martedì 21 settembre 2021

Unico indizio la luna piena (1985): l’estate del lupo mannaro

Lo sanno tutti gli appassionati di Horror che il 21 settembre compie gli anni il Re, la scelta del post per fare gli auguri di compleanno a Stephen King quest’anno è stata semplice, ho un ciclo licantropo in corso e con il film di oggi prendo due lupi mannari con una sola pallottola d’argento, ma prima di iniziare un po’ di musica a tema.

Mi conoscete, mi piace essere spudoratamente sincero perché è l’unica politica che conosco, ho letto tutti i romanzi di zio Stevie e ancora oggi, quando lo scrittore del Maine pubblica qualcosa, sicuro come la morte e le tasse che me lo leggerò, ma “Unico indizio la luna piena” per anni è stato la mia Kryptonite, per un semplice fatto: non si trovava una copia del libro nemmeno a pagarla argento oro. Anzi se la volete per la vostra collezione, preparatevi a rompere il salvadanaio perché resta l’unico King mai ristampato e quindi, ancora oggi rarissimo.

Ne trovai una scalcinata copia nella mia vecchia biblioteca, diciamo che l’attesa è stata più interessante della lettura, certo mi sono rifatto gli occhi con le illustrazioni di Bernie Wrightson ma il romanzo è uno degli esperimenti Kinghiani più strani. Attorno al 1983 zio Stevie ricevette la stramba offerta di scrivere una storia breve sotto forma di calendario, dodici capitoli, uno per ogni mese dell’anno che ben si prestavano per struttura alle fasi lunari, quindi il tema mannaro è stato quasi una scelta automatica per King, che in quel periodo con una mano batteva sui tasti della macchina da scrivere e con l’altra svuotava bottiglie come se non ci fosse un domani.

La stessa edizione che avevo letto io, se ne avete una copia, tenetevela stretta!

La “Fase Rockstar” di zio Stevie è stata amplificata da Hollywood, perché poco dopo lo scrittore del Maine, venne preso sotto l’ala protettiva di un signore che aveva fatto i soldi vendendo pasta porta a porta e che al cinema, due cose in linea di massima le avrebbe anche fatte, mi riferisco a Dino De Laurentiis che aveva scoperto il filone d’oro dello scrittore del Maine e non aveva nessuna intenzione di abbandonarlo. “Fenomeni paranormali incontrollabili” (tratto da “L’incendiaria”), La Zona Morta, “L’occhio del gatto” (1985), tutti prodotti da De Laurentiis che quando si ritrovò per le mani una copia di quello strano libro illustrato, non poteva crederci di poter mettere insieme King e la rinnovata moda dei lupi mannari, riportata in auge da Joe Dante e John Landis.

Non a caso di lì a poco De Laurentiis avrebbe assecondato tutte le richieste di King pur di tenersi buona la sua miniera d’oro umanoide: produrre il seguito di quel film che gli era piaciuto tanto? Fatto! Farlo esordire come regista? Fatto! Ma intanto con il titolo originale di “Silver Bullet”, anche “Unico indizio la luna piena” venne messo in produzione, non con poche difficoltà.

Gli scintillanti titoli di testa del film.

Il primo regista scelto fu il migliore possibile, uno dei prediletti di questa Bara, quel genietto di Don Coscarelli cominciò a girare un film con alcuni punti in comune con Lo Squalo nella trama - la cittadina che interrompe i festeggiamenti per il 4 di luglio, a causa di alcuni morti causate da un “mostro” - ma anche nelle condizioni lavorative di Spielberg, ovvero senza il suo “Bruce”. Già, perché Carlo Rambaldi non aveva ancora finito di costruire il mamozzone del lupo mannaro che avrebbe dovuto essere l’asso nella manica del film, ma siccome Coscarelli potrebbe tirare fuori un capolavoro inquadrando due rape e mezzo melone, cominciò a girare tutto quello che poteva lasciando il mostro fuori campo. Con il senno di poi, la scelta migliore per tutto il film e anche se è impossibile constatare la paternità delle singole scene, io credo che gli omicidi migliori (come la scena dell’aquilone) siano farina del sacco di Coscarelli, ho indagato ma conferme in merito non se ne trovato, bisognerebbe chiedere al buon vecchio Don Cosca in persona, se lo incontrate al bar provate a chiedergli.

Con Rambaldi che continuava a prendere tempo, a fare la fine dell’agnello sacrificale fu proprio Coscarelli, che abbandonò il film per via delle solite “differenze creative” con De Laurentiis, uno dei produttori più invasivi della storia del cinema, che lo sostituii al volo con il primo disponibile, nello specifico Daniel Attias, una vita da regista per il piccolo schermo, con ancora oggi all’attivo un solo film per il cinema nel suo Curriculum, questo (storia vera).

Il motivo dell’allontanamento di Coscarelli? Il lupo mannaro di Carlo Rambaldi faceva palesemente schifo a tutti, a partire dallo stesso De Laurentiis che per non sentire lamentele, scelse un regista più facile da manipolare ma se ad una storia originale che, parliamoci chiaro, non rientra certo tra le migliori mai scritte da King, aggiungiamo degli effetti speciali pezzenti, cosa possiamo ottenere? Niente di davvero memorabile e bisogna essere onesti, “Unico indizio la luna piena” funziona quando il lupo mannaro resta fuori scena, ma è un film in cui la tensione latita e anche l’indagine sull’identità umana del mostro, non richiede troppo sforzo, insomma un filmetto con pochi assi nella manica, ma forse quelli giusti.

"Ma non starai mica piangendo?", "No, è che mi è entrato un fuoco d'artificio nell'occhio!" (quasi-cit.)

Adattano lui stesso per il grande schermo il suo racconto sotto forma di sceneggiatura, Stephen King ha avuto modo di migliorare alcuni elementi del racconto, forse perché non era particolarmente legato a quella storiella in dodici capitoli scritta su commissione, in pratica l’opposto di quello che ha fatto nel recente miniserie “La storia di Lisey”, il modo peggiore per adattare un gran ben libro. Se gli omicidi e l’indagine resta più o meno la stessa della storia, nella versione cinematografica King gioca molto di più sull'effetto malinconia dei tempi andati.

Stand by me - Ricordo di un'estate (piena di lupi mannari)

La scelta di rendere la sorella del protagonista Jane Coslaw (Megan Follows) la voce narrante che da adulta ricorda “l’estate del lupo mannaro” è brillante e azzeccatissima, non solo ricorda i lavori migliori di King arrivati anche al cinema, da IT (più il romanzo che gli adattamenti) fino a “Stand by me - ricordo di un’estate” (1985), ma è il vero valore aggiunto di “Silver Bullet”, che nella versione cinematografica ha un colpo di genio che dà il titolo al film, la canonica pallottola d’argento con cui uccidere il lupo mannaro certo, ma più che altro mi riferisco alla leggendaria “Silver Bullet”, la sedia a rotelle motorizzata del protagonista, un incubo a livello di sicurezza stradale che farebbe impallidire i monopattini moderni, ma che è entrata nell'immaginario collettivo di un paio di generazioni di (quasi ex) ragazze e ragazzi che questo film lo hanno visto e rivisto, quasi ogni estate della loro vita, complici i numerosi passaggi televisivi, di solito su Italia 1 (storia vera).

Tra i tanti talenti anche nostrani che hanno contribuito a rendere questo film un bel ricordo per tanti di noi, non posso non citare la bellissima locandina dipinta dal maestro Enzo Sciotti, ma “Unico indizio la luna piena” resta un fiero rappresentante del filone “licantropo” proprio perché non sovverte nessuna regola, ma anzi rispetta tutti i canoni della letteratura sui lupi mannari, giocandosi anche alcuni omicidi notevoli, come la decapitazione lungo i binari del treno, oppure la morte dell’aspirante suicida (che riscopre il piacere della vita un attimo prima di perderla), omicidi anche piuttosto cruenti per un film che alla fine, le repliche televisive hanno fatto diventare per ragazzi.

Pensavo di essere io quello poco a suo agio in una chiesa.

Sulle morti indaga lo sceriffo Terry O'Quinn anche se una delle scene più memorabili resta l’incubo in chiesa, con la trasformazione collettiva in lupi mannari che introduce quella vaga sensazione di “Cloro al clero” che striscia lungo tutto il film. Ma la verità è che “Unico indizio la luna piena” non si guarda tanto per scoprire la vera identità del lupo mannaro, colpito all’occhio dal fuoco d’artificio del protagonista Marty Coslaw (il mitico e sfortunato Corey Haim), anche perché parliamoci chiaro, il cast popolato di facce note non prova nemmeno a mescolare le carte inserendo qualche falsa pista.

Di sicuro zio Stevie non ha il monopolio dei bambini al cinema, Spielberg che continua ad aleggiare su questo post ad esempio, sull’argomento ha detto parecchio negli anni ’80, ma King qui riesce a rendere per assurdo quasi più interessante il complicato rapporto tra Marty e sua sorella, ma ancora di più la stramba figura paterna, l'unico adulto che crede alla versione dei fatti dei ragazzi, che qui è davvero tutto un programma, visto che ad interpretarlo è quell’adorabile pazzo di Gary Busey.

Un mercoledì da leoni lupacchioni.

Il suo zio Red è un alcolizzato senza possibilità di recupero, uno di quelli a cui sale la “ciucca allegra”, ma anche il responsabile di quella meraviglia che è Silver Bullet, la super sedia a rotelle motorizzata che l’amorevole zio regala al nipote. Da un certo punto di vista il personaggio di Red è a suo modo molto tenero, perché di fatto è l’unico personaggio del film che tratta Marty con rispetto e non come un ragazzino con una disabilità da trattare come se fosse l’ultimo degli ultimi. Dall’altra gli mette sotto il culo un trabiccolo che consuma e inquina come un motore V8, sprigionando gli stessi cavalli vapore e per non farsi mancare niente, lo arma anche con alcuni fuochi d’artificio che al confronto, i botti illegali di capodanno sono innocue miccette. Padre putativo dell'anno a mani basse!

“Se vedi uno con il monopattino, tu te ne freghi e gli sgasi in faccia, tutto chiaro?”

Insomma “Unico indizio la luna piena” sa davvero dare valore ai personaggi più che ai lupi mannari, che ammettiamolo qui non allacciano nemmeno le scarpe a quelli rilanciati e resi popolari da Dante e Landis, rivedendolo in occasione di questo compleanno (e di questa non-rubrica licantropa) è chiaro che ancora oggi “Silver Bullet” potrebbe essere un ottimo film per iniziare i più giovani al genere horror, anche se il lupo di Rambaldi non fa paura nemmeno per sbaglio, ma proprio zero, nisba, nada, zip, sembrava un grosso pupazzone con la bocca aperta nel 1985 come oggi.

"Visto che bocca grande che ho? Lo diceva anche Cappuccetto Rosso"

Per assurdo un film prodotto come pura merce, tratto da uno strambo racconto scritto su commissione, nel corso degli anni è diventato un piccolo film di culto per una generazione (e mezza) di spettatori, perché in giro ci sono sicuramente film di lupi mannari più rappresentativi di questo (uno arriverà la prossima settimana su queste Bare, restate in zona) ma anche in un film dalla produzione disgraziata come questo, il fattore King fa la differenza. Quella capacità di rendere credibili e realistici i personaggi è davvero l’arma segreta di zio Stevie, molto più di una pallottola d’argento.

Per un film che parla così bene di malinconia per le estati dell’infanzia, complice il triste destino di Corey Haim, viene quasi da pensare che Jane, la voce narrante della storia, sia cresciuta (non invecchiata dai, diciamo cresciuta) come abbiamo fatto noi con questo ricordo condiviso reso tale da innumerevoli repliche, King è capace anche di questo, auguri zio Stevie!

Per il resto del compleanno, non perdetevi gli auguri a King da parte di Vengono fuori dalle fottute pareti alle prese con Creepshow e dal Zinefilo che ci parla di I sonnambuli con tanto di copertina d'epoca dalle pagine di IPMP.

48 commenti:

  1. Ha me questo film,perdonate la volgarita ha sempre fatto cagare,mi guardo questi film per poter poi nel terzo atto godermi la trasformazione,ma quel peluche "creepy trudy" made in Italy era davvero troppo imbarazzante,e pensare che il film era costato piu di quelli di Dante e Landis!

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    1. Non aveva nelle trasformazioni la sua parte migliore, proprio no ;-) Cheers

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  2. Terry O'Quinn e gli anni 80? La cosa piu giusta da fare per me e tirare in ballo il filmone con lui mattatore assoluto "The Stepfather",vi prego ditemi che quel cult allucinante non e finito nel dimenticatoio!

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    1. Lo ricordo molto bene, era davvero eletrizzante! Purtroppo ricordo anche bene il remake, molto più scialbo...

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    2. Non sei l'unico a ricordarlo, tranquillo ;-) Cheers

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    3. Ricordo i due Stepfather, il remake forse me lo sono perso, ma credo che vada bene così ;-) Cheers

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  3. Ma che meraviglia e la locandina! Io lo dico sempre che erano meglio dei trailer per attirare il pubblico a vederli! Vere opere d'arte,chissa se esiste una mostra dedicata all'arte delle locandine cinematografiche,io ci andrei di filata a vederle!

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    1. Non potevo non omaggiare ancora il Maestro Enzo Sciotti, uno dei gradi talenti nostrani al lavoro su questo film ;-) Cheers

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  4. Ma solo a me il lupo mannaro ricorda l'alieno Alf?
    Avercene di zii come Stevie, purtroppo non ne fanno più di questo tipo.
    Per quanto riguarda il film non è certo un capolavoro ma le atmosfere della piccola comunità americana (con i suoi segreti) tipiche dei libri del maestro King ci sono tutte.
    Forse ho anche il libro cartaceo, la copertina l'ho già vista da qualche parte!!
    👋

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    1. Di fatto è Alf quando non trova gatti da mangiare ;-) Si, la parte sui vecchi tempi resta la migliore, se hai il libro potrai mandare tuo figlio all'università ;-) Cheers

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    2. Poi quando c'è Gary Busey non so perché ma il film mi sembra migliore, sarà che ha quell'aria da vecchio zio scarmigliato che lo rende troppo simpatico. Per il libro se lo trovo ti mando una cartolina dai Caraibi!!

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    3. Sarà perché pazzo Gary è un mito, spero che sua figlio metta al mondo un altro biondo con i dentini, la prossima generazione deve avere il suo Busey ;-) Cheers

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  5. Diciamolo pure,anche senza essere paralitici,tutti noi vorremmo provare a sfrecciare per le strade del paese con la silver bullett! Go Silver!

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    1. Più Silver della Silver di "IT", di sicuro ha più rilevanza qui che nella versione di Muschietti ;-) Cheers

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  6. Con tutti i suoi difetti, è un film che amo ancora, sin da quando da ragazzino mi sono innamorato della locandina vista su una rivista! Ero appena "sbocciato" conoscendo l'horror grazie a Dylan Dog e Italia1 mi veniva in soccorso trasmettendo chicche a getto continuo, quindi ero pronto a quest'unico indizio, e quella sera su Italia1 me la sono davvero goduta, col lupacchiotto.
    Ah, a proposito di "indagine sull’identità umana del mostro che non richiede troppo sforzo", come sai al nostro King piace "omaggiare" - che dire "copiare" fa brutto - così per non perdere tempo l'indagine della storia è "omaggiata" identica (con l'occhio al posto dell'orecchio originale) da "The Howling" (1977) di Gary Brandner: per fortuna quand'è stato trasformato nel film di Joe Dante il romanzo è stato stravolto, se no ci sarebbe stato dell'imbarazzo a far notare la scopiazzata kinghiana!
    Auguri, Re! ^_^

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    1. Esatto King crea, poi vabbè qualcuno ha creato lo stesso prima di lui, ma fa niente sono omaggi, Matheson ne sa qualcosa ;-) Il film ha colpito in mezzo agli occhi una generazione e mezza di giovani cresciuti con le repliche di Italia 1, anche questo fa parte del mito di King. Cheers!

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    2. Ricordo che dopo trasmettevano The Playboy Show! Quindi oltre a colpire in mezzo agli occhi una generazione di ragazzini, ha anche contribuito al benessere di un'intera categoria di professionisti, quali oculisti e ottici!!

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    3. Ahahahah beh più o meno come notte horror e colpo grosso ;-) Cheers

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  7. Dalle poche immagini del lupo Mannaro che hai postato, mi dà l'impressione che Lupo Lucio della Melevisione sia più realistico

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  8. Voglio troppo ma troppo bene a questo film per metterlo dietro a quelli di Dante e Landis, oggettivamente migliori... ma il cinema lo si gusta anche con il cuore e quindi...! Lo vidi in sala due volte (cosa accaduta solo con E.T.) e quindi aggiungiamoci al valore sentimentale anche questo fattore non da poco. Il libro di King (proprio quello in foto) lo trovai anni fa su una bancarella dell'usato a soli 3 euro ed era anche in condizioni buone considerando che era sotto una pila di altri libri. Ma fu una delusione troppo cocente perché mai come quella volta ho desiderato gli approfondimenti (ed anche le lungaggini) tipici di King, che nella pellicola sono una parte fondamentale. L'ho quindi rivenduto tramite internet... con in seguito un leggero pentimento, più per il valore collezionistico che per quello dei contenuti... a parte magari le bellissime illustrazioni. Restando in tema... la locandina di Sciotti é le mia preferita del compianto maestro!

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    1. Il libro è poca cosa, anche se oggi costa un occhio della testa, molto meglio la locandina di Sciotti, un gioiellino ;-) Per me il vero valore del film sta più in quelle malinconiche chiacchiere extra. Cheers!

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  9. Non solo non ho letto il libro (e a quanto pare non sono il solo, se è introvabile!), ma anche il film non mi suona per niente... pur con tutti quei volti noti coinvolti!

    Mi ha incuriosito la tua recensione, sa di guilty pleasure (o cult, che dir si voglia), spero di recuperarlo prima o poi! Tanto ho lì un po' di dvd di lupi mannari che mi aspettano già da un po', uno più uno meno... :--)

    Auguri Stephen!

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    1. Pensa che all'epoca (primissimi anni Novanta) io e un compagno di liceo dell'epoca comprammo insieme l'edizione TEA del libro di King, all'epoca considerata un po' sfigata perché non aveva le 400 pagine tipiche di King e non apparteneva alle sue due Case Madri (Mondadori e Sperling), quindi sembrava più il riciclo di roba di seconda mano. Poi un giorno ho scoperto che quel libretto è rarissimo ed è considerato sacro dagli appassionati :-D

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    2. Un'occhiata il film lo merita, certo vederlo da bambino era un'altra cosa, ma l'effetto malinconia scorre ancora potente. Per i lupastri resta da queste parti, ne avremmo ancora molti ;-) Cheers

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    3. Lo ha ancora quel tuo amico oppure ora sta alle Hawaii tipo scena finale di "Una poltrona per due"? ;-) Cheers

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  10. lo vidi anche io un due anni fa credo, non mi è dispiaciuto

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    1. Non è un film impeccabile, anzi, però ha il suo perché ;-) Cheers

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  11. Me ne ero dimenticato, mea culpa, Auguri al Re! ;)

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    1. Figurati, sei in anticipo per il prossimo compleanno ma ancora in tempo anche per questo ;-) Cheers

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  12. Ma sai che se dai un'occhiata ai film prodotti da Dino De Laurentiis ci sono le più grandi vaccate che io ricordi, tipo Flash Gordon, King Kong, Dune, Barbarella, Morte A 33 Giri... Il che si può spiegare con il fatto che ha prodotto talmente tanti film che nel mucchio non tutti possono esser dei capolavori. E tutto sommato, alcuni dei peggiori, con il tempo son diventati dei Cult come quelli che ho nominato.

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    1. Per Barbarella smosse mari e monti, vorrei scriverne solo per la storia produttiva, eppure ha sfornato dei titoli di culto nel loro essere brutti o bruttissimi, non male per uno che ha cominciato vendendo pasta porta a porta ;-) Cheers

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    2. Io di Barbarella ne ho già scritto molto tempo fa, ma gradirei leggere un tuo post

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    3. Vediamo cosa riuscirò a combinare ;-) Cheers

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  13. Cultone assoluto. Classica caccia gatto topo (o bimbo e lupo) io so che tu sai e io so che tu sai che ti divorerò, ed quello il fulcro stesso del racconto e della trama... è un horror che davvero può "iniziare" un ragazzino al cinema della paura. Il lupo non era poi così male dai.... dai... ok sembra uno di quei bootleg di He man che trovavi sulle bancarelle e che ora valgono un tantino ma dai... c'è di peggio. di molto peggio. Certo, Rambaldi ha fatto di molto meglio eh, ma non mi è mai dispiaciuto FX parlando... Il libro ho dato un occhiata ai costi su ebay ed è meglio se non lo facevo mammamiacherrobba manco con 3 dylan Dog numero 1 originali ci paghi la prima edizione. Tenuti "da edicola" eh.... Maronne...

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    1. Viene via per un rene o giù di lì ormai ;-) Si Rambaldi aveva fatto di meglio ma il film funziona lo stesso malgrado tutto, anche se non era il successo che sognavano i produttori. Cheers!

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  14. Mi manca, spero in Italia2 visto che stanno trasmettendo vari film horror vecchi nel weekend. Sono contento che sia ripresa la rassegna licantropa, penso di capire quale sarà il prossimo...C'entra una parolina inglese che finisce in ake?

    L'anno prossimo tocca a Le ali della libertà? Ormai è uno dei pochi adattamenti del Re mancanti nelle recensioni.

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    1. Amici che gestiscono il palinsesto di Italia 2, stare facendo un gran lavoro, sareste così fighi da farci questo regalo? Grazie ;-) Detto questo non indovinerai MAI il prossimo capitolo licantropo, mai! ;-) Ne ho ancora che mi mancano, ma voglio da sempre bene a zio Frank Darabont. Cheers!

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  15. Un film per ragazzi caruccio rovinato dal pessimo licantropo.
    Ma poi diciamocelo, "film per ragazzi" non vuol dire film per "bimbi deficienti".
    Ci sta che sia un pò "adulto" .
    Per me " il buio oltre la siepe" è un film per ragazzi che parla di cose da adulti e guarda caso, ha come voce narrante la versione adulta di uno dei ragazzi protagonisti. idea copiata da millemila prodotti dello stesso genere , tra cui questo film di de Laurentis .
    Coincidenza, eh ?

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    1. Anche perché "Il buio oltre la siepe" è un capolavoro e una storia che per gli americani è popolarissima, non dico come i nostri promessi sposi ma quasi, quindi figurati se l'ex insegnate di letteratura americana Stephen King non ne abbia mai sentito parlare ;-) Cheers

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    2. Con la differenza che i promessi sposi è un romanzetto rosa da due soldi che nel resto del Mondo non si fila nessuno.
      Oh, l'ho detto !

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    3. Anche perché è lo spunto per parlare del periodo della peste in Italia, a chi può interessare quel periodo fuori dalla scuole medie italiane? Secondo me non a volti, ma magari ho una percezione sbagliata io. Cheers

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  16. Toh! E mica me lo ricordavo che il racconto originale era di Re Stephen!
    E mi sa che nemmeno lui se lo ricorda, visto che stando alle cronache a quel periodo era talmente fuori che se doveva uscire di casa non aveva neanche bisogno di aprire la porta.
    Ottima recensione, con cui scopro pure qualche dettaglio inedito.
    Non sapevo neanche che ci fosse la zampa del mitico Don Coscarelli!
    Almeno in certe parti.
    Film che ricordo con affetto, come tanti altri di quel periodo.
    Non lo vedo da una vita, ma forse e' meglio cosi'. Temi mi possa guastare l'immagine che mi ha lasciato di lui.
    Temo che a rivederlo oggi non lo troverei bello come allora.
    Da pischello non puo' non piacerti.
    Ha tutti gli elementi giusti.
    E' il Karate Kid dei licantropi, paragonato ai titoli di genere ben piu' blasonati di Landis e Dante.
    Sta come starebbe Ralph Macchio a Van Damme.
    Un horror a misura di ragazzino, nonostante qualche scena bella cruenta.
    E forse funziona oltre i suoi evidenti difetti perche' e' una tipica parabola kinghiana.
    Piu' che i mostri contano i personaggi e la loro storia, con relativo sviluppo.
    L'orrore e' la prova da superare per diventare una vera famiglia. E ritrovare l'unita' perduta che manca da tanto, troppo tempo.
    La sorella del protagonista serve a comprendere quanto sia difficile convivere con un handicap. E non solo per chi ce l'ha, ma anche per chi ci sta a fianco.
    Riguardo al grande Busey...chi non sognerebbe di avere il signor Joshua come zio?
    Rimandi celebri a parte, e' il classico zio casinista con cui preghiamo di passare almeno un fine settimana. Perche' ci lascia fare tutto quello che in genere mamma e papa' ci proibiscono.
    Ne inventa mille, pur di rendere la vita meno grama a Marty. E alle volte finisce con l'assecondarlo fin troppo.
    Sempre meglio della pieta' mista a disprezzo con cui lo tratta certa gente del posto.
    Il discorso del villico sugli storpi e i pesi morti della societa' me lo ricordo fin troppo bene.
    Inutile girarci intorno: gli effetti speciali sono davvero rozzi e dozzinali.
    Incredibile, visto che se ne occupava il grande Rambaldi.
    Un vero peccato. Forse era piu' a suo agio con pupazzoni teneri.
    La scena della licantropi di massa in chiesa era notevole, comunque.
    L'ho visto come un bel rimando a certe scene oniriche dell'opera di Landis.
    Il problema e' che noi il biglietto per un film di lupi mannari lo paghiamo per vedere la belva in azione. E la gente sbranata.
    Qui va bene finche' non si mostra. Ma quando finalmente arriva, oltre a far ridere non fa altro che ringhiare e mettere a soqquadro lanciando roba in giro.
    Stupenda la locandina, quelle di una volta avevano un fascino tutto particolare. Evocavano orrori indicibili solo a vederle.
    Ma qui sembra una dichiarazione d'intenti.
    Che gli serve una mazza da baseball, a un lupo mannaro!?
    Fargli gli artigli insanguinati, no?
    Mi ricordo che tra il trailer esteso sulle rubriche di cinema sulle reti private, che di fatto mostravano tutte le scene significative, e il cineracconto di TV Sorrisi e Canzoni con tanto di finale capovolto, sapevi tutto del film prima di vederlo.
    Anche adesso, ma una volta era piu' divertente.


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    1. Quasi dimenticavo...
      Certo che l'identita' del licantropo e' una frecciatina di quelle belle velenose.

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    2. Coscarelli avrebbe tirato fuori l'oro anzi, secondo me lo ha anche fatto ;-) Cheers

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    3. Un minimo si, peccato manchi la trasformazione in auto quella era una bella scena del libro. Cheers

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  17. Beh, al film sono affezionato perché mi fa ripiombare nella prima adolescenza, poiché ricordo di aver visto il film in uno dei cicli di Zio Tibia quando facevo le medie.
    Con il libro ho una storia molto più travagliata.
    L'ho cercato per anni, e poi me lo ritrovo davanti un giorno in cui mi trovavo nella mia libreria d'usato di fiducia.
    Il tipo mi dice che gli è arrivata una carrellata di romanzi di King e che se volevo potevo dargli un'occhiata.
    Li avevo già tutti, ma per scrupolo gli diedi un'occhiata e mi spuntò davanti proprio l'edizione CDE di Ultimo Indizio.
    Ero convintissimo che avrei fatto l'affare del secolo ( poiché era lo stesso tizio che comunque prezzava le sue copie di Ossessione a 6 Euro quando veniva venduto almeno al triplo ), vado con passo sicuro verso la cassa, ma lui mi spara 40 Euro dopo aver controllato la quotazione con il portatole...
    Poso mestamente il tomo e vado via...
    Nelle altre volte che sono ritornato il romanzo non c'era più, quindi a qualcuno lo avrà venduto.
    A me ne fu regalata una copia da mia fratello sempre della CDE, dopo aver vinto un'asta su Ebay grossomodo spendendo la stessa cifra o qualche Euro in meno.
    Un romanzo ( è quasi un'esagerazione chiamarlo così ) che se non fosse per le illustrazione di Bernie Wrightson penso non valesse manco 10 Euro.
    Eppure ancora oggi viene venduto ancora a cifre assurde.
    Spero che un giorno venga ristampato così si smetterà di specularci sopra.

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    1. Mi ricorda il mio primo Torino Comics e quella faccia di merda (non ho espressioni migliori per descriverlo, questa è quella più adeguata) che voleva 300 mila lire per "Watchemen". Poco tempo dopo venne ristampato, lo pagai non poco (30 euro, per allora tanti adesso con il costo dei fumetti, la normalità, gulp!), ogni volta che rileggo il fumetto me la rido, pensando a quel fenomeno che su una prima edizione di Watchemen, quei soldi che voleva non li vedrà mai (storia vera). Cheers!

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