giovedì 22 aprile 2021

Star Trek - The Next Generation (1987-1994): per tornare là dove nessuno è mai giunto prima

«Spazio: ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave stellare Enterprise. La sua missione è quella di esplorare strani, nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima».

Esordiva così il 28 settembre 1987, con l'episodio pilota di due ore “Incontro a Farpoint”, una delle serie più amate dai Trekkie, ad ovest della serie classica ovviamente. Con il tema principale della sigla, preso di peso da quello reinterpretato da Jerry Goldsmith per il primo film del 1979 e un paio di aggiustamenti nella leggendaria frase d’apertura, via quel riferimento agli uomini, e via la missione quinquennale, anche perché “Star Trek - The Next Generation” è andata in onda fino al 1994 per la bellezza di sette stagioni e quattro film. Tranquilli, li affronteremo tutti quanti uno dopo l’altro.

Ormai dovreste averlo capito, questa Bara è in viaggio sulle rotte tracciate dall’Enterprise da un pezzo, quindi vi ho già ammorbato con la mia passione per questi personaggi nata grazie alla vhs registrate dei film e da quel poco che riuscivo ad intercettare dalle trasmissioni televisive. Per un brevissimo periodo benedetto, sulla Rai trasmettevano la serie classica e su Italia 1 “The Next Generation”, poi è arrivato “Baywatch” e i palinsesti si sono genuflessi a bagnine siliconate che correvano a rallentatore. Zack Snyder levati, ma levati proprio.

“Siamo solo all’inizio del post e Cassidy già non lo sopporto più” (mai sottovalutare la capacità memetica di questa serie)

Sta di fatto che nel 1994, quando ero ancora molto piccolo sono stato in Canada per alcuni mesi, per motivi di lavoro paterni ed è stato nel Paese che ha dato i natali a William Shatner, che ho sbattuto il naso contro la portata di “Star Trek” e del suo impatto sulla cultura popolare. Per la prima volta mi sono ritrovato davanti a negozi con intere pareti dedicate a quelli che oggi chiameremmo “Action figures”, ma allora erano solo pupazzetti. Se in uno strambo Paese a forma di scarpa “Star Trek” era un ricordo, qualcosa per appassionati, nel 1994 davanti a dodici versioni di Data in miniatura con altrettante divise, il vostro amichevole Cassidy di quartiere si è bagnato il becco nella rivincita dei Nerd, che stiamo vivendo ancora oggi.

Deanna TOY (ah-ah!)

Tra qualche episodio visto in televisione e i film dedicati, ho avuto modo di familiarizzare con il nuovo equipaggio, ma come sempre mi capita, ero pronto a giurare e spergiurare che grazie a quanto avevo visto in tv, nella mia vita aveva visto quintalate e tonnellate di episodi di “The Next generation”, ma che scherzi? Tzè mille mila! Poi come succede sempre quando mi metto d’impegno a recuperare una serie, anche per Picard e compagni ho capito di aver visto davvero una manciata di episodi. Quindi perdonate le inesattezze che potreste leggere da qui alla fine del post, “Star Trek” è una mitologia che è stata spulciata e analizzata nel dettaglio per decenni, di mio posso aggiungere solo il mio punto di vista, quindi modesto e ignorabile quanto volete.

Mentre Kirk e compagni affrontavano il grande schermo, la divisione televisiva della Paramount meditava di far tornare “Star Trek” alla sua formula originale, una serie televisiva che avrebbe dovuto nelle intenzioni essere meno costosa da realizzare. Il creatore della serie Gene Roddenberry, scottato dall’essere stato promosso (aprite il dizionario alla voce: tagliato fuori) dalle avventure cinematografiche dei suoi personaggi, inizialmente non era molto interessato ad imbarcarsi in un’altra avventura per il piccolo schermo, ma quando la Paramount dimostrò di stare facendo sul serio, il vecchio padre (e padrone) Gene, tornò saldamente sulla plancia del ponte di comando, per altro con idee bellicose.

Roddenberry in plancia, di nuovo al comando.

Nel corso del tempo Patrick Stewart non è solo diventato uno degli attori più amati di “Star Trek”, ma anche una vera icona della cultura Nerd, ma quello che nel 1986, durante i primi provini per il ruolo era solo uno sconosciuto attore inglese dai trascorsi Shakespeariani, a Gene Roddenberry proprio non piaceva. Il vecchio Eugenio per il suo nuovo capitano voleva qualcuno di più giovane, di più prestante e soprattutto, con una testa piena di capelli (storia vera).

Roddenberry poteva chiudere un occhio sull'idea di un inglese che interpreta un francese nato tra i vigneti a La Barre - e questo spiega il bizzarro accento usato da Stewart nelle primissime puntate, un compromesso dimenticato presto per fortuna - ma proprio non poteva sopportare l’idea di un eroico capitano pelato. Qui ci starebbe una battutaccia sui sospetti capelli di William Shatner, ma per rispetto di T.J. Hooker faccio spallucce e sorvolo.

“Siluri fotonici puntati su Cassidy, fuoco al mio comando”

I produttori della Paramount avevano capito che Patrick Stewart era un talento cristallino, in una mediazione più complessa di quella tra la Flotta Stellare e i Romulani, il nostro Patrizio dovette leggere svariate battute del suo personaggio, davanti a Roddenberry, tenendo sulla testa un ridicolo parrucchino (storia vera). Ora, noi maschietti con gli anni, i chilometri e l’incredibile maturità accumulata (si fa per dire…) abbia spesso la tendenza a finire “pettinati” come Picard, il mio professore di Italiano e storia delle superiori, anche lui afflitto dallo stesso problema, sosteneva di essere avanti nell'evoluzione, perché a sua detta, gli uomini del futuro sarebbero stati tutti senza capelli. Non so su che basi scientifiche lo sostenesse, ma ho abbracciato la teoria, d’altra parte assenza di capelli vuol dire calo dei consumi per shampoo e balsamo, quindi un futuro più ecologico, tiè!

Insomma questa lunga dissertazione per dire che non è male che nell'immaginario ci siano eroi scarsi criniti, non è una responsabilità che può stare tutta sul cranio di Bruce Willis no? Visto che di norma ai maschi bianchi pelati toccano i ruoli da Lex Luthor o da Herr Starr, se non altro Jean-Luc Picard ha portato la sua pelata dove nessuno era mai giunto prima. 

"Ora cominci a parlare la mia lingua Cass"

L’equipaggio della nuova USS Enterprise è ovviamente debitore di quello originale, motivo per cui molti Trekkie all’inizio, consideravano i personaggi di “The Next Generation” solo un branco di imitatori, Picard e il suo “Numero uno” (espressione mutuata dal vocabolario della marina Inglese) William Riker (Jonathan Frakes), hanno caratteristiche proprio del capitano Kirk, mentre l’androide Data, il secondo personaggio più amato e popolare di “The Next Generation”, approccia i suoi dubbi sull’umanità in maniera logica e comica in parti uguali, seguendo l’esempio di Spock. 

Ma la spallata alla mia finta sicurezza sulla conoscenza degli episodi di “The Next Generation” mi è arrivata dritta sui denti, quando ho cominciato a guardare per davvero la serie (disponibile al momento su Netflix) in ordine cronologico, conoscevo già Picard, Riker, Data, Geordi La Forge, Deanna Troi ma soprattutto il responsabile della sicurezza Worf Tasha Yar. Ehi ma tu non sei Worf! Ma perché ogni volta che inizio a guardare "Star Trek" vengo afflitto dalla “Sindrome del capitano Pike”!? 

In ogni caso, molto meglio del capitano Pike. Perché non mi ricordavo di lei?

La bella Denise Crosby, figlia di papà Bing, che ricordavo essenzialmente per film come Cimitero vivente è stata la più grossa sorpresa di questa maratona dedicata a “The Next Generation”, un personaggio sfaccettato e tosto che Lucius ha già raccontato a dovere, ma eliminata troppo presto dalla serie, per certi versi il prototipo delle eroine che le storie moderne sembrano cercare costantemente. Far tornare Denise Crosby nel ruolo di una bionda Romulana più avanti nel corso degli episodi, è stata una trovata più scricchiolante di quella del “doppio” David Warner. Un personaggio amato e dimenticato, una che nel classico episodio “ormonale” (è convenzione per “Star Trek” una puntata dove un agente esterno trasforma il cast in una banda di allupati cronici, trovata che serve a mescolare le acque delle dinamiche di gruppo), la nostra Tasha si è orizzontalizzata Data, dimostrando che sarà stato anche una forma di vita artificiale, ma anatomicamente perfetto! 

Ma mie caSSate a parte, il cast e i personaggi di “The Next Generation” hanno saputo conquistare i cuori, alcuni di loro sono personaggi piuttosto schematici bisogna dirlo, ad esempio Deanna Troi, interpretata dalla bellissima Marina Sirtis - originariamente scelta per il ruolo di Tasha Yar, schivò un bel proiettile con un cambio di personaggio all’ultimo minuto, storia vera - di fatto è per metà Betazoide da parte di madre, una razza pensata originariamente per essere sessualmente piuttosto vorace, ridimensionata poi ad estremamente empatica, proprio per questo a bordo della Enterprise ricopre il ruolo di una sorta di psicologa telepatica, portatrice sana di gonne corte e scollature vertiginose (un lascito delle guardiamarina minigonnate della serie classica? Chi lo sa). Deanna Troi è un personaggio femminile in grado di inchiodare al muro un uomo appena racconta una balla, insomma è identica a qualunque altra donna del pianeta su cui sono nato io. 

“Non è colpa mia se siete forme di vita così semplici”

Un altro personaggio incredibilmente amato della serie, anche lui in lotta con le sue origini è il sostituto di Tasha nel ruolo di responsabile della sicurezza, il Klingon Worf interpretato da Michael Dorn, di fatto sta a “Star Trek” come Wolverine agli Uomini-Pareggio, e con Patrick Stewart nei paraggi, spero che il paragone mi sia concesso. Dai Klingon eredita le tradizioni guerriere, la forza, la testardaggine e il caratteraccio di una delle specie più esplorate, amate e caratteristiche di tutto l’universo di “Star Trek”, ma essendo stato adottato e cresciuto dagli umani, Worf è anche l’anello di congiunzione tra la Flotta Stellare di cui è fedelissimo e la più bellicosa razza di tutto l’universo creato da Gene Roddenberry. 

"Mi chiamo Wolverine Worf sono il migliore in quello che faccio" (quasi-cit.)

Questo fa di lui il selvaggio pronto a menare le mani ma fedele al gruppo, proprio il Wolverine della situazione insomma, che in virtù della sua popolarità presso il grande pubblico, ha cominciato ad apparire un po’ in tutte le serie. Lo ritroveremo nel corso di questa rubrica in pianta stabile, anche nel cast di “Deep Space Nine”, la serie spin-off nata da una costola di “The Next Generation”. 

Non me ne vogliano gli appassionati di William Riker, ma Jonathan Frakes è uno di quelli che ha abbracciato il suo ruolo all'interno della comunità di “Star Trek” con molta serietà, quindi ci sarà modo in futuro di parlare molto di lui e del suo popolarissimo (e altissimo) “Numero uno”. Mi preme invece affrontare uno dei personaggi più caratteristici di tutta la serie, ovvero Data. 

"Personaggio? Nel senso di soggetto, elemento, numero, macchietta..."

Brent Spiner mi era già noto per il ruolo del matto col botto in ID4, ma il suo Data qui ha la responsabilità di tenere alta la torcia dei personaggi “alieni” nelle serie di “Star Trek”, l’anello di congiunzione tra il modello originale (Spock) e tutte le sue future varianti (Odo, Sette di nove e via dicendo). Data deve il suo nome alla pronuncia inglese di Patrick Stewart e al mito del burattino di Collodi, non a caso Data nel corso degli episodi viene paragonato più volte a Pinocchio, perché è il solito “sintetico” che cerca di capire l’umanità attraverso tutte le sue sfaccettature, il sesso, l’amore, il senso dell’umorismo, oppure anche solo adottare un gatto. 

Data è chirurgico e tenero in parti uguali, può interfacciarsi con qualunque tipo di tecnologia, ma il più delle volte come i bambini, non capisce la satira. Tra tutti i personaggi di “The Next Generation” è quello con l’arco narrativo più completo, anche perché è uno dei protagonisti a cui nel corso di sette stagioni sono stati dedicati più episodi. Lo abbiamo visto affrontare un suo doppio (ovviamente malvagio), improvvisarsi padre di un’altra creatura artificiale ma anche barzellettiere, insomma niente male per un androide che è stato creato con le sembianze di Paolo Bonolis. 

Pensavate che fosse stato progettato dal dottor Arik Soong eh?

Ed ora, note dolenti: ovvero come imparai ad esprimere il mio parere sinceramente su una delle più amate serie di “Star Trek” di sempre e venni dichiarato nemico giurato dei Trekkie. Vi avviso, potrebbero infrangersi delle amicizie qui. 

“The Next Generation” in sette stagioni ha ampliato il mondo di “Star Trek” portandolo in lungo e in largo, questa è la serie che ha ospitato Stephen Hawking (nel ruolo di sé stesso) e che ha dato a Whoopi Goldberg un personaggio ricorrente e semi mistico come la misteriosa Guinan, nome ispirato all'attrice Texas Guinan (storia vera). 

“Non è così male sai? Una volta ho recitato con un T-Rex di gomma”

Ma è anche la serie che ha introdotto i Ferenghi, quelli che avrebbero dovuto essere i cattivi principali della serie, ma per via della loro natura così esagerata e vagamente grottesca, sono stati presto considerati troppo comici. Il ruolo di cattivissimi è stato successivamente affidato ai ben più minacciosi (anche nell'aspetto) Borg, mostri tecno organici con un’unica mente, che sembrano la versione altamente tecnologica dei Cenobiti di Hellraiser. Ma anche di loro avremmo modo di parlare ancora nei prossimi capitoli di questa rubrica dedicata a Star Trek. 

"Niente lacrime per favore, non si deve sprecare così la sofferenza. La resistenza è inutile" (quasi-cit.)

No, per quello che mi riguarda “The Next Generation” ha tre personaggi ricorrenti che sono anche stata la mia personale zavorra durante la visione di una serie in cui fin troppo spesso, la popolarità dei singoli personaggi sacrifica la coralità. Questo spiega come mai la maggior parte delle situazioni al limite, vengano risolte a turno da Data o molto più spesso da Picard, che ha stile, classe da vero inglese ma fin troppo spesso monopolizza l’attenzione, per assurdo ho trovato più coralità nei film ispirati a “The Next Generation”, che nella serie principale dove questo equipaggio è nato.

I tre personaggi zavorra, quelli per cui mi conquisterò l’odio dei Trekkie, li elencherò in ordine di apparizione. Iniziamo da Q, una sorta di Beetlejuice spaziale interpretato dalla faccia da schiaffi di John de Lancie, non nego che questo Rumpelstiltskin apparentemente onnipotente non sia protagonista di episodi anche molto riusciti (2x16 “Q Who”), ma trovarselo subito nel pilota delle serie e poi sempre più spesso, fino all’ultima puntata (7x26 “All Good Things... - Part 2”), mi abbia un po’ stufato, la reazione spesso è stata: «Toh! Un altro episodio con Q che fa i dispettucci a Picard» (storia vera). 

Nuntereggae più Q (quasi-cit.)

In ogni caso Q è oro puro rispetto agli altri due personaggi ricorrenti insopportabili di “The Next Generation”. Ho smesso da anni di guardare “The Big Bang Theory”, ben prima della sua conclusione, ma la gag ricorrente dell’odio di Sheldon per Wil Wheaton è sempre stata molto divertente, ma l’ho compresa davvero solo durante questa lunga maratona di recupero. 

Wesley Crusher è insopportabile. Quei bambinetti petulanti che di norma riesco a digerire nei film solo quando sono sceneggiati da Shane Black. In questa serie sembra ricoprire il ruolo del personaggio pensato a tavolino per attirare il pubblico dei giovanissimi, tutte le prime puntate della serie lo vedono al centro di tutte le vicende, capisco che sia il figlio della dottoressa Beverly Crusher (Gates McFadden), ma non è possibile che quasi costantemente un intero equipaggio di tecnici preparati, debba venire salvato dal bambino prodigio che con la sola presenza, rende le trame più bambinesche di quando quelle della serie classica, non siano mai state, nemmeno quando si giocavano la carta dei Triboli.

Scusami Sheldon, ti ho tanto criticato ma ora finalmente posso capirti.

Insomma non sono mai stato così felice di vedere il fastidioso Wesley Crusher partire per l’accademia e scomparire dalla serie, ma l’ultima tegola sulla mia testa, quella di cui non mi sono liberato mai per davvero (nemmeno in “Deep Space Nine”) per me resta la più fastidiosa di tutti, l'ambasciatore Lwaxana Troi, la mamma betazoide di Deanna con il suo ormone perennemente fuori controllo e Lurch come assistente (Carel Struycken). Alla quarantatreesima puntata (percepita) con l’ambasciatrice che minaccia di orizzontalizzarsi tutti a partire dal suo preferito (ovviamente Picard) ho quasi cominciato a rivalutare Q. Ho detto quasi eh?

“È vero quello che dicono sugli uomini calvi?”, “Picard, teletrasporto per uno, subito. Ora!”

Sono già stato dichiarato nemico della Flotta Stellare? Probabile. Quindi a mia parziale discolpa posso dire che “The Next Generation”, grazie ai Borg e al ponte ologrammi (la più grossa trovata fantascientifica della serie, iconica almeno quanto il teletrasporto della serie originale), non solo si è conquistata una beh, nuova generazione di spettatori, ma ha davvero portato avanti oltre all’iconografia di “Star Trek”, anche quella fantascienza umanista, eco sostenibile e rappresentata da una multiculturalità che è il destino della nostra società, anche se molti continuano a tentare ideologicamente di opporsi. Per un ex miope come me, non è niente male vedere (ah-ah) che anche un non vedente come Geordi La Forge (LeVar Burton), grazie alla tecnologia poteva non solo correggere un problema fisico notevole, ma anche diventare una dei “tecnici” più amati di tutte le serie di “Star Trek”.

Fun fact: per il ruolo si è presentato anche Wesley Snipes, ma LeVar Burton venne preso e con il visore è comunque più figo di Ciclope degli Uomini-Pareggio.

Gene Roddenberry avrà pure avuto dei problemi personali con la pelata dal suo comandante, ma ha dimostrato che quella formula fatta di futuro come diremmo oggi “inclusivo”, in cui c’è spazio per tutti e tutti insieme si può conquistare lo spazio, ancora funziona quasi identica a come era stata pensata nel 1966, compreso l’equipaggio in plancia (senza cinture di sicurezza) che ondeggia a ritmo quando gli scudi vengono colpiti... tutti avanti eeeehh eh! Tutti indietro eeeehh eh!

Insomma quando un’idea è buona può reggere nel tempo e nelle beh, generazioni, per quanto io sia più legato alla baldanzosa audacia di Kirk, alla logica di Spock e alla satira di Bones, il tè con Picard lo si beve anche abbastanza volentieri, a patto di tenere Q, Wesley Crusher e le betazoidi allupate fuori dalla plancia! 

Generazione ne(X)t.

La prossima settimana parleremo proprio di questo, non delle betazoidi allupate ma degli schieramenti, se verrò fatto a pezzi dopo questo post su “The Next Generation”, la prossima settimana scorrerà il sangue (rosa, dei Klingon) perché sarà capitano contro capitano: Team Kirk vs Team Picard, non mancate!

Intanto non perdetevi i commenti di tutti gli episodi di "The Next Generation", direttamente alla pagine di Vengono fuori dalle fottute pareti.

52 commenti:

  1. Mai sottovalutare Patrick Stewart! A me il suo nome a parte gli ovvi "Star Trek" e "X-MEN",mi riporta alla mente anche quella volta in qui interpreto' molto bene il ruolo del capitano Achab nella miniserie televisiva in 2 puntate del 1998 "Moby Dick" prodotto da Francis Ford Coppola.

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    1. Nulla da dire su Patrizio, quella miniserie era piaciuta anche a me ;-) Cheers

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    2. Pensa che posseggo il dvd integrale da 3 ore,riguardandolo di recente mi sono reso conto del bel cast che vantava,oltre a Patrick Stewart c'era anche l'Henry Thomas di E.T. nei panni di Ismaele,un ottimo Ted Levine nei panni di Starbuck,il secondo ufficiale invece solo ora giuro mi sono accorto che era Immortan Joe,per non parlare del pazzo del porto con quel volto spigoloso mitologico di Bruce Spence!

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    3. Passata una vita dall'ultima volta che l'ho visto, ma quando mi è presa la febbre per la storia di Melvill, andai a cercarmi tutte le versioni cinematografiche e non (storia vera). Cheers

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    4. Per me Achab resta Gregory Peck... Patrick Stewart sta comunque anche nel ricchissimo cast di "Dune", quello vero.

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  2. Ricordo che la trasmettevano su Italia 1 ad un orario per me comodo: post-scuola ma pre-allenamento. E quindi con mio papà la guardavamo con discreta costanza. Non essendo io un fan di Star Trek non posso dire che mi strappassi i capelli guardandola, ma tutto sommato gli episodi che ricordo erano un buon intrattenimento.

    Certo, se mi chiedessi ora se vorrei rivederla in tutta onestà ti direi "Aridatemi Baywatch e le corsa sballonzolanti al rallenty!".

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    1. Zack Snyder non ha inventato niente, anzi avrebbe solo da imparare :-P Cheers

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  3. Ammetto di aver avuto la fortuna tra le mie amicizie,di non frequentare dei maniaci di Star Trek, ma solo dei semplici spettatori senza pregiudizi,quando poi mi sono imbattuto nella frontiera dei social,delle eventi a tema o nel mondo delle serie tv nerd,il discorso era cambiato,rendendomi conto solo dopo della guerra in corso intorno a questi prodotti!

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    1. Visti da fuori, ho sempre considerato i fan di Star Trek dei pacati conservatori, accaniti, ma come tutte le altre tipologie di fan. Devo dire che invece ho trovato oltre che ad enorme passione, anzi direi proprio dedizione, anche delle lotte intestine mica da ridere, solo che sono "combattute" come la battaglia spaziali nella serie, travagliate ma con una certa dose di controllo ;-) Cheers

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  4. Ricordo con grande affetto questa serie, a cui sono molto affezzionato, per le visioni pomeridiane su Italia1 nella prima metà degli anni '90, dove (penso) di aver visto tutti gli episodi, almeno quelli trasmessi...
    Piccola parentesi su Patrick Stewart, l'ho forse già scritto da altre parti ma fa capire la grandezza e allo stesso tempo l'umiltà del personaggio, durante le prime settimane di lavorazione della serie, per paura di essere silurato e sostituito da uno più cappelluto, aveva sempre pronta la valigia con i vestiti, si sa mai che dovesse prendere il primo aereo per la terra di Albione.
    Forse l'unica osservazione che mi viene da fare è che in un futuro così progredito non avessero ancora trovato una soluzione tricologica per la calvizie...
    Per il resto mi unisco alle tue, a mio avviso, assolutamente comprensibili rimostranze su Q e il figlio della Crusher, che trovavo il primo troppo "presenzialista" e il secondo parecchio insopportabile, mentre stranamente non ho ricordi così negativi della madre della Troy, forse perché mi faceva sempre ridere l'imbarazzo di Picard alle pesanti avances della signora...
    In ogni caso Rodenberry ha dato un ottimo esempio di come potersi ispirare a un classico come la serie originale ma adattandola all'epoca in cui era girata e creando dei personaggi che potessero rivaleggiare con gli originali che rimangono sempre una spanna sopra, ma comunque ai quali ci si potesse affezionare. Purtroppo i film che sono venuti dopo la serie non hanno sempre fornito un buon servizio a questa serie, a parte un paio di eccezioni, ma so già che tratterai la cosa nei prossimi post, quindi mi metto comodo in p(l)ancia e aspetto! Ciao

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    1. Nemmeno Rodenberry si era messo l'anima in pace sulla questione della calvizie ;-) Rispetto alla serie classica "TNG" non ha quel trio forte di personaggi, nemmeno quella dicotomia (ho fatto colazione con un vocabolario stamattina...) tra Kirk e Spock, ad un certo punto Picard si prende tutto, lo capisco, il nostro "Gianluca" è stiloso e carismatico, ma quelle trama di fantascienza umanistica fanno mezzo passo indietro rispetto alle vicende dei personaggi, che hanno saputo diventare beniamini del pubblico, questo non era affatto scontato, bisogna dirlo. Cheers!

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  5. Appuntamento fisso nei pomeriggi di Italia 1... ma a un certo punto capii che non avevo visto tutta la serie (ero arrivato a quando Picard diventa Locutus). Aspettai con pazienza. A un certo punto Italia 1 replicò l'intera serie dall'inizio alla fine ogni notte alle 03.00! Volendo preservare le mie ore di sonno, programmavo il videoregistratore - stando ben largo col minutaggio per non rischiare di perdere nulla - e mi sparavo uno o più episodi nei giorni successivi. Fino alla fine.
    P.S. Stavo pensando a cosa avrai pensato quando ti sarai ritrovato la mamma di Deanna Troi pure in DS9!

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    1. Quando ho rivisto lei in DS9 e Q in “Voyager”, hai presente un Klingon nei suoi momenti migliori? Uguale ;-) Cheers

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    2. Pure Q torna in DS9, ma Sisko non è Picard! 💪😂

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    3. Q non se ne perde una, a questo punto già mi metto l'anima in pace perché so già che lo ritroverò anche in "Enterprise" se tanto mi dà tanto ;-) Cheers

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    4. No, in ENT non ci sta, per ovvie questioni di prequel.
      Dovrai accontentarti dell'antipatico Daniels come personaggio ricorrente fastidioso (almeno per me).

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  6. Alla fine credo di aver visto piu' questa, che la vecchia serie.
    Almeno per un certo periodo, prima di iniziare a recuperare per rimediare al malfatto.
    Ovviamente anche qui in molti si divisero tra "integralisti", fans sfegatati della serie tradizionale, e "iconoclasti" appassionati della nuova.
    Dal canto mio non ho mai avuto pregiudizi di sorta e mi sono sempre goduto entrambe.
    E' una serie anni 90, con tutti i pro e i contro.
    Diciamo che i telefilm di quel decennio non mi facevano impazzire, al contrario delle serie di quello precedente.
    Diciamo che tanto ho idolotrato gli 80 quanto ho schifato i 90.
    Dal 2000 in poi ho iniziato a farmi andare bene tutto.
    I punti di forza? Beh...Sir Patrick Stewart, prima di tutto. Che e' il primo a rendersi conto di non essere alle prese con un ruolo facile.
    Rimpiazzare Kirk, hai mica detto niente.
    Eppure ci mette tutto l'impegno e l'umilta' di cui dispone.
    E forse non si e' mai convinto fino in fondo di aver fatto un ottimo lavoro.
    Il suo pregio e' stato proprio questo, direi.
    Alla fine non si ricrea purtroppo il magico terzetto della serie originale, e Picard rimane la figura di spicco rispetto a tutti gli altri, Data compreso. Almeno quattro spanne sopra.
    L'altra cosa...i Borg, gente.
    A me sono sempre piaciuti un sacco. Ma ne riparleremo.
    Prima di finire...un parere sulla calvizie.
    No, visto che tra ieri e oggi si finisce sempre sul pilifero. Oggi maschile.
    Ma secondo voi perche' il mitico Bruce, quando ha visto che la' sopra iniziava le deforestazione, se n'e' fregato e ha iniziato a rasare tutto?
    E ditemi che non e' figo, coi capelli a zero.
    Pare che la calvizie sia dovuta a un eccesso di testosterone, tra le altre cose.
    Quindi, se viene la palla da biliardo vuol dire che funziona ancora tutto. E che funziona pure troppo.
    Ed e' un male? Direi proprio di no.
    Io, da quando ho iniziato a vedere i capelli bianchi (eh...l'eta'), ho rasato tutto.
    Fa tendenza. Fa maschio. Piace.
    Ti mette su un'aria da duro mica da ridere.

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    1. Non so, Picard e umile non ti saprei dire, credo che per diventare capitano nella Flotta Stellare l’umiltà sia da tenere a, diciamo un 20% come gli scudi quanto stanno per crollare. Così dicono, però mettiamo i puntini sulle “i” il primo a rendere alla moda la testa lucida è stato Michael Jordan ;-) Cheers

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    2. Eh, gia'.
      E dimmi che Jordan non era figo, eh!!
      E pure Barkley, gia' che ci siamo.

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    3. Sir Charles un mito, ma anche lui voleva essere come Mike ;-) Cheers

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  7. Di questa sono quasi a digiuno, tranne qualche puntata sparsa vista in TV e, ovviamente, tutto quello che ho imparato da Big Bang Theory. Però Picard mi piace molto, mi piacerebbe molto recuperare tutto. Intanto grazie per la tua presentazione!

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    1. Figurati sono qui per questo, da TBBT ho preso il punto di arrivo sull'annoso tema, quindi posso dire che Picard è stiloso, ma Kirk resta il migliore ;-) Cheers

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  8. Io ricordo che beccai delle maratone di vari episodi che Italia 1 trasmetteva a tarda notte verso la fine degli anni 90 e la trovai deliziosa, soprattutto mi fece sognare tantissimo con gli episodi sul ponte ologrammi perché era davvero qualcosa di avanti per l'epoca, stiamo parlando appunto dell'epoca pre Matrix dove solo il cyberpunk (oggetto misterioso qui in Italia) senza ancora spingere sull'acceleratore, aveva messo in mostra tematiche del genere, infatti adoro l'episodio con data Sherlock e con il "maggiordomo" Niles, poi per il resto primo vero cliffangher moderno della storia della serialità (fine terza stagione con Picard che entra a far parte dei Borg e tutti disperati ad aspettare l'intera estate perché c'erano voci che Stewart stesse lasciando la serie). Un episodio sui loop temporali poco prima di "ricomincio da capo". Politica, intrighi e una germinale continuity moderna soprattutto nelle varie saghe. A conti fatti la scaletta è gli episodi autoconclusivi che spesso sono fastidiosi in ds9 qui funzionano e hanno tante idee per questo la ritengo tra le più riuscite serie trek. Posso darti ragione su luaxana o come si scrive e Wesley che alla fine è odiato quasi da tutti i trekker e simpaticamente abbreviato in Wc ma Q, che in realtà genera opinioni o di puro amore o di odio (quindi non sei solo) è secondo me perfetto perché funziona come disturbato e giudice che scombussola i piani di un'umanità ed un equipaggio un po' troppo perfettino e presuntuoso infatti proprio per questo nell'episodio di introduzione dei Borg ed in quello finale è perfetto ed è praticamente la chiave per capire la filosofia della serie, ma sono gusti, però l'attore lo ritengo formidabile almeno oggettivamente poi sul resto si può dibattere.
    Senmayan

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    1. Quando ho visto il maggiordomo Niles nei panni di Moriarty, ho temuto spuntasse anche tata Francesca, comunque puntata molto divertente quella ;-) Indubbiamente l’attore è perfetto per il ruolo, giocarselo subito nel pilota non mi ha convinto, ma la prima stagione di “TNG” è anche la più debole a mio avviso. L’equipaggio è nelle mani di Picard che li tratta tutto sommato come un padre rigido ma buoni, infatti nell'episodio in cui arriva il nuovo capitano interpretato da Ronny Cox si mettono tutti a trottare ;-) Cheers

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  9. Ah, quanti ricordi... ��
    La TOS mi ha fatto amare Star Trek, ma è con TNG che è entrata nel mio DNA per non uscirne più. Se oggi continuo a guardare mezze porcherie come "Picard" è colpa di... beh, di Picard!

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    1. Non sono ancora arrivato ad esplorare lo strato geologico di quelle serie così nuove, dovrò iniziare “Enterprise” a breve fai un po’ te ;-) Sono curioso, perché prima non avrebbe avuto senza guardare “Picard” senza aver visto TNG, pian piano ci arriverò ;-) Cheers!

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  10. Non mi esprimo perché potrei scadere nel volgare, come sai ho sentimenti molto forti verso questa serie e l'ego di Picard in particolare, ma ammetto che spararmi tutte e sette le stagioni durante la Fase 1, l'anno scorso, è stata una bella esperienza. E in diversi punti mi sono anche divertito, malgrado continui ad odiare la serie :-D

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    1. Anche io mi sono divertito, però in quanto titolare di Bara ho barato, perché a metà della terza stagione, mi sono ricordato di aver saltato “Star Tre - La serie animata”, quindi ho messo idealmente in pausa Picard e soci e sono tornato da Kirk e compagni, ti giuro che mi sembrava di essere tornato a casa (storia vera). Detto questo anche a me ha sostanzialmente divertito, non avevo preconcetti di sorta perché quando ho conosciuto “Star Trek” erano in circolazione già due capitano, ma il passaggio deve essere stato molto ma molto tosto. Cheers!

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  11. Ex miope? Hai fatto il laser? Anche io, in tempi preistorici (1997, escape from Miopia).
    Beh, è interessante l'avversione di Roddenberry per Stewart. Riflette l'insanabile contrasto fra americani e inglesi in materia di SF e di show televisivi. Essendo un nerd di generazione più vecchia so quanto male abbia fatto l'intervento americano sulle serie di Gerry Anderson (Spazio 1999), ma meno male che in questo caso l'hanno spuntata gli inglesi, Picard è il miglior capitano della saga della pista delle stelle.

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    1. Io molto dopo, febbraio 2016, ci avevo fatto su anche un post per giustificare la temporanea cecità ;-) In effetti ha trovato il modo di conquistare i cuori, secondo me proprio perché non è un Kirk 2.0 come (forse) voleva Roddenberry. Cheers!

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  12. Uomo dei fumetti dei simpson il piu grande fan(atico) di Star Trek,cioe per la sua tesi di laurea si e andato a tradurre Il Signore Degli Anelli in Klingoniano!

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  13. Bellissimo viaggio a bordo di un'Enterprise che ho amato tantissimo. Non riesco a immaginare come possa essere vederla adesso, quando ormai decine di altre serie sono sulle spalle di tutti noi. Ma senza questa non avremmo avuto altre serie di Star Trek. Soprattutto credo che a vederla adesso una puntata via l'altra vengano fuori maggiormente i difetti, o insofferenza per personaggi troppo poco sfaccettati.
    Il mio punto di vista parte da quegli anni '90 quando venne trasmessa a singhiozzo, poi recuperata per intero a tarda notte (non ricordo più se su Italia 1 o La7). C'era una serie di Star Trek nuova di zecca da vedere ed era fantastica! Come fantascienza in tv a quei tempi c'era poco da fare gli schizzinosi...nessuno può immaginare il nervoso che avevo dopo ben 5 (cinque!) stagioni di Quantum Leap dove però le puntate dedicate effettivamente al viaggio nel tempo sono sì e no 4 (quattro!). Ciao Scott 😘 sei sempre nel mio cuore, però mannaggia che sòla "In viaggio nel tempo"!
    Invece tornava "Star Trek" e non c'era che da sfregarsi le mani!
    Non mi sono mai interessate le diatribe Kirk/Picard (del resto il vero confronto non si potrà mai fare se non vedremo in plancia Kirk pelato o Picard col parrucchino X-D) perché li ho adorati entrambi, così come tutto il nuovo equipaggio. Quando trovarono per vie traverse il modo di farci rivedere Tasha Yar mi venne quasi da piangere per la commozione. E la parte che si ritagliò Majel Roddenberry l'ho sempre trovata geniale: mi sono sempre chiesta se anche Kirk sarebbe riuscito a sfuggirle... E se dal prologo si intuiva che stava per partire una puntata sui borg: alza il volume, stacca il telefono e che nessuno si azzardi a rompere! Stessa cosa anche per le puntate con Q. O con i casini col teletrasporto. O sulle origini di Data. O sul ponte ologrammi. O i viaggi nel tempo. O le incomprensioni tra razze aliene sconosciute. O su Worf. Insomma: una puntata sì e l'altra pure!
    Ripeto: non ho idea di come possa essere vedere questa serie diciamo "a mente fredda", e a dire il vero non sono neanche sicura di volerlo sapere... :-P

    P.S. "Nuntereggae Q" è geniale!

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    1. La dedica per Q mi è venuta dal Quore ;-P Minha colpito come TNG sia una serie più moderna legata comunque al canone classico, non era semplice reinventare restando fedeli, infatti credo che nessuna serie moderna di Star Trek sia riuscita in un'impresa paragonabile, no nemmeno il maledetto GIEI GIEI che comunque non ne aveva quasi nessun interesse. Insomma quando vedo una storia creare iconografia, non posso che godermela ;-) Cheers

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  14. Tra Star Trek e Star Wars Jar Jar Abrahams è riuscito ad appiattire tutto ciò l'appiattibile...è uno stella-piattista! X-D
    Delle serie moderne recupererò (penso) solo Lower Deck, e solo quando sarà bell'è finita, non ho proprio nessunissima fretta. Ma leggerò con molto gusto le tue recensioni delle altre serie quando ci arriverai 😉

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    1. Oggi ho finito "Voyager" mentre la prima stagione di "Lower Decks" mi ha divertito, per il resto, punto alla stella-piattista e non per prendere prigionieri ;-) Cheers

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  15. Siamo arrivati alla mia serie Trek preferita.
    La amo perché introduce una tenue continuity tra le stagioni se non tra gli episodi, cosa che secondo me è mancata molto in TOS.
    La amo perché ha il mio capitano preferito, coadiuvato da un ottimo primo ufficiale, anche lui con una T. nel secondo nome, e anche lui talvolta "trapano".
    La amo perché stravedo per Data: attore secondo me bravissimo, giustamente sfruttato anche per interpretare tutta la genìa dei Soong nonché Lore. Il ruolo di Spock secondo me qui è spartito tra lui, che a differenza del mezzo vulcaniano cerca di diventare umano e non di reprimere certi atteggiamenti, e Worf per le ragioni che hai correttamente elencato.
    La amo perché l'Enterprise-D è la mia astronave preferita della saga, non per forma e potenzialità, ma perché teatro di tante emozioni che mi ha offerto.
    In merito ai tuoi "personaggi zavorra", concordo appieno per quanto riguarda la prima visione che feci, ma poi ho rivalutato soprattutto Q e un po' anche Lwaxana: Q perché è per Picard un Virgilio che gli prepara il sentiero che percorre con noi spettatori, Lwaxana perché più di una volta risolve intrighi a bordo, a differenza della figlia che, sebbene interpretata da un'attrice che è proprio il mio tipo, come empatica si rivela puntualmente scarsetta! "Percepisco ostilità..." e grazie al -biiip-, l'abbiamo capito pure noi spettatori...
    Wesley invece odiato da subito, bimbetto saputello che ci potrebbe pure stare ma non che risolve situazioni con tanto di ufficiali della Flotta!! Infatti appena va via ecco che Data e Geordie possono salire in cattedra come si deve. Non dimentico soprattutto che giocando con le strumentazioni dell'Enterprise rischia di uccidere sua madre, e l'episodio finisce a tarallucci e vino (di sangue), quando sarebbe stato da corte marziale!
    Il ruolo di Deanna, come detto poco utile e con gli episodi dedicati non proprio tra i migliori, l'avrei affidato a Guinan, che spesso elargisce consigli mirati e saggi. E inoltre è l'unica persona a bordo temuta da Q, e tanto dovrebbe bastare!
    Hai trascurato un po' i tennisti svedesi, quelli autentici stanno in TNG, non ho mai digerito molto che un collettivo con una sola mente condivisa abbia una Regina cui puntare l'attenzione per indebolirli.
    Ti faccio solo un appunto finale: Denise Crosby torna più volte nella serie, dopo essersene voluta andare lei, come Tasha Yar di una realtà alternativa che poi finisce per generare (nel passato) Sela, che però è di papà romulano e non vulcaniano.

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    1. Chiedo scusa, mi sono fatto distrarre dall'illustre apparizione di Leonard Nimoy proprio in una delle puntate in cui torna Denise Crosby, provvederò a correggere grazie! Ho volutamente ignorato i tennisti svedesi perché tra film e prossimi post sulle altre serie di ST, torneranno spesso, anche se devo dire che proprio con l'arrivo dei Borg, TNG sale di colpi e comincia a creare iconografia vera. Per il resto un applauso alla tua enorme passione! ;-) Cheers

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    2. I Borg di TNG fanno paura, si adattano ai phaser, assimilano il Picard come fosse una maglietta rossa TOS, il finale della puntata doppia è da brividi, e se la Shelby non aggiunge sale alla vicenda, Riker sale in cattedra maestoso e responsabile.
      Poi secondo gli autori si sono resi conto che erano troppo tosti e li hanno un po' ridisegnati.
      Grazie per l'applauso 😎 che fatto da te mi aggiusta la giornata (non scherzo!), "Io vedo quattro luci" per me è una frase al livello di quelle messe in bocca a Tuco o all'Indio, non so se mi spiego. 😍

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    3. La puntata doppia con l'esordio dei tennisti svedesi è dove questa serie svolta, fa pensare a nessuna via di uscita per i protagonisti come le più riuscite trame di "Doctor Who" o di qualunque serie capace di incollare allo schermo. Riker chiamato a salire di livello subito pronto, strano non ci sia una serie con lui capitano, anche se sappiamo esserlo diventato. Cheers!

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    4. Ho sperato a lungo in un secondo spin-off di TNG oltre DS9, "Star Trek: Titan" con capitano Riker, Deanna Troi in Riker vice (visto che nella stagione 7 guadagna dei gradi...) e un equipaggio nuovo, da mandare in produzione dopo "La nemesi", con qualche comparsata magari di LaForge. Invece niente, come della serie "Excelsior" con Sulu, Tuvok e Rand.

      Nel mio commento sopra ho dimenticato di citare due ottimi personaggi ricorrenti grazie anche agli attori coinvolti: Reginald Barclay e Ro-Laren (l'unica bajoriana che abbia mai sopportato).

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    5. Vero tutto quello che scrivi, Gas75. La regina Borg non c'era nel progetto iniziale dei Borg, fu introdotta dopo per avere un qualche interlocutore, ma sono d'accordo con te sulla sua ridondanza...!

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  16. Wow! Affrontare tutta TNG in un post non è banale...! Complimenti per l'ottimo lavoro! :--)

    Vado subito alle tue noti dolenti. Lwaxana è indifendibile, credo non esista nessuno al mondo che ne apprezzi gli episodi. Wesley Crusher purtroppo è nella stessa situazione, non per colpa del bravo Wil Wheaton, ma perché era figlio della concezione anni Sessanta di Gene Roddenberry totalmente fuori tempo massimo e fuori contesto.
    Q è over the top perché arriva da un episodio di TOS, The Esquire of Gothos, quindi pure lui fuori tempo massimo... Ma DeLancie mi ha conquistato, lo ammetto!

    I Ferengi sono insopportabili pure loro, pur se giusta parodia dell'umanità dall'insaziabile sete di denaro...

    Ma tutto il resto è tutto (o quasi) ottimo! Io me li riguardo sempre volentieri gli episodi non Ferengi non Lwaxana non prima stagione di TNG... :--D

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    1. Ecco ho dimenticato di citarti cazzarola! Prometto di aggiungere il link ai tuoi commenti delle singole puntate ;-) Wesley Crusher è davvero figlio dell'idea: mettiamoci un ragazzino, così i ragazzini si appassioneranno. I ragazzini vogliono capitani, aliene sexy, personaggi tosti e sfaccettato non bimbi saccenti. Anche io mi sono divertito molto a seguire la serie, dalla seconda stagione in poi sale decisamente di colpi ;-) Cheers

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    2. Figurati! Poi di TNG sul blog ho solo recensioni in inglese fatte da un mio amico, non mi sono messo a recensire ogni singolo episodio di TNG (anche se potrei farlo andando a memoria, lo ho visti tutti dalle due volte in su)...

      Su Tasha Yar: il personaggio prese ispirazione dalla Vasquez di Aliens! Di fatto la Goldstein fu pure considerata per la parte. Poi il suo posto in Star Trek lo trovò in Generations... Ma ne parleremo presto, right? :--)

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    3. Particina ma si, ne parleremo presto in ogni caso, ho messo il link lo stesso ;-) Cheers

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    4. Grazie! :--)

      E della Goldstein bisogna parlare per forza... :--D

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    5. Senza ombra di dubbio ;-) Cheers

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  17. " ..e come con il nuovo Star Trek : è spizzoso, è sballoso, ma non sarà mai apprezzato come la prima serie "
    ( Wayne da Wayne's world 1992 )

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    1. Da tempo mi ripeto che è tempo di rivedere "Fusi di testa" (storia vera). Cheers!

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  18. Cadetto Cassidy, lei sta bruciando le tappe! Come minimo qui ci scappa una promozione a guardiamarina, tanto per cominciare! Vedrò di predisporle quanto prima l'imbarco sulla USS Preacher, sotto il comando del capitano Ennis e del suo primo ufficiale Dillon ;-)
    Arrivo anch'io subito alle note dolenti, come Sam... I Ferengi? Avrebbero potuto anche essere dei villain interessanti, perlomeno stando a come venivano ritratti nei primissimi episodi, e invece si è optato per accentuarne fin troppo il lato umoristico dovuto al grottesco attaccamento agli affari, sacrificando così qualsiasi altro possibile aspetto "secondario" della loro cultura e trasformandoli in personaggi monocordi che, se possono funzionare bene come spalla dei protagonisti, NON riescono MAI a essere davvero protagonisti in prima persona (abbandonati a sé stessi, diventano macchiette insopportabili).
    Wesley Crusher? Un irritante ragazzino prodigio che evidentemente deve aver urtato i nervi a molti, visto come a un certo punto si sia deciso di farlo crescere mandandolo in Accademia e, ancor più saggiamente, incrinando la sua aura da perfettino facendogli ripetere l'anno dopo il giusto processo per l'incidente della "Kolvoord Starburst". Per non parlare della sua non più così incrollabile fiducia in un futuro da ufficiale di flotta, che coincide con un'ulteriore percorso di crescita tramite l'aiuto del misterioso Viaggiatore...
    Lwaxana Troi? Mi è sempre piaciuta Majel Barrett-Roddenberry e sono convinto che avrei potuto trovare molto divertente pure questo suo personaggio, se solo si fossero limitati a metterlo in scena UN DECIMO di quanto si è visto nella serie (con apparizioni sporadiche, anche in romanzi e fumetti, le cose vanno meglio).
    Q? Io ho adorato da subito questo totipotente guastafeste extradimensionale, ragion per cui non riesco a trovargli dei veri difetti... e, se mai gliene trovassi, con un grande finale di stagione come "All Good Things" sarei più che disposto a perdonarglieli! ;-)

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    1. La ringrazio Commodoro, la mia missione quinquennale è appena iniziata, ogni occasione di imparare è ben accetta ;-)
      I Ferenghi si espongono anche a sembrare degli stereotipi razzisti, peccato perché davvero sono stati raccontati come avidi mercanti e poco altro. Wesley Crusher è troppo geniale nelle prime puntate, troppo! Più di tutto l’equipaggio, tanto che un’entità suprema omnisciente vorrebbe prenderlo sotto la sua ala protettiva (e non è tanto per dire), andava ridimensionato ma il risultato è come quelle grandi promesse dal potenziale infinito, che finiscono per essere disattese.
      Q è indubbiamente interpretato benissimo, porta le trame in una zona troppo fantastica e mistica però lo fa con un certo stile, è stato utilizzato fin troppo ma mai quanto Lwaxana Troi, che avrei voluto vedere alle prese con Kirk, scontro tra (ormoni) titani ;-) Cheers

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