Al fin giungemmo, o per lo meno, all'ultimo post dedicato alla trilogia Jacksoniana, l’ultimo dei tre film girati in successione uno dopo l’altro, una maratona di super lavoro per il regista neozelandese che è decisamente valsa, l’attesa, la fatica e il duro lavoro.
Buona parte delle riprese de “Il ritorno del Re” sono state
girate nel 2001 e terminate agli inizi del 2002, più tempo per la lunga
post-produzione, durata la bellezza di due anni fino al novembre del 2003, un
mese prima dell’uscita in sala di questo tanto atteso ultimo capitolo.
Se il prologo de La compagnia dell’Anello serviva per introdurre il pubblico al mondo della
Terra di Mezzo, per quanto mi riguarda quello di “Il ritorno del Re” è senza
ombra di dubbio il mio preferito, perché sarà anche vero che l’oscuro signore
Sauron, è il Signore del titolo, ma non esiste personaggio che quell’Anello
lo ha desiderato più di Gollum, che per parafrasare le parole del primo film (o
libro) ha ancora un compito in questa storia, la pena provata da Bilbo ha
davvero deciso del destino di tutti.
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Intanto, completiamo la trilogia del cameo di Pietro Di Giacomo, qui in versione fetido pirata. |
Infatti Pietro Di Giacomo lo sa benissimo è proprio sui dualismi del personaggio e quel senso di pena che sa provocare, affida l’inizio del capitolo finale, la trasformazione di Sméagol in Gollum è sofferta e dolorosa («… E abbiamo pianto tessssoro, perché eravamo tanto soli»), se i primi cinque minuti di un film ne determinano tutto l’andamento, in questi ci sono già tutti i sentimenti che proveremo nel corso di “Il ritorno del Re” per il povero povero Sméagol, traditore, bugiardo, seminatore di zizzania e variabile impazzita in grado di far saltare il banco, perché Tolkien era un dritto e ancora oggi i suoi personaggi fanno scuola per tutti i grandi scrittori, come Stephen King che su Gollum ha modellato Quello delle pattumiere del suo L’ombra dello scorpione, anzi, diciamo pure che tutto quel libro nemmeno esisterebbe senza Tolkien. Per altro non so voi, ma ho sempre trovato piuttosto geniale dal punto di vista visivo il fatto che i due portatori dell’Anello, Frodo e Gollum, avessero quasi gli stessi occhioni, quelli al naturale di Elijah Wood e quelli in CGI di Gollum, come se fossero uno la versione consumata dell’altro, un “memento mori” costante per l’affranto Hobbit.
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Behind blue eyes (cit.) |
Affrontiamo subito un tema importante de “Il ritorno del Re”: la sua durata. Con una mezz'ora aggiuntiva rispetto ai suoi due fratellini, questo terzo capitolo è il film più lungo della trilogia fin dalla sua prima versione cinematografica da 200 minuti, lievitati a 252 in quella estesa del DVD e 263 nel Blu-ray.
Siccome mi sono già espresso sull'affare Tom Bombadil (e i
Tolkeniani duri e puri… MUTI!), bisogna dire che “Il ritorno del Re” è il
capitolo che subisce più drastici tagli nel passaggio da carta a grande
schermo, questo ai Tolkeniani posso concederlo. Per ovvie ragioni di tempo,
Jackson sforbicia tutto il ritorno a casa con (brutta) sorpresa degli Hobbit,
che da solo avrebbe richiesto almeno altre due ore di film, ma facendo di necessità
virtù, i grandi sacrificati restano purtroppo lo stregone Saruman e il suo
fidato servo Giuda Grima Vermilinguo, che nella versione cinematografica
da 200 minuti nemmeno compaiono. Barbalbero ci informa che sono al sicuro
chiusi dentro la torre di Isengard, messi a cuccia con una buona dose di
mazzate e schiaffoni, rendendo così il ritrovamento del Palantir da parte di
Pipino “faccio casino” (Billy Boyd) del tutto casuale, toh un Palantir che
bello, possiamo teneeeeerlo??
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Considerando i trascorsi di Christopher Lee, io avrei optato per un paletto nel cuore. |
Qui Pietro Di Giacomo e le fidate Fran Walsh e Philippa Boyens, hanno dovuto lavorare di fantasia, inventandosi una fine tutta nuova per Saruman e Grima che è possibile vedere in maniera decente solo nella versione estesa del film. Ci tengo a sottolineare questo dettaglio per un motivo del tutto personale, penso che il film possa essere visto, seguito, capito e apprezzato anche senza vedere la fine dell’arco narrativo dello stregone, ma siccome l'aneddoto che sta dietro è uno dei più belli della storia del cinema, ve lo devo raccontare per forza: Peter Jackson intento a spiegare a Christopher Lee come recitare al meglio la scena della pugnalata, si è visto fulminato da uno sguardo d’odio dal celebre Dracula della Hammer, che reduce di ben due guerre (in cui si era arruolato volontariamente) ha zittito Jackson dicendogli: «Tu sai che rumore fa un uomo quando viene accoltellato alle spalle? No? Io sì» (storia vera). Pare che da allora Jackson dorma chiudendo a chiave la porta della camera. Due volte.
Se Le due torri aveva introdotto i signori dei cavalli di Rohan (sono tutti dei gran signori nella Terra di Mezzo), “Il ritorno del Re” ci porta a Gondor, nel bellissimo modellino in scala della città di Minas Tirith, governata dal sovrintendente Denethor (uno straordinario John Noble). Quindi se per caso vi foste chiesto dov'era Gondor (e sono sicuro che lo avete fatto…) la risposta è semplice: stava qui.
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Dov'era Gondor? Dov'era Gondor? Ma metti il navigatore no! |
Il personaggio interpretato da John Noble rappresenta la cecità dei burocrati davanti a tutto, anche al fatto compiuto, un personaggio che quasi da solo, porta il dramma del film a livelli quasi Shakespeariano. Il suo attaccamento ad un ruolo che non è palesemente in grado di sostenere, lo rende perfetta metafora del potere (che poi è uno dei temi chiave de “Il signore degli Anelli”), infatti per tenere testa ad uno così ci vogliono momenti pieni di pathos, come la trascinante frase di Gandalf (Sir Ian McKellen) la mitica «Non ti è concessa l'autorità per negare il ritorno del Re, Sovrintendente», anche questa sono sicuro che l’avete declinata in ogni modo possibile durante i dialoghi delle vostre giornate, ne sono certo.
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Anche se la parte che preferiscono restano i BASTUNAZZI! |
Denethor poi ci permette di esplorare un po’ i trascorsi del bistrattato Faramir (David Wenham), il personaggio che ci ricorda quando sia inutile tentare di compiacere un genitore assente, l’inutile carica di Faramir sulle note del pezzo cantato da Pipino “canto un pezzettino” (per altro canzone tutta tradotta e adattata in italiano nel doppiaggio, roba che oggi sarebbe un lusso) è uno dei tanti momenti carichi di enfasi di un film che mette a dura prova chiunque abbia la lacrima facile.
Visto che il fosso di Helm ci ha resi tutti dipendenti
dall’idea di una bella battaglia, che salverà tutti riportando la pace
(esportatori di democrazia nella Terra di Mezzo) e che più in generale, dopo la
trilogia de “Il signore degli Anelli”, tutti i film hanno deciso che senza una
mega battaglia sei un Paperino (e un Peregrino Tuc), proprio “Il ritorno del
Re” non può essere da meno. L’arruolamento delle forze sul campo mi affascina
sempre, Peter Jackson non ci permette di dimenticarci che la sua palestra come
autore è stato il cinema Horror, grazie alla presenza nel film dell’esercito
degli spettri, i primi a costringere Aragorn (Viggo Mortensen) ad accettare il
suo destino da testa coronata. Per altro quella specie di mutante forza 5 di Mortensen,
uno che ha un cervello tale da permettergli di conoscere e parlare più lingue
di un vocabolario, uno che ha conquistato la moglie scrivendo poesie sì, ma che
conservava dentro il frigorifero (storia vera) è anche quello che non solo
girava sul set sempre con la spada legata al fianco anche a mensa, ma ha
preteso di portarsi a casa il cavallo che ha cavalcato nel film, che per anni è
stato a pascolare nella casa della famiglia Mortensen (storia vera).
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Viggo da zero a Re, la superstar di Hollywood che trova la poesia anche in un frigo (letteralmente!) |
Ma forse il momento in cui davvero Jackson rende onore ai suoi trascorsi di regista Horror e alle origini stesse della letteratura Tolkeniana (piena di ragni, tentativo paterno da parte dello scrittore di far superare al figlio la sua aracnofobia, storia vera) è grazie a Shelob, l’enorme ragno che imbozzola Frodo (Elijah Wood) caduto vittima della trappola di Gollum, in una scena che sta a metà tra IT (ve l’ho già detto che King ha pescato parecchio da Tolkien no?) e Gremlins 2, che ogni volta mi esalta. Pare che per l’aspetto finale di Shelob, Jackson abbia dato indicazioni precise basate sui suoi ricordi, già perché che nello scantinato dove da ragazzino PJ costruiva modellini e costumi da scimmia (con cui terrorizzare i passanti, storia vera), ci fosse un enorme ragno neozelandese grosso più di un pugno, a supervisionare ogni attività del futuro regista sotto i suoi otto occhi, un bestione pieno di zampe che Jackson ha voluto in qualche modo omaggiare in questo film, perché tutto possiamo dire, ma non che “Il signore degli Anelli” per il regista, non sia stato una vera crociata in cui mettere dentro tutto, il suo cinema ma anche parti della sua vita.
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"Scendo un attimo in cantina, il tempo di fare testamento" |
La parte di “Il ritorno del Re” che preferisco è quel suo drammaticissimo secondo atto, in cui sembra andare tutto storto per gli eroi della storia, Frodo si lascia abbindolar da Gollum e caccia via Sam, che in questa porzione di film si chiama così perché "Semagnato" tutto il Pan di vie degli elfi. Ed è anche difficile dare torno a Padron Frodo, visto che Sean Astin seguendo il suo piano per calarsi nei rubicondi panni di Samvise, è l’unico attore del cast che ingrassa nel corso dei tre film malgrado i patimenti subiti dal suo personaggio. Ma se ne facciamo una questione di nomi, l’arco narrativo del mio Hobbit preferito si completa quando diventa "Samvise l’impavido", salvando Frodo («Questo è per Frodo! Questo è per la Contea! E questo è per il mio vecchio gaffiere!») per poi caricarselo sulle spalle, letteralmente!
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Sapete quanti amici sbronzi ho riportato a casa così? Poi chiedetevi perché Sam è il mio preferito. |
Quello che invece trovo sia il momento invecchiato peggio di tutto “The Return of the King” è sicuramente la battagliona, quella con gli Olifanti che sta a metà tra l’epica di Annibale e la battaglia di Endor. Nella scena in cui Éowyn (Miranda Otto) cavalca tra le zampe degli enormi animali e Legolas (Orlando Bloom) fa il tamarro in equilibrio sulla loro proboscide («Comunque vale per uno!»), la CGI dimostra tutte le rughe dei suoi anni, tutte quelle che nei tre film precedenti e con un personaggio come Gollum, interamente realizzato in post produzione, non erano mai stati un problema.
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Elfi, gente che va in giro con la Punto GT gialla e la musica da discoteca a palla. |
Anche perché Jackson ha realizzato questa trilogia con un sapiente utilizzo di modellini e vere prove da attore come quella di Andy Serkis, ma forse in quella scena in particolare ha cercato di utilizzare la CGI nel modo più sbagliato, ovvero come sostituta della realtà, che poi è il motivo per cui la successiva trilogia di Lo Hobbit è un buco nell'acqua. Il cinema sarà pure tutto finto, ma quante più soluzioni reali e tangibili, per i tuoi tecnici e attori sul set porti in scena, più il risultato finale risulterà efficace per il pubblico e in grado di reggere alla prova di Padre Tempo, che poi è sempre il critico più severo. Per fortuna “Il ritorno del Re” è la degna conclusione di una trilogia basata su personaggi ben scritti e ben recitati, proprio per questo destinata a scaldare cuori e fare scuola per ancora molti anni, Classido l’ho già detto? Beh dai a questo punto mi sembrava quasi ovvio.
“Il ritorno del Re” è pieno di momenti epici, da quella che io chiamo “Regola Jurassic Park” per cui un paradigma può essere smontato semplicemente cambiando il genere, come fa Éowyn togliendosi l’elmo e dicendo «Io non sono un uomo!», fino all'invocazione di Théoden (Bernard Hill) che ogni volta che apre bocca regala manciate di epica a buttar via: «Lance saranno scosse, scudi saranno frantumati, un giorno di spade, un giorno rosso prima che sorga il sole! Cavalcate ora, cavalcate ora, cavalcate per la rovina e per la fine del mondo!»
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La "Regola Jurassic Park" applicata e approvata da Laura Dern. |
Anche se è inutile girarci attorno, in questa epica da battaglia, in cui tutti i personaggi sono chiamati a dare il massimo e tutti gli spettatori a cercare di contenere l’attività dei dotti lacrimali, Aragorn ci insegna l’importanza di trovare le parole giuste nel momento chiave, il suo «Per Frodo» è marchiato a fuoco nell'immaginario collettivo, un Meme quando nel 2003 non sapevamo nemmeno cosa fosse, roba in grado di convincere chiunque a correre a rallentatore verso il nemico mimando un urlo, fino all'ultimo degli spettatori seduto sulle poltroncine in fondo della sala.
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Quante volte vi siete gettati sull'ultima birra o sull'ultimo carrello libero al supermercato così? Solo io lo faccio? |
In tutta questa abbondanza di scene madri in cui abbiamo l’imbarazzo della scelta, quella che deve essere LA scena madre del film, non può certo essere da meno, infatti non lo è, ricordo in sala con i miei amici, molti dei quali corsero a leggersi il libro per attenuare i morsi dell’attesa tra un capitolo e l’altro, è mancato solo che facessimo la òla in sala al cinema, ma eravamo in ottima compagnia perché sul finale di questo film, un buon 80% delle persone presenti si sono alzate in piedi ad applaudire, convincendo anche tutti gli altri a fare lo stesso (storia vera). L’unica altra occasione nella mia vita di cinefilo, fuori dal contesto di un film festival (che vale come ecosistema chiuso con regole tutte sue) in cui è successo qualcosa del genere è stato, per buona pace di Martin Scorsese, con Avengers - Endgame, perché alla fine certe storie e certi personaggi appartengono al popolo, zio Martino ti voglio tanto bene però STACCE!
L’ultima scena vede vincere il maggiore desiderio, la brama
di potere e possesso più grande in assoluto, e anche se Gollum e il suo
tessssssoro sono riuniti per pochi secondi, ma per il personaggio è chiaro che ne
sia valsa comunque la pena e ammettiamolo, anche per noi spettatori, ho visto
spettacoli appena meno riusciti nella mia vita da appassionato di cinema.
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Nella vita, trovate qualcuno che vi guardi come Gollum guarda l’Unico Anello. |
Il problema-che-non-è-un-problema di “The Lord of the Rings - The Return of the King” è la proliferazione dei finali, quasi come se a Peter Jackson mancasse la volontà di staccare la spina di colpo dopo la scena madre, lasciando lui per primo – e noi spettatori con lui – la Terra di Mezzo poco alla volta salutando tutti i personaggi a cui ormai ci siamo affezionati. Se per Pietro Di Giacomo questo film è stato una crociata, un obbiettivo da perseguire per tutta una vita, anche gli attori coinvolti sono rimasti influenzati da questa esperienza, tutto il cast principale di attori, la compagnia dell’Anello, si è fatta tatuare lo stesso identico tatuaggio, la parola “nove” in lingua Elfica, tutti tranne John Rhys-Davies, lui di aghi non ha voluto sentir parlare («Nessuno può tatuare un nano!» quasi-cit.). In compenso il ruolo di nono membro della compagnia lo ha preso al suo posto sulla sedia del tatuatore, lo stesso Peter Jackson.
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Bellissimo, però sai che palle per il tatuatore con sindrome da lavoro ripetitivo? |
Tra i dodici o tredici finali prima dei titoli di coda de “Il ritorno del Re”, arrivano i saluti finali per Bilbo (Ian Holm) e per Frodo, ma anche la fine della storia di Sam che si getta su Rose per fugare le voci e le risatine su tutto quel “Bromance” fuori controllo con Padron Frodo, così ho detto la mia anche su questa chiacchierata faccenda. Insomma prima di sentire Annie Lennox cantare la sua “Into the west”, avrete più di un’occasione per commuovervi, vi conosco che credete! Anche perché parliamoci chiaro, questo è anche il compito di “Il ritorno del Re”, concludere alla grande, portando sul capo la corona e il compito di essere responsabile di tutta l’emotività accumulata per tre lunghi (lunghissimi!) ed emozionanti film. Non vi è concessa l’autorità per negare i brividi al pubblico nel finale.
La portata dell’impresa di Padron Frodo Jackson è
stata tale che anche l’Accademy ha dovuto capitolare, gli incassi strabilianti
al botteghino hanno di sicuro aiutato, ma “Il ritorno del Re” ha fatto filotto,
vincendo tutte le statuette fatte a forma di zio Oscar possibili, ad esclusione
di quelle dedicate agli attori, per un totale di 11 premi, le stesse
conquistate in precedenza da Ben-Hur (1959) e da Titanic, con la sola differenza che “Il Signore degli Anelli - Il
ritorno del re” è stato il primo film Fantasy a trionfare in questo notevole
primato.
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"Il mio Tessssoro!" (dai questa cit. era facile) |
A distanza di vent'anni dall'uscita del primo capitolo e diciotto dall’ultimo, la trilogia de “Il Signore degli Anelli” è diventata, oltre che una delle serie più amate dal pubblico, anche un modello di riferimento con cui ancora oggi il cinema fa i conti, per vent’anni Hollywood è andata alla ricerca di un nuovo Anello, una nuova saga Fantasy della stessa portata, eppure la grandezza ha spesso minuscole origini, ci voleva un Hobbit della Nuova Zelanda per riuscire in questa impresa. Come direbbero gli Elfi: signor Jackson, Hanta!
Ed ora se avete bisogno di me, sono nella mia tana da Hobbit a leggere, bere birra e fumare erba pipa.
Il Gollum del prologo del terzo film...mamma mia che paura! Jackson ci era andato davvero pesante con il suo aspetto,l'inquadratura sui suoi denti marcissimi bavosi mentre si mangia un bel pesce fresco vivo era tremenda,un momento da puro horror del disgusto! In tutta onesta ho sempre sperato che per il film Lo Hobbit,Jackson utilizzasse il Gollum sfatto ed inquietante di questo prologo,mi rendo conto che con quell'aspetto sarebbe stato difficile per Bilbo provare pena per lui,pero io avrei corso il rischio perche quel look mi e rimasto in testa piu dell'altro! Groovy!
RispondiEliminaHa mediato tra la versione di Ralph Bakshi e una più facile per il pubblico, la sua trasformazione degna dei migliori Body Horror ha funzionato ;-) Cheers
EliminaNon male che in una trilogia Jackson abbia messo giusto un paio di scene scemotte,Legolas che surfa con lo scudo nel secondo,e sempre Legolas che abbatte l'olifante in un modo decisamente troppo esagerato nel terzo! Quando poi e passato a Lo Hobbit con l'elfo gli e bastato un singolo film per decuplicare quelle scene grossolanissime!
RispondiEliminaSecondo me ha fatto un indagine presso il pubblico, che si ricordava solo quelle due scene e ha pensato di fare una nuova trilogia tutta così, dimenticandosi di quel Peter Jackson che girava con una copia dei libri di Tolkien a portata di mano. Cheers!
EliminaSi ho pianto con questo film e non me ne vergogno affatto,perche non tutte le lacrime sono un male!
RispondiEliminaNon piango mai con i film, sono un Terminator emotivamente parlando, però sono sicuro che gli spettatori che non sembrano "Super Vicky" al maschile come me, abbiamo gettato fuori litri di lacrime su questi tre film ;-) Cheers
EliminaChe bello che Jackson per il sentiero dei morti abbia ripescato la location che aveva utilizzato per il prologo di "Braindead"(capolavoro splatter)! Le radici horror tornano sempre alla fine!
RispondiEliminaLo stesso dove citata Skull Island, giusto per chiudere il cerchio ;-) Cheers
EliminaChe cos'e l'epica cinematografica? Io dire la carica dei Rohirrim nella battaglia dei campi del Pelennor.....pelle d'oca!
RispondiEliminaEh appunto, quello si che è un ottimo esempio ;-) Cheers
EliminaConcordo sulla CGI poco convincente (infatti te l'avevo già detto nel post sul primo capitolo). Ma pensa che ci son film recentissimi che fanno anche di peggio: Crudelia e Il Richiamo Della Foresta, per dirne due... Ma "che te lo dico a fare" (cit.)
RispondiEliminaSono d'accordo, va utilizzata con giudizio perché invecchia come le collezioni d'alta moda dell'anno passato, qui PJ si è fatto un po' prendere la mano, ma tutto sommato è ancora perdonabile, altri hanno fatto ben peggio. Cheers
EliminaLa facciamo una classifica delle piu belle scene di firgiatura delle spade al cinema? A parte l'ovvia forgiatura della spadona di Conan ,io ci metterei anche la riforgiatura di Narsil ribattezzata Anduril fiamma dell'occidente! I brividi,adoro queste scene con i martelloni all'opera!
RispondiEliminaVabbè Conan primo posto sicuro, però anche Narsil ci starebbe bene in classifica ;-) Cheers
EliminaEsistono due tipi di persone: quelli che amano questi film e chi non merita il saluto.
RispondiEliminaStatece tutti.
Sono totalmente d'accordo... Bro-Fist! ;-) Cheers
EliminaChe poi, questo è il capitolo coi sacrifici più grossi (oltre a Saruman, ne esce malino pure Denethor, che schiuma dal nulla) ma incredibilmente non intaccano il lavoro finale.
EliminaChapeu a tutti!
Tutto il ritorno-non-ritorno nella Contea, sul serio tanto di cappello avercene di adattamenti così. Cheers!
EliminaConcordo, è il capitolo più emozionante ma anche il meno impeccabile; segnalo una fastidiosa ripetizione di resurrezioni improvvise: ok Frodo, sennò la storia non andava avanti, ma la morte di Eowyn ad esempio avrebbe nobilitato il personaggio. Lo stesso dicasi per Faramir. forse cerco troppo il pelo nell'uovo, ribadisco che nonostante ciò è il mio preferito.
EliminaDei tre è il capitolo più difettoso, tanti avvenimenti in una durata cinematografica, cosa a cui rimedia in parte la versione estesa ripristinando gli epiloghi di Saruman e Grima per fortuna, perché fu deludente vederli tagliati al cinema.
RispondiEliminaIl prologo puro horror, mi fece impressione a 10-11 anni e tutt'ora angoscia, oramai Jackson aveva mano libera nella gestione del film in tutti i suoi aspetti.
La CGI ha svarioni qua e là, ma poca roba sinceramente ed è un film di 20 anni fa, il 90% della roba odierna fa schifo ad usarla infinitamente peggio.
Con lo Hobbit oramai era in piena sindrome gigantismo, inutile, dannoso e sempre eccessivo.
Vero, per altro ti facevo almeno della mia leva, invece sei un giovanotto, così commento estemporaneo tanto sul resto sono d'accordo ;-) Cheers
Elimina28 anni compiuti 3 giorni orsono.
EliminaIl film l'ho visto in sala a Mestre e -sarà stata l'eccezione- però alla scena della tamarrata di Legolas la sala è esplosa di gioia.
RispondiEliminaInfatti è una scena divertente, ma in prospettiva futura per Pietro Di Giacomo è stata dannosissima. Cheers
Elimina@Nick Parisi: io alla vecchia Warner di Marcon! Per poco ci scappava la Carrambata!
EliminaOgni volta che sento Mestre mi viene voglia di correre al riparo, temendo che il cielo ci cada sulla testa come nei fumetti di Asterix. Cheers
EliminaQuesta trilogia per me è un pezzo di vita, l'ho vissuta con emozioni smisurate, da quando hanno annunciato che Peter Jackson lo avrebbe fatto fino all'ultimo cofanetto blu ray versione estesa che mi hanno fatto comprare (e se mai ci sarà un nuovo formato io ricomprerò ancora una volta tutta la trilogia, lo so già). Anche se il mio preferito resta Le Due Torri ti ringrazio Cassidy per questo pezzo commovente, questi per me sono molto più che film e sono sempre felice di condividerli e riviverli.
RispondiEliminaGrazie a te, abbiamo lasciato un po' di soldi a Pietro Di Giacomo, ma siamo pronti a dargliene ancora! :-D Cheers
EliminaSemplicemente epico, la conclusione, la trilogia, tutto ;)
RispondiEliminaDecisamente epica ;-) Cheers
EliminaL'ho sempre trovato il più debole della trilogia (soprattutto la parte con Frodo, che dopo 3 film di sbroccamenti e spalancamento di occhioni, anche basta...) però leggendo la tua recensione mi sono venuti i brividi lungo la schiena, qualcosa vorrà pur dire...
RispondiEliminaA caso:
- Gollum è dichiaratamente la nemesi di Frodo, mi pare che a un certo punto anche Gandalf ricordi che in origine Smeagol era molto simile a uno hobbit che ha fatto la scelta sbagliata...
- Samvise Gamgee uber alles: Tolkien ne fece l'incarnazione di tutti gli aspetti positivi rappresentati negli hobbit: umiltà, buon senso, rispetto per la natura, coraggio... è "il sale della terra" e non si può davvero volergli male, e il finale antiepico "metto su famiglia con Rose" è molto Tolkeniano (non ricordo se finisca così anche nell libro).
Anche se ancora mi chiedo cosa ciaspola sia un gaffiere...
- cielo, quant'è bella l'invocazione di Theoden! (e quanto sono belle le poesie in lotr?
"Dove sono cavallo e cavaliere? Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna. I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna." Alla voce, saper scrivere benino di epica...)
- La mia frase ricorrente da questa trilogia è decisamente "...ma non è questo il giorno" che in crisi da ufficio funziona sempre...
Infine, Cass: questi tre post li hai scritti davvero in stato di grazia!! Chapeau per avermi fatto venir voglia di rivedere la trilogia tutta...
Un giorno mi stuferò di rivedere e chiacchierare di questi tre film... Ma non è questo il giorno! Vedi? Funziona sempre ;-) Se non ricordo male il gaffiere è un anziano capo di... Qualcosa, quindi immagino una sorta di giardiniere mentore per Samvise. Per il resto ti ringrazio molto, ho anche fatto una pausa di diversi giorni tra un po' e l'altro, ma sono felice che non si sia notata, mille grazie davvero ;-) Cheers!
EliminaUn giorno preferirò il discorso di Aragorn a quello di Théoden. Ma non è questo il giorno!
EliminaMOOOOOOORTEEEEEE!
Per me Théoden vince a mani basse, non ci sono storie ;-) Cheers
EliminaCome ho già scritto precedente, l'anticlimax del ritorno alla Contea del quartetto come se venissero da un week end a Rimini è geniale. E comunque anche nel film nessuno rimarca come alla fine Frodo abbia fondamentalmente fallito la sua missione, e senza Gollum oggi avremmo Froduman 😆
RispondiEliminaChe funziona se ci pensi, la Contea era stata scelta per nascondere l'Anello perché talmente fuori dalla cose della Terra di Mezza, che persino il ritorno di alcuni Hobbit, passa in secondo piano rispetto alle priorità della vita, tipo la seconda colazione ;-) Cheers
EliminaA proposito di film epici, a quando una bella recensione di Dune di Lynch ? In attesa di quello di Villeneuve lo sto riguardando..
EliminaNe avrei da dire, tipo che tentai di iniziarlo 4 volte quel film poi per intoppi vari, riuscì a vederlo solo la quinta, ma non serve che io scriva di quel film, lo stanno facendo tutti e poi nella recensione del primo Alien che trovi qui sulla Bara ho già detto tutto. Cheers!
EliminaFilm zeppo di "scene madri", con un tasso epico quasi insostenibile. I due momenti che mi fanno venire letteralmente i brividi solo se ripenso alle scene sono Théoden che suona la carica e Sam che si carica Frodo in spalla.
RispondiEliminaI tredici finali consecutivi ci stanno, anche se alla primissima visione fu quasi straniante quel continuo finire e non finire.
Fun fact: la prima volta ho sbroccato quando Frodo se ne esce con "l'anello è mio"
Sembra proprio che Jackson non voglia imbarcarsi con gli Elfi, infatti non voleva, voleva Guillero del Toro per il seguito/prequel. Quel finale è mitico, il potere logora in modo assoluto, tutti a tutti i ilivelli è il messaggio Andreottiano di Tolkien ;-) Cheers
EliminaVeramente un'opera monumentale i tre film in toto. Li ho rivisti lo scorso Natale in versione estesa e se i primi due sono fantastici, la versione maggiorata de "Il ritorno del Re" l'ho trovata veramente oversize al punto che alla prossima maratona opterò per quella cinematografica di questo capitolo finale, o in alternativa organizzo una grigliata tra il primo ed il secondo tempo.
RispondiEliminaUna volta con gli amici abbiamo fatto la maratona dei tre film estesi, non ti dico il numero di birre svuotate, in fila le bottiglie arrivavano fino in Nuova Zelanda (storia vera). Cheers
EliminaLe settimane scorse non sono riuscito a commentare ma mi sono servite per metabolizzare un pensiero sulla saga tutta de "Il Signore degli Anelli".
RispondiEliminaSono del '79. Ero troppo piccolo per sentire la fotta di "Guerre Stellari" e i capitoli 1, 2 e 3 mi sono rimasti sul gozzo. La saga della Marvel arrivò in seguito e "Dune" è roba dei giorni nostri. Quindi i film di Jackson furono, per me, la prima fotta pesante. Quella che hai letto i libri, hai seguito su CIAK (tutti leggevamo CIAK!) i vari dietro le quinte e il percorso che ha condotto alla sala, fino all'attesa spasmodica di prendere i biglietti e godersi il film. Finita qua? Macchè! Attesa di altri 11 mesi quando al novembre successivo usciva il dvd con la versione estesa.
Epicità, esaltazione, lacrime, personaggi incredibili,... C'era tutto quello che potevo desiderare e "Il ritorno del Re" ne è la giusta e perfetta chiusura.
Tanto di cappello a Jackson e a quelli che con lui hanno compiuto questa impresa epica e incredibile.
Penso lo stesso, pur amando già "Guerre Stellari" mentre ad andare in sala a vedere, soprattutto episodio II e III li andavano a vedere più o meno nello stesso periodo solo noi, mentre la saga di Jackson era quella del momento, pur essendo tratta da un vecchio libro (come sarebbe stato poi per i film della Marvel se ci pensi e ora "Dune"), un piacere esserci stati ;-) Cheers
EliminaUna degna, trascinante, superba e maestosa conclusione per un'opera monumentale.
RispondiEliminaTra lacrime, sangue, polvere e acciaio. E giubilo.
Si piange chi non c'e' piu', e si gioisce per la pace tanto agognata e finalmente raggiunta (sperando che duri).
Ma si'. Da ora in poi le cose andranno decisamente meglio.
E stranamente i miei soliti amici non hanno avuto niente da ridire stavolta, nonostante sia appunto la parte che ha subito le sforbiciate piu' pesanti.
Ma mi va bene cosi'. Anche l'aver liquidato Saruman e Grimas in cinque minuti.
Deve averli convinti la bonta' del lavoro svolto, che alla fine ripaga sempre.
Non era davvero possibile fare di meglio.
Perfetto.
Ognuno si ritaglia il suo momento di gloria.
Gandalf diventa un condottiero simile a quelli narrati nei miti, capace di guidare un intero esercito come di stendere intere orde di orchi a legnate sulla testa.
E il modo in cui cazzia Denethor, dandogli da capire che QUI SI COMBATTE, E CHI NON HA VOGLIA SI LEVI DAI COGL...ok, rende l'idea.
Cosi' come Denethor stesso, che fa capire il vero problema di quel mondo.
Gli uomini, come direbbe Re Elrond.
I mezzi per sconfiggere Sauron ci sarebbero. Ma sono tutti persi, isolati, arroccati nei loro castelli a crogiolarsi in rancori e ripicche personali.
Aragorn, dalla ricostruzione della spada sacra, si riappropria del suo ruolo e del suo destino di Re.
Legolas e Gimli continuano la loro guerra nella guerra, facendo a gara a chi ammazza di piu'.
Con l'elfo che non perde occasione per piazzare la sua sboronata di rito.
Ma vale come uno, eh!
Oh, a me a fatto sempre impazzire il modo in cui sale in sella, quasi scivolando sul manto del suo destriero.
Gia' quello indica l'agilita' sovrumana della sua specie.
Eowyn fa la Ripley della situazione. Ti giuro che mi aspettavo che al Re di Angmar dicesse STA' LONTANO DA LUI, MALEDETTO!!
E arriviamo al povero Re Theoden. Che trova la sua fine ma e' felice di aver trovato la morte gloriosa al termine di un impresa epica. Quella che gli permettera' di stare alla pari dei suoi avi e antenati.
Poi Gollum, che quasi inconsapevolmente riscatta una vita buttata via tra errori ed orrori.
EliminaCome diceva Gandalf...questa volta il destino sarebbe stato nelle mani degli ultimi.
Io lo ripeto che per me vede passato, presente e futuro!
Aveva ragione, comunque.
E infine Sam.
Il mio amico piu' in fissa di tutti con Tolkien me lo ha sempre detto.
Il vero eroe e' Sam, non Frodo. Che alla fine si piglia tutti i meriti, tra l'altro.
Ok che era il designato, ma da solo non ce l'avrebbe mai fatta.
C'e' sempre, sa sempre quel che c'e' da fare, da' tutto quel che puo' e anche di piu', e sopporta il suo compagno (di viaggio) persino quando diventa un autentico gatto attaccato ai maroni. Anche se non per colpa sua (e senza offesa per i felini).
Incredibile, per uno che era partito come spalla piagnona.
Anche qui, inutile elencare tutte le scene memorabili.
Mi limito a fornire la mie preferite.
La discesa nel Dimholt fino all'incontro con l'Armata dei Morti e la battaglia con la mostruosa Shelhob nella sua buia spelonca sono momenti horror nella forma piu' autentica e pura.
Ma mi ricordo altri che mi hanno fatto persino sorridere.
Tipo il grande occhio di Sauron, che funziona come i riflettori delle prigioni nei drammi carcerati. O l'esercito che fuoriesce da Minas Morgul, che quando l'avanguardia sta gia' combattendo alle porte di Minas Tirith...sono ancora li' che escono!!
E poi gli spettri. Che funzionano come la smart bomb nei videogiochi di una volta.
Appena attivati, spazzano via tutti i nemici sullo schermo!!
Ma la parte piu' suggestiva sono i momenti musicarelli, per me.
Quelli di Pipino (non Morris) e Aragorn durante le nozze.
Si tende a dimenticarlo, ma nel romanzo I personaggi cantano. Cantano un sacco. Un casino, proprio.
Ogni volta che devono esprimere un sentimento, come da tradizione bardesca si affidano a LO CANTO.
E meno male che non l'hanno trasposto su schermo alla lettera, se no usciva una roba peggio che con "Frozen"!!
Applausi a scena aperta, sulla parte finale.
Una volta si applaudiva di piu', alla fine dello spettacolo.
Ricordo Independence Day (che all'uscita del cinema, quando un ragazzino in coda per la proiezione successiva mi ha chiesto COME FINISCE? Gli ho risposto tutto esaltato VINCIAMO NOI), Spider - Man di Raimi, Titanic, Avatar e Hostel (don't ask. Ma se vuoi ti racconto).
Di ultimi ricordo solo Spider - Verse.
In genere i critici bacchettoni sono restii a premiare i blockbusters (troooppo commerciali), ma qui non si poteva fare altrimenti.
EliminaIl giusto riconoscimento per un lavoro encomiabile, davvero.
Ora, io mi aspetto il reboot che mandera' tutto in vacca.
Ah, no. Lo hanno gia' fatto con Lo Hobbit.
No, scherzo. Quella e' la prequel tragedy di questa saga.
Penso che in mani abbastanza (in)capaci si potrebbe riuscire a rovinare quanto di eccelso fatto finora.
Concludo con una richiesta.
Potrebbe farlo solo Mel Brooks o il trio Zucker/Abrahams/Zucker.
Non fanno film da anni, mi risulta. Ma non vedo chi altri possa farlo.
Voglio il film sulla parodia a cura di quei mattacchioni di National Lampoon, IL SIGNORE DEI TRANELLI.
Dico solo i nomi.
I Nazcul, Aragost, Brodo e Dildo (!) Babbins, Tim Benzedrina (stavolta c'e' Bombadil. Ed e' un fatto e che levati!) Spam, Lerciolas, Girmi, la Cloaca invece della Contea, il regno di Merdor...
Qui in mani giuste verrebbe un capolavoro.
Uff, finito. E se ho tediato oltremisura con l'inusitata lunghezza, vi si chiede perdono che non era intenzione.
Grazie per quel che mi hai fatto rivivere, Cass. Anche se solo con una recensione.
Ma e' quel che avviene quando leggi il pezzo giusto.
Si riattivano i neuroni e le sinapsi associate al ricordo, e ti parte come un flash.
Fai un viaggio nel tempo senza la DeLorean. E senza libici.
Grazie davvero. Di cuore.
Grazie a te capo ;-) Cheers!
EliminaUna trilogia meravigliosa, e quest'ultimo è un grandissimo film (Per me tutta la trilogia è un capolavoro assoluto)
RispondiEliminaLo penso anche io ;-) Cheers
Elimina"Padron Frodo... manca poco... io... io non posso portare questo fardello per voi.......... MA POSSO PORTARE VOI! " c'è chi ora ha la pelle d'oca... e chi mente.
RispondiEliminaChe roba. Che roba.
Come direbbe Er Piotta "io nun l'ho visto... L'ho vissuto".
La citazione di Er Piotta sempre azzeccata mai più di ora ;-) Cheers
EliminaQuesto film è....che posso dire?
RispondiEliminaLa compagnia è, da sempre, uno dei miei film preferiti in assoluto, ma questo è uno dei film più epici mai fatti: ci sono scene che ti gasano anche dopo anni e anni, e questo è tutto dire in un'era in cui sono prodotti film a manetta che vogliono essere fighi, pur essendo identici a sè stessi da una decina d'anni o forse anche più.
Spendo qualche parola in più rispetto ai precedenti due film, partendo dagli aspetti che non ho apprezzato (dopo aver letto il libro): Frodo. Mio Illuvatar! Frodo in questo film è un burattino passivo nelle mani di Gollum.
Quando lessi il libro, dopo aver visto la trilogia, ci rimasi davvero male: mentre nel film Frodo si fa abbindolare come un coglioncello, nel libro è una figura saggia (per quanto può esserlo un tizio ordinario alle prese con cose molto più grandi di lui...il destino del mondo, mica pizza e fichi, e nessun Howard a dargli una mano) e titaneggiante su Gollum. Sa essere accorto e prudente, ma fin quasi alla fine non perde la sua natura di hobbit gentile e, soprattutto, NON HA NESSUNO SCREZIO CON SAM!!!
Secondariamente, trovo assurdo aver tagliato in quella maniera Saruman e Grima: sia nella versione normale, che in quella estesa. Davvero troppo, troppo poco: capisco che la parentesi di Isengard non potesse essere inserita pienamente (sebbene il confronto verbale fra Saruman e i nostri sia fighissimo nel libro), ma almeno almeno mettimi Saruman nella versione normale...che senso ha impiegare Christopher Lee e poi non farmelo vedere?
Nota di demerito l'aver tagliato l'inserimento di Where there's a whip, che doveva essere presa di petto dall'adattamento animato de Il ritorno del re.
Ora veniamo alle cose buone: tutto il resto, in poche parole.
Volendo dilungarci...la battaglia del Pelennor si mangia Endgame e sputa le gemme dell'infinito senza nemmeno dire grazie. La restistenza disperata dei gondoriani, l'arrivo all'ultimo dei Rohirrim e la carica degli olifanti. La trappola ordita da Aragorn contro Sauron e la magnifica scena in cui tutti lo guardano esplodere....mi vengono i brividi solo a pensarci, solo a pensare al fatto che un simile adattamento di quest'opera sia stato fatto e, al netto di qualche ineleganza, sia comunque venuto ottimamente, e rimanga forse l'ultimo, grande blockbuster.
Spezzo una lancia a favore del finale "positivo": convengo che abbia tutt'altro significato per i 4 hobbit tornare a casa, e trovarla cambiata....letterlamente. E' una metafora potente per indicare come il viaggio per distruggere l'Anello abbia cambiato i protagonisti, al punto che la casa che loro avevano lasciato non esiste più. Inoltre l'episodio dimostrava, una volta di più, la magnaminità di Frodo e il suo carisma come personaggio...ma capisco benissimo che il pubblico vuole avere il finale lieto, in cui la Contea è rimasta l'isola pacifica che aveva lasciato nel primo film.
E poi, mi ripeterò, ma le musiche! Porco Melkor, le musiche. Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro su questo punto.
Avrei molto da dire su tutta la trilogia, ma credo farei notte, tanto penso si sia capito quanto mi piaccia.
Hanno dovuto fare delle modifiche per forza, altrimenti ci sarebbero voluti sei film altri che trilogia, in ogni caso è ancora il modello di riferimento, anche per tanto cinema americano contemporaneo ;-) Cheers
EliminaBel pezzo Cass! Solamente Randall in "Clerks 2" ha saputo fare di meglio!
RispondiElimina:-)
Grazie capo, mi hai fatto il migliore dei complimenti possibili visto che io per casa mi muovo con il "passo del bandito" (storia vera). Cheers!
EliminaLa tua recensione mi ha permesso di scoprire la fine di Saruman: non mi calza che, dopo essere stato il cattivo principale del secondo atto della saga, del suo destino si delegato a renderne conto un Ent.
RispondiEliminaOvviamente non conosco le ragioni per cui il laido/puzzolente Grima uccida Saruman.
Come non ho mai capito perché Frodo si aggiunge a Elfi, Bilbo e Gandalf salendo su quell'imbarcazione.
La cosa che un po' mi secca del film è che non ci mostrano l'assalto dell'esercito dei morti alle navi pirata. Jackson ha giocato sull'effetto sorpresa, ma quando al cinema vidi Aragorn e soci scendere dalle navi pirata mi chiesi se mi fossi perso qualche scena.
Viceversa ho trovato esagerata e assurda la corsa del cavallo di Eowyn tra le zampe degli elefanti giganti, anche più dell'impresa di Legolas quasi contemporanea... Comunque sono guerrieri fantasy, mica John McClane! 😅
La scena più bella del film, e tra le più belle della trilogia, per me è l'inchino agli Hobbit sulla "terrazza" di Minas Tirith.
Prossima saga in visione: "Mission Impossible", non so se l'hai seppellita...
Perché è stato uno dei portatori dell'Anello come Bilbo. Ti consiglio di dare un'occhiata alla versione estesa del film, ti toglierai molti dubbi. Per quanto riguarda "M:I" troverai gli ultimi capitoli seppelliti, per gli altri ci arriverò a tempo debito. Cheers!
EliminaBella fregatura l'esilio per gli eroi... Ma gli elfi e Gandalf che c'entrano allora? Anche Sam ha portato l'anello dopo lo scontro con Shelob, eppure resta alla Contea.
EliminaLa versione estesa magari... ma non a breve dato che la versione "breve" non è mai esattamente una passeggiata. 😅
Sam non ha indossato l'anello, lo ha preso per la catenella. Gandalf con la morte di Saruman resta l'ultimo stregone bianco, ha finito il suo compito, quindi parte. Mettiamola così, alla fine la "magia" lascia la Terra di Mezzo ai personaggi che non hanno mai avuto poteri superiori o comunque non legati alla magia. Cheers!
EliminaL'aneddoto di Jackson e Lee sulla morte di Saruman è splendido (e raggelante), non lo conoscevo. Comunque continuo a seguirti a ruota, a breve anche da me scriverò di questi film di Pietro Di Giacomo, come lo chiami te (ma temo che non siamo troppo in sintonia...)! :--)
RispondiEliminaComunque sempre interessantissimo quello che scrivi!
(mi ha fatto molto ridere anche che Gimli non di sia fatto tatuare!)
Pensa che faccia avrà fatto l'attore alla stramba richiesta di quei quattro, tatuaggi? Tze! Non vedo l'ora di leggerti ;-) Cheers
EliminaHo scoperto oggi che hai commentato la serie e voglio dire la mia w peter jackson di splatters �� peter jackson de il signore degli anelli. Siamo tanti la fuori a pensarla così. In particolare questo lo vidi al cinema e dormii tutto il tempo. E non mi capita mai.
RispondiEliminaNon essere ansioso di elargire giudizi giovane Hobbit, Pietro Di Giacomo ha ancora un ruolo importante da svolgere su questa Bara. Cheers
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