giovedì 15 luglio 2021

Star Trek - Picard - Stagione 1 (2020): San Gianluca santo subito!

Il viaggio nell'universo di Star Trek di questa Bara, oggi ci porta al cospetto di uno dei personaggi più amati di tutta la saga, il ritorno di Gianluca era inevitabile.

Considerando che Leonard Nimoy è tornato su Vulcano e William Shatner è finito per diventare l’eroe delle convention di Star Trek, dopo che il suo Kirk è stato eliminato dal canone (male e troppo presto), il capitano Jean-Luc Picard è l’ultimo dei grandi vecchi di questa serie, amatissimo dal pubblico tanto che l’apparizione di Patrick Stewart ad una delle ultime Lucca Comics (pandemia permettendo), dove si è teletrasportato per lasciare le sue impronte sulla neonata “Hall of fame” della cittadina Toscana, ha scatenato scene di giubilo e delirio (storia vera).

Lucca comics and games Patrick

Tra gli infiniti danni fatti dal maledetto GIEI GIEI, bisogna almeno riconoscergli che ha saputo ricordare al mondo che là fuori, un nutrito pubblico interessato a “Star Trek” ancora esiste, Discovery ha cercato di sparare in aria nel tentativo di colpire qualcosa, se non altro questa seconda serie televisiva “parallela”, tutta dedicato al buon vecchio Gianluca, partiva con premesse un minimo più solide.

Lasciatemi fare come il pubblico di Lucca, anche se la mia gioia e il mio giubilo lo dedico alla prima serie di “Star Trek” che finalmente, dopo decenni, non è ambientata nel passato del mondo creato da Gene Roddenberry. Per arrivare a questa soluzione (rivoluzionaria!) si sono messi in quattro, infatti “Picard” è una serie curata dal prezzemolino Akiva Goldsman, da Kirsten Beyer ma soprattutto da Michael Chabon e il solito zerbino di GIEI GIEI, Alex Kurtzman.

Perché fissare i cantieri e giocare a bocce, quando puoi viaggiare ancora nello spazio?

Ma prima di ogni altro dettaglio è chiaro che “Picard” non avrebbe potuto esistere senza il titolare della serie, Patrick Stewart non ha mai davvero chiuso con il personaggio che lo ha reso celebre, per lui nessun tira e molla come tra Nimoy e il suo Spock. Giunto alla sua tenera età (classe 1940 il ragazzo, bere tutto quel tè ha gran effetti positivi!), Patrick Stewart con questa serie pare accettare pacificamente il dato concreto per cui, verrà per sempre ricordato per il ruolo del capitano della USS Enterprise, quindi nella sua serie solista ha un ruolo anche come produttore esecutivo, mentre la trama ignora anni di fumetti, romanzi e materiale proveniente dall'universo espanso di “Star Trek” (utilizzo un concetto che arriva dalla concorrenza, perdonatemi) offrendo la versione “ufficiale” dei fatti, tra tutte le storie immaginarie, questa ha il bollino di Sir Stewart.

“Picard” gioca a carte scoperte, infatti già dal primo minuto del primo episodio (dei dieci che compongono questa prima stagione), ritroviamo Gianluca e il suo amico Data impegnati a giocare a Poker come facevano ai tempi di The Next Generation. Se l’idea era prendere i Trekker e colpirli al cuore negli affetti facendo leva sull’effetto malinconia, “Picard” lo fa dal primo minuto, anche se Brent Spiner ormai non usa più semplice trucco per tornare brevemente nei panni di Data, ormai siamo allo stucco industriale sul viso per coprire le rughe e al lucido da scarpe per tingergli i capelli. Poveretto, era dai tempi di La Nemesi che sperava di mettere la parola fine al suo celebre androide, ma dopo decenni è ancora qui ad interpretarlo.

P-p-p-poker face, p-p-poker face (cit.)

Già perché il tema di “Star Trek - Picard” è davvero tutto qui, il senso di colpa del sopravvissuto, alimentato dalla perdita del suo amico sintetico, ha incupito il nostro Gianluca per anni, di fanno non si è mai ripreso dagli eventi di La Nemesi, ed ora vive nel suo maniero di famiglia in Francia, coltivando vino insieme al suo nuovo Numero Uno, un Pitbull che potrebbe essere considerata una presa per i fondelli a William Riker, solo per chi non è cinofilo.

Con lui ai tempi, col cavolo che i Borg ti avrebbero mai assimilato, al massimo loro sarebbero stati assimilati, come la pappa.

Per aggiornare noi spettatori su quanto accaduto in tutti questi anni, in cui presumo Picard sia andato a letto presto (cit.), gli autori scelgono una soluzione molto in linea con The Next Generation, dove il nostro Gianluca monopolizzava con il suo presenzialismo molte delle trame. Anche nel futuro Picard è in odore di santità ed è anche riuscito a guadagnarsi il grado di ammiraglio, che a mio avviso ormai era già a portata di tiro, considerata la sua carriera nella Flotta Stellare ma no! Gianluca deve fare di più, altrimenti i fedeli Trekker come faranno ad invocarlo?

L’espediente scelto per aggiornarci è l’equivalente Trekker di un’intervista da Oprah Winfrey, organizzata in occasione dell’anniversario degli eventi che hanno reso Picard un santo laico: in seguito alla distruzione del pianeta Romulus da parte della supernova Hobus (l’evento che era al centro della nascita narrativa alternativa del Kelvin-verso), Picard ha organizzato una massiccia operazione di salvataggio e trasferimento dei profughi romulani, un evento che Picard stesso paragona a Dunkerque, perché citare un evento accaduto nell’anno di nascita di Patrick Stewart, per di più nel suo Paese natale, fa figo e non impegna.

"Me lo dice lei quando devo saltare sul divano o accusare di razzismo la regina?"

Ma Oprah no è qui per celebrare, vuole il sangue e anche nel futuro di Star Trek, un Vip che perde le staffe in diretta televisiva fa notizia, alla faccia della società evoluta. Quindi l’intervistatrice incalza Gianluca su quanto accaduto dopo, i romulani trasferiti sulla colonia marziana di Utopia Planitia, il 5 aprile del 2385 (data astrale), ha subito un vigliacco e totalmente imprevedibile attacco da parte dei “Sintetici”, gli essere artificiali in rivolta, da allora banditi all'interno della Federazione per il loro tradimento.

Diviso tra l’amore per la divisa e l’amicizia con Data, Picard ha abbandonato la Federazione e da allora è un uomo spezzato che trova nelle gemelle Dahj Asha e Soji Asha (Isa Briones) una nuova ragione di vita e l’occasione per rimediare ai suoi sensi di colpa, perché le due gemelle, braccate dai romulani in cerca di vendetta, non sono due sintetiche qualunque, sono le figlie di Data.

Questo più che B4, mi sembra decisamente after (ah-ah!)

“Picard” è una serie strana per due ragioni, la prima molto semplice, a casa Cassidy quando la mia Wing-woman passando per il soggiorno mi chiedeva: «Cosa stai guardando?», «Picard», «Di che parla? Di una catena di negozi di roba surgelata?» (Storia vera), ma soprattutto ha l’andamento di un lungo film diviso lungo dieci episodi, che in teoria potrebbe quasi essere auto conclusivo, ma di fatto sembra il lungo “pilota” per la seconda stagione già annunciata da diverso tempo. Il ritmo non è certo il motivo per cui si guarda “Picard” che per inciso, non parla di surgelati, a meno di non voler considerare scongelato lo stesso Stewart.

La lunga trama orizzontale sul senso di colpa di Picard è un po’ troppo poco per i dieci episodi, che si ritrovano ad avere più minuti disponibili che veri argomenti da raccontare. Sarà forse una scelta voluta per prendere le distanze dall'agitazione con brio di Discovery, potremmo parlare di un modo di riabbracciare lo stile più riflessivo delle serie classiche, ma inutile nasconderci dietro un dito, dieci episodi sono anche troppi per raccontare questa storia, infatti “Picard” in parecchi momenti mena il can per l’aia. No, non il povero Numero Uno.

Qualcuno in questa serie dovrà pur darsi una mossa no?

Intorno a Gianluca sono stati inseriti dei nuovi personaggi che bontà loro, hanno sulle spalle la responsabilità di tutte le scene d’azione, inevitabile perché Sir Patrick Stewart sta in gran forma per l’età che si ritrova, però non può saltellare, correre e sparare, ecco perché la sintetica figlia di Data, zompetta intorno al nostro protagonista di qua e di là, nel tentativo di dare un’idea di movimento alla serie.

Per esplorare il passato non raccontato (almeno su schermo) di Picard, la serie si gioca diversi flashback con il nostro Gianluca in visita su Romolus, con giacca e cappello bianco come se fosse il buon padrone dalle belle braghe bianche, intento a portare la parola della Federazione ai selvaggi locali, tra cui il giovane Elnor (Evan Evagora), un romulano che Picard ha cresciuto leggendogli “I tre moschettieri” e che ora è entrato a far parte dell’ordine delle suore guerriere romulane (eh!?). Il nostro “Suoro” con capelli lunghi, balzi, balzelli e sopracciglia a punta, sembra un personaggio scappato da “Il signore degli Anelli” e finito per caso in questa serie, a ben guardarlo pare il fratello moro di Legolas e anche il suo nome Elnor, lo fa sembrare più un elfo che un personaggio di “Star Trek”.

"Chi pensava di morire combattendo fianco a fianco a un Elfo?", "E invece fianco a fianco ad un amico?" (cit.)

Il nuovo equipaggio messo su da Picard è composto da una serie di personaggi che vanno dall’anonimo al pasticciato, la dottoressa Agnes Jurati, massima autorità stellare in fatto di sintetici, è interpretata da una Alison Pill alle prese con un ruolo ingratissimo. La dottoressa è petulante oltre ogni livello di guardia, pare che sia stata inserita nella storia solo per fare le domande (spesso ridondanti) che farebbero gli spettatori e il grosso colpo di scena che la vede protagonista, si risolve in un grosso nulla di fatto, perché la serie è indecisa o comunque troppo impegnata a portare avanti la descrizione di Picard, il santo laico.

Un tempo Alison Pill era garanzia di qualità, cosa è successo Alison?

Tra i nuovi personaggi, la migliore (o la meno peggio) risulta essere Raffi Musiker (Michelle Hurd) una sorta di nuova Numero Uno che è stata accanto al protagonista durante la sua impresa di salvataggio dei romulani, per il resto però la serie non riesce a spremere altro dai personaggi, infatti spesso ricorre alla malinconia per tenere alta l’attenzione.

"Belle queste divise nuove vero?", "Anche comode, ma possiamo usarle solo nei flashback"

Da sempre non si possono separare i Borg da Picard, fin dai tempi della sua assimilazione e trasformazione in Locutus, quindi non vuoi inserire anche una delle razze aliene più famose e amate di tutto “Star Trek”? Figuriamoci! Ma chi è la Borg(nina) più famosa di sempre? Ovviamente Sette di nove, che fa la sua roboante entrate in scena nel quarto episodio, diretto non a caso da Jonathan “Two-Takes” Frakes.

Il ritorno della "Borgnina", sempre un piacere Sette!

Jeri Ryan è invecchiata anche meglio di Sir Stewart, ma quello già lo sapevo perché me l’ero ritrovata sempre bellissima, anche in una stagione di “Bosh” (serie di cui dovrei decidermi a scrivere qualcosa prima o poi), la sua Sette di nove qui ha il suo arco narrativo che la porta da essere una sorta di cacciatrice di Borg, una sorta di “Han Sola” cazzutissima, destinata a fare di nuovo i conti con la collettività da cui è in fuga da una vita. Gli “EB” (ex Borg) che vivono all'interno di un enorme cubo Borg decadente, sono gli uomini neri che visti da vicino, non fanno più così tanta paura, in una serie che utilizza la fantascienza per fare metafora del presente.

"Preferiamo utilizzare il termine disconnessi"

Profughi, minacce terroristiche, minoranze temute e assoggettate, “Picard” sarà anche ambientata nel futuro di “Star Trek” ma di sicuro non ha una visione ottimistica, sembra che la serie creata da Gene Roddenberry non sia più in grado di ispirare il futuro, di utilizzare la narrativa per dare una direzione da seguire, oserei dire a cui ambire. Il massimo che “Picard” riesce a fare è strizzare l’occhio agli eventi della nostra cronaca, forse più interessata a raccontarci che ora Sette di Nove rientra in una categoria di genere che potremmo definire bisessuale, anche se più che una vera evoluzione per il personaggio, mi sembra puro e becero gossip, pettegolezzi da parrucchiere e poco altro.

Nel suo allungare il brodo “Picard” si gioca momenti ben poco credibili, come nel casinò spaziale di Freecloud (dove si strizza l’occhio ad un ferenghi di nome Quark), volete dirmi che Picard, il santissimo Picard, l’uomo che rilascia interviste in spazio-visione può nascondere la sua identità con una benda sull’occhio e un basco nero in testa? Che poi perdonatemi, ma chiedere ad un personaggio che si chiama Jean-Luc Picard di mimetizzarsi travestendosi da stereotipo del francese, sarebbe un po’ come pensare che Rocky Balboa lo stallone italiano, per non farsi riconoscere dai tuoi tanti ammiratori, andasse in giro per le strade di Philadelphia travestito da Pulcinella.

"Con quella benda chi pensi di essere? Capitan Harlock?"

I dieci episodi che compongono la prima stagione di “Picard” hanno talmente tanto tempo libero e altrettanta voglia di puntare al cuore dei Trekker, che un intero episodio, vede il ritorno in scena di William Riker e Deanna Troi, ma se da un punto di vista è bellissimo vedere l’affetto così marcato, quanto queste vecchie glorie si incontrano nuovamente, dall’altra è chiaro che gli unici personaggi ben caratterizzati di “Picard” siano quelli che hanno avuto trascorsi altrove. Sul serio, meglio Deanna e Bill che vivono nella foresta (insieme agli Ewoks o qualcosa del genere, potrei aver fatto un po’ di confusione), impegnati a fare la pizza usando il basilico coltivato su chissà quale pianeta lontano.

Che poi io dico Bill, quello è francese e tu gli fai la pizza?

William, Napoli, la pizza si fa con il basilico di Napoli, non inventiamoci diavolerie futuristiche ok, Napoli esisterà anche nel futuro di Star Trek ne sono certo. Poi non so voi, ma ho capito che questa è una regola non scritta, valida per tutte le serie di “Star Trek”: quando entrano in scena Jonathan Frakes e Marina Sirtis, la serie che state guardando è prossima alla conclusione, Enterprise docet.

"Siamo passati dall'essere la prossima generazione, alla generazione dei baby boomer"

Non manca nemmeno la comunità di pacifici figli dei fiori, quasi una tradizione delle serie di “Star Trek”, qui rappresentata dai Sintetici guidati da Brent Spiner nel doppio ruolo, non è difficile intuire quale. In una serie in cui la malattia di Picard, sembrava una buona soluzione per scandire il poco tempo rimasto al personaggio e mettergli fretta, davanti a tutti i suoi sensi di colpa ancora da affrontare, prima di poter trovare veramente la pace, “Picard” scegli di percorrere la via della santità del protagonista in tutto e per tutto, da qui in poi dovrò andare un po’ nello specifico, quindi vi avviso, seguono SPOILER sul finale della prima stagione!

La comunità di Sintetici minacciata viene salvata solo grazie all'intervento di chi? Dai è facile, ovviamente lui, Jean-Luc “Santo subito” Picard che muore per i peccati dei sintetici in una “morte” (virgolette obbligatorie) che arriva a metà dell’ultimo episodio della serie, troppo presto per avere vera enfasi. Una scena che sembra un santino che posso essere onesto? Mi ha fatto anche un po’ girare le scatole, avete ammazzato Kirk quando non era affatto necessario farlo, facendolo morire di una morte inutile, mentre Picard si becca la possibilità di trapassare nella bambagia per circa cinque minuti, perché è inevitabile che a metà di un episodio finale, di una serie che è già stata confermata per una seconda stagione, il titolare non possa morire.

"Tutta quella fissa per Pinocchio e tu cosa fai? Accendi il camino. Non impari mai vero?"

Prima bisogna affrontare il senso di colpa di Picard, in un onirico faccia a faccia con Data, che giunge alla stessa conclusione a cui era già giunto Rico in Dredd nel 1995: «Sai qual è il senso della vita? Che finisce». L’androide che come Pinocchio sognava di essere umano, finalmente trova quella morte che Brent Spiner sognava per il personaggio da anni, un momento indubbiamente carico di Pathos, ma dopo che abbiamo scoperto che la memoria di Data era comodamente salvata e conservata per tutti questi anni, la morte per un personaggio così potrà davvero essere definitiva? Non credo proprio, mi dispiace Brent, rassegnati.

La scelta che ho trovato più assurda è la resurrezione di Picard, che torna in vita nel corpo del “golem” creato da Altan Inigo Soong. Di fatto anche Picard rinasce come “sintetico”, però senza potenziamenti, solo un corpo sano (per un uomo della sua età) con cui raggiungere la naturale fine della sua vita, in parole povere? Lo hanno trasformato in un robot con le rughe. Questo potrebbe anche essere uno sviluppo interessante in uno scenario in cui i “sintetici” sono le creature più odiate della galassia, ma che senso ha uccidere Picard ignorando le sotto trame legate alla dottoressa Agnes Jurati, oppure risolvendo la grande battaglia spaziale, con William Riker che arriva a capo della cavalleria, al grido di: «Chiudiamo questa battaglia in cinque minuti, che ho due diavole e una margherita rinforzata nel forno e Deanna odia il cornicione della pizza bruciacchiato».

"Una marinara e una diavola al tavolo due... volo!"

L’espediente del cambio di corpo, avrebbe un senso forse, nell'ottica di preservare Picard come personaggio, oltre la vita fisica di Sir Patrick Stewart. Oh Patrizio! Cento anni di salute, però l’età è un fattore che conta. Anche perché così, tutta la prima stagione di “Picard”, che avrebbe potuto essere un saluto finale per un personaggio storico di “Star Trek”, di fatto diventa il lungo pilota di una serie in cui forse, si tornerà a viaggiare alla ricerca di strani, nuovi mondi, anche se al momento, “Star Trek” non sembra più in grado (o peggio, interessata) ad ispirare il futuro, al massimo si limita ad inseguirlo, ben avvolti nella coperta calda e comoda della malinconia.

Per questo forse manca l’irruenta spavalderia del capitano Kirk, al momento a tenere banco è ancora il processo di beatificazione di San Jean-Luc Picard da La Barre, Francia, pianeta Terra, morto e risorto per le nostre serie su “Star Trek”, a breve, santo subito. Perché tutti sono pronti a dire quanto mal sopportino i francesi ma Gianluca no, lui sarà il Papa Capitano di tutti.

"Tirami il dito..."

Prossima settimana, affronteremo gli ultimi sgoccioli di questa lunga maratona su "Star Trek", il viaggio quinquennale della Bara Volante non è ancora terminato, non mancate!

30 commenti:

  1. "Mamma, pare che sono santo!" - cit.
    Scherzi a parte, continua la mia latitanza sul prodotti televisivi di Star Trek. Ne approfitto per salutare. A domani!

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    1. Il post di domani ti piacerà ;-) in certi momenti sembra davvero che manchi solo il coro: Santo subito! Santo subito! ;-) Cheers

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  2. L'avevo iniziata con un certo entusiasmo che mi si è spento in fretta e l'ho abbandonata. Che vuoi farci... Non sono un vero Trekkie...

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    1. Nemmeno io, non lo sarà mai perché è una fede che si porta dietro anche una certa dose di responsabilità, anche se ammetto che questa lunga maratona mi ha cambiato, penso e spero in meglio, non potevo continuare ad ignorare una buona fetta di questo enorme universo Trekkie ;-) Cheers

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  3. Ma nessuno si è mai fermato a riflettere su quanto sia stupido gettare chili di stucco in faccia a Spiner quando sarebbe stato semplicissimo mostrare che Data si Dota (ah-ah!) lui stesso di pelle artificialmente invecchiata cullandosi nell'illusione di poter incanutire come tutti gli altri?
    Certo, bisogna ricordarlo a ogni inquadratura:

    -"Hey, Data, ha delle nuove rughe, le stanno benissimo"
    -"Sì, ho comprato questa nuova pelle che invecchia che è un amore, si degrada 2 volte più in fretta delle altre, costa un po' di più ma Signora mia, cosa vuole, la qualità si paga ..."

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    1. Quello sarebbe stata una soluzione, un’altra mostrare un Data “spellato”, consumato e datato (ah-ah) solo lucine e circuiti e farlo doppiare da Brent Spiner. Cheers!

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  4. Mi vien da ridere perche' anche a me il nome dell'eroico comandante ha sempre fatto pensare alla nota catena di pesce surgelato.
    Appena intravista. L'ho trovata, come dire...un po' autocelebrativa, forse?
    Beh, alla fine Picard non poteva che finire e a fare l'umarell.
    Solo che invece di stare a fissare i cantieri e i lavori in corso, guarda le astronavi che decollano e la gente che combatte.
    Anche se la partitina a carte ci sta, dai.
    Beh, verrebbe spontaneo dire che basterebbe solo la presenza di Sir Patrick, ma...le cose non stanno proprio cosi', ho idea.
    E mi pare che non abbiano tutta questa fretta di fare la seconda stagione.

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    1. Partita a carte, si fissa e si commenta qualcuno che combatte e poi via a cena dal vecchio Numero Uno, la dura giornata di un capitano della Flotta Stellare in pensione ;-) Cheers

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    2. E con le braccia incrociate dietro alla schiena, eh.
      Che e' fondamentale.

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    3. Non possono mancare ;-) Cheers

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  5. Ho apprezzato anch'io che finalmente siano andati nel futuro di Star Trek. E' già uscito il trailer della seconda, tutta incentrata sul ritorno di Q, interpretato sempre da De Lancie: comunque non vedo l'ora :D

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    1. Sai bene quanto io ami Q, che già mi vedo prendere il posto di Data nei viaggi nella memoria di Gianluca. Benvenuto il futuro finalmente, mi dispiaccio del fatto che forse “Star Trek” abbia perso la sua capacità di ispirarlo il futuro, ora lo sta inseguendo, ma spero che se lo riprenda in un modo o nell’altro. Cheers!

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  6. Come sai non sono un fan di Picard, quindi un'intera serie dedicata al suo ego non poteva che infastidirmi, sebbene mi abbiano indorato la pillola con Sette di Nove che spara alla John Woo con due fanta-fucili: trenta secondi che per me sono valsi l'intera serie ^_^
    All'epoca della sua uscita avevo anche iniziato a leggere il fumetto che raccontava quel fattaccio coi Romulani che nella serie è solo citato, ma anche sulle tavole disegnate protagonista era sempre e solo l'ego di Picard quindi non sono riuscito ad andare oltre il secondo numero.
    Invece m'ha fatto piacere che Numero Uno e signora abbiano fatto un figurone tale che è già uscito il primo romanzo con loro due protagonisti: l'universo Trek è sempre in espansione ^_^

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    1. Ma sarebbe ora di esplorare il passato dei coniugi, non mi dispiacerebbe vedere William Riker, finalmente capitano di una nave tutta sua ;-) Sette di Nove è da serie tutta sua, quasi più di Picard, entra, spara, esce, ciao, il tutto rubando la scena! Cheers

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  7. Niente da fare, Star Trek se ne va sempre più in basso ed è un peccato. Cosa penso di questa serie l'ho già scritto nell'articolo relativo e vedo che più o meno siamo d'accordo. anche per quanto riguarda l'ambientazione futura, mi sono piaciuti giusto gli ologrammi sparsi per tutta la nave, per il resto non è che sia cambiato molto... Ma se calcoliamo che la terza serie di Discovery è ambientata 800 anni dopo o giù di lì e non è cambiato quasi niente, direi che la velocità dell'evoluzione tecnologica è giusta! XD
    Ammetto però di esservi nerdisticamente esaltato al grido "We are borg!"

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    1. Quello è un buon momento, ma questa rappresentazione timida del futuro non aiuta. Spero che Star Trek torni a parlare del suo futuro e non sempre del suo passato, però con una direzione più decisa e soprattutto, in linea con lo spirito della serie. Cheers!

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  8. Non ho visto Picard, ma ho bevuto tutto ciò che su di lei hanno pubblicato i matti di RedLetterMedia e ho letto con attenzione il tuo post e altri sul tema. Non mi ispira e non credo sia in linea col Trek che piace a me che riusciva a parlare del presente in modo non banale regalando storie emozionanti. Questo sembra scritto da persone che le metafore non hanno capito bene cosa siano, è tutto talmente diretto che hanno stravolto l'ambientazione per raccontare una storia sul nostro mondo odierno!

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    1. Prima Star Trek ispirava il futuro o al massimo sapeva fare metafora del presente, qui la storia torna nel futuro di Star Trek ma il futuro non sembra in grado di ispirarlo, al massimo cerca di inseguirlo. Cheers!

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  9. Una serie che mi sono gustato a cadenza settimanale, come stabilito dalla prima programmazione di Prime, trovandola discreta ma senza particolare anima. Sicuramente ha contribuito il fatto di ritrovare tanti vecchi amici e anche nuovi personaggi, anche se Elnor mi ricorda più CamiMua, un esperto di makeup che mua moglie segue sul tubo...
    Sicuramente brilla quando il vero Numero Uno rientra in attività, non solo come pizzaiolo, togliendo un pò di Picardocentrismo al tutto. Effettivamente la storia poteva benissimo essere condensato nella metà degli episodi e la "risurrezione" di Gianluca era nell'aria fin dal primo momento, però mi ha lasciato dei buoni ricordi, cosa che non mi capita spesso con i nuovi film o le nuove serie tv. Se facessi un post su Bosh mi faresti molto felice, è una serie che mi sta piacendo molto, soprattutto per l'arco narrativo sei personaggi, infatti sono già all'ultima stagione... 👋

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    1. Prima o poi troverò anche il tempo di scrivere di “Bosh”, ho un paio di serie tv lunghe su cui scrivere, tra cui proprio quella. Insomma Elnor somiglia a tutti, tranne che ad un romulano ;-) Cheers!

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  10. Condivido quasi in toto le tue impressioni su questa prima stagione.
    Iniziano a infastidirmi le trame orizzontali, specie in serie nate con trame verticali e comunque uno sviluppo nell'arco delle stagioni. Cioè "Deep Space 9" con la guerra del Dominio introduce giocoforza trame orizzontali, ma è roba coi controcazzi, la serie più adulta e matura di tutto Star Trek, che piacciano o meno (come a me) Sisko e i Profeti del tunnel.

    "Picard" l'ho attesa con pazienza, me la sono centellinata puntata dopo puntata, e alla fine ho avuto la sensazione di aver perso del tempo.
    Non mi basta il rivedere volti della mia serie Trek preferita, non mi basta rivedere 7di9 versione Delta Force solitaria, non mi basta il più che buon personaggio di Raffi Musiker, non mi basta la bella romulana Narissa: hanno usato questa serie per dare la morte gratuita a Maddox, Icheb e Hugh, moltiplicando la stupidità e l'inutilità della morte di Trip in "Enterprise".
    Poi da capire un'altra cosa: la famiglia Soong si riproduce per clonazione? Impossibile che nei secoli abbiano tutti la faccia di Paolo Bonol... Brent Spiner! Ebbasta, dai!
    Inguardabile anche il finale: morte e resurrezione di Picard, Riker al comando di una flotta in maniera quasi fumettistica fatta male (nel senso che nei fumetti l'ho visto fare meglio, vedi "Nathan Never"), Jurati che non finisce in galera...
    Insomma non so se seguirò la seconda stagione.

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    1. Secondo me il gene Paolo Bonolis è tosto, ha dei figli che sono dei suoi cloni (storia vera) è l'unica spiegazione che ho ;-) Cheers

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    2. Cioè i figli di Bonolis sono uguali al padre? 😯
      Dev'essere tipo il figlio maschio di una mia cugina, che sembra la copia giovane del padre. 😁
      Seriamente, volevo dire che, sebbene mi piaccia Brent Spiner, preferisco una versatilità alla Jeffrey Combs, per restare in tema Trek. 😉

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    3. Non chiedermi perché so questa informazione, ma è così ;-) Idem, Jeffrey Combs è un caratterista come li facevano una volta, enorme talento, zero grilli per la testa da divo. Cheers!

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  11. Beh, di quella catena di supermercati avevo perfino la tessera, anche se non mi è mai capitato nemmeno una volta di beccare sir Patrick Stewart a fare scorta di surgelati ;-)
    Quanto a "Picard" cosa dire, se non che sono ancora fermo all'inizio, un bel record personale parlando di una stagione di soli dieci episodi e che quindi DOVRO' per forza vedere prima dell'arrivo delle stagioni successive (se non altro, per decidere se valga la pena continuare o no)! Devo dire però che questo continuo fregarsene di quanto prodotto dall'universo espanso sta davvero rompendo le palle da tempo: di Data e del salvataggio dei Romulani (e, ovviamente, dell'introduzione al Kelvinverse) già si parlava nella miniserie "Star Trek: Countdown" del 2009, senza poi tutto questo bisogno di rimescolare -in parte, almeno- le carte con "Star Trek: Picard - Countdown" dieci anni dopo, messa lì giusto per dare a "Picard" un prequel ridondante visto come il fumetto precedente già si adattava allo scopo...

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    1. Un giorno vedremo Picard al comando di un carrello tra i frighi di un Picard ;-)
      Hanno imparato dalla concorrenza di “Star Wars” a fregarsene dell’universo espanso, i danni fatti da GIEI GIEI sono radicati fino a livello strutturale, purtroppo. Cheers

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  12. Vediamo se riesco a trovare il dono della sintesi, che comunque le recensioni le sto leggendo tutte... Si attendeva il ritorno di San Gianluca per riportare la luce (e meno lens flare) e, se dopo i primi 10 secondi sono già "Cascate del Niagara" (cit.) e poker, dopo 5 minuti sono filamnete tornati essi: i mitici CAZZIATONI DI PICARD! (cit. Francesco -se non erro-, l'autore di "De Necst Generescion guaid", sul forum dello STIC, circa 20 anni orsono).
    Devo dire che però si notano abbastanza bene i difetti che hai puntualizzato: ottima recensione, come sempre. È un futuro difficile da sorpassare facendogli le corna (cit.), sarà che "viviamo in un mondo di merda, ma siamo vivi" (cit.)... Ma, bando all'orgia di citazioni: ci sono alcune altre robe, oltre a quelle principali che hai focalizzato, che proprio non ho digerito (scusa Jean-Luc, è colpa loro, non son degni di te :-D ):
    *L'assenza dello stand-alone: pensare che un mio amico si lamentava che la trama di DS9 fosse troppo "come una telenovela brasiliana" (parole sue, io non c'entro). Ok per la suspence, il cliffhangerone; ma qui la trama è troppo orizzontale. Spero nella 2a stagione.
    *Seriamente, 10 ore in cui c'è quest'ignota minaccia oscura supervillain ultraistinto over 9000 superpiù... Per poi vedere i tentacoli robotici degli Oscuri Supersovrani di Howard il papero fare cucù dai nuovoloni? A questo punto avrei gradito Riker fare come il dr. Jenning, ossia il "laser occhi blu da incazzatura" per rimandarli nel... Boh... Nel salotto di GIEI GIEI per strozzarlo, e noi tutti in coro a chiedere "Scusi, me lo fa rivedere?"
    *Perché Hugh e Sette hanno ancora tracce estetiche del passato borg? Lo so, fa personaggio; la mia è una lamentela minore da scassaminchia. Ma il capitano Janeway, dalla disassimilazione, se l'è cavata con un mal di schiena!
    *GIEI GIEI aveva fatto una cosa geniale: una, gliene devo rendere merito. L'Abramsverse ha creato l'universo a specchio nella realtà, tra i fans. Mi son trovato a parlare con un eretico (si scherza, eh) trekkie del JJ-verso, e mi sono accorto di come ognuno di noi non avesse la minima idea di cosa fosse l'altrui universo. Geniale! Poi però la distruzione di Romulus ce la siamo beccata pure noi, sic et simpliciter: ma che cazzo! Il pianeta rivale per eccellenza della Federazione, e me lo fate sparire così? Mi auguro che nella 2a stagione qualcuno torni al 5 novembre 1955 ed avverta la Tal Shiar. Tutto si aggiusta se torni al 5 novembre 1955!
    *A proposito di Voyager... Avevo, in questi anni scorsi, immaginato una "Nextest" Generation (TNNG) che raccogliesse il testimone una ventina d'anni dopo, sempre con Picard in giro (ovvio), ma con tutta quella moltitudine di bambini e preadolescenti comprimari: tipo Alexander, Molly 'O Brien, Nog, Jake Sisko, Naomi (anzi: Naomi Wildman Puntesclamativo); anche Wesley, che con le tante cappellate successive e il due di picche con fuga finale con gli indiani metropolitani mi è diventato molto simpatico e più realistico... E sopratutto lui: Icheb. Con la fissa per la Flotta Stellare, il passato rural-melodrammatico degno del miglior protagonista tragico da anime anni '70, quell'espressione un po' così, pure in veste di capitano in un episodio sul futuribile e... Poi torna per 10 secondi per un cosplay di Hostel? Ma buttatevici voi sotto un treno! Questa è imperdonabile, anche oltre la morte ad minchiam di Tasha.

    Comunque, ci sono anche varie cose che ho apprezzato, e spero che nella 2a stagione si possa un po' correggere il tiro su alcune cose. Whoopi Goldberg ha detto che tornerà nel ruolo di Guinan, e non mi dispiacerebbe rivedere Beverly (nella versione "uncut" dell'ultimo episodio di TNG, c'è anche un bacio con Jean-Luc, a preambolo del matrimonio/divorzio)... E sopratutto il miglior personaggio bajoriano mai esistito e tenuto follemente troppo in panchina: Ro Laren.

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    1. Meraviglioso, ho applaudito per tutto il commento, l'universo specchio nella realtà è la specialità, lo ha esportato anche tra i fan di Guerre Stellari generando il panico. Purtroppo non ci siamo liberati di lui come Janeway dal mal di schiena Borg ;-) Cheers

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  13. Grazie per l'apprezzamento. Troppo buono e "Cascate del Niagara" pure qui :-) Ah già, che l'universo parallelo ci sarebbe anche in Lost... Beh, per liberarci del mal di schiena da JJ, la soluzione è sempre la stessa: tornare indietro al 5 novembre 1955. Da megaproduttore galattico a passare la cera all'auto di Patrick Stewart. Ed il flex sulla stuccatura facciale di Brent Spiner, ovviamente :-)

    Errata corrige: sopra ho scritto "filamnete" invece di finalmente. Mannaggia la tastiera scivolosa del portatile.

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    1. Le tastiere dei portatili sono molto scomode, quasi come gli universi paralleli ;-) Cheers

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