Sono un ragazzo semplice, se Netflix mette a disposizioni sul suo palinsesto una docu-serie intitolata “Storia delle parolacce” presentata da Nicolas Cage, cazzo io voglio vederla! Ma prima di andare avanti con il post, un po’ di musica a tema.
Potremmo riassumete questo piccolo esperimento come: vieni per vedere Nicolas Cage fare il matto, ma poi ti fermi per il formato e ammettiamolo, anche il contenuto quasi educativo della serie. Cinque episodi da venti minuti circa l’uno, cinque parolacce inglesi, “F**k”, “Sh*t”, “Bi**h”, “D**k”, “Pu**y” e “Damn”, divertitevi pure a riempire gli asteriche, magari comprando una vocale come in un celebre gioco televisivo.
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Campione di stile, classe e morigerata pacatezza: Nicolas “Fucking” Cage |
Grazie all'intervento di alcuni comici e altrettanti linguisti esperti, “Storia delle parolacce” racconta l’origine e l’evoluzione di ognuna di questa parolacce, in un modo completo, spigliato e anche molto divertente. Lo spirito sarà anche goliardico (ovviamente in un episodio in particolare, non poteva mancare Isiah Whitlock Jr. con la sua frase simbolo: «Shiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiit!» resa celebre da “The Wire” e alcuni film di Spike Lee), ma per certi versi anche quasi educativo, al resto poi ci pensa Nicolas Cage, padrone di casa in giacca a cravatta, posato ma come sempre pronto a fare il matto.
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Quando entra in scena Isiah Whitlock Jr. sapete già che parolaccia sentirete. |
L’idea su di lui resta sempre più o meno la stessa, se siete disposti a pagare il giusto, il nipote di Francis Ford Coppola verrà anche a casa vostra a far fare una passeggiata ai vostri cani (uno dei miei ne sarebbe felicissima!), ma più che altro a vederlo in questi panni più scanzonati, nulla mi toglie dalla testa l’idea che se Nicola Gabbia volesse aprire alle commedie, spaccherebbe davvero di brutto, almeno per qualche film, poi inizierebbe come suo solito a sfornarne una via l’altra (e anche di dubbia qualità), togliendo la possibilità di pagare gli alimenti alle sue numerose ex mogli, ad uno come Robert De Niro, allora sì che di parolacce ne sentiremmo volare davvero tante.
“Storia delle parolacce” sembra la versione maleducata di Il mondo secondo Jeff Goldblum, che per
la Disney andava in giro, parlando del più e del meno, gesticolando molto,
smarchettando anche di più, totalmente libero di essere il più Jeff Goldblum possibile.
Netflix invece si è accaparrata i servigi di uno altrettanto
istrionico come Nicolas Cage, infatti le sue introduzioni come anfitrione della parolaccia sono
un vero spasso, inoltre è piuttosto interessante vedere smentite alcune false verità sulle origini delle imprecazioni più popolari.
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Il grafico delle parolacce più usate da Nicola nei suoi film, vince davvero tutto. |
Insomma la serie fila via con la stessa velocità con cui potreste urlare la vostra parolaccia del cuore, l’unico difetto forse è il suo essere estremamente localizzata. Ok, ormai purtroppo la lingua ufficiale in uno strambo Paese a forma di scarpa è l’Inglese - anzi la sua derivazione locale, una sorta di inascoltabile “Itanglese”- per cui non mi stupirei di scoprire che qualcuno utilizza davvero la parola “F**k” oppure “Bi**h”, nella sua parlata quotidiana. Ma non sarebbe male una versione italiana di questo programma, con l’evoluzione delle parolacce nostrane, il problema è che non so chi potrebbe presentarlo un programma così.
Non credo che al momento ci sia qualcuno qui da noi con il vissuto (artistico ma non solo) analogo a quello di Nick Cage, probabilmente lo farebbero presentare a Stefano Accorsi, e allora sì che fioccherebbero le parolacce!
Grazie di esistere Nick, non cambiare mai. |
Insomma, non posso proprio aggiungere più un cazzo di niente su questa stronzata di serie, ma voi guardatela lo stesso perché è fottutamente divertente, quasi quanto dire parolacce a casaccio.
Ffffigaaa che bello, non vedo l'ora di vederla !! l'eventuale versione italiana potrebbe presentarla Sgarbi, secondo me adatto e autorevole :-)
RispondiEliminaSgarbi? Direi De Sica, il suo "profanity meter" vorrei vederlo :D.
EliminaMerita la visione, poi sono solo cinque episodi quindi la lezione si sbriga velocemente. Sgarbi é più onnipresente di Nicolas Cage ;-) Cheers
EliminaDe Sica non potrei farcela proprio! Cheers
EliminaMarco Giallini con il suo monologo sulla differenza tra "sticazzi" e "mecojoni" sarebbe adatto😀
RispondiEliminaRicordo la stessa differenza racconatata usando i titoli dei film messi a confronto tra italiani e inglesi da Enzo G. Castellari ;-) Cheers
EliminaL'ho vista e mi incuriosiva parecchio.
RispondiEliminaBeh...solo per la presenza del vecchio Nick meriterebbe di essere vista, ma a quanto pare e' pure divertente nella sua scemenza.
L'inglese seconda lingua ufficiale da noi, dici?
Sarebbe un sogno. Ma da come la vedo io, sarebbe un progredire gia' imparare la prima.
Nel frattempo, attendendo di rivedermi tutta la serie di South Park in modo da colmare eventuali lacune, ho finalmente iniziato Big Mouth.
Oh, nel suo farmi morire dal ridere (la cucina e Mastro Lindo con l'unicorno su tutti, per ora) la trovo di un'intelligenza pazzesca.
Buona Domenica a tutti!!
La prima lingua ufficiale del Paese, ma utilizzata male: tante persone sentono parole inglesi, credono di averne capito il senso e utilizzandole spesso a casa fanno più danni che con le parolacce, gli esempi sarebbero tanti ;-) Cheers
EliminaMai il nostro Nicolino ammazza che figo, è ringiovanito di botto?
RispondiEliminaProprio un bella "cazzata" questa serie però eh :D
Non so se sia ringiovanito oppure se Netflix lo ha tirato per bene, in ogni caso fa la sua cazzo di figura ;-) Cheers
EliminaPosso? L'ho trovata noiosissima.
RispondiEliminaAmmeto che ho un pregiudizio sulle parolacce in inglese: non sono un linguista né conosco benissimo l'inglese, ma mi sembra che abbiano veramente quattro, ma quattro parolacce in croce! Oltre quelle non vanno, mentre l'italiano e altre lingue ne hanno a bizzeffe, valanghe di bestemmie e parolacce!
Solo per citare: qualcun* ha presente quel vecchio "millelire" di stampa alternativa di una trentina di anni fa intitolato "LA FAVA TRIONFANTE"? Decine e decine di modi italiani e dialettali per dire "cazzo". Non mi pare che gli anglofoni abbiano tutta questa ricchezza.
Intendianmoci, non ho alcuna forma di "patriottismo" o di "razzismo" linguistico: credo solo, magari mi sbaglio, che la lingua inglese sia meno (molto meno) ricca della nostra e di altre lingue in fatto di parolacce. Questa almeno è la mia percezione e quindi si può capire quanto io abbia trovato noiosa la prima puntata di questa serie (di cui ho visto solo la prima puntata e credo che non vedrò le altre).
Comunque Nick Cage è sempre un bel vedere, questo sì :))
Stiamo parlando di una non competitiva, già gli anglosassoni hanno pochissime parolacce, ma gli Yankee in particolare ne utilizzano ancora meno, per questo dubito che vedremmo mai una seconda stagione, mentre un'eventuale edizione italiana potrebbe durare dieci stagioni come ridere ;-) Cheers
EliminaEssendo una signora, anzi una Madame, in genere non amo le parolacce, a meno che naturalmente non siano funzionali alla trama o a caratterizzare i personaggi, oppure, meglio ancora, siano tanto divertenti. Un esempio su tutti: "Ma come ca**o avete fatto a fare questo ca**o... di ca**o??" (da I Santi di Boondock) è una delle battute più divertenti di sempre. Detto questo ti ringrazio molto per avermi segnalato questa serie che vedrò sicuramente perché sembra proprio divertente!
RispondiEliminaNella serie spiegano bene il "superpotere" delle parolacce. Sono di scuola Walter Hill, non credo ai personaggi che dicono "Ohibò" e "Accipicchia" ;-) Cheers
EliminaUn ex concorrente del grande fratello ci starebbe alla grande, almeno per una volta sarebbe autorizzato a bestemmiare.
RispondiEliminaTi credo sulla parola, non segue se non gli spezzoni su Blob. Cheers!
EliminaHo iniziato a vedere le prime puntate: sicuramente interessante ed anche confezionato in maniera simpatica... insomma potrebbe essere proprio "da shit"!
RispondiEliminaCome detto da altri, però, sconta un po' il fatto che il turpiloquio è anch'esso un'arte e necessità di tutta una propria forma di magniloquenza, versatilità e fantasia che - per la mia conoscenza della lingua inglese - qua proprio mancano di base.
Non sono nemmeno molto convinto dello studio sulle capacità "taumaturgiche" delle parolacce riprodotto durante la seconda puntata:
lo dimostra il fatto proprio che l'italiano ha così tante varianti e sinonimi, per cui per un siciliano potrebbe "bega" non avere la stessa valenza che avrebbe per un mantovano e similmente "minchia" con posizione opposte.
Io sono convinto che sia il tono e l'intenzionalità a produrre quei risultati mostrati, tanto che con il giusto tono ed intenzionalità (ambito paraverbale) anche un'imprecazione tipo "prato fiorito" produrrebbe il medesimo risultato... dopo di che io non ci tengo a mettere una mano in un secchiello del ghiaccio per dimostrare di aver ragione XD
Ultima nota: se mai dovessero farne una localizzazione italiana, spero che tengano in considerazione la distinzione tra turpiloquio e bestemmie... il primo è di carattere volgare, può essere offensivo nei confronti del "destinatario" ma per il "casuale" ascoltare al limite è scandalizzante ma non offensivo; laddove una bestemmia può offendere anche un ascoltatore, se credente (di qualunque professione sia), quindi anche i vari xxx di buddha sono a mio parere irrispettosi.
Nathan
Sul potere delle parolacce, non so dirti, in giornate come questo lunedì lavorativo io dovrei essere l’incredibile Hulk ;-) Cheers
EliminaAvevo visto il trailer e riso all'ennesima baracconata di Cage...
RispondiEliminaQuando cederò alle pressioni sociali (soprattutto della dolce metà) e metterò Netflix, lo guarderò! :--D
Vale la pena seguire la via del Cage (e della tua dolce metà) ;-) Cheers
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