sabato 29 maggio 2021

Invincible - Stagione 1 (2021): i super eroi sono sempre veri quando sono disegnati

Ero sicuro che “Invincible”, il fumetto di Robert Kirkman, mi sarebbe piaciuto ma per anni non ho mai cominciato a leggerlo, perché il numero di volumi da recuperare era piuttosto alto e poi gente, i fumetti sono roba che costa.

Bisogna anche dire che oggi come oggi i “Super” al cinema e sul piccolo schermo tirano, potremmo dire che sono la tipologia di storie per cui verranno ricordati questi primi anni ’10, infatti stia assistendo ad una corsa agli armamenti, tutte le grandi piattaforme di streaming stanno facendo a gara per accaparrarsi la loro grande serie piena di super tutine. Netflix ha messo le mani su Jupiter’s Legacy mentre Prime Video risponde puntando tanto su un cartone animato si, però tratto da “Invincible”.

Dopo tre puntate della serie curata per il piccolo schermo da Jeff Allen, ho messo in pausa la visione gettandomi finalmente sul fumetto, non perché la serie fosse brutta, affatto anzi la consiglio a tutti. Ma trattandosi di un adattamento tutto sommato molto fedele, ho preferito fare la conoscenza di Mark Grayson e i personaggi che popolano il suo mondo, attraverso le pagine del fumetto in cui è nato.

Giallo, azzurro e nero, accostamento ardito ma funzionale.

“Invincible” è un fumetto estremamente derivativo, ogni personaggio somiglia volutamente a qualche altro super eroe più famoso, dimostrazione che Roberto Kirkuomo i fumetti li conosce bene e “Invincible”, oltre ad essere il suo punto di vista sui super eroi, resta anche una discreta dichiarazione d’amore per il genere.

Era da parecchio che non mi capitava di andare così sotto con una lettura, complice qualche rara ora libera, mi sono divorato le prime trecento pagine del fumetto in un giorno (storia vera). Al momento sono molto avanti con la lettura e ovviamente ho visto tutta la prima stagione, ma devo dire che la febbre per questo fumetto non mi è ancora scesa del tutto, infatti sto procedendo con la lettura a passo spedito.

La storia è quella di Mark Grayson un po’ Peter Parker un po’ Robin (fin dal cognome il riferimento è chiaro), sfigatissimo adolescente figlio di beh, il più grande super eroe del mondo, il leggendario e imbattibile Omni-Man, che potete tranquillamente immaginare come un Superman con i baffi, perché proprio di quello si tratta. Voi direte, beh padre e figlio super eroi, come Gli Incredibili, dove sta la novità? Ora ci arriviamo.

Superman baffuto, sempre piaciuto (la sua Kryptonite è il rasoio)

Come agli Uomini-Pareggio, i super poteri per Mark si manifestano durante la pubertà, con un sacco nella monnezza lanciato dalla sua super forza dall’altra parte dell’oceano Atlantico. Da qui comincia la nuova vita del ragazzo, per lui si apriranno le porte del mondo dei super eroi, tra allenamenti di volo con il padre e costumi costruiti da sarti esperti in super tutine, che però proseguono di pari passo con il nome di battaglia da scegliere, qualcosa in grado di ispirare gli altri. La serie tv mette particolare enfasi sul nome Invincible, rendendolo una gag ricorrente, infatti all'inizio di ogni puntata, un dialogo viene troncato a metà per lasciare spazio al titolo della serie scritto a caratteri cubitali.

Tutto facile direte voi, un’altra serie di super eroi questa volta a cartoni animati, invece non è proprio così, ma per spiegare come mai questo cartone animato funziona, facciamo un passo indietro al fumetto di Roberto Kirkuomo.

"In volo fino alla fumetteria più vicina, su su e via!"

La storia di “Invincible” come detto è assolutamente derivativa, i Guardiani del Globo hanno qualcosa della Justice League e qualcosa dei Vendicatori, nel corso del fumetto si possono trovare demoni emuli di Hellboy oppure di Etrigan per restare dalle parti della Distinta Concorrenza. Ma “Invincible” non è solo un “Elseworld”, una storia alternativa con una versione baffuta di Superman, più che altro è un modo di approcciarsi alle storie di super eroi in modo moderno nel linguaggio, restano comunque fedeli al classico. Robert Kirkman con questo fumetto non voleva firmare un’opera revisionista nei confronti della figura del super eroe (“Invincible” non è Watchmen e non ambisce nemmeno ad esserlo), ma è la prova che si può dire qualcosa di nuovo, anche con personaggi e dinamiche vecchie di sessanta o settant'anni.

"Cassidy. Segnato lo terrò d'occhio quel tipo losco"

Bisogna anche dire che in “Invincible” non manca un po’ di sangue, nei fumetti di super eroi le botte sono spesso edulcorate, eroi e super cattivi si menano parecchio ma non si vede quasi mai sangue o lividi, per capire che uno scontro è stato davvero cruento, al massimo si vede qualche costume ridotto a brandelli. Roberto Kirkuomo da questo punto di vista ha capito che per rendere moderno il linguaggio, era necessario ovviare a questo problema logico, quindi per certi versi le botte in “Invincible”, somigliano più a quelle dei fumetti giapponesi, dove qualche mascella viene slogata, qualche arto mozzato e il sangue non manca, anche se il reparto vendite di Prime Video da questo punto di vista ha pensato bene di calcare la mano, non dico a livello “Splatter” ma quasi.

Si, quelle che vedete volare sono proprio delle budella.

L’altro elefante nella stanza da affrontare parlando di questa serie è sicuramente il successo di The Boys, un fumetto che a mio avviso è stato quasi completamente travisato nel suo passaggio sul piccolo schermo, però il pubblico ha dimostrato di gradire questa versione grondante sangue dei super eroi quindi l'emoglobina già presente nel fumetto di Kirkman è stata centuplicata nella serie, vuoi anche perché nei cartoni animati vedere gli sbudellamenti fa pensare subito, non dico a Ken il guerriero ma quasi.

Quindi nel suo passaggio al piccolo schermo la storia di Kirman resta quasi la stessa, “Invincible” è un adattamento piuttosto fedele del fumetto (malgrado qualche evento che accade prima o dopo, ma niente di trascendentale) a cui sono state aggiunte secchiate di sangue e un paio di personaggi di contorno, che devono qualcosa al concetto di inclusività che è comunque un fattore di cui tener conto nel 2021. Ecco perché il miglior amico di Mark nella serie diventa omosessuale e la sua ragazza di colore, ma posso dirlo? Sono cambiamenti che migliorano anche la monotonia dei personaggi di contorno.

Ad esempio lei nel fumetto è bionda con gli occhi azzurri. Cambia qualcosa? Nulla.

So che la qualità dell’animazione ha fatto storcere più di un naso, senza stare a scomodare l’animazione giapponese avanti di mille anni, oggi come oggi anche in occidente i mezzi non mancano e la scelta di dare ad “Invincible” un aspetto da cartone animato del pomeriggio degli anni ’90 è voluta, qualcosa a metà tra la seria animata di Spider-Man o una puntata di “Insuperabili X-Men”, come si chiamava da noi in uno strambo Paese a forma di scarpa, non credo sia sciatteria ma una precisa scelta stilistica. I primi sette numeri del fumetto sono stati disegnati da Cory Walker, un artista che ha impostato al meglio tutti i personaggi di "Invincible" ma con un tratto non molto di mio gradimento, molto meglio quello di Ryan Ottley subentrato ai disegni dal n. 8 in poi.

Forse un tipo di animazione volutamente retrò, era il modo scelto da Prime Video per rendere omaggio alla grafica di un fumetto che fa della rielaborazione del classico la sua forza, infatti se guardare i primi episodi fa uno strano effetto, ci si abitua piuttosto velocemente e devo dire, che l’animazione rende omogeno il mondo dei protagonisti e fa anche risaltare meglio il sangue, un po’ come se il Wolverine di “Insuperabili X-Men”, di colpo cominciasse a sbudellare i cattivi con i suoi artigli, sarebbe uno shock no? Proprio come in “Invincible”, quando alla fine della prima puntata succede, quella cosa lì (se avete visto o letto avete capito), che risulta essere un colpo di scena davvero potente.

No, questa non è "quella cosa lì", sono solo la versione locale dei cattivi di Spidey.

Tutto sommato la prima stagione di “Invincible” con i suoi otto episodi, copre bene i primi due volumi del fumetto, spingendosi un po’ più avanti con l’arco narrativo del personaggio di Robot, che macchina (ah-ah) per parecchi episodi, solo per poi finire anche lui a fare da spettatori allo scontro finale, che è il momento emotivamente più forte della prima stagione e della prima parte del fumetto.

Già perché “Invincible” non solo ci ricorda che i palazzi, le auto e le città che fanno da sfondo allo scontro tra i “Super”, non sono solo set di cartone come per gli Spaghetti Western girati a Cinecittà di un tempo, tutti quanti sappiamo cosa deriva da grandi poteri, Robert Kirkman non ha di certo reinventato l’acqua calda, però ha trovato un modo efficace per aggiornare quel discorso aggiungendo la sua capacità di caratterizzare i personaggi, quella che comunque ha tenuto ad un ottimo livello una serie come The Walking Dead (fumetto, non quella palla di serie tv) fino alla sua naturale conclusione, arrivata al momento giusto malgrado qualche lungaggine nel percorso.

La seconda generazione di eroi della Squadra Segreta dei Guardiani del Globo.

Già perché Roberto Kirkuomo è passato dall'essere l’autore di fumetti che pare vostro zio (invece ho scoperto essere mio coetaneo) conosciuto da quattro gatti, ad uno dei nomi più influenti in circolazione, forse più per gli adattamenti tratti dai suoi fumetti che per le opere originali (comunque di ottimo livello), ma resta il fatto che con “Invincible” ha saputo applicare i temi cari al romanzo di formazione al mondo dei super eroi, un cammino dell’eroe con una sua naturale conclusione (a cui mi sto avvicinando una pagina alla volta), che se non altro, ci offrirà materiale interessante anche per le prossime due stagioni della serie televisiva, già confermate da Prime Video.

Proprio perché Kirkman si è creato la sua “factory” (tanto Andy Warhol era appassionato anche lui di fumetti) anche sul piccolo schermo, “Invincible” può contare su tutto il cast dei Camminamorti anche in saletta di doppiaggio, a partire proprio dal protagonista Mark doppiato da Steven Yeun. Anche se le vere sorprese sono le voci degli altri personaggi, mamma Grayson è doppiata da Sandra Oh, che conferma la connotazione orientale dei membri non Vitruviti di casa Grayson, mentre papà Omni-Man è doppiato da uno dei miei preferiti, il vocione di J. K. Simmons, sempre più invischiato nel mondo dei fumetti.

Mahershala Ali a Michael Dorn, passando per Seth Rogen che doppia Allen l'Alieno, i volti (o meglio le voci) note non mancano, menzione speciale per il leggendario Mark Hamill, nei panni del sarto dei super eroi Art Rosenbaum e del mitico Clancy Brown che presta il suo timbro al demone investigatore Damien Darkblood. Oppure Reginald VelJohnson a cui nel fumetto è intitolato il liceo dove studia Mark (storia vera, cioè a fumetti ma vera).

"Se sei quello che credo, devi sapere quando ascoltare, quando stare zitto... e quando pregare" (cit.)

Anche se la voce che mi ha fatto cadere dalla sedia è stata quella di Cecil Stedman, l’equivalente locale del Nick Fury dell’universo di “Invincible” che qui parla con la voce di Walton Goggins, che deve aver morso il freno non poco per tenere a freno il suo accento del sud.

Walton Goggins si mangia Nick Fury a colazione.

Insomma in un mercato ormai saturo di serie tv dedicate alle super tutine, da WandaVision a The falcon and the winter soldier, per non parlare dei tanti film in circolazione o di prossima uscita. Molto probabilmente non avevamo bisogno di un’altra serie dedicata ad un super eroe, però il risultato finale non solo giustifica l’esistenza della serie, ma vede “Invincible” imporsi, mentre la guardavo immaginavo che razza di disastro sarebbe stato un adattamento con attori, non solo perché sarebbe costato dieci volte tanto, ma perché avrebbe stravolto tutto il tono.

Se un super eroe lo togli dalle pagine dei suoi fumetti, o trovi il modo di rendere tutto omogeneo e credibile, ma per farlo avrai bisogno di sforzi degni dei Marvel Studios, oppure potrai solo sbeffeggiare l’inevitabile stupidità (legata al senso di meraviglia) di uno che combatte il male in pigiama, un po’ come vorrebbe fare la serie tv The Boys per capirci. L’altra alternativa invece è seguire le parole di David Mazzucchelli, che sosteneva «I super eroi sono sempre veri quando sono disegnati» e in fondo l’animazione non è altro che la continuazione del lavoro fatto al tavolo da disegno, quindi forse non avevamo bisogno di “Invincible” in un mercato già saturo, ma per fortuna ora abbiamo questa serie.

Se volete scusarmi, vado a finirmi di leggere il fumetto, intanto passate a trovare Alberto sulle pagine di Omniverso, il vero esperto di “Invincible” è lui.

20 commenti:

  1. OmniMan è senza alcun dubbio J. J. JAMESON 😁

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Persino i capelli sono gli stessi, infatti parlano con la stessa voce ;-) Cheers

      Elimina
  2. Anch'io dico per fortuna che hanno fatto una serie animata, una serie live action sarebbe stata impossibile da realizzare, sarebbe venuta fuori una cosa "edulcorata" come The Boys. Noi non sapevamo nulla della trama, guardando la prima puntata a momenti esclamiamo "che palle però!" poi viene quella scena, e siamo rimasti sconvolti! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ben venga la serie animata tutta la vita rispetto ai Boys all'acqua di rose ;-) Quel colpo di scena lì ti compra fin da subito, se non lo hai già fatto, buttati sul fumetto, ti piacerà. Cheers

      Elimina
  3. Sono proprio le animazioni a farmi desistere :/ giuro, ho visto due clip che mi hanno dato proprio fastidio...

    Io di Kirkman comunque adoravo "Haunt".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sono sexy bisogna dirlo, restano il punto più debole della serie, però ho capito il perché della scelta e dopo un po' non ci ho fatto nemmeno più caso. "Haunt" ho letto proprio pochino, anzi dovrei recuperarlo. Cheers

      Elimina
    2. Recupera, recupera!
      Il problema è che quando Kirkman cede il testimone diventa davvero ininfluente. Uno scrittore di razza (e il tratto di Capullo, che male di certo non fa...) cambia sempre tutto.

      Elimina
    3. Sono cresciuto con "Spawn" mi sono consumato gli occhi sulle tavole di Capullo, lo cercherò. Cheers

      Elimina
  4. Contentissimo che tu l'abbia trattato, Cass.
    Perché al momento la giudico una delle cose migliori presenti su Amazzonia Primo, e una delle robe che ho più gradito di recente.
    Una vera sorpresa.
    Come dici tu, strizza l'occhio ad un mucchio di personaggi noti, e non solo del binomio Marvel/DC.
    Ho apprezzato molto quella relativa a Mignola, ad esempio.
    Cita a piene mai e non certo in modo velato. Al punto che anche un non esperto (tipo me) non faticherà a riconoscere tutte le allusioni.
    I super, qui, sono in tutto e per tutto identici alle loro controparti più blasonate. Anche nei tratti caratteriali, oltre che nell'aspetto.
    Tipo Omni - Man, che é la copia sputata del nostro kriptoniano di fiducia, baffoni a parte.
    Persino quando saltuariamente sbrocca.
    Niente di nuovo sotto il sole, almeno da quel punto di vista. Anche perché dal punto di vista strettamente editoriale non é certo la prima opera di questo genere.
    Inizi a guardarla giusto per capire dove andrà a parare e di colpo, senza preavviso, ti becchi un mega massacro di quelli veramente difficili da dimenticare.
    Non nascondo che uno dei punti di forza é proprio la violenza.
    In certi punti ci sono andati davvero con la mano pesante.
    Beh...era ora, come direbbe il protagonista.
    Ci voleva.
    Finalmente qualcuno che non tira indietro la mano sul più bello, al contrario di un mucchio di altri che promettono e poi non mantengono. Soprattutto se si considera il materiale di partenza che hanno a disposizione.
    Potrà sembrar strano, ma mi é piaciuto anche lo stile di animazione.
    Mi ha fatto pensare ad alcune produzioni che, pur stando già in fissa con la roba giappa, giudicavo come gradevolissime e meritevolissime eccezioni.
    Tipo il cartone degli X - Men o quello dell' Uomo Ragno, appunto. O Gargoyles. O la stupenda serie animata di Batman.
    Certo che se a Solletico (si chiamava così?) avessero trasmesso roba simile saremmo andati fuori di testa.
    E per la cronaca...ironia della sorte sono proprio i giappi, ultimamente, a fare un uso ed un abuso assolutamente ingiustificato ed abnorme della CGI, nei loro cartoni.
    Una volta farneticavano che li facevano tutti al computer...oggi lo fanno davvero, guarda un pò.
    Promosso a pieni voti, comunque. Anche da parte mia.
    E do pienamente ragione a chi ritiene che l'animazione sia il medium perfetto per rappresentare certe scene.
    Non posso fare a meno di pensare a che roba sarebbe venuta fuori con Preacher o The Boys, se a qualcuno fosse venuto in mente di farne dei cartoni.
    E a tal proposito...ho visto che é arrivata la serie "live" di The Tick.
    Il cartone mi faceva sbellicare, nella sua demenzialità e nel suo essere politically (s)correct.
    Chissà com'é. Non l'ho ancora visto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che guardavo “Solletico” solo per il cartone animato dell’Uomo Ragno (storia vera). Avevo iniziato a vederla ma mi sono arenato, ricordo ancora il cartone animato che era molto più scemo, nel senso migliore del termine vista la storia ;-) Cheers

      Elimina
    2. Beh, non per divagare ma era fatta davvero molto bene.
      E poi c'era finalmente Venom.
      Con un arrivo un po' diverso rispetto al fumetto, per ovvie ragioni, ma comunque efficace.
      Mi ricordo che la ridiedero molti anni dopo su Italia, con tanto di puntate successive (in una c'era Devil, con cui Spidey spesso collabora, e in un'altra arrivava pure Carnage!), ma gran parte del resto degli episodi me li sono persi.
      Non per dire una banalita', ma ormai ero davvero troppo grande per vedere i cartoni.
      Nel senso che avrei voluto, eccome. Ma ormai tra lavoro e menate varie il pomeriggio era naturalmente off-limits.
      Ormai giusto la sera, e a volte nemmeno quella.
      E la cosa peggiore era che ormai si era gia' passati al digitale terrestre. E quindi i videoregistratori, vera ancora di salvezza nei momenti critici e nei periodi incasinati, ormai erano diventati di conseguenza inservibili.

      Elimina
    3. Su Italia 1, pardon.

      Elimina
    4. Le origini di Venom nel cartone animato, sono state copiate (male) per "Spider-Man 3". Cheers!

      Elimina
    5. Si era capito tranquillo ;-) Cheers

      Elimina
  5. Avevo cantiere due pezzi: Invincible e Titans, ultimamente guardo poco e leggo molto. Sono passato dalla JLA & Batman di Morrison poi per Crisi Finale e i Titani di Johns. Pure la Supergirl disegnata dal mitico Turner di Witchblade.

    Secondo me Netflix avrebbe dovuto puntare sul comparto animato per Jupiter, la vera forza in quel fumetto non è di certo la scrittura di Millar ma le tavole di Quitely. Così avremmo avuto due promettenti serie animate.

    Aggiungo comunque che l'adattamento italiano offre delle voci spettacolari: Alessandro Rossi, Massimo Corvo e infine un Ambrogio Colombo in grande spolvero.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono perfettamente d'accordo, "Jupiter" aveva il suo punto di forza nei disegni, "Invincible" nella trama, anche secondo me l'idea di usare l'animazione sarebbe stata quella giusta. Cheers

      Elimina
  6. Tengo a precisare che i cartoni americani anni 90 qui citati come Spiderman, Gargoyle ecc..erano disegnati in Giappone.
    Perché cartoni USA per la tv disegnati bene, sono fatti tutti in Nippolandia, Winny the Pooh compreso.
    Questo Invincible mi sembra disegnato bene , e non capisco come si possa criticarlo da questo lato.
    Criticabile invece la fantasia che è zero: come qualsiasi fumetto di supereroi indipendente creato da chi ha lavorato per anni per Marvel e DC è una scoppiazzatura degli universi di queste ultime.
    Il risultato è buono, ma essendo i personaggi copie sbiadite di altri ben più famosi non riusciranno mai ad imporsi rispetto a loro.
    Non è un caso se a essere popolari sono quelli Marvel e DC e gli altri vengono dimenticati dopo qualche anno.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sai come funziona Internet, qualcuno nuove una critica e molti la ripetono per sentito dire ;-) Sicuramente nessuno si comprerà mai la maglietta di Omni-Man preferendola a quella di Superman, però si sono scrivere ottime storie e ottimi cicli di storie anche lunghi, con personaggi non originale, "Invincible" è un ottimo esempio, ma sto pensando anche a "Ultime Spider-Man" di Bendis e Mark Bagley. Cheers!

      Elimina
  7. Urca, mi ero persa questo post.
    Io che sono allergica ai supereroi mi ci sono trovata un gran bene. Sarà che anche se l'originalità non è prettamente di casa, i personaggi sono ben gestiti, le scene sanguinolente fanno il loro e pure quei disegni vintage si fanno guardare.
    Incredibile, forse la Marvel deve passare all'animazione per avermi. Di certo, alla prossima stagione ci sarò, sperando che Kirkman non si dilunghi come il soporifero The Walking Dead.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche secondo me i disegni sono stati criticati fin troppo, per fortuna "Invincible" ha cominciato la sua corsa sul piccolo schermo, con alle spalle un fumetto già terminato e non uno ancora in corso come era ai tempi per i Camminamorti, un vantaggio non da poco ;-) Cheers

      Elimina