Ogni viaggio deve avere una destinazione che per me è stato anche il punto di partenza, in realtà, io volevo solo scrivere un post su “Galaxy Quest”, ma siccome mi piace fare le cosette per bene, ho finito per fare un’intera rubrica dedicata a Star Trek (storia vera).
Ci sono tanti film di “Star Trek” usciti nel corso dei decenni, ma il migliore, in realtà, non ha nulla a che spartire con il canone ufficiale, anche se di fatto ha davvero tutte le caratteristiche che hanno reso la saga creata da Gene Roddenberry un patrimonio della cultura popolare. Questo film uscì nel 1999, un periodo in cui in sala i film di Star Trek erano ancora la normalità, anche se per tono fu, forse, oscurato dall'umorismo di un film simile, ma più facile da vendere al grande pubblico come Men in Black.
Sta di fatto che “Galaxy Quest” dal pubblico di fine anni ’90 è stato scambiato per quello che non era (un altro film alla “Star Trek” con un cast di lusso) quando, invece, è il più riuscito ed amorevole sfottò (quindi omaggio, perché chi ti conosce meglio sa come prenderti amabilmente per i fondelli) all’iconografia creata dalla serie televisiva e ai suoi appassionati. Un film che è arrivato troppo presto, ma che già aveva capito tutto e ha saputo omaggiare meglio di tutti la cultura Nerd, diventata imperante di lì a poco, ai tempi ricordo le sue pubblicità in sala anche se a me è capitato di vederlo solo in tv, quasi sicuramente su Sky (o più probabilmente Tele+, come si chiamava allora), perdendo completamente la testa per questo gioiellino.
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Anche i titoli di testa sono in puro stile Star Trek. |
Cresciuto (come vi ho ribadito in ogni capitolo di questa rubrica) con i film di Kirk e compagni, m’innamorai subito di questo film geniale pieno di tanti dei miei prediletti, per altro scritto da due ragguardevoli Nerd come David Howard (autore della sceneggiatura di “Trek: the movie” del 2018, questi sì, davvero senza legami con il mondo di “Star Trek” se non per una curiosa assonanza) e da Robert Gordon che, non a caso, sarebbe poi finito a sceneggiare Men in Black II.
La regia di questo gioiellino venne affidata a Dean Parisot,
uno che si era fatto le ossa in televisione e che magari potrebbe dirvi poco,
anche se ultimamente ha firmato il terzo capitolo delle avventure di Bill & Ted. La scelta non poteva
essere migliore, Parisot forte di tante regie televisive, ma con esperienza
cinematografica è l’uomo dei due mondi, infatti nella sua filmografia “Galaxy
Quest” spicca come una gemma.
"Ho solo doppiato Buzz Lightyear, non so se posso davvero andare verso l'infinito e oltre" |
La storia è, senza troppi giri di parole, geniale. Si comincia in un glorioso 4:3 con la proiezione di uno degli ultimi episodi della leggendaria “Galaxy Quest” serie televisiva interrotta anzitempo negli anni ’80, ma ancora amatissima e replicata nei palinsesti. Il suo contenuto? Sentiatevi liberi di immaginare un incrocio tra la serie classica di Star Trek e alcuni elementi caratteristici presi da The Next Generation. Proprio come accaduto a buona parte del cast delle due serie più amate dai Trekker, gli attori non hanno combinato poi molto, per sempre legati al loro personaggio del piccolo schermo, infatti il film comincia alla Convention che per molti attori resta l’unica fonte di reddito, oltre che l’occasione per bearsi (o disperarsi) delle glorie passate. Tra le tante trovate geniali di “Galaxy Quest”, il cast è la prima che balza agli occhi.
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Ammettiamolo, non è uno dei migliori equipaggi mai visti? |
Tim Allen ha battuto la concorrenza di svariati attori e qui brilla nel ruolo del vanesio e spocchioso capitano della nave, l’attore Jason Nesmith ha l’atteggiamento, la pettinatura e la fama di stracciamutande di William Shatner, unita alla capacità di aizzare la folla con la sola presenza di Patrick Stewart. Di tutto il cast è quello che ancora si gode questi bagni di folla, come se la fama non fosse mai passata, infatti, gli altri attori del cast non lo sopportano per quel suo essere un attore fallito, che gonfia il petto come il peggior pallonaro incontrato al bar.
"... Il mio migliore amico era un cowboy giocattolo", "See vabbè a chi vuoi farlo credere?" |
L’attore dai trascorsi teatrali, in eterna lotta con il personaggio che gli ha regalato la fama, grazie a vistose appendici in gomma sulla capoccia e a frasi ricorrenti è Alexander Dane, interpretato dal mai abbastanza compianto Alan Rickman, uno degli eroi di questa Bara, qui nella sua migliore interpretazione del Leonard Nimoy di turno, ma facciamo anche in una delle sue migliori interpretazioni di sempre. Piton? Tzè! Per questo film dovreste tutti amare Alan Rickman altro che!
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Non guardava qualcuno così male dai tempi di Ellis. |
Nel ruolo della bella di turno, troviamo le bocce strizzate in una tutina di una Sigourney Weaver più autoironica che mai, la sua Gwen DeMarco che ha un solo stupidissimo compito a bordo, ovvero quello di ripetere le frasi del computer, di fatto è la pietra tombale su tutte le ridicole linee di dialogo pronunciate da Deanna Troi, tutti i suoi «Avverto una certa ostilità», quando l’altra nave sta lanciando siluri addosso all’Enterprise ha lo stesso peso dei dialoghi di Gwen, inoltre ogni volta che in una discussione qualcuno sostiene che Sigourney Weaver è troppo mascolina/magra/ossuta, insomma non abbastanza bella secondo i canonici classici, voi piazzategli una bella foto presa da “Galaxy Quest” e mettete su i pop-corn.
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Sì, sarà sempre una delle predilette di questa Bara e allora? |
Ma anche il resto dei personaggi che popolano la plancia della (finta) nave spaziale sono stati selezionati con la stessa identica cura: il Tommy Webber di Daryl Mitchell non riesce ad essere odioso come il suo modello di riferimento, ovvero Wesley Crusher perché tanto nessun personaggio dell’immaginario raggiungerà mai tali livelli di insopportabilità.
Tony Shalhoub, invece, ci regala una splendida parodia di
Data, l’androide che vorrebbe essere umano e che parla con una flemma tutta
sua, il film doppiato non perde nulla della sua efficacia, ma se ne avete la
possibilità, godetevi la parlata che Shalhoub si è inventato per il
personaggio, un vero spasso.
Più Data di Data senza bisogno nemmeno del cerone sul volto. |
“Galaxy Quest” è il classico film che rivisto oggi, si gioca un sacco di facce note notevoli (sono sicuro che riconoscerete anche Rainn Wilson), ma quello che spicca più di tutti è senza ombra di dubbio un giovane e baffuto Sam Rockwell che nel 1999 non era certo l’attore di oggi, infatti si becca una parte geniale, quella della comparsa senza (cog)nome che muore nell’episodio sei, l’omaggio a tutte le “red shirt” lasciate defunte su pianeti ostili da “Star Trek” che qui trova una voce e tra una crisi isterica e l’altra, anche un ruolo.
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Anche il vecchio Sam ha cominciato come “red shirt” di lusso”. |
Sì, perché se nel 4:3 del finto telefilm intitolati “Galaxy Quest” troviamo palesi omaggi a “Star Trek”, l’amorevole sfottò è totale, Tim Allen che manda a quel paese un fan impegnato a rivolgergli domande “tecniche” sulla tecnologia nei singoli episodi, sembra ricalcato sulle leggende urbane di William Shatner alle convention e proprio per questo, il film manda a segno anche un’azzeccata critica al mondo non proprio scintillante di Hollywood e della fama in generale.
Ma “Galaxy Quest” funziona su più livelli, infatti non solo
il giovanissimo fan Brandon interpretato da Justin Long ha preso la serie con estrema serietà (ah-ah!), qualcuno ha fatto
anche peggio di lui, ovvero i Thermiani, una razza extraterrestre con indosso un
travestimento da umani che prevede capelli da Vulcaniani, una risata comica e
un modo di applaudire ancora più esilarante, ha di fatto basato tutta la
propria cultura su quelli che loro chiamano "documenti storici" ovvero le
vecchie puntate di “Galaxy Quest” intercettate via etere e scambiate per realtà
assoluta, un po’ come gli alieni teledipendenti di “Explorers” (1985), ma con
un livello di dedizione... Beh, da vero fan.
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La tradizione degli alieni teledipendenti è al sicuro con i Thermiani. |
Le trattative tra i Thermiani e una verdastra razza di alieni decisamente minacciosi (e realizzati in grandiosi effetti speciali orgogliosamente vecchia scuola da Keith Marbory e Matt Sweeney), sono andate decisamente male, gli alieni ostili pretendono di mettere le mani sull’Omega 13, citato in una delle ultime puntate di “Galaxy Quest” e diventato nel tempo oggetto di leggende presso i fan, ma sta di fatto che questa sorta di MacGuffin narrativo, sarà la ragione che porterà Jason Nesmith e tutti i suoi compagni a tornare ad interpretare i ruoli della vita, questa volta sul serio!
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Quando hai il dopo sbronza duro, quello che ti fa vedere le stelle (in tutti i sensi) |
Quindi, ricapitolando: abbiamo veri attori che interpretano
finti attori in una finta serie tv, ispirata ad una vera, alle prese con alieni
veri (che però sono finti) e che offrono lo spunto per riflettere sul rapporto
tra gli attori e i loro personaggi, sugli effetti della fama e sulla dedizione
dei fan. Tutto chiaro? Solo a me sembra matto e geniale in parti uguali? Se vi
sembra una frase particolarmente intricata, sappiate che ho solo ripetuto
quello che ha detto il computer.
Dean Parisot fa una scelta cinematografica quasi subliminale, ma azzeccatissima, cambia formato al film tre volte, come a voler sottolineare la natura posticcia (o meta cinematografica) di “Galaxy Quest”, che inizia in 4:3 come i vecchi programmi tv, poi adotta un formato 1.85:1 per tutte le parti ambientate sulle Terra e alla Convention, salvo poi espandersi fino al formato 2.35:1, quanto Tim Allen, portato a bordo della replica della nave spaziale dai Thermiani, scopre di essere per davvero nello spazio.
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Trucchi vecchia scuola ne abbiamo? Va che figata questa meraviglia firmata Stan Winston! |
Da qui “Galaxy Quest” non prende più prigionieri e non abbassa mai un ritmo che è del tutto impeccabile, le battute e le gag si sprecano e sono diventate tutte di culto per lo zoccolo duro di appassionati di questo film (lasciatemi l’icona aperta, più avanti ci torneremo), ecco perché tutti dovrebbero vederlo, perché che voi siate Trekker duri e puri oppure totali neofiti, amerete questa geniale commedia fatta con parti uguale di cuore e cervello.
Ogni volta che Tim Allen resta a torso nudo è impossibile
non pensare a William Shatner che sfoggiava il fisico nella serie classica. Per
ogni lamentela di Alan Rickman non si può non pensare al tormentato rapporto
tra Nimoy e il suo Spock, inoltre, “Galaxy Quest” riesce ad ironizzare alla
grande su tutti i momenti classici alla “Star Trek”, ad esempio avete presente
l’enorme quantitativo di enfasi davanti al varo e alla partenza di ogni nuova
versione della USS Enterprise? “Galaxy Quest” scherza anche su questo, grazie
alla difficile manovra di partenza di Tommy Webber che rischia una fiancata
della nave.
Quando dicevo che Sigourney Weaver qui è più ironica che
mai, lo intendevo anche per la scena in cui Gwen e il capitano strisciano nei
condotti, con Sigourney che finisce per esclamare «Condotti perché sono sempre
condotti?». Ogni riferimento a fatti, cose, persone o scene di Alien è puramente voluta.
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"Il peggior episodio di sempre" (cit.) |
Ma il momento chiave di “Galaxy Quest” è la confessione sotto tortura del capitano al capo dei Thermiani, nel suo dover confessare di essere solo un attore, il vecchio equipaggio tira fuori l’orgoglio mettendo in chiaro che a volte, l’immaginario è l’unica arma che hai per salvarti la vita, infatti tutti quanti smettono di essere attori ex famosi e si calano completamente nel loro personaggio, la scena chiave in cui questa immedesimazione si completa? Non poteva che essere affidata al miglior attore di tutto il cast.
Per tutta la durata del film, Alan Rickman odia, letteralmente odia la frase tormentone del suo personaggio, continuare per decenni a ripetere parole senza senso, ma soprattutto continuare a sentirle pronunciare da fan esagitati alle convention sarebbe troppo per chiunque. Infatti, Alan Rickman ripete quella baggianata sul martello di Grabthar con la stessa gioia di un impiegato comunale il lunedì mattina, ma quando la faccenda si fa seria, quando il coinvolgimento diventa totale, quella stessa identica frase un po’ cretina, in bocca ad un motivato Alan Rickman raggiunge lo stesso livello di enfasi dell’Enrico V, raggiunge lo stesso livello di epica che ha nel cuore dei fan: «Per il martello di Grabthar, per i figli di Worvan... Io ti prometto che sarai vendicato». Già solo per questa scena, Rickman dovrebbe essere anche il vostro attore del cuore.
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Quando trasformi una frase cretina in pura epica, signore, signori, indimenticabile Alan Rickman. |
“Galaxy Quest” è un enorme omaggio alla passione dei Trekker e più in generale, di tutte le comunità Nerd che nel 1999 non erano certo popolari come oggi. In quel periodo essere fan voleva dire non essere di certo popolare, voleva dire doverti andare a procacciare le informazioni sull'oggetto della tua passione tra giornali, riviste e sulla neonata Internet che ancora si muoveva giurassica a 56k. Volete farvi un salto indietro nel tempo? Andate a navigare il vecchio sito dedicato a Galaxy Quest, pura archeologia di Internet.
Justin Long il nerd che è in tutti quanti noi. |
Il Fanboys di Star Trek è servito, con dieci comodi anni di anticipo. |
Anche se il film ha incassato risate al botteghino, nel corso degli anni la sua fama di culto è cresciuta, per questo vi consiglio il bellissimo “Never Surrender: A Galaxy Quest Documentary” (2019), dove oltre a volti noti come quello di Wil Wheaton che paragona il polpo tatuato sul suo avanbraccio alla vera forma dei Thermiani, oppure Damon “Cioccolatino” Lindelof che con negli occhi la stessa nostra luce di appassionati di “Star Trek”, confessa il suo amore per questo film, per altro, facilmente intuibile visto che nella sua versione di Star Trek, il volo senza paracadute di Sulu e Kirk è chiaramente un omaggio al grandioso salvataggio volante di Tony Shalhoub in questo titolo, vedere per credere.
Meraviglioso vedere come alla convention di Star Trek, ci
sia parecchie gente che si presenta concitata come la Laliari interpretata da
Missi Pyle, come se fosse un personaggio canonico dell’universo creato da Gene
Roddenberry, anche se per certi versi lo è, perché il finale di “Galaxy Quest”,
con la nuova serie che torna finalmente sul piccolo schermo, sembra quasi un
cortocircuito con The Orville che
non sarebbe mai esistito senza il film di Dean Parisot e i suoi quintali di
amore per “Star Trek”.
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"Quindi, ora la nuova serie di Galaxy Quest si chiama The Orville, ho capito bene?" |
Ogni tanto si parla di una serie tv dedicata a “Galaxy Quest”, non so se avrebbe davvero senso (non con “The Orville” in circolazione almeno), di sicuro l’omaggio a “Star Trek” e a noi appassionati dell’immaginario non poteva essere più riuscito con questo film, di cui vi ricordo anche l’esaltante post Zinefilo. Vogliamo omaggiarlo come merita? Classido!
Direi che ora sì, questo è il finale giusto per questa lunga maratona Trekker che si è seduta al posto di comando di questa Bara Volante per tutti questi mesi, ora che abbiamo chiuso il cerchio con “Galaxy Quest”, il viaggio quinquennale può dirsi davvero completo. Fino alla prossima serie di “Star Trek”, fino al prossimo strano, nuovo mondo da esplorare a tutti quanti voi auguro lunga vita e prosperità anzi meglio: mai darsi per vinti... mai arrendersi!
[Cassidy batte le mani come un Thermiani mentre scompare del raggio del teletrasporto]
Gli abiti attillati possono sempre tornare utili per enfatizzare le grazie delle nostre amate donne,tutto confermato dagli scienziati(donnaioli)di questo mondo!
RispondiEliminaLo trovo molto... Logico ;-) Cheers
EliminaUn saluto enorme all'enorme Stan Winston,viva gli effetti speciali analogici!
RispondiEliminaIndimenticabile e indimenticato genio e autore di mille magie cinematografiche ;-) Cheers
EliminaQuello che mi piace tantissimo di "Galaxy Quest",e il modo in qui tratta la questione dei fan sfegatati,il film gli dice che si sono dei maniaci nerd,ma in fondo gli vuole bene e lo dimostra questa lettera d'amore indirizzata a tutti coloro che condividono una passione in comune,fa si dell'ironia su di loro,ma non si pone l'obbiettivo di ridicolizzarli gratuitamente,anzi tutt'altro e un film che mette pace fra attori e fandom! Magari nella vita fosse sempre cosi!
RispondiEliminaAncora non si parlava di "Fandom tossico", punta veramente al cuore e allo spirito migliore dell'essere appassionati, non senza ironia ovviamente. Cheers
EliminaGrandissimo Alan Rickman,che mi manca tantissimo! Tanti sono i ruoli suoi che ricordo,la prima volta che lo vidi in un film era nel "Robin Hood" con Kevin Costner,dove interpretava il magnificamente sopra le righe sceriffo di Nottimghan!
RispondiEliminaQualcuno ha detto Robin Hood? Resta da queste Bare ;-) Cheers
EliminaDiciamocelo... un filmetto con troppo budget e pubblicità che SENZA DI LUI non avrebbe avuto alcun motivo di esistere, o essere ricordato.
EliminaNe parleremo approfonditamente, tieni pronte le frecce ;-) Cheers
Elimina"Aiuto! c'e una donna parecchio bizzarra che non mi toglie piu i suoi tentacoli di dosso! Bella ma appiccicosa!"
RispondiEliminaNon so se farci l'insalata o innamorarmi ;-) Cheers
EliminaGran finale Cassidy. Ora sono certo che, grazie al tuo post, questo film sarà conosciuto come merita. Se non altro, molti saranno attratti dalle foto di Sigurney.
RispondiEliminaGrazie a te! Per questo "documento storico" considerami pure un Thermiano, farò di tutto per difenderne l'integrità tramandando il messaggio, avere Sigourney aiuta ;-) Cheers
EliminaFilmone spesso dimenticato e sottovalutato. Concordo che se uscisse ora farebbe il botto ma essendo uscito "solo" nel 1999 ha avuto il pregio di essere il primo a tentare un'operazione di parodia/omaggio, ma pure il difetto... Di essere stato il primo! Quando toccare certo materiale era passibile di scomunica e solo per aver provato a farlo, la base di fan si è sentita oltraggiata. Solo in seguito, quando i tempi sono diventati più maturi, è stato recuperato e messo sul piedistallo dove merita di essere. Galloni di "Classido" che ci stanno appieno.
RispondiEliminaOggi internet esplode nell'entusiasmo (spesso di chi la spara più grossa per farsi notare) per film che sono molto meno brillanti di questo "Galaxy Quest", ci tenevo a concludere con lui perché beh è stato il primo, anche quello che mi ha spinto a cominciare la rubrica su "Star Trek" ;-) Cheers
EliminaFilm bellissimo, intelligente, scemo (nel senso buono) e seriamente malinconico, è da tanto che non lo vedo ma lo ricordo come un piccolo capolavoro, a metà tra la presa in giro e l'omaggio sentito a tutto quanto già ai tempi "era" Star Trek e appassionava milioni di persone deluse dalla deriva che stava prendendo (ma forse non si era ancora così consapevoli).
RispondiEliminaTim Allen non mi ha mai fatto impazzire come attore ma qui è azzeccatissimo, Alan Rickman è un grande a prescindere, Sigourney Weaver mai stata così sexy e davvero tanto (auto)ironica, non ricordavo assolutamente Sam Rockwell, che rimane uno dei miei preferiti...
Insomma, mi hai dato tanti spunti per rivederlo. Soprattutto per un periodo a 56k che ricordo con grande nostalgia e mi sembra vicino, ma sono ormai passati più di 20 anni e questo mi fa pensare che sono vecchio!!
Ciao
Lo trovi su Netflix, lo so perché me lo sono rivisto l'altro giorno, malgrado lo avessi visto poco più di un anno fa (storia vera), per la serie ogni scusa è buona ;-) Tim Allen perfetto doppiatore anche per la Pixar, ma come attore non mi ha convinto mai, tranne che qui, qui è perfetto! Cheers
EliminaSapevo che un fanta-fratello come te amava questo film, che scalda il cuore di chiunque sappia apprezzare l'epica fanta-eroica, seria o faceta che sia ;-)
EliminaIl bello di questo film è che ha tutto per piacere al pubblico a secco totale di "Star Trek" ma allo stesso tempo può far perdere la testa a chi invece è cresciuto guardando la serie creata da Gene Roddenberry, un'operazione impeccabile che nel 1999 non piacque a nessuno, perché era un film che arrivava dal futuro ;-) Cheers
EliminaCome dire... "Forse voi non siete ancora pronti per questo film, ma ai vostri figli piacerà..."
EliminaMarty McFly docet ;-) Cheers
EliminaPeccato veramente fratello Lucius che non abbia avuto il successo che meritava e sia passato così in sordina. Però oltre a scaldare il cuore di giovani nerd come noi (a quei tempi) era anche fatto con il cuore, per questo rimane una gemma ancora oggi. 👋
EliminaHa pure Rickman nel cast, anche se i più giovani lo conoscono giusto per il suo ruolo in Harry Potter. Cheers!
EliminaIn Italia non credo abbia avuto molto successo, eppure in quei tempi lo consigliavo a tutti quando stavo in videoteca nelle serate estive. Un cult che fa godere e divertire ad ogni visione.
RispondiEliminaIn uno strambo Paese a forma di scarpa no, ma nemmeno tanto negli Stati Uniti, dove però è diventato un culto con il tempo, il documentario “Never Surrender: A Galaxy Quest Documentary” (2019) è ultra consigliato, davvero bello ;-) Cheers
EliminaFilm che ho recuperato solo ultimamente, all'inizio di quest'anno credo, e che ho amato alla follia! il modo in cui smonta tutto ciò che è "star Trek" e quello che gli sta intorno trasuda quintali di genialità. Alan Rickman santo subito.
RispondiEliminaEro sicuro che lo avresti amato, Rickman è perfetto, quella scena lì, quella in cui cambia senso alla sua frase insensata, veramente un attore incredibile che mi manca molto ;-) Cheers
EliminaPurtroppo è sparito dalla piattaforma prima che potessi rivederlo, ma è un film meraviglioso, proprio come dici tu, anche per chi come me di Star Trek non ne sa poi molto. Fa tanto ridere, fa piangere (sfido chiunque a non piangere!), il cast è strepitoso. Grazie per questo bellissimo articolo e per questo fantastico viaggio verso l'infinito e oltre Cassidy!
RispondiEliminaRimanere con gli occhi asciutti in "quella" scena significa essere alieni! ^_^
EliminaCredo che lo abbiamo (tele)trasportato su Netflix, l'ho rivisto lì giusto qualche giorno fa, grazie a te anzi, grazie a voi per avermi accompagnato in questo lungo viaggio ;-) Cheers
EliminaFa venire voglia di arruolarsi immediatamente, bisognerebbe commuoversi già solo per il talento di Rickman. Cheers!
EliminaL'ho recuperato tardi rispetto alla sua uscita ma l'ho amato da subito, e manda tutti a scuola di parodia! È proprio come dici: nessuno sa prenderti in giro come chi ti conosce e ti ama di più.
RispondiEliminaHo sempre ammirato l'atipica bellezza di Sigourney, e anche se la tutina strizzante distrae l'occhio dei maschietti, forse per contrasto trovo che qui abbia postura e movenze eleganti come non mai. E poi bionda sta benissimo!
Ma gli attori sono tutti azzeccati e bravissimi (Shalhoub era anche in M.I.B. irriconoscibile), anche i mini-teletubbies carnivori 😛
Sta per uscire -oserei dire anche: finalmente!- l'Enterprise giocattolo della Playmobil, credo sull'onda lunga di "Lower Decks". Attendo con ansia la Protector, o magari chissà un giorno, la Eagle 5 (a proposito di citazioni di "Alien" e di parodie ben fatte, anche se questo secondo me è superiore a "Balle spaziali): mai darsi per vinti, mai arrendersi! 🔨
??? !!! Quanto potrà essere enorme una Enterprise giocattolo Playmobil?
EliminaLascia stare che se è confermato il prezzo rinvenuto su internet (500 euri) mi devo vendere un rene!!
EliminaEnterprise Playmobil? Non puoi mica infiammare così gli animi!!! Per fortuna sicuramente costerà troppo per le mie tasche, ma sarà obbligatorio cercare foto e video per adorarla in silenzio ^_^
EliminaÈ bellissima! È l'Enterprise di Kirk, è vero sogno e sì... credo che con quelle dimensioni modeste e quel prezzo abbordabilissimo rimarremo "tutti" ad adorarla in silenzio e da mooolto lontano...
EliminaInfatti Tony Shalhoub è proprio il punto di unione tra questo film è “Men in black” uscito l’anno dopo e campione d’incassi, entrami film che amano e sfottono amabilmente tipologie di fantascienza retrò usando il giusto mix di CGI e trucchi vecchia scuola, solo che un film ha avuto la fortuna di avere Will Smith lanciatissimo, l’altro di passare per un altro “Star Trek” quando invece era molto ma molto più brillante ;-) Per certe riproduzioni penso che i Playmobil siamo meglio dei Lego, ma per quel prezzo dovrebbe avere anche un vero teletrasporto incorporato ;-) Cheers
EliminaShalhoub ha legato irrimediabilmente la sua faccia al detective disturbato, ma aveva buone frecce al suo arco.
RispondiEliminaMe lo ricordo in Attacco al potere, film con un Bruce Willis parecchio ambiguo, cioè lo puoi vedere eroe o bastardo a seconda di che tipo di americano sei.
Trovo questo film meraviglioso, ma il problema è che mi riesce difficile concepire Rickman in un ruolo che non sia quello del bastardissimo. E' che ci sono filmicamente cresciuto con Hans, Marston e il miglior sceriffo di Nottingham dopo questo
https://nostalgiacentral.com/wp-content/uploads/2014/06/wtwr001.jpg
“Attacco al potere” classico di casa Cassidy consumato in vhs (storia vera). Infatti anche in Harry Potter giocava sull’ambiguità del cattivo, ma qui è il miglior proto-Spock ad Ovest di Spock, che di imitatori ne ha avuti tanti ;-) Cheers
EliminaAh, quindi la nostra Sigourney non sarebbe sexy, a detta di qualcuno?
RispondiEliminaMi permetto di dissentire.
Anzi, per me certa gente non capisce proprio un tubo.
Anzi, un condotto.
Ma sai che lo avevo completamente rimosso?
Me lo devo rivedere. E dopo aver fatto una piccola ricerca, ho constatato che e' pure a portata di clic.
Il fatto che sia passato in mezzo al l'indifferenza generale e' un indice lampante di quanto sia uscito nel periodo sbagliatissimo.
Oggi lo elogerebbero per come sfotte una serie leggendaria col massimo rispetto possibile. Che come dico sempre, e' il miglior omaggio possibile.
Come se mandassero la truppa di Star Trek a salvare per davvero qualcuno!
Ma forse, quando interpreti per cosi' tanti anni un personaggio, stare al gioco e' l'unica possibilita' di salvarsi.
Fa riflettere il fatto che qualcuno si faccia un'idea della realta' basandosi unicamente da quel che vede sullo schermo...
A vedere chi ci recita dentro, c'e' da farsi venire il capogiro.
Tutti bravissimi, e tutti impiegati alla grandissima. Non come la cretinate di ieri...
Da rivedere il prima possibile.
Mi unisco al coro del dissenso, vada per il condotto ;-) Lo trovi su Netflix, sai cosa fare oggi pomeriggio. Cheers!
EliminaOcchio che c'è un Silente al posto di Piton ;)
RispondiEliminaMai visto e penso nemmeno mai trasmesso in chiaro, ma a questo punto sono curioso.
Si vede che sono un grande appassionato del maghetto eh? Lo so che è Piton ma ogni volta lo chiamo Silente rischiando il linciaggio, grazie per la segnalazione ho corretto. Lo trovi su Netflix, voglio vedere questo titolo tra i dieci più cliccati sulla piattaforma, dai che ci riusciamo, dai! Dai! Dai! ;-) Cheers
EliminaFilm molto molto bello, rivisto un paio di mesi fa.
RispondiEliminaRicordo la prima volta che lo vidi fu perché mi incuriosiva il trucco di Alan Rickman... Poi chi dice che Sigourney Weaver è poco "femmina" non ha capito niente, e dovrebbe rivedersi per esempio anche "Ghostbusters"...
Ottima scelta per chiudere questa rubrica, questo viaggio nel mondo di Star Trek... e dintorni.
Ti rinnovo l'invito a dare un'occhiata alle fan serie "Phase II" e "Continues" (alla faccia del maledetto), e ti pongo un quesito: nell'universo reebot esiste l'universo dello Specchio? 😲🤓😂
Ciao! 🖖
L'universo reboot è l'universo specchio, però rotto ;-) Ecco appunto, "Ghostbusters" è l'altro film da cui prendere immagini per mettere fine alle discussioni sull'argomento. Seguirò il tuo consiglio, lunga vita e prosperità! ;-) Cheers
EliminaCome sai con me sfondi una porta aperta con questo film, imprescindibile e unico. Un manuale di fanta-cinema di ogni specie, e chi non ne tiene conto fa solo male al cinema.
RispondiEliminaHai ragione, se uscisse oggi sarebbe venerato nei social, ma è meglio così: serve a capire chi ama davvero il genere e chi invece segue solo le mode.
Esatto, un ottimo spartiacque tra chi blatera e condivide per moda e chi per vera passione ;-) Cheers
EliminaNon riuscivo a focalizzare chi fosse il capo dei Thermiani, lo avevo già visto... ma certo!! E' il capitano di Flashpoint!
RispondiEliminaTi credo sulla parola, non ho mai visto "Flashpoint" ;-) Cheers
EliminaYes! Il bravo Enrico Colantoni (mi sa che Flashpoint l'abbiamo visto in 3 :) Cmq cast stellare, non ricordavo ci fosse anche Detective Monk, praticamente già nel personaggio! Il film è veramente una chicca: rivisto almeno 3 volte, 'venduto' a un sacco di amici, ogni volta ci scopro dei riferimenti / gag / trovate geniali nuove!
EliminaEsatto, poi a distanza di tempo si notano meglio gli attori famosi e le facce note ;-) Cheers
EliminaHo appena letto la perfetta recensione di un perfetto film (uscito troppo in anticipo per essere amato GIA' all'epoca, come invece avrebbe dovuto) ;-)
RispondiEliminaUna serie su "Galaxy Quest", oggi? Oltre al fatto di trovarsi in concorrenza con "The Orville" ci sarebbe un altro problema fondamentale: la meravigliosa alchimia fra i personaggi, molto difficilmente ricreabile da altri attori (e il compianto Alan Rickman rimane insostituibile)... quindi no, non credo proprio che sarebbe una buona idea.
P.S "Star Trek Continues" e "Star Trek: New Voyages" meritano, decisamente ;-)
E anche qui c'è qualcosa d'interessante...
https://www.youtube.com/watch?v=1W1_8IV8uhA
Concordo in pieno, Rickman non può essere sostituito e ti ringrazio molto per i link, cercherò di dargli un'occhiata ;-) Cheers
Elimina