Continuano i miei incontri ravvicinati dello Star Trek tipo, oggi diamo spazio ad uno dei film più popolari e amati della saga, oggi tocca a “Primo contatto”.
Dopo un inutile e assolutamente non necessario tributo di sangue, l’equipaggio di The Next Generation può finalmente salpare per il grande schermo anche se a mio modesto avviso, potevano farlo anche prima, senza dover sacrificare il capitano Kirk. A questo punto il produttore Rick Berman, ha la possibilità di raccontare la sua storia e per farlo decide di prendere il meglio di "The Next Generation", mossa sensata che ha davvero pagato i suoi dividenti, anche se rispetto all'analogo ruolo (e missione), devo dire che Harve Bennett ai tempi seppe puntare più in alto, ma andiamo per gradi.
Berman amava l’idea di un viaggio nel tempo per Picard e
soci, le storie di “Star Trek” che piacevano più al produttore erano proprio
quelle su e giù lungo i flussi del tempo, ma Patrick Stewart forte dei suoi
trascorsi come attore di teatro, di recitare ancora qualcosa in costume con
Leonardo da Vinci nella trama, oppure di fare un toga party nell'antica Roma,
non voleva sentir parlare nemmeno per sbaglio, ecco perché l’idea di un
viaggetto nel rinascimento è stata scartata, per fortuna aggiungo io, perché la
prima idea di titolo per il film “Star Trek: Reinassance” sarebbe stato un
gioco di parole all’limite dell’imbarazzante.
Insieme agli sceneggiatori veterani di mille mila episodio
sia di TNG, ma anche di “Voyager” (a
breve su queste Bare) ovvero Brannon Braga e Ronald D. Moore è arrivata
l’illuminazione: perché non scegliere il passato sì, ma dei protagonisti? Mi dispiace
solo di essere arrivato un po’ lungo, sarebbe stato divertente pubblicare
questo post il giorno 5 aprile, data ufficiale del primo contatto tra gli umani
e una razza aliena nell'universo di “Star Trek”. Ma mettiamola così, sono in
anticipo per il 5 aprile del 2063.
Con un po' di fatica, ma il titolo giusto lo abbiamo trovato. |
Lo spunto che permette a “Primo contatto” di passare da una vaga idea nella testa di Berman, Braga e Moore ad un film vero, arriva dall’episodio della serie classica Guarigione da forza cosmica, ovvero la prima apparizione dello scienziato Zefram Cochrane, che sta a “Star Trek” come Jebediah Springfield a “I Simpson”. Cochrane è il pioniere del viaggio a curvatura, che nella serie regolare è stato interpretato dall’attore Glenn Corbett, naufragato su un pianeta remoto dopo il suo primo avventuroso viaggio sperimentale, nella puntata in questione Cochrane è sopravvissuto grazie alle cure di un gassoso alieno così a lungo da poter incontrare Kirk e compagni, ben felici di fare la conoscenza dello scienziato che ha permesso all'umanità di viaggiare tra le stelle.
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“Ehi ma tu non sei James Cromwell!”, “Vabbè per ora non pensiamoci. Birretta Romulana?” |
Glenn Corbett nella serie interpreta il personaggio con
tutte le caratteristiche tipiche dell’immaginario di Roddenberry: preciso,
posato, insomma uno in grado di incarnare tutti i principi fondamentali della
Federazione, un bravo ragazzo oltre che un genio dei motori spaziali. Ma la
scelta di Cochrane pescato dalla serie classica è solo il più vistoso degli innesti di idee e trovate prese di peso dalla serie tv e portate al cinema, anche se devo ammetterlo, anche gli
avversari di turno, i temibili tennisti svedesi Borg non passano certo
inosservati.
"McEnroe la resistenza è inutile" |
Amatissimi, imitati nell’aspetto in tutte le convention di “Star Trek” del mondo, i Borg sono senza ombra di dubbio uno dei maggiori contributi di The Next Generation all’iconografia di Star Trek e non potevano mancare sul grande schermo, quindi unendo i puntini la trama di “Primo contatto” comincia a prendere forma. Un viaggio nel tempo per incontrare Cochrane e i Borg a minacciare la storia che tutti gli equipaggi della flotta stellare hanno studiato all'accademia, infatti il film si sviluppa proprio in queste due direzioni, metà dell’equipaggio dell’Enterprise sulla Terra a dare supporto al primo viaggio tra le stelle di Cochrane e l’altra metà a bordo, a combattere il tentativo di assimilazione della nave da parte dei Cenobiti svedesi, anche se la prima bozza della sceneggiatura prevedeva un paio di ruoli invertiti.
Già perché Brannon Braga e Ronald D. Moore avevano previsto
un gran finale con la morte di Cochrane e Picard, che come da sua abitudine,
finiva anche per essere il rappresentante degli umani durante il primo contatto
(storia vera). Anche questa Gianluca? Ma vuoi far fare qualcosa anche agli
altri ogni tanto!?
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"Capitano, non pensa al resto del suo equipaggio? Sembriamo la tappezzeria dell'Enterprise ormai" |
Poi per fortuna Moore e Braga hanno deciso di non sbragare (ah-ah) ricordandosi che uno degli episodi (in realtà doppio episodio) più amato di "The Next Generation", era proprio la trasformazione di “Gianluca” Picard in Locutus dopo essere stato assimilato dalla coscienza Borg, quindi si sono resi conto che averlo a bordo a combattere i suoi demoni interiori (ed esteriori) sarebbe stato molto più… logico, come avrebbe detto Spock. Questo spiega come mai a comandare la missione a terra è “Numero uno”, el hombre del partido, l’amatissimo comandante William Riker interpretato da Jonathan Frakes, che davanti ai no secchi di registi come John McTiernan e lo Scott sbagliato si è preso la plancia di comando e la regia di “Primo contatto”.
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La vera ragione per cui Frakes si è ritrovato al comando. |
Jonathan Frakes è il talento che ti ritrovi per le mani, quando ti volti verso la tua panchina in cerca di una svolta per la partita e ti ricordi di avere questo qua sotto contratto. Chiedo perdono per la metafora cestistica ma nulla mi toglie dalla testa che William Riker sia nato nel tentativo di mediare con Roddenberry, che un capitano pelato al comando dell’Enterprise proprio non lo voleva (storia vera): alto, di bell'aspetto, discreto sciupafemmine in eterno tira e molla con Deanna Troi, ad un certo punto Riker aggiunge anche la barba al suo stile, giusto per aumentare il numero di follicoli tra lui e Picard. Per assurdo l’unico personaggio che si sarebbe meritato una serie tutta sua da capitano di una nave, anche se guardando “Lower Decks” (a breve su queste Bare) è evidente che sia arrivato a quel grado nella sua storia personale.
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"Quindi devo diventare un cartone animato per comandare?", "Non si allarghi troppo numero uno, si tenga libero per la mia serie personale" |
Jonathan Frakes ha sempre risposto presente, eroe delle convention di “Star Trek” è stato uno dei pochi membri del cast di TNG a dirigere parecchi episodi della serie e per un film così dipendente dal passato televisivo di “Star Trek” (ci sto girando attorno, ma sto per arrivare al punto abbiate fede) risulta essere davvero l’uomo giusto al momento giusto. Anche se a dirla proprio tutta, “Primo contatto” per me lo è stato sotto tutti i punti di vista, perché questo è stato anche il primo film di “Star Trek” che ho visto al cinema.
Ci trascinai mio padre (anche se guidò lui, per motivi
puramente anagrafici), di sicuro non perché avessi visto tante puntate di “The
Next Generation”, anche se ricordo di aver vinto una toppa con il logo della
federazione, una di quelle da ricamare alle giacche, rispondendo a due domande
facili facili su una rivista che avevo comprato, perché la copertina era
dedicata a Fuga da Los Angeles
(storia vera). Sta di fatto che davanti alla prima scena del film per certi
versi molto horror, l’incubo dentro l’incubo di Picard, presi semplicemente
atto di tutta la faccenda su Locutus e i Borg che non avevo nessuna idea di chi
fossero, ma questo non mi ha impedito di seguire e apprezzare anche parecchio
il film, anche se rivedendolo in occasione di questa rubrica dedicata a “Star
Trek”, alcune pecche mi sono balzate agli occhi.
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Ehi non mi puntare quel coso negli occhi, non lo sai che fa male!? |
“Primo contatto” non raggiunge il livello di che so, “X-Files - Il film” (1998) a tratti davvero incomprensibile per chi non seguiva la serie televisiva, però è molto dipendente dalla tradizione, anche solo per trovare come Data (Brent Spiner) che dice: «Signore credo di parlare a nome di tutti quando dico: al diavolo gli ordini», che sembra una strizzata d’occhio all'ultima riga di dialogo di Spock in Rotta verso l’ignoto. Ma anche l’apparizione del Dottore olografico di “Voyager” (il mitico Robert Picardo) insomma, per certi versi avere in cabina di comando un regista che arrivava dalla televisione crea continuità ma in alcuni passaggi si nota, si nota anche molto.
Harve Bennett aveva ripescato dalla serie classica un cattivo come Khan, ma poi sotto la sua guida “Star Trek” è diventata una serie di film (anche concatenati tra di loro) che erano davvero materiale cinematografico, non posso dire lo stesso di Rick Berman, anche se “Primo contatto” tra tutti i film con Picard e compagni, resta sicuramente quello con i momenti migliori e anche più emozionanti.
"Qualcuno mi spiega perché siamo vestiti come Big Jim missione spazio?" |
Tutto inizia con un pattugliamento dell’Enterprise nella zona neutrale, resa agitata dall’arrivo dei Borg, minaccia temibile di cui la federazione dovrebbe sapere tutto, visto che Picard è stato uno di loro, parte della coscienza Borg. Ma per motivi non troppo chiari, in questo film sembra che nessuno nella federazione, sappia nulla di questi minacciosi alieni. Mi rendo conto che al me stesso spettatore del 1996 è stato fatto un favore, trattando i Borg come cattivi quasi pensati per esordire in questo film, ho potuto comprendere la loro capacità di adattamento alle armi, ma dopo aver visto tutta The Next Generation, non trovo molto sensato che la federazione (ed esclusione di Picard e compagni) si comporti come se questa fosse la prima apparizione dei Borg. Ora mi è chiaro che le esigenze della produzione cinematografica abbiano prevalso sulla continuità con la serie televisiva, però si poteva essere più discreti di così.
Una piccola nave Borg fugge dalla battaglia, torna indietro
nel tempo e scombina il futuro, l’unico modo per evitare questo “1985
alternativo” è viaggiare a ritrovo a caccia dei Borg, impedendo che la storia
e il primo volo di Zefram Cochrane venga sabotato, il tutto, mentre a bordo
dell’Enterprise Picard combatte i Borg intenzionati ad assimilare la nave, in
un faccia a faccia con il suo trauma, qui molto ben rappresentato dalla regina
aliena di Borg, interpretata dalla mefistofelica Alice Krige, in una prova davvero maiuscola.
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Tagliategli la test... no, questa è un'altra regina. |
“Primo contatto” è il film che dà lustro ai Borg, alieni originariamente pensati come enormi insetti, semplificati nell’aspetto per motivi di budget (storia vera), che hanno saputo colpire l’immaginario non solo dei Trekkie. Dagli Xenomorfi con cui avevano molto in comune, ereditano l’idea di una regina a comandare la loro “mente alveare”, solita metafora del comunismo e della perdita dell’individualità che gli americani temono tanto ed è un classico della fantascienza. Ma lo so benissimo perché “Primo contatto” mi colpì fin dalla prima visione in sala, grazie agli ottimi effetti speciali è un film con gustosi innesti quasi Horror: i Borg sono spaventosi e inarrestabili, anche l’impeccabile Picard non può fare altro che veder la sua nave assimilata metro dopo metro in una resistenza che citando gli stessi tennisti svedesi, è inutile.
“Improvvisamente sento quasi la mancanza di Q. Ho detto quasi” |
La regina di Alice Krige poi è incredibile, con la sua capoccia semovente e smontabile e quell’aria da strega tentatrice, riesce a portare anche il candido Pinocchio dell’Enterprise, Data, al lato oscuro (non della Forza, quella è la concorrenza). Nella sua ricerca di comprendere l’umanità, Data si trova davanti una scorciatoia irresistibile, anzi rivedendo il film mi è sembrato anche piuttosto chiaro che lui e la regina ci abbia pure dato (per utilizzare un termine tecnico), quindi metà di “Primo contatto” riesce ad essere ansiogeno, per certi versi adulto nel tono e plumbeo nell’atmosfera quasi da horror, poi però arriva la seconda metà.
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Il voltafaccia di Data. Avete capito no? Il voltafaccia perché… ok la smetto! |
Sulla Terra, la compagine guidata da William Riker (Jonathan Frakes ha pochissimi minuti sullo schermo, ma pare che dietro la macchina da presa fosse attivissimo, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Frakes-two-takes” per la capacità di portare a casa le scene in massimo due ciak, storia vera), sembra una compagnia di bambini in gita scolastica alla scoperta di Zefram Cochrane. L’umorismo facilone è in aperto contrasto con l’assedio a bordo dell’Enterprise e i momenti divertenti non mancano, quello che stona un po’ è la quasi totale assenza di attrito, a parte i legittimi dubbi di Cochrane, tutti gli altri personaggi sono fin troppi sicuri che alla fine il missile partirà per tempo e che tutto si risolverà al meglio. Per fortuna in questa atmosfera rilassata, il Zefram Cochrane di James Cromwell spicca come un faro.
"Tu sei Zefram Cochrane?", "Si e tu sei Murdock dell'A-Team, mi fai l'autografo?" |
Non ho idea di come uno canuto spilungone con il nasone, appassionato di Rock classico e anche abbastanza sbracato nei modi, possa nel tempo trasformarsi nel composto e pettinato Glenn Corbett della serie classica, ma è un problema che il Cassidy del 1996 non aveva e quello del 2021 preferisce ignorare invocando i Trekkie. Sono sicuro che nel tempo è stata sviluppata una teoria in merito, da parte mia posso solo godermi la prova di Cromwell e l’idea di uno dei padri fondatori della nuova umanità rappresentata dalla federazione, come un tizio del tutto normale, che beve troppo, impreca e trova persino stupide le frasi che lo hanno reso celebre, un’idea semplice ma brillante.
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“Tenetevi stretti, questa Bara Volante sbanda un po’ di coda, ci sarà da ballare” |
Perché parliamoci chiaro, la fantascienza ci ha sempre aiutato a riflettere sulla nostra condizione e il più delle volte, diversi autori da diversi punti di vista, sono giunti alla conclusione (autocritica) che noi umani, siamo un po’ i cugini casinisti e ruspanti dello spazio rispetto alle altre forme di vita, che noi puntualmente immaginiamo più evolute di noi, almeno quando non provano ad invaderci. Quindi sarà anche una trovata canonica quella di rendere Zefram Cochrane, uno con cui sarebbe più facile uscire una sera a berne un paio, piuttosto che discutere di astrofisica, ma anche l’idea che il razzo usato da Cochrane per viaggiare nelle stelle, fosse ricavato da un vecchio missile portatore di morte, un passo verso quel futuro che “Star Trek” ha sempre teorizzato, raccontato e un po’ augurato all'umanità, dove l’uguaglianza è qualcosa di più concreto, dove non si lavora per il vile denaro e dove puoi sfondarti di dolci, tanto i replicatori producono cibo a calorie zero.
Infatti la parte più riuscita di “Primo contatto” resta la
scena che dà il titolo al film, che non poteva certo avvenire con quei darkettoni
metallari dei Borg no? Quando il razzo di Cochrane spezza la
traiettoria di una nave aliena, assistiamo al primo: «Ehi gente! Ci siamo anche
noi alla festa» dell'umanità. Il primo contatto non poteva che avvenire con la
razza aliena più rappresentativa e caratteristica di “Star Trek”, su come
scambiarci saluti con la mano poi, ci sarà tempo modo e maniera per accordarsi. Lo ammetto, anche questa volta un brivido “Star Trek” lo porta a casa.
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Per il futuro, vi consiglio il caro vecchio Bro-Fist, non si sbaglia mai. |
Al netto di una continuità ricercata ma non proprio
estremamente logica con la serie tv e qualche caduta di stile tutto sommato
perdonabile, “Primo contatto” è un film che potrebbe funzionare per introdurre al grande pubblico "Star Trek" e che si guarda ancora volentieri. Anzi il suo
compito lo ha svolto molto bene visto che al netto di una spesa di circa 45
milioni di fogli verdi con sopra la faccia di Zefram Cochrane alcuni ex
presidenti defunti, il film ha incassato 150 milioni, dimostrazione che non era
necessario per forza uccidere vecchi capitani per portare Picard e compagni al
cinema, cavolo andai a vederli anche io!
Prossima settimana, nuovi viaggi, nuovi capitani, sempre per portare questa Bara là dove nessuna cassa da morto era mai giunta prima! Nel frattempo non perdetevi il post di SamSimon anche lui oggi alle prese con il primo contatto.
Che post! Prima di tutto si nota l'affetto che provi per questo film, visto che è stato il tuo primo contatto (!) con Picard e soci (anche se i soci stanno a guardare, fa tutto Gianluca, come hai giustamente notato)!
RispondiEliminaE poi credo sia il post con più giochi di parole che ti abbia scritto negli ultimi mesi, ti ha scatenato l'umorismo! Ho apprezzato molto. :--D
Hai ragione a dire che i livelli cinematografici della saga originale non li ha più raggiunti il brand di Star Trek, questi film di TNG nonostante visivamente siano di qualità molto alta restano fondamentalmente prodotti televisivi. Però come possiamo non volergli bene lo stesso? :--)
PS:grazie per i link!!!
Ti ringrazio moltissimo, in effetti mi scatena un botto di ricordi questo film, per fortuna ho avuto la decenza di risparmiarvi una freddura su una marca di birra, che mi era venuta fuori da un errore di battitura, “Forst Contact”, magari Cochrane l’avrebbe gradita ;-)
EliminaI film con Kirk e compagni hanno vissuto e prosperato sul grande schermo, Gianluca invece aveva alle spalle tante serie televisiva a fare da rete di sicurezza, forse la differenza sta tutta qui o forse non ci ho capito niente io, in ogni caso grazie a te, un piacere averti come compare in questo viaggio tra le stelle… Bro-Fist (però Vulcaniano). Cheers!
Secondo me è stata anche l'ossessione di distanziarsi da quella stessa serie televisiva a rendere questi film così... televisivi. Invece di usare i personaggi di TNG così come erano, li hanno voluti cambiare, e per cambiarli hai bisogno di un riferimento che viene inevitabilmente dalla TV.
EliminaÈ un'ipotesi, eh, però secondo me la radice del problema sta lì!
Live long and prosper! :--)
In effetti si, lo scarto tra questi personaggi nella versione televisiva e in quella cinematografica si nota parecchio! Cheers
EliminaQuesto film non l'ho mai visto. "Generazioni" è stato il mio ultimo tête-à-tête con il mondo di Star Trek fino a quelli del tuo amico gieigiei. La rivista con copertina Carpenteriana doveva essere una gran testata.
RispondiEliminaNon ricordo il titolo della rivista, ma di sicuro è ancora da qualche parte a casa dei miei, in compegno mi sono ricordato solo ora che la locandina di questo film (come quello del 1979) è stata omaggiata anche dal Venerabile Leo Ortolani, per stare in tema di copertine ;-) Cheers
EliminaGrande scena quella dell'assemblaggio della regina dei Borg. È pur vero che il film ha un gusto televisivo, ma è proprio in tv che l'ho visto noleggiando (e poi acquistando) il DVD.
RispondiEliminaLa regina Borg vince tutto, realizzata ed interpretata alla grande, un momento di vero cinema in un film molto (tanto) legato alle sue origini televisive. Cheers!
EliminaI borg mai così minacciosi, eppure la trovata della "regina" mi è sempre stata un po' sulle balle. Preferivo pensare ai Borg come una minaccia più impersonale, come una calamità, uno sciame di cavallette, senza un unico volto da odiare o da prendere a pugni. Comunque film splendido da diversi punti di vista.
RispondiEliminaNei libri di Star Trek scritti da Shatner si propone una "scena dopo i titoli di coda" per questo film, in cui si svela che in realtà la memoria di Cochrane non è stata cancellata, e quando deve decidere se rivelare o meno ai vulcaniani dei Borg lancia in aria una moneta. Il lancio è stato l'origine dell'universo dello specchio, nel quale si sono attrezzati in tempo per affrontare i borg evolvendosi però nell'impero terrestre (o terrano, a seconda della traduzione). Mi è sempre sembrata una splendida idea.
In effetti è un'idea niente male per giustificare il tanto utilizzato universo specchio, non lo sapevo grazie ;-) Hai ragione l'idea della regina accentra, ma che ci vuoi fare il richiamo di "Aliens - Scontro finale" è sempre potentissimo. Cheers!
EliminaLa scena scritta da Shatner mi sembra però in contraddizione con quanto si vede nei primi minuti dell'episodio doppio di ENT ambientato nello Specchio.
EliminaSi tratta di un bel film, ma farò l'antipatico affermando che i Borg mi sono sempre sembrati un chiaro esempio di furto con destrezza ai danni del Dottore e dei suoi Cybermen.
RispondiEliminaDomanda di servizio: ma sitrova ancora la Forst? Perché è un sacco di tempo che non la vedo più nei supermarket(s).
In effetti hanno molto in comune a partire dal "motto" che li guida. Che io sappia si, la vedo ancora in giro e la bevo ancora in giro ;-) Cheers
EliminaFilm che avrò visto 10 volte e molti passaggi li conosco quasi a memoria, forse è il mio preferito di tutti i film su Star Trek. Spiace che dopo questo i Borg faranno solo apparizioni in Voyager e una in Enterprise, nei film se non sbaglio non torneranno più così come nelle nuove serie, in Picard ci sono solo degli "ex-Borg"...ma questa è un'altra storia
RispondiEliminaConfermo per quanto riguarda "Voyager", per "Enteprise" ancora non ci sono arrivato, la sto guardando da poco, "Picard" è ancora lontana per me ;-) Cheers
EliminaFilm che vidi anche io al cinema alla sua uscita, mi è sempre piaciuto, ma più che per i parenti svedesi, che effettivamente non erano una novità per chi masticava già la serie tv, per la caratterizzazione del genio Cochrane e di tutta la parte a lui dedicata, che a mio avviso svetta su tutto e tutti.
RispondiEliminaÈ vero, poi che in questo film è Data il nostro trivellatore di riferimento, James T. Kirk ne sarebbe stato orgoglioso (chissà se gli sarebbe piaciuta la regina Borg o l'avrebbe trovata troppo algida?) 👋
James T. Kirk non si batte, detto questo Data zitto zitto non scherza però, nel suo piccolo si è divertito, la scusa di scoprire tutto della natura umana evidentemente funziona ;-) Cheers
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaCome sai è un film a cui voglio bene, ma così bene che vorrei stringerlo forte forte... finché non scoppia e scompare dall'universo! :-D
RispondiEliminaScherzi a parte, buona continuazione del viaggio ma io già dal precedente film parteggio per i Borg! :-P
L'accentramento attorno a Picard è palese, non ho idea di come sarà la sua serie personale, ho quasi paura a scoprirlo ;-) Cheers
EliminaForse questo è il film più valido di quelli con l'equipaggio di TNG, tuttavia non lo amo particolarmente, anzi non mi sono mai affezionato particolarmente ai film con Picard e compagni, preferendo di gran lunga la serie televisiva.
RispondiEliminaOkay, ci sono i Borg, ma con una Regina che produce una centralità, e quindi una vulnerabilità, al collettivo stesso. Diciamo che qui per lo meno destano qualche preoccupazione, ma nel Quadrante Delta sono quasi ridicoli.
I ruoli tradizionali dei personaggi subiscono un po' troppi stravolgimenti rispetto al cosiddetto "canone" cui ero abituato: LaForge senza visore, Troi sbevazzona, Data sedotto dalla Regina, un'Enterprise che mi è estranea... Per fortuna c'è qualche siparietto con Barclay (uno o due?), anche se mi aspettavo un suo maggiore coinvolgimento, dato che in TNG era in scena sempre come protagonista dell'episodio.
Interessante cameo del MOE, l'avrei sfruttato molto di più, dato che in VOY più di qualche volta esula dai suoi meri compiti da infermeria per aiutare l'equipaggio.
Tanto di cappello a Cromwell come attore, ma il suo Cochrane è troppo diverso dall'originale... Originale per me significa "il primo" proposto al pubblico. Questo sembra un Cochrane da reboot di Abrams, per aspetto, modi di fare, grado culturale.
Dici benissimo su Riker, meritava eccome una serie da protagonista, e sarebbe stata meno "fanservice" di quella su Picard: Riker capitano della Titan, con Troi primo ufficiale, magari Guinan consigliere (finalmente) e il resto equipaggio nuovo, con magari Ufficiale Medico una figlia della Pulaski!
Sono molto d'accordo è una storia pensata per il cinema che però non pensa in grande e stravolge un po' troppo i personaggi per chi arriva dalla serie. Hanno pensato ad ogni tipo di serie ma non una così con Riker ;-) Cheers
Elimina
RispondiEliminaOoh, ci siamo finalmente.
Quindi questo sarebbe stato il tuo “primo contatto” con la nuova serie.
Credo che in molti potrebbero dire la stessa cosa. Me compreso, in un certo senso.
Next Generation lo conoscevo già, ma é stato solo dopo questo che ho cominciato a vedermelo con un certo impegno.
Inutile girarci intorno: mi assimil...ehm, mi associo pienamente.
Il miglior film di Star Trek in assoluto, a parer mio.
Mi é piaciuto un sacco.
Cenobiti svedesi.
Quasi mi facevi rovesciare il caffé, se non fosse che...
Cosa, cosa, COSA?!
McTiernan al timone? Addirittura IL TONY?!
PAZZI, mi viene da dire.
Pazzi loro non aver accettato, e pazzi gli altri a esserseli tenuti.
E non sono cose, eh.
Ma superato lo choc, a mente fredda mi rendo conto che forse va bene così.
Ignoro sia i trascorsi che le competenze trekkiane di quei due, ma se c'é una cosa che abbiamo imparato a suon di decenni di film e serie televisive é che Star Trek é roba che va fatta fare a chi ne sa.
Però chissà che avrebbero combinato, quei due.
Perché visto che si parla di coerenza interna, in effetti é ben strano.
In teoria qui vengono trattate situazioni e nemici già noti, eppure si comportano tutti come se avessero visto dei Borg per la prima volta in vita loro!
Ancora più strano, se la memoria non m'inganna, Era che qui da noi inizialmente il nome Star Trek non c'era neanche, nel titolo!
PRIMO CONTATTO, e basta. E a me piaceva pure così.
Il punto di forza? Beh, i Borg, ovviamente.
Anch'io credo che siano stati una delle intuizioni più felici e riuscite di tutti i tempi.
Cattivissimi, spietati, letali e inarrestabili.
E' una coincidenza assai curiosa la presenza di Sir Stewart (soprattutto perché sarà lui a fare Xavier), ma a me hanno sempre ricordato la Falange di X – Meniana memoria.
Assimilano ogni cosa, sono guidati da una mente comune (come gli alieni più famosi del genere fantascientifico) e sono in grado di adattarsi all'istante alle caratteristiche del nemico, al punto che non é possibile batterli due volte con lo stesso tipo di attacco.
A proposito...Sir Patrick non voleva una scena in costume?
Qui volente o nolente la gira lo stesso, quando nella sala olografica si ritrovano in un noir anni 50!
Ma il VERO punto di forza, qui, é un altro.
In genere, quando la trama si biforca, se non sai gestire la cosa é un gran casino.
Qui ci riescono alla grande.
Davvero incredibile, soprattutto se si considera che le due anime del film stanno agli antipodi.
Si cambia totalmente registro da una scena all'altra.
Le parti a bordo sono dark come se le avesse fatte Cameron. Oppure Gordon.
Si, Gordon. Ho detto proprio Gordon. Perché si.
Al contrario, le parti nel passato sono leggere e quasi solari. Come i primissimi lavori di Bay o Emmerich (quando mi facevano nutrire ancora grandi speranze).
E Cochrane...lasciatemi dire che preferisco di gran lunga l'ibrido tra Doc Brown e il mattoide di “Indipendence Day” che viene proposto qui.
Insomma...i grandi inventori erano tutti pazzi fuori di testa, almeno al cinema.
Poi, trattandosi di Star Trek, il lieto fine é assicurato.
Ma che strizza, prima di arrivarci.
Gran film. E grandissima recensione, Cass. Complimenti.
L'entusiasmo é evidente.
EliminaAnch'io ho una visione molto “alla Adams”, su certe cose.
Vale a dire che noi terrestri siamo i tamarri dell'intera galassia. E pure dell'universo, mi sa.
Siamo i truzzoni casinisti e ignorantissimi, che non vedono oltre la punta della loro stratosfera e che pensano tuttavia di essere il centro di tutto.
Non riusciamo a trovare niente e ci chiediamo se esistono altre forme di vita intelligenti, quando forse é proprio il contrario.
Sono loro a non frasi trovare, mi sa. Perché sono ancora lì a chiedersi se esistono davvero forme di vita intelligenti sulla Terra.
Ho come idea che saremo gli ultimi a saperlo, come da tradizione.
Scopriremo che esiste una Federazione Galattica da secoli, e che noi non erava,o invitati.
Alla pari di certe razze troglodite talmente imbruttite che non sono mai state prese in considerazione.
Gia me la immagino, la scena.
“Datemi un solo motivo valido per ammettere nel consiglio un rappresentante di quei buzzurri terricoli!!”
“Qualcuno li trova simpatici. A modo loro. Per un po'.”
Eh, si. Sarà quello a salvarci, un giorno.
Che di sicuro sappiamo come animare una festa, organizziamo party da sballo e abbiamo le più belle pupe dell'intero cosmo.
Qualcuno di loro ne sa qualcosa, mi sa.
Ho detto lo Scott sbagliato occhio ;-) Non credo sia il miglior film di Star Trek, nemmeno lontanamente diciamo che gli riconosco dei pregi e gli voglio bene, ma è il meno peggio di quelli con Picard e compagni. Cheers!
EliminaMi fa pensare anche a "World's ends" di Wright, ma anche quello deriva molto dal vecchio Douglas ;-) Cheers
EliminaOps, e' vero.
EliminaNon e' IL TONY.
E mi sembrava troppo bello, infatti.
FantaTony sarebbe stato una figata ma molto improbabile ;-) Cheers
EliminaL'unico film bello di ST con l'equipaggio della Next generation, va detto che e' anche uno dei migliori in generale, tanto per equilibrare.
RispondiEliminaCi può stare, anche se è tanto legato anche nella messa in scena, alle suo origini da piccolo schermo. Cheers
EliminaForse non è il miglior film dell'intera saga di Star Trek, no, ma di certo per me è il miglior film di TNG! Rimane il legame alle origini da piccolo schermo ma, in fondo, questo è caratteristico di film nati da una serie tv, specialmente quando vengono girati a ridosso di quest'ultima (con i primi sei capitoli la TOS era ormai lontana): si cerca un compromesso fra piccolo e grande schermo a livello di tempi, messa in scena, storie ecc. piuttosto che fare il salto di qualità definitivo (J.J. Abrahams ci ha provato, anche se sul risultato c'è parecchio da discutere). In fin dei conti TNG aveva da poco finito la sua "corsa" televisiva, ragion per cui il modello di riferimento immediato rimaneva quello, nonostante il budget più ampio rispetto alla serie tv e l'uso di un nemico appetibile pure per i totali neofiti dell'universo Trek come i micidiali Borg che in questa veste potenziata, personalmente, mi hanno fatto venire in mente più di una volta i tecnodroidi nathanneveriani... ;-)
RispondiEliminaIl legame con la serie ci sta senza problemi, solo che i film con Kirk e compagni facevano un balzo più netto e deciso a bordo del grande cinema, i film con Picard e soci invece non hanno mai pensato in grande, questo è quello che ci ha provato di più. Cheers!
EliminaDopo l'Ira di Khan, il miglior film sul fanchise di Star Trek. E no, non esagero. Scusa se ci ho messo molto a leggerlo, ma volevo leggerlo bene
RispondiEliminaAmo la regina dei Borg e i Borg stessi. Concordo in parte con la questione di Frawkes (me l'hai detta tu perché io non la conoscevo!) ma inutile, in qualsiasi ruolo metti Patrick Stewart funziona. Poco importa che anni dopo abbia dichiarato che lasciava il ruolo perché lo considerava "solo lavoro" Per me è l'attore che ha interpretato il miglior capitano di Enterprise.
Bel pezzo, leggeró con coraggio anche quello su Star Trek Nemesis. Non per il pezzo, ma perché il film fu una grossa occasione sprecata, e non lo vedo da vent'anni!
Lo trovi scorrendo oppure nella paginetta dedicata a "Star Trek", che si è popolata di post velocemente, procediamo a curvatura ;-) Cheers
Elimina