sabato 7 novembre 2020

Marshal Law (1987): sono un cacciatore di super eroi, ma non ne ho mai trovato uno

Prima di Deadpool e di Rat-Man, ma anche molto prima dei Boys di Garth Ennis (che a questo fumetto devono moltissimo), l’unico a permettersi di prendere a calci nel sedere i super eroi era solo Marshal Law.

Il Punk prima di essere stato un genere musicale, è stato una corrente artistica se non proprio uno stile di vita, nato in quell'umida isoletta nota come Albione, lo stesso luogo da cui sono arrivati i talenti della “British invasion”, quel gruppo di scrittori Inglesi che a metà degli anni ’80 hanno rivoluzionato per sempre il fumetto americano: Alan Moore il burbero stregone, Neil Gaiman quello gotico e romantico che non ha mai smesso di ascoltare i Sisters of mercy, seguiti poi da Grant Morrison, il fighetto con gli stivali da Beatles e l’aria di quello che conosce tutte le tipologie di droghe in circolazione oppure Garth Ennis, il Nordirlandese in fissa con la “Seconda” (guerra mondiale) e il vecchio West. Pat Mills e Kevin O'Neill in questa invasione britannica come li etichettiamo invece? Beh loro sono due vecchi Punk, nel senso più puro e anarchico del termine, senza nemmeno bisogno della cresta in testa.

I want to destroy the passerby, 'Cause I want to be anarchy (cit.)

Il loro “Marshal Law” (una sola “L”, non è il combattente di “Tekken”) è Punk Rock applicato ai fumetti, in particolare a quelli di super eroi. Pat Mills è stato tra i fondatori della leggendaria rivista inglese “2000 AD”, da una sua idea (e Stefano Accorsi… MUTO!) John Wagner e Carlos Ezquerra hanno creato il Giudice Dredd, scusate se è poco. Mentre Kevin O'Neill in carriera ha prestato la sua arte per le tavole (altrettanto iconoclaste) di La lega degli straordinari gentlemen su testi di Alan Moore, ma il loro Marshal Law aveva tra le sue pagine un po’ di tutto questo, solo cacciato giù per la gola a quei buffoni in calzamaglia noti come supereroi.

La storia produttiva del personaggio è stata complicata, ha esordito per la Epic Comics nell’ottobre del 1987 con la prima miniserie di sei numeri, ma a causa dell’incredibile successo e dei continui ritardi nella pubblicazione dei vari numeri, il personaggio comparì anche nella miniserie del 1989 “Marshal Law Takes Manhattan”, che per certi versi indaga un po’ sulle origini del personaggio, andando ad approfondire quanto visto nei primi sei numeri d’esordio. Nel 1991 i due autori portarono il loro personaggio alla Apocalypse Comics dove venne pubblicato sul settimanale “Toxic!”, per poi passare alla Dark Horse Comics nel 1992 quando l’ Apocalypse fallì. Qui venne pubblicato l’ultimo ciclo di storie intitolato “Secret tribunal” oltre a vari incontri/scontri fumettistici tra Marshal Law e The Mask oppure contro la testa chiodata di Pinhead, direttamente da Hellraiser. Quando poi il personaggio passo alla Epic Comics, venne pubblicato anche il suo scontro con il Savage Dragon di Erik Larsen, insomma Marshal Law è come quei ragazzini iperattivi costretti a cambiare classe e scuola costantemente.

Marshal Law è talmente un duro che può giocare con la scatola di Lemarchand come se fosse il cubo di Rubik.

Circondato come data di pubblicazione da opere come Watchmen e Il ritorno del Cavaliere Oscuro, ma anche The Killing Joke e V for Vendetta, “Marshal Law” é stato considerato alla stregua di una canzone Punk, anche se oggi più che mai l’importanza di questo fumetto è sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che nemmeno ne hanno mai sentito parlare, che poi era la mia identica condizione quando da qualche parte nei primi anni ’90 mi ritrovai questo personaggio assurdo a fissarmi dalla copertina di un suo fumetto, gettato su una bancarella. La logica mi imporrebbe di iniziare a parlarvi di Marshal Law partendo dalla sua prima miniserie di sei numeri, ma siccome non renderebbe onore al Punk che sta nel DNA del personaggio, inizierò da dove l’ho conosciuto io, ovvero da "Marshal Law Takes Manhattan".

La bancarella citata vendeva fumetti usati a metà del prezzo di copertina, considerando che allora la valuta in vigore era la Lira, mi portai a casa una coppia di “Marshal Law Takes Manhattan”, dalle pagine già traballanti a causa della stupida colla che le teneva insieme, per qualcosa come 500 Lire. Come ogni lettore di fumetti sa molto bene, le nuvole di carta sono un vizio che costa, ma quel fumetto valeva ben più del prezzo stracciato per cui lo portai a casa e dopo averlo letto e riletto un numero considerevole di volte, le pagine si staccavano sul serio e mi toccava rimetterle in ordine ogni volta (storia vera).

Vi sfido a trovare un personaggio dei fumetti con uno stile più inimitabile del vecchio Marshal.

“Marshal Law Takes Manhattan" è ambientato in un gigantesco palazzo adibito a manicomio, nella città di San Futuro, la megalopoli futuristica fin dal nome dove vive e agisce il protagonista, una sconfinata città sorta dalle rovine di Los Angeles e San Francisco, devastate dal “Big One” che ha distrutto la California.

Il palazzo in questione è la versione gigante del manicomio di Qualcuno volò sul nido del cuculo ma i pazienti sono super eroi, che tentano faticosamente di accettare la loro condizione di “Super” con parecchi super problemi (mentali), considerando che sono tutti parodie dei personaggi della Marvel, la massima di Stan Lee mi sembra appropriata. Un dio nordico che ricorda Thor, un principe degli abissi simile a Namor, un solitario delle stelle disegnato come Silver Surfer (ma con un cappotto addosso), è facilissimo riconoscere i personaggi a cui sono ispirati, anche se i più bizzarri sono una sorta di mago supremo più strano di Strange e Mr. Fantastico, uno scienziato dal corpo allungabile, che sostiene di vivere avventure spaziali con sua moglie, la donna invisibile, che però vede solo lui.

Make Mine... Marvel!? (riuscite a riconoscere tutti?)

Tra le fila di questa banda di lunatici, trova il modo di nascondersi un criminale di guerra, un agente della Cia che si è fatto le ossa torturano i nemici degli Stati Uniti nei modi più crudeli, un folle lucido con una fedina penale lunga come il vostro braccio, a cui è definitivamente partita la boccia il giorno in cui, di ritorno in patria durante una scampagnata a Central Park, il cartello ha sterminato la famiglia a colpi di mitra. Ora il pazzo va in giro con un costume teschiato (e una svastica tatuata in fronte) uccidendo tutti e facendosi chiamare il Persecutore, però magari potrebbe ricordarvi qualche altro personaggio.

Punisher Persecutore war journal.

Per beccarlo Marshal Law viene spedito in missione nel manicomio, anche il nostro (anti)eroe è un reduce della Zona, una delle infinite e costanti guerre yankee combattute in sud America, pensata per testare nuove armi e nuovi “Super”. Un postaccio da cui Marshal è uscito con un distintivo, che lo rende oggi un “cacciatore di maschere”, l’unico autorizzato a prendere a calci nel sedere i super eroi quando la fanno fuori dal vasino, ma anche il solo ad avere i poteri sufficienti per farlo. Marshal Law è stato reso particolarmente resistente al dolore grazie agli innesti genetici del Dottor SHOC, un TeTesco di Cermania che ora crea “Super” per gli Stati Uniti.

Marshal Law è una contraddizione vivente, si era arruolato perché credeva nel sistema ma ha scoperto sulla sua pelle che la Zona non aveva nulla di eroico e patriottico, e che le “Maschere” che tanto odia sono dei degenerati, dei falsi miti idolatrati dal pubblico, avvolti in tutine colorate, ma finti come una moneta da tre Euro. L’odio di Marshal per i supereroi è un po’ quello che lui prova per se stesso, infatti la sua frase ricorrente (la sua “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”) riassume tutta la mentalità del personaggio: Sono un cacciatore di eroi, bracco gli eroi, ma non ne ho mai trovato uno.

Solo Marv di “Sin City” ha un profilo greco migliore di quello di Marshal.

Murphy sosteneva che è meglio non parlare con un pazzo, le persone potrebbero non saper distinguere. Nel corso della miniserie, lo psicologo determina un tracciato psicologico anche per Marshal Law, che ci aiuta a dare una logica al suo stile incredibile: il filo spinato arrotolato intorno al braccio destro (un ricordino dei tempi della Zona) è un gesto masochistico con cui il personaggio si punisce, odia le “maschere” ma in fondo anche lui è una di loro, mentre il costume che indossa è una satirica parodia dei mantelli e delle calzamaglie dei suoi odiati nemici, una divisa di pelle che sta a metà tra una divisa Nazista (Sid Vicious andava in giro con una svastica sulla maglia, solo perché amava l’espressione disgustata che provocava nelle persone. Storia vera) e una divisa da Gay Club, che però con quegli stivali torna molto utile per prendere a calci nel culo i “Super”.

Fear and Loathing in Las Vegas San Futuro.

“Marshal Law Takes Manhattan” per me è stato amore a prima vista, da appassionato di fumetti in generale, e di super eroi in particolari, non avevo mai visto niente del genere, il personaggio era un cortocircuito di contraddizioni, eppure fighissimo nel suo aspetto, grazie ai dettagliati disegni di Kevin O'Neill, in cui ogni vignetta e curata, persino i graffiti sui muri, o le scritte sulla divisa di Marshal (che riporta le parole “fear and loathing” ma non a Las Vegas) rendono il personaggio qualcosa di unico nel panorama fumettistico, la prima vera voce contro lo strapotere dei fumetti di super eroi. Infatti il fumetto terminava con un’ironica prova per le maschere ospiti del manicomio, una fuga saltando nel vuoto dall’ultimo piano del palazzo, in cui quei buffoni mascherati scoprono che i loro poteri non possono salvarli da una forza data per scontata nei fumetti di super eroi, ovvero la forza di gravità. Non vi dico le risate nel vedere una parodia del Dottor Strange cercare di lievitare utilizzano inutili formule magiche, oppure la versione locale di Daredevil, strapparsi via le braccia di netto, nel tentativo di afferrare al volo un’asta porta bandiera. Puro Punk applicato all’odio per i super eroi.

Dopo questa, per trovare un’altra parodia di un salto nel vuoto da supereroe, ho dovuto aspettare il 1997 e il primo numero di Rat-Man (storia vera)

Ci sono voluti anni per poter leggere altre storie di Marshal Law, ho dovuto aspettare la ristampa integrale delle storie, pubblicata qualche anno fa da RW Lion, eppure ho amato così tanto quella singola miniserie così piena di satira, violenze e trovate folli, che Marshal Law per me è diventato subito un’icona. Mi rendo conto che quel fumetto dalle pagine tenute insieme per miracolo, nella mia testa di giovane lettore, ha scatenato più o meno lo stesso effetto che a molti oggi, fa guardare la serie tv The Boys solo in versione potenziata, perché se già la serie di Amazon Prime Video non può allacciare le scarpe al fumetto di Garth Ennis, figuriamoci al livore Punk del personaggio di Pat Mills e Kevin O'Neill. Già, il fumetto di Garth Ennis, parliamone!

I Boys di Ennis non sarebbero mai esistiti senza il lavoro di Mills e O’Neill, Per certi versi Marshal Law potrebbe tranquillamente essere il padre di Billy il macellaio perché le idee che Ennis ha ricilcato nel suo fumetto, arrivate dritte dalle pagine di “Marshal Law” sono davvero tante. Diventa chiaro nella prima miniserie dedicata al personaggio, un serial killer in costume nero sta uccidendo prostitute, che hanno in comune solo il dettaglio di venire massacrate mentre indossano il costume di Celeste, la defunta e amata eroina moglie dello Spirito Pubblico, una sorta di Superman biondo idolatrato dalla folla, campione dei valori della società e a capo della Jesus League of America. Un grandissimo bastardo che in pubblico sfoggia sorrisi, ma che nel privato è un degenerato che si spara in vene dosi abbondanti del composto del Dottor SHOC per alimentare i suoi poteri. Come dite? Vi ricorda Homelander, il Patriota di The Boys? Evidentemente anche Garth Ennis aveva comprato una copia di “Marshal Law” a qualche bancarella.

Il fumetto del cuore del buon vecchio Garth Ennis.

L’odio personale di Marshal nei confronti di Spirito Pubblico è lo stesso che ritroviamo tra Billy il macellaio e Patriota nel fumetto di Ennis e a ben guardare, anche le motivazioni personali, visto che Lynn, la vicina di casa di Marshal e sua grande amore, finirà vittima del loro scontro, alimentando ancora di più l’odio di Marshal Law per le maschere. Potrei andare avanti con i paragoni tra i due fumetti, ma vi rovinerei la lettura quindi sappiate questo: partendo dalla miniserie di sei numeri di Pat Mills e Kevin O'Neill, Ennis ha trovato spunti per tirare su una lunga serie della durata di 72 numeri, questo dovrebbe farvi capire quante idee incredibili si possono trovare tra le pagine di “Marshal Law”.

Questo non lo vedrete mai in nessuna serie di Amazon Prime Video.

Ma se per Ennis, "The Boys" era la sua risposta allo strapotere dei fumetti di super eroi (che negli Stati Uniti rappresentano l’80% della produzione a fumetti), l’odio di Pat Mills per le “maschere” è ancora più radicato. Secondo l'autore, "Marshal Law” era il modo perfetto per utilizzare la metafora del super eroe, per scagliarsi contro i falsi miti e le icone di plastica della nostra società. Il Persecutore è un torturatore al soldo della CIA, lo Spirito Pubblico sfoggia valori da bravo Cristiano, ma si comporta come il peggiore dei degenerati, mentre nella miniserie del 1990 intitolata “Kingdom of the Blind”, Marshal Law deve vedersela con una sorta di Batman, un ragazzino malvagio che in combutta con il suo maggiordomo (vittima di un ricatto) ha ucciso i genitori in un vicolo, per ereditare il denaro e le aziende di famiglia, con lo scopo di perseguire la sua perversione, diventando il super eroe cittadino, con auto, gadget e super costume, noto come Private Eye.

Corre, corre è Batman Private Eye / E con agilità, in un attimo è qua, proprio qua.

Pat Mills e Kevin O'Neill hanno dato fondo a tutto il loro furore Punk, scagliandosi contro questi finti eroi in calzamaglie colorate, con un fumetto satirico e volutamente grottesco che diventa sempre più matto ed esagerato con il passare dei numeri, un modo chiaro per due Punk, di utilizzare la loro arte per sputare in faccia ai potenti del mondo e agli orrori (ed errori) della società occidentale. Nelle storie pubblicate per la rivista “Toxic!”, intitolate “Hateful dead”, il gesto irresponsabile di abbandonare rifiuti tossici nel terreno, provoca la resurrezione di molti super eroi defunti, che tornando sotto forma di zombie seminano il panico a San Futuro, tutto questo molto prima dei “Marvel Zombies” di Robert Kirkman, ci tengo a precisarlo.

Marshal Law si veste come un nazista, infatti molti super eroi lo considerano tale, ma “Marshal Law” non è un fumetto di estrema destra, non più di quanto potrebbe esserlo la doppia “S” nel nome KISS (considerando che due membri del celebro gruppo Rock di New York sono ebrei, storia vera). L’atteggiamento quindi è estremamente Punk Rock fino al midollo e Pat Mills e Kevin O'Neill non prendono davvero prigionieri, il loro Marshal Law è pronto a prendere a calci in culo tutti i super eroi, da quelli della Golden Age, passando a quelli della Silver Age, per inaugurare quella che lui (utilizzando un gigantesco carro armato preso da un museo bellico) chiama la “Lead Age”, l’età del piombo caldo, con cui sforacchiare tutte queste false icone in calzamaglia.

You want the best. You got the best. The hottest band comic book in the World... Kiss Marshal Law! (quasi-cit.)

In “Secret Tribunal”, il nostro (anti)eroe in divisa da Gay Club viene spedito in una base spaziale, dove farà piazza pulita di una nuova generazione di eroi (tra cui lo Spirito Pubblico Junior) e dovrò vedersela con orrori degni di Clive Barker o di Punto di non ritorno, in una storia spaziale dove non mancano le strizzate d’occhio (palesi) ad Alien.

Nello spazio nessuno può sentirti massacrare supereroi.

Insomma “Marshal Law” resta uno di quei fumetti che finisco per andare a rileggermi periodicamente e che oggi, dove tutti sembrano affascinati dalla serie tv su The Boys, meriterebbe almeno una riscoperta. Perché nel passaggio al piccolo schermo, Billy il macellaio e i suoi si sono addolciti, Marshal Law invece no, lui non ha mai smesso di dare la caccia agli eroi, anche se non ne ha mai trovato nessuno.

21 commenti:

  1. Buongiorno Cassidy, scusa per l'ignoranza, ma avevo una curiosità: il volto di Marshal Law è umano oppure è deformato come quello di Deadpool? Non conoscevo il personaggio, se non per sentito dire, ma devo ammettere che incarna completamente lo spirito punk del periodo. Certo, piccola riflessione a margine, in era pre-internet era molto più facile prendere spunto, per non dire copiare spudoratamente, le idee di altri. Effettivamente da quanto scrivi The Boys ha attinto parecchio da questo fumetto. Certo che un adattamento cinematografico che fosse fedele alle tavole originali sarebbe una figata assurda!! 👋

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    1. Un tizio assolutamente normale, tanto che la sua vicina di casa non sospetta e i Super, quando lo smascherano in "Hateful dead” aspettandosi chissà chi, trovano solo uno normale ma molto incazzati ;-) Cheers

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  2. Ma quando dice 'nuff said è bellissimo, ahaha!
    Comunque, un fumetto che probabilmente sarebbe finito accanto al nostro Ranxerox nelle riviste dell'epoca, fosse uscito prima.
    Il persecutore? Eheh!
    Molto punk, hai detto bene, sembra proprio una cattiva valvola impazzita che quasi vuole gridare il suo esserci.
    Ma guarda, chissà che prima o poi la TV in streaming non riscopra anche Marshal... il materiale delle nuove idee scarseggia e quindi si pesca bene dai fumetti underground.
    Unica cosa, sarà difficile ricreare l'ambientazione.

    Moz-

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    1. Per concludere una storia dove fa a pezzi gli eroi Marvel, non potevano esserci parole migliori ;-) In effetti ci sarebbe stato bene un incontro a fumetti con Ranxerox, visto che Marshal ha incontrato tutti perché non anche lui? ;-) Cheers

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    2. @Moz
      "un fumetto che probabilmente sarebbe finito accanto al nostro Ranxerox nelle riviste dell'epoca, fosse uscito prima."
      Cosa avvenuta eh !
      Lo pubblicarono su Nova Express .

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  3. ADORO!!!
    Grande articolo e mi sa che mo' me lo vado a rileggere (il fumetto, non il tuo articolo, cosa credevi?!?) :))
    Invece, ahimé, The Boys non sono riuscito a guardarlo oltre la prima puntata... Mio marito - che non legge più fumetti da anni - ci è andato pazzo, io non ho trovato sufficienti stimoli per passare alla seconda puntata. Ho fatto male? Ci devo riprovare?
    Buon weekend!

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    1. L'obbiettivo era proprio quello, convincere a leggere oppure rileggere questo gran fumetto ;-) Do per scontato che tu abbia letto il fumetto, quindi penso che la serie non ti direbbe niente di nuovo, anzi al massimo risulterebbe peggiore, ma poi conosci già "Marshal Law" per te sarebbe tutto una grande replica. Grazie e buon fine settimana anche a te! Cheers

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  4. No, questo non lo conoscevo proprio.
    E mi ha messo addosso una gran curiosità, anche se temo non sia facile da reperire.
    In effetti "The Boys" ha ripreso parecchio, se non quasi tutto.
    Dal siero di origine crucca al fatto che é quello, a donare i poteri.
    E tutto il resto é solo carburante per creduloni.
    E' sempre un concetto affascinante, quello che propone.
    Persino i giappo, con opere più recenti tipo "One-Punch Man" o "My Hero Academia", hanno iniziato a trattare i medesimi argomenti.
    Cosa rende un super-eroe quello che é.
    Non certo il costume, o i poteri.
    Bastassero quelli...allora lo sarebbe qualunque idiota che si veste sgargiante e va in giro a fare robe strane solo per ottenere notorietà.
    Persino Ortolani, a suo modo, ha fatto capire cosa ne pensa.
    E in tal proposito...per via del mio vizio di voler trovare collegamenti assurdi a tutti i costi vedendo Marshall Law non posso fare a meno di pensare a Janus Valker.
    Pur partendo dal male più assoluto, di fatto l'eroe in Rat-Man é lui.
    Odia i super, e vorrebbe sterminarli. Cancellarne persino il ricordo.
    Ma lì, di super, non ce n'é più neanche l'ombra (ah!).
    Dopo la Prima Squadra Segreta, i supereroi sono spariti.
    Ci sono solo Uomini in Calzamaglia.
    Gente cresciuta magari col mito dei super, quelli autentici.
    Ma che farebbe meglio a fare qualcos'altro, davvero.
    Nonostante tutti quelli che ha ucciso, di supereroi veri non ne ha più trovati.
    Tu dici che Leo abbia letto questo fumetto?
    Personalmente credo di no, ma...

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    1. Ortolani non lo so e non credo, ma Ennis sicuramente ;-) Cheers

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    2. In realtà credo sia recuperabile, lo sta pubblicando Editoriale Cosmo e qui mi allaccio al prossimo commento...

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    3. Si, e' vero.
      L'ho visto su Amazzonia, in italiano e a un prezzo piu' che accessibile.
      Magari ci faccio un pensierino, magari per natale...

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  5. ...motivo per cui lo avevo addocchiato tempo fa, ma ammetto che non è da tantissimo che lo conosco Marshal Law.
    Dopo questa tua analisi/recensione non posso che metterlo per forza in lista! Tra l'altro sto leggendo proprio in questo perioso la Lega di Moore, poi mi citi incontri con alcuni dei miei eroi cult come The Mask e Dragon, in pratica un invito a nozze!

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    1. Te lo dico? Lo adorerai. Non dimenticare l'incontro con Savage Dragon ;-) Cheers

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  6. Pure io ho sempre avuto una passione per MLTM, pure io avevo (anzi ho, ma ora è in cantina da qualche parte...) il volumone di ML con le pagine scollate. Stranamente, non ricordavo la trama, così non ho mai pensato di associare ML a The Boys in modo così ravvicinato, invece hai ragione: l'incipit del secondo è davvero una copia carbone del primo. d'altronde, citando un motto di Garth Ennis rivolto a sé stesso: "Cristo, sono senza vergogna.." :-) Riguardo al confronto The Boys/Marshal vs. Watchmen, ti dirò che preferisco tutto sommato la raffinatezza di Moore, ma non sempre.. alle volte puoi godere con il vino buono, ma altre volte puoi essere dell'umore da birra & whisky, e Ennis & Mills sanno servirla bella gelata!

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    1. Sono d'accordo, a volte bisogna andare di fioretto altre volta di ascia bipenne ;-) Non accuso Ennis di plagio, lo accuso di aver letto amato e interiorizzato un fumetto molto bello, poi lo ha riproposto in maniera fin troppo palese, ma al massimo posso a cusarlo di aver amato i fumetti giusti ;-) Cheers

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  7. Questo mi piacerebbe recuperarlo, magari ritrovo qualche numero in qualche mercatino dell'usato (quando riapriranno). Su ebay ha prezzi molto randomici.

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    1. Anche le ristampe della Lion? Non ho verificato. In ogni caso merita tenere gli occhi aperti, è un'ottima lettura ;-) Cheers

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  8. Mii, ML che ricordi !
    Anche in Italia, ebbe più editori , prima la Play Press, poi la Granata su Nova Express.
    Se ora c'è un volume con l'Integrale, quasi quasi ... e penso che Ortolani lo abbia letto eccome , ML .
    Belle poi le prese in giro non solo agli eori, ma anche agli autori : il Surfer col cappotto è quello di Moebius, mentre il "Devil" che si appende (male) all' asta, è una presa in giro a questa abusata trovata narrativa di Frank Miller ( e che anche Ortolani perculava)
    Stracult.

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    1. Anche nel primo numero di Rat-Man era presente una gag sulle aste porta bandiera quindi forse si ;-) L'integrale contiene tutto, tranne gli incontri con gli altri eroi, per motivi di diritti di sfruttamento, ma è un ottimo acquisto lo stesso ;-) Cheers

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    2. In realtà la gag era molto più vecchia, perché la storia che hai letto tu era il remake di una storia apparsa sulla fanzine Made in USA nei primi anni 90 .
      Mi fece ridere abbestia, perché già quando a 12 anni leggevo il Daredevil di Miller, avevo già notato quante aste di bandiera fosse piena NY !
      Te lo dice uno che Ortolani lo conosce dai tempi del suo esordio sullo speciale "Spot!" dell' Eternauta ( l'ho visto crescere, quel ragazzo)

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    3. L'ho conosciuto dopo ma è davvero cresciuto un botto quel ragazzo lì ;-) Miller a volte (tante) pecca di pigrizia, quindi le aste porta bandiera proliferavano! Cheers

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