Colta con gli scudi abbassati da dati di ascolto troppo
bassi, la serie classica di Star Trek
è stata chiusa dopo tre stagioni, ma non è certo scomparsa dai cuori degli
appassionati. La serie animata ha
contribuito nella sua missione, esplorando strani e nuovi mondi sacrificando
equipaggio in divisa rossa e tenendo alto per quanto possibile, il buon nome di
Star Trek, chi di sicuro non si era messo l’anima in pace era Gene Roddenberry.
Il piano del creatore della serie era ancora quello di
portare la sua storia e i suoi personaggi sul grande schermo, la prima volta
che Roddenberry parlò di questa sua intenzione fu alla World Science Fiction
Convention del 1968, davanti a una flotta di Trekkie adoranti, il vecchio e
testardo Gene ottenne l’attenzione della Paramount Pictures pronta a mettere
sul tavolo dai tre ai cinque milioni di fogli verdi con sopra facce di ex
presidenti defunti per il film. Serviva solo una storia solida e da qui,
preparatevi perché comincia un bagno di sangue degno dei guerrieri Klingon.
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Zan-Zan-Zan-Zan |
Roddenberry butta lì l’idea di un prequel ambientato prima
della serie, poi però tutti capiscono che gli attori così popolari sul piccolo
schermo, sono un elemento su cui puntare, quindi con la bozza di una
sceneggiatura intitolata “The God Thing”, il ritorno di Kirk e compagni alle
prese con un’entità divina sembra la strada da seguire. Mentre si cerca il modo
di accontentare Roddenberry che vuole (e riuscirà ad ottenere) una parte della
storia dedicato al rituale Vulcaniano per Spock, arriva il 1976 e ancora la
sceneggiatura non convince.
Vengono chiamati a rapporto nomi di un certo livello, Ray Bradbury, Theodore Sturgeon e Harlan Ellison (scusate se è poco), quest’ultimo scrive una trama su un gigantesco serpente alieno che vaga nello spazio creando civiltà, quando uno dei dirigenti della Paramount suggerisce di fare riferimento alla civiltà Maya, Ellison si incazza e molla il progetto (storia vera). Strano, perché un episodio di
Star Trek la serie animata aveva quasi la
stessa identica trama, bah!
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La divisa estiva di Kirk, con le maniche corte ma per fortuna senza infradito. |
Nuove sceneggiature cominciano a piovere dal cielo, si parla di trame
con buchi neri che minacciano la realtà e viaggi nel tempo, ma nessuna trama è
abbastanza epica per la Paramount, però il film va fatto a tutti i costi, perché
il pubblico non manca: basta dire che i fan di Star Trek riuscirono a ricoprire
la scrivania del presidente degli Stati Uniti Gerald Ford, di lettere di
richiesta per ribattezzare lo Shuttle della Nasa prossimo al lancio con il nome
di Enterprise e ci riuscirono, perché è con questa citazione nel nome che
decollò il 17 settembre del 1976. Ve lo ripeto perché potrebbe essere passato
inosservato, carta e penna, lettere, buste e francobolli, altro che le
petizioni su Internet, tzè!
Se in quel periodo sapevi usare una macchina da scrivere (o carta e penna come i Trekkie), oppure se eri in grado di tener dritta una macchina da presa, probabilmente a casa avresti ricevuto una telefonata dalla Paramount o da Roddenberry, che ventre a terra continuò a lavorare al film come se ci fosse davvero una storia su cui lavorare, per creare l’aspetto finale di pianeti, asteroidi e creature, il papà di Star Trek assunse al volo Ralph McQuarrie, fresco dei bozzetti di un’altra saga con la parola “Star” nel titolo che tornerà buona più avanti nel post. Ad un certo punto la trama del film doveva avere Spock come capitano della propria nave, Toshiro Mifune nei panni di un Klingon e Philip Kaufman alla regia, almeno fino al giorno in cui il regista di The Right Stuff si sentì dire che il progetto del film era stato accantonato (storia vera).
Questa premessa è così lunga che anche a Spock sono cresciuti i capelli. |
Le difficoltà convinsero tutti che forse il formato ideale
per “Star Trek” era il piccolo schermo, quindi cominciarono i lavori per
lanciare “Star Trek: Phase II”, il grande ritorno di Kirk e compagni in
televisione, ma senza Spock perché Leonard Nimoy non ne voleva sapere di
continuare ad essere un attore televisivo, meglio il teatro piuttosto.
Nessun problema Spock, sei il personaggio più celebre della serie ma io ti
sostituisco caro orecchie a punta! Così fece il dispotico Roddenberry, che per
sostituire il celebre Vulcaniano ne creò un altro di nome Xon, ma siccome era
troppo giovane per guidare l’Enterprise, inventò anche il personaggio del
comandante William Decker. Insomma stava gettando i semi per il futuro cambio
di equipaggio, ma stava anche mandando in pensione definitivamente il vecchio
cast. A quel punto a salvare Kirk e compagni fu un primo contatto
(occhiolino-occhiolino) anzi per la precisione, un incontro ravvicinato del terzo tipo.
Il successo del film di Spielberg era la prova che il pubblico era interessato alla fantascienza d’autore, il colpo definitivo però fu l’uscita in sala di Guerre Stellari (ve lo avevo promesso che sarebbe tornato di moda nel post). Ferma tutto! Si torna al cinema e bisogna farlo in grande stile, infatti il progetto televisivo “Phase II” venne accantonato in favore di un film che doveva essere grande, grandissimo, l’USS Enterprise doveva andare là dove non era mai giunta prima: al cinema.
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“Se Cassidy non la finisce di blaterare usciremo direttamente in Home-Video” |
La Paramount voleva la moglie piena e la botte ubriaca
(credo…), tutti avevano ancora negli occhi le lucine di Spielberg ma anche i
monoliti di “2001 odissea nello spazio” (1968), però facevano anche molta gola
i soldoni portati a casa da George Lucas, quindi il film di Star Trek, con
enorme sforzo di fantasia intitolato “Star Trek - The Motion Picture”, tentò di
portare dietro alla macchina da presa prima Spielberg, poi Lucas e poi
addirittura Francis Ford Coppola (!). Ma venne affidato infine ad un veterano
come Robert Wise, un maestro che in carriera ha diretto cosette come “Ultimatum
alla Terra” (1951) e "Tutti insieme appassionatamente" (1965) solo
per citare i titoli più famosi, insomma uno che cinematograficamente parlando,
aveva lo stesso chilometraggio del capitano Kirk.
“Star Trek - The Motion Picture” non prende prigionieri e pensa in grande, basta dire che la classica colonna sonora della serie televisiva è stata completamente ripensata da un Maestro come Jerry Goldsmith, che trasforma il tema di Alexander Courage in una fanfara epica talmente incredibile da diventare anni dopo, la sigla di “The next generation”. Ma Goldsmith non si è limitato a questo, il film comincia con un’ouverture musicale con tanto di sipario che si apre, una moda del periodo per introdurre il pubblico al grande spettacolo a cui stanno per assistere.
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Un lungo viaggio giunto a destinazione. |
La sceneggiatura (quasi) definitiva venne firmata da uno
scrittore veterano del mondo di Star Trek come Alan Dean Foster, rimaneggiata da Gene Roddenberry e qualcuno sostiene anche da Leonard Nimoy, che nel
frattempo non si era ancora del tutto convinto a tornare (d’altra parte
parliamo dell’uomo che ha scritto due autobiografie, una intitolata “I Am not
Spock” nel 1975 e la seconda “I Am Spock” nel 1995, per dirvi del suo rapporto
non lineare con il ruolo che lo ha reso un’icona), questo forse spiega come mai
Spock entra in scena molto avanti nel corso del film, forte della sua rinascita
spirituale dopo il rituale Vulcaniano (qualcuno va a cercare se stesso in
India, altri su Vulcano) si presenta a bordo dell’Enterprise rispondendo alla
gioia incontenibile di Kirk, con un clamoroso e Fantozziano caso di “non dà la
mano”, anzi nemmeno il saluto Vulcaniano, niente e zitti. Evidentemente dopo
aver ricevuto quella patacca rossa tipo zircone su Vulcano il nostro Spock si è
leggermente montato la testa, ma prima di proseguire ho una questione
importante da analizzare.
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"Com'è umano lei", "Solo per metà" |
Dopo tre stagioni della serie televisiva, a sentirlo
chiamare (nella versione doppiata) “Spack”, improvvisamente il Vulcaniano più
famoso del mondo diventa “Spock”, se può interessare alle superiore il mio
compagno di banco era stato soprannominato (da me) “Speck”, se qualcuno di voi
conoscesse per caso uno “Spuck” e uno “Spick” potremmo completare l’album delle
figurine Panini di Vulcano.
Quello che colpisce di “Star Trek - The Motion Picture” è per prima di cosa… la vecchiaia dei protagonisti! Beh inutile girarci attorno, il tempo passa per tutti, quindi ritrovare William Shatner, Leonard Nimoy e DeForest Kelley è un po’ come tornare a casa ritrovando dei vecchi Zii con cui siamo cresciuti, anche per uno come me che da ragazzino ha visto più volte i film di “Star Trek” che gli episodi della serie televisiva.
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"Tutta la tecnologia della galassia e non riesco a trovare un dannato rasoio da barba!" |
La trama del film è una versione espansa dell’episodio della
serie classica intitolato La sfida,
ma realizzato con i mezzi (e i fondi) propri del grande cinema, ecco perché i
Klingon finalmente non sembrano dei baffuti muratori Calabresi, ma si guadagnano
la loro caratteristica “fronte corrugata”, oppure semplicemente perché quando
tutto il cast guarda fuori in direzione dello schermo dell’Enterprise,
finalmente possiamo vedere quello che succede dall’altra parte,
senza doverlo solo immaginare.
Un’entità aliena estremamente potente minaccia la Terra, due “sparvieri” Klingon vengono spazzati via dalla nebulosa portatrice di implacabile distruzione, per indagare viene mandata la nuova USS Enterprise (NCC-1701) comandata dal capitano titolare Willard Decker (Stephen Collins). No aspetta un momento, come Decker? Chi è questo adesso? Un altro capitano Pike? Siamo qui per vedere Kirk!
“Sai quando ti hanno detto che avresti comandato l’Enterprise? Siediti, devo darti una notizia” |
L'ammiraglio James T. Kirk rappresenta in pieno William Shatner a quel punto della sua carriera, piantonato a terra dietro
una scrivania dell'Accademia della Flotta Stellare, Kirk sogna solo un ruolo
da protagonista le stelle, infatti ci mette davvero poco a de commissionare Willard
Decker, il bello figheiro giovane e biondo di turno, che finisce per fare la
parte del nuovo che avanza, sorpassato a destra dal solito anzianotto. Siamo
sicuri che la sede della Flotta Stellare sulla Terra non si trovi in uno
strambo Paese a forma di scarpa? San Francisco dite? Ok, anche se le abitudini
mi sembrano molto Italiane come avrebbe detto Stanis La Rochelle.
Robert Wise con anni luce di esperienza alle spalle, regala una sequenza che nel tempo è diventata un classico di “Star Trek”, ovvero il varo e la partenza della nuova nave stellare. Un momento incredibilmente epico del film, con il capitano Kirk sognante che dichiara «L’hanno data a me» (no, in realtà te la sei presa James, ma va bene lo stesso), un momento di estasi per Kirk, che guarda la nuova Enterprise come una volta guardava le guardiamarina minigonnate negli episodi della serie classica, un momento di grande cinema sottolineato dalle note di Jerry Goldsmith che ci dà dentro a tutta forza e possiamo dirlo, due brividi li portiamo a casa anche oggi dai.
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... ma alla quarta ora di manovra, anche basta grazie! |
La nave che parte, il primo volo della nuova USS Enterprise… ok abbiamo capito, bella la nave ma andiamo avanti? La scena dura un’infinità e
mezza e quando pensi che sia finita, ‘sta meraviglia tecnologica non si è
ancora allontanata dal punto di varo spaziale, sono quattro minuti di scena, ma
sembrano durare leggerissimamente di più e questo è un po’ lo scoglio contro
cui s’infrangono molti di quelli che affrontano “Star Trek - The Motion Picture”
per la prima volta.
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Psichedelia portami via. |
Ribattezzato dai detrattori anche come “Star Trek - The Slo-motion
Picture”, tutto possiamo dire del film di Robert Wise ma non che brilli per un
ritmo proprio grintoso, buona parte dei suoi 132 min (136 nella versione
Director's Edition) non vedono nemmeno con il binocolo il brio degli episodi
della serie classica. Robert Wise
impegnato a cercare di rendere tutto incredibilmente epico, si scontro con il
mestiere di un cast ormai rodato, che però recita ancora con quel piglio
televisivo, insomma la massima attività svolta da buona parte
dell’equipaggio consiste nel guardare un punto fisso fuori dallo schermo della
plancia dell’Enterprise, sfoggiano il più intenso degli sguardi, l’unico a bucare lo schermo in questa gara di
immobilismo è ovviamente Leonard Nimoy, il suo Spock così logico, quasi
ieratico, che in tre stagioni della serie manifestava il massimo della sua
perplessità, o preoccupazione, in buona sostanza, qualunque sentimento, sollevando al massimo un sopracciglio, in tutta questa generale staticità, risulta quello più a suo agio di tutti.
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Spock, l'ultimo eroe dell'azione. |
Un pochino di movimento (poco) è rappresentato dall'unità
carbonio, il tenente Ilia, una sorta di aliena Sinead O'Connor interpretata da
Persis Khambatta, che entrando in scena, mette subito le mani avanti parlando
del suo atto di celibato, in modo da evitare che quel mandrillo di James
“Trapano” Kirk le salti addosso, considerando che in tre stagioni della serie classica, il capitano non ne ha
fatta passare una, meglio mettere subito le cose in chiaro.
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“Mi dica, lei conosce un tale di nome Picard? Così a naso direi che andate dallo stesso parrucchiere” |
Alla ricerca di un equilibrio tra la fantascienza di Kubrick
e la space opera in stile Buck
Rogers, Robert Wise manda a segno lunghissime seguente con luci quasi in stile
“2001 odissea nello spazio” (1968), voli a super velocità che per
contrapposizione, riducono l’equipaggio a muoversi e a parlare piano, pianissimo, lentissimamente, così come l’avvicinamento alla minacciosa nebbia, che avviene con calma, piano. Si potrebbero fare battute sciocche su quando sia di base
conservatore l’appassionato di Star Trek medio (identico in questo a qualunque
altro gruppo di fan), ma Robert Wise qui applica una precisa scelta,
sacrificando il brio ribadisce la natura fantascientifica della saga di Star Trek,
al resto ci pensa il terzo atto, il sudato, faticato e sofferto terzo atto.
Questa Gif animata riassume l’incessante e frenetica azione del film. |
Già perché se sfornare una sceneggiatura per questo film è
stato una sorta di parto, il terzo atto è stato la parte più complicata, l’idea
di una tecnologia senziente e per di più super intelligente, ai dirigenti della
Paramount sembrava ‘na strunzata (nella mia testa i dirigenti della Paramount
sono interpretati dai Trettré), quindi per essere sicuro che la storia andasse
nella direzione voluta (ovvero la trama dell’episodio La sfida, ma realizzato
con la bellezza di 35 milioni di budget, il primo Guerre Stellari costò 11 milioni, giusto per darvi un’idea) Gene
Roddenberry pensò che se per il film aveva contattato chiunque, allora perché
non anche Isaac Asimov? Il geniale scrittore non solo confermò la plausibilità
di una forma di vita tecnologica super intelligente (ci ha basato una buona
fetta della sua bibliografia su questo argomento), ma venne anche accreditato
nei titoli di testa del film come consulente scientifico (storia vera).
A questo punto, anche se farlo per un film del 1979 è un po’ assurdo ve lo dico: SPOILER!
Vuoi comprare una vocale? |
L’entità che minaccia la terra si fa chiamare V'ger, quello
che resta delle lettere visibili che compongono il suo nome originale, perché
di fatto l’intelligenza superiore è l’antica sonda Voyager 6, partita centinaia
di anni prima proprio dalla Terra, tornata dopo aver perso i contatti con il
Creatore, ovvero l’umanità stessa. Se non è fantascienza allo stato puro
questo, mi dispiace, non esiste la fantascienza! Fine della parte SPOILER.
Sarà stato anche un parto trovare la storia giusta per l’esordio cinematografico di Kirk e compagni, ma il film di Robert Wise con il suo ritmo classico ed epico, ribadisce la natura puramente fantascientifica della serie creata da Gene Roddenberry, inoltre con la svolta descritta poco fa, conferma la natura umanistica di questo film e di tutto “Star Trek”, storie che sul piccolo schermo oppure su quello grande del cinema, ci hanno portato là dove nessuno è mai giunto prima, ma collocando sempre l’umanità al centro delle sue trame.
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1979: Odissea nello Spock |
Certo vedere Spock armato di tuta spaziale infilarsi
nell'orifizio di V'ger mi fa sollevare ancora entrambe le sopracciglia, ma
questo film estremamente classico, sapeva come costruire mondi alieni e
soprattutto, aveva il passo epico che serviva, infatti risultò essere uno dei maggiori incassi del 1979, ma anche il film più remunerativo della saga per
decenni, arriveremo anche a parlare del film che scalzo “Star Trek - The Motion
Picture” dal gradino più alto del podio, ma quando sarà il momento, perché
questa rubrica sarà come una missione quinquennale, ci vediamo la prossima
settimana con il prossimo capitolo, per oggi mi congedo con le parole e la rotta
scelta da Kirk in conclusione di questo film.
«Che direzione ammiraglio»
«Laggiù da quella parte»
Attendo quello sulle balene. Il mio preferito😀
RispondiEliminaQuello è anche uno dei miei preferiti, ma non perderti il prossimo perché merita ;-) Cheers
EliminaLeonard Nimoy all'ennesima potenza in Star Trek IV! Che meraviglia!
EliminaAnche noto come "Star Trek IV - Vulcaniani vs Punkabestia" ;-) Cheers
EliminaNon so dove, ma avevo letto che i film buoni di star trek erano i numeri pari della serie infatti
EliminaAlmeno fino all'arrivo di Picard e compagni, quella è una linea guida abbastanza valida ;-) Cheers
EliminaUn film che da piccolo ho adorato nonostante il ritmo lentissimo, con l'epicità che trasudava da ogni fotogramma! Certo, a rivederlo oggi vorresti andare a spingere quell'astronave a mano per tirarla fuori da quel cavolo di hangar...
RispondiEliminaQuella fantascienza che mette l’uomo al centro di tutto mi piace molto, poi la colonna sonora è davvero epica allo stato puro, certo in alcuni punti necessita una spintarella, ma resta un grande esordio cinematografico per personaggi che non potevano restare confinati al piccolo schermo. Cheers!
EliminaNo, niente da fare pure a sto giro. Lo ricordo lontanissimo nel passato, ma proprio questa epicità, questa lenta e solenne maestosità è quella che cozza coi miei gusti personali e ribadisce, ancora una volta, che il sottoscritto e Star Trek viaggiamo su binari opposti.
RispondiEliminaSono sicuro che prima della fine arriverà un capitolo di tuo gusto, ne sono certo ;-) Cheers
EliminaLa premessa kilometrica è inevitabile con tutti i casini di produzione che ha avuto questo film!
RispondiEliminaPoi uno in quelle quattro ore che l'Enterprise si prende per lasciare la docking station ha tutto il tempo di documentarsi... X--D
Comunque ai Klingon muratori calabresi mi hai fatto morire! Effettivamente nella serie sono un po' in quel modo lì... :--)
Che belle le musiche di Goldsmith, e anche gli effetti speciali sono devastanti (considerando poi che l'Enterprise la gente l'aveva vista solo in piccoli schemi di orribili televisori dell'epoca)! Grande recensione, mi piace questa deriva trekkie della Bara!!!
E grazie per il link al post de La sfida! :--)
Infatti non è complicata la lingua Klingon, ma è la lettera “H” aspirata che li frega ;-) Grazie a te figurati, ti avevo annunciato che saresti stato onnipresente, sono contento che questa rotta della Bara stia piacendo, avevo un debito con questi personaggi che ho sempre ammirato, era ora di completare l’opera ;-) Cheers
EliminaLa lingua Klingon? Venne inventata su due piedi proprio da James "Scotty" Doohan sul set del film, per poi essere successivamente ripresa e perfezionata dal linguista Marc Okrand per i film e le serie successive ;-)
EliminaQuanto al bello pur se travagliato film, come già dissi da Sam, i suoi tempi dilatati non mi hanno mai respinto, a partire dal varo dell'Enterprise: vederla per la prima volta in ogni dettaglio come incrociatore gigantesco e non come modellino televisivo mi aveva fatto perdere il senso del tempo, pur se oggi la lungaggine si nota certo di più... né mi erano venute a noia le altrettanto poco veloci sequenze dell'esplorazione di V’Ger, esplorazione che tra l'altro sarebbe stata sommariamente ripresa anche in un un fumetto appartenente al "Kelvinverse" inaugurato nel 2009 da JJ Abrahams, dov'è il romulano rinnegato Nero ad arrivare al cuore/cervello di V'ger con la sua Narada (che, esattamente come Spock, aveva percepito la presenza nella galassia di una vita/intelligenza artificiale a lei affine).
Riguardo ad Ellison che, tra l'altro, con sua somma gioia s'era già visto "rimaneggiare" la sceneggiatura di un celeberrimo episodio della TOS ("Uccidere per amore"), ti segnalo questo link... ;-)
https://tardis.fandom.com/wiki/Harlan_Ellison
Il varo della nave è diventato un classico, inoltre ha ispirato una scena geniale di "Galaxy quest" quindi ha già vinto ;-) Grazie per le ricche informazioni, del coinvolgimento di Ellison su "Doctor Who" lo sapevo, almeno ora ho anche la lista degli episodi ;-) Cheers
EliminaFilm che reputo troppo autocelebrativo. Non disdegno il cinema "lento", tipico di commedie e drammi hollywoodiani degli anni '30 e '40, ma qua sono in scena personaggi che sanno essere ben più attivi di come la pellicola ce li fa apparire!
RispondiEliminaQuando vidi il film la prima volta, mi aspettavo un lungo episodio in stile TOS che stavo vedendo proprio in quel periodo, e invece mi trovai un boccone pesante da masticare.
Certo, visto per intero anni dopo, mi è piaciuto, ma diciamo che non è il film per iniziare un amico ad appassionarsi a Star Trek!
Non ci ho mai capito molto, ma pare che le scenografie di V'Ger, nel quale l'Enterprise entra e ci naviga per lunghi minuti, siano state realizzate "a mano" e non create al computer, come credo si iniziasse a fare in quegli anni.
Quindi artisticamente e come rilancio del "franchise" prodotto validissimo, ma come film complessivamente scomodo da seguire. Molto più riuscito il successivo, anche se introduce delle uniformi che sanno di rigido e vecchio.
Tiene i piedi in un po’ troppe scarpe, sicuramente gli intendi erano altissimi e si vede. Difficile se non impossibile dargli contro perché è un ottimo prodotto, però non somiglia al classico stile di Star Trek, ma quello tornerà con il prossimo film. Cheers!
EliminaFilm che è stato recensito alla perfezione dal Venerabile Ortolani in un albetto speciale per qualche convention.. niente da dire per lo sforzo produttivo, ma ha momenti soporiferi al massimo, ecco è stato uno dei pochi film in cui mi sono appisolato
RispondiEliminaStavo per citare Ortolani nel prossimo commento. Ora come ora non ricordo la sua recensione, potrei essermela persa, hai fatto bene a dirmelo, da collezionista la cercherò ;-) Cheers!
EliminaMa quindi il twist dell sonda è lo stesso del Pianeta delle Simmie del Burton con l’uccello padulo sulla spalla?!
RispondiEliminaDiciamo che la mia reazione davanti a quella scena è molto Ortolaniana, mi viene da pensare: «Ma quello è un… no, no dai. Beh però sembra proprio un…» ;-) Cheers
EliminaQuesto non l'ho visto, ma amo Star Trek e molti dei film mi sono piaciuti (il mio preferito è Ira di Khan). Quindi attendo con ansia i prossimi post, questo primo della serie era splendido, grazie Cassidy! La GIF animata mi ha steso :D
RispondiEliminaVisto quanta azione in una sola gif? Khan arriverà a portare la sua ora su queata Bara molto presto ;-) Cheers
EliminaUna volta si diceva che quando una serie televisiva approda a su grande schermo, era fatta.
RispondiEliminaBeh, tra il dire e il fare...
In certi punti e' veramente leeeento.
Forse perche' in parte soffre ancora del suo retaggio di stampo televisivo, da cui non e' riuscito a sganciarsi ancora del tutto.
Ma come dico sempre io, da qualche parte bisogna pure cominciare.
Il tempo e gli anni per aggiustare il tiro non mancano di certo.
Gran bel post, complimenti.
Soprattutto nelle parti che riguardano Mr. Nimoy.
E prima non vuole che lo si ricordi sempre e solo per Spock, poi quando capisce che non se lo fila nessuno allora...ma si, va bene, che mi si ricordi pure per quello, basta che mi si ricordi.
E si "decidi", signor Megadirett...ehm, signor Nimoy.
Notare il congiuntivo, eh.
Al "Non da' la mano..." sono scoppiato a ridere.
Le ha provate tutte per scrollarsi Spock di dosso, anche ucciderlo ma niente é servito, poi ha capito che tanto valeva essere ricordato al meglio, quindi é diventato il padrino dei Nerd. Quando un attore si trova nella situazione di essere un divo in TV, dovrebbe pensare alla carriera di Leonardo, lui aveva già tentato tutte le possibili combinazioni prima di tutti ;-) Cheers
EliminaIn famiglia fu grande gioia quando finalmente arrivò in TV questo film, visto che sapevamo a memoria tutti gli episodi trasmessi all'epoca in Italia (non tantissimi), quelli con Kirk e Spack. Inizia il film, e Kirk dice Spock... e chi è mo' questo???? D'un tratto, come se un ordine superiore avesse comandato le menti degli italiani, tutti iniziarono a dire Spock, fingendo di non aver passato gli ultimi anni a dire Spack. Credo sia stato il primo caso di "rimozione dalla memoria popolare" a cui ho assistito :-D
RispondiEliminaVedere i miei amici dell'Enterprise su grande schermo è stato sicuramente bello, però come film preferisco di gran lunga la tripletta che sta per arrivare, quella che ho rivisto mille volte. Questo primo film l'ho rivisto solo qualche decina, non è tra i miei preferiti ;-)
Ti capisco, penso sia il film di Star Trek che ho visto meno volte, mi piace, ma il resto è meglio ;-) Pensa l'effetto di sentire Spack dopo aver sempre é solo visto i film, ma il succo non cambia, solo uno dei tanti casi di svarione mnemonico collettivo, quanti hai conosciuto che parlavano di dottor Spock? E le mie orecchie sanguinano, anche se non sono a punta. Cheers!
EliminaPer quanto fosse lungo e lento, era proprio quello che i fan della serie tv si aspettavano, ovvero un episodio più esteso e fatto meglio di quelli che passavano sulle reti private, con dei vecchi amici un pò invecchiati ma sempre capaci di portarci là dove...
RispondiEliminaE qui ci portano davvero lontano, ai confini della galassia, soggetto sicuramente interessante ma effettivamente che risulta più debole dei film succesivi. Anche se il mio preferito resta sempre rotta verso la terra! 👋
In effetti malgrado la produzione disastrosa il risultato è epico il giusto, la rotta di questa Bara invece è tracciata, arriveremo anche sulla Terra ;-) Cheers
EliminaCredo di averlo visto una sola volta per intero... decisamente non tra i miei preferiti.
RispondiEliminaPerò mi piace pensare che sia stato di ispirazione per il numero 9 di Dylan Dog "Alfa e Omega", dove ritroviamo un po' di V'ger, un po' di "2001 Odissea nello spazio", e anche un po' di "Blade Runner", per buona misura. Disegnato da Roi, questo sì, tra i miei preferiti. 😉
Roi é bravissimo, penso che l'ispirazione arrivi proprio da qui di sicuro per V'ger ;-) Cheers
EliminaPosso scrivere qui sotto che io ho un rifiuto totale per Star Trek? Ma totale proprio!
RispondiEliminaCerto che puoi, ma ora vorrei sapere anche il perché, a questo punto sono curioso ;-) Cheers
EliminaSinceramente, non lo so. Ho visto qualche episodio della vecchia serie anni fa ed è proprio un mondo che non riesco a farmi piacere. Ho proprio una reazione che quando vedo qualcosa legato a Star Trek, me lo tengo più alla larga possibile
EliminaChiaro, beh più che legittimo, chissa se riuscirò a farti trovare qualcosa legato a Star Trek di tuo gradimento? Cheers!
EliminaIl primo film di Star Trek, come sottolineei anche tu nella recensione, ha in effetti un ritmo scostante e un cast che a parte Nimoy non è proprio all'altezza del compito. Però Wise firma un film comunque riuscito, epico e che è divenuto un cult nel bene e nel male. Nono lo vedo da molto, ma a ben pensarci non vedo da tempo l'intera saga cinematografica.
RispondiEliminaHa pregi e difetti chiarissimi, ci voleva un regista navigato per far fare il salto a velocità di curvatura alla saga di Star Trek, non era affatto scontato l'esito, pensa ad altre serie TV che ci hanno provato e hanno miseramente fallito. Cheers!
EliminaDi questo film ricordo solo la scena Spoiler, ma è stato interessante fare questo lungo viaggio con lei capitano Cassidy.
RispondiEliminaQuindi è confermato che Spack ce lo siamo inventati noi!!! Maledetto doppiaggio italiano (detto con la stessa verve di Kirk quando pronuncia "Khan" nel secondo film.
Su netflix se ricordo bene i film non ci sono. Peccato.
Un piacere, spero che gradirai anche i prossimi capitoli dei viaggi della Bara Volante ;-) I film li trovi tutti su Prime Video. Cheers!
EliminaNon ho mai visto tutta la serie classica, giusto qualche episodio sporadico, ma in compenso ho i cofanetti dei film in dvd.
RispondiEliminaQuesto non mi ha mai colpito molto, ambizioso indubbiamente ma forse un po' troppo, gli ho sempre preferito i successivi.
Ps: ultimamente pensavo di fare anche io una rassegna sui film di Star Trek ma mi hai preceduto!
Dal secondo in poi si sale di livello ;-) Ho sfruttato il tempo da pandemia per vedere le serie TV di Statmr Trek, quindi era ora di buttarsi, ti aspetto più siamo meglio si esplorano nuove forme di vita e civiltà ;-) Cheers
Elimina