, giovani e usciti da qualche serie tv di successo, infatti anche questo Scream-5-ma-non-chiamatelo-Scream-5 pesca qualche nome proprio dal piccolo schermo.

Hollywood non ha capito la lezione di “Scream”, il genere horror è stato pesantemente influenzato dal film di Wes Craven ma non tanto da cambiare quelle regole che venivano descritte così bene, infatti la saga è diventata un totem, un faro nella notte, se preferite una cartina al tornasole per ritrovare periodicamente i vecchi amici di Woodsboro e intanto ragionare sullo stato dell’arte e di salute del cinema Horror. Perché chi è appassionato di cinema dell’orrore sa benissimo che il nostro genere preferito sta davvero alla grande, l’ennesima prova è il fatto che questo nuovo “Scream” sia riuscito a scalzare l’Uomo Ragno dai primi posti delle classifiche dei botteghini americani, quindi se volete una risposta alla domanda di Max Pezzali, ora l’avete: è stato Ghostface! Che per altro viene finalmente chiamato così in questo quinto capitolo.

"Goblin è un dilettante, per certi lavori ci vuole un professionista"

Visto che so che siete interessati, com’è questo nuovo “Scream”? Perfettamente in linea con i precedenti seguiti, l’ho trovato molto simile per intenti a Scream 4, che esplorava gli stessi territori con undici anni d’anticipo. Per certi versi la saga che parlava delle regole dei film dell’orrore, ora è diventata a sua volta una formula, che i Radio Silence hanno saputo applicare molto bene, quindi tutto sommato sono soddisfatto, sicuramente Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett hanno ben capito l’importanza di “Scream” per il pubblico, per quello la frase di Thomas Jefferson lassù continuava a ronzarmi in testa, da qui in poi però vi avviso, voleranno più SPOILER (morigerati ma decisi) delle coltellate di Ghostface, consideratevi avvisati!

La formula di “Scream” la conosciamo, prevede un prologo che qui si rifà apertamente a quel piccolo capolavoro nel capolavoro che era la scena con Drew Barrymore del film del 1996, alcuni dei minuti migliori mai diretti da Wes Craven in tutta la sua carriera. A rispondere al telefono è Tara Carpenter, non so dirvi se apprezzo di più il cognome del personaggio oppure la capacità di Jenna Ortega di bucare lo schermo, tranquilli perché la vedremo in un sacco di horror da qui a breve.

"Pronto? No, Drew Barrymore non abita più qui da un bel pezzo"

Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett aggiungono al classico prologo del 1996 cellulari e App, ma il gioco vero è un altro, questa volta l’assassino non fa domande sugli horror, ma si concentra su “Stab”, il caro vecchio “Squartati” ovvero il film nel film tratto dai fatti di Woodsboro, il fatto che io abbia risposto giusto a tutte e tre le domande mette in chiaro il mio livello di “nerdituine” nei confronti della saga di “Scream” (storia vera). Ma quello che ci tengo a farvi notare dell’ottimo prologo di questo nuovo capitolo è l’apparente rottura dello schema: per la prima volta nella saga di “Scream” la prima vittima non è una bionda famosa, ma una mora, rivoluzione? Il vento del cambiamento? Occhio, perché in “Scream” tutti mentono, tranne Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett che giocano a carte scoperte.

"Non puoi entrare sono in quarantena!", "Ma ho la mascherina"

Con l’entrata in scena della sorella Samantha Carpenter (Melissa Barrera) e del suo fidanzato Richie Kirsh (Jack Quaid) scopriamo che Tara non è morta ma in ospedale ferita, quindi Ghostface è tornato e questa volta sembra tutto diverso, infatti passa mezz’ora prima dell’entrata in scena della prima delle vecchie glorie, Linus (David Arquette) vive con un mezzo alcolizzato dopo la separazione da Gale ed è lui quello con lo status giusto per diventare il nuovo Randy della situazione, il personaggio che spiega le regole per sopravvivere ad un horror.

Linus, il grande vecchio (che ancora si muove sulle colonna sonora di Broken Arrow)

Ma Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett sono astuti, il loro “Scream” scopre le carte un po’ alla volta, con il ritorno della sceriffa Judy Hicks (Marley Shelton) accompagnata dal figlio Wes Hicks (un ossigenato Dylan Minnette), il gioco citazionista di “Scream” riparte, quindi se da una parte i Radio Silence strizzano l’occhio a Psycho, dall’altra con un personaggio di nome Wes nel cast è chiaro che l’omaggio continuo al papà di Scream sia non solo palese, ma anche molto sentito, perché “Scream 5” diventa una festa, quasi un funerale all’Irlandese per chiudere i conti con il passato, salutando i vecchi amici che non ci sono più, ma sempre rispettando la formula, a ben guardare infatti anche questo quinto capitolo inizia con una bionda famosa che viene uccisa, anche se bisogna attenderla un po'. Messo in questo punto chiave, Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett non prendono più prigionieri.

La frase di lancio del film è un vero spasso, per uno come me da sempre appassionato di “tag-line”, quella del nuovo Scream che recita «L’assassino è nel poster» è una bomba, anche se mi ha fatto affermare: «Bella forza è quello con la maschera bianca!» (storia vera). I legami dei nuovi personaggi con il passato sono sfiziosi e devo ammettere, portano avanti la tradizione da soap-opera che ha sempre alimentato i seguiti di “Scream”, ma la scelta che ho apprezzato di più è stata come questo quinto capitolo abbia deciso di fare il punto sullo stato dell’arte nel cinema Horror.

Una morte sulle note di Red right hand, che era già uno dei pezzi simbolo di "Scream" prima di Peaky Blinders.

Sarebbe stato più facile opporre i nuovi protagonisti, magari appassionati di horror più ricercati (mi rifiuto di utilizzare l’espressione “Horror sofisticati”, non sono un critico con pipa e occhiali), titoli come Babadook, The Witch o Midsommar, opposti alle vecchie glorie, magari tornate a rivendicare la natura ludica e anche un po’ grezza dei Jason e Michael di questo mondo. No, “Scream 5” sceglie di puntare il coltello contro quelli che ormai sono stati ufficialmente battezzati come “Requel”, quei seguiti che si rifanno pesantemente ai capitoli più riusciti della saga di appartenenza (il più delle volte il capostipite), per sfornare un nuovo capitolo-fotocopia, perché i fan sono malati di malinconia e vogliono lo sempre lo stesso film, però nuovo! Anche se uguale, ma non troppo. Insomma impossibile farli contenti, infatti su "Infernet" qualcuno considera più riuscita la critica di Matrix Resurrections (ma non scherziamo!) quando il paragone non ha senso, perché la saga di "Scream" già andava in meta (come a rugby) quando ancora Neo doveva imparare a schivare le pallottole, figuriamoci le coltellate di Ghostface.

La faccia di Linus è la mia quanto sento tutti questi neologismi anglofoni.

Infatti con il solito piglio meta cinematografico i Radio Silence fanno nomi e cognomi, Terminator, Star Wars e persino Ghostbusters sono l’oggetto dello sberleffo, anche se nemmeno l’Horror ovviamente ne è immune. Posso dirlo? Non potevo essere più felice della scelta, sapete bene quanto io non ami questo tipo di operazione ed è bellissimo che siano proprio il nuovo bersaglio di Ghostface, ma devo essere onesto, lo avevo anche scritto nel post su Scream 4, affiancare nuovi protagonisti a vecchie glorie lo aveva già fatto proprio con quel capitolo Wes Craven prima di tutti, ecco perché questo quinto capitolo va a braccetto con quello precedente.

Per essere il nuovo capitolo del film che non ha distrutto le regole, ma le ha messe in chiaro urlando (ah-ah… Giuro che la smetto) al mondo che il Re è nudo, Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett fanno proprio questo, applicano le regole come da manuale, infatti a ben guardare anche “Scream 5” si gioca il suo momento in stile Il risveglio della Forza, la sua personale versione della morte di Han Solo che serve a garantire un momento emotivo forte, ma se il maledetto GIEI GIEI lo faceva perché è un paraculo, i Radio Silence lo fanno perché sanno che il vento è cambiato, questo non è più lo “Scream” di Kevin Williamson e per ovvie ragioni nemmeno più quello di Wes Craven anche se sarà loro per sempre, ma soprattutto per la prima volta, non è più lo “Scream” di Sidney Prescott.

"Cassidy sta scrivendo un altro post su Scream? Arrivo subito a fermarlo"

Parliamoci chiaro, ogni grande saga Slasher aveva come protagonista l’assassino mascherato, il pubblico pagava il biglietto per vedere Michael, Jason e Freddy, tranne in “Scream” perché qui la maschera resta la stessa ma il “ripieno” cambia ogni volta, quindi la saga di “Scream” è sempre stata la storia di Sidney Prescott, un personaggio che dopo cinque film trova finalmente la pace.

Mentre guardavo il film pensavo che Neve Campbell, non aveva recitato mai in maniera così piatta, poi ho capito, la sua Sidney ha una “frase maschia” tostissima (attorno alla quale era costruito tutto il trailer del film), ma è finalmente una donna che non è più definita dai drammi che ha passato, il che per quello che mi riguarda è un messaggio bellissimo da mandare, in un genere punitivo come lo Slasher, che da qualche critico miope è stato fin troppo spesso bollato come misogino, niente di più falso.

Neve Campbell nella posa delle eroine della Bara Volante.

Linus sempre meno comico (senza rinunciare a qualche battuta), Sidney che torna indietro come Han Solo per aiutare i nuovi Luke Skywalker a distruggere la Morte Nera rappresentata da Ghostface e persino Gale Weathers che forse ha meno minuti del solito ma per assurdo ho trovato perfetta, anche l’abuso di chirurgia estetica da parte di Courteney Cox lavora a favore di un personaggio che è diventata un volto molto famoso del piccolo schermo, quindi ci sta che sia tutta rifatta, non voglio dire che si sia trasformata in Barbara d'Urso, ma quasi.

In ogni caso io ci ballerei nell'oscurità ancora volentieri con Courteney.

Il film cambia di passo tra la prima e la seconda parte, quella che inizio subito dopo il momento in stile Il risveglio della Forza, ma mi sono dato una spiegazione anche per questo, era chiaro che quella morte (sullo schermo) fosse quella necessaria a celebrare gli amici che non ci sono più, infatti a ruota arriva la festa dove tutti alzano il calice in onore di Wes… Il personaggio del film (meta cinema portami via), perché la seconda parte di “Scream” versione 2022 smette di essere il film legato al lavoro di Wes Craven e diventa quello dei nuovi titolari, i Radio Silence.

Infatti i due registi giocano con i cliché del genere (quella serie di porte aperte e chiuse, dove dietro potrebbe stare Ghostface) ma poi imprimono il loro marchi, infatti gli omicidi sono tutti grondanti sangue e gustosamente violenti, anche se devo ammetterlo, per me il difetto vero di questi film che qualcuno chiama “Legacy sequel” ed ora grazie a “Scream 5” sono stati battezzati “Requel” per me restano proprio le nuove leve, Jasmin Savoy Brown me la sto gustando bravissima anche nella serie “Yellowjackets” (a breve su queste Bare), ma nessuno al momento sembra ancora in grado di ereditare lo scettro, magari nei seguiti che arriveranno visto il successo di questo capitolo, ma al momento le nuove leve per ovvie ragioni non hanno ancora il peso specifico delle vecchie glorie, ma Sam Carpenter (bel cognome!) promette molto bene anche in prospettiva futura. Tra tutti i film con figli, nipoti, cugini e nuovi aspiranti titolari di serie storiche, "Scream" mette ancora la testa avanti a tutti (con maschera da Ghostface indosso).

Wes, che non è il nostro Wes, ma si chiama così in onore suo.

Le motivazioni del killer poi sono perfettamente in linea con il coltello puntato verso i “Requel”, perché questo quinto capitolo di “Scream” svolge il suo ruolo di monito ai cinefili alla perfezione, riuscendo anche a criticare tutti quei fan alla Annie Wilkes che firmano petizioni online per cancellare i capitoli non riusciti (secondo loro) della loro saga del cuore. Perché si sa che i fan sono i peggiori nemici dell’oggetto del loro amore, quindi nel suo gioco meta cinematografico lo “Scream” targato 2022 non fa altro che ricordarcelo.

Risultato finale: un altro seguito di “Scream”, che sono sicuro non farà cambiare le abitudini di Hollywood, che continuerà a puntare sui “Requel” e la malinconia, però parafrasando Thomas Jefferson forse non avremmo una rivoluzione ogni cinquant'anni, ma è bello che il cinema possa contare su un nuovo “Scream” almeno ogni decina di anni, anche solo per fare il punto della situazione e portare avanti una tradizione che qui, diventa celebrazione.

"Hai la birra?", "Sono Sidney Prescott, ce l'ho la birra" (quasi-cit.)

Lo “Scream” targato 2022 non è un furto di cadaveri, uno "sveglia il morto" armati di pala in stile Ghostbusters Legacy per capirci, lassù l’ho paragonato ad un funerale all’Irlandese, uno dove si versano birre e bei ricordi del passato piuttosto che lacrime, infatti Bryan Tyler con la sua colonna sonora si gioca le citazioni al vecchio tema musicale (sì anche il “Dewey’s theme” scippato a “Broken Arrow”) anche per questo. In quanto appassionati di Horror abbiamo un rapporto con la morte tutto nostro, Wes Craven ci ha insegnato che questo genere è quello migliore per fare i conti con la Nera Signora e “Scream 2022” fa anche questo, chiude un capitolo per portare avanti una tradizione, dimostrando di aver fatto propria la lezione e tutto questo si riassume in due parole: per Wes.

18 commenti:

  1. Sono molto contento di questo commento positivo, da altre parti lo hanno criticato parlando del fatto che mancasse completamente il prendere per il sedere i cliché degli horror, ma onestamente mi fido di più del tuo parere.
    Domanda, è necessario o comunque utile recuperare Scream 3 e 4 per apprezzarlo appieno?

    Comunque ti ho lasciato un commentino su La babysitter e relativo seguito, sempre a proposito di metacinema.

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    1. "Scream 3" è il grande ignorato, da "Scream 4" arriva un personaggio inoltre, essendo due titoli simili almeno quello dovresti recuperarlo. Ci leggiamo di là ;-) Cheers

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  2. La aspettavo.
    In giro ne ho sentito parlare benissimo, oltre al rimarcare che al botteghino sta facendo sfracelli.
    Ottimo, perche' sta a significare che dell'horror ci sara' sempre bisogno.
    Ma ormai il successo non e' la chiave di lettura adatta per giudicare la qualita' di un film, altrimenti dovremmo dire che gli Star Wars (no, mi rifiuto di chiamarli Guerre Stellari, mi spiace) e gli Star Trek ad opera di GieiGiei dovrebbero essere dei capolavori.
    Insomma...uno Scream senza lo zio Wes?
    Difficile, anche se gli ultimi capitoli non e' che mi avessero entusiasmato.
    Quindi, chi poteva essere l'ago della bilancia se non tu?
    Beh, sono contento.
    Sembra abbiano fatto un buon lavoro. Ma soprattutto hanno capito come vanno condotte queste operazioni.
    E' questo e' fondamentale, specie se hai intenzione di andare avanti e sviluppare un'iconografia tutta tua.
    Donnie ha avuto bisogno di Rocky per farsi strada, ma...il ragazzo dimostra di avere i numeri.
    Vedremo come se la cavera' da solo.
    E vedremo anche qui.
    Intanto, hanno fatto quel che dovevano.
    Mostrare nuovi personaggi, concedere il giusto spazio alle vecchie glorie ma senza imperniare il nuovo film su di loro nel maldestro tentativo di giocare sul sicuro toppando cosi' clamorosamente (il madornale errore di GieiGiei è dell'ultimo Ghostbusters).
    Bravi. Cosi' si fa.

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    1. Ecco "Creed" è un'altra saga che ha fatto bene, ma con zio Sly in giro avevo pochi dubbi, ti ringrazio per il ruolo di ago della bilancia, porto alla causa anche il parere della Wing-woman, abbiamo aspettato per vederlo insieme, è piaciuto anche a lei che è molto più lapidaria di me, ma anche di Ghostface ;-) Cheers

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  3. Mi fermo allo spoiler perché vorrei provare a vederlo, sebbene non ricordi gran che dei precedenti titoli.
    Sicuramente i produttori sono sensibili agli incassi molto più che ai contenuti, e stanno molto più attenti alle lamentele dei social più che alla creatività: la lezione sul "nero che muore per primo negli horror" è stata capita e ora quello stereotipo è abbastanza evaporato, ma solo perché la questione razziale tiene banco nei social americani: hai notato che ormai i cast sono fissi? Bianco, nero, asiatico, altra minoranza eventuale, etero, omo, liquido, ricco, povero e via dicendo. Sembra che i produttori stiano molto più attenti a queste cose che alla qualità finale del film o tanto meno al suo contenuto. Temo non l'abbiamo mai neanche visto il primo Scream...

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    1. Tutti gli “Scream” dal due in poi fanno un po’ quell'effetto, ma sono uscito dalla sala soddisfatto, non era così scontato visto le premesse. Si ormai sembrano contratti pre stampati o frutto di un algoritmo, per quello forse abbiamo bisogno ancora di “Scream” a far notare l’aria che tira ;-) Cheers

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  4. Ti ho letto con un occhio solo perché dovrei andare o stasera o domani...

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    1. Tranquillo il post non scappa. Buona visione! ;-) Cheers

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  5. Lo posso dire che il primo Scream, pur essendo un film gradevole, ha fatto dei danni tremendi al cinema horror? Per almeno dieci anni ci siamo dovuti sorbire filmini che sembravano Beverly Hills con un assassino e uno schizzetto edulcorato di sangue. Gli stessi seguiti sono stati uno più brutto dell'altro e David arquette mi fa venire voglia di sganciare l'atomica

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    1. Prova a rileggere questo post, o gli altri che trovi sulla Bara dedicati a Scream e lascia stare l'opzione nucleare, è "Scream" non "Akira" ;-) Cheers

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  6. Mi è piaciuto moltissimo, ne parlerò pesto anche io

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  7. Vero, è un film che fa dei fan il ghostface di turno, ma dopotutto: cosa c'è di male ad amare un'opera?
    E infatti, negli slasher/horror, l'assassino ricorrente è amato. Sono i sequel e reboot alla kaiser a uccidere i brand.
    L'ho apprezzato tantissimo.

    Moz-

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    1. Idem, l'ho trovato ben fatto, intelligente, puntuale come "Scream" deve sempre essere e nemmeno paraculo nell'omaggio a zio Wes, non si può chiedere di meglio ;-) Cheers

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  8. Finalmente, non ho letto tutta la recensione. Ma tra i registi e produttore ero ben fiducioso del risultato.

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    1. Penso che ti piacerà, ho aspettato a scriverne perché volevo vederlo con la Wing-woman, a cui “Scream” piace, usciti dalla sala mi ha detto: «Grazie per avermi aspettato a vederlo», perché per una volta abbiamo visto un bel film, quindi se viene promosso dalla Wing-woman vale doppio ;-) Cheers

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  9. Che dire l'ho adorato, i Radio Silence hanno fatto un grande lavoro.
    Wes avrebbe apprezzato

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    1. Lo penso anche io, ci leggiamo tra poco a casa tua ;-) Cheers

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