Non ci posso fare nulla, sono da sempre magneticamente attratto dai film antologici horror, figuriamoci poi se a distanza di anni, quando ormai la macchina da presa ballerina e tutti gli «Oh my God!» tipici del found footage sembrano finiti in soffitta, non torna in voga la saga di “V/H/S”, andiamo non posso perdermi questo regalone di Shudder!
Mi dispiace non aver scritto degli altri tre film, perché
alla fine voglio bene a questa saga composta da “V/H/S” (2012), “V/H/S/2”
(2013) e ““V/H/S: Viral” (2014), la formula ormai è collaudata, retrò quanto
volete ma sempre piuttosto divertente, quatto segmenti, quattro storie tenute
insieme da un quinto segmento a fare da cornice, al centro quasi sempre un
ritrovamento di vecchie VHS pirata maledette, dal contenuto grondante sangue,
per quattro storie del terrore ognuna diretta da un nome noto o in rampa di
lancio nel panorama del cinema horror indipendente, ma tutte dirette utilizzando la formula
del "found footage", resa celebre (o famigerata) presso il grande pubblico da The Blair Witch Project in poi. Ok non è
andata proprio così, il discorso su questa tecnica sarebbe più ampio e articolato, ma oggi sono
in vena di semplificazioni concedetemelo.
L'effetto finto rovinato per ricordare meglio le vecchie VHS. |
Ora che i “found footage” sono quasi un ricordo, figuriamoci il vecchio formato della VHS che tante gioie mi hanno regalato permettendomi di vedere tanti film. Ad occuparsi del segmento cornice, quello che fa da collante a tutta la trama di “V/H/S/94” (provate ad indovinare in che anno sono ambientate tutte le storie? Proprio quello, avete indovinato!) ci pensa Jennifer Reeder con il suo "Holy Hell", la storia di un gruppo di poliziotti della S.W.A.T. che dopo aver fatto irruzione, trovano mucchi di cadaveri e un sacco di VHS imbrattate di sangue, ognuna con al suo interno un nuovo orrore.
Il primo è “Storm Drain" diretto da Chloe Okuno, che ci
riporta indietro ai telegiornali del 1994, quelli dove i giornalisti dedicavano
servizi a questa novità chiamata Internet, quella cosa strana tutta
interconnessa, che per essere utilizzata teneva occupata la linea telefonica di
casa (altri tempi), per passare poi al servizio del giorno, invece della solita
intervista strappalacrime di “Verissimo”, qualcosa di un po’ meno spaventoso,
il servizio della giornalista Holly Marciano (Anna Hopkins) che si addentra con
un operatore nelle fogne di New York per cercare le tartarughe ninja e
invece trova Splinter informazioni sulla leggenda urbana del Rat-Man che
non è un fumetto di Leo Ortolani ma un mostro che divora povere vittime, che
pare avere le sembianze di una gigantesca pantegana. Se pensate che faccia
ridere, aspettare di vedere cosa scoprirà la povera Holly la sotto al buio, una
storiella perfetta per la tecnica in soggettiva del “found footage”, con
effetti speciali orgogliosamente analogici e un finale, che mi è quasi sembrato
un mezzo omaggio a L’ululato di Joe Dante,
il che per quello che mi riguarda, non è mai un male, anzi!
"Spilter sei tu? Sapevo che avrei dovuto portare della pizza" |
Forse la più cocente delusione è il segmento non dichiarato, ma anche quello che ha attratto di più la mia attenzione, già perché “The Veggie Masher” è una gustosa finta pubblicità piazzata in coda al finto telegiornale della prima VHS del terrore, ma di fatto è davvero solo questa, una grottesca parodia delle televendite televisive, divertente quanto volete ma fin troppo breve, avrei preferito vedere un contributo ben più sostanzioso da parte di quel genietto di Steven Kostanski, che invece evidentemente ha preferito lasciare spazio ad altri.
Il secondo racconto è l’essenziale “The Empty Wake" di Simon Barrett, veterano dei primi due
“V/H/S” ma anche di Blair Witch (il remake)
che qui firma la storia di una veglia funebre, con le telecamere rimaste accese
per riprendere il funerale, che però diventa una sorta di La notte dei morti viventi in soggettiva (Simon, che complimentone
che ti ho fatto!), per una frazione di film tanto ben fatta quanto statica,
competente, ma comunque l’episodio più debole del lotto.
Lo so, sembra Six Feet Under ma poi si (ri)anima. |
Per riprendersi da tanta staticità ci vorrebbe qualcosa di decisamente più vispo, ed è qui che V/H/S/94 si gioca la carta orientale al meglio, infatti con ”The Subject" si scatena quell’adorabile pazzo scriteriato di Timo Tjahjanto, che non a caso aveva già co-diretto insieme a Gareth Evans (scusate se è poco), il miglior segmento in assoluto di tutti i film di questa saga, mi riferisco a “Safe Heaven” contenuto in “V/H/S/2” (2014).
Qui il regista di La notte su di noi, conferma che quel successo non è stato un caso, ma nemmeno
di essere per nostra fortuna, guarito dalla follia cinematografica che lo affligge,
infatti “The Subject” è la cronaca messa su nastro VHS, degli esperimenti di un
“Mad Doctor” indonesiano, che nel suo laboratorio prende a schiaffi la vita
umana e l’etica professionale, creando incubi umanoidi fatti di carne, sangue,
ossa e metallo, come uno che ha appena visto la trilogia di “Tetsuo” di Shin'ya
Tsukamoto, seguito a ruota da “Frankenstein's Army” (2013), andandoci sotto
bevendo dall'idrante.
"Attenti al matto!" (cit.) |
Qui il body horror più spinto si mescola alla tecnica del found footage che risulta perfetta, quando i soldati faranno irruzione nel covo del folle dottore, ritrovandosi alle prese con una delle sue creazioni più letali. Un delirio in soggettiva, strapieno di soldati ammazzati malamente a favore di macchina da presa, proiettili che volano, sangue a secchiate insomma, quel matto di Timo che “Timeggia” più timoso che mai, cosa sto dicendo? Non lo so, so solo che dovreste vedere “V/H/S/94” anche solo per il segmento di Tjahjanto, garantito al limone!
Ai videogiocatori potrebbe piacere particolarmente. |
L’ultima VHS del lotto è "Terror" di Ryan Prows, la storia di un gruppo di “buoni” americani, tutti bianchi, tutti armati di fucile mitragliatore come da dettami della costituzione, tutti pronti a difendere il sacro suolo Yankee da quei senza Dio con gli asciugamani in testa, ma che comunque se la vedranno brutta contro una creatura nascosta nel loro granaio, una semplice ma efficacissima storia di mostri, in cui quelli davvero terribili, hanno la tessera dell’N.R.A.
Insomma, Shudder ha recuperato la saga di “V/H/S” prendendola per i capelli e giocandosela proprio nel mese con più quantitativo di film horror in uscita, ovvero ad ottobre. Anche se molti di voi non hanno mai conosciuto il formato del VHS e magari non rimpiangono quel lungo decennio di film pieni di macchine da presa ballerine con batteria apparentemente infinite, vi assicuro che almeno per quel pazzo di Timo, il salto indietro nel tempo fino al 1994 merita un’occhiata, poi vabbè sono di parte, facessero un altro “V/H/S” domani mattina, mi ci butterei a pesce, sono malato di antologici horror. Ma dicono sia importante essere consapevole dei proprio problemi no?
Il formato antologico dei vari "V/H/S" mi piaciucchiava ma ammetto che non mi soddisfacevano appieno perché si andava dal buono al mediocre, con picchi in entrambi i versi. Certo, se uno ha un'idea per un corto può dare sfogo alla propria malsana creatività lasciando a noi spettatori la mascella a terra. Il problema però è che dopo un ottimo corto magari ce ne sono due mediocri e la fotta cala paurosamente.
RispondiEliminaVedrò di recuperare pure questo perché i precedenti sono diventato mezzo scemo per vederli!
Considera che dalla saga di “V/H/S” sono usciti alcuni dei nomi più interessanti del panorama horror indipendente (e non solo) odierno, gente che ora ha la responsabilità del nuovo “Hellraiser” giusto per fare un titolo. Avercene di palestre così ;-) Cheers
EliminaPiaciuta abbastanza la trilogia, quindi non mancherò ;)
RispondiEliminaPenso che ti piacerà, fammi sapere ;-) Cheers
Eliminawow, non conoscevo questo filone!
RispondiEliminaSono qui per questo ;-) Cheers
Eliminaè una saga che dovrei recuperare ma ogni volta che sono lì lì per farlo penso: naaaaa.
RispondiEliminaperò ogni tanto un found footage ci vuole
Potresti iniziare da questo, vedere come ti trovi con Timo e poi andare a ritrovo, anche perché "Safe Heaven" nel secondo film è l'episodio migliore, sempre con lo zampino di Timo. Cheers!
EliminaNo, non la conoscevo neanch'io la trilogia. Si trova in VHS? :D
RispondiEliminaBello il riferimento a Doom. Comunque, il Rat-Man non-Leortolanico ma "enorme pantegana", mi ha fatto subito pensare alla Storia Fantastica (e anche a Latitudine Zero)...
Non amo affatto il found footage, ma questo potrebbe anche essere carino.
Merita affrontare il mal di mare, mentre aspettiamo l'uscita in formato Laser-Disc ;-) Cheers
EliminaBeh io la ricordo molto bene l'epoca dei found footage, sinceramente non amo molto questo fortmato, però la serie “V/H/S” era carina.
RispondiEliminaNe hanno abusato, alcuni film avevano un senso utilizzando questa tecnica, altri proprio no. Da "V/H/S" sono usciti parecchi nomi interessanti. Cheers!
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