Paul Greengrass sarà sempre quello della macchina da presa ballerina e tremolante ma il ragazzo sa come farsi voler bene. Il suo cinema è da sempre in equilibrio tra i suoi trascorsi da giornalista e una passione per i generi notevole, abbastanza normale quando i primi esperimenti infantili con la super8 li fai girando piccoli horror casalinghi (storia vera).
Paolo Erbaverde alterna da sempre titoli impegnati come
“Bloody Sunday” (2002) e “United 93” (2006) a film con più azione come la saga
di Jason Bourne, che ha imposto un
certo standard ai film d’azione occidentali o per lo meno, ha contribuito a
rendere popolari gli inseguimenti a piedi sui tetti.
Il suo “22 luglio” (2018) sugli attentati avvenuti in
Norvegia, pensate un po’ il 22 luglio 2011, lo avevo trovato molto “Greengrassiano”
(si può dire? Ho inventato una parola?) ma fin troppo canonico nella forma. Con
la sua ultima fatica il nostro Paolo ha deciso di cimentarsi con il Rock ‘n’ Roll dei generi
cinematografica, ovvero il Western, ma non uno qualunque perché considerata la
sua propensione a raccontare l’attualità al cinema, Erbaverde non poteva che
scegliere un Western revisionista, dove ritrova come protagonista Tom Hanks,
rimettendo insieme la coppia che ci aveva regalato il tesissimo (per lunghi
tratti) “Captain Phillips” (2013).
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"Questo era Tom Hanks con le notizie del giorno, ed ora passiamo la linea al meteo" |
Tratta dal romanzo di Paulette Jiles, la storia ci porta subito dopo la fine della guerra civile americana, gli Stati Uniti sono un Paese ancora spezzato a metà, siccome nessuno aveva ancora inventato l’Internet e comunque buona parte della popolazione aveva grossi problemi di analfabetismo (lascio lo spazio per la battutaccia fin troppo facile che vi ho risparmiato), il capitano dell’esercito Confederato Jefferson Kyle Kidd si è riciclato lettore di notizie, il suo lavoro consiste nel girovagare tra le varie cittadine del Texas, leggendo gli articoli dei giornali per chi è disposto a pagare. Sarebbe una pratica da introdurre nuovamente, almeno così una buona arte di pubblico non si limiterebbe a leggere solo il titolo.
Nel suo peregrinare il capitano Jason Jefferson Kyle
Kidd si imbatte in un carro rovesciato, nel cadavere impiccato di un soldato di
colore e in una ragazzina bionda e di (quasi dimenticate) origini tedesche, cresciuta dai nativi Kiowa come una di loro. I documenti che porta dicono che
il suo nome è Johanna anche se la ragazzina pare di diverso avviso, per lo meno
per quel poco che Kidd può capire, perché non parla una parola di Kiowa così
come la ragazzina non conosce l’inglese, e qui ci starebbe una battutaccia su
Kidd e the Kid per stemperare, ma andiamo avanti con la trama.
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Gimme hope Jo'anna / Hope Jo'anna (cit.) |
Secondo l’Ufficio degli Affari Indiani, Johanna avrebbe degli zii ancora vivi dall’altra parte del Paese ma l’incaricato è assente, quindi dopo un primo vano tentativo di sbolognare la ragazzina in mani sicure, il capitano Kidd si assume l’incarico di portarla dalla sua famiglia, insomma tutti gli stilemi del cinema Western sono rispettati e visto che è così popolare, siete liberi di immaginarvi Tom Hanks e la bravissima Helena Zengel (classe 2004) come una sorta di Mando e Baby Yoda nelle mani di Paolo Erbaverde.
“Notizie dal mondo” dura 118 minuti, si sentono tutti anche
se non possiamo certo parlare di un film statico oppure con pochi eventi,
sicuramente a lenta cottura quello sì, in cui forse manca un po’ il colpo del
KO emotivo, perché l’ultima fatica di Greengrass parla più alla testa che alla
pancia dello spettatore, anche se bisogna ammetterlo, quando Paolo decide di
infilarci un momento d’azione, il ragazzo sa ancora il fatto suo: la sparatoria
a metà film tra il capitano Kidd e alcuni suoi ex commilitoni è come le
sparatoria che troviamo nei fumetti di Tex, con buoni e cattivi arroccati
dietro una roccia, attenti a non farsi prendere alle spalle e impegnati ad evitare pallottole vaganti centellinando munizioni. Se a questo aggiungiamo il
fatto che Kidd è armato più che altro con innocui pallini per la caccia ai pennuti, la soluzione (alla MacGyver) inventata per compensare l’assenza di
pallottole vere, garantisce al film un paio di ammazzamenti brutali.
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"Ma come diavolo ci difendiamo? A parolacce?" (cit.) |
Per il resto Paolo Erbaverde è interessato a costruire il rapporto tra i suoi due protagonisti, avrò anche scherzato su Mando e Baby Yoda ma qualcosa delle tematiche paterne farà capolino anche in questo film, anche se la questione che sta più a cuore a Greengrass è la sua volontà di ricordarci che le parole sono importanti (cit.), per la gioia di Frankie hi-nrg mc, il regista dà potere alla parola.
L’America di “Notizie dal mondo” è divisa in due, i Texani
non vedono di buon occhio i soldati di colore, ma nemmeno la volontà del presidente
Abe Lincoln di liberare gli schiavi, le differenze tra le persone sono nette e
Greengrass utilizza i suoi due personaggi agli antipodi per sottolineare il
potere della comunicazione e del linguaggio, infilandosi spedito nel solco dei
film del filone dei Western revisionisti.
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Tutti in viaggio lungo il solco precedentemente tracciato. |
Più che a Balla coi Lupi con “Notizie dal mondo” bisogna pensare a “Soldato Blu” (1970, tempo permettendo dovrebbe arrivare su queste Bare), Johanna per certi versi sembra la figlia della Candice Bergen di quel film, ma senza la faccenda del prurito provocato dalle mutande. Helena Zenge è davvero molto brava nell’interpretare un personaggio sveglio e attento, Tom Hanks riesce ad essere risoluto quando la trama lo richiede e paterno per il resto del tempo, i due personaggi che cercano di pronunciare parole nelle rispettive lingue fanno quasi tenerezza, due culture opposte che tentando di trovare un modo per comunicare.
La comunicazione nel film è un elemento chiave, può
diventare un’arma a doppio taglio, come nel villaggio dei minatori, dove il
capitano Kidd cerca di uscire vivo da una brutta situazione usando le
chiacchiere e il potere che solo una storia appassionante sa evocare nelle
persone.
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"Devo andare a prendere |
Greengrass è piuttosto chiaro nel suo intento, guarda al passato (cinematografico) prendendo ispirazione dai Western di John Ford e quelli più critici di Arthur Penn, per parlarci del presente, dell’importanza e della responsabilità che hanno coloro che divulgano le notizie, del modo in cui lo fanno e in più in generale, ci parla di un’America spezzata a metà, incazzata, ignorante e con tante armi a disposizione. Jena Plissken avrebbe detto: «Più le cose cambiano più restano le stesse».
Insomma Paolo Erbaverde si cimenta con il più americano dei generi cinematografici americani e supera la prova, per altro restando estremamente fedele alle caratteristiche che lo hanno reso un regista così riconoscibile, l’unico difetto (che non è tale) è che se speravate in un Western trionfante, con eroi dal grande cappello e dalla pistola svelta, qui non ne troverete, se invece siete interessati ad un regista capace di usare il cinema per parlare d’attualità pur restando legato in modo rispettoso ai generi, questo film merita un’occhiata, i Western revisionisti sono roba rara ma il più delle volte molto potente, un po’ come le parole e il loro saggio utilizzo.
Ci è piaciuto davvero tanto, con tutto che non sono una tipa da western, ma quando una storia è ben raccontata, va oltre il genere <3
RispondiEliminaI brividi quando torna dagli zii e vede come la tengono...
Ci sono solo due tipi di film, quelli belli e quelli brutti, questo appartiene alla prima categoria ;-) Cheers!
EliminaTom Hanks è un attore che normalmente non associo affatto al genere western,però è sempre stato molto versatile nei generi,una dote attoriale non poi così comune!Tornando indietro nei miei ricordi Hanks aveva avuto un brevissimo momento western in salsa comedy nella scena del film"L'ERBA DEL VICINO" di Dante,nel suo confronto esilarante con l'inquitante casa dei vicini con tanto di musica epica.
RispondiElimina“L’erba del vicino” è l’ennesimo grande film di Joe Dante che non viene mai citato ;-) Cheers
EliminaDante capita spesso nelle discussioni,mi sa che qui urge prima o poi una rubrica!
EliminaCi sto pensando da tempo, sicuramente tornerà prossimamente, per la rubrica vediamo ;-) Cheers
EliminaE si caro mio, sottoscrivo ogni tua sillaba. Questo non è un western epico con eroi crepuscolari pronti a rimanere impressi nella mente, ma una storia molto più intima e riflessiva, ma non per questo meno riuscita. Devo ammettere che l'ho apprezzato moltissimo e anche il finale molto in tono con il racconto. L'unica nota dolente, ma si parla di una cazzata, in alcuni momenti (vedi quando si stacca la ruota del carro) si nota un po' troppo l'uso della CGI e in un western questo mi spiace.
RispondiEliminaSi, Paolo Erbaverde in post produzione ama il digitale però è davvero un breve attimo. L’ho trovato davvero compiuto nel suo messaggio, canonico non esce dal sentiero ma arriva a destinazione ed è dannatamente contemporaneo per essere un rappresentante di quel genere che viene dato periodicamente per morto. Cheers!
Elimina"Le parole sono importanti!!! Ma come parla? Come parlaaaa???" Mi hai fatto tornare in mente Nanni Moretti che schiaffeggia la giornalista😂😂😂
RispondiEliminaIl mio Moretti preferito, anche per motivi Springsteeniani (storia vera). Cheers!
EliminaSopravvalutata pellicola, Greengrass si crede furbo, ma in realtà confeziona un bignami Western risaputo cercando una propria identità tra Sentieri Selvaggi, pellicole di Anthony Mann, Soldato Blu e Balla coi Lupi; vorrebbe raccontare l'oggi tramite l'america di ieri, ma alla fine è un concentrato di banalità e cliché ripetuti stancamente. Pellicola con il bilancino, due bianchi ragionevoli, le donne tutte forti e con capacità di giudizio superiori ed il resto dei bianchi una mandria di sporchi razzisti, buzzurri e violenti. Greengrass guarda il dito (razzismo), ma non la luna (l'uomo bianco che vede la povertà incombente), se la scena del potere della parola nella contea di Erath punta ad emancipare l'uomo da chi lo vuole imbrogliare e risulta riuscita, altre scene come la sparatoria tra le rocce che fa tanti Anthony Mann, viene sporcata da un'intensa scelta di inserire quel masso che rotola in CGI che rende la scena comica e non ansiogena.
RispondiEliminaManicheo, semplicistico e troppo semplificativo, salvo solo la scena della lettura nella contea di Erath, in parte la sparatoria tra le rocce e la ragazzina, Hanks così e così.
Eh già, Nolan l''avrebbe sicuramente fatto meglio, anzi l'ha già fatto, LUI ha già fatto tutto, prima di tutti meglio di tutti ;-) Cheers
EliminaNolan non farà mai un Western credo e comunque spero mai così banale, abbiamo vsto Greengrass cosa è stato capace di (non) fare. La scena della caduta del masso è ridicola per come messa in scena, lì sono problemi di regia e non di scrittura.
EliminaÈ il classico filmetto che parla dell'oggi attraverso ieri, con simmetrie urlate a squarciagola e semplificazioni becere per accomodare i gusti di tutti.
Invece la scena della libreria di "Interstellar" é grande cinema, così come le motivazioni eco sostenibili del cattivo di "Tenet", quelle non sono semplificazioni becere per piacere a tutti seguendo l'argomento in voga al momento no no ;-) Critichi Greengrass per le stesse ragioni per cui difendi Nolan, mi sembra molto buffo ;-) Cheers
EliminaIo questi 118 minuti non li ho affatto "sentiti" come te, anzi... mi sono scorsi via benissimo. È un buon film: Greengrass (inglese, quindi "straniero") ricorre al western per mostrarci l'America di oggi con sguardo distaccato e secondo me, pur con qualche buco di sceneggiatura, ci riesce abbastanza bene. Non mi è affatto dispiaciuto.
RispondiEliminaUn po' nel secondo atto ma sono questioni soggettive quindi secondarie. Il Western è un ottimo banco di prova, da "straniero" Paolo Erbaverde ha saputo usare il genere senza fare un film distante dal resto della sua filmografia, certo non ho ben capito come mai il capitano Kidd non sia tornato dalla moglie prima, ma forse qualcosa è rimasto tra le pagine del libro. Cheers!
EliminaCome sai a me è piaciuto più di mia moglie che l'ha trovato noioso, forse proprio non gli piace il genere..concordo che la sparatoria sulle rocce è girata veramente benissimo! La tedeschina veramente molto brava, la vedremo sicuramente in altri film
RispondiEliminaAnche se il genere qui è stato utilizzato da Paolo Erbaverde per parlarci d'altro, sicuramente la vedremo ancora, davvero bravissima. Cheers!
EliminaCassidy, è scomparso Claudio Sorrentino.
RispondiEliminaHo letto la brutta notizia, da John McClane a William Wallace passando per Martin Riggs e Travolta è parte dei nostri ricordi condivisi. Cheers
EliminaNon leggo ancora perché prima voglio vedere il film, ma ti ringrazio in anticipo per la recensione! Ho visto che nomini Balla coi Lupi, io per la trama pensavo un po' a L'Uomo del Giorno Dopo, ma mi auguro che ci troviamo ad un altro livello :) Vedrò e tornerò!
RispondiElimina“L’uomo del giorno dopo” era un postino, poi quello era decisamente post apocalittico, in ogni caso non vedo l’ora di leggere il tuo parere ;-) Cheers!
EliminaNel suo "Art of Action" Scott Adkins, che ha menato Matt Damon in "The Bourne Ultimatum" (2007), ha più volte sottolineato di non apprezzare lo stile di Greengrass, perché il regista aveva davanti a sé un combattimento di alta classe, con Damon e Adkins che sputavano sangue... e pensava solo a far tremolare la cinepresa. Adkins racconta che in una scena ha chiesto quale delle cinque cineprese lo stesse inquadrando, così da sapere davanti a quale fare la sua mossa, e si è sentito rispondere "Boh, un po' tutte, poi si vedrà al montaggio", il che ha fortemente depresso l'attore.
RispondiEliminaPoi l'altro giorno ha intervistato Joey Ansah, che mena Matt Damon in un'altra scena dello stesso film, e hanno cercato di essere professionali... ma si sentiva che volevano fare un bell cappottino a Greengrass :-D
A quanto ho capito è riuscito a rendere più digeribile il suo stile parkinsoniano, con questo film: buono a sapersi.
Il suo Giasone ha portato qualcosa al mondo del cinema d'azione esangue e più menato di Matt Damon, ma chi ha dimestichezza con il cinema d'azione orientale e soprattutto con quello sanguigno degli anni '90 non può proprio andare completamente pazzo per la saga dell'agente smemorino, un po' magari. Di norma apprezzo più il regista per i suoi titoli come "Sunday Bloody Sunday" dove quella macchina da presa ballerina ha sicuramente più cittadinanza che in un film d'azione, dove non rispetta la sacra trilogia, talento, coreografia e regia. Qui macchina da presa Tremors quasi nulla, tutto molto più classico. Cheers!
EliminaPerò Capo se mi dici che i 118 minuti di durata si sentono tutti non me lo vendi proprio bene sto film! :-D
RispondiEliminaScherzi a parte, l'ambientazione western me lo fa mettere dopo altri titoli. Greengrass e Hanks però... Mhmmm... Non lo so... Vediamo.
Non posso proprio dire che sia un film dal ritmo brioso, si segue bene non l'ho trovato noioso ma cuoce a fuoco lento, quello sicuramente. Cheers!
EliminaQuesto è un prodotto che si vende da solo, Greengrass e Hanks sono come i lingotti d'oro nella crisi dei derivati finanziari: garanzia di valore, investimento sicuro del tuo tempo a prescindere dall'incremento o decremento del tasso di interesse nel corso dei 118 minuti. Sai che comunque saranno ben spesi.
EliminaE poi mi fido del consulente che me lo consiglia, perciò, venduto!
Se posso aggiungere qualcosa sulla questione genere, penso che sia un film che ha tutto per piacere anche a chi normalmente storce il naso davanti all'idea di guardare un film Western. Cheers!
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