giovedì 2 settembre 2021

Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello (2001): un anello per domarli…

Quanto possono essere potenti le parole? John Ronald Reuel Tolkien lo sapevo, come professore di lingua e letteratura inglese ne ha corrette tante nei compiti dei suoi studenti e come romanziere, ne ha scritte anche di più, ma tutto è iniziato con una parola, scritta distrattamente e senza un vero senso, la parola “Hobbit” è quella che ha aperto un mondo al vecchio professore.

Nel tentativo di scoprire il significato di quella parola, scrisse un romanzo per bambini intitolato appunto “Lo Hobbit”, nato per essere proprio quello, una storia da raccontare ai figli prima di metterli a letto, questo spiega la presenza dei ragni del bosco Atro, un tentativo di far passare la paura ad uno dei pargoli, particolarmente aracnofobico (storia vera).

FERMI! Da qui in poi troverete solo Cassidy che blatera a ruota libera su Tolkien.

“Lo Hobbit” divenne un grande successo, tanto da spingere il professor Tolkien a mettere in fila tante altre parole, una dopo l’altra per continuare ad esplorare il mondo di personaggi creato attorno a Bilbo Baggins, l’Hobbit che voleva solo stare a casa sua (e voi vi lamentare per qualche settimana di “lockdown” tzè!), ma soprattutto la contorta creatura Gollum e quell’anello che compare nel capitolo “enigmi nell’oscurità”, quasi un dettaglio secondario che diventerà fondamentale nel tomo in tre parti “Il Signore degli Anelli”, uno di quei libri che sono patrimonio dell’umanità e che hanno influenzato pesantemente la cultura popolare.

Nel corso dei decenni e della storia umana, tutti hanno cercato di appropriarsi del potere del romanzo di Tolkien, a seconda dei punti di vista, ad ogni svolta della storia il nuovo dittatore in carica veniva paragonato a Sauron ma allo stesso modo, potete star pur certi che tra il fango di Woodstoock, sguazzavano parecchi Hobbit e forse era facile trovare anche qualche stregone, dedito all'uso dell’erba pipa degli umani e magari non solo quella.

“Nìche? Ma che cos'è, una parola indiana o che altro?” (cit.)

La cultura e la controcultura avrebbero fatto carte false per assicurarsi il potere delle parole del romanzo di Tolkien, che ha appassionati a tutte le latitudini del globo e da ragazzini si leggeva in vecchi volumi polverosi e illustrati, qualche volta ereditati da qualche genitore che aveva affrontato il viaggio verso il Monte Fato prima di noi. Tra gli appassionati di Tolkien anche quattro ragazzi abbastanza famosi di Liverpool, di nome John, Paul, Ringo e George, tutti appassionati di cinema tra le altre cosette e ben volenterosi di impersonare loro stessi i personaggi, in un film la cui regia venne proposta ad un giovane inglese promettente di nome Stanley Kubrick (storia vera). Non so voi, ma io avrei voluto essere una delle aquile di Gandalf per sorvolare la zona e godermi la faccia di Kubrick davanti alla proposta, probabilmente ha rispedito a casa i Beatles con una serie di improperi che in futuro, sarebbero stati righe di dialogo per il sergente Hartman.

Un mio amico dubitava fortemente che quello fosse un occhio in fiamme (Storia vera e ciao Diego!)

No, per riuscire nell'impresa di portare Tolkien al cinema ci voleva un visionario, uno vero, qualcuno in grado di pensare fuori dagli schemi come Ralph Bakshi, se volete capire quanto la controcultura si sia nutrita dell’opera di Tolkien cercatevi la sua versione animata, anche perché è un gran film. La versione di Bakshi di Il Signore degli Anelli di Bakshi è rimasto purtroppo incompleto, la sua storia è diventata leggenda e la sua leggenda mito, fino al giorno in cui il potere dell’Anello e la missione di portare la storia di Tolkien al cinema, non finì nella mani del più improbabile dei portatori, un Hobbit? Quasi, un neozelandese di nome Peter Jackson.

È naturale, è un Baggins Jackson! Non uno zuccone Serracinta da Pietracasa! (fermatemi, posso andare avanti tutto il giorno…)

A vent'anni dall’uscita nelle sale di “La Compagnia dell'Anello”, scrivere qualcosa di sensato su questo film vuol dire affrontare il primo capitolo di una trilogia di film che per molte ragazze e ragazzi ha rappresentato, quello che per me (che nel tempo ho riletto “Lo hobbit” quattro volte e “Il Signore degli Anelli” due) era stato da bambino Guerre Stellari, con la differenza che i romanzi erano già un culto per tutte le generazioni che nel 2001 erano già grandicelli, il resto invece è stato brillantemente riassunto da Kevin Smith in “Clerks II” (2006).

Molti di voi hanno colto l'occasione arrivata questa estate per festeggiare il ventennale, del ritorno del Re al cinema della trilogia per vedere i film di Jackson per la prima volta su uno schermo gigante, avete fatto bene perché in qualche modo piccoli Hobbit, mi riconosco in voi. Perché pur conoscendo già i libri e per avendo dedicato la vita alla saga di George Lucas, faccio parte di quella generazione che è stata colpita in mezzo agli occhi dai film di Peter Jackson, avevo appena compiuto 18 anni nel 2001 e “La compagnia dell’Anello” è diventato il film da dividere con la mia compagnia di amici, quasi nessuno di loro era appassionato di “Guerre Stellari”, quello lo ero solo io, quindi dopo una vita passata ad amare roba Nerd in solitaria, di colpo mi sono ritrovato ad avere amici in fissa, qualche volta anche più nera del sottoscritto, per questo film. Una discreta banda di Hobbit, condita da qualche stregone, pure lui dedito all'uso dell’erba pipa degli umani che questo film corsero al cinema a vederlo, solo per poi radunarsi puntualmente attorno alla VHS (vi lascio immaginare chi l’abbia comprata nella “compagnia”) del film, visto e rivisto a rotazione per colmare l’attesa fino a dicembre 2002, prima di poter continuare il viaggio con il resto della storia e il secondo capitolo già annunciato in sala.

'Cause I got high, because I got high (cit.)

A vent'anni dalla sua uscita questo film ha palesemente influito sullo scenario cinematografico contemporaneo, pochi film sono stati immuni dalle grandi battaglie sdoganate da “Il Signore degli Anelli”, ancora oggi è difficile trovare una serie di film che siano stati in grado di infiammare i cuori degli spettatori più di questa trilogia, personalmente non ho alcun dubbio, per meriti tecnici e altrettanto affetto, non posso che considerare il film un Classido!

Eppure nel 2001 lo scenario non era così chiaro e netto, Internet era giovane e funzionava a 56k, il che vuol dire che non era possibile scaricare foto di donne nude lamentarsi in rete delle scelte di casting o del fatto che il film era finito nelle mani di uno che fino a quel momento, era famoso solo presso gli appassionati di Horror per titoli di culto come "Fuori di testa" (1987) e "Splatters" (1992). Un regista che aveva mandato a segno il bellissimo “Creature del cielo” (1994) - film che avevamo visto in dodici - e quella divertente marchetta di “Sospesi nel tempo” (1996). Per il grande pubblico Peter Jackson era ancora uno sconosciuto, per di più smarcato dalle dinamiche di Hollywood, visto che proveniva dalla lontana Nuova Zelanda.

Eppure la missione non avrebbe potuto trovare regista migliore, non solo perché la circonferenza della panza di Jackson lo rendeva indistinguibile da un Hobbit, ma più che altro perché quel ragazzo aveva il cuore dal lato giusto e straripante di non una, ma almeno due storie a cui teneva moltissimo, la seconda era proprio “Il Signore degli Anelli”, il film che propose a diverse case di produzione, portandosi sempre dietro i suoi bozzetti e una statua costruita di suo pugno di King Kong, vuoi mai che magari dovessero essere interessati anche all'idea principale, la numero uno, il vero ritorno del Re (delle scimmie) che a Jackson stava davvero a cuore.

"Ehm.. Che succede, amico?" (cit.)

Mettiamola così, per King Kong il buon vecchio Pietro Di Giacomo avrebbe avuto tempo, nel frattempo i più interessati a “Il Signore degli Anelli” si dimostrarono quelli della New Line Cinema, la casa di produzione costruita da Freddy (Krueger) che già conosceva Jackson perché aveva tentato di affidargli la regia di uno dei capitoli di “Nightmare” (storia vera). Proprio come Ralph Bakshi (lasciatemi l’icona aperta, su di lui ci torniamo più avanti), Pietro Di Giacomo sognava di mettere insieme i fondi per due film, solo due film sarebbero bastati per raccontare tutta la storia di Tolkien sul grande schermo, ma quando la New Line propose a Jackson tre film, uno per ogni libro che compone la storia, Jackson deve aver fatto le capriole sulle mani.

Con 93 milioni di fogli verdi con sopra facce di altrettanti ex presidenti Yankee defunti per dirigere il primo film, Jackson si lanciò nell'impresa suicida di dirigere tutta i film della trilogia uno dopo l’altro, per minimizzare i costi ma anche per mantenere una certa continuità tra i capitoli. 438 giorni di lavoro, quasi il tempo impiegato da Coppola per dirigere “Apocalypse Now” (1979), ma da impiegare per sfornare tre film, poi chiedetevi come mai il vecchio PJ abbia perso peso dopo un’impresa del genere.

Proprio perché nel cuore di Pietro Di Giacomo bruciava il fomento, le sue scelte sono state una più azzeccata dell’altra, la dimostrazione che Jackson allora stava in uno stato di forma artistica (basta pensare alla sua panza!) irripetibile. La prova del nove? Proprio la trilogia successiva di Lo Hobbit, dove invece il regista ha sbagliato tutto quello che in quei tre anni irripetibili tra il 2001 e il 2003 aveva fatto giusto.

1.65 di grande attore: Ian Holm nel ruolo "pop" che lo ha reso celebre anche ai più giovani.

Dopo aver rivisto la sceneggiatura del film per tre volte, con le sue socie di sempre, Fran Walsh e Philippa Boyens, Jackson impose di dirigere gli esterni nella sua Nuova Zelanda. Gli scenari mozzafiato che vediamo nel film negli anni hanno generato il tormentone con i miei amici: «Quello in Nuova Zelanda esiste davvero!» era la frase applicabile ad una montagna, ad un lago oppure ad un Troll di caverna generato in computer grafica dalla Weta, la compagnia che si è messa sulla carta geografica e con questa trilogia, ha dato filo da torcere alla storica Industrial light and magic, al lavoro in quel momento sulla Prequel Tragedy di Lucas, che di colpo, si ritrovava con dei concorrenti molto agguerriti.

L’arma segreta di Jackson? Forse proprio quel grado di distacco che con King Kong ha dimostrato di non avere. Non sto mettendo in dubbio l’amore di Peter Jackson per il romanzo di Tolkien, parliamo di un regista che prima di dirigere una scena particolarmente complicata, tirava fuori dalla tasca la sua copia sgualcita del libro, si rileggeva il capitolo oppure, scambiava due battute con Christopher Lee, scelto per il ruolo di Saruman, l’unico sul set più nerd di Jackson, visto che il grande attore non solo ha letto e riletto il romanzo ogni anno della sua (lunga) vita, ma era anche l’unico sul set ad aver conosciuto per davvero Tolkien, perché si, nella sua vita incredibile Lee ha avuto il tempo di fare anche questo, infatti snocciolava consulenze a tutti, dai costumi al reparto trucchi, sull'aspetto da dare ai troll (storia vera).

"Io avverto che le orecchie degli elfi sono più lunghe di tre millimetri..."

No, quel grado di distacco che Jackson ha perso con il tempo, è lo stesso che gli ha permesso di fare scelte azzardate ma efficacissime, io lo so che tanti Tolkeniani ancora pretendono il cuore di Jackson su una picca per aver eliminato dalla storia Tom Bombadil, ma lo vogliamo anche dire che il capitolo dedicato a Tom Bombadil in “La compagnia dell’Anello” è anche il più palloso di tutto il libro? Tolkien che si citava addosso, simpatico quanto volete, ma quando hai un film da fare, totalmente superfluo e giustamente sforbiciato da Jackson.

Scomparso dal film ma presente sulla Bara Volante, contenti amici Tolkeniani?

Pietro Di Giacomo si è approcciato al lavoro di Tolkien da uomo di cinema, ma anche da vero appassionato, ecco perché tra le scelte azzeccate, metteteci pure l’aver richiesto la consulenza di Alan Lee e John Howe responsabili dei bozzetti e delle scenografie, una garanzia di continuità visto che Lee era stato anche uno dei primi ad illustrare i libri di Tolkien seguendo le sue indicazioni (storia vera). Ma forse la scelta più azzeccata fatta da Jackson riguarda il cast, pensateci, se devi imbarcarti in un’impresa lunga e complicata, chi vorresti al tuo fianco? Meglio assicurarsi non solo di avere gli attori giusti, ma persone abbastanza motivate da poter girare tre film in contemporanea, seguendo un piano di lavorazione fittissimo, insomma per prima cosa Jackson doveva mettere su una gran squadra.

Nove compagni, una cena che anche Francesco Guccini guarda con il pugno alzato.

Per gli Hobbit il regista sognava solo attori britannici, infatti Bilbo Baggins lo abbiamo messo in cassaforte affidandolo a quel fuoriclasse di Ian Holm, mentre Billy Boyd e Dominic Monaghan (che deve la sua carriera proprio alla sua presenza in questa trilogia) sono stati anche quelli responsabili di insegnare un po’ di “Cultura da Pub” agli altri due Hobbit, che di Britannico non avevano nulla, ma ditemi se il Goonies Sean Astin nei panni di Samvise Gamgee (che entra in scena dicendo «Credo che mi scolerò un’altra pinta» e infatti è il mio personaggio preferito del libro, storia vera) oppure gli occhioni blu perennemente sgranati di Elijah Wood per il ruolo per cui verrà ricordato a vita, quello di Frodo, non sono le due scelte migliori possibili, passaporto o meno.

Tiro e... Canestro perfetto, altri tre punti per la Contea! (poi dicono che quelli bassi non possono giocare a basket, tzè)

A proposito di attori che verranno per sempre identificati in un ruolo, azzeccare Gandalf voleva dire madare a segno una buona parte del lavoro, se rendi credibile per il pubblico uno stregone con il cappello a punta, che non sembri subito la versione umana del Merlino della Disney, vuol dire che sei sulla strada giusta. Jackson lo sapeva e propose il ruolo ad un attore di innegabile carisma, Sir Sean Connery che poco prima aveva rifiutato il ruolo di Morpheus in Matrix e fece lo stesso con Gandalf, pare perché dichiarò di non aver capito la trama, sta di fatto che per reazione dopo aver detto no a due enormi successi, accettò quella porcheria di “La leggenda degli uomini straordinari” (2003), un flop talmente grosso che spinse Connery a dedicarsi al golf e ad una ricca pensione a tempo pieno (storia vera).

"A Sir Connery sarebbe piaciuto qui, abbiamo un sacco di prati ottimi per il golf"

Il ruolo di Gandalf il grigio andò così a Sir Ian McKellen, una vita da attore Shakespeariano e poi nel giro di due anni, due ruoli “Pop” che lo hanno reso un beniamino del grande pubblico. McKellen molto più pronto di Alec Guinness nel 1977, lo aveva capito benissimo che qui, sarebbe stato l’Obi Wan Kenobi della situazione e ci ha sempre scherzato sopra, dicendo che il giorno in cui morirà, sa già cosa titoleranno i giornali: «Oggi è morto Gandalf». Difficile dargli torto, visto che la sua “morte” sul grande schermo è una delle scene madri di un film che ne è pieno e che ha sfornato frasi che ormai sono patrimonio della cultura popolare, quante volte in vita vostra avete detto «Fuggite, schiocchi!» in qualche situazione? Io sempre, specialmente fuori contesto, ti invita la suocera a cena? «Fuggite, schiocchi», il capo ti vuole per gli straordinari? «Fuggite, schiocchi», funziona sempre!

"Cassidy parlerà ancora a lungo... Fuggite sciocchi!"

Negli anni poi, tra versione cinematografica, versione estesa e contenuti speciali, mi sono spulciato, letto e visto tutto il possibile sulla realizzazione di questo film, quindi mi ritrovo per le mani tanto di quel materiale impossibile da stipare tutto in un solo post, se dovessi scegliere un aneddoto che riassume quanto Jackson stesse artisticamente in forma durante la realizzazione di questo film, devo citare uno che finì proprio a recitare in quella schifezzetta già citata di “La leggenda degli uomini straordinari”, ovvero Stuart Townsend prima scelta per il ruolo di Aragorn, che però venne licenziato dopo quattro giorni di lavorazione, perché Pietro Di Giacomo si rese conto che era davvero troppo giovane per il ruolo. Un personaggio chiave che è stato sostituito al volo, in un cambio in puro stile cestistico, da un attore che fino a quel momento aveva fatto un’infinita gavetta senza però sfondare mai per davvero, Viggo Mortensen che non aveva mai letto il libro, accettò perché suo figlio era fanatico di Tolkien e in un attimo diventò il miglior spadaccino presente sul set (storia vera), l’unico che andava anche in pausa pranzo con la spada legata alla cintura. Ma visto che avremmo modo di parlare ancora di Viggo nei prossimi capitoli, passiamo ad uno che invece ha avuto un solo film per mettersi sulla mappa geografica: Sean Bean.

"Con trentamila lire il mio orefice lo faceva meglio"

Se la HBO lo ha voluto come padre degli Stark in Giocotrono, è stato solo per aver partecipato a questo film, dimostrazione che tutti quelli usciti da questa trilogia ancora campano di rendita dopo vent’anni. Non solo Bean è diventato campione del mondo di meme generati attorno alle numerosi morti dei suoi personaggi, ma tutti ricordano il suo Boromir, che ha la sfortuna di passare per un tamarro con gloriosa redenzione finale, per lo meno nella versione cinematografica del film, in quella estesa da 228 minuti (contro i 178 di quella uscita in sala), il suo personaggio è molto più sfaccettato, ma è un sacrificio che Boromir poteva caricarsi sulle spalle in favore di un film tanto riuscito.

Fun fact: Orlando Bloom era appena uscito dalla scuola di recitazione quando venne scelto per questo film. Non si sa quale scuola però, hanno preferito restare anonimi.

Diventa anche complicato scrivere di un film a cui voglio così tanto bene e che in vent’anni si è guadagnato un pubblico tanto vasto e appassionato, le scenografie sono impeccabili, l’uso della CGI è abbondante ma grazie ad una palette cromatica azzeccata, risulta comunque omogenea al resto delle immagini e non è scontato che la CGI sappia reggere la prova del tempo, infatti in alcuni capitolo di questa trilogia non sarà sempre così, ma per “La compagnia dell’Anello” funziona ancora tutto alla grande, forse perché Jackson ha alternato costumi, trucchi, make-up e soprattutto tante soluzioni cinematografiche, da non rendere il suo film totalmente dipendente dallo “Schermo verde”. Basta guardare i trucchi utilizzati per gestire quell’incubo logistico che sono le differenti altezze dei personaggi, un po’ di computer grafica e tanto lavoro al montaggio (Elijah Wood e Sir Ian McKellen, non hanno quasi mai girato scene insieme, anche se per tutto il tempo i loro personaggi sono uno accanto all'altro) e anche uno come John Rhys-Davies, il più alto del cast con il suo 1 e 85, può diventare il nano Gimli. Sarà pure vero che nessuno può lanciare un nano, ma un cineasta capace può rimpicciolire un attore.

Elia Boschi non è proprio un gigante, ma la prospettiva usata bene aiuta.

Peter Jackson in “La compagnia dell’Anello” si è giocato tutti i trucchi da stregone accumulati negli anni e nel corso del suo cinema, dentro potete trovare l’amore per i trucchi analogici e il make-up dei suoi primi horror, ma anche la CGI che rendeva l’assassino di “Sospesi nel tempo”, una sorta di prova generale per i cavalieri neri di questo film. Non è un caso se alcune scene qui sono degne di un film dell’orrore, come i quattro Hobbit nascosti dietro l’albero con il cavaliere Nero ad un passo da loro a fiutare l’aria.

"Speriamo che non senta anche gli odori, perché credo di essermela fatta sotto dalla paura"

Jackson è stato bravissimo e anche molto furbo, molte delle scene migliori del film di Ralph Bakshi possiamo ritrovarle identiche qui (vi avevo detto che Bakshi, sarebbe tornato no?), specialmente per quanto riguarda la porta di accesso alle miniere di Moria (dite amici ed entrate...) oppure l’aspetto di Gollum, ma di questo parleremo a breve, il vantaggio di avere una trilogia intere su cui poter scrivere!

"Nel prosssssimo posssst ci vedremo tesssoro"

Quello che rende “La compagnia dell’Anello” un film così incredibile è la capacità di iniziare con enorme epica con quel prologo in grado di incollare quasi chiunque allo schermo, per poi diventare una favoletta leggera con Stregoni, Hobbit e feste di compleanno da celebrare, fino alla capacità di mettere in chiaro la posta in gioco, di quanto sia labile la speranza riposta nelle mani di Frodo Baggins, riuscendo benissimo a farci capire quando sia grande il peso da portare per un solo prescelto e no, non rompete il cazzo con quella storia delle aquile, Gandalf non poteva far portare l’anello al Monte Fato da loro, Sauron le avrebbe fulminate in volo al primo chilometro, smettiamola con questi falsi miti di Internet, come Indy che non fa nulla nella trama, essù!

Nel 2001 non erano proprio tanti disposti a stendere i tappeti rossi davanti all’idea di una saga Fantasy milionaria, Lucas non stava convincendo con il suo nuovo Star Wars, inoltre l’idea di una faida tra nerd con Tolkeniani da una parte e fan di Harry Potter dall'altra, attizzava parecchio i giornalisti, come non accadeva dai tempi di Blur contro Oasis. Motivo per cui quando il film uscì, non tutti erano disposti a riconoscere a Jackson la grandezza del lavoro svolto, con due film in uscita pochi erano già pronti ad urlare al capolavoro. Strano perché GIEI GIEI anni dopo è stato incensato a scatola chiusa fin da subito, così pure oggi, uno schiaffone all’oscuro signore dei Nerd l’ho piazzato, tiè!

Dritto in mezzo agli occhiali del mio arcinemico.

Peter Jackson nel suo film ha saputo metterci la favola e l’epica, in una storia che è strapiena di momenti epici e grandiosi, io ancora oggi trattengo il fiato sul crollo delle scalinate di Moria («E la chiamano una miniera… Una miniera!») e pochi altri momenti mi esaltano come quando all'ultimo faticoso salto, risuonano le noti trionfali di “The Bridge Of Khazad-dum” di Howard Shore, una colonna sonora che da sola potrebbe convincerti a partire per il Monte Fato a piedi anche ora.

Impossibile descrivere tutti i momenti riusciti di un film che potrei citarvi a memoria, che è diventato oggetto di culto e di amorevole sfottò, dal cameo di Jackson alle apparizioni di Cate Blanchett in versione Madonna dei boschi Fantozziana. Provate a buttarmi lì una frase (la sezione commenti esiste anche per questo) e io finirò per ridoppiarvi tutto un film, da «Attirate troppa attenzione signor Sottocolle» fino a «Ho fatto una promessa padron Frodo…», un film che dopo vent'anni e anche più visioni, ancora richiede estrema durezza, per continuare ad apparire così estremamente duri durante la scena dell’uscita dalle miniere di Moria, insomma ci voleva qualcuno con abbondanti dosi di cuore e cervello per riuscire nell'impresa di portare l’opera di Tolkien al cinema, Peter Jackson da Hobbiville dalla Nuova Zelanda era quello giusto per farlo.

Silhouette of Doom Ring.

Molto è rimasto fuori da questo post ma avremmo ancora tempo di parlare di tutto quello che ancora ci aspetta nei prossimi post, adesso era importante festeggiare i primi vent'anni di "La compagnia dell'Anello", ma il viaggio è appena cominciato, ci vediamo qui tra sette giorni, lasciate tutto quello che non vi occorre, viaggiamo leggeri, si va a caccia di orchi.

Cassidy parte di corsa verso la vegetazione canticchiando il tema di Howard Shore

68 commenti:

  1. Condivido tutto. Gran film questo tanto quanto bruttina la trilogia de Lo Hobbit che non ho nemmeno terminato (mi manca il terzo). La CGI in effetti perde qualche colpo nel secondo e terzo capitolo, ma lo si sopporta di buon grado rapportandola a certe cose brutte che si vedono in film recentissimi. Sarebbe un pochino come voler criticare le animazioni di Harryhausen che all'epoca erano strabilianti, mentre viste adesso sono palesemente finte, però riescono lo stesso a mantenere un fascino unico.

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    1. Dipende dall'uso che se ne fa il Maestro Harryhausen usava la sua arte come supporto della fantasia, per portare al cinema qualcosa che non si era mai visto, quando la CGI viene usata per sostituirsi anche al reale cominciano i problemi ma parleremo a breve anche di questo ;-) Cheers

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    2. Scusate se mi intrometto, ma a me la Medusa di "Scontro di Titani" mette fifa ancora adesso.

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    3. Tira il freno giovane Redferne ci sarà tempo e maniera per affrontare l'animazione a passo uno ;-) Cheers

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  2. Il genio di Sam Raimi aveva già capito prima di tutti gli altri le potenzialità delle location della Nuova Zelanda nel genere fantasy,essendo stato produttore esecutivo delle serie di "Hercules","Xena" e altri ancora,tutti girati nella patria di Peter Jackson!

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    1. Senza il genio di Raimi, Pietro Di Giacomo avrebbe fatto altro nella vita, parleremo ancora di Raimi anche nel secondo capitolo della triologia ;-) Cheers

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  3. E tempo veramente di chiuderla con questa rottura delle aquile! E non è affatto necessario tirare fuori il libro per cercare una spiegazione,e sufficente guardare il film con attenzione! Viene detto più volte molto chiaramente che i cieli della Terra Di Mezzo sono pieni di spie alate del nemico,se venivano intercettati sulle aquile in volo e venivano colpiti? fine caput! Viene chiaramente detto inoltre che Sauron non sospetta minimamente che i suoi avversari vogliano distruggere l'anello visto il suo enorme potere di corruzzione,è il prezzo da pagare per poter mantenere segreta la missione per i nostri eroi è di dover prendere la strada più lunga e perigliosa! Fine,vedete non serve il libro,era sufficente godersi il film con attenzione,thò adesso vi faccio un esempio a caso sul genere fantasy,"Hellboy 2" di Del Toro! C'é il principe Nuada che vuole risvegliare l'armata d'oro e gli servono i 3 pezzi della corona,e per un bel pezzo di film la principessa con il suo pezzo della corona mostrato ai protagonisti,se ne sta tranquilla nella loro base,perchè non hanno semplicemente ditrutto il suo pezzo della corona? a fine film vediamo Liz che con una fiammata blu delle sue scioglie la corona in un petosecondo,perchè non farlo prima?niente corona, niente armata d'oro fine! Loro non devono andare chissà dove per distruggere la corona,invece per l'unico anello è completamente differente! Questo rende il film di Del Toro una merda? no,per me è un film bellissimo,semplicemente evito di fare la pulce su queste cose percè se nò non c'è più un film da guardare! La mia domanda è perchè non avete riservato all'ottimo Hellboy di Guillermo lo stesso trattamento che avete riservato ai film di Jackson? devo pensare che l'avete fatto solo perchè vi atteggiate a raffinati acculturati che considerano merda tutti i film di successo anche se sono meritati? I film vanno goduti e seguiti con attenzione,non sono materia per chiacchiere futili da forum sfigatissimi popolati da analfabeti,perchè oltre a non saper leggere molti di loro evidentemente non sanno neanche guardare un film! Le aquile sono funzionali alla trama è intervengono per salvare Gandalf da Isengard,e poi solo alla fine quando ormai l'anello è sul monte pronto per essere distrutto,non serve essere un nerdone fanatico di Tolkien,ho visto e ascoltato il film! E con questo giuria ho concluso!

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    1. Appunto, ma sai come funziona internet no? Qualcuno dice qualcosa di molto simpa, nessuno verifica ma si condivide. Come accaduto lo scorso anno quello, non voglio farvi preoccupare ma Mad Max era ambientato nel 2021, peccato che Mad Max NON sia ambientato nel 2021 ;-) Cheers

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  4. La mia più bella esperienza e ricordo al cinema! Ricordo ancora nel cinema del mio paese che non c'è più ora,che aveva solo 2 sale al suo interno,è quella grande era strapiena riservata a questo capolavoro totale! A ripensarci quasi mi commuovo!

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    1. Idem e anche di quello parleremo negli altri post dedicati alla trilogia ;-) Cheers

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  5. Uno dei miei aneddoti preferiti del dietro le quinte di questa grandiosa trilogia,resta lo scherzo infamissimo di John Rhys-Davies ai danni di Peter Jackson in persona con la complicità dei truccatori facendogli credere di essersi mozzato un dito,facendo sbiancare a morte il povero regista che dirige con i piedi scalzi! Mamma che risate sadiche che si sono fatti sul set,bello bello bello! Niente pomposità nolaniane,il cinema è anche divertimento!

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    1. Lo conoscevo ma proprio perché ci sono troppe informazioni per un post solo, qualcosa ho dovuto tagliare, come avrebbe detto John Rhys-Davies. Cheers

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  6. Hai ragione.
    Ci sarebbe da scrivere un papiro pari al volume stesso.
    Ma saro' breve.
    Mai paragone con Lucas fu piu' azzeccato.
    Questo per me e' stato il "Guerre Stellari" del duemila.
    Rimasi letteralmente folgorato.
    E proprio come il primissimo film di Lucas, se al termine sei gia' li' a gridare GIRATE SUBITO IL SEGUITO (anche se lo avevano gia' fatto, in questo caso...) vuol dire che ha funzionato alla grandissima.
    Un plauso al grande Peter. Per essersi cimentato con un impresa che io ritenevo IMPOSSIBILE.
    Per certi versi provai la stessa sensazione avuta in seguito con l'avvento dell' MCU, dove ci siamo ritrovati tutti i super possibili e immaginabili. Anche quelli che giudicavo infilmabili.
    Se fossi tornato con un varco spazio - temporale da me stesso pischello a dirgli che hanno fatto il film sul tomo sacro di Tolkien, quello mi avrebbe dato del pazzo.
    Perche' farci un film non significa solo affrontare un impresa a dir poco titanica. Ma anche schiere di fan integralisti talmente ottusi da far impallidire l'inquisizione spagnola.
    TA - DAAAN!!
    NESSUNO SI ASPETTA L'INQUISIZIONE SPAGNOLA!!
    Ehm, scusate.
    La fortuna forse fu che per Jackson si trattava del film della vita. Ma non in senso stretto.
    Nel senso che se sbancava con questo avrebbe avuto carta bianca per qualunque cosa.
    Ok, viene dallo splatter. E allora?
    La gente ha la memoria corta, e forse dimentica che il Cameron che ha incantato le folle femminili con "Titanic" arriva dallo stesso fertile terreno. E cioe' un Fanta-splatter a basso costo. Anche se coi controfiocchi.
    Io adoro il libro, e lo considero un capolavoro.
    Beh, grazie tante. C'e' qualcuno che non lo adora, tra quelli della mia generazione?
    Ma non sono cosi' fanatico da stabilire che dev'essere tutto perfetto oppure non se ne fa nulla.
    E quindi me lo sono goduto appieno.
    E sono rimasto sconcertato dai commenti di alcuni miei amici e compagni di visione, per cui evidentemente il discorso non valeva.
    "Eeh, pero' non c'e' Bombadil, che e' fondamentale e..."
    Ma ragazzi!!
    Ma ci rendiamo conto?
    Peter CE L'HA FATTA, PER LA MISERIA!!
    E voi state qui a menarla con Bombadil!
    Certe volte ho l'impressione che non abbia ancora avuto tutti gli onori che merita.
    Ne riparleremo quando faranno il reboot, tutto in CGI, con pessimi interpreti (tutto il contrario di Wood, Mortensen, McKellen e compagnia bella dell'anello che sono perfetti) che non trasmettera' nulla.
    Pero' ci sara' Bombadil, e saranno tutti contenti.
    Grandissima recensione, Cass.
    Complimenti.

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    1. Ti ringrazio moltissimo, sono d'accordo e come sempre, Tom Bombadil puzza ;-) Cheers

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  7. Era destino per Peter Jackson dedicarsi ai mostri del mondo del cinema,d'altronde il destino a voluto che nascesse proprio il giorno di Halloween! Ma che bello deve essere festeggiare il proprio compleanno il 31 ottobre?

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    1. Pensa che Rob e Sheri Moon Zombie si sono sposati il 31 ottobre (storia vera). Cheers

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  8. Bellissimo film.
    Personalmente ho apprezzato moltissimo la scelta di Jackson di risparmiare la Contea alla fine dall'occupazione di saruman
    È vero, si perde il salto tra prima e dopo, e la fine dell'era. Ma è impagabile la scena degli Hobbit nel pub che dopo aver salvato il mondo, vengono trattati come se venissero da un week end all'agriturismo ��

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    1. Avremmo modo di parlare anche di questo nel post (attualmente in lavorazione, cit.) più adatto per farlo, quello sull'ultimo capitolo della trilogia. Cheers

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  9. Adoro tutta la trilogia,però devo dire che il primo film resta quello a qui sono più legato! C'è sempre il viaggio in tutti i film,ma il secondo e il terzo sono soprattutto film di battaglie campali nel mondo degli uomini,mentre il primo a il pregio di mostrare il viaggio in una dimensione più intima ed esotica esplorando luoghi lontani dai conflitti della terza era, legati al passato dei popoli elfici e nanici con l'intero gruppo della compagnia insieme che è bellissimo anche per via dei loro attriti e divergenze di opinioni! Tutta la parte ambientata nelle "Miniere di Moria" resta la mia preferita in assoluto di tutta la trilogia di Peter Jackson,seriamente le perdute miniere di Moria sono il capolavoro assoluto di Jackson secondo me,il buio,i luoghi sotterranei immensi avvolti dall'oscurità abbandonati da tempo ed illuminati solamente dal bastone di Gandalf,i silenzi,la paura ancestrale scaturita delle forze maligne più antiche degli orchi che vi dimorano,l'atmosfera cupa che si respira è straordinaria,e tra l'altro realizzata usando prevalentemente set e miniature! La perfezione estetica ed emotiva!

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    1. Forse anche io voglio più bene al primo, magari anche perché per riempire l'attesa dei capitolo successivi, è il film che abbiamo rivisto più volte? Secondo me questo è un fattore ;-) Cheers

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    2. Più esoterica che "esotica"

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    3. anche io devo dire che sono più legata al primo, forse per l'aspetto più avventuroso, per il viaggio.

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    4. Vero ed è anche quello che abbiamo visto più volte complice l'attesa per gli altri ;-) Cheers

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    5. E poi mi sento molto Pipino-combinaguai.

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    6. La verità è che vorremmo tutti essere come Granpasso ma alla fine siamo Pipino, anche se questa frase mi è uscita più ambigua del necessario. Cheers!

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  10. Come il caro Cassidy, pure io ero un adepto di Guerre Stellari in un mondo in cui a nessuno piaceva nè conosceva guerre stellari.
    Esce la Compagnia dell'Anello ma nani, stregoni, elfi? Non fa per me.
    Poi un amico mi convince a vedere il primo in dvd, in previsione dell'uscita del secondo al cinema.
    Accetto.
    E adesso conosco anch'io tutte le battute a memoria ed ho letto i libri. Oltre ad aver contagiato una parte della famiglia con cui scambiare giochi di parole e citazioni dal film.

    Il taglio di Tom Bombadil severo ma giusto. Quando ho letto il libro ho pensato: "chi ca#*o è questo? E perchè non c'è mai un orco in giro quando serve?"

    p.s. Questo primo per me resta il migliore della trilogia ANCHE SE ha un debito enorme con il film del 1978, che tracciava il solco poi seguito da Jackson per i primi 2 capitoli.
    In pratica quello del '78 è la bozza di ciò che sarebbe stato. Jackson ha rubato a piene mani - e con intelligenza - da quel film.

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    1. Siamo cresciuti con i piedi piantati nello stesso terreno, quindi avevo pochi dubbi. Speziamo tutte le lance e gli scudi a favore della versione del 1978, senza la quale Jackson non avrebbe potuto risolvere tanto problemi di adattamento davvero complicati. Cheers!

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  11. Non sono un fan dell'opera, ma complimenti per lo splendido pezzo: sei riuscito addirittura quasi a convincermi a leggere il libro e vedere il film. Quasi, però :-D

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    1. Ti ringrazio davvero di cuore, ti aggiungo una piccola storiella direttamente da casa Cassidy: mio padre non aveva mai letto il libro, ma dopo aver apprezzato il film ha preso in prestito la mia copia per provarci. Abbandonato dopo cento pagine al grido di: «Quei cosi con i piedi pelosi, naaa non fa per me» (storia vera). Cheers!

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  12. Pieno di energie e di entusiasmo,così è il Peter Jackson che voglio ricordare! Ormai quello attuale sembra un regista impaccato di soldi(meritati eh!)più o meno ritiratosi dal cinema che se ne sta sulla sua poltrona con la tazza in mano a restaurare filmati di repertorio per documentari che non vedrà nessuno! Ho ancora qualche speranza di rivederlo,ma considerando il suo lavoro puramente alimentare su "Lo Hobbit" con film uno peggio dell'altro,forse dovrei andarci con i piedi di piombo! Quello che può succedere quando hai già realizzato i tuoi progetti della vita come regista! Spero davvero di sbagliarmi!

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    1. Capisco che sia subentrato un certo senso di appagamento dopo il successo, gli Oscar e aver portato a termina uno degli obbiettivi della vita, ma PJ non ha perso solo i chili di troppo, di sicuro lo preferivo prima, cicciotto e vulcanico ;-) Cheers

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  13. Non ho festeggiato, ma anch'io mi riconosco in te, all'epoca avevo 16 anni e l'impatto fu incredibile, incredibile come appunto questo film, questa saga, che sfiora la perfezione, tutto è cucito in modo significativo, davvero lavoro fantastico ;)

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    1. Facciamo parte della generazione colpita in mezzo agli occhi da questa trilogia di film ;-) Cheers

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  14. A me solo una cosa non è chiara, di tutta la trilogia: alla fine, il potere di questo fantomatico anello qual'era? Perché, più di adattarsi alle varie dita e rendere invisibile chi lo indossa, altro non gli ho visto fare...

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    1. Ho molto apprezzato l’idea di non raccontare per filo e per segno i poteri dell’Unico Anello, come farebbero in un film contemporaneo, lasciando invece intuire la sua capacità di amplificare il potere di chiunque. Per questo il più mite e inoffensiva delle creature della Terra di Mezzo, come un Hobbit, può vivere una vita incredibilmente lunga (Bilbo) oppure scomparire diventando invisibile, cioè ancora più furtivo di quanto già gli Hobbit non siano. Ecco perché la Dama del Bosco tentata, rinuncia perché sa che diventerebbe «…PIU’ FORTE DELLE FONDAAAAMENTAAAA DELLA TERRAAAAA!», e così in proporzione crescendo fino a chi è già molto potente come Sauron. Cheers

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    2. Dentro l'anello Sauron aveva "versato" metà della sua forza vitale e l'anello, se indossato da lui, amplificava quella forza vitale del 100%. Insomma Sauron con l'anello era più forte di un terzo rispetto alla sua potenza standard rendendolo, nella terza era, di gran lunga l'essere più potente della terra di mezzo. Gli altri esseri come gli Hobbit non sarebbero mai riusciti a sfruttare il potenziale dell'anello, ma personaggi come Gandalf, saruman o galadriel sarebbero stati corrosi da un oggetto così malvagio da intrattenere l'essenza vitale stesso del male incarnato

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    3. Esatto, mi piace proprio che tutto questo nel film si capisce, senza bisogno di spiegarlo per filo e per segno come fatto da Tolkien. Cheers!

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  15. Penso che la compagnia di Jackson sia un fantastico compendio di quello che in anni moderni deve essere un kolossal fantasy. Gli elementi ci sono tutti, è anche quello che riguardo più volentieri.

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    1. Lo penso anche io, il punto di contatto tra i vecchi Kolossal di Hollywood e il fantasy più contemporaneo. Un film curato nei dettagli, quelli che fanno la differenza. Cheers!

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  16. forse l'ultimo grande capolavoro cinematrografico prima dell'avvento di questa era di remake reboot e porcate senza senso. Cinema puro, per una saga immensa.

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    1. Vero, pur essendo tratto da un classico della letteratura, sapeva tanto di ultima grande chiamata alla armi per il cinema. Cheers!

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  17. Il mio preferito della trilogia: io la Compagnia l'avrei tenuta assieme fino alla fine della saga, ma so che nell'opera originale non è così.
    Visto al cinema, un altro paio di volte in divvuddì, in programma una ri-visione... Mi tengo per quel momento la lettura del ricco post e un eventuale commento più "fresco" dato che sto avendo giornate piuttosto concitate per stare dietro ai post lunghi.

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    1. Vai tranquillo, questa Bara è a disposizione del tuo ritorno a Mordon ;-) Cheers

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  18. Mai stato un amante del fantasy e mai letto niente di Tolkien, ma questi film almeno una volta nella vita si devono vedere.

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    1. Assolutamente, sono gran cinema ;-) Cheers

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    2. Non ero mai stato un amante del fantasy finchè non ho visto questa trilogia.
      E' vero: l'anello corrompe tutti!

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    3. Beh dai, diciamo che i film belli fanno questo effetto, poi la Trilogia, quella nostra, era una "Space Opera" con molto in comune con il fantasy. Cheers

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  19. Oh Santo Eru Iluvatar, cosa mi ha tirato fuori, ragioniere!
    Per quanto mi riguarda, il film perfetto, quello che mi ha stregato a 11 anni e che ancora oggi non mi stufa. Jackson potrà fare quello che vuole, pure professarsi leghista, ma gli vorrò bene solo per aver fatto questa Trilogia *.*

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    1. Dopo ha cercato di perdere la nostra stima in diversi modi senza riuscirci, ma cosa gli dici? Ha fatto un mezzo miracolo con questa trilogia. Gli è venuta così bene che ha dato l'illusione ad altri che fosse facile fare gli adattamenti. Cheers!

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  20. Uno dei miei film preferiti in assoluto, bravissimo Cassidy, hai fatto bene a recensirlo

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    1. Grazie mille cara, posso sempre contare sul tuo buongusto cinematografico ;-) Cheers

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    2. Arwen Lynch. La mia mente viaggia ad immaginare la saga diretta da Lynch...

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    3. Con gli hobbit che parlano al contrario. Cheers

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  21. Gran post (in tutti i sensi), ma vale la pena leggerti sempre con attenzione! Ricordo ancora quando andai al cinema a vedere questo filmone, il mio preferito della trilogia, ed effettivamente la colonna sonora di Shore vale da sola il biglietto! Giusto tutto ciò che hai scritto su cast, regia, effetti speciali e pure su Tom Bombadil. Che comunque doveva esserci nel film, c'è un canale youtube geniale di un tizio che con i pupazzetti Lego in stop motion spiega l'assenza di Tom nel film... X--D

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    1. Oddio lo cercherò, sto già ridendo solo all'idea ;-) Per il resto ti ringrazio moltissimo, ci tenevo a portare questa trilogia qui sulla Bara. Cheers!

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    2. È qui... :--D

      https://youtu.be/QxhP7F1CftE

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    3. Fantastico, grazie mille! Cheers

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  22. Articolo bellissimo di cui condivido ogni parola (cioè, se sapessi scrivere così bene :) a partire dalle mai troppe lodi per il capolavoro di Tolkien (e si: rifare lo Hobbit - che era nato come favola per bambini abbastanza naif - in versione epica è stata una cassata colossale)
    Anche per me la Compagnia dell'anello rimane il migliore della trilogia, anche se dopo aver visto il film di Bakshi bisogna riconoscere che Jackson ha attinto (per usare un verbo generoso) da quest'ultimo a piene mani, a volte inquadratura per inquadratura... Però la stupefacenza assoluta degli orchi che sgusciano lungo le colonne di Moria sul grande schermo me la ricordo ancora: non si era mai visto niente del genere prima, e tornai a vedere il film al cinema una seconda volta anche solo per quella scena...

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    1. Io cerco sempre di promuovere Bakshi, perché la sua versione è notevole e senza quella, non avremmo mai avuto questa trilogia tanto amata, tutta la parte a Moria per me non si batte, una tirata unica incredibile ;-) Cheers

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  23. Personalmente, uno dei miei film preferiti di sempre e, al netto della spettacolare sequenza dei rohirrim nel terzo film, il migliore della trilogia, proprio per la sua circoscrizione rispetto ad uno scontro su scala più ampia.
    Il portare l'Anello a Mordor è la classica quest, che abbiamo visto ripetuta in miliardi di salse (è tuo dovere venire ad Aldeeran con me, Luke!) eppure quando guardo questo film, mi si spalanca sempre una porticina nell'animo, al pari di Jurassic Park.
    Le scene di Gandalf in cui si rende conto che quello è l'anello confermano l'abilità recitativa di McKellen in una maniera che mi fa emozionare ogni singola volta. E l'inseguimento dei nazgul, la lotta a Moria, prima coi goblin ed il troll e poi col balrog, la morte di Boromir....per me, è stato uno degli ultimi sussulti del cinema sì blockbuster, ma anche dotato di grande cuore.
    Non ho mai trovato granché fastidiosi i pochi cambiamenti apportati (tipo la rimozione di Tom, oppure l'aver dato più spazio ad Arwen, anzi risultano miglioramenti nell'ambito di una trasposizione: il primo taglio non appesantisce la narrazione -e in fondo, Bombadil è un po' fine a se stesso e a Baccador- mentre il secondo aggiustamento permette di esplorare un personaggio altrimenti comparsa nel libro).
    Location, musiche, attori e costumi sono magnifici e monumentali ancora dopo 20 anni...avrei qualche critica da muovere solo a Frodo, ma questo dalle Due Torri in poi. Quindi aspetterò la recensione apposita.
    Ciaooo!

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    1. Non dovrai aspettare molto ;-) Il film è talmente curato, che a volte basta un priamo piano sull'attore giusto, nel momento migliore, perché il pubblico capisca cosa quel personaggio sta pensando, pochi altri film riescono ad eccellere in queste specialità meglio di questa trilogia. Cheers!

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  24. Film epico. Quando lo vidi al cinema, da fan sfegatato di Tolkien rimasi a bocca aperta dall'amore che il film trasuda. Jackson ha fatto bene a togliere Bombadil dal film perché piuttosto ininfluente nella trama e soprattutto avrebbe reso l'entrata in scena di aragorn ancora più in là nel film. E poi diciamocelo: tutti volevano arrivare dopo brea. È da là che parte l'avventura vera e propria. Della parte prima di Brea ho trovato assolutamente perfetta la scena in cui Gandalf racconta a Frodo dell'anello e delle sue origini. Punti deboli? Uno piccolo piccolo cioè avrei dato qualche minuto in più alla battaglia del prologo con Gil Galad e Isildur. Il secondo, molto più grande e' la trattazione degli elfi. Io comprendo l'amore per una razza ma qua si esagera in particolare con Legolas. Soprattutto a detrimento di Gimli che nel film è ridotto un po' troppo a macchietta mentre nel libro è un guerriero di prim'ordine che salva la vita ad aragorn (altro che lancio del nano). Ecco non ho mai perdonato a Jackson come ha trattato gilmli. Quando a moria combatte contro il troll ha due asce piccole piccole. Dagli un'ascia bipenne che nel libro Gimli i troll li decapita

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    1. Purtroppo Gimli è stato selezionato come il più indicato a ricoprire il ruolo della stramaledetta linea comica, che pare non poter mancare mai nei film, alla fine spicca e a Moira offre comunque il meglio del suo lato guerriero, però nel libro è ben più serio e tosto ;-) Cheers

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  25. Eccomi qua come annunciai. Ieri ho iniziato la ri-visione della trilogia, ho il cofanetto con le versioni "non estese", e comunque tre ore scarse non sono poche.
    Ignoravo il progetto di un film con Kubrick e i Beatles, anzi non so quanti appassionati che nel 2001 videro questo film al cinema sappiano questa cosa.

    Come detto nel precedente commento, è il mio capitolo preferito della trilogia, perché rappresenta parecchio il mio senso di "avventura fantasy": un gruppo di eroi coinvolti in una missione che li porta ad affrontare ostacoli, enigmi, avversari...
    I due hobbit secondari non li ho mai digeriti granché, hanno la stessa funzione del popolo di Trolla nella saga dei Masters: elementi comici combina guai del tutto superflui. Forse sarebbe stato troppo serioso, ma avrei per esempio aggiunto dei battibecchi tra Gimli e Legolas...
    Il resto mi piace, ha i tempi giusti, trovo meraviglioso il modo di dare le "giuste" stature ai vari personaggi... A proposito di personaggi, mi sono sempre chiesto cosa sarebbe successo se Balrog avesse avuto motivo di assaltare Mordor. 😎 Chi l'avrebbe vinta? Comunque tutta la parte nelle miniere di Moria è la mia preferita del film, con l'orco delle caverne che dev'essere parente di quello che appare nei bagni di Hogwarts: in fatto di lentezza e tontaggine l'uno ricorda l'altro.
    Non mi è poi chiaro perché i nazgul, attratti dall'anello, si dirigano spediti nella stanza sbagliata della locanda. Non mi pare chiedano a qualcuno dove siano gli hobbit. Boh, non avendo letto il libro non so nemmeno se la scena corrispondente c'è in originale.

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    1. Sono qui anche per svelare questi retroscena ;-) Nel libro Gimli e Lwgolas avevano ancora meno spazio ma la parte a Moria oltre ad essere una delle mie preferite del libro, resta una delle parti migliori di tutta la trilogia. Cheers!

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    2. Insomma la saga (già letteraria) mette in mezzo varie razze ma poi si concentra su uomini e hobbit, tipo il Grande Mazinga che ha avversari 7 generali, ma alla fine quelli a scendere in campo sono in grandissima parte i mostri di Yuri Cesar e Argos.
      A me piacciono le storie corali, con tanti personaggi equamente importanti, e se gli elfi in generale hanno un loro spazio nella trilogia, Legolas resta comunque un comprimario, e Gimli ancora meno, spalla del comprimario.

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    3. Nella terza era, prima Tolkien si era sbizzarrito a parlare di elfi e nani in ogni modo possibile ;-) Cheers

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