Un giorno qualcuno dal futuro, farà qualcosa di analogo a quello che porto avanti io su questa Bara ogni giorno, però utilizzando la tecnologia del futuro, qualcosa tipo ologrammi, robot assassini e altre diavolerie moderne che non posso nemmeno immaginare, per scrivere, parlare o fare ologrammi sulla storia del cinema. Ai pronipoti del futuro toccherà analizzare i primi anni del 2000 con il compito di riconoscere a James Wan, in amicizia detto Pupazzo UAN, il ruolo che gli spetta, quello che ha saputo ritagliarsi. Un breve riassunto per i posteri? Ecco il mio contributo al futuro!
Scrivendo a quattro mani “Saw - L'enigmista” (2004), Pupazzo
UAN ha contribuito a lanciare una delle saghe più prolifiche del cinema horror
contemporaneo, con “Dead Silence” (2007) ha detto la sua sui pupazzi (come lui)
assassini, con “Death Sentence” (2007) ha firmato il miglior remake di Il giustiziere della notte, anche meglio
di quello ufficiale, anche se ci
voleva poco.
Su Insidious ci
siamo già diffusamente confrontati, mentre con la saga di The Conjuring ha portato l’horror (chiamiamolo commerciale, anche
se mi crea prurito questa definizione) alle nuove legioni di giovanotte e
giovanotti, anche grazie a tutti i vari spin-off che prevedono bambole
maledette e suore inquietanti, cioè mai quanto quella che da ragazzino
mi cacciava sempre dal campetto di basket (storia vera).
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"Usa la Forza |
Le sue sortite fuori dall’horror prevedono un contribuito alla famiglia Toretto e uno agli eroi della Distinta Concorrenza, ma ancora ricordo l’aneddoto di un mio amico (ciao Valerio!), che a qualche festival del cinema, ha visto James Wan sghignazzare sadico, pronto alle reazioni di paura del pubblico, davanti al suo primo Insidious (storia vera). Perché alla fine il cuore del Pupazzo UAN batte per l’horror, questo eterno ragazzino dai capelli buffi è uno di noi e proprio al cinema horror è tornato con “Malignant”, com’è andata? Siamo qui per discutere di questo, anche se per i pronipoti del futuro sarà più facile analizzare la storia del cinema horror, valutando questo film nell’ottima dei 52 (forse) seguiti che genererà, ma io qui, incastrato nel 2021, giusto di un film posso parlarmi, io non ho gli ologrammi, le macchine volanti e il maggiordomo Robot, dannati fighetti del futuro, che mi guardate dall’alto in basso solo perché guido un mezzo alimentato a combustione fossile! Io riciclo che credete eh!
“Malignant” parte dalla precisa volontà di James Wan di
abbandonare i “Salti paura” (anche noti come “Jump scare”) a tutti i costi, quelli che
hanno caratterizzato da sempre i suoi horror, per provare altro, in particolare
un omaggio agli assassini degli anni ’80, tutti quei Michael e Jason che non
andavano a terra nemmeno tirandogli dentro l’arsenale militare Israeliano,
il fatto che l’aria sia cambiata si capisce subito dalla prima scena.
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Quando apri il frigo e ti ricordi che è un mese che non fai la spesa. |
In uno spettrale ospedale, una dottoressa parla del temibile
Gabriel, creatura maligna (lo avreste mai detto dal titolo?) in grado di
influenzare le onde radio, il brutto tempo o che so io, comunicando frasi
spettrali tipo: «È il momento di estirpare il cancrooooo!». Quello che sembra
un “inizio a freddo” degno delle serie tv, che per certi versi mi ha fatto
pensare alle scene d’apertura in stile Stuart Gordon, quelle fulminanti, piazzate prima dei titoli di testa dei suoi
film.
Salto in avanti nella Seattle di oggi, qui facciamo la conoscenza di Madison (Annabelle Wallis. Wan l’avrà scelta perché si chiama come la bambola maledetta?) incinta e sposata con un marito violento Derek (Jake Abel). Se questo non bastasse, Madison è tormentata da orribili incubi di omicidi, che lei rivive come se avesse un qualche assurdo legame con l’assassino, un losco figuro con lunghi capelli neri davanti alla faccia, perché il mondo dell’Horror non è mai più stato lo stesso dopo Samara/Sadako.
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"Non ci saranno anche VHS maledette spero, il mio videoregistratore è in cantina" |
Madison sembra legata all’assassino, tanto da influenzare la nascita del bambino che la donna desidera e che non riesce mai ad avere, per aiutarla corre in suo soccorso prima la sorella Sidney (Maddie Hasson) e poi il detective Shaw (George Young), anche perché tutte le morti che affliggono Seattle, riportano a Madison e sembrano avere un elemento comune: Gabriel il tizio del prologo, nonché amico immaginario dimenticato dell’infanzia di Madison.
Lo dico subito? Se il prologo almeno attira l’interesse,
buona parte di “Malignant” non funziona. Sarà per l’assenza dei “Salti paura”
da cui ormai Pupazzo Wan pare dipendente, ma la noia regna sovrana, la parte
investigativa è piatta, le apparizioni dell’assassino capellone sanno tanto di
già visto (e la CGI con cui lo vediamo arrampicarsi alle pareti non aiuta),
l’unico momento azzeccato è quello finito sulla locandina del film, una sorta
di paralisi notturna dovuta al terrore di Madison, minacciata dalla lama
dall’assassino, il momento in cui la donna lo vede per la prima volta in volto,
ovviamente sfigurato come da tradizione dei Serial Killer degli Slasher degli
anni ’80. Infatti la battuta più simpatichina, una volta delineato l’identikit
dell’assassino è quella della poliziotta che dichiara: «Faccio emanare un ordine
di cattura per Sloth dei Goonies?».
Ah-Ah, grasse risate (ma anche no).
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Ci vedo qualcosa di Mario Bava, ma forse è colpa mia che vedo Marione ovunque. |
La sensazione che ho avuto guardando tre quarti di “Malignant” è stata quella di stare guardando uno dei tredici o quattordici film spin-off nati da una costola di “Conjuring”, diretti da registi scelti da Pupazzo UAN. Perché possiamo dire quello che vogliamo sul cinema di Wan, i suoi film possono piacervi o meno (e a me, di norma non fanno impazzire), però il suo stile registico è sempre brioso, vispo, dietro alla macchina da presa si vede che c’è qualcuno vivo, ma per i primi due atti di “Malignant” non è così, tutto procede piatto e senza troppa enfasi, anche ambientare il film nella meno frequentata (dal cinema) Seattle, citando apertamente Nirvana e i miei Pearl Jam non è servito a scuotermi, ma apprezzo il tentativo James.
Tutto da buttare? Buco nell’acqua? No, perché quando pensavo
di aver gettato via tempo e soldi, improvvisamente James Wan si è ripreso dal
torpore, quel regista che può piacere o meno, ma che almeno è sempre stato
artisticamente vivo, negli ultimi venti minuti di film si gioca il tutto per
tutto, anzi si gioca proprio la “matta”, abbracciando per il suo film la
locura, non trovo altro modo per definirla.
Potreste riempire la sezione commenti di teorie sul legame
tra Madison e l’assassino del film, ma non indovinereste MAI, ma proprio mai
nella vita, perché la soluzione al mistero è talmente folle e sopra le righe da
avermi quasi (e dico quasi) conquistato, non tanto per l’idea stessa o per il
“tarallucciatore” finale (la capacità di far terminare i film a tarallucci e
vino), quanto proprio per l’ammirazione: bisogna essere matti col botto per
portare in scena una soluzione così folle, crederci, spiegarla e applicarla
fino in fondo, James Wan lo ha fatto, quindi mentre pensavo «Ma cosa cacchio
sto guardando?», un pochino come Ian Malcolm pensavo anche: «L'hai fatto. Brutto figlio di puttana» (cit.)
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Vi assicuro che il film è un po' meglio (o meno peggio) delle immagini disponibili. |
Diciamo che da qui in poi leggete a vostro rischio? Per comodità chiamiamolo SPOILER, anche se cercherò di restare sul vago:
Dimenticate la falsa pista dei fantasmi e delle possessioni,
“Malignant” è l’omaggio di James Wan a quel filone di horror dove i
protagonisti hanno visioni degli omicidi, penso a titoli come Occhi di Laura Mars ad esempio, ma mescolati con i mostri degli Slasher, quelli
indistruttibili, dal volto sfigurato e impossibili da uccidere. Come conciliare
questi due elementi così agli antipodi per stile? Mediando con un tocco da Body
Horror, che mi ha fatto pensare alla scena iniziale (guarda caso, un film dal
prologo molto efficace) come La metà oscura di George “Amore” Romero.
James Wan autore del soggetto, trasformato in una
sceneggiatura da Akela Cooper, si gioca la carta della follia più totale, il
risultato è un assassino dalla fisicità impossibile, che malgrado le
limitazioni del corpo si muove come un super eroe (infatti Wan si inventa anche
una sparatoria con finto piano sequenza, vitaminizzato dalla CGI) in cui fa
fruttare anche la sua esperienza con le super calzamaglie. Non ho ben capito perché
il mostro di “Malignant” sia più a prova di proiettile di Terminator, ma sta di
fatto che quando si scatena, nella scena della cella piena di “ospiti” male
intenzionati, James Wan orchestra un massacro grondante sangue che è in parti
uguali scemissimo ed estremamente convinto dei suoi mezzi. Per un film che non
è chiaro se sia una parodia senza umorismo, oppure il più folle piano di
mescolare insieme generi cinematografici (horror ma non solo) agli antipodi, il
risultato sembra la versione al femminile di un vecchio film con Bruce Campbell
che credo di aver visto solo io (e King Bruce), “The man with the screaming
brain” (2005), così ho anche spiegato il titolo del post. Fine della parte con moderati SPOILER.
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Sul serio, non è tutto così il film, ve lo assicuro! |
Non so a chi potrei consigliere un film così, forse ai
pronipoti che dalla poltrona comoda del futuro, saranno facilitato a giudicare
“Malignant” avendo a disposizione tutta la filmografia completa di Pupazzo UAN,
se dovessi consigliarlo a qualcuno oggi, anno di grazia 2021, direi che
preparatevi ad annoiarvi molto e poi a vedere James Wan che parte di capoccia
come gli sceneggiatori di Boris, puntando tutto sulla follia più totale.
Ultima prima di andare: in un film che rimescola così tanto, anche la colonna sonora è spudoratamente citazionista, ma proprio al limite del plagio, il tema principale di “Malignant” in certi passaggi ricalca l’inizio di “Where is my mind?” dei Pixies, forse per dare un indizio sulla trama? Non lo so, di sicuro è un film fuori di testa, forse l’omaggio musicale alla fine, non è così fuori luogo, anzi.
Mi spiace Cassidy,ma io non mi sono annoiato per un solo secondo,io adoro la parte delle indagini nel cinema di genere horror,diretto molto bene,e per quanto riguarda me la rivelazione sull'identità del killer mi ha sinceramente esaltato,quel genere di follia narrativa che personalmente adoro! Se il film ti ha lasciato tiepido non è certo un problema,d'altrone io di certo non commento con lo scopo di far cambiare idea agli altri!
RispondiEliminaNemmeno io, sta di fatto che ho trovato piatta (per quanto ben diretta) la parte delle indagini, poi quando il film decide di giocarsi la "matta", ero lì a guardare lo schermo pensando: «Wan sei pazzo, quasi ti voglio bene», quindi tutto sommato, pur non sapendo a chi consigliarlo questo film, se non ai fanatici di Wan (che lo avranno già visto tre volte), tutto sommato per quei venti minuti divertentissimi di follia finale, penso che sia comunque un film da vedere ;-) Cheers
EliminaMi sono fermato alla riga dello SPOILER. Le farò sapere...
RispondiEliminaAttendiamo fiduciosi ;-) Cheers
EliminaGuarda, tutti i titoli riportati nella locandina mi hanno causato l'abbiocco... però su questo mi stanno mettendo una discreta scimmia. Non so.
RispondiEliminaSecondo me è da vedere, mi ha annoiato per due atti e quasi gasato l'ultimo, era un po' che non si vedeva tutta questa follia tutta insieme ;-) Cheers
EliminaGuarda, mi sono fermato perché m'hai fatto salire la scimmia per un film di cui ignoravo l'esistenza, e mi beavo di questa mia rassicurante ignoranza: ora lo DEVO vedere, e sappi che è tutta colpa tua!!! :-D
RispondiEliminaScherzi a parte, come disse il saggio... I'll be back.
Ho descritto la mia reazione al film: noia, noia, noi.. Ehi! ;-) Aspetto il tuo parere su questo colpo di testa di Wan. Cheers!
EliminaEd eccomi qua, non sono d'accordo. A me è piaciuto da matti, vedere Wan ritornare all'horror m'ha fatto veramente piacere e secondo me nella prima parte cerca di tornare alle atmosfere di Saw, ma ancora di più a quelle di Dead Silence.
RispondiEliminaGli ultimi 20 minuti mi hanno letteralmente lasciato a bocca aperta, iniziando dal colpo di scena fino ad arrivare alla scena che mi piace definire un "John Wick al rovescio". M'ha gasato e non poco sto film. Penso che per il malese sarà una bella fonte di ulteriori soldi per eventuali seguiti, anche se purtroppo la distribuzione contemporanea su HBO plus sembra abbia un po' affossato il botteghino...
La distribuzione "doppia" ha questo problema, ma non mi sembra che le persone stiano correndo a riempire le sale, anzi. In ogni caso non l'ho demolito, anzi alla fine lo sto quasi consigliando, però niente a me i primi due atti hanno annoiato, meglio così il colpo di scena ha avuto più effetto ;-) Cheers
EliminaSono d'accordissimo sul fatto che le opere di Wan, pur con tutti i loro difetti, sono sempre "vive", segno che il buon regista crede sempre in quello che fa, al di là del genere, del budget e affini.
RispondiEliminaSulla questione del finale, uhm, sono un po' meno d'accordo; non perchè non sia una mini bombetta (ancorchè non priva di pacchianate, vedasi le immagini stile videogioco nella fuga dal commissariato), ma perchè è coerente con lo spunto e lo sviluppo (anche il finale de La Metà Oscura è completamente fuori di testa, anche se più ridicolo di quello di Malignant).
Come hai giustamente detto, Wan ricicla, e tra i suoi meriti ha anche quello di farlo senza nascondersi, alla luce del sole: Seven viene saccheggiato in Saw, Poltergeist nel caso di Insidious, Amityville in The Conjuring. La novità, in Malignant, è che l'ispirazione non è in film conosciutissimi, ma in una delle opere meno fortunate di Romero e in un piccolo, scalcinato, geniale e adorabile b-movieSPOILER-SPOILER-SPOILER-Basket Case-SPOILER-SPOILER-SPOILER, peraltro omaggiato anche in una delle più divertenti puntate di The X Files.
Ti leggo sempre con piacere
Blissard
Secondo me il finale di "La metà oscura" non è ridicolo perché è anticipato con largo anticipo, a differenza di quello di "Malignant" che invece arriva come uno schiaffo in faccia, facendo cambiare genere al film completamente, inoltre il film che citi è tutto tranne che sconosciutissimo, cavolo è un classico ;-) Però di fatto stiamo dicendo la stessa cosa, si passa da un genere all'altro, non mi far dire di più non voglio rovinare la visione a nessuno ;-) Cheers
EliminaUh. Questa volta non concordo. Per me questo film funziona in toto ed è sì un palese omaggio all'horror italiano, amato da Wan. Io l'ho trovato ottimo e poi gli ultimi trenta minuti... Mi han fatto godere. Mi sono alzato ed ho applaudito. E sì, credo anche io che Where is my mind non sia stata messa lì a caso.
RispondiEliminaOh va bene tutto, ma è da stamattina alle 6.30 che me lo state dicendo: ma se a me la prima parte del film ha annoiato lo posso scrivere? L'inizio è piatto e sa tanto di già visto, non userei la parola "palese" perché si, tanto Mario Bava, ma ribadisco il prologo a me è sembrato tanto Stuart Gordon, ma anche lui ha passato tanto tempi in Italia ;-) Sul finale diamo tutti d'accordo a parte l'ultima scena caramellosa, ma ero ancora esaltato la perdono a Pupazzo Wan. Cheers
EliminaOh, pare che il nostro Wan non ne sbagli una.
RispondiEliminaAnche quando sembra poco ispirato.
Leggendo in giro ho notato che in molti lo hanno definito quasi un giallo, piu' che un horror.
Se non altro nella struttura piu' che per le scene in se', visto che il sangue è la gente che muore male non mancano di certo.
Forse perche' ricorda proprio quei thriller nostrani dove l'assassino si svelava solo alla fine.
Ma proprio alla fine, eh.
Pero' hai ragione. L'ultimo pezzo colpisce. Non mi sarei mai aspettato di vedere roba simile. Non in un film cosi'.
E soprattutto cosi' esaltante.
Ma roba che mi mettevano una scena cosi' nei pallidissimi remake degli slasher piu' celebri di cui si parlava qualche settimana addietro...sarei impazzito.
Mi avrebbero dovuto portare fuori dal cinema a braccia, in pieno delirio mistico.
Wan non e' nuovo a queste cose, da che mi ricordo.
Gia' nel primissimo "Saw" partiva al fulmicotone, poi si assestava su strade ben note e battute e tu sbuffavi pensando "Mmh, si, ok, bella premessa ma poi e' inutile se finisce nel solito modo".
Salvo poi renderti conto che ti aveva trascinato sul sicuro per poi brutalizzarti con un finale di quelli che non si dimenticano.
Mi viene un dubbio...che lo abbia fatto di proposito pure qui?
Non sbaglia un colpo, comunque.
Io tutto questo omaggio al Giallo nostrano non l'ho visto, Bava di sicuro, la sorella che collabora alle indagini (quello si un classico nostrano) ma secondo me non abbastanza per citare il Giallo, al massimo i film con la protagonista che ha visioni degli omicidi, ho citato "Occhi di Laura Mars", ma in ogni caso il succo è quasi lo stesso, inizia con un genere e poi cambia, di colpo, radicalmente, con follia manifesta oh! Ha ragione lui alla fine ;-) Cheers
EliminaA me è piaciuto, inizia come una sorta di giallo che omaggia Argento, solo per farci credere di voler fare qualcosa di diverso dal solito e poi ci sbatte in faccia la sua vera vena e vira in quello che vira. L'unica cosa che non mi ha convinto sono proprio i siparietti comici che davvero boh.
RispondiEliminaNon ci ho visto poi tutto questo Giallo, ci ho visto molti omaggi a Mario Bava, quindi i gradi di separazione da Argento, non sono poi molti. Per fortuna a Wan viene bene la locura, perché l'umorismo quello proprio no ;-) Cheers
EliminaIo l'ho finalmente visto e alla scorrere dei titoli di coda era gasato proprio come quando scendi dal Blu Tornado di Gardaland. Perché questo è "Malignant", una giostra horror che prende roba da tutto e tutti, molto da Dario Argento (i guanti di "Profondo Rosso" ad esempio o la stessa protagonista che sembra la nuova versione della Nciolodi), lo fa suo lo mescola e lo lancia a folle velocità sullo schermo. Il ritmo è velocissimo ed è l'unica via per nascondere "la polvere sotto l'armadio", ma alla prima visione la terza parte da sola fa dimenticare le prime due.
RispondiEliminaTotalmente d'accordo, un film che mi ha quasi fatto fare pace con il pupazzo Wan, sicuramente uno dei più spassosi che vedremo quest'anno ;-) Cheers
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