Il 18 dicembre compie gli anni Steven Spielberg, una ricorrenza che SamSimon mi ha ricordato e che non potevo proprio non onorare, visto che il vecchio Steven è da sempre uno dei miei preferiti, ogni occasione è buona per riportarlo su questa Bara, quindi perché non il suo compleanno? In fondo parliamo di un grande maestro del cinema che ha iniziato la sua carriera… In televisione.
Si perché dopo aver curato la regia del primo episodio di un
telefilm che abbiamo visto tutti prima o poi nella nostra vita, ovvero
“Colombo” (storia vera), l’esordio con un lungometraggio dell’allora 25enne Spielberg è stato
un film per la televisione, andato in onda nel programma antologico “ABC Movie
of the Week” il 13 novembre del 1971. 74 minuti al fulmicotone, tensione allo
stato puro che mescolavano ad atmosfere stradali tipiche della New Hollywood,
generi diversi ma coerenti tra loro come il thriller, il western e l’horror. Un
equilibrio perfetto talmente riuscito e puramente cinematografico da meritarsi
gli schermi giganti delle sale, dove arrivò in una versione gonfiata della
durata 86 minuti che però, non diluiva per niente la tensione costante di
“Duel”. L’esordio di un giovane maestro che però alle spalle ne aveva un altro,
ovvero il grande Richard Matheson.
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L’origine di tutto, uno dei più grandi, il Maestro Richard Matheson. |
Richard Matheson, senza girarci attorno e parafrasando il titolo del suo libro più famoso, è leggenda. I suoi lavori hanno influenzato classici della storia del cinema, e sono sempre stati ad un passo dall’arrivare al cinema, relegati in tutto il loro genio in quella che ai tempi era considerata la sala d’aspetto del cinema, oppure il suo cimitero degli elefanti. Proprio in televisione Matheson ha contribuito alla leggenda di serie come Ai confini della realtà, anche se il magnifico mondo di Hollywood sembrava non voler proprio accettare il genio del Maestro Matheson, ad esempio nella sfida tra grandi, la sua idea per la prima bozza di “Gli uccelli” (1963), in cui i minacciosi pennuti non venivano mai mostrati apertamente, soluzione bocciata da Alfred Hitchcock, che affidò la sceneggiatura al più canonico Evan Hunter (Storia vera).
Le lettrici e i lettori della Bara Volante, gli unici che possono vantarsi di essere stati diretti da Steven Spielberg. |
Ironico, visto che "Duel" é una storia di tensione, che in più di un passaggio strizzava l’occhio a trovate Hitchcockiane (il manicotto del radiatore danneggiato, un’informazione che ci viene fornita nel primo atto ma diventa fondamentale nel terzo), fosse quella che avrebbe portato Matheson, prima nuovamente in televisione e poi finalmente sul grande schermo, ci voleva un nuovo giovane maestro di venticinque anni a cogliere al volo il potenziale di un racconto come “Duel”, anzi per la precisione fu l’assistente di Spielberg a suggerirgli di leggere la storia pubblicata per la prima volta sulle pagine di “Playboy”, anche perché un uomo probabilmente, si sarebbe distratto a guardare le figure, ammettiamolo.
Le storie più semplici il più delle volte, sono anche quelle
più efficaci, “Duel” comincia con un sorpasso, il commesso viaggiatore David
Mann su una stradina semi desertica supera un grosso camion, che per qualche
ragione non ben precisata (perché l’orrore non spiegato che ti piomba addosso
senza motivo, fa anche più paura), decide di lanciarsi in un contro sorpasso.
Poi un colpo di clacson, forse uno sguardo di troppo chi sa, l’autista del
camion non la prende bene e decide che è il momento di cominciare una caccia
all'uomo, l’enorme camion carico di liquido infiammabile contro la piccola
automobile. La scelta dei nomi non è casuale, David Mann, che suona un po’ come
Davide Uomo, l’uomo contro la macchina, ma anche Davide contro un enorme Golia
su gomme.
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"Alle 11 e 32 del mattino Mann superò il camion". Le prime parole del racconto di Matheson diventate cinema. |
Il racconto del maestro Matheson sono cinquanta pagine di tensione pura, un modo per riflettere su come anche un uomo qualunque (David Mann, nomen omen), messo alle strette e costretto a combattere per la sua vita, possa tirare fuori gli artigli, dandoci dentro di sgommate e acceleratore. Per come termina il racconto, quasi un peccato che questa riflessione non sia finita nelle mani di uno come Sam Peckinpah, ma per nostra fortuna è arrivato uno come Spielberg, cresciuto con i programmi televisivi, uno che il cinema lo aveva studiato all'università e con questo film, non solo ha unito di due mondi, quello televisivo e quello cinematografico, ma ha dimostrato di essere stato anche un ottimo studente.
“Duel” nelle mani di Spielberg diventa un adattamento quasi
perfetto del racconto, non solo perché a curare la sceneggiatura è stato lo
stesso Richard Matheson, quando più che altro per il fatto che le poche scene
aggiuntive, create apposta per il film, sono perfettamente in linea con il
racconto anche se rompono per qualche minuto l’isolamento di David Mann, ma per
certi versi non fanno che incrementarlo.
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"Uscite dall'acqua! Fuori dall'acqua!", "Ma quale acqua?", "Scusate, film sbagliato" |
Ad esempio la scena dello scuolabus fermo a bordo strada, che David cerca di aiutare a far ripartire, spezza l’isolamento Mathesoniano (esperto di uomini soli contro un mondo circostante avverso, come accadeva al suo Robert Neville in “Io sono leggenda”). I bambini a correre un pericolo, che solo il protagonista percepisce nella sua interezza è un tema che Spielberg avrebbe esplorato ancora nella sua filmografia, perché a ben guardare “Duel” non è solo un esordio talmente fulminante da risultare troppo grande per il piccolo schermo, ma conteneva già tutti gli elementi migliori del cinema con cui Steven Spielberg ci avrebbe deliziato per anni, a partire dagli inseguimenti.
Se sai dirigere un bell’inseguimento al cinema, vuol dire
che potrai dirigere qualunque cosa senza problemi, infatti “Duel” è il miglior
biglietto da visita possibile. Un lungo inseguimento senza fine, per un regista
che subito dopo ci avrebbe raccontato un’altra corsa disperata (Sugarland
Express) e poi l’inseguimento dell’Orca, quindi
“Duel” per certi versi è il primo grande inseguimento di un regista esperto di questa materia. Ma a ben guardarlo è anche un meccanismo ad orologeria dove
Spielberg ha potuto portare in scena lezioni apprese studiando il cinema di
Orson Wells e quello di Alfred Hitchcock. Da queste parti i film in grado di
creare così tanta iconografia si chiamano Classidy!
Il rischio, con una storia come quella di “Duel” è quello di perdere forza e credibilità, nel momento esatto in cui il protagonista mette piede a terra. Un autista probabilmente pazzo senza alcuna ragione, ti perseguita con il suo enorme camion lungo la strada? Tu esci dalla strada, rifugiati da qualche parte, lascialo andare via, o magari chiedi aiuto. Spielberg in maniera incredibilmente intelligente mantiene la tensione altissima anche quando il suo protagonista David Mann (un perfetto Dennis Weaver, che recita tutto di tensione, di nervi e di paura), toglie le mani dal volante.
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Dramatic |
Nella scena della tavola calda, Spielberg ha ancora bisogno di ricorrere alla voce narrante del personaggio, che nel racconto di Matheson è quella che porta avanti la storia e che “sentiamo” nella nostra testa leggendo, ma che al cinema è una soluzione poco canonica a cui Spielberg ricorre per rendere una scena statica (David che cerca nei volti anonimi dei camionisti in sosta ai tavoli, il suo possibile persecutore) qualcosa di assolutamente dinamico. In maniera molto brillante, Spielberg capisce che il suo personaggio deve essere in pericolo quando è alla guida, ma ancora di più quando esce dal guscio della sua auto, scelta da Spielberg tra i modelli più anonimi possibili, va bene anche una Plymouth Valiant purché rossa, doveva essere rossa per forza, per spiccare ben visibile sull'asfalto e dallo sfondo di un’ambientazione desertica (storia vera).
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Il rosso era anche il colore che Spielberg aveva abolito dalla spiaggia in Lo Squalo (segni rossi di continuità) |
L’altra scena assente dal romanzo, ma potentissima nell'adattamento vede ancora una volta David fuori dal suo guscio rosso marchiato Plymouth. Per rendere ancora più coerente la storia, mettendo davvero il povero David spalle al muro, bisognava trovare il modo di fargli provare a contattare le autorità (cosa che non avviene nelle tiratissime cinquanta pagine del racconto di Matheson), la scena della cabina del telefono e della signora con le teche piene di serpenti, mette in chiaro che il camion ha preso di mira proprio il nostro protagonista, per assurdo è proprio qui che Spielberg fa il suo Hitchcockiano cameo, se riuscirete ad aguzzare la vista abbastanza, lo vedrete riflesso nel vetro della cabina telefonica, un errore che diventa di colpo la firma del grande autore.
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Aguzzate la vista e scovate il regista. |
Si perché “Duel” sarebbe già un film fenomenale di suo, se non fosse che realizzarlo così, con questa competenza dell’uso delle arti cinematografiche, e per di più una visione così chiara di che tipo di regista Spielberg avrebbe voluto essere da grande, a venticinque anni, è qualcosa di ancora più incredibile. Un “bambino prodigio” che con questo film ha saputo portare al cinema il suo primo grande dinosauro, il suo primo mostro che pesca in pieno dalle sfide dei duelli western (l’inquadratura sull’auto di David, da sotto le gambe/gomme del camion, sembra lo scontro finale tra due pistoleri pronti a mettere mano ai revolver), ma per stessa ammissione di Spielberg, anche dai film della Toho, infatti l’effetto sonoro che sentiamo emettere al camion nell'ultima scena (per altro riciclata identica in un episodio della serie tv “L’incredibile Hulk”, storia vera) veniva da un vecchio film di mostri “Il mondo perduto” (1925), perché Spielberg voleva che il camion fosse davvero un mostro gigante a tutti gli effetti. Il fatto che poi Steven in carriera abbia diretto a sua volta un film intitolato proprio Il mondo perduto, ci offre davvero la dimensione di quanto “Duel”, abbia aperto il campo a tutto il cinema Spielberghiano futuro.
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Se questa non è un'inquadratura da Western, mi mangio cappello e speroni. |
Se Dennis Weaver è un perfetto protagonista, non è di certo da meno l’altro “duellante”, Spielberg non aveva a disposizione tanti camion da utilizzare per il suo piccolo film televisivo, aspettate che li conto, ne aveva ben… Uno (storia vera). Quando gli è stato concesso di girare scene aggiuntive per la versione cinematografica, Spielberg ha potuto disporre di sei camion, che venivano “truccati” con spennellate di vernice per assomigliare il più possibile a quello utilizzato nella prima versione del film, scherzando Weaver ha dichiarato che il camion, passava più ore in sala trucco di lui.
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Il primo inseguimento, ma anche il primo mostruoso dinosauro della carriera di Spielberg. |
Se nel racconto di Matheson la cisterna è bianca e rossa con la scritta “Keller” (che suona un po’ come “Killer”) su una portiera, nel suo adattamento Spielberg lo trasforma in un leviatano rugginoso, con multiple targhe che ne rendono impossibile la localizzazione presso un solo stato, ma che sembrano anche i denti della creatura, un Golia d’acciaio lanciato su gomme che mette paura quando compare in scena e per certi versi, terrorizza anche di più quando non lo vediamo, proprio come avrebbe fatto dopo di lui Bruce.
Il duello a colpi di astuzia, sgommate e colpi di acceleratore
di “Duel” è una sfida infernale che si consuma a colpi di tensione, avrò visto
il film un centinaio di volte e quando quel dannato manicotto del radiatore
salta, mi sento togliere la terra da sotto i piedi, se Matheson era riuscito a
rendere spaventoso un viaggio in aereo (con il suo bellissimo racconto “Incubo a 20.000
piedi”) qui ha saputo rendere terrificanti anche i viaggi in automobile.
Spielberg invece ha fatto montare la tensione tenendoci tutti per il bavero fino a quel
finale che è grandioso, liberatorio, e che il giovane regista ha potuto girare…
Una sola volta.
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"Sai Volare testa di cazzo?" (cit.) |
Già perché come detto Spielberg disponeva di un solo camion per girare il gran finale, dopo aver posizionate tutte le macchine da presa, una in particolare ha ripreso il momento esatto dello schianto, tanto che Spielberg in sala di montaggio ha dichiarato: «L’operatore meriterebbe una medaglia!» (storia vera). Se Matheson faceva semplicemente esplodere il camion, Spielberg fa una scelta da autore, si sofferma con le macchine da presa sui dettagli, un tubo che perde olio (le gocce di sangue del mostro), lo pneumatico che continua a ruotare ancora per qualche secondo prima di fermarsi per sempre, Spielberg ci tiene a renderci testimoni della morte del mostro, facendoci assistere al suo ultimo respiro.
Se Matheson nel finale del suo racconto lasciava che David
si liberasse in un urlo animalesco di gioia, dopo aver sconfitto il suo nemico,
Spielberg molto più nel suo stile lascia David solo, abbracciato nel calore del
tramonto, a lanciare sassolini finalmente libero dalla paura, il primo dei
tanti uomini ordinari, in situazioni straordinarie della carriera del vecchio
Steven.
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Un caldo e consolatorio abbraccio finale (puro Spielberg al 100%) |
Girato in soli 13 giorni, “Duel” è talmente pieno di ottimo cinema da passare dal piccolo schermo a quello grande, per meriti dimostrati sul campo, anche se parecchi appassionati di cinema nemmeno sospettano che l’esordio di un grande Maestro come Spielberg sia avvenuto sul piccolo schermo. Televisione e cinema hanno pescato a piene mani dal suo esordio, oltre al già citato “L’incredibile Hulk”, anche i fumetti e i cartoni animati hanno omaggiato a più riprese il camion di Spielberg, per non parlare dei film, mi viene in mente almeno una scena di “Jeepers Creepers” (2001), per non parlare di “Radio Killer” che era una scopiazzata senza autorizzazione, non a caso firmato nella sceneggiatura dal maledetto GIEI GIEI, uno che da grande avrebbe voluto diventare Spielberg ma si è perso lungo il percorso.
Anche se l’omaggio cinematografico più chiaro di tutti, in questo piccolo ma grandissimo film che ha coinvolto tutti i miei maestri preferiti, per me resta Brivido, pensate davvero che uno come Stephen King, che ha eretto la sua bibliografia sull'altare di Matheson, non si sia ricordato di "Duel", quando ha provato ad esordire anche lui come regista al cinema? Io ne sono piuttosto convinto.
Anche se l’ispiratore originale invece, il vero Steven Spielberg che oggi compie gli anni, è ancora oggi uno dei più grandi registi viventi in circolazione, uno che che grazie al Maestro Matheson è diventato a sua volta un Maestro, insegnando a tutti che a volte e meglio rinunciare ad un sorpasso per vivere più tranquilli.
Non dimenticatevi di passare a trovare Sam che oggi ci parlerà di un altro bellissimo film di Spielberg, ovvero L'impero del sole.
Grandissimo film, ma chi c'è dentro il camion? Lo zio Steve non l'ha mai riferito hehehe, e forse è proprio questo che l'ha reso mitico xD
RispondiEliminaEsatto è questo il bello, nel racconto Matheson fa leggere al suo protagonista un nome sulla portiera, Keller che lui nella fretta e nell’ansia scambia per “Killer”. Sul set invece quando uno degli autisti del camion chiese a Spielberg cosa motivava il suo personaggio, la risposta del regista è stata: «Sei un grandissimo figlio di…» (storia vera) ;-) Cheers
EliminaNon mi ero mai innamorata di Spielberg finché, molti anni fa, Papà Verdurin mi fece sedere e mi mostrò Duel e poi Lo Squalo, che ancora oggi ritengo tra i migliori film mai fatti. Ancora oggi, se in autostrada non riesco a vedere la faccia del camionista che ho di fianco inizio ad avere i brividi. Hai ragione su tutto Cassidy, gran film, esempio di cinema che parte da un'idea semplice, praticamente un solo attore e il deserto per tutto il film, ma costruisce la tensione con una tale maestria da lasciarti davvero, nel finale, senza fiato. A braccetto con Lo Squalo, grande capolavoro!
RispondiEliminaQuella salita, quella salita non finisce mai, anche se il film lo hai visto tante volte quella salita sembra infinita, questo è un classico, “Lo squalo” imprescindibile. Sorpassare e andare al mare non è mai più stato lo stesso ;-) Cheers
EliminaUrca che pezzone! Bravo Capo e tanti auguri a Steven, che più di qualche gioia mi ha regalato.
RispondiEliminaRicordo che DUEL lo recuperai parecchio tardi ma fu come essere investiti da... Un tir! Piccolo film, girato evidentemente in economia, ma è incredibile come tutto il cinema di Spielberg sia già racchiuso in questo esordio col botto. Firma riconoscibilissima la sua.
Oh, lui a 25 anni sfornava 'sti capolavori, io a 25 andavo pretendevo l'ovetto Kinder dai miei a Pasqua. Trova le differenze...
Zio Steven è uno dei prediletti, su questa Bara sarà sempre ospite d’onore. Spielberg a 25 anni che dirige “Duel” e Shane Black a 26 che scrive “Arma Letale”, non esiste niente di meglio per farti riflettere su tutta la tua vita ;-) Cheers
EliminaAuguri a Steven naturalmente. Sai, penso che se il film fosse finito a Sam, qualcuno gli avrebbe, come al solito, messo sicuramente i bastoni fra le... ruote!!! Del camion ovviamente😂😂😂
RispondiEliminaAlla fine Sam il suo film sui camion lo ha anche fatto e infatti è stato un mezzo casino, meglio far guidare questo camion a Spielberg ;-) Cheers
EliminaFilm spettacolare e recensione altrettanto spettacolare, ma ormai ci hai abituato a standard molto alti!
RispondiEliminaHai ragione su Hitchcock, sul western... E sul momento che spezza l'isolamento mathesiano: la scena dei bambini fu aggiunta dopo per allungare il film che per la TV era più corto. Spielberghiano al 100%, non stona nel film ed effettivamente non l'aveva pensato Matheson!
PS: un piacere festeggiare con te il compleanno di Spielberg! :--D
EliminaTi ringrazio di cuore, Spielberg richiede sempre uno sforzo maggiore che sforzo non è, visto che è uno dei miei preferiti ;-) I bambini e la scena della cabina nel racconto di Matheson non ci sono, aggiungono anche logica, ci sta che Mann provi a chiedere aiuto anche se il Maestro Matheson non gli dava proprio il tempo di pensare ad altro che a salvarsi, quindi le aggiunte sono molto intelligenti secondo me. Cheers!
EliminaUn piacere per per ti ringrazio per l'iniziativa, dimentico quasi sempre i compleanni quindi grazie ;-) Cheers
EliminaIn un vecchio Almanacco del Giallo, Mau Colombo ( uno dei due papà di Dampyr ndr ) scrive praticamente una agiografia di John Milius in cui, tra le altre cose, spiega come il tizio del "napalm al mattino" realizzava cortometraggi intitolati "Superman contro i surfisti alieni" mentre i suoi compagni di classe alla scuola di cinema Spielberg e Lucas lodavano Godard. Mau continua notando come il dinamico duo abbia poi creato cose come Indiana Jones e Star Wars. Ha ragione, of course, ma dimentica che Steve ha iniziato con Duel e Sugarland Express. Sono decenni che si dibatte sul senso della storia. Chi è il truck driver? una condizione kafkiana da cui lo sceriffo a New York deve emanciparsi? Le Eumenidi sul punto di tagliare finalmente il filo? é una variante della classica scommessa con il diavolo? il nulla che tutti ci attende? Dennis bara come Kirk quando sconfigge il test Kobayashi Maru?
RispondiEliminaPeter Falk al posto di Dennis Weaver sarebbe stato credibile, considerato la sua falcata da old mariner di Columbo, mentre salta dalla vettura prima dello schianto? forse no, ma non è bello pensare al suo sorriso - lo abbiamo visto un frappo di volte dopo che ha messo in un angolo l'ennesimo assassino nel serial che lo ha reso immortale - mentre pensa che è stato messo alla prova, le probabilità erano a suo sfavore, ma alla fine torna a casa vincitore. Ciao ciao
Ci sarà un motivo se i due ragazzi meraviglia andavano da Milius a farsi sistemare le sceneggiature (storia vera) se non altro Lucas e Spielberg si sono formati all’università ma anche davanti alla tv, forse sono i responsabili dell’eterno stato di adolescenza del cinema occidentale (Sam Peckinpah non ha mai approvato), ma Spielberg nasce quasi come un regista di genere, esperto in inseguimenti, che poi sono il sale del Cinema ;-) Opto per la Kobayashi Maru, il Camion è un Michael Myers su gomme, non si sa (nel primo film) perché attacca Laurie, ma fa paura anche per quello.
EliminaHai ragione e per altro mi ricordi che io, quell’episodio di Colombo diretto da Steven credo di non averlo mai visto, a meno di uno dei passaggi su Rete 4 che mi faceva vedere mia nonna ;-) Cheers
Dovresti vederlo, se non altro perchè l'attore che interpreta l'assassino - lo farà spesso in Columbo/Colombo - si chiama Jack...Cassidy
EliminaZio Jack Cassidy! Quello di "Assassinio sull'Eiger" grande ;-) Cheers
EliminaMannaggia! è arrivato il 18 dicembre e non ho scritto niente su SS...
RispondiEliminaBeh, ho l'appuntamento dal barbiere; ma quando torno mi metto alla tastiera e provo a esprimere la mia ammirazione per il maestro.
Forse potrei trovare un film meno perfetto degli altri. Avrà fatto un passo falso, no? (per il momento non mi viene in mente niente)
Cassidy avrebbe sicuramente il titolo adatto, se solo quel film non esistesse ;)
EliminaForse potresti trattare War Horse, che a me in realtà non dispiacque, ma non è certo il primo titolo che ti viene in mente se pensi a lui.
Ho visto che alla fine hai scelto 1941 che è uno dei miei Spielberg preferiti, ma il vecchio Steve è scivolato tante volte, ad esempio “War Horse” è un film di culto, ma per i motivi sbagliati! ;-) Cheers
Elimina“War Horse” mi provoca ilarità quando non dovrebbe, e dovrei rivedere la sua guerra dei mondi, che non mi ha mai convinto troppo, ma è dalla sua uscita al cinema che non lo rivedo, per il resto sento come se avessi un titolo nella testa ma niente, il nuoto, come se dovessi immaginare un film che non esiste ;-) Cheers!
EliminaQuello con gli alieni che poi non erano nemmeno i classici alieni (non spaziali ma interdimensionali)? E com'è possibile che me lo ricordi anche se non esiste? Ma allora fino ad oggi ho sempre e solo immaginato di averlo in DVD ;-)
EliminaSpero che Steven non me ne voglia se arrivo tardi al suo compleanno, ma si consolerà sapendo che sono un suo grandissimo estimatore fin da questo suo camionistico esordio cinematografico (televisivamente, si era già fatto notare ancor prima di "Colombo" nella mitica "Night Gallery") col botto ;-)
P.S. Che io ricordi, l'episodio di "Colombo" da lui diretto passa praticamente ad ogni replica della serie...
Allora lo avrò visto di sicuro, dovrò solo cercarlo e togliermi il dubbio, anche "Night Gallery" che figata :-D Cheers
EliminaPeter Falk, quando lo aveva visto dirigere l'episodio, aveva detto: "Questo è troppo bravo per dirigere Colombo".
RispondiEliminaMe lo ricordo bene quell'episodio e già dalla carrellata iniziale che parte dalla strada per arrivare dentro un ufficio dove comincia l'azione, si vede la mano di uno che vuole andare oltre. Mi ricordo proprio che avevo notato la cosa e subito dopo era apparso il nome di Steven.
Comunque Duel gran film, uno dei miei preferiti.
Ma becchi sempre le immagini dei registi che impongono le mani! :D
Perché secondo me i registi hanno tutti dei parenti italiani per quanto gesticolano ;-)
EliminaOra ho il dubbio, io credo di non averlo mai visto quell’episodio diretto da Spielberg, a meno che mia nonna non mi avesse fatto vedere anche quello visto che non si perdeva una replica, prima o poi me lo cercherò. Cheers!
Capolavoro! Di tensione, e di recensione. Applausi!
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo, Spielberg è uno dei miei preferiti, quindi va trattato a dovere ;-) Cheers
EliminaAssieme a 1941 e Jaws si può considerare il miglior film di uno Spielberg che ormai non è più qui!
RispondiEliminaLo penso anche io anche se mi piace molto anche "Sugarland Express", poi è arrivata la fase aliena con "Incontri ravvicinati" (altro bomba) anche se viene preferito "E.T.", la trilogia di Indy non la cito nemmeno, quella è leggenda. Dopo Spielberg è cambiato, mi piace l'autore che è oggi anche se il processo in mezzo di trasformazione non è stato facile. Cheers!
EliminaÈ sicuramente un esordio impressionante, ma sarebbe un film eccezionale anche se fosse stato il quinto o il sesto.
RispondiEliminaWeaver davvero un ottimo protagonista e l'autocisterna è un mostro che ha poco da invidiare a Bruce, anche perché per assurdo è una situazione molto più credibile di quella del pescione.
Concordo in pieno, è molto più probabile ritrovarsi per strada come David Mann ma quello che impressiona è la chiarezza del 25enne Spielberg, che sapeva già che tipo di cinema voleva andare a fare, tutto questo rende “Duel” un film ancora più impressionante. Cheers!
Elimina"Sai volare testa di cazzo" non poteva mancare eh? :-)
RispondiEliminaDa piccolo andavo matto per questo genere di film, e per quanto girato con due spicci per me resta invecchiato bene, è tanta roba.
Ma davvero in Radio Killer c'era lo zampino di Doppia Giei? Ce l'avevo in cassetta, eppure non mi sono mai sognato di accostarlo a The Duel, non mi è passato nemmeno per l'anticamera del cervello.
p.s. in quella foto Spielberg sembra Norman Bates
EliminaSecondo te io potevo mettere su quella foto, una didascalia diversa? Io?! ;-) D’altra parte “Tremors” è “Lo squalo” con la sabbia al posto dell’acqua quindi tutto torna.
EliminaTi stupiresti di scoprire dove è arrivato “il maledetto” durante la sua gavetta, il fatto che non tu non ti sia mai sognato di accostarlo a “Duel” è la prova che già allora sbagliava, e anche male. Cheers!
Landis è stato l'unico che lo ha convinto a recitare (anche se una sola battuta), ma più che l'impiegato in pausa pranzo, io avrei optato per il Serial Killer, gli occhiali lo addolciscono parecchio sempre detto. Cheers
EliminaLo vogliamo dire che Spielberg ha tenuto a battesimo Colombo con un "libro falso"? Quando si inizia parlando di pseudobiblia, è chiaro che si può solo migliorare :-P
RispondiEliminaScherzi a parte, ero piccolissimo quando in famiglia abbiamo visto in TV questo "Duel", senza sapere niente di Spielberg men che meno di Mathson, sapevamo solo che un filmetto semplicissimo ci stava ammazzando di fifa! Sin dalla prima autoscuola penso a questo film quando vedo un camion nello specchietto.
Tempo fa il figlio di King ha sceneggiato una versione a fumetti di questo film, o forse era una reinterpretazione: trovata su bancarella l'ho regalata a un amico (spacciandola per nuova!) ma prima me la sono letta. Non ricordo una sola singola parola, quindi diciamo che non mi ha colpito come l'originale :-P
P.S.
EliminaAll'epoca mi è molto piaciuto "Radio Killer" ma ignoravo che fosse scritto da J.J., ora perciò mi toccherà odiarlo :-D
Oh grazie per il link, perfetto per approfondire questo episodio di “Colombo” che proprio non ricordo ;-) Si Joe Hill ha cercato di trasporre a fumetti il racconto di Matheson, senza le modifiche fatte nel film, di sicuro è stato suo padre a costringerlo a farlo come compito per le vacanze, qualcosa tipo: «Devi studiare Matheson! È grazie a lui che ti ho potuto mandare all’università!», concordo con te, mille molte meglio il film e diecimila volte meglio il racconto originale ;-) Cheers
EliminaL'ho visto una sola volte e lo ricordo poco, pensa che "il maledetto" ha messo le mani anche in "Armageddon", solo che in quel casino la paternità delle sue idee strampalate è stata assegnata d'ufficio a Michael Bay ;-) Cheers
Eliminavisto una volta su... Duel, ex canale della ex-paytv Stream, ma non mi colpì particolarmente proprio perché non spiegava abbastanza, non c'era nemmeno un colpo di scena finale a la Hitchcock.
RispondiEliminaMatheson lo adoravo invece in "Twilight Zone" (quando dire "Twilight" non significava vampiri sbrilluccicosi!). Su tutti ricordo il pochissimo celebrato "Un mondo su misura", spettacolare chiusura della prima stagione!
Al secondo posto l'episodio in cui Agnes Moorehead (la Endora di Vita da Strega) difende la propria casa da minuscoli invasori (extra)terrestri (ecco cosa intendo per twist finale, che in Duel o ne Gli Uccelli purtroppo manca) :D
L’episodio degli invasori è uno dei miei preferiti di tutta la serie, una protagonista sgradevole e per questo moderna (lo sarebbe ancora oggi) con un colpo di scene fantastico. A “Duel” non credo che serva il colpo di scena, sia nel film che nel racconto, che era un modo di far emergere la natura umana, che tutti conosciamo e che al volante viene fuori con più facilità. Cheers
EliminaMa tu guarda...se ne parlava giusto ieri.
RispondiEliminaNon so se e' vero quel che dicono i detrattori, ma di sicuro non vale per film come questo.
Esordio col botto, anche se dal canto mio l'ho recuperato tempo dopo.
Lo Squali e il primo film di Indy me li ero gia' visti. Eppure, stentavo a credere che fosse suo.
A riprova che tanti registi esordiscono con roba fortissima, per fare colpo.
Beh, se questo e' il suo filmato promozionale...direi che e' un ottimo biglietto da visita.
Tesissimo, tiratissimo fino al limite.
Col protagonista che oltre ad essere sull'orlo di un precipizio (in tutti i sensi), e' anche sull'orlo di una crisi di nervi.
Oltre che a perdere la vita, rischia di perdere la sanita' mentale in piu' punti. Assediato da un nemico che rimane invisibile, nonostante non passi certo inosservato con la stazza che si ritrova.
Ha dato spunto a decine di film, horror compresi.
Perche' non c'e' nulla di soprannaturale, eppure...come l'autostoppista di The Hitcher o i teppisti di Distretto 13, c'e' quel particolare che li rende tutto fuorche' normali.
Il tir sembra dotato di vita propria, quasi posseduto da un'entita' demoniaca come Christine o la macchina nera di The Car. O un certo mammifero subacqueo dai denti aguzzi di nostra conoscenza, dotato di astuzia quasi soprannaturale.
Lo ha omaggiato pure Araki con un celeberrimo episodio nella terza serie di Jojo. Con tanto di tavola calda dove i protagonisti sperano di trovare il pirata della strada che li perseguita. E nel dubbio...menano tutti.
E piglia in giro anche il fatto che del diabolico autista (ma sara' vero, o e' solo una proiezione del camion?) si veda solo il braccio sporgere dal finestrino.
Nel manga lo fa perche' il tizio e' un nanetto con la braccia piu' grosse del corpo!
Ma anche la macchina del protagonista ha un anima, in fin dei conti.
E' vero, alla fine fa da punching-ball per il tir e viene ridotta ad un mucchio di lamiere contorte su quattro ruote (sgonfie).
Pero', come un baldo destriero, si sacrifica per il suo padrone finendo nel burrone insieme al mostro.
Che non si dica che le auto non hanno un'anima, eh.
Una volta alla vecchia giardinetta di mio padre diedi della carretta, per scherzarci su.
Beh, non ci crederete ma ci pianto' li' in asso. E la dovemmo riportare a casa a spinta.
Parte tranquillo, in pieno centro cittadino. E poi finisce in una lotta per la sopravvivenza allontanandosi dalla citta' e dalla civilta', nel bel mezzo del deserto.
Un'ambientazione ed un contesto piu' difficili rispetto alla sua controparte marina. Dove la convivenza forzata tra tre uomini e tre diversi modi di pensare dava vita ad una situazione sul filo del rasoio.
Qui il protagonista e' solo coi suoi pensieri. Ma Spielberg rende il tutto egualmente esplosivo e appassionante, dal primo all'ultimo minuto.
Piccolo capolavoro. Da riscoprire.
Più che da riscoprire da ricordare, alcuni ancora non lo conoscono, specialmente tra i cinefili. Cheers!
EliminaEh, tra i migliori di SS senza alcun dubbio.
RispondiEliminaIl fatto che fosse televisivo, ma comunque risultato perfetto per il cinema, è qualcosa che lo descrive già come grandioso... adattabile a più medium.
Non è nemmeno facile far funzionare un'opera aggiungendo delle scene, peraltro...
Non solo Brivido... oltre il cinema, è stato omaggiato un sacco di volte^^
Moz-
Si davvero ovunque, penso solo ai fumetti. Ogni volta che ho visto scene aggiunte per un film, é stato quasi sempre un disastro, "Duel" é un esempio positivo anche in questo ;-) Cheers
EliminaPermettimi una battuta, più che un'auto più grossa, una grande auto :D
RispondiEliminaSai benissimo cosa ne penso, grandissimo film punto.
Comunque sì, effettivamente Weaver assomiglia a Scheider, bellissima citazione ;)
Come il pennello Cinghiale ;-) Lo so bene e ti faccio i complimenti per il tuo super post Spielberghiano di ieri. Cheers!
EliminaCi ho messo qualche anno prima di riuscire a vedere per intero questo gioiellino di opera prima.
RispondiEliminaIn passato lo trasmettevano relativamente spesso, che fosse di sera o di pomeriggio, ma lo beccavo sempre già iniziato, e me lo vedevo comunque, tranne forse una volta che interruppi poiché aspettavo amici per uscire e: "Che stavi facendo?" - "Vedevo un po' di 'Duel'..." - "Il film del camion contro la macchina rossa? Mitico!"
Una storia semplice che sa incollare lo spettatore davanti allo schermo, perché ha un ritmo narrativo perfetto, i pensieri di David gli parlano e lo rendono partecipe... Poi, riprese di inseguimenti come se fossero semplicissime, tanto che alcune mi risulta sono state riciclate (vendute?) per altri film.
Aggiungo un particolare sul camion, che sebbene fosse soltanto uno, fu scelto con particolare cura affinché desse l'idea di un mostro cattivo.
Qualcuno ha lamentato la non esplosione finale del camion, ma la cosa è stata saggiamente evitata poiché un'autocisterna piena non avrebbe potuto tenere il passo di un'automobile in salita. Per cui tocco di realismo in più.
Esatto, non sarebbe potuta andare così forte e il camion, bianco e rosso nel racconto, qui diventa un leviatano rugginoso, un vero mostro su gomme. Cheers!
EliminaEhi Cass, hai mai visto, o almeno consoci, l'anime M"agica Emi" ?
RispondiEliminaBè penso che che quasi tutti quelli che seguono il blog lo conoscono almeno di fama .
"Echeccentra?" ti starai chiedendo ?
C'entra che l' ep 16 fa il verso a Duel, con i protagonisti in auto inseguiti per tutto l'episodio da un minaccioso camion !
Se tu o gli altri volete dargli un occhiata ( non mi prendo responsabilità sul tempo perso a guardarlo nel caso vi faccia schifo )......
Sentito parlare sicuramente, forse ho visto anche qualche puntata, ma di sicuro non quella citata, però é un'altra conferma del fatto che il film di Spielberg ha influenzato davvero chiunque anche gli anime ;-) Cheers
EliminaI giappi hanno una fissa per Duel: lo hanno citato pure nel manga/anime "le bizzarre avventure di jojo" ed è una citazione interessante, perché al posto del camion c'è una auto di cui non si vede mai il pilota, a parte il braccio , e che potrebbe ricordare un altro famoso film ....
EliminaMa per il resto , è Duel rifatto tale quale ( a parte gli stand, per chi conosce Jojo..) , con tanto di scena alla stazione di servizio dove devono scoprire chi sia l'autista .
Non sei il primo che mi segnala questo omaggio di jojo al film di Spielberg, una serie che se mai riuscirò ad iniziare mi regalerà molte gioie nel sono certo ;-) Cheers
EliminaDi Matheson ho letto solo "io sono leggenda", gravissima colpa lo so. Magari con la scusa di recuperare questo racconto mi compro qualche antologia dell'autore.
RispondiEliminaPoi recuperò il film, che non ho mai visto.
Considera che se "Io sono leggenda" non è il mio libro preferito poco ci manca. Ti consiglio il classico e facilissimo da reperire "Duel e altri racconti" che contiene storie bellissime di Matheson, ti piacerà molto ne sono certo e poi, "Tre millimetri al giorno", che é tipo un manuale di di come bisognerebbe scrivere della fiction per quanto é bello. Cheers!
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