mercoledì 4 agosto 2021

Voglia di vincere (1985): pettinati la faccia è ora di andare a vincere

Anche quest’anno torna un’iniziativa che mi piace moltissimo, il Geekoni Film Festival. La risposta della Geek League al più noto Giffoni. Un omaggio al cinema per ragazzi fatto alla nostra maniera, infatti in pieno stile Bara Volante ho scelto un titolo a cui voglio molto bene.

Immagino abbiate tutti attraversato quella guerra meglio nota come adolescenza, un periodo in cui il tuo corpo cambia, si trasforma riempiendosi di peli, una roba da Body Horror in cui a mutazione completata, ti ritrovi con una voce differente da prima e in cui di conseguenza, non sei sicuro di niente, nemmeno di un corpo che cambia come in un pezzo di Piero Pelù.

Da parte mia posso aggiungere al dramma mutante dei quattordici o quindici anni anche un’insana passione per la pallacanestro, una febbre che proprio in quel periodo della mia vita, mi ha colpito in pieno per non abbandonarmi davvero mai. Sfiga! Prima di trovare un allenatore capace, uno che sapesse parlare ai ragazzi (e ci capisse qualcosa di pallacanestro), mi sono ritrovato a giocare per dei cagnacci che a confronto il Michael J. Fox di questo film era un chiwawa da borsetta.

Avrei fatto carte false per giocare nella sua squadra.

Quindi ho imparato sulla mia pelle cosa vuol dire ritrovarsi in una squadra ben più che modesta, allenati poco e male da qualcuno che non aveva la minima fiducia dei suoi giocatori, ma ancora meno nel sottoscritto. Risultato, molte partite le passavo in panchina perché bisognava dare spazio a qualche altro giocatore, non per forza più bravo (anzi), ma semplicemente più in vista o più popolare.

Avevo tanta voglia di vincere e nessuna possibilità di esprimerla, un lupo in gabbia che non si meritava nemmeno un numero di maglia, visto che a me avevano rifilato una divisa diversa dai miei compagni, che dovevo indossare girata al contrario, per evitare di avere lo stesso numero di un mio compagno (storia vera). Sul referto ero il numero zero e così mi sentivo, uno zero come i minuti giocati, avrei potuto credere di esserlo davvero ma per testardaggine e pura voglia, mi sono allenato ed allenato, un modo per trasformare quella frustrazione e rabbia repressa in qualcosa di positivo. Non era più nemmeno una questione legata alla pallacanestro, si trattava di dimostrare che il mio allenatore di sbagliava (spoiler: oh se si sbagliava!). Pochi altri eventi nella vita mi hanno formato il carattere allo stesso modo, ho imparato a dare il meglio sempre e non mollare, nel corso degli anni ho avuto alterne fortune con gli allenatori, ma le cose sono andate meglio e la lezione mi è tornata buona anche fuori dai 28 metri per 15 di un campo da Basket.

Frasi motivazionali e dove trovarle.

Ecco perché io “Teen Wolf” non l’ho visto, l’ho vissuto come diceva Er Piotta, il suo titolo italiano completamente storpiato dalla nostra creativa distribuzione, per quello che mi riguarda è il migliore possibile. Perché parliamoci chiaro, “Voglia di vincere” è un’adorabile cazzata che ha ben poco a che spartire sia con la pallacanestro che con i film di licantropia ai quali si ispira, in particolare al classico “I Was a Teenage Werewolf” (1957) di Gene Fowler Jr.

“Teen Wolf” è nato sull’onda lunga di quell’incredibile annata licantropa che è stato il 1981, inaugurata da “Wolfen” e continuata con due capolavori come L’ululato di Joe Dante e Un Lupo mannaro americano a Londra di John Landis. Ma negli anni immediatamente successivi Hollywood aveva riscoperto i licantropi e i titoli non sono mancati, anzi qualcuno spero di portarlo sulla Bara Volante, visto che quest’anno ho trattato proprio il filone lupesco. “Teen Wolf” è stata la risposta adolescente a quella moda impegnata ad ululare alla luna, un film che mescolava classiche dinamiche da film per ragazzi, alla metafora sportiva (e mannara) per un film velocissimo, girato in soli 21 giorni con protagonista un divo del piccolo schermo come Michael J. Wolf Fox.

La volpe e il lupo, anzi qui la volpe è il lupo!

Il nostro Michael si era intravisto (molto più paffuto) in Classe 1984 ma il successo vero lo ha ottenuto interpretando il conservatore più famoso della televisione, il personaggio di Alex nella sit-com “Casa Keaton”, su cui stava ancora lavorando quando trovò 21 giorni per entrare nei panni del protagonista di questo film, anche se la storia la conoscete, scelto per sostituire il ben poco adatto Eric Stoltz, il buon Michael di giorno girava “Casa Keaton” e di notte scappava sul set di Robert Zemeckis per… ritornare al futuro.

Questo spiega come mai, il personaggio di Fox in “Teen Wolf” chiamato Scott Howard, qui da noi ha cambiato nome in Marty Howard, un becero trucchetto per sfruttare il successo di Ritorno al futuro, girato dopo ma in uno strambo Paese a forma di scarpa, uscito prima di “Voglia di vincere” (storia vera).

Il film di Rod Daniel inizia sul campo da basket, dove Scott Marty sudato come se fosse uscito dalla piscina è impegnato a tirare un tiro libero, per altro male visto che lo fa saltando. Mettiamola così, abbiamo visto qualche Michael ben più forte di J. Fox esprimersi in questo giochino con la palla a spicchi.

Ho visto solo Giannis Antetokounmpo sudare e soffrire allo stesso modo dalla linea della carità.

La squadra locale sta portando a casa una pettinata clamorosa, il moto d’orgoglio di Marty lo spinge ad uno sguardo “ringhiante” nei confronti del suo difensore e poi un ultimo tiro della speranza, eseguito facendo per altro passi di partenza e per di più mandato un metro dal ferro. I Beavers mordono un’altra volta la polvere.

Tra un Coach di origini messicane decisamente scazzato e un pelo sul petto esageratamente lungo (brutto affare la pubertà) il film ci presenta i coloriti personaggi che riempiono la vita del protagonista, come il suo amicone Rupert "Stiles" Stilinski (Jerry Levine), uno sballone a metà tra il simpatico e l’insopportabile che non disdegna battute sugli omosessuali come solo nei film degli anni ’80 si poteva fare, roba che oggi ti inseguirebbero con torce e forconi (giustamente) per molto meno. L'unica battutaccia ripetibile è lo scambio con Marty al momento del suo particolare “Coming out”: «Sei finocchio?», «No sono un lupo mannaro».

Ora ho capito perché nelle nostre scuole gli armadietti non ci sono mai stati.

Decisamente il nostro Marty-non-McFly non è gay, la sua migliore amica Lisa "Boof" Marconi (Susan Ursitti) se lo farebbe volentieri con tutte le scarpe (da basket), ma il ragazzo, forse spinto dalla voglia… non per forza di vincere, punta in alto, alla bionda Pamela Wells (Lorie Griffin), classico caso di ragazza popolare che guarda tutti come materia uscita dal posteriore di un cane rimasto attaccata sotto la suola delle sue scarpe costose, interpretata da un classico caso di “Cagna maledetta” (cit.), che spiegherebbe l’infatuazione di Marty, forse dovuta a canidi motivi.

Sta di fatto che la questione ormonale ha il suo peso in “Teen Wolf”, ad una festa Marty e Boof finiscono a limonare duro in un armadio, come alle feste delle medie di Elio e le storie tese, ma questo non basta a far capire l’antifona a Marty, che vorrebbe di più e non si rende conto di quello che già lo attende, a portata di mano. Però comodi noi a giudicarlo dall’alto dei nostri ‘enta e qualcosa, la favoletta morale di “Voglia di vincere” è naif quanto volete ma tutto sommato tanti di noi sono stati dei piccoli Marty.

Anche se Michael J. Fox aveva già 24 anni quando ha girato il film (storia vera), grandino per il liceo.

“Voglia di vincere” è basato sul tacito accordo tra narratori e pubblico, tutti sappiamo che il punto d’arrivo sarà Marty trasformato in lupo mannaro, ma per arrivarci il film si gioca tutti i momenti comici possibili immaginabili, legati all’annunciata e inevitabile trasformazione, parliamo quindi della mia scena preferita in assoluto del film, la gag del fusto di birra da comprare, senza i documenti che certificano la maggiore età.

Stiles ci prova con tutto lo “Swag” (concedetemi un giovanilismo, è il Geekoni d’altra parte no?) di cui è capace ma l’arcigno proprietario del negozio, lo rimbalza con perdite, molto più impenetrabile delle difese per i Beavers. Quanto tocca a Marty gli basta ripetere: «Dammi. Un fusto. Di birra» con gli occhi rossi, la voce da cantante Death Metal e il lupo mannaro sottopelle, per regalarci la scena di culto che ogni tanto ho citato (volontariamente o meno) al più di un bancone ordinando da bere (storia vera). Questo vi dice molto dei miei problemi, non tanto di alcool, quanto di cinefilia.

Una delle mie "citazioni involontarie" preferite di sempre.

Anche se la scena madre del film resta appunto la trasformazione, ho rivisto il film con la Wing-woman che non lo conosceva ma che un film con Michael J. Fox lo guarda sempre volentieri, anche perché "Ritorno al futuro" lo rivediamo tipo sei volte l’anno, non scherzo. Ho fatto l’esperimento dicendole solo il titolo italiano del film e mi sono goduto la sua reazione, ben più autentica di quella di qualunque spettatore nel 1985, perché con tutto quello scherzare sugli ormoni degli adolescenti, Marty che si chiude in bagno e il padre che bussa per convincerlo ad aprire, sembra l’ennesima gag con doppi sensi un po’ cretina, ma di fatto diventa di colpo un momento di “Body horror” per ragazzi che mette in chiaro tutto il senso del film.

Gli effetti speciali orgogliosamente analogici, strizzano l’occhio nel loro piccolo ai trucchi di Rob Bottin e Rick Baker, ma la licantropia nel film viene utilizzata come METAFORONE sull’adolescenza, un periodo che come detto, ti cambia il corpo, la voce e la quantità di peli addosso. “Teen Wolf” per certi versi è stato per quelli della mia generazione qualcosa di paragonabile a Big Mouth, meno esplicito ma non per questo meno diretto nel suo parlare di mostri degli ormoni, il tutto però filtrato da una sensibilità da film degli anni ’80, un romanzo di formazione di un ragazzo che scopre di essere l’ultimo discendente di una famiglia di lupi mannari.

"I'm going through changes" (cit.)

A spiegarglielo è il padre interpretato da James Hampton, a mani basse il miglior giocatore di basket di questo film, si vede dai due palleggi in cui si esibisce contro il figlio. Papà Howard spiega al ragazzo che la licantropia ogni tanto salta una generazione (… come la calvizie!), ma Marty non è stato fortunato e ora dovrà passare quello che ha passato suo padre a scuola, un conto ancora aperto con il preside della scuola di Marty che non può sopportare licantropi nel suo istituto, proprio per via dei trascorsi con Howard.

"No figliolo, noi non avremo mai problemi di calvizie"

Ma Marty ha l’arroganza della gioventù e un potere metafora dei suoi ormoni impazziti, papà Howard cerca di spiegargli che da un grande potere derivano grandi responsabilità ma ovviamente il figlio avrà poca voglia di ascoltarlo, almeno inizialmente. Se per caso, il discorsetto paterno vi ricorda il mantra di Spider-Man, tranquilli non si tratta di un plagio ma di deformazione professionale, infatti uno dei due sceneggiatori di “Voglia di vincere”, qui accreditato come Joseph Loeb III di fatto è proprio il mitico Jeff Loeb, tra i consulenti per Commando, ma anche per “Smallville” e “Heros” sul piccolo schermo. Ma soprattutto Loeb ha scritto un’infinità di fumetti per la Distinta Concorrenza e soprattutto per la Marvel, celebre il suo ciclo di storie di Hulk ma anche i suoi racconti a tema colorato: “Spider-Man: Blue”, “Daredevil: Yellow” e “Hulk: Gray”. Insomma uno che se utilizza la frase simbolo di Peter Parker, sa di che parla.

"Passaggio a destra... Mai fidarsi di un mannaro!" (quasi-cit.)

Marty finirà per utilizzare il potere del lupo mannaro con ben poca responsabilità, più che altro per divertirsi, pomiciare con Pamela e guadagnare popolarità a scuola, trasformandosi in lupo nel bel mezzo di una partita per vincerla praticamente da solo, in quella che a livello di credibilità, è la seconda peggior scena di pallacanestro mai vista al cinema, divertente quanto volete ma leggermente irrealistica per numero di possessi e azioni. So che ve lo state chiedendo, il primato di partita più lisergica mai vista al cinema resta Rovignano, portata in trionfo contro Cantù dal molleggiato Adriano Celentano in “Il bisbetico domato” (1980), se chiedete a me, capolavoro psichedelico, roba che David Lynch levati, ma levati proprio!

E gli Harlem Globetrotters... MUTI!

Per tornare al nostro Marty invece, un momento diventato mitico per tutti noi (ex) ragazzi degli anni ’80 e ’90, resta sicuramente la scena del surf sul tetto del camion, una roba pericolosissima che avremmo voluto fare tutti, se solo avessimo avuto un camion e la faccia pelosa tosta di Marty nel film.

Ma la lezioncina di un film in cui l’unica novità è rappresentata proprio dalla metaforica trasformazione, resta quella che è meglio vincere con le proprie forze e non con trucchi, oppure che è meglio innamorarsi di una brava ragazza piuttosto che di una stronza che se la tira, o magari che bisogna accettare se stessi trovando la forza nelle cose che contano per dav… vabbè mi sto annoiando persino a scriverlo, il messaggio di “Voglia di vincere” è chiarissimo: puoi stravincere da lupo (non Alberto), giocando da solo come il LeBron James della situazione, oppure puoi vincere da uomo, sudando e faticando ma uscendo dal campo con la schiena dritta e la testa alta.

Infatti poeticamente Marty vince così, da uomo, perfetta dimostrazione che il tipo di persona (non licantropo) che sei sul campo da basket, lo sarai anche nella vita. La voglia di vincere di Marty è la stessa tipologia di favoletta che ci avevano già raccontato per Daniel-San, il romanzo di formazione con morale finale che poeticamente si conclude come il film era iniziato, ovvero con Marty che tira il tiro libero per la vittoria, sempre nel modo sbagliato ovvero saltando sul posto, però questa volta mandandolo a segno, in quello che di fatto è il sogno eroico (non erotico… o magari si) di qualunque ragazzino, non per forza appassionato di pallacanestro, anche se quello aiuta.

Ha imparato tante lezioni di vita, ma non a tirare i tiri liberi senza saltare.

Se volessimo fare un minimo di filologia riguardo al genere licantropo, il film di Rod Daniel rovescia,utilizzando come leva le dinamiche del romanzo di formazione e del film per ragazzi, la figura storicamente perdente del lupo mannaro, uno che come sosteneva John Landis, è un perdente nato impossibilitato a vincere, per via della maledizione che si porta dietro. Ma parliamoci chiaro, questo è un filmetto tanto scemo quanto onesto, in cui la sospensione dell’incredulità sta a livelli altissimi: quando Marty si trasforma durante la partita nessuno scappa urlando e tutti lo eleggono a “meglio fico der bigonzo”, come se la licantropia fosse la cosa più normale del mondo, ma negli anni ’80 ci accontentavamo di poco, un esempio?

"Che vuoi farci siamo fatti così, basta un trailer dei Ghostbusters ad abbindolarci"

Ho un sacco di aneddoti personali legati a questo filmetto, a parte l’inevitabile immedesimazione con il protagonista, mi piace ricordare quel compagno di classe alle elementari, che galvanizzato dal film visto la sera prima in televisione, si era convinto che restando svegli la notte e fissare la luna, anche noi avremmo potuto risvegliarci lupi mannari come Michael J. Fox, non ho idea di che fine abbia fatto quel ragazzo, ma mi piace immaginarlo da qualche parte da ululare alla luna. Ve l’ho detto che bastava poco per farci contenti no?

Lo stesso Michael J. Fox non ha mai avuto una gran considerazione di questo film, non solo perché non sopportava le ore al trucco necessarie per diventare lupo sullo schermo, ma soprattutto perché aspirava a qualcosa di meglio, che sarebbe arrivato di lì a pochissimo grazie a Robert Zemeckis. Quindi anche per Fox, il titolo “Voglia di vincere”, resta quello giusto per uno che è diventato un’icona del cinema in una manciata di mesi negli anni ’80.

Potrai essere figo, ma mai quanto un lupo mannaro con gli occhiali da sole.

Per il seguito invece, Michael J. Fox non ha voluto saperne di tornare a sottoporsi a tutte quelle ore di trucco, ecco perché è stato sostituito dal cugino del suo personaggio, interpretato da Jason Bateman alle prese con il pugilato e la licantropia in “Voglia di vincere 2” (1987), ma questa è un’altra storia.

Ma la verità è che come Marty-non-McFly ho fatto pace con il lupo dentro di me, questo film sarà piccolo e scemotto, dimenticato dalle nuove generazione, un apostrofo peloso tra le parole “Ritorno” e “al futuro”. Oggi viene ricordato più che altro per aver vagamente ispirato un telefilm con lo stesso titolo (“Teen Wolf” non “Voglia di vincere”), ma quel ragazzino incazzato con tanta voglia di vincere non l’ho mai scordato, oggi che sono più in linea per diventare papà Howard più che Marty, ancora quando sono alla fine di un post particolarmente complicato da scrivere, quando finalmente riesco a domarlo a colpi di tastiera indirizzandolo verso la sua naturale conclusione, mi sparo in cuffia Win in the end di Mark Safan, direttamente dalla colonna sonora di questo film (storia vera), pezzo che per altro, ancora oggi spesso mi canticchio da solo, anche se non hai mai fatto surf sul tetto di un camion.

Surfin´ U.S.A. B.U.S.

Insomma, non poteva esserci occasione migliore del Geekoni Film Festival per rendere omaggio ad uno dei miei titoli giovanili preferito di sempre, per qualche altro film della stessa tipologia, qui sotto trovare il resto della Geek League impegnata a snocciolarvi tutti i titoli che volete, passate a leggervi tutti!


78 commenti:

  1. Il minimo che posso fare Cassidy dopo il tuo piccolo resoconto scolastico personale,il minimo che mi sento di fare e di raccontarti in breve il mio! Ai tempi miei della scuola dove si giocava parecchio al campo di calcio,c'erano diciamo i leader della squadra che ovviamente erano anche i piu popolari della classe,che in pratica decidevano loro chi far giocare in campo,per qui si giocava se eri bravo o se eri amico dei capisquadra,ovviamente il npstro insegnante di ginnastica non era mai intervenuto,anzi direi che li sosteneva nelle loro leadership! Un giorno era capitato casualmente che mi ero ritrivato a siatituure il portiere che su era infortunato,e scoprirono che ero molto bravo come portiere e da allora mi fecero giocare spesso! Ovviamente io ero consapevole che mi icludevano solo per quello,e non per spirito di gruppo e il voler dare la possibilita a tutti di giocare,non me ne lamentai all'epoca,ero solo contento di poter giocare! E poi quando finivo la scuola nel pomeriggio mi incontravo con le mie vere amicizie con quo andavo a giocare a basket e a rugby! Questa esperienza mi aveva insegnato l'inportanza dell'essere oculati nella scelta delle compagnie da frequentare! Modifico "Voglia di vincere" in "Voglia di divertirsi"! Un salutone a tutti coloro che covano un lupo manbaro della rivincita dentro di loro!

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    1. Perché noi giocatori di basket finivano sempre in porta? Per altro con buoni risultati, era capitato anche a me, almeno in quel ruolo ero legittimato a toccare la palla con le mani ;-) Grazie per il racconto da giovane licantropo! Cheers

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  2. Passo più tardi a leggerti ma ti mancano alcuni link (che diventeranno attivi solo più tardi), di altri che si sono aggiunti all'ultimo altri pezzi ;)

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    1. Ad alcuni link rimedierà Padre Tempo, agli altri ci ho pensato io, grazie per avermelo fatto notare ;-) Cheers

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  3. Niente, da dire. L'ho rivisto ieri, dopo non so quanto tempo. Questa è telepatia!

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    1. Oppure è la luna piena ;-) Cheers!

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    2. Giusto. Allora più che telepatia, direi che è licantropia!

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    3. Giusto e mentre ti allungo un Bro-Fist ti passo anche la colonna sonora
      ;-) Cheers

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  4. Film simpatico, ma non ho avuto il tempo di leggere il post, ripasserò con calma...
    Certo che, con tutte le - ingiuste - critiche a "Happy Days" per il famigerato salto dello squalo, mettere un lupo mannaro a giocare a pallacanestro non è meno ridicolo. Come cambiano i gusti del pubbl... degli sceneggiatori!

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    1. Vai tranquillo, non scappa. Ho giocato contro personaggi anche più discutibili posso assicurartelo ;-) Cheers!

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  5. Credo di aver visto questo film almeno settecento volte da bambina. D'altronde, ero innamorata persa del buon Michael!

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    1. Siamo una generazione cresciuta insieme al buon Michael, la Wing-Woman non aveva mai visto questo film, mi è basato dirle: «Ci recita Michael J. Fox» per ottenere come risposta un «Cosa aspetti a mettere il film?» (storia vera). Cheers

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  6. Geniali gli adattatori italiani... Cosa non farebbero...

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    1. Che poi è del tutto normale che uno che ha appena viaggiato nel tempo, poi si trasformi in un lupo mannaro, tutto logico no? ;-) Cheers

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  7. Hai avuto un'adolescenza baskettiana da film! ma come sarebbe che ti dovevi mettere la maglia al contrario? in che senso? fuori dentro?
    comunque credo che nessun 17enne al cinema sia davvero 17enne.

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    1. Ne avrei parecchie di storie cestistiche. Di fatto per un anno abbiamo giocato con orribili divise giallo paglierino inguardabili, con l’arrivo delle nuove divise sono arrivati una masnada di fessi scaricati dalla prima squadre (perché evidentemente brocchi). Parte la distribuzione delle divise nuove, tutti di taglie ridicolmente piccole, quindi per me, non proprio il prediletto del Coach (odio reciproco) le alternative erano divisa nuova sì ma con ombelico al vento alla Shakira oppure divisa vecchia e brutta ma di taglia giusta.
      Secondo problema, tenendomi la mia vecchia divisa il numero di maglia era lo stesso di un altro dei prediletti, soluzione di quello sveglione del Coach: indossala al contrario, rigirata tipo calzino con tanto di etichetta di fuori (storia vera). Se volevano sottolineare quanto fossi fuori dalla squadra, non avrebbero trovato modo migliore nemmeno impegnandosi. Per fortuna con il tempo ho trovato compagni, squadre, allenatori e divise degne ;-) Cheers

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    2. nooo, non la maglia alla shakira, ma alla apollo! http://labaravolante.blogspot.com/2018/12/rocky-iii-1982-gli-occhi-della-tigre.html
      che ancora rido per la didascalia!

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    3. Esatto proprio così ma senza il fisico di Apollo, via addosso a lui quella roba faceva male agli occhi della tigre, figuriamoci su di me giovinetto ;-) Cheers

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  8. Nemmeno io ho mai dimenticato quegli occhi che si accendevano.

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  9. Anch'io per guesto GeeKoni ho trovato attori "fuori età" per i personaggi che interpretano e insulti sessisti usati con leggerezza... sarà una caratteristica del periodo!
    Un giorno dovrai quindi spiegarci per bene la tua carriera nella pallacanestro e quali risultati hai ottenuto!
    Mitica la scena del surf sul camion, un film che, nonostante sia effettivamente un "filmetto", comunque ha saputo resistere al passare del tempo.

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    1. Lo era decisamente, segno dei tempi avrebbe detto Prince ;-) Anche secondo me continua a funzionare, proprio perché la storiella è così canonica e i momenti di culto non mancano. Cheers!

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  10. Film divertente, con un ottimo Michael J. Fox, che nella parte del teenager ci stava particolarmente bene...ah e anche gli effetti speciali per l'epoca non erano male. "Marty" canottierato a me ha sempre ricordato Lucio Dalla :D

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    1. Lucio Dalla era un grande appassionato di Basket, sua la mitica «Sono un grande playmaker, mi ha fregato l'altezza» ;-) Cheers

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  11. Carabara, ti ringrazio da parte del mio amico ed ex allievo Jeph Elle per aver citato il suo contributo allo script di questo particolare Casa Howard ( " Tutti ricordano Commando ed il fatto che Nolan ha preso cose dal mio The Long Halloween per il suo Bats e nessuno parla del mio Licantropus! " ). Non ci crederai, ma anni fa Jeph, Jeff ( Matsuda ndr ) ed io stavamo "buttando idee contro la parete per vedere cosa restava attaccato " nel tentativo di trovare una alternativa a Kaboom per la Awesome Comics di Rob Liefeld ( il che ti dice quanto tempo è passato) e Loeb se ne è uscito con l'aneddoto di Steve King che propose il racconto I Was a Teenage Grave Robber ad una fanzine di Marv Wolfman ( con un cognome siffatto non poteva che finire a scrivere The Tomb of Dracula ) al che ho ribattuto che potevamo provare con un teenager che pesca con la dinamite in un lago e che scoperchia la tomba di un vampiro acquatico ( ok la comunità di succhiasangue nelle still waters è Moore in Swamp Thing, ma le note sono 7) che organizza un commando di freaks ecoligisti contro gli adolescenti senza nessun senso del sociale. Matsuda ha riempito un blocco di schizzi e ne ha parlato a Rob che ha chiesto solo se aquadrac avrebbe avuto un megafucile e se Foxlady era una ninja. Pazienza. Ciao ciao

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    1. Avevo il primo numero di “Kaboom”, della trama non ci ho mai capito molto, nel senso che proprio non la ricordo, ma i disegni erano eccezionali, ho provato a disegnare così per mesi quindi quella copia era comunque bella vissuta (storia vera). Pensa che ho sempre creduto che Wolfman fosse uno pseudonimo proprio per scrivere i fumetti horror di casa Marvel. Cheers!

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    2. Anche Luca " Lucas " Scatasta nelle note della mini di sei La Tomba di Dracula con cui la Star Comics portava a compimento la traduzione della serie Marvel ( 70 nn + speciali vari ) iniziata dalla Editoriale Corno confessa che da bimbo credeva che Wolfman fosse uno pseudonimo. Non so se parliamo della stessa cosa, ma Panini Comics alla fine del secolo scorso tradusse la prima mini di Kaboom in un volumetto ( come Coven di Loeb/Churchill, altra serie Awesome ). Sono inedite le altre sortite del personaggio. Matsuda da anni si occupa di cartoni animati. Ciao ciao

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    3. Avevo un volumetto intitolato "Coven" con i disegni di Ian Churchill, ne sono sicuro perché ero attratto da questi personaggi nuovi, in quel periodo leggevo "Spawn" quindi avevo preso anche "The Tenth" di Tony Daniel e uno disegnato da Greg Capullo, che mi pare si intitolasse qualcosa tipo "Creech" ma potrei sbagliarmi. Cheers!

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  12. Grande metafora e grande piccolo cult ovviamente, a Michael poi impossibile non volergli bene ;)

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    1. Esatto, per quello in tanti abbiamo voluto bene a questo filmetto ;-) Cheers

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  13. Un film che ho adorato e continuo ad adorare. Per me è una delle massime espressioni del cinema giovanile della sua epoca. Grande Michael, grande film!

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    1. Capito perché lo volevo in questo "Geekoni"? ;-) Cheers

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  14. Un altro piccolo cult.
    E mi e' piaciuta molto la tua storia personale sulla pallacanestro.
    Purtroppo non e' sempre detto che le passioni vadano a buon fine.
    Concorrono tanti fattori, e non solo la fortuna.
    Ma inutili non lo sono ai, e anche se non ti ripagano per gli sforzi impiegati ed il tempo speso, qualcosa te lo lasciano sempre.
    Certo, rivisto col senno di poi e gli anni di piu', questo film e' veramente una sciocchezzuola.
    Saltano all'occhio tutti i difetti. Soprattutto dal punto di vista sportivo.
    Vengono commesse talmente tante di quelle infrazioni tecniche che come minimo avrebbero dovuto sospendere la partita!!
    Ma si sa, da adulto guardi con occhio prevalentemente critico.
    Ai tempi la si pensava ben diversamente.
    C'e' Michael J. Fox, e da "Ritorno al Futuro" in poi qualunque cosa in cui c'era dentro lui era figa a prescindere.
    Tipo "Casa Keaton", o "Il segreto del mio successo".
    E inevitabilmente si scatenava la psicosi con tanto di tormentoni.
    Quante volte, vedendo qualcuno che faceva i dispetti a una nostra compagna, si andava li' tutti impettiti a dirgli EHI TU, BRUTTO PORCO!! LEVALE LE MANI DI DOSSO!!
    Tu pensa che avevo anch'io un amico in fissa con questa storia dei licantropi, e si era messo in testa di convincere pure me!!
    Per fortuna non ero fulminato a tal punto. Non su quello, almeno.
    Essere uscito dopo il film di Zemeckis fu la sua fortuna, a parer mio. Anche se forse il buon Michael ha finito per rimanere legato a ruoli troppo adolescenziali.
    Quando fece "Vittime di guerra" lo presero a pernacchie. Per me se l'era cavata in modo piu' che dignitoso.
    Film tutto sommato godibile. Una parabola per ragazzi insicuri, che insegna a superare le difficolta' confidando in se' stessi. E collaborando tutti insieme.
    Lo dimostra il finale edificante.
    Se si fa squadra...non c'e' bisogno del lupo.
    Per certi versi mostra la figura del licantropo in una veste rassicurante.
    La mia scena preferita? Quando il protagonista e' terrorizzato di mostrarsi al padre, per poi...scoprire che si trova nelle stesse condizioni.
    E a scuola nessuno si spaventa, a vederlo cosi'.
    Per forza: sono tutti cresciuta film e fumetti, chi vuoi che si scandalizzi?
    Se poi ti fa vincere le partite, meglio ancora!
    Una maledizione che si rivela una fortuna.
    Scemotto, Dicevamo. Come tanti altri sulla falsariga. Tipo "Karate Kid", appunto.
    Eppure...qualcosa ci hanno lasciato.
    Non sarei cio' che sono, senza questi film.
    Se non sbaglio ci fecero pure il cartone animato.
    Quoto in pieno per "Wolfen". Sarebbe il tassello perfetto per completare l'ideale trittico sui lupi mannari, insieme ai film di Dante e Landis.

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    1. A proposito...ma quanta roba faceva, Loeb?
      Scherzi a parte, le storie che citi le ho apprezzate parecchio.
      Soprattutto per la sua capacita' di rinverdire le parti classiche (anche se ormai sarebbe piu' corretto definirle "mitologiche") con storie che si incastonano alla perfezione, senza stonare ne' snaturare le origini.
      E...no, Elia Codogno rimane imbattibile.
      L'unico uomo al mondo in grado di passarsi la palla DA SOLO!!

      "Don, com'e' che si gioca a questa pallacanestro?"
      "Devi buttare la palla in quel dannato canestro!!"
      "Tutto qui?"
      "Tutto qui."
      "E che ci vuole?"

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    2. Anche per i trascorsi cestistici voglio bene a questo filmetto, vediamo se riuscirò a portare qualche altro mannaro sulla Bara, ho fatto i compiti ripassando un po’ di film del periodo ;-) Cheers

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    3. Elia Codogno non passa la palla a sé stesso, la passa al suo ego ;-)
      Loeb ha fatto un sacco di belle storielle, il suo ciclo di storie su “Ultimates” poca roba, ma mi aveva divertito tutta la parte di Hulk Rosso (personaggio idiotissimo che Loeb ha saputo far funzionare), più tutti i cicli “colorati”, che dimostravano la sua conoscenza dei personaggi. Cheers!

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    4. Beh, ma quanto erano fighi i film di Celentano ai tempi!! Elia era un grande, a quarantanni vedeva un uccello a 30 metri!! Se non sbaglio impennava anche con l'Alfa in quel film.
      La scena della pallacanestro con la musica è impressa graniticamente nella mia memoria.

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    5. Quello resta il mio film di Celentano preferito ;-) Cheers

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  15. A me "Marty" versione lupo mannaro faceva un po' paura e soprattutto la trasformazione la ritengo la più inquietante mai vista nel genere lupo mannaro,amplificate l'effetto a mille se il film è stato visto nella prima adolescenza quando il tuo corpo cambia per davvero! Un cult tra gli amici, Stiles ad esempio faceva morire dal ridere e ripetevano sempre questa sua frase "sei fin..chio?tanto io il culo non te lo do". Il surf sul furgone con i Beach Boys e tanto tanto altro ancora. Sono film che porterai sempre con te se visti da giovanissimi e soprattutto con parti inquietanti improbabili da vedere nei film teen di oggi.
    Senmayan

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    1. Non credo sia la più inquietante, però bisogna dire che iniziando a guardare il film da ragazzini in televisione, con l’innocuo titolo di “Voglia di vincere”, quella svolta non è tanto attesa, quindi la sua funzione sapeva farla ;-) Cheers!

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  16. La mia dolce metà non fa che rinfacciarmi che lei ha visto questo film più volte ed io mai... Devo rimediare!

    Ma com'è che si partecipa a questa bella iniziativa geek? :--D

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    1. Si dovresti, ma poi fammi sapere come lo hai trovato ;-) La Geek League non è attivissima ma sempre in movimento, bisogna chiedere ai membri fondatori se è aperta la campagna di adesione per nuovi membri, vediamo il Moz cosa ne pensa. Cheers!

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    2. Per farla breve, qualche anno fa è partito questo progetto per "fare rete" tra blog di nerderie e cultura pop varia. Abbiamo fatto questo gruppone, la Geek League, e ogni tanto ci organizziamo per fare questi piccoli giri di blog (chi può e chi ne ha voglia) a tema.
      Gli appuntamenti più o meno fissi finora sono stati il Geekoni - anche se abbiamo saltato lo scorso anno - e Hallowgeek, cioè l'Ognissanti nerd, diciamo. Più qualcosa di estemporaneo qua e là.

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    3. Vediamo se i tempo sono maturi per la "seconda ondata" di Geek per rimpolpare le fila, più siamo più siamo Geek ;-) Cheers

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  17. Anno... Boh? Vallo a ricordare... Diciamo 2004. Inverno, freddo da farsela addosso, arriviamo in montagna con una nebbia che manco nella Londra di Jack lo Squartatore. Finestrini rigorosamente abbassati, Beach Boys a palla, occhiali da sole ben calzati addosso e sguardi dei passanti allucinati che ci guardano attoniti manco avessero visto un lupo mannaro che fa surf sul tetto di un furgone...
    Questo per dirti quanto il film di oggi faccia parte di me e della mia cricca di amici.

    P.S.: ovviamente saprai chi è Gilbert Arenas, detto "Agent 0" (zero proprio inteso come numero!). Ma molti su questa Bara non credo lo sappiano. Ecco, il signor Arenas è un ex giocatore di basket professionista della NBA che scelse come numero di maglia lo 0.
    "Gioco col numero 0 perché mi ricorda sempre quello che pensavano di me quando frequentavo l'high school, ai tempi del college e anche nell'NBA. Mi dicevano che ero uno zero, nient'altro che uno zero. Quindi ora gioco con il numero 0 perché mi ricorda che devo scendere in campo e combattere. Ogni giorno." - cit. Gilbert Arenas. Zero come le aspettative che avevano su di lui, zero come le squadre che hanno deciso di chiamarlo al primo giro del draft, zero come i minuti che sulla carta avrebbe dovuto giocare nella NBA. E poi, pian piano,... Testimonial di punta dell'Adidas, uomo copertina di un videogioco (NBA Live 2008), premi individuali
    e a tanto così dal ricevere il titolo di MVP assoluto nel 2006 e nel 2007. Giusto per dire quanto il numero 0 sia importante pure nel basket vero e non solo nei film.

    P.P.S.: come sei come tiratore dall'angolo? Perché a naso, se hai una buona mano e ti accontenti del minimo a L.A. sponda Lakers cercano giocatori che la mettano da là ma che abbiano un costo pari allo zero.

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    1. Quanto ti eri benzinato prima per viaggiare così? ;-)
      La pubblicità con “Agent 0” dell’Adidas mi pare avesse “Athele” come colonna sonora, decisamente motivazione e azzeccato. Specialmente per uno cresciuto con un padre aspirante attore che gli ha insegnato ad essere sempre pronto, per lui per gli eterni provini che non passava mai, mentre i due dormivano in auto, perché i soldi per una casa erano un sogno. Alla prima partita liberato dalla panca Gilbert Arenas, 50 punti e a quella dopo? Altri 50 punti. La lezione di papà applicata.

      Mai stato un tiratore da tre ma l’angolo è il mio, quella porzione di campo segno ancora dormendo. Melo e LeBron insieme è una favola, per l’ultimo tango (ad LA), però con West sono vecchietti, inoltre l’unica grande ombra sulla carriera di James resta questa, la sua volontà di fare il GM in campo. Cacchio pure in “Space Jam 2” si è fatto lo squadrone per vincere! ;-) Cheers

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  18. lo ricordo appena, non lo vedo da un sacco di tempo, forse è il caso di rivederlo ^_^

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  19. Credo di non averlo mai visto se non qualche spezzone in giro, ma basket e lupi mannari (anche se qui siamo più dalle parti del babbuino mannaro, vedendo il risultato) sono una combinazione talmente assurda da risultare efficace.

    Parlando di film "seri" sul tema, devo dire che concordo con chi diceva che il remake di Wolfman con Del Toro e Hopkins sia stato ingiustamente sottovalutato.

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    1. Era tra i film che avevo da rivedere a tema lupesco (storia vera). Cheers!

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  20. Esauriente è dir poco!

    Non di certo il miglior film di Fox, ma uno dei più iconici.

    Io lo scoprii attraverso la serie animata trasmessa agli inizi degli anni 90 ;)

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    1. Non ho badato a spese ;-) Decisamente no, ma è un titolo con cui almeno una generazione e mezza è cresciuta. Cheers!

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  21. Un classico minore ma imperdibile: visto qualche tempo fa con figlio 6enne dopo maratona di ritorno al futuro, e anche da adulto si guarda con Piacere.

    Comunque: sono alto 2.10m ma anch’io a basket non ero un fenomeno, quindi leggere la tua storia da “numero zero” l’ho vissuta un po’ anch’io, nonostante i mezzi fisici…🤷‍♂️

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    1. Peraltro ora che ci penso di averlo visto la prima volta (ovviamente su Italia1) nella seconda metà degli anni ‘90 in un hotel di Bologna, quando ero andato a fare un provino per la Virtus col mio coach (storia vera)…

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    2. Salto, anche se non più come una volta, ma un cinque altissimo non te lo toglie nessuno! Cheers

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    3. Tempismo ottimo, ma poi gli hotel a Bologna sono tutti dedicati al basket, che gran città quella, quanto mi è piaciuta ;-) Cheers

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  22. Guarda che classicone che hai tirato fuori oggi. Bellissimo leggere di "Voglia di vincere", che non rivedo da una vita e mezzo, ma che ho scoperto di ricordare benissimo mano a mano che leggevo.
    Ma io infatti mi ricordo che pensavo che era proprio strano che Michael si chiamasse Marty pure qua...e infatti: il miglior doppiaggio del mondo colpisce ancora 😁
    Comunque, a parte quel discorso a quanto pare trascurabile della licantropia per cui nessuno si scandalizza tranne il protagonista (mitica la scena quando apre la porta e si trova faccia a faccia col papà, pure lui lupo), mi ricordo tutto un filone di film che spingevano a essere se stessi, dire la verità e comportarsi in modo retto, e saremmo tutti diventati eroi senza superpoteri: "Soul Man", "Un ragazzo come gli altri", "Il segreto del mio successo", "L'ammiratore segreto", "Un compleanno da ricordare", questo stesso "Voglia di vincere".
    Film un po' ingenui forse, ma comunque divertenti e in un certo qual modo consolatori, che nella vita accade invece sempre l'opposto, ossia vanno avanti i furbi. Mi mancano un po', film così...

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    1. Anche a me, non tutti hanno imparato molto ma ai tempi erano questi i film con cui siamo cresciuti ;-) Cheers

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  23. Eccoci qua, come promesso son passato a leggere in serata. Ti dirò, l'ho visto sicuramente da piccolo, ricordo alcune scene ma non il film in sé, in compenso sono uno di quelli che ha visto la serie tv che ha ispirato, più figlia di Buffy ma da guardare quasi esclsivamnte per il trash, era davvero scritta male ma tutto sommato divertiva, e mi fa piacere scoprire che i nomi dei protagonisti sono presi direttamente da questo film.

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    1. Sapevo dei nomi e dell'ispirazione, ma non ho citato altro perché altro non so, ho visto "Buffy" ma mai "Teen wolf" in compenso ho visto questo film tante volte, vale lo stesso? ;-) Cheers

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  24. Credo di aver avuto undici anni, quando ho visto questo film, e non posso dire di ricordarlo benissimo, ma certo ha fatto scuola in qualche modo: in un gioco di ruolo intitolato Cuori di Mostro, tutti fanno la parte di un adolescente che è anche un mostro e ciascuno ha un sottotesto nascosto di disagio adolescenziale, ispirato al suo genere di mostro (il ghoul coi disturbi alimentari, il licantropo con il controllo della rabbia e la possessività - i lupi tendono a essere monogami - etc.) :P

    Riguardo al giocare da lupo, non so se vederlo come barare: ha una marea di rotture di scatole dall'essere un lupo, a cominciare dal fatto di ritrovarsi con la faccia da Ewok, non farne uso è un po' come chiedere al giocatore alto 2 metri di correre in ginocchio perché sennò è in vantaggio contro quelli bassi :P
    Riguardo al fatto di giocare la partita da solo perché può, invece, quello è troppo: si desse al tennis in singolo, anziché fare il giocatore egoista! :P

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    1. Infatti nel seguito suo cugino si dedicava al pugilato, anche se il film era meno memorabile di questo ;-) Cheers

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  25. Scrivo con un giorno di ritardo per celebrare questo film che mi è sempre piaciuto parecchio, non fosse altro per le stesse vicende personali, però legate al mondo della pallavolo. Anche io ero panchinaro fisso perché non nelle grazie del mio storico allenatore Walter che preferiva i suoi "amici", al sottoscritto. Però quella stessa voglia di vincere mi ha fatto lavorare sodo e tanto fino a quando non è arrivato il momento del riscatto e sono diventato titolare inamovibile (ha aiutato anche il fatto che fosse cambiato l'allenatore). In ogni caso chi pratica o ha praticato sport ha fatto un pò di gavetta e anche capito che per quanto bravi si possa essere o diventare c'è sempre qualcuno più forte, però questo non significa che non bisogna lasciar perdere. E alla fine il messaggio di questo film è anche questo, credere nei propri sogni, però senza prendere scorciatoie.
    Per il resto il telefilm cui fa riferimento era per caso il cartone animato? Quello lo ricordo bene.
    Michele G. Volpe era proprio uno di noi, in quei magici pochi anni ha conosciuto un successo planetario, Il segreto del mio successo che è venuto poco tempo dopo era anche simpatico. Peccato poi che il successo che ha avuto lo abbia portato a degli eccessi soprattutto con alcool che lo hanno rovinato. Però gli si vuole sempre bene. 👋

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    1. Ma poi, secondo me, faceva i tiri liberi saltando (e sbagliando) perché non aveva la forza di lanciare la palla, era piuttosto minuto!! Forse se avessero preso un consulente che ne sapeva di basket e gli avessero dato due dritte...

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    2. Sono momenti che forgiano il carattere, grazie per il tuo racconto sportivo ;-) Cheers

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    3. In quel caso avrebbe potuto tirarli alla Rick Barry da sotto (ma non lo fa più nessuno) oppure caricando il tiro da più in alto sulla testa, ma appunto dici bene, un film girato in 21 giorni non perde tento a consultare qualcuno ;-) Cheers

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    4. Se non sbaglio anche Hanamici Sakuragi di Slam Dunk all'inizio li tirava così!!
      Grazie a te per queste "perle" che ci regali quotidianamente e che apprezzo tanto.
      Buona giornata.

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    5. Bravissimo, infatti si chiedevano dove lo avesse imparato senza conoscere Rick Barry, ottima memoria bravo ;-) Cheers!

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  26. Gran bel pezzo per un film, che per noi diversamente giovani, è stato un vero e proprio cult...
    Ignoravo tutti questi errori sportivi...del resto il mio metro e poco più di altezza ha fatto si che il basket non fosse esattamente il mio sport preferito...

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    1. Lo hanno ignorati anche sul set, ma il film è diventato un culto lo stesso ;-) Cheers

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  27. Ad averne di giocatori di basket che giocano da soli come LeBron James...a me tutto sembra fuorchè un solista, anzi, ci sta gente che dovrebbe devolvergli metà dello stipendio per averli fatti sembrare giocatori di basket

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    1. Senza ombra di dubbio, non capisco molte delle critiche che ha collezionato negli anni, ma una si, che poi è l'unica vera ombra su tutta la sua carriera, quella sua mania di fare il GM in campo comprando i più forti in circolazione pur di vincere, vedere la campagna acquisti dei Lakers come ennesima prova. Cheers

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  28. Qualcuno lo ha già citato il cartone di Teen Wolf degli anni 80 ?
    https://www.youtube.com/watch?v=H7lRGHeeB-M
    Un filmetto per ragazzi ,k con qualche accenno adulto (Marty che perde la verginità con Pamela ) e bacchettone ( però l'amichetta d'infanzia però si mantiene pure e vergine per lui),
    L cosa più curiosa, è che nel trailer, almeno quello italiano, quasi non si faceva cenno alla licantropia del ragazzo.
    Veniva spacciato per un film sulla pallacanestro.
    Personalmente ricordo di più quella trashata di " che fatica essere lupi" di Cohen , che vidi negli anni 80 sulla mitica Odeon e mai più replicato.

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    1. Figata lo avevo completamente rimosso! ;-) Molto bacchettone era l'aria del periodo ed in effetti io credo che abbiano visto il film di Cohen prima di realizzare questo. Cheers!

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  29. Recensione recuperata al ritorno dalle vacanze. Leggo tutto di corsa sperando di non trovare riferimenti a QUELLO. Scorro anche i commenti, nessun riferimento. É arrivato il momento del mio contributo! ��
    LA SCENA del film. Quella alla fine, quando tutti esultano per la vittoria e Scott/Marty limona duro con Boof. Sulle gradinate vediamo la gente esultare e tra loro c'è una donna con esilaranti problemi alla zip dei pantaloni ��
    Non fatevi fregare dai Griffin, non é un uomo col pisello di fuori. Guardare per credere. https://youtu.be/wIFVpPvj__I

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    1. Non ricordo la battuta dei Griffin, ma ora che ho visto la scena non potrò mai più notare altro. Fly in inglese è un modo per chiamare la zip dei pantaloni, Marty McFly. Sarà un caso? ;-) Cheers

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  30. Purtroppo questo film non l'ho mai visto, gravissima pecca personale, però ho apprezzato molto i tuoi excursus nel mondo della pallacanestro.

    Un vero peccato che questi naif ma avvincenti film di formazione con morale finale siano quasi scomparsi nella cinematografia moderna. Forse oggi ne avremmo più bisogno che negli anni 80.

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    1. Ti ringrazio, non so come potrebbe apparire un film così agli occhi del pubblico moderno, quando si parla del famoso cinema da contestualizzare, ecco, questo ;-) Cheers

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