Il 2020 è un anno pazzo che forse sarà meglio cercare tutti di dimenticare e negare, un po’ come fanno i protagonisti del film di oggi con il loro passato. Però nel suo essere una cifra tonda ci permette di volgere lo sguardo al passato in cerca di compleanni, ad esempio anche il 1990 a follia era bene messo, infatti non poteva mancare un titolo di David Lynch, che compie trent'anni, anche se sarà per sempre un adolescente con un cuore selvaggio.
Invoco il vostro perdono ma devo fare una doverosa premessa, il mio rapporto di appassionato di cinema con David Lynch è stato più strambo di alcuni dei suoi film, credo di aver visto e apprezzato quasi tutti i suoi film, pur avendo passato decadi della mia vita senza aver mai visto mezzo episodio di Twin Peaks. Il telefilm (allora li chiamavamo ancora così) che ha dato una clamorosa spallata alla serialità televisiva, e fatto guadagnare al regista con il ciuffo la sua etichetta di “genio”, “visionario” e tutte quelle belle parole che i cinefili colti, con la pipa e gli occhiali, amano appiccicare in fronte a Lynch.
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"David qual è il segreto...", "Lacca spray", "... Del tuo cinema?", "Ah pensavo parlassi del mio ciuffo" |
Quando poi come vi ho raccontato, sono finalmente riuscito a vederlo per intero come meritava “Twin Peaks”, ho capito un dettaglio fondamentale di David Lynch: è uno dei più scemi che ci siano in circolazione. Prima di mettere mano a torce e forconi come se fossi la creatura di Frankenstein, sappiate che lo dico come lo direi ad un vecchio amico, l’idiozia è un valore e l’umorismo di Lynch è una chiave di lettura importante delle sue opere. Se volete sapere il mio parere (e se mi state leggendo probabilmente è così), tra tutti i suoi film matti, il più selvaggio (fin dal titolo) resta “Wild at Heart”, nato da una costola proprio di Twin Peaks.
Curiosamente “Cuore selvaggio” in Italiano ha lo stesso titolo di un’omonima telenovela, anzi a ben guardarlo ne condivide molti degli elementi, come già era appunto per “Twin Peaks”, nato anche con l’intento di smontare con il cacciavite, molte delle soluzioni canoniche fino allora sul piccolo schermo, che arrivavano proprio dalle “Soap opera”, che si chiamavano così perché erano intervallate da pubblicità di saponi e detersivi e per questo, puntavano tutto su storie d’amore pensate per un pubblico di casalinghe, ma sto divagando nemmeno fossi Sailor Ripley, se per caso mi vedete indicare e dare calci all'aria fermatemi ok?
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Balla come se non ci fosse nessuno a guardarti. |
Tra la prima e la seconda stagione di “Twin Peaks”, David Lynch era in fuga, in cerca di una storia per tornare sul grande schermo, quando gli capitò per le mani il romanzo omonimo di Barry Gifford, sapeva di averla trovata, quindi “Wild at Heart” è stato una vacanza dal piccolo schermo, anche se proprio dalla cittadina di Twin Peaks arrivano Sherilyn Fenn (qui negli insanguinati panni della ragazza uscita viva dall'incidente, quasi un’altra incarnazione della sua Audrey Horne) e Sheryl Lee in un ruolo breve e acidissimo. Lynch le ha volute entrambe colpito dal loro talento, ma se sulla Fenn non ho nulla da cavillare, lasciatemi dire che Lynch è anche l’unico sul pianeta ad aver visto del talento in Sheryl Lee, almeno fuori dalla coperta di plastica di Laura Palmer.
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Sherilyn Fenn sempre bellissima, anche durante una brutta giornata. |
La costante per Lynch è sempre la stessa, quelli che non lo apprezzano o non lo capiscono lo considerano una sòla, gli altri gli danno del genio per qualunque cosa faccia, come Petrolini gli dicono bravo anche quando tace. Lo so che sto esagerando ma è più o meno quello che è accaduto al 43º Festival di Cannes, dove una giuria presieduta da Bernardo Bertolucci ha consegnato la Palma d’oro come miglior film a Lynch, scatenando l’ira funesta dei critici, tra cui Roger Ebert che non ci aveva visto proprio niente di geniale in “Cuore selvaggio” (storia vera).
Di mio, quando si tratta di Lynch, non sono né tra quelli che lo considerano geniale anche quando fa recitare i coniglietti, ma nemmeno lo considero un cretino, cioè sì, ma un cretino come lo direi ad un amico di vecchissima data, quindi se devo scegliere di guardarmi una storia d’amore tra una bionda sexy e un Elvis-maniaco, ambientata lungo le strade d’America, piena di personaggi assurdi e che finisce con una sparatoria, io non ho dubbi, vado a rivedermi Una vita al massimo. Ma bisogna essere intellettualmente onesti, David Lynch con “Cuore selvaggio” ha battuto strade che altri dopo di lui avrebbero seguito.
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Tranquilli, questi due sono andati in avanscoperta. |
Se per la parte di Lula, David Lynch ha voluto la sua musa Laura Dern (che più sexy di così, non è mai più stata), per l’eccentrico protagonista Sailor, ha voluto il più eccentrico di tutti, uno dei miei preferiti (e anche del mio cane che si esalta quando lo vede comparire in tv. Storia vera, mica solo Lynch è strambo, che credete?), ovvero Nicolas Cage. Uno che aveva già dimostrato di poter andare sopra le righe con film come “Arizona Junior” (1987) e “Stress da vampiro” (1989), ma che con questo film è stato lasciato libero di improvvisare sul set, che con Nicolas Cage di mezzo equivale più o meno ad accendere l’interruttore, dopo aver dimenticato il gas aperto.
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Love me |
Sapete cosa dico sempre dei primi cinque minuti di un film no? Ne determinano tutto l’andamento, quelli di “Cuore selvaggio” ti fanno precipitare nel mezzo di una storia che pare già cominciata, come se questa fosse la puntata numero 1432 di una telenovela. A Cape Fear (citazione cinematografica? Non sarebbe l'unica), da qualche parte lungo il confine tra la Carolina del nord e quella del sud, Marietta la mamma di Lula (interpretata da Diane Ladd, la vera madre di Laura Dern) cerca di far accoltellare Sailor sulle scale, colpevole secondo lei di aver cercato di farsela, lo so che avrei dovuto scrivere qualcosa di più delicato tipo, aver cercato di sedurla, ma il film non va tanto il sottile quindi non formalizziamoci.
Sailor spacca il cranio al suo aggressore e vince 22 mesi (e 18 giorni) al gabbio, ma solo dopo una scena in cui Nicolas Cage può fare quello che gli riesce meglio, ovvero indicare con il dito, come se non ci fosse un domani. Non so voi ma solo il mio cane si esalta più di me quando vedo il nipote di Francis Ford Coppola indicare con la gestualità esagerata che di solito hanno solo i personaggi dei fumetti, di cui per altro Cage è enorme appassionato.
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“Tirami il dito” |
I 22 mesi e le pressioni materne non fanno cambiare idea a Lula, decisa a passare la vita con Sailor, infatti il film comincia (e per altro finisce anche, ora che ci penso) con lei che lo va a prendere in auto all’uscita della prigione, portandogli la sua amata giacca di pelle di serpente, quella che Sailor nel film ripeterà per circa un milione di volte, essere il simbolo della sua individualità e della sua fede nella libertà personale. Se vi interessa saperlo, l’iconica giacca arrivava dritta dalla collezione personale di Nicolas Cage, il cui armadio deve essere una cornucopia di giacche da Rockstar da far impallidire (cioè, far impallidire ancora di più) uno come Marilyn Manson, che per altro ha dichiarato più volte che questo film, è la sua storia romantica preferita (storia vera).
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Innamorati pazzi, in cui pazzi è la parola chiave. |
Sailor e Lula sono due vere Rockstar, inutile girarci attorno Nicolas Cage ha cantato lui stesso i pezzi di Elvis in cui vediamo esibirsi Sailor, tra cui “Love me tender”, la canzone simbolo del Re del Rock, che Sailor conferma canterà solo alla sua futura moglie. Per capire (parolone!) “Cuore selvaggio” per quello che mi riguarda, basta una scena, quella della discoteca.
Lula e Sailor ballano come due posseduti in un locale dove si sta esibendo un gruppo Metal, quando uno stronzetto fa l’errore di provarci con la bionda e successivamente, di insultare la giacca di pelle di serpente di Sailor, che ovviamente prima ferma la musica con un gesto della mano (Cage indicando può fare tutto), e dopo aver gonfiato il tizio come una zampogna inizia a cantare lui un pezzo di Elvis, mentre la sua esibizione è seguita da una serie di urla di ragazzine isteriche che risultano del tutto posticce, quasi registrate (anche perché lo sono per davvero). Lynch per una scena così si becca del genio, se l’avesse diretta John Waters identica, non credo che le reazioni sarebbero state le stesse, ma il risultato non cambia, Sailor e Lula affrontano questo mondo cattivo e senza pietà, che racchiude dentro di sè un cuore selvaggio, plasmandolo a loro piacimento, sono Tulip e Jesse Custer in fuga per le strade d’America, prima che Garth Ennis abbia anche solo deciso i nomi dei suoi personaggi, vivono in un mondo creato da loro come due eterni ragazzini, che hanno come barometro Elvis e “Il mago di Oz” (1939), che infatti Lynch demiurgo dei suoi personaggi utilizza per aggiungere quel tocco di stranezza ad una storia, che era già bizzarra di suo.
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Come nel Mago di Oz, per scappare basta battere i tacchi. |
Penso che “Il mago di Oz” sia l’opera più citata dell’immaginario occidentale, forse anche più di Guerre Stellari, Sailor e Lula non vanno semplicemente a New Orleans, secondo loro stanno raggiungendo la città di smeraldo e ovviamente la terribile suocera Marietta è la perfida strega dell'Ovest, che nel suo delirio si cosparge il volto di rossetto, come Margaret Hamilton faceva con il cerone verde per interpretare il personaggio nel film del 1939, uno dei preferiti di Lynch, ma questo mi pare anche ovvio, visto che “Cuore selvaggio” è la sua personalissima interpretazione. Questo spiega anche perché Lula, nei momenti peggiori, batta ripetutamente i tacchi delle sue scarpe rosse e in effetti, sono molti i momenti in cui Lula cerca di evadere dalla realtà.
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La strega malvagia (e truccatissima) dell'Ovest. |
Nella terrificante scena del suo stupro (che mi traumatizzo tanto da farmi accettare anche Laura Dern in versione tredicenne, con i bigodini in testa) la ragazza mente sulla dinamica, ma trattandosi di un mondo cinematografico creato ad arte per tenere i due protagonisti in una sorta di bolla, Lynch ci mostra come si sono svolti per davvero i fatti nel flashback. I personaggi in questo film mentono creando le loro verità, i flashback invece sono onesti, vale per le ragioni dell’odio di Marietta nei confronti di Sailor, ma forse anche per le avventure erotiche del pitonato in giacca di serpente, quando parla della tizia con i pantaloni arancioni, che per quello che sappiamo potrebbe essere tutta una sua fantasia erotica.
Il difetto di “Wild at Heart” è forse il fatto che dura 124 minuti, ma stringi stringi, avrebbe potuto durare 40 minuti, perché David Lynch a suo modo rende omaggio alla natura episodica del libro, accumulando scene e situazioni che a volte non portano da nessuna parte, ma di sicuro espandono il mondo cinematografico in cui i suoi due amanti si muovono e ballano (dando calci all’aria come fa Nick Cage). Nel farlo un sacco di attori mitici trovano un ruolo, come uno dei miei preferiti, un fedelissimo di Lynch come Harry Dean Stanton, nei panni di Johnnie Farragut (anche se io ogni volta sento “Farrabut”, storia vera), oppure quel matto col botto di Crispin Glover, che qui interpreta il cugino Dell, il tipico personaggio che spiega come mai questo sia ancora uno dei film con più alto tasso di persone fuggite dalla sala prima dei titoli di coda.
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"Harry Dean che piacere!", "Cassidy non può stare senza di me" |
A proposito di fedelissime di Lynch, Isabella Rossellini anticipa Daenerys “Shakira” Targaryen per il look della sua Perdita Durango, personaggio approfondito da Barry Gifford in uno dei suoi libri e portato al cinema nel 1997 da Álex de la Iglesia, dove il personaggio però era interpretato da Rosie "Chi non salta bianco è" Perez.
Certo che Perdita Durango è un nome veramente figo. |
Ma se parliamo di personaggi folli, signore, signori, fate spazio, perché un paragrafo tutto suo lo merita il Bobby Peru di Willem Dafoe. Il personaggio entra in scena dopo una fugace apparizione di prosperose signorone nude che sembrano uscite da un film di Fellini (giusto per ribadire che tutto attorno ai personaggi è un mondo cinematografico volutamente posticcio), ma non passa inosservato, con quei denti storti e disgustosi e il baffo sottile, che ricorda molto lo stile di John Waters, perché nulla mi toglie dalla testa che il padrino del Trash (e questa secondo me è l’unica occasione in cui si può utilizzare questa parola abusata), sia il modello di riferimento di questo film, alla pari di Elvis e il mago di Oz.
"Cattivo come adesso non lo sono stato mai..." |
Willem Dafoe ha dimostrato in carriera di saperli interpretare i cattivi anche in film pieni di Rock ‘n’ Roll, ma il suo Bobby Peru gioca in una categoria a parte, non è solo malvagio e manipolatore, fa proprio schifo per quanto è viscido, il suo approccio a Lula è l’equivalente di uno stupro, non si arriva alla violenza, non quella fisica per lo meno, ma la volontà di umiliare la ragazza è sordida allo stesso modo. Bobby Peru è il serpente tentatore nell’Eden che Lula e Sailor si sono creati da soli, come mi sia venuta fuori questa frase non lo so, però suona bene, quasi quasi la lascio.
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Un vero gentiluomo, uno d’altri tempi quasi (sì il medio evo!) |
Il lungo chiacchierare (anche attorno al nulla), i personaggi eccentrici e le esplosioni di violenza come nel finale, hanno fatto scuola. Basta dire che in molti Paesi la decapitazione a colpi di fucile di Bobby è stata censurata, ma la mattanza finale grottesca (con tanto di cane che fugge con una mano mozzata, chiaro omaggio a La sfida del Samurai di Kurosawa) ha aperto la via a tutto il cinema degli anni ’90, per quello che mi riguarda “Cuore selvaggio”, piazzato proprio all'inizio del decennio, è stato il film che ha tenuto a battesimo tutto il cinema che avremmo visto fino al 2000. Quando si parla di cinema americano degli anni ’90 uno dei primi nomi a cui si pensa è sicuramente Quentin Tarantino, ma a ben guardare è stato Lynch a fare del cinema “Tarantiniano”, quello che ancora oggi tanti tentano invano di replicare, ironico visto che lui il suo aggettivo lo aveva già, “Lynchiano”.
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Citazioni per un cinofilo cinefilo. |
Ecco, visto che l’ho utilizzato, il finale del film è quando di più “Lynchiano” possa esserci, per quella che sembra una telenovela tagliata con dose abbondanti di “Il mago di Oz”, il finale non poteva che essere ai limiti del cattivo gusto, ma sempre filtrato da quell'ironia surreale che ti fa pensare amorevolmente: David, sei un coglione ti voglio bene. Per lo meno davanti alla fatina Sheryl Lee la mia reazione è questa.
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Ecco qui David, sei più in acido del mago di Oz. |
“Cuore Selvaggio” ha anticipato Preacher e Tarantino, lanciato per sempre nel mondo quella bomba atomica bipede che risponde al nome di Nicolas Cage, che è il vero mattatore di tutta la pellicola. Il battesimo del fuoco di un intero decennio per il cinema americano, che per molti versi è stato cattivo e senza pietà (nei riguardi di molto cinema precedente) ma racchiudeva dentro di sè un cuore selvaggio.
Quindi auguri “Wild at Heart”, non rinunciare mai alla tua
giacca di pelle di serpente.
Lo sapete che rappresenta il simbolo della sua individualità e la sua fede nella libertà personale vero? |
Coppola da quanto rimase colpito dal film, addirittura fece un premio a sé durante il Festival di Cannes. Defoe qui in uno dei duoi ruoli più fuori di testa nella sua carriera. Adoro la coppia Dern e Cage, l'inizio è subito nella storia con quel pestaggio violentissimo (che ultimamente è stato citato in OSuth Park durante lo scontro tra il presidente Sony e Bill Gates per il dominio del Black Friday). Tralasciamo i gusti di Lynch con le sue donne, sempre il top, di questo film ammiro tantissimo il primo doppiaggio, il secondo è stato un fallimento.
RispondiEliminaPer fortuna credo di averlo sempre visto in originale oppure con il vecchio doppiaggio, concordo sui gusti in fatto di signora di Lynch che qui ci ha regalato forse uno dei più spregevoli cattivi mai visti, oltre che ad una coppia di protagonisti che non si dimentica ;-) Cheers
EliminaConfermo che il secondo doppiaggio è ai livelli della pejor telenovela de Caracas... per il resto mi calo nei panni di René Ferretti e grido: Genio!!!
RispondiEliminaSono ben felice di essermelo perso allora ;-) Cheers
EliminaUna cosa che non scordo mai in questo film è la bellissima colonna sonora di Badalamenti. Qui ipnotica più che mai!
EliminaBadalamenti ha questo andamento, perfetto per i film di Lynch. Cheers
EliminaAnch'io l'ho visto ignorando "Twin Peaks" ma proprio non sono riuscito a collegarmi con Lynch, forse dovrei rivederlo a trent'anni di distanza, e la tua recensione in effetti mi ci spingerebbe.
RispondiEliminaDi sicuro Nicolas si è trattenuto, facile gli dessero del tranquillante sul set, perché uno come Cage può andare a ròta molto più di così: questo è un ruolo moderato, per lui :-D
Scherzi a parte, quando in famiglia arrivò Tele+1 appena nato quel canale non aveva tantissime prime visioni, all'inizio, e quando si comprò "Cuore selvaggio" adottò una sottile e discreta campagna pubblicitaria: ogni cinque secondi mandava un suo spot! Il film è come se l'avessi visto mille volte, perché fra trailer, anticipazioni, videoclip, speciali e cacchi vari, non c'è stato un solo giorno senza immagini di questo film trasmesse dal canale, quindi tutte le immagini che hai messo le so a memoria, ma il film dopo decenni lo ricordo poco e niente.
In pratica adottarono la stessa linea di pubblicazione dei canali Youtube, avanguardia!
EliminaCi ho messo una vita a capire l’umorismo di Lynch, che penso emerga molto soprattutto in “Twin Peaks” più che nelle sue pellicole, sul serio Nick Cage qui quasi in controllo, anche in carriera ha dimostrato di poter esplodere di più, mooooolto di più! ;-) Cheers
EliminaHanno creato un film-mosaico, direi che avevano puntato giusto un po’ su questo titolo ;-) Cheers
EliminaCon quello che pagavano le prime visioni, c'è da capirli se pompavano ogni mese i nuovi film. Anche perché ne compravano a secchiate, oltre che fiumi di film classici. Inoltre Tele+1 all'epoca era l'unico modo di vedere in TV un film senza pubblicità, e di spot ne mandava giusto qualcuno prima e dopo il film. Non aveva TG, spettacoli televisivi o che altro, quindi trasmetteva film tutto il giorno inframmezzati da video e videini sempre legati ai film, per la mia gioia: ho riempito cassette e cassette di speciali d'ogni tipo, fatti apposta da Tele+
EliminaQuello che adoravo - e Cassidy mi può capire - era la rubrica "Soundtrack". Prendevano una colonna sonora di un film e la mandavano per intero sulle immagini del film stesso, come se fosse un vero videoclip, anche se erano cose fatte da loro. Erano speciali deliziosi, in occasione di una festa passarono un'intera serata a trasmettere colonne sonore in quel modo. Che tempi...
La ricordo anche io la rubrica “Soundtrack” era una meraviglia perché permetteva di scoprire canzoni e godersi delle anteprime di film notevoli, era proprio un altro modo di intendere il canale tematico. Cheers!
EliminaMi sa che è arrivato il momento di recuperare questo gioiello.
RispondiEliminaUna volta nella vita va visto, anche perché somiglia giusto a "Una vita al massimo" per qualche elemento, ma la verità è che non esiste niente come "Cuore selvaggio" ;-) Cheers
EliminaVisto quest'anno come saprai, diciamo che mi ha lasciato un po' così, ma indubbiamente ha grandi qualità e grande valore ;)
RispondiEliminaLynch fa questo effetto, non prende prigionieri ;-) Cheers
EliminaQuesta non me l'aspettavo...
RispondiEliminaChe e' un po' quello che si puo' dire di tutti i film di Lynch. O almeno la maggior parte ("The Elephant Man" e' intoccabile, a parer mio).
E dici che si sono infuriati perche' ha vinto la Palma D' Oro?
Ma questo e' niente.
Pensa al putiferio quando Nick ha vinto l' Oscar...
E in un certo senso qui ne getta le basi.
Scoperto dai Coen, qui Cage affina la tecnica ed inizia il percorso che culminera' in "Via da Las Vegas".
E a conti fatti e' l'unica cosa per cui lo cercano anche adesso che e' in disarmo, e che sa fare ancora bene.
Il matto, con corollario di facce strane.
Lynch o lo si ama o lo si odia. Non esistono mezze misure.
Ma forse la cosa da fare, come suggerisci tu, e' di prenderlo cosi' com'e' senza farsi troppe domande.
Lo si tratta come un vecchio amico mezzo matto.
Gli si da' una pacca sulla spalla e gli si dice SISSI' OH, SE SEI CONTENTO COSI'...
E poi non appena ci si gira ci si tocca la tempia col dito, per indicare quelli suonati.
Ma senza farsi vedere, che poi si offende e non si fa, che gli si vuol bene.
Da vedere, anche se il titolo non incoraggia.
E in effetti, se si parla di una girandola di situazioni e personaggi folli e assurdi, il film del TONY scorre via' piu' liscio. E sembra persino piu' facile da digerire.
L'importante e' sapere quel che ci si aspetta, quando si guarda un film di Lynch. Solo cosi' non si corrono rischi.
La scena che mi e' rimasta impressa e' quella dei due protagonisti che ballano nel deserto.
Sara' ma a me Nick sembra che stia improvvisando un Kata di qualche arte marziale.
Liberi di non crederci, ma io e un mio amico l'abbiamo replicata tale e quale (ok, la piroetta no) durante quel mio viaggio negli USA, nell'ormai lontano 2004.
Insomma, fai quello che sai che sara' il tuo unico viaggio negli states per il resto della tua vita, e che fai?
Ovvio, ti metti a replicare tutte le scene piu' famose (e sceme).
L'abbiamo fatta nella Death Valley, dopo esserci fermati al bordo della strada.
E non vi dico una mattina in una tavola calda a Flagstaff, dove abbiamo ripetuto il discorso iniziale di "Pulp Fiction" mentre facevamo colazione.
Irrecuperabile, lo so.
Un ultima cosa.
Forse Lynch e' andato in fissa con quelle due, e le ha considerate le sue due muse ispiratrici.
Ok, piu' Sheryl Lee. Anche se spesso le confondo, e le considero la stessa persona. Forse perche' le considero unite dalla stessa mancanza di qualsivoglia talento.
Parere mio, ci mancherebbe altro.
Ma sinceramente non ho mai capito cosa ci abbia trovato in Sheryl Lee e Sherilyn Fenn.
La prima, senza offesa, ma a recitare e' una cagna maledetta (con tutto il rispetto per le femmine di cane).
Tanto bella quanto imbarazzante.
Poi ci si stupisce se le hanno fatto fare il cadavere.
Non sai mai cosa potrà uscire da questa Bara ;-) Nicolas Cage vincitore dell’Oscar è una delle mie frasi preferite del mondo, appena qualche cinefili colto lo critica, tu gli dici «Nicolas Cage ha vinto un Oscar» e senti il rumore del loro cuoricino che si spezza. Cheers!
EliminaCuore Selvaggio è stato uno di quei film essenziali per la mia crescita emotiva7psicologica, e (assieme a True Romance) a consoldire la mia idea di amore romantico.
RispondiEliminaUn esempio? Sul braccio destro ho tatuato una scarpetta rossa accompagnata dal nome Lula, la mia ragazza invece ha la scritta Sailor sul suo. (oltretutto non è il solo tatuaggio Lynchano che possiedo, se non sbaglio tra me e lei arriviamo a quota 5)
Pur facendo parte di quelli con la pipa che considerano David un genio, sono d'accordo con te che la cazzoneria di David sia essenziale come chiave di lettura del suo lavoro.
Certo ci sono dei messaggi in codice nelle sue opere, ma il bello è proprio scorpire quali abbiano davvero un significato (o almeno un significato per Lynch) e quali siano delle "gag" fatte allo spettatore.
Ps se non ne hai avuto ancora l'occasione, ascolta Crazy Clown Time, il primo disco di Lynch; secondo me è bellissimo!
Dimmi il nome di un genio che non fosse dotato di senso dell’umorismo? Magari ci sarà, ma secondo me parliamo di una minoranza ;-) Devo ascoltarlo, per altro dipinge suona è un fotografo e trova anche il tempo di curarsi il ciuffo, è degno di ammirazione un po’ come i vostri tatuaggi, complimenti! Cheers
EliminaFIlm che (a memoria credo di aver visto prima questo di "Arizona Junior") mi fece conoscere quel matto (in senso buono ovviamente) di Cage. Però lo riscoprii solo anni dopo quando esplose il fenomento Tarantino e oltre a "Una vita al massimo", veniva consigliato pure questo "Cuore selvaggio" col quale condivideva parecchio (per dirla alla Rino Tommasi: nel mio cartellino personale questo film con Cage perde ai punti). E da quella seconda visione in poi qualcosa in me cambiò. Non so se in meglio o in peggio, ma cambiai parecchi punti di vista.
RispondiEliminaConcordo sul giudizio tecnico sulla Dern e concordo pure su quello meno tecnico su Lynch. Nel confronto dei quali nutro un misto di amore&odio. In fondo gli voglio bene perché sotto sotto è un burlone di grana grossa come noi, ma al posto di mettere tutto nero su bianco fa il giro delle parrocchie perché è... Matto! (non gli dico genio però, onestamente non credo se lo meriti. Ma sono pareri personali che valgono zero o meno).
A Lynch danno del genio per il fatto di esistere, quindi ho provato a precisare perché in fondo gli voglio bene artisticamente, anche solo per distinguermi da quelli che gli danno del genio perché con Lynch bisogna fare così, preferisco essere chiarissimo nei miei intenti. No no, Cage è matto sul serio, per questo lo stimo, è un misto di comportamenti da Divo vecchia maniera, follia, alcool, tick da nerd e un talento che per gli stessi cinefili che danno del genio a Lynch (perché si), non è facile da ammettere ;-) Cheers
EliminaEssendo io più stagionato, tecnicamente il mio primo incontro con Cage è stato nel bellissimo "Birdy" (1984) di Alan Parker, ma recitando per quasi tutto il film con una benda in faccia solo anni dopo ho scoperto che era lui! L'ho visto poi in "Peggy Sue si è sposata" (1986) ma faceva il beota e lo trovai sgradevole, dimenticando immediatamente il film di Coppola. "Arizona Junior" (1987) l'ho visto solo molti anni dopo, quindi il primo film che ho visto con Nicolas Cage sapendo che era Nicolas Cage è stato "Stregata dalla luna" (1987), per il quale Cher ha vinto il Premio Oscar (assolutamente immeritato, visto che in concorso c'era la Glenn Close di "Attrazione fatale"!)
EliminaSulla rivista "CIAK" ricordo le pubblicità di "Nato per vincere" (1986) e "Tempo di uccidere" (1989) ma non li ho mai visti.
Il grande problema di Nicolas era che all'epoca c'era uno sgradevole vicino di casa che era il suo sosia perfetto, non scherzo: era la fotocopia del Cage anni Ottanta, ed essendo una persona sgradevole quando vedevo Cage su schermo mi era impossibile vederlo senza disprezzo.
Per finire, il primo ruolo dove invece Nicolas m'è piaciuto è quando guida gli elicotteri militari guidato da Tommy Lee Jones e fa il filo a Sean Young, nel mitico "Apache - Pioggia di fuoco" (1990): Cass, che ne dici di quest'ultimo trentennale? :-P
Sto correndo contro il calendario e sto perdendo, ho una serie di film che compiono gli anni che non so se riuscirò a coprire entro l’anno, tra questo proprio “Apache - pioggia di fuoco” che ho rivisto un paio di mesi fa (storia vera). Ma niente panico! Ho un piano B che potrebbe funzionare ;-) Cheers!
EliminaUna bella settimanina di filmetti leggeri questa! Probabilmente dev'essere il film preferito di liv tyler visto che ha chiamato i suoi figli sailor e lula.
RispondiEliminaAmmetti Cassidy che la giacca pitonata ce l'hai anche tu!
Questa non la sapevo, grazie per la chicca ;-) Ho messo su una stramba settimana di palinsesto, quindi non poteva che iniziare così. La giacca di pelle mi manca, ma potrei regalarmela per Natale ;-) Cheers!
EliminaPer anni ho voluto quella giacca 😂 comunque, non il film di Lynch che più amo, ma quello che è coinciso con uno "studio" del me diciottenne.
RispondiEliminaLa vorremmo tutti ;-) Idem per me non il mio Lynch preferito, però Lynchia parecchio e ha il suo bel peso specifico, ci tenevo ad averlo su queste Bare. Cheers!
EliminaMa hai detto bene, Cass (ri-auguri): è proprio una pausa tra due stagioni di TP ma è TP e tutto il mondo di Lynch.
RispondiEliminaUn Lynch-verse che culmina con la terza stagione di TP (la zona di Defoe è la medesima), e che riculminerà con Wisteria del 2021.
OZ, il mago, le strade, Audrey Laura e Diane... sono tutti qui come in TP.
Cage è solo la gabbia che li contiene.
Moz-
Grazie mille Bro, riassunto perfetto che spiega come mai quella gabbia doveva essere così grande per contenere tutti questi leoni, anzi linci. Cheers!
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