Il viaggio di questa Bara Volante nell’universo di “Star Trek” questa settimana segue la rotta di “Enterprise”, vi consiglio di allacciarvi le cinture di sicurezza, perché si ballerà un po’.
Proprio mentre Picard e soci andavano a morire come i vecchi elefanti, in quel pasticcio cinematografico noto come La Nemesi, sul piccolo schermo il solito diabolico Rick Berman e il suo compare Brannon Braga varavano una nuova serie televisiva dedicata a “Star Trek”, con una differenza piccola ma sostanziale, invece di andare là dove nessuno era mai giunto prima, continuando le avventure nel futuro, dopo gli eventi di Deep Space Nine e Voyager (il primo in particolare), per la prima volta “Star Trek” ha decido di rivolgere lo sguardo indietro, al suo passato.
“Enterprise” è uscito nel 2001 con questo titolo, il familiare “Star Trek” è stato aggiunto solo a partire dalla terza stagione delle quattro che compongono questa serie, la cui caratteristica principale è quella di essere ambientata circa un secolo prima della serie classica. L’Enterprise del titolo è il modello NX-01, la prima nave terrestre costruita per esplorare lo spazio, un salto quantico nella storia dell’umanità, reso possibile dal miglioramento del motore a curvatura, una novità tecnologica guidata dal capitano Jonathan Archer, figlio di uno dei principali progettisti di questo motore.
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Finalmente delle tute spaziali che non siano in stile “pigiamino”
colorato. |
Che l’aria in “Enterprise” non sia la solita che si respira nelle altre serie di “Star Trek” è chiaro fin dalla sigla, uno degli elementi da sempre più iconici di questo telefilm, nel corso dei decenni grandissimi compositori hanno avuto la responsabilità di prestare la loro musica a “Star Trek”, almeno fino a questa serie, che sui titoli di testa di gioca immagini delle principale conquiste spaziali (americane, lasciatemi l’icona aperta su questo punto più avanti ci torniamo) sulle note di una pallosissima ballata sfrangiamaroni intitolata “Where My Heart Will Take Me” di Russell Watson, una roba in grado di staccare i bulloni dalle carene delle astronavi a colpi di noia.
Considerata persa l’idea di avere un tema musicale degno
della tradizione, “Enterprise” ci porta in un mondo dove la razza umana è stata
da poco annessa alla neonata flotta stellare ancora tutta in divenire,
dimenticatevi quindi la famigerata prima direttiva, quella che impedisce di
interferire con la vita e la storia di civiltà meno progredite, scordatevi
anche il leggendario teletrasporto, che compare ad un certo punto della serie, ma viene guardato storto come se tutti fossero cresciuti come me guardando La Mosca. Ma parlando di echi horror, dieci punti extra per l'episodio intitolato "Carpenter Street" (3x11).
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"Ehi ma non ti ho già visto da qualche parte?", "Mi confondi anche tu con Paolo Bonolis?" |
Gli umani sono reduci dagli effetti positivi del Primo contatto, ma come sempre nelle storie di fantascienza, siamo un po’ i Bart Simpson dello spazio, gli studenti indisciplinati che hanno bisogno di essere seguiti, in questo caso dai Vulcaniani, razza ben più progredita e logica di noi, che prima cercherà di impedirci di volare tra le stelle (come è ben raccontato nell’episodio 2x24 “Il primo volo” con Keith Carradine come ospite speciale, in una sorta di Uomini veri in miniatura, molto miniaturizzato), dopodiché finiranno per affiancarci, imponendo a bordo dell’Enterprise uno di loro “orecchie a punta” a vegliare sull'operato di Archer. Direi che è il momento di approfondire la conoscenza dell’equipaggio della NX-01.
Jonathan Archer ha il volto e il nasone di Scott Bakula, se
siete della mia leva lo ricorderete per "In viaggio nel tempo", dove zompettava
avanti e indietro lungo lo spazio tempo finendo per conoscere personalità
famose, da Stephen King a Martin Luther King. Per stessa ammissione di Bakula,
Archer è palesemente ispirato al piglio decisionista del capitano Kirk, anche se è un personaggio che paragonerei più per scarti di umore e personalità a Kathryn Janeway, almeno se dipendesse da me.
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Eh ma che caratteraccio, insomma! |
In alcuni momenti Archer è bonario e quasi paterno, come con il suo Beagle di nome Porthos (che porta avanti la tradizione degli animali da compagnia a bordo dell’Enterprise, anche se di fatto lui è stato il primo), in altri momenti pianta le corna a terra e non ascolta più nessuno, facendo valere i gradi anche quando i consigli che riceve sono palesemente migliori delle sue idee.
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Il primo bracchetto che non si chiama Snoopy, quasi un evento. |
Difficile trovare un capitano più adatto a rappresentare pregi e difetti della razza umana meglio di lui, che comunque è responsabile di aver reclutato una discreta banda di gatti senza collare. Come l'ingegnere capo Charles Tucker III (Connor Trinneer), di sicuro uno dei personaggi più coloriti a bordo, non me la sento di definirlo simpatico, mettiamola così, ha l’atteggiamento sardonico di Bones, però senza quel naturale carisma e quella punta di senso dell’umorismo che caratterizzavano il celebre dottore, anche se "Trip" resta comunque uno dei pochi a non finire nel cono d’ombra (non completamente almeno) del vero motivo di interesse della serie. Inchiodate le gomme, schianto a ore quattro! (cit.)
Inutile girarci attorno, Rick Berman per ridare vita agli ascolti di Voyager si è giocato la “Borgninga” (metà Borg e metà bagnina di Baywatch) Sette di Nove. Dopo aver tentato in tutti i modi di infilarla anche nel cast di La Nemesi, ormai Berman aveva una sola idea in testa e non era il motore a curvatura. Questo spiega perché il primo ufficiale Vulcaniano a bordo dell’Enterprise si chiama T'Pol ed è fatta a forma di Jolene Blalock.
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Sette di Nove levati, ma levati proprio. |
Posso dire qualcosa di poco in linea con la filosofia di Gene Roddenberry? T'Pol secondo me è la contrazione di “Topolona” perché mettendo per dieci secondi da parte l’analisi logica dell’universo di “Star Trek”, su un piano puramente estetico Jolene Blalock batte Jeri Ryan, che se non altro dalla sua ha la capacità di essere anche un’attrice, dettaglio (non secondario) che non si può essere applicato a Jolene Blalock.
La sua T’Pol è così bella da essere una distrazione, dal
fatto che la Blalock è imbalsamata ben oltre la flemma Vulcaniana, in certi
momenti giudicando le trame di alcuni episodi, ho pensato che sia stata scelta
apposta per non far notare gli svarioni di una trama ballerina e con Rick
Berman nei paraggi, non mi stupirei che non sia andata proprio così.
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Ok la smetto, sto iniziando ad essere ben poco... logico. |
Lo sgangherato estro umano rappresentato da Archer e l’inflessibile algida Vulcaniana T’Pol, sono due opposti perfetti per una serie televisiva, molti dei loro contrarsi tengono alta l’attenzione dello spettatore fino al momento in cui le trame non decidono di giocarsi la caratteristica migliore di Jolene Blalock, quella carica di “sesso a pile” che porta tutti i maschietti della Enterprise a sbavarle dietro, mentre lei è impegnatissima a tenere a bada le sue emozioni, come da implacabile routine Vulcaniana.
A lungo “Enterprise” è la serie dei grattini, dei massaggini
e soprattutto, della sala di depurazione. Molto logico (come direbbero su
Vulcano) che un viaggio spaziale ai suoi esordi, si giochi tute spaziali più
somiglianti a quelle dei nostri attuali astronauti, piuttosto che ai
“pigiamini” di Star Trek, sensato anche che dopo ogni sortita su un nuovo
pianeta, gli esploratori debbano ripulirsi da germi e spore aliene
potenzialmente pericolosi. Oh ma beccami gallina se T’Pol non è SEMPRE presente
in queste missioni a terra, anche solo per potersi poi giocare Jolene Blalock
in mutandine e reggiseno intenta di passarsi la crema solare anti germi
sul corpo. Berman? Anche meno dai!
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Le principali caratteristiche della Vulcaniana. Le orecchie! Mi riferivo alle orecchie a punta... degenerati. |
La prorompente T’Pol fa scomparire quasi tutti gli altri personaggi del cast, a partire dall'ufficiale alle comunicazioni Hoshi Sato (Linda Park), che riemerge solo durante gli episodi ambientati nell’universo specchio, con tanto di imbarazzante tuta spaziale con l’ombelico a vista. Berman? Weinstein è stato processato per molto meno di così, io te lo dico.
Forse uno dei pochi a non andare (totalmente) sotto con
perdite è il dottor Phlox (John Billingsley) personaggio tenerello a metà tra
il cuoco Neelix e il Dottore di Voyager,
forse non particolarmente originale o memorabile, ma a suo modo riuscito, specialmente
nell'episodio 3x16, in cui il dottore si ritrova solo a bordo, in una versione
in salsa “Star Trek” del classico “Incubo a seimila piedi” di Richard Matheson.
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"Beh con Mathson non si sbaglia davvero mai" |
“Enterprise” procede a colpi di alti e bassi, nel corso della prima stagione gli inesperti personaggi sono tutti logicamente un po’ frenati dalla nuova esperienza e dalle paure che un viaggio nel cosmo si porta dietro, ecco perché la serie comincia a scaldare davvero i motori solo nel corso della seconda stagione, dove le trame migliorano e le dinamiche tra i personaggi sono ormai rodate e ben oliate. Il primo tentativo di formare una Federazione unita dei pianeti, va di pari passo con una convivenza complicata, ben rappresentata dal solito, incredibilmente talentuoso Jeffrey Combs, nei panni di un Andoriano ben poco pacifico e quando anche gli “azzurroni” di “Star Trek” da sempre molto pragmatici, vengono rappresentati qui come alieni in grado di etichettarci con manifesto disgusto come dei “Pelle rosa”, mettendo subito in chiaro quanto sia complicato il viaggio di Archer e dei suoi compagni.
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“A Stuart e Star Trek, il motivo per cui riesco ancora a pagare le bollette” |
Quello che rende “Enterprise” una serie piuttosto particolare non è solo l’ambientazione, pionieristicamente collocata un secolo prima della serie classica, ma anche la struttura, con i Sulibani, gli alieni con la faccia da Ferrero Rocher, in grado di mimetizzarsi e di scomparire, sono un nemico invisibile che molto spesso viene etichettato come una forza terrorista che non può essere immune dal periodo in cui questa serie è andata in onda, avevo un’icona patriottica da chiudere, lo faccio subito.
I Sulibani fin dal nome ricordano nei modi i famigerati
Talebani, una delle critiche mosse da sempre a “Star Trek” e quella di aver
fatto della logica, orgogliosa e virtuosissima Federazione, una metafora degli Stati
Uniti, accusa da poco se mi è concesso dirlo, perché basta guardare un po’ di
episodi di “Star Trek” per capire che il discorso non è così limitato, almeno
fino ad “Enterprise”, dove i moti patriottici e quella volontà di guardarsi
indietro, ad un passato (o futuro? Fate voi, ma ci siamo capiti) più sicuro e
glorioso per gli Stati Uniti è presente fin dalla melensa sigla iniziale.
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"La nostra non è proprio fame, ma più voglia di qualcosa di buono" |
Tra la guerra fredda temporale tra civiltà e le sortite nell'universo specchio (con un paio di apparizioni molto forzate anche dei Borg in alcuni episodi), “Enterprise” sembra voler guardare a lato oscuro di un Paese che da una mattina brutta di settembre del 2001 ha dovuto fare i conti con colpe e nemici che prima, non voleva nemmeno prendere in considerazione. Impossibile quindi separare questa serie dal periodo storico in cui è andata in onda, ma anche dalla grande indecisione nel gestirla, che emerge malamente nel finale della quarta ed ultima stagione, cancellata prima del tempo, tra le inascoltate lamentele di alcuni Trekker.
Dopo un drammatico calo di ascolti, che nemmeno i vestiti sempre più aderenti di T’Pol ha potuto evitare, “Enterprise” è terminata prima del tempo con un episodio finale davvero infame. Con l’entrata in scena di William Riker e Deanna Troi come ospiti speciali, Archer e compagni sono stati malamente messi da parte.
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"Aspetta, cosa vuol dire che Riker è dietro di me? Ma poi chi o cosa è un Riker?" |
Il trucco utilizzato è quello di Riker, che creando un enorme buco logico nella trama di The Next Generation, attraverso il ponte ologrammi finisce per interfacciarci con l’equipaggio della prima Enterprise, riducendo così Archer e compagni non dico a semplici proiezioni olografiche, ma sicuramente a pedine nella trama di personaggi che avevano già abbondantemente avuto il loro spazio in tv e al cinema.
Un finale davvero inglorioso per personaggi che invece,
malgrado una gestione a strappi e un inizio difficile, nella porzione di
episodi centrali, ha saputo davvero distinguersi da tutti gli altri equipaggi e
non solo per le sessioni di depurazione con T’Pol in intimo, anche se bisogna
dire che la bella Vulcaniana è stata utilizzata più che altro come oggetto di
pruriginose dinamiche, proprio quando era riuscita a diventare un personaggio
con una sua dignità… dannato Berman!
Forse la colpa più grande di “Enterprise” è un’altra, quella di aver rivolto lo sguardo indietro, invece che al futuro di “Star Trek”, venendo un po’ meno a quella voglia di esplorare strani e nuovi mondi, che da sempre è stata la spinta originale della serie. Senza volerlo “Enterprise” e il disastro di La Nemesi, hanno aperto le porte al male, quello vero: il reboot. Signor Sulu imposti la rotta, prossima fermata… la nebulosa GIEI GIEI.
Vengo a prenderti maledetto e porto tutta la flotta stellare con me.
Per me una serie "strana", proprio a partire dalla sigla, che mi era anche piaciuta la prima volta, ma poi come scrivi giustamente viene presto a noia. A Scott Bakula non si può proprio volere male, per le ragioni "quantistiche" già segnalate. A T'pol per ovvie ragioni non si può ugualmente voler male. Però se devo essere sincero non mi ha preso molto, sarà che l'ho vista a spizzichi e bocconi, forse proprio gli episodi alternativi sono quelli che mi hanno colpito maggiormente. Ora mi preparo stile Commando per la prossima settimana, Giei Giei stai attento alla pressione!! 😜
RispondiEliminaHa dei difetti evidentissimi questa serie, ma anche ottime trovate e T’Pol resta incriticabile a prescindere, però è davvero snervante, ogni passo avanti ne fa due indietro questa “Enterprise”. Scudi alzati, siamo in rotta verso il maledetto ;-) Cheers
EliminaUn passo avanti e due indietro... un ottimo riassunto di questa serie ;-)
EliminaNon posso dire di aver amato “Enterprise” come le altre sorelle maggiori, questo no, ma nemmeno di averla odiata. Paga troppe colpe altrui per non meritare un po' di giusta comprensione: arriva per ultima quando molto è ormai già stato raccontato, è figlia delle ormai sempre meno ispirate "idee fresche" di un Rick Berman a cui nessuno poteva permettersi di dire che gli anni in cui Roddenberry l'aveva designato "secondo grande uccello della galassia" erano storia antica, si rivolge al passato facendo una scelta che -tra l'altro- non avrebbe fatto fare salti di gioia al compianto mentore Gene (come sostengono veterani del calibro di George Takei/Sulu), è talmente parte della grande famiglia che bisogna arrivare alla terza stagione per veder finalmente apparire il marchio "Star Trek"... Alla luce di questo è comprensibile che le ci sia voluta almeno una buona stagione e mezza per cominciare ad ingranare, fino a raggiungere risultati degni di nota nella quarta e ultima stagione, comunque troppo tardi per salvare la baracca: ottima idea portare anche Manny Coto e i coniugi Reeves-Stevens a bordo, per rinforzare le fila degli autori, cosa di cui evidentemente mr. Berman si era dimenticato essendo sempre troppo impegnato a restringere le tutine della statuaria T'Pol/Blalock. Per non parlare di un finale che forse avrebbe voluto essere commovente ma che, obiettivamente, lascia soltanto una grande amarezza, da indegno epitaffio qual è (e infatti, giustamente, il cast NON lo apprezzò) per un equipaggio purtroppo mai riuscito a diventare davvero tale. Tra l'altro a me Scott Bakula nei panni di Archer non dispiaceva per niente!
Tra gli episodi migliori mi piace ricordare l'inquietante "Punto di non ritorno" (seconda stagione), dove una sfortunata Hoshi Sato scopre quanto possa essere pericoloso il teletrasporto, con un secolo di anticipo rispetto a Kirk ma per fortuna non con gli stessi identici risultati...
P.S. Ammiraglio Cassidy, lei sapeva che in caso di proseguimento della serie a bordo dell'Enterprise avrebbe persino potuto materializzarsi un certo TARDIS con tanto di Dottore? ;-)
https://winteriscoming.net/2021/06/08/when-star-trek-enterprise-doctor-who-crossover-nearly-happened-russell-t-davies/
Già me lo immagino Nine comparire a bordo dare un'occhiata (anche a T'Pol) e dire: "Fantastic!" ;-) "Punto di non ritorno" è stato uno degli episodi che ho preferito, vuoi anche per la Brundle-mosca-fobia che ci portiamo tutti un po' dietro. Una serie più pasticciata ma anche più curata di quello che potrebbe sembrare, Archer e compagni meritavano più tempo per esplorare e meno "fanservice", perdona l'anglicismo è presto e sto ancora pensando al possibile incontro con il Dottore ;-) Cheers
EliminaCome diceva Bond... L'affare si ingrossa... È non mi riferisco a T-Pol, no. Mi riferisco al reboot che, confesso, coi primi due episodi mi era pure piaciuto.
RispondiEliminaTi voglio bene anche se ti sono piaciuti quei due così e non mi riferisco a T-Pol, no. Ma In ogni caso affronteremo la faccenda reboot a breve ;-) Cheers
EliminaEro gia' sul piede di guerra, pronto per J. J., e invece...
RispondiEliminaE chi se la ricordava, questa!
No, e' che dopo l'ultimo filmaccio era un periodo che il mio interesse per la Enterprise era un po' scemato.
Vista davvero poco.
Mi ricordo giusto Bakula (che ha fatto una caterva e mezza di telefilm e li' per li' mi viene in mente qualcosa con Kirstie Alley e col morto, che da "Weekend con il morto" in poi il morto c'è lo infilavano un po' dovunque, da noi) e poi...
Beh, naturalmente Evarista ed Ernest...ma si, dai, anche il resto di Top...ok di T'Pol che ci stava attaccato era un GRAN BEL SED...ehm, un gran bel vedere, dicevo.
Cos'e' che dicevi sul fatto che distraeva un pochetto?
Ma bo. Comunque, quelle due avranno sempre un posto speciale sul mio c...uore.
Ho detto cuore.
Aah, e' inutile. Non se ne esce.
E poco importa se alla fine si tratta di una di quelle belle quanto inutili, dal tanto che sono scarse.
Con un panorama simile, se ti entra nel campo visivo non capisci piu' un tubo.
E va beh. Vado in trincea a schiacciare un pisolo e ad aspettare l'arrivo del nemico.
Se ne prospettano delle belle, mi sa.
Calma, seguiamo la logica e un minimo di metodo, per quanto cancellata dalla storia e dalle curve di T’Pol anche “Enterprise” si meritava una serie tutta sua, per assurdo è la serie che il maledetto ha citato “meglio” (o meno peggio), ma arriveremo a parlare anche di quello ;-) Cheers
EliminaSi, hai ragione.
EliminaE' che non ricordo un gran che, di questa serie. A parte due emisferi.
Comunque, mi vien da ridere se penso che in federazione ci dev'essere un sacco di gente che ancora si chiede chi gliel'ha fatto fare, di annettere i terrestri.
Sapevano che sarebbe arrivato Kirk e la battute sardoniche di Bones, avevano visto la serie classica ;-) Cheers
EliminaLa dimostrazione che che certe volte contano piu' le conoscenze che i meriti, secondo me.
EliminaE sapersi arruffianare la gente giusta.
Stiamo simpatici ai vulcaniani, per fortuna.
Ci hanno adottati come trovatelli spaziali ;-) Cheers
EliminaRicordo che qui per la prima e ultima volta si videro un paio di chiappe (e che chiappe!) :D Comunque una serie godibile, per assurdo vengono 100 anni prima di Kirk e soci ma incontrano di tutto: Borg, Ferengi, Romulani, un antenato di quello che poi costruì Data...La migliore stagione per me è l'ultima, sembrava avessero ingranato, e infatti l'hanno chiusa :D
RispondiEliminaRicordi bene, facile intuire di chi fossero, sempre la solita T’Pol ;-) Ti giuro che quando ho visto il creatore di Data, sono dovuto andare a controllare che la serie fosse davvero ambientata 100 anni prima di Kirk e compagni (storia vera), ma quanto cacchio è vecchio il dottore!? Infilare ad esempio i Borg, mi è sembrato un modo becero per attirare l’attenzione dei Trekker. Cheers
EliminaInfatti non è il creatore di Data ma il suo bisnonno, se non sbaglio :D In famiglia hanno la fissa di essere scienziati pazzi
EliminaProbabile, ma mi è sembrata una tale forzatura che il mio cervello è andato in umido in automatico davanti a quella trovata. Cheers
EliminaHo trovato questa serie godibile, anche se siamo di certo lontani dai fasti che l'hanno preceduta. T'Pol è tanta roba ma solo per il suo aspetto fisico, gli altri sembrano versioni annacquate dei personaggi delle serie precedenti. Parecchio intricata anche la sottotrama della guerra fredda temporale, che nella terza stagione di Discovery, ambientata in un lontano futuro, è stata bellamente ignorata. Non mi è dispiaciuta la terza stagione, quella con tutta la trama orizzontale, prima che questo diventasse la norma.
RispondiEliminaCredo che di molti degli altri, non abbia nemmeno imparato il nome tanto sono oscurati delle curve della Vulcaniana, nemmeno Sette di Nove era stata così monopolizzante. Sto guardando “Discovery” in questi giorni e non ne parlano minimamente, la terza stagione non era male, avevano iniziato a scaldare i motori, ma troppo tardi. Cheers!
EliminaMi arrivano notizie non proprio esaltanti su questa serie, ma il mio box di DVD è lì da Natale 2019 e a causa di complicazioni vitali logistiche tra figliolo, covid e telework, ancora non son riuscito a cominciarlo.
RispondiEliminaMa la settimana prossima gliele cantiamo a Jar Jar! :--D
Sarei curioso del tuo parare, secondo me potresti trovare un sacco di errori di continuità con le altre serie, il tuo puntiglio potrebbe essere messo a durissima prova, un po’ come GIEI GIEI, che non ha idea di cosa sta per piombargli addosso ;-) Cheers
EliminaSto cercando di ricordarmi qualcosa oltre alle ... orecchie ... di T'Pol e sì, mi pare che non fosse malaccio.
RispondiEliminaLa cosa che mi colpì di più fu che la tecnologia della serie classica con Shatner, con le sue lucette e i comunicatori con lo sportellino che si alzava sembrava così arretrata rispetto a questa, ambientata un secolo prima.
Cioè, la serie arretrata sembrava avanzata e quella avanzata... No, aspetta, volevo dire: quella avanzata, visivamente parlando, arretrava ... mentre invece quella ... Porc!!!
Vabbé ci siamo intesi.
Mi piaceva che finalmente si fosse dato un po' di spazio agli Andoriani, poi se non sbaglio c'era una cosa chiamata "guerra temporale" di cui non ricordo assolutamente nulla.
Poi di fronte a una T'Pol ...
"Ma come fanno i Vulcaniani
A seguir sempre la Logica
E a rimanere veri uomini, però?" :D
Difficilissimo far sembrare datato qualcosa, partendo da un riferimento così chiaro e conosciuto. La concorrenza con “Episodio I” si è giocata robot e astronavi volutamente retrò, qui… le zip sulle tute spaziali. Bene ma non benissimo.
EliminaHo gradito l’idea degli Andoriani inizialmente ostile, ma solo perché Jeffrey Combs è un grande per il resto, tu pensa a quanto sono avanti i Vulcaniani, che una come T’Pol invece che tenersela stretta, la spediscono a fare da balia agli umani ;-) Cheers
Ricordo il mio entusiasmo quando venne annunciata una nuova serie di Star Trek. Ricordo il mio disappunto quando si seppe che era una serie prequel, perché come si poteva rappresentare una tecnologia antecedente a quella di Kirk & co. nel 2000 in modo credibile? Il mio entusiasmo si rianimò di nuovo per Scott Bakula. Per poi spegnersi definitivamente col procedere delle stagioni, viste tutte in prima tv su La7. La guerra fredda temporale non aveva alcun senso, in TOS non se ne era mai parlato, dove diavolo erano andati a pescarla? Da dove uscivano i sulibani e gli xindi? Tutto senza senso per me.
RispondiEliminaE che dire di T'Pol? Solo fastidio, ricordo intere puntate passate a spalmarsi a vicenda l'abbronzante, senza che la trama andasse in qualsivoglia direzione. L'avessero almeno fatta innamorare di qualcuno dell'equipaggio, avrebbero smosso un po' le acque con la prima storia d'amore tra vulcaniani e terrestri, gettando magari le basi per la "futura" storia tra i genitori di Spock... invece ricordo solo noia, e la domanda che mi frullava in testa in continuazione: ma perché questa non l'hanno presa per fare Lara Croft?!?
Delusione anche per la puntata 1x21 in cui compare Dean Stockwell. Mi aspettavo un po' (tanto) di più dall'episodio che riuniva la coppia storica di Quantum Leap...
Credevo di ricordare poco o nulla di questa serie, e sinceramente mi sembrava di ricordare che non fosse poi così male. Invece leggendo il tuo articolo mi è tornata in mente un sacco di roba e un sacco di fastidio, che adesso tornerò prontamente a seppellire (dopo aver recuperato la 3x11) 😛
Anche io avevo visto una puntata su La7, ma non ci capì nulla, mi mancavano troppo (storia vera). Infilare razze aliene mai viste successivamente è un limite, perché “Star Trek” ha smesso di progredire, cominciando a guardarsi indietro con inevitabili paragoni? Decisione… illogica.
EliminaPenso che Lara Croft sia il personaggio che è stato interpretato meglio da tutte quelle che non sono state pagate per farlo, un giorno, complice la presenza di Dean Stockwell, scopriremo che “Enterprise” era solo uno degli scenari visitati nei viaggi di “Quantum Leap” ;-) Cheers
Ovviamente, per me, questo e l'ennesimo buco nero nell'universo di Star Trek. Lo conosco giusto un po' di fama, sapevo che era un prequel ma non ero minimamente a conoscenza delle dinamiche, del cast (la Blalock su tutti) e nemmeno della chiusura forzata. Ed è un grandissimo peccato perché l'idea del prequel dove gli umani scoprono un universo tutto nuovo, la federazione, le varie razze, lo scetticismo nei nostri confronti,... poteva essere un'arma vincente se la si giocava bene (Coff... Coff... Mass Effect... Coff... Coff... Copioni... Coff... Coff...)
RispondiEliminaSe mai un giorno riuscirò a giocare a "Mass Effect" sarà per colpa tua, sapevatelo (cit.) ;-) Cheers
EliminaAll'epoca di La7 provai a vederla ma non ci sono proprio riuscito: troppo disprezzo. Poi l'anno scorso, durante la maratona Trek pandemica, non potevo lasciarla indietro così me la sono sparata tutta. Tranne l'ultima decina di puntate, che proprio non ce l'ho fatta: mi ha così nauseato sin nel profondo che non ce l'ho fatta a finirla.
RispondiEliminaPer un attimo, scioccamente, avevo creduto che l'equipaggio dell'Enterprise fosse composto da più di quattro persone, cosa ovviamente falsa: c'è il capitano e il biondo che si dividono TUTTE le puntate, con T'Pol una volta innamorata di uno poi dell'altro, e ogni tanto c'è il dottore come momento comico. Fine dell'equipaggio. Così il demenziale divismo di Picard e Data l'hanno ricreato anche in questa serie: era così impossibile tirar fuori qualche puntata con altri personaggi della nave? O erano in quattro a guidarla?
Nella noia totale delle trame l'unica cosa che mi teneva sveglio era il Toto-Tette: che forma avranno oggi le tette di T'Pol? Non sono mai uguali, mai della stessa dimensione né puntano mai nella stessa direzione. Visto che l'attrice ne è sprovvista - come ho scoperto quando è andata ospite a "Stargate" - diciamo che sono i peggiori effetti speciali della serie, visto che non conoscono alcuna continuity :-D
Penso che persino il cane di Archer sia il personaggio più ricordato e citato di questa serie, il che è tutto detto ;-) Ma davvero! Quando Sette di Nove fece il suo esordio in tutina in “Voyager”, le aveva vabbè, esagerate, davvero troppe per poter concedere a qualunque spettatore anche solo di leggere i sottotitoli, poi le hanno “normalizzate” o almeno, hanno usato quelle dell’attrice ma qui? T’Pol a tratti sembra uscita dalla parodia porno di “Star Trek” che non ho visto, ma sono sicuro che esisterà ;-) Cheers
EliminaNooo! Ma sul serio sono finte? 😀 Ma che sòla totale! Non che io ci debba fare nulla con le tette di T'Pol, ma così non viene buona neanche come cosplayer di Lara! 😛
EliminaPotrebbe comunque fare la nuova Lara riveduta e corretta ;-) Cheers
EliminaAd Alicia Vikander piace questo elemento.
EliminaPensavo giusto a lei ;-) Cheers
EliminaRecensione un po' severa per questa serie che, sebbene vista circa per metà con episodi sparsi, mi è piaciuta abbastanza, sigla inclusa. Per me migliore di Voyager, tanto per cominciare.
RispondiEliminaVero che risente dei problemi di essere un prequel, e quindi ci si chiede perché nei secoli successivi non si citino mai Xindi, Sulibani e altre specie che debuttano qui. Tuttavia resta la serie dei pionieri della Federazione, ci mostrano i vulcaniani spocchiosi come quelli incontrati da Kirk ne "Il duello", dei romulani tremendi che agiscono nell'ombra anche schiavizzando della gente...
Inoltre l'episodio pilota è, per me, il migliore di tutte le serie di Star Trek! Non posso dire lo stesso del ridicolo epilogo, una cosa squallida che se la gioca con "La nemesi" perdendo solo perché dura di meno!
L'equipaggio a me è piaciuto, salvo forse le forze militari MACO, ma perché per me se non sei un Delta Force o non hai la faccia di Stallone reduce dal Vietnam, come militare levati.
Un po' inutile Maywater, assieme a Paris un pilota ben poco carismatico... ma per me Sulu del resto rimane inarrivabile (contro Khan è lui al timone, ma non solo lì, e ho detto tutto!), assieme a Riker quelle due o tre volte che deve pilotare qualcosa in situazioni critiche... Il resto degli ufficiali invece mi piace, con tutta la comprensione per l'infiltrato Reed, che rispetto a un bastardo tipo Eddington o Ross di DS9 è un brav'uomo con la fobia per l'acqua.
Premesso che Uhura è stata il mio primo turbamento adolescenziale precoce, e che Deanna Troi è un mio tipo di perfezione, T'Pol la trovo divina! E chissenefrega dei pretesti per mandarla sempre in doccia sonica, da decenni ci rifilano la stessa stupida patetica sigla del TG1 e non diciamo niente?! 😂
Purtroppo la vulcaniana geologa (in quanto esperta di tettonica a zolle...) deve sempre apparire seriosa, ma ho visto delle foto di Jolene sorridente e coi capelli liberi che mi hanno sciolto, attributi fisici a parte!
Mi piace anche Hoshi, gli episodi in cui ha gli incubi da teletrasporto e quando è rapita da Tarquin sono tra i miei preferiti.
E poi, in fatto di bellezze, ci sta anche Persis 😍 anche se fa una brutta fine.
A speziare il tutto, ci metterei anche un bel personaggio come Degra e due fuoriclasse di attori come Jeffrey Combs e Brent "Bonolis" Spiner.
Non so se avrò da commentare i prossimi post di questo ciclo, dato che della serie classica preferisco i sequel amatoriali ai reebot di Geigei...
Vero, il pilota mi è piaciuto moltissimo, ha fatto leva sulla mia fissa per il volo e tutto la mistica del viaggio nello spazio, mi ha fatto partire gasato, poi purtroppo i problemi di continuità così evidenti anche per un neofita di Star Trek come me.
EliminaPer un paio di settimana qui sarà “La battaglia di GIEI GIEI” o come la chiama Zio Portillo, la festa delle mazzate, poi proseguiremo con “Discovery” lo sto guardando proprio in questi giorni. Cheers!
Allora ci risentiremo per "Picard", se vorrai vedere la sola prima stagione finora uscita, e per le due serie TOS amatoriali che meritano davvero.
EliminaPiuttosto stavo pensando, data la somiglianza che hai scoperto, a un personaggio nuovo per Brent Spiner, lo scienziato Bonolisoong 😂, che ne dici?
Aggiudicato per Bonolisoong ahahah tempo di finire "Discovery" e passerò a "Picard", quattro stagioni (come la pizza) per due serie, dovrei metterci il tempo che mi è servito a vedere "Enterprise", posso farcela ;-) Cheers
EliminaHo un po' paura per davvero a guardare Enterprise, ma anche tanta curiosità! Poi voglio proprio vedere questa famosa T'Pol se riesce a scalzare la mia Jadzia Dax dal titolo di "donna di Star Trek con cui passare la notte in holodeck"!
RispondiEliminaSu J. J. no comment... Per adesso! :--D
No vorrei influenzati, ma T'Pol per passare la notte in holodeck, Jadzia Dax è da sposare ;-) Cheers
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