mercoledì 9 giugno 2021

The Abyss (1989): son of abyss

Il maestro Roger Corman ha tenuto a battesimo tanti talenti sui set dei suoi film, il più delle volte girati in contemporanea, il lavoro non mancava ma soltanto di un futuro regista Corman è arrivato a dire: «Sul set tutti camminavano, Jimmy correva».

Jimmy era ovviamente James Cameron, ed io ogni volta che mi vado a rivedere “The Abyss”, attività che faccio con una certa frequenza incurante della durata del film, mi chiedo come sia possibile che questo film venga dato così tanto per scontato. Quando si parla di James Cameron non è mai tra i primi titoli che beh, emerge, però a ben guardarlo oltre ad essere un film grandioso, “The Abyss” ha rappresentato il perfetto punto di equilibrio della filmografia del regista canadese, non tanto perché in attesa di quei dodici o tredici seguiti di “Avatar” già annunciati, al momento è ancora il quarto degli otto film diretti da Jimmy, quando più che altro perché è stato il film in cui Cameron ha messo dentro tutta la sua esperienza pregressa, tutte le sue passioni e che ha fatto da palestra per tutto il cinema futuro del regista. Ma quando dico che “The Abyss” è il piano inclinato su cui sono scivolate le grandi passioni del canadese, mi riferisco ovviamente al cinema, ma anche al mare e agli abissi in particolare.

Il sirenetto James Cameron, sui set di Corman correva, qui invece, nuota (però fortissimo)

James Cameron fa immersioni dalla tenera età di diciassette anni, “Piraña paura” (1982) prodotto da Corman è stato una prova generale, infatti resta l’unico film di Cameron con il titolo che non inizia per “T” o per “A”, ma guarda caso, prevede comunque che ci sia dell’acqua di mezzo, perché Jimmy sarà pure nato in Canada, ma l’acqua resta il suo elemento primario.

“The Abyss”, che inizia sia con la “T” che con la “A”, giusto per ribadire sottilmente la sua importanza nella filmografia di Cameron è un film che viene dato per scontato, ah sì! Jimmy ha diretto anche “The Abyss” gran film, fine. Forse perché il film ha incassato ma non in linea con i record che puntualmente Cameron ritocca, oppure più semplicemente perché, pur essendo un film molto facile da identificare, resta sospeso, ha tutte le caratteristiche del film di fantascienza (genere di cui è fierissimo rappresentante) ma essendo ambientato sulla Terra, forse fatica nella testa di qualche spettatore, ad essere considerato davvero un classico.

Eppure dove si allenano gli astronauti, per imparare a muoversi a gravità zero con la tuta spaziale addosso? In acqua. Poi parliamoci chiaro, anche grazie a decenni di letteratura, fumetti e film, ci siamo abituati a pensare che gli alieni arriveranno dalle stelle, mentre ci ammazziamo per un pezzettino di terra (emersa) che comunque rappresenta una parte di un pianeta composto al 70% di acqua, stessa percentuale del nostro corpo, a meno che non abbiate bevuto un litro di Barbera. Camminiamo sopra un pianeta i cui fondali sono ancora oggi inesplorati, fingendo di essere i padroni, quando non abbiamo idea delle meraviglie che potrebbero esserci laggiù e forse è meglio così, altrimenti troveremmo il modo di devastare anche quelli.

"Ah dimenticavo, voi sapete tutti nuotare vero?"

“The Abyss” è una dichiarazione d’amore, lo è sotto vari punti di vista, perché parla di difficili storie romantiche e ci mette quintali di cuore e passione per il cinema e per gli abissi. Per certi versi è pura pornografia sottomarina, fatta di creature bioluminescenti, scafandri da immersione, pinne, fucile ed occhiali, tutta quella bella roba per cui Jimmy Cameron è sempre andato pazzo tutta insieme, per un minutaggio esagerato e un ritmo che non ti molla fino ai titoli di coda. Classido? Potete scommetterci il vostro sottomarino (giallo) preferito!

L’idea per la storia è rimasta sul fondo della testa di Cameron per decenni, la prima bozza prevedeva scienziati in pericolo negli abissi oceanici, ma prima di affrontare le profondità Cameron ha dovuto accettare e vincere una sfida tutta diversa, ovvero quella di imporsi su una troupe Inglese che guardava storto questo pischello canadese, venuto per trasformare Alien nella versione più virile, materna e armata di Power Loader, in quello che è il film più figo e con più iconografia di tutta la saga, ovvero Aliens - Sconto finale.

Un film che per certi versi è un gemello separato alla nascita di “The Abyss”, in entrambe le pellicole ci sono creature aliene, civili nei guai e militari invasati mandati a risolvere tutto usando la potenza del loro testosterone, che però finiranno per essere presi a calci nelle palle (cit.). A salvare la situazione sarà un tormentato rapporto d’affetto (Ripley e Newt da una parte, Lindsey e “Bud” Brigman dall’altra), personaggi che fanno parte di quella classe operaia, con le maniche arrotolate sugli avambracci, che piace tanto a Cameron perché prima di correre sui set di Roger Corman (e diventare miliardario) proprio a quella apparteneva, avendo fatto in carriera mille lavori, dal falegname al camionista (storia vera).

"Mettiamoci comodi, ho l'impressione che oggi Cassidy ci farà far notte"

Come dice il saggio: «Alien è il film che ha creato sé stesso, Aliens - Scontro finale è il film che ha creato tutto». Oltre ai quintali di iconografia e ad aver lanciato nella stratosfera la carriera di Cameron, è stato anche il film dove il nostro Jimmy ha conosciuto la sua seconda (di tante) mogli, ovvero la produttrice Gale Anne Hurd. Galetto fu il set e per certi versi, il figlio di quella relazione durata dal 1985 al 1989 (dopodiché Jimmy passò ad un’altra signora con le palle come Kathryn Bigelow, anche perché per tenere testa a Jimmy, bisogna averle e anche piuttosto fumanti) fu proprio “The Abyss”, completamente riscritto da Cameron forte dell’esperienza di Aliens - Scontro finale e per gli amanti dei pettegolezzi, forse anche del suo rapporto non semplicissimo con Gale Anne Hurd. Conoscendo il loro rapporto e le estreme difficoltà che hanno dovuto affrontare su uno dei set più complicati della storia del cinema, bisognerebbe essere ciechi per non ritrovare un po’ di loro due in Lindsey e Bud, ma per quello che mi riguarda, tutto questo è solo una sfumatura, nella mistica di un film davvero grandioso, perché ogni elemento legato a “The Abyss” è stato epico, a partire dalla sua produzione.

Non si è mai capito quanto sia costato davvero “The Abyss”, si vocifera tra i quaranta e i settanta milioni di fogli verdi con sopra facce di altrettanti ex presidenti defunti, però quei soldi spesi, indipendentemente da quanti fossero, sul grande schermo si vedono tutti. Il cinema, per essere il trionfo della finzione, premia tutti gli audaci che decidono di farlo nel modo più realistico e tangibile possibile, la grafica computerizzata può essere bellissima (e più economica), ma se tu metti gli attori su un set dove possono interagire con gli oggetti di scena, il risultato pagherà dividendi anche sul lungo periodo. Infatti “The Abyss” è un film invecchiato alla grande, dove ogni tubo, ogni scaletta, ogni elmetto progettato da Cameron per mantenere in bella vista il viso dei suoi attori è anche perfettamente funzionante durante un’immersione.

Il sogno bagnato di Jimmy, pura pornografia sottomarina.

“The Abyss” oltre al punto perfetto di equilibrio, tra la prima e la seconda parte della filmografia di Cameron è stato un lavoro ingegneristico in cui il cast e la troupe, capitanata da un sergente di ferro come Jimmy, ha dovuto trovare soluzione pratica a problemi reali, il tutto al servizio delle due più grandi passioni di Cameron, il cinema e gli abissi da esplorare. Ecco perché questo film visivamente è un'orgia di sottomarini, tubature intricare, rover da esplorazione gialli, che da bambino, esaltato da questo film, avevo ricostruito utilizzando i miei tanti mattoncini Lego dello stesso colore (storia vera).

Il piano di Cameron era di girare il film alle Bahamas, dove il cast si era allenato a fare immersioni, ma essendo una zona soggetta a repentini e tragici cambi di clima, per non correre rischi il nostro Jimmy finì per scovare un ex centrale nucleare in disuso nel bel mezzo del nulla, ovvero poco fuori Gaffney in Carolina del Sud. I due enormi contenitori per reattori nucleari erano quello che serviva al canadese per girare il suo film, ambientato per il 40% in scene totalmente sottomarine. La prima vasca, 64 metri di diametro per 17 di profondità poteva contenere 28.000 metricubi di acqua dirottata dalla vicina diga. In questa enorme vasca sarebbe stato costruito il set della piattaforma mentre nella seconda vasca, sarebbero state girate tutte le scene che richiedevano meno manovre, visto che questa conteneva “solo” 9.500 metricubi di acqua. Ragionando in proporzione con la mentalità megalomane di Cameron, di fatto l’equivalente della piscinetta gonfiabile di gomma per bambini che voi ed io utilizzano d’Estate in cerca di refrigerio.

Se questa è la piscina, figuriamoci il trampolino per i salti!

Nell’agosto del 1988 le riprese iniziarono e la piattaforma venne completata in fretta e furia, dopo che Cameron, bottiglia di Champagne alla mano, aveva già inaugurato la prima vasca, quindi la troupe dovette costruire il set principale con l’acqua che saliva di ora in ora, un bel modo per “bagnarsi i piedi” in un film che avrebbe richiesto a tutti di passare molto, ma molto tempo a mollo.

Da qui in poi i ritardi cominciarono ad accumularsi, una volta riempite le due vasche Cameron scoprì con orrore che di fatto aveva le due più grosse piscine d’America, completamente inadatte a girare un abisso oceanico credibile, perché tutta quell'acqua sotto il sole faceva da specchio, mentre gli abissi devono essere bui, quindi per dare all'acqua il giusto colore, rendendo possibile il lavoro del direttore della fotografia Mikael Salomon (che si meriterebbe una statua, perché il film è visivamente impeccabile malgrado le condizioni di lavoro impossibili) si è pensato prima di cambiare il PH dell’acqua utilizzando quintali di cloro, salvo poi dover cambiare idea in corsa, perché giocare al piccolo chimico in grande, aveva come effetto collaterale bruciature sulla pelle di tutte le persone in acqua senza una spessa muta e anche qualche capello ossigenato come Lou Reed ai tempi d’oro (storia vera).

Acqua azzurra, acqua chiara, con le mani posso finalmente bere.

Per ottenere il buio tipico degli abissi, la superficie dell’acqua delle due vasche venne ricoperta da boh, gazzilioni di milioni di perline in plastica nera, che galleggiando hanno permesso a Cameron di ottenere un buio credibile, ma che permettesse comunque di poter girare senza ottenere solo immagini completamente nere. Girare “The Abyss” è stato un continuo cercare soluzioni a problemi più o meno grandi, come la rottura di alcune tubature che provocò un ritardo a settembre e oltre a causare l’uscita posticipata del film (ad agosto del 1989), fu davvero beh, l’ultima goccia di un set in cui la tensione si tagliava, direttamente con il machete, perché il coltello era troppo poco.

Immaginate di dover lavorare immersi in acqua tutto il giorno, costretti a subire lunghe attese a causa dei problemi tecnici oppure più semplicemente, per le soste forzate in camera di decompressione, obbligatorie dopo il lungo periodo passato in immersione. A questo aggiungete il generale James Cameron, uno capace di dormire tre ore per notte e passare il resto del tempo a pretendere che gli altri sul set, andassero al suo stesso ritmo, capirete facilmente perché di lui Roger Corman diceva che correva, ma anche perché Mary Elizabeth Mastrantonio non ha voluto prendere parte nemmeno per errore alla campagna promozionale del film (sua è la meravigliosa: «Girare The Abyss è stato tante cose, ma nessuna di questa piacevole»), mentre Ed Harris pare che abbia concesso pochi minuti solo al regista Ed W. Marsh autore del documentario “Under Pressure - Making The Abyss” (1993).

Sotto sotto il mar, niente più nemici, solo crostacei amici (cit.)

Cameron è famoso per avere una testa dura come il granito (quattro mogli, una più tosta della precedente, l’ultima è stata Linda Hamilton, solo per darvi un’idea) ma la sua passione e la sua dedizione al lavoro come regista, andava di pari passo con tale caratterino, la scena emotivamente più intensa (in un film pieno di grandi momenti) come il massaggio cardiaco con resurrezione di Lindsey, ha richiesto ore di lavoro, con la Mastrantonio mezza nuda, al freddo e “maltrattata” dal massaggio di Harris, pare che l’attrice dopo ore sia crollata fuggendo via al grido di: «Siamo attori non animali!» (storia vera). Con tutto il rispetto per Mary Elizabeth, il suo sacrificio non è stato vano, quella scena mi sembra durare da sola, più della versione “speciale” del film, in una pellicola dove l’ossigeno è così importante, quella scena mi lascia ogni volta senza fiato, disperato e aggrappato alla testardaggine di Bud, vero alter ego di Cameron.

Su questa scena io ogni volta, muoio e torno in vita (Ed Harris eletto tra i miei preferiti senza pensarci)

Ed Harris invece dopo le riprese, guidando verso casa è esploso in una crisi di pianto, forse liberatorio, forse dovuto ai sensi di colpa, perché pare che per la scena in cui il suo personaggio respira nel fluido, Cameron gli abbia chiesto di non rischiare e di trattenere il respiro, ma così a lungo da fargli quasi rischiare l’affogamento e pare che per questo, siano volati anche dei pugni tra i due, la dinamica non è chiarissima e ovviamente le parti in causa col cavolo che ne parlano volentieri, ma non esisto a credere che ci siano state scintille anche in mezzo a tutta quell'acqua.

“The Abyss” è un film incredibile, per certi versi prende quello che ha funzionato di Aliens - Scontro finale e lo ribalta, come Michael Biehn ad esempio, che passa dall'essere l’eroe che vuole “Decollare e nuclearizzare” gli alieni cattivi, al baffuto tenente Hiram Coffey che la bomba vuole usarla sugli alieni buoni, forse per effetto della sindrome da alta pressione nervosa, o per tutta quella propaganda anti sovietica che gli anno infilato in testa negli anni, ma sta di fatto che quando a Michael Biehn spuntano i baffi, bisogna preoccuparsi perché un gran cattivone è un circolazione.

"Io dico decolliamo immergiamoci e distruggiamo il posto nuclearizzandolo" (quasi-cit.)

Questo film mette insieme tutte le grandi passioni di Cameron, la critica anti-militarista, i proletari che salvano la situazione, una gran storia d’amore raccontata in modo realistico a fare da filo rosso, ma soprattutto tutta la pornografia sottomarina che avete sempre desiderato ma mai osato chiedere. “The Abyss” viene dato per scontato anche se non è affatto scontato, né girare un film del genere in quelle condizioni, ma nemmeno il suo essere il miglior film sottomarino della storia del cinema.

Un film che dopo aver introdotto il fighissimo “Bud” Brigman di Ed Harris (uno dei miei attori preferiti, qui per quello che mi riguarda al suo meglio, nessuno ha mai perso i capelli o rovistato in un cesso chimico, con lo stile di Harris) e la “tritacazzi” Lindsey Brigman interpretata con il piglio giusto da Mary Elizabeth Mastrantonio, quando ancora era un nome che “spostava” e non solo un ricordo pieno di ricci di noi quasi ex giovani. "The Abyss" può permettersi un’intera lunghissima sequenza dedicata ad un problema tecnico, quasi una metafora dei grandi casini produttivi del film, la scena della torre che crolla e dei cavi che minacciano di trascinare la piattaforma giù a fondo, in qualunque altro film, sarebbe la scena madre, qui è quasi un momento di passaggio tra una scena incredibile e un’altra ancora più gigantesca.

Uomini veri, il che tutto torna visto che ci recitava proprio il vecchio Ed.

Le dure ore e venti di “The Abyss” mi lasciano ogni volta incollato allo schermo, oggi un film così non sarebbe più possibile, non solo perché metà del film sarebbe realizzato in CGI (come “Avatar”), ma anche solo per la scena del topolino immerso nel fluido, Cameron ha assicurato che i cinque topi messi a bagno della fantascientifica sostanza dopo sono stati benissimo, ma le associazioni animaliste inglesi hanno messo i bastoni tra le ruote all'uscita dal film in terra di Albione (storia vera).

Nessun topolino è stato affogato durante la realizzazione di questo film post.

“The Abyss” poi è davvero un punto di equilibrio, la scena più iconica del film, era stata pensata per essere tagliata, nel caso che gli effetti speciali digitali non fossero stati all'altezza. Il “vermone” d’acqua è diventato il simbolo del film e a ben guardare, le prove generali per la Industiral, Light and Magic per il futuro T-1000 liquido di Terminator 2. Ma nel 1989, con il muro di Berlino già pieno di crepe, si poteva ancora utilizzare gli echi della guerra fredda per scrivere una trama, ma si guardava con il giusto sospetto alla computer grafica, anche se come sempre, Cameron è stato un pioniere anche in questo, le innovazioni tecnologiche dei suoi film, per essere abbracciate dagli altri usciti dopo, di norma hanno sempre richiesto anni, perché in questo James Cameron era identico a “Bud” Brigman.

Verme vermicello ti prendo per capello.

Vedere Bud sfidare gli abissi («Un miglio di profondità con il sorriso») ci sta tutta la passione e il cuore di quel testone canadese, che quando ancora ragionava come regista prima che come produttore, era in grado di firmare film così, che oggi vengono dati per scontati, ma che sono stati la palestra per Terminator 2, ma anche per Titanic e i suoi undici Oscar.

Il filo rosso che unisce questo film e un po’ tutti i miei commenti sui film di Cameron poi è lo stesso, innegabile che il canadese sia un testone burbero e dal carattere insopportabile, uno che chiedeva agli altri di correre, ma che era anche il primo a farlo. Michael Biehn ha più volte dichiarato che mentre lui era docciato e vestito, pronto ad andare in albergo, Jimmy era ancora con la muta addosso, intento a guardare i giornalieri girati, per non sprecare il tempo da passare in camera di decompressione (storia vera). Cameron ha giustamente la fama di regista per noi maschietti, un tipo tosto che fa film testosteronici, eppure Terminator, così come “The Abyss” - i suoi lavori più personali e sentiti - sono anche intense storie d’amore tanto quanto risultano essere grandi film di genere, anche perché facendo leva su paure archetipiche (l’ignoto degli abissi o la paura di affogare), Cameron ha saputo mandare a segno i momenti più emotivi del film.

Il colore venuto dagli abissi (questa volta in pace)

Questo diventa chiaro nella versione estesa del film (anche nota come edizione speciale), 2 ore e 50 di puro godimento che aggiungono più scene legate alla tensione tra USA e URSS, ma anche quel finale ben più espositivo. Si perché James Cameron è un narratore per immagini davvero talentuoso, grazie al montaggio, oppure alla fotografia impeccabile di Mikael Salomon e alla musiche incredibilmente coinvolgenti di Alan Silvestri (un’altra tacca alla sua cintura), questo film potrebbe essere seguito alla perfezione quasi senza bisogno di dialoghi, come se fossimo tutti in immersione e potessimo solo leggere il labiale dei personaggi. Ecco perché sono sempre riuscito ad andare oltre piccoli scivoloni come la “magia” fatta dagli alieni, per risolvere il problema di decompressione nella spettacolare scena di emersione finale.

Il messaggio di Cameron arriva forte e chiaro, forse nella versione “Speciale” del film, alcun elementi sono specificati meglio, anche se gli alieni degli abissi che ci giudicano e dimostrano di averci capito, solo sulla base di immagini televisive, sembrano la versione seria di quelli di “Explorer” (1985) di Joe Dante, così come l’enorme onda anomala, che sembra tanto la versione H20 della ciabatta con cui vi minacciava bonariamente (ma nemmeno tanto) vostra nonna, se non facevate i bravi da piccoli.

Un gigantesco coppino acquatico minaccia la nuca dell'umanità.

Non sto esprimendo un giudizio, secondo me “The Abyss” funziona benissimo nella sua versione normale e altrettanto in quella “Speciale”, funziona molto meglio del suo doppiaggio Italiano che tante volte, fa sospettare ad un serpeggiante maschilismo, che invece nei dialoghi originali (bellissimi, come sempre quelli scritti da Cameron) non è affatto presente, ma su questo si sono già espressi gli esperti di Doppiaggi Italioti, che mi trovano completamente d’accordo anche questa volta.

Quello che mi interessa sottolineare è che “The Abyss” ha rappresentato le colonne d’Ercole per la filmografia di Cameron, il film per cui ha iniziato a smettere di pensare in grande, cominciando a pensare in ENORME per i suoi film, una pellicola che potrei vedere una volta al mese ogni volta restando attratto da questi strani "Colonial Marines" sottomarini, che sembrano camionisti degli abissi. Oppure dalla spavalderia di Bud e dalla tostaggine di Lindsey, donna in un mondo di uomini che deve risultare per questo due volte più dura di tutti, oltre ad essere la tipa tosta in un film, che non viene mai citata quando si parla di tipe toste nei film.

Sarah, Ellen, Lindsey. Jimmy ha sposato quattro tipe toste e ne scritte tre altrettanto toste.

“The Abyss” è puro James Cameron e per questo, bisogna dire che Jimmy era pronto a sacrificare tutto, anche l’iconico vermone d'acqua se necessario. Dopo questo film ha preso la (brutta) abitudine di cominciare a rimettere mano ai suoi film, ma davanti alla richiesta della 20th Century Fox di tagliare minuti per non spaventare il pubblico con l’eccessiva durata del film, lui ha sacrificato gli alieni del finale, ha sacrificato l’enorme muro d’acqua che minaccia l’umanità, ha tagliato molto, ma non ha voluto sacrificare un solo minuto dedicato agli abissi oppure alla storia d’amore. Dopo due ore e venti, ci sta anche che tutto si risolva con un finale lieto, perché per veder morire il protagonista ci sarebbe stato Titanic. Il regista che ci ha regalato l’amore tra i flussi del tempo tra Kyle e Sarah, quello sopravvissuto a quattro divorzi e alla produzione di questo film, comunque ci ha mostrato tutte le sue passioni, il cinema, gli abissi e forse anche un pezzo della sua storia con Gale Anne Hurd. Per essere il regista del testosterone, il nostro James sotto quella scorza ha un cuore che batte, e questo aggiunge una tacca alla mia teoria, per cui Cameron non è affatto un regista per soli “maschietti” anzi, al massimo è un grande regista e basta.

Non sto piangendo, è acqua salata (romanticone di un Jimmy!)

“Sotto sotto il mare” (cit.) Cameron è tornato ancora, ovviamente per Titanic, ma anche per i suoi documentari “Ghosts of the Abyss” (2003) e “Aliens of the Deep” (2005), perché Jimmy quando ha fatto i soldi, li ha spesi oltre che per pagare gli alimenti, anche per mettere su la sua flotta privata di sottomarini (storia vera). Perché questo Canadese gli abissi li ha nel cuore ed è stato il migliore di tutti a raccontarci attraverso il cinema, che la sotto (sotto) il mare, potrebbe esserci qualcosa di bellissimo. Lo ha fatto alla sua maniera, testardamente contro corrente in puro stile "Bud" Brigman, beccandosi anche dei nomi, perché durante la produzione il cast e la troupe, sfoggiavano magliette di sfottò con su scritto “The Abuse”, oppure la spilletta fatta stampare dalla stessa Gale Anne Hurd, con su scritto “SS Abyss: Survivor”, anche se forse la più spiritosa era la t-shirt con su scritto “You can’t scare me, i worked with James Cameron”, anche se la migliore, quella che stranamente non è stata messa in commercio (io ne vorrei nove) recava la scritta: “Son of abyss”.

Se siete arrivati a leggere tutto fino a qui, questa spilla è per voi.

Ecco quindi posso finalmente dirlo, non mi potete spaventare perché io ho scritto un altro post su James Cameron, uno che oltre ad essere un grande regista il mare se lo porta nel cuore, insomma ci voleva davvero un “Son of abyss” (in tutti i sensi) per sognare così in grande e regalarci grande cinema.

52 commenti:

  1. Alla faccia del sottovalutato,lo dico ora senza alcun tentennamento,"The Abyss" e il mio film preferito in assoluto da Cameron!Il fatto e che il mio sottogenere preferito della fantascienza e quella sottomarina,e questo film ne e il re incontrastato,purtroppo c'e da dire che la sci-fi degli abissi marini,ho appurato che la cosa che hanno in comune sono i bassi incassi rispetto alle altre varianti della fantascienza,per me e l'esatto opposto,se mi dicono fantascienza e acqua io salto subito sull'attenti pronto a fiondarmi "in fondo al mar"!.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il re sotto il mare e viene ancora dato per scontato, ci sono pochi film che mi fanno risalire periodicamente la “febbre”, spesso sono diretti da Cameron, ma con questo film ogni volta sono felice di affrontare nuovamente gli abissi. Cheers!

      Elimina
  2. Ed Harris solo,avvolto dall'oscurita e rassegnato al suo triste destino,vede giungere a lui un angelo di luce facendo sparire in lui ogni traccia di timore,che porgendogli la mano lo accoglie nel suo mondo salvandogli la vita! Ogni volta che vedo quella scena mi commuovo,e non mi vergogno affatto di dirlo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci sono svariati momenti di questo film in cui per mantenere questa immagine da duri che ci siamo costruiti negli anni dobbiamo ripetere: «No è acqua salata sulle palpebre». L'eterno non rassegnarsi mai di Bud quel crederci sempre, anche quando tutti hanno smesso di farlo è d'ispirazione. Una favola certo, ma i film non dovrebbero essere sempre così? ;-) Cheers

      Elimina
    2. Ma certo che è solo acqua salata sulle palpebre, in fin dei conti noi stiamo parlando di un film sottomarino e l'acqua di mare è salata, appunto ;-)
      Il salvataggio alieno di Bud, Lindsey riportata in vita dall'ostinazione di un Bud che non si arrende mai contro tutto e contro tutti... eh sì, di momenti che mettono alla prova la nostra capacità di produrre lubrificante per palpebre "The Abyss" in effetti ne ha. E da quando l'ho visto al cinema per la prima volta non è cambiato niente, a quelle sequenze il lubrificante mi parte sempre in automatico ;-)
      Un kolossal nel vero senso del termine in entrambe le versioni (cinematografica ed estesa), tanto travagliato nella lavorazione quanto spettacolare nel risultato, con un cast in stato di grazia (con Jimmy NON potevi permetterti di essere da meno): solo Cameron poteva riuscire in un'impresa del genere.
      P.S. Più che uno scivolone, quello della decompressione aliena finale lo interpreterei come una questione di budget esaurito: Jim ormai non doveva più avere i soldi sufficienti a mostrarci pure la procedura per intero ;-)

      Elimina
    3. Ma ne faccio anche una questione di ritmo e di momento della storia, bisognava andare in crescendo, la decompressione avrebbe spezzato il ritmo malamente. Che gran film però, lo rivedrei una volta al mese sempre con gioia ;-) Cheers

      Elimina
  3. Concordo sul fatto che sia un film incredibile, ti fa davvero "sentire" la pressione che si vive ad operare coperti da milioni cubi di acqua, oltre agli effetti grafici che facevano davvero gridare al miracolo, per quegli anni, ma sappiamo che Cameron non è solo un regista ma un inventore e uno scienziato che ha inventato e lanciato cose prima di altri. Insomma è un genio, sicuramente una persona difficile ed estremamente esigente, ma capace di creare degli universi unici e spaziali, anche se qui siamo negli abissi. Per il resto anche il fatto di privilegiare la working Class ai White collars non fa altro che farci empatizzare con i personaggi, capaci con ingegno e spavalderia di tirarsi fuori dagli impicci quotidiani, ovvero quello che facciamo anche noi ogni santo giorno. Ed Harris un gigante, pur essendo piccoletto. La Mastrantonio ai tempi veramente bella e curiosamente quando ho visto il post la prima parola che mi è venuta alla mente è proprio tritabip, per far capire quanto sia realizzato bene il rapporto conflittuale tra lei e Bud, fin dall'inizio. Una volta lo davano spesso su Italia1, specie nei periodi estivi, ma sono anni che non lo rivedo. Sicuramente anni luce avanti su tutto quanto è stato fatto dopo in ambito sottomarino, compreso il sopravvalutato Sfera di Levinson. 👋

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ci vogliono più o meno cinque anni perché una novità diventi canonica, le innovazioni portate da Cameron al cinema di solito anticipano gli altri di un lustro, a volte di più. Con il tempo Cameron ha cambiato atteggiamento ma non caratteraccio, trovo ancora oggi d’ispirazione i sogni (bagnati) di quel testone canadese. Cheers!

      Elimina
  4. Si parla spesso del valore di un film,a volte si dice che i film piu sono costosi e piu perdono l'arte inglobati dai paletti produttivi,registi che dopo i flop dei loro film piu costosi si sono allontanati dalle major,buttandosi nell'indipendente gridando pieni di bile accumulata,la superiorita dei piccoli film! Ma c'e un fatto incontestabile che si chiama James Cameron,in un mondo ideale i registi pieni di idee creative dovrebbero ricevere il supporto dei soldoni delle major,per poter portare tutte le loro idee sul grande schermo! Cameron per me e l'esempio perfetto di quello che secondo me sono i film migliori del mondo,quando la forte spinta creativa ed artistica ma senza mai essere pesante e incomprensibile per il pubblico,e unita dai forti mezzi di Hollywood senza imporre paletti,allora e li che giunge il cosiddetto filmone visionario artistico ma alla portata di tutti! Avatar e preso in giro per la sua semplicita,in realta e l'esatto opposto,il sommo canadese e il regista piu all'avanguardia dell'universo ma e anche legato ad una concezione narrativa classica degna dei kolossal della vecchia hollywood,in un film come The Abyss o Avatar la trama di base e sempre semplice,sono le tematiche al suo interno ad essere complesse,l'assoluta meraviglia visiva,personaggi umanissimi con qui identificarsi ed entrare in empatia,questo e il sommo canadese,il nobile esponente del cinema alla sua massima potenza,che le malelingue oggi etichettano con il termine dispregiativo di cinema mainstream! Per me invece si chiamano capolavori,grazie maestro Cameron di esistere,non vedo l'ora di guardare i tuoi nuovi film!








    RispondiElimina
    Risposte
    1. Facile spernacchiare da una tastiera, per quello lo fanno tutti ;-) Sono d’accordo su tutta la linea, certo ci va anche una testa e un carattere notevole per farlo, nel corso del tempo Cameron ha iniziato a ragionare sempre più da produttore e meno da regista, un giorno affronteremo anche “Avatar” come merita, però lasciamo tempo al canadese, ammetto che sono curioso di capire i suoi bizzarri piani a lungo (lunghissimo!) termine per i Na’Vi. Cheers

      Elimina
  5. Un ulteriore prova della grandezza di Cameron? il fatto di essere un grandissimo amico di Del Toro da molto prima che il il nostro amato nerd messicano diventasse famoso,elogiato da tutti i suoi detrattori dopo l'oscar e il leone d'oro del suo ultimo film! Cameron non salta per convenienza sul carro del vincitore,lui il talento lo annusa a mille kilometri di distanza!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Effetti della scuola Corman dove è cresciuto ;-) Cheers

      Elimina
  6. Toh, che sorpresa!
    Pensavo l'avessi gia' trattato. Giuro.
    Ma ci arriviamo, eh. Poi ti spiego.
    Il buon vecchio Jimmy. Un regista straordinario e un tecnico di prim'ordine. E un vero profeta del futuribile. Ma anche un autentico despota di altri tempi.
    Ci sono persone che l'avrebbero solo con lui, e nessun altro. E altri che non vogliono mai piu' lavorarci insieme per il resto della loro vita.
    Cameron puo' davvero TUTTO. Se esiste un tizio in grado di portare L' IMPOSSIBILE su grande schermo (tipo il film sull' Uomo Ragno) quello e' lui.
    L'uomo il cui arrivo fa tremare i produttori. Perche' significa prepararsi a sborsare una cifra iperbolica.
    Poi riguadagnano trenta volte tanto, ma la paura e' sempre tanta all'inizio.
    E in effetti Titanic era partito maluccio. Poi e' scoppiata la Di Capriolo - mania (scherzo, Leo),venne proiettato per mesi e vi fu gente che ando' a rivederselo decine di volte. E si trasformo' nell'evento che ritrascino' al cinema gente che non ci metteva piede da anni.
    Ma la smetto di divagare, e torniamo a bomba.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il fatto che lo credessi gia' recensito riassume l'atteggiamento che avuto nei suoi confronti.
      Eh, si. Ci rientro anch'io nella categoria ben descritta da te.
      L'ho snobbato per anni. Dandogli giusto un'occhiatina distratta nei passaggi televisivi, ma senza mai vederlo per intero.
      Ma perche'? E dire che adoravo sia Terminator che Aliens.
      Poi, quasi dieci anni dopo, rimedio al malfatto e per la disperazione mi piglio a coppinazzi da solo al grido di COSA MI SONO PERSO...
      Lo ripeto: ma perche'?!
      Forse ci sei andato vicino a scoprire l'inghippo nella tua (davvero ottima) recensione, Cass.
      Forse ero abituato a cyborg e xenomorfi assassini. E l'idea di un'avventura acquatica, pur se sempre fantascientifica, mi faceva storcere il naso.
      Lo credevo palloso. Niente di piu' sbagliato.
      Film solidissimo, pieno di ritmo con effetti speciali che fanno apparire quelli di Aliens a dir poco obsoleti.
      Di fatto Jimmy supera se'stesso.
      Harris (ma quest'uomo e' sempre stato vecchio? Ri - scherzo. Un grande) e la Mastrantonio bravissimi. Un'altra coppia azzeccata dopo Sarah e Kyle. O Ripley e Hicks. E insieme a coniugi Tasker. E a...si, Jack è Rose.
      E il mio Michael Biehn che...sorpresa! Fa il cattivaccio. Benissimo, tra l'altro.
      Sul finale...alle volte alla gente tocca mettergli un po' di strizza, per convincerla a smettere di fare gli idioti.
      Chissa'. Magari funziona.
      Ma comunque vada...fate i bravi, che loro vi tengono d'occhio.
      Spesso si liquida Cameron come il solito riccone pieno di fantastiliardi. Ma non va dimenticato che si mette sempre dietro col cipiglio e l'entusiasmo di un neofita.
      Arrivando a metterci di tasca sua, se si sfiora il budget.
      Sputa letteralmente sangue, quando fa i film. E l'impegno viene sempre riconosciuto.
      Leggevo anni fa su uno speciale di Ciak che l'oggetto da cui non si separa mai e' un piccolo rasoio da taschino. Perche' lo usera' per sgozzarsi se il film viene brutto.
      Per lui girare deve equivalere ad avere un coltello puntato alla gola.
      Capisco un sacco di cose, adesso.
      Una curiosita': ma allora il cosiddetto "ossigeno liquido" si poteva davvero respirare?
      In teoria, perche' mi sa che nessuno l'ha fatto.
      Di nuovo ottima recensione, Cass. Complimenti.

      Elimina
    2. Mi piace l’approccio di Cameron, uno che ha sempre detto di non vedere i produttori come nemici, ma come parte di una squadra, che ovviamente però deve fare quello che dice lui ;-) Sta tenendo prima la Fox ed ora la Disney in scacco da anni con i suoi mille seguiti di “Avatar”, dove lo trovate un altro così? “Titanic” aveva le penne al curaro dei giornalisti puntati, i costi di produzione lievitavano e tutti speravano di poter scrivere di un clamoroso flop per Cameron, il resto è storia ;-) Cheers

      Elimina
    3. Continuiamo a dimenticarci che il 70% del pianeta che stiamo distruggendo è ancora inesplorato, per la stessa ragioni “The Abyss” viene dato per scontato. Per il resto, ti ringrazio moltissimo, perdonate la lunghezza del post, ma con Cameron non mi trattengo. Cheers!

      Elimina
  7. Salve sono Christopher Nolan il regista di "Interstellar" e "Tenet"! Piacere Chris io sono il regista di "Terminator"! Douh!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nolan: «Salve sono Chris...»
      Cameron: «Se vabbè, prendi la ramazza, vai ad asciugare gli scogli» ;-) Cheers

      Elimina
  8. Ecco cosa ha in comune Cameron con Kubrick,aver lasciato stremati e traumatizzati i membri del cast a fine riprese! Accadesse oggi,i social insorgerebbero al grido di "basta con gli abusi sul set,rimuovete il regista!",a voi intelligentoni io dico che in un film a volte bisogna anche sporcarsi le mani per ottenere la grandezza,chuedete a George Miller e il suo ultimo film!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che poi non si è mai sentito, nella storia del cinema, di un regista che strapazza i suoi attori, mai proprio, una novità assoluta. Poi ci sta essere anche brutali nei modi, ma nei limiti dell'etica oppure andare oltre, ma la differenza è chiara per tutti. Cheers

      Elimina
  9. Mi sono sempre chiesto come sarebbe un film del sommo canadese,dove Cameron mi dirige il mio amato pazzo australiano Mel Gibson! Ready? Fight!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. record per numero di lividi e punti di sutura ;-) Cheers

      Elimina
  10. Adoro questo film e sorvolo sui dialoghi rabberciati qua e là. Tanto il film è fatto dalla grandiosità delle immagini. E dire grandiosità di un film claustrofobico pare un ossimoro ma è così. Ed Harris fa specie rivederlo in cose tanto brutte come Geostorm visto recentemente in TV perché era lì e lho subito passivamente perché non avevo voglia di cambiare canale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Occhio però, perché il doppiaggio italiano del film fa davvero dei disastri, spesso è solo il talento per le immagini di Cameron ha tenere su il livello. Per quello consiglio di vedere il film in lingua originale, lo faccio sempre, ma in questo caso in particolare perché Cameron fa un ottimo lavoro sui dialoghi, che viene azzoppato dal nostro adattamento... il migliore del mondo! ;-) Cheers

      Elimina
  11. Filmone che devo rivedere.
    Trovo geniale l'utilizzo degli abissi per andare "alla ricerca di nuove forme di vita e di civiltà, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima"... o quasi! 😄 Perché se l'esplorazione dello spazio nella realtà è ancora ferma allo zerbino di casa, quella dei nostri oceani è più accessibile, e il pericolo può essere percepito dallo spettatore con maggiore realismo.

    Sarà un film lungo, ma ti "immerge" letteralmente nelle sue atmosfere tese e claustrofobiche. Stavolta non ho fatto in tempo a leggermi tutto quello che hai scritto, rimedierò quanto prima 👍, ma un primo commento era doveroso!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con Cameron non mi trattengo, mettiamola così, questo post è già la "Special edition" con i paragrafi aggiuntivi, leggilo con comodo, non scappa ;-) Cheers!

      Elimina
    2. Terminata la lettura, recensione col fiocco, molto ispirata, e ribadisco che devo rivedermi questo film, anche perché non saprei se la versione che vidi è quella di sole due ore e venti o la speciale.

      Elimina
    3. Grazie mille capo, non puoi sbagliare, se ricordi un'onda gigante, hai visto la versione speciale estesa. Altrimenti quella più "breve". Cheers

      Elimina
  12. Oltre ad essere un film grandioso, The Abyss è il paradigma di quanto fosse folle e meraviglioso "fare cinema" in quegli anni. Problemi da risolvere, idee geniali da inventare su due piedi per risolvere situazioni complesse, set REALI da costruire e da VIVERE. Oggi nell'era della CGI quasi tutto è scomparso, sostituito da un pugno di attori che spesso e volentieri si muove tipo mimo in un ambiente vuoto dallo sfondo verde. E con il computer ad aggiungere (spesso male) tutto il resto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bei tempi vero? ;-) Si vede che mi manca quel tipo di cinema? Cheers

      Elimina
  13. Mi piacerebbe tantissimo che con i sequel di Avatar,cameron tornasse a lavorare con i suoi attori del passato insieme a quelli nuovi! Arnold ce lo vedo tantissimo a fare il generale militare,il rimpianto per me e il grandissimo assente Bill Paxton,che ci ha lasciato troppo presto,oltre ad essere stato un brave attore e feticcio di Cameron,per me e stato soprattutto il regista di "Frailty",un film straordinario che e stato visto da 4 gatti in croce,ed era un esordio per Bill,cosi originale che persino i film horror oggi acclamati della critica,andrebbero a nascondersi per la vergogna!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Contami pure tra i gatti, davvero un bel film quello... Miao! ;-) Cheers

      Elimina
  14. Carabara, ormai è un cliché anche il set litigarello propedeutico al capolavoro. Stan Kay che nutre Nicholson solo con panini al formaggio - che l'attore detesta - per renderlo pazzo come il ruolo in Shining richiede o lo ziliardo di ciak inflitti a Tom Cruise in Eyes Wide Shut. Io ho visto The Abyss il primo dell'anno con un amico che non riusciva a prenderlo sul serio - studiava veterinaria e non sospendeva la sua incredulità davanti al salvataggio sottomarino di Mary da parte di Ed - e io posso solo dire che col mio neurone ossidato già allora non amo i film così lunghi. Nel numero due di The Question ( o'Neil/Cowan DC Comics 1987 tradotto da noi qualche anno dopo nel Green Arrow della Play Press ) ho letto che esisterebbe un fenomeno come quello che ha salvato Mary, Vic Sage in arte The Question e nella ns realtà una bimba. Jimmy knows. Mi pare in un numero zero di Lazarus Ledd di Ade Capone e Sal Velluto è il cartellone di Spider-man di Cameron ( con una posa di Spidey del Toddster). Ricordo i rumors. Pavido Parker sarebbe stato Leo di Caprio. Mi pare di vederlo con il mio Terzo Occhio: Leo appeso per ore sopra la città come un Harold Lloyd 2.0. che smadonna contro Jimmy che non lo sente perché sul predellino di un elicottero ( senza protezioni ndr ) litiga con il pilota che non considera saggio volare così vicino a quei cavi in tensione. Non ci sarebbe stato Leo in Titanic. Forse al suo posto Arnold che sarebbe morto una altra volta in un film di Cameron. Mm. Ciao ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per non parlare dei capelli di Shelley Duvall, che le cadevano a ciocche per lo stress provocato da Kubrick (storia vera). Sospensione dell’incredulità che è un problema che non ho mai avuto con quella scena, ogni volta muoio e torno in vita anche io mentre la guardo. Il ragnetto di Cameron sarebbe stato strano e divertente, penso che Doc Arnold sarebbe morto ancora una volta, per il suo Jimmy questo e altro ;-) Cheers

      Elimina
  15. Devo certamente rivederlo, alla luce (non filtrata da milioni di perline nere) del tuo bellissimo articolo, perché non ne ho un ricordo molto positivo: ricordo un inizio di gran livello ma un finale un po' troppo retorico (per immagini e non per parole) e arrogante (come se Cameron volesse proporsi come colui che indica la retta via all'umanità). E' anche vero che, fuorviata dalla pubblicità, pensavo di trovare uno dei soliti film di animali assassini... urge dunque nuova visione (in lingua originale!), grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spero di aver contribuito a fornirti qualche direzione per affrontare nuovamente l’abisso, già solo sapere qualcosa su quello strambo doppiaggio dovrebbe essere doveroso, sono curioso del tuo (secondo) parere, grazie a te ;-) Cheers!

      Elimina
  16. Splendido articolo e splendido film, non sapevo esistesse una versione estesa che ora DEVO vedere!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esiste e per certi versi, migliora qualcosa sbagliando altro, in tanti anni non ho mai capito qualche versione io preferisca, continuo a guardarle entrambi per il resto, mille grazie ;-) Cheers

      Elimina
  17. Che meraviglia la stagione cinematografica 1989/1990,con la sci-fi degli abissi marini,il capolavoro di Cameron "The Abyss","Leviathan" di George P. Cosmatos,"Creatura Degli Abissi" di Sean Cunningham,e conclusosi con "La Cosa Degli Abissi" di Juan Piquer Simon. Purtroppo un sottogenere della fantascienza poco redditizio, mai consolidato presso il grande pubblico! Gli ultimi tentativi seri,"Sfera" e "Underwater",andati anche peggio dei loro predecessori al botteghino,purtroppo non fanno che confermarlo,la gente è poco interessata all'acqua come ambiente cinematografico,un vero peccato dato che si perdono un autentico tesoro! I film da me sopra citati,li posseggo tutti,e li riguardo sempre con una soddisfazione enorme,dal kolossal capolavoro di Cameron,a quelli più grezzi e artigianali pieni di mostroni! Viva la fantascienza sottomarina!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Continuiamo ad ignorare il fatto che il 70% del nostro pianeta è fatto d’acque e gran parte, inesplorato, altro che spazio profondo ;-) Cheers!

      Elimina
  18. Innanzitutto grazie della spilla, anch'io non sapevo della versione estesa, che anch'io a questo punto non posso non vedere. Comunque versione o non versione questo è davvero un gran film, indubbiamente un cult, uno di quei film che hanno fatto storia, ispirazione e sentimento ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti verrà recapitata a casa, oggi vi ho messo davvero a dura prova con la lunghezza del post ;-) Merita e sono curioso del tuo parere. Cheers!

      Elimina
  19. Film del cuore, davvero del cuore. Per un soffio non l'ho visto su grande schermo (il cinema decise di andare in ferie proprio subito dopo averlo messo in cartellone!) ma in VHS l'ho squagliato a forza di vederlo, con il mitico tema di Alan Silvestri nelle orecchie.
    Film dalla parte giusta di Jimmy, quando ancora era il regista che amavo e che consideravo fra i più grandi di sempre. Quanto mi manca, da quando è scomparso nel 1991 :-P
    Sottoscrivo tutto e grandissimo pezzo: questo film lo si ama e più gli attori sono stati trattati male più è stato giusto così, perché hanno dato il 110% e hanno creato pura magia. Se un attore è al caldo e con i piedi asciutti, il regista sta sbagliando qualcosa!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quanto mi sarebbe piaciuto poter vedere questo film nel buio della sala, su uno schermo enorme, ad affrontare l’abisso con Bud. Dopo questo film Jimmy è cambiato per sempre, però allora era davvero tra i più grandi e dici bene, certi vittorie si ottengono con fatica, sudore e piedi a mollo ;-) Cheers!

      Elimina
  20. A parte che ero convinto che l'avessi già recensito... Film che non ri-vedevo da un bel po' di tempo ma che mi sono ri-goduto qualche mese fa.

    Film che dura una vita ma le due ore e rotti sono tempo speso benissimo perché si parte in quarta e non si alza mai il pedale passando da scena a scena sempre più grande. Si arriva alla fine stremati, come se avessi veramente guardato il film in apnea. Ma tutto, seppur fantascientifico, è credibile. Vero. Reale. Ora bestemmio: prendete la scena dell'immersione di questo e confrontatela con quella di "The Meg" con Giasone. Qua, nel film di Cameron stai massacrando i braccioli della poltrona dalla tensione. Quando invece il sottomarino cinese "buca" lo strato scendendo ancora nel "mondo primitivo" sei con la cicca in bocca che pensi "Embè?".

    Ora però devo vedere di recuperare la versione lunga. Prima un po' di iperventilazione perché quasi 3 ore sono toste da affrontare!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, anzi era il post che mi "bloccava" dal poter scrivere degli altri film di Cameron, prima dovevo per forza affrontare questo scoglio, ora francamente sarei pronto a scrivere un altro post sul film, perché è talmente pieno di dettagli che ancora offre spunti ;-) Cheers

      Elimina
  21. Incredibile, l'ho visto giusto ieri sera (fra l'altro scegliendolo a caso, in totale indecisione), ho subito pensato di chiederti di parlarne e oggi me lo ritrovo qua. Alla faccia della telepatia.

    Ho visto la versione di due ore e cinquanta e chiaramente l'ho apprezzato molto, interpreti azzeccatissimi e maestria registica allo stato puro, con la tensione claustrofobica che ti attanaglia, soprattutto nella prima parte. Indubbiamente è invecchiato alla grande, molto più di diversi suoi contemporanei.
    Qualche riserva solo sul finale, che in effetti risulta un po' troppo retorico e non spiega bene cosa faranno le creature da quel momento in poi, mi è sembrata una scena poco in sintonia col resto del film, andando a intaccare l'alone di mistero che permeava il tutto. La versione normale come finiva?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le grandi menti pensano all'unisono... Bro-fist! La versione normale non ha la super onda, non mostra le creature e forse risulta un pelo più retorica, eppure malgrado tutto mi sembrano i finali giusti, dopo tutto quel tempo, uno vuole vedere Bud uscirne dall'abisso ;-) Cheers

      Elimina
  22. So che molte persone sono scetriche riguardo il futuro registico di Cameron,io pero vorrei ricordare a tutti voi che il canadese ha probabilmente all'attivo i migliori sequel di sempre,mai fatti con lo stampino e sempre con nuovi elementi,sia a livello visivo che di scrittura! Per qui stringete i pugni nella speranza che il sommo canadese compia ancora il miracolo,si dice che una volta imparata la bicicletta,l'istinto nell'usarla rimane!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma infatti aspettiamo e vediamo, anche se parlare prima che i film siano usciti, per molti è considerato sport nazionale ;-) Cheers

      Elimina
  23. sembra molto interessante, ne ho sentito parlare molto ma mai visto
    la cosa del coppino mi ha steso xD

    RispondiElimina