giovedì 29 ottobre 2020

Phantasm V - Ravager (2016): un grande incubo senza fine

Siamo arrivati all'ultima settimana di ottobre, Halloween ormai è alle porte e si conclude anche questa piccola rubrica dedicata a “Phantasm”, anche se quando si tratta della saga creata da Don Coscarelli, la fine non è mai definitiva.

Fin dall’uscita di PhantasmIV - Oblivion il nostro “Don Cosca” ha sempre dichiarato di voler dirigere un nuovo capitolo, considerando che malgrado l’età Angus Scrimm e Reggie Bannister erano ancora in grande forma, ma parliamoci chiaro: la saga di Coscarelli dal secondo capitolo in poi non ha mai potuto contare su budget stratosferici (ma nemmeno prima se per questo). Il regista di origini italiane rientra nel novero dei miei preferiti anche per questa sua caratteristica: si è dovuto sudare ogni centesimo raggranellato per produrre le sue pellicole.

Bisogna dire che con alcuni dei suoi lavori, in particolar modo quelli legati agli adattamenti di Joe R. Lasdale, Coscarelli ha raggiunto una notorietà, anche se del tutto minima, il bellissimo Bubba Ho-tep ha fatto parlare di sé anche per la prova di Bruce “The King” Campbell, questo ha permesso a Don Cosca di entrare a far parte dei Masters of  Horror della serie omonima con il suo episodio sempre tratto da un racconto di “Champion Joe” intitolato “Panico sulla montagna” (2005). Con i soldini raggranellati il regista ha puntato tutto su un film niente male, per certi versi un Phantasm più maturo e con un budget migliore, intitolato “John Dies at the End” (2013), se non lo conoscete tranquilli, perché tanto lo abbiamo visto in dodici, gli altri forse temevano “Spoiler-fobici”, esiste questa parola? Ho inventato una parola? Certo che avrei potuto inventarne una con più grazia ora che ci penso.

In ordine di peso altezza: Reggie, Mike, il facente funzione di Don Coscarelli e Jody (il fantasma che passa l’eternità a mangiare)

“Phantasm V - Ravager” è l’ultimo appello, l’ultima chiamata di un (ex) ragazzino come Coscarelli che nel 1979 aveva radunato tutti tra amici e parenti, per regalare al mondo questo oscuro scrigno ripieno di incubi concatenati e Sfere volanti assassine. Un po’ come Reggie all’inizio di questo quinto e ultimo capitolo, la vecchia banda fa quadrato intorno a Coscarelli per l’ultimo scontro con il Tall Man, la consapevolezza che fossimo davvero arrivati agli ultimi granelli di sabbia nella clessidra era chiara anche per le condizioni fisiche di Angus Scrimm, già malato si sapeva che non sarebbe potuto apparire poi molto nel film, tanto che il Tall Man ha attraversato il portale per tornare al suo mondo nel gennaio del 2016 e il film è uscito postumo, nel settembre dello stesso anno, con doverosa e immancabile dedicata.

Tutti insieme come avrebbe fatto Angus: Booooooooyyyy! (grazie per tutti i brividi Tall Man)

Una dedica, una dichiarazione d’amore, si potrebbe tranquillamente rispondere così alla domanda ipotetica “Cos’è Phantasm V?”, come molte dichiarazioni d’amore per lunghi tratti è anche piuttosto imbarazzante, ma innegabilmente sentita e se mi concedete la spalmata di miele, anche fatta con il cuore, lanciato oltre l’ostacolo per completare l’opera, anche se con un budget infinitesimale e più passione che vero talento, ma andiamo per gradi.

L’ultima spallata per smuovere la saga di “Phantasm” dall’oblio in cui pareva finita (scusate, mi è venuto fuori un gioco di parole con il titolo del quarto film) è arrivata dal restauro del primo film in 4K, supervisionato da Coscarelli e prodotto da uno che, come abbiamo visto anche in questa rubrica, è sempre stato un “Phans”, il mio nemico mortale GIEI GIEI Abrams che ogni volta che ha l’occasione di fare qualcosa di buono trova il modo di votarsi al lato Oscuro: produrre il restauro di un film di culto sì, mettere su spiccioli per completare la saga no, perché non sarebbe stato un investimento sicuro. Poi chiedetevi perché è il mio arci nemico, eh?

Tra tutte le parole con la “V” nel mezzo, quella scelta alla fine è “Ravager”

Con tutti questi impegni, Don Coscarelli affida “Phantasm V - Ravager” alla regia dell’esordiente David Hartman che si era già occupato delle bellissime parti in animazione di “John Dies at the End” (2013), ma che qui è un esordiente totale e lasciatemelo dire, si vede, anche molto in alcuni passaggi. Coscarelli resta a bordo come produttore e co-sceneggiatore, ma il passaggio del testimone era avvenuto, forse il Don Cosca aveva capito che questo quinti capitolo avrebbe scontentato la maggior parte dei “Phans”, oppure aveva capito che era proprio per loro.

Le certezze nella vita: la morte, le tasse e l’avvenenza delle autostoppiste a cui Reggie offre passaggi.

Parliamoci chiaro: affrontare qualunque saga partendo dal quinto capitolo sarebbe una strategia suicida per chiunque, ma con “Phantasm V - Ravager” è proprio impossibile farlo. A questo punto della storia e proprio per come il film è strutturato, è chiarissimo che questo quinto capitolo è solo per gli appassionati duri e puri, quelli che hanno iniziato il viaggio, magari non nel 1979 come me (per motivi puramente anagrafici), ma per tutti quelli che hanno riempito il tempo durante le infinite attese Coscarelliane tra un capitolo e l’altro, questo ultimo film è per i “Phans”, quindi se siete arrivati fino qui (anche seguendomi in questa mia rubrica di omaggio alla saga di Coscarelli), sappiate che può succedere di tutto, anche di rimanere estremamente delusi.

Inizia il film e sei un eroe dell’azione…

“Phantasm V” inizia forte, fortissimo, forse anche troppo, Reggie ancora vestito da gelataio vaga nel deserto consapevole che ora è tutto sulle sue spalle, proprio tutto, il destino del mondo, la guerra con il Tall Man e anche questo film, di cui è diventato nel tempo e con il passare dei capitoli, il vero protagonista. Come il Mad Max di Tommaso Resistente, Reggie si riprende tutti i suoi tratti distintivi prima di ricominciare la corsa, a partire dalla sua Plymouth Barracuda del 1971, con cui rombando conclude alla grande il prologo del film, lottando con un paio di Sentinelle del Tall Man che ormai sorvegliano tutto il pianeta. Un inizio cazzutissimo da vero eroe, peccato che potrebbe essere tutto finto, perché di colpo Reggie si risveglia solo, anziano e malato in una casa di riposo che sembra proprio quella di Bubba Ho-tep, mazzata.

… poi di colpi ti ritrovi chiuso in una casa di riposo.

Quindi Reggie è l’eroe pronto a dare l’assalto finale al Tall Man e al suo dominio sul pianeta, oppure è un vecchio a cui è stato diagnosticato l’Alzheimer e che riceve solo più visite dal suo vecchio amico Mike (ancora una volta interpretato da Michael Baldwin) che per tenergli le rotelle in movimento, gli racconta ancora la storia che l’anziano gelataio vuole sentire, quella in cui insieme i due amici, combattevano il male oscuro rappresentato da quello spilungone vestito da beccamorto e insieme, sono due eroi? Se per tutta la saga di “Phantasm” Coscarelli ha seminato diabolici indizi sul fatto che tutta la storia potesse essere un incubo partorito dalla testa di Mike, qui con la corona di protagonista spostata sulla calva testa di Reggie, arriva anche il peso da trasportare.

Quindi “Phantasm V - Ravager” si muove su due piani e a ben guardare su due atmosfere che poi sono quelle che hanno sempre caratterizzato la saga, il lato più caciarone, Splatter e comico del secondo e del terzo capitolo, va di pari passo con atmosfere più oniriche e se vogliamo intimiste. Da un lato abbiamo Reggie ancora lungo le strade d’America, a dare passaggi in auto a belle autostoppiste come la rossa Dawn Cody (scelta non per le sue capacità di recitazione, lasciatemelo dire), dall’altra vediamo Reggie vecchio e solo negare la sua condizione, convito che la casa di riposo sia l’ennesimo trucco del Tall Man e di certo trovarsi come compagno di stanza un anziano di nome Jebediah Morningside (Angus Scrimm anche qui nel doppio ruolo anche fuori dal completo da impresario funebre) non aiuta certo la sua mente già confusa.

Phantasm, una saga con le palle (giganti)

“Phantasm V - Ravager” è quasi tutto così, mentre Reggie cerca di andare a punti con la bella Dawn, oppure mentre sta combattendo le Sentinelle del Tall Man, ogni volta una scena d’azione viene interrotta da un cambio di ambientazione, anche perché il budget è quello con cui compri le patatine al supermercato, di più non possiamo permetterci. Senza girarci attorno, questo quinto capitolo è per lunghi tratti impresentabile, se per Oblivion Coscarelli aveva strizzato i centesimi e sfruttato tutto il suo talento, qui mancano sia gli spiccioli che il Don Cosca e si vede, mammasaura se si vede l’assenza!

Ad esclusione di Angus Scrimm, tutta la saga di “Phantasm” è stata caratterizzata da attori non professionisti che, però, sotto la direzione di Coscarelli non hanno mai fatto notare (troppo) questo dettaglio che invece qui aggredisce le cornee dello spettatore con la sua tristissima realtà. Scrimm compare in pochissime scene e Reggie Bannister lancia il cuore oltre l’ostacolo, confermando entrambi il rispetto conquistato sul campo, ma attorno a loro è un vuoto pneumatico di recitazione imbarazzante: Bill Thornbury nei panni di Jody Pearson conferma che essere morti non è una buona scusa per smettere di mangiare, infatti è il fantasma con il girovita più voluminoso dell’aldilà, Gloria Lynne Henry che ricompare brevemente nei panni di Rocky non sembra quasi lo stesso carismatico personaggio e anche Chunk (Stephen Jutras), in alcuni momenti recita come uno che sta aspettando il ciak del regista per dire la sua battuta. Tutta la mancanza di esperienza di David Hartman come regista di attori si vede drammaticamente, in compenso il budget è una coperta drammaticamente corta.

Ehi Mike! Ti proibisco di sparare ai lettori della Bara Volante!

Quando Mike e Reggie si ritrovano, è chiaro che “Phantasm V - Ravager” sia un film per noi “Phans”, perché tenta di portare in scena il vecchio soggetto proposto da Roger Avery, per il suo film mai realizzato "Phantasm 1999 A.D”, solo che lo fa con i quattro spicci a disposizione, quindi la CGI utilizzata per mostrare un pianeta ormai in rovina, resta un inferno sulla Terra dominato dal Tall Man, possiamo dire che è volenterosa, ma decisamente non all’altezza. Inoltre, come i veri film di serie Z, anche il quinto capitolo di “Phantasm” si rifugia in scena girate in interni, per tenere al minimo i costi, vi dico solo che lo scontro finale nella dimensione del Tall Man è una sofferenza per gli occhi, non raggiunge il livello di quell’incubo di pixel che era l’inferno di Malebolgia in Spawn, però siamo da quelle parti. Mettiamola così: vi do un dieci per le intenzioni e la buona volontà, ma per la realizzazione siete da cinque, anzi da V.

Reggie e Mike erano avanti, indossavano già la mascherina per salvarsi la vita.

Inutile girarci attorno: con “Phantasm V - Ravager” siamo poco sopra il livello medio di un volenteroso fan film (un Phan film), solo la presenza degli attori ufficiali lo qualifica a titolo canonico della saga, ma diciotto anni di attesa dal capitolo precedente e addirittura trentasette dal capostipite, sono solo un peso aggiuntivo sulle spalle di un film che non è all’altezza, forse non lo sarebbe stato nemmeno con un budget di cento milioni di fogli verdi con sopra facce di ex presidenti defunti, figuriamoci così.

Molti “Phans” si sono lamentati poi del fatto che il film non finisca, invece di fornire risposte definitive alle tante domande accumulate in trentasette anni (e qui capisco perché GIEI GIEI sia un Phans di questa saga), questo quinto capitolo sposta tutti i dubbi sul personaggio di Reggie e poi regala uno scontro finale tra buoni e cattivi che è un trionfo di immobilismo, su uno sfondo rosso in brutta CGI. Ma senza Coscarelli, con un budget composto essenzialmente da risate e buona volontà e due protagonisti ben sopra gli… ‘Anta, si poteva ambire davvero a qualcosa di più? Urge una doverosa riflessione.

La terra contro i dischi le sfere volanti.

Un finale “definitivo” sarebbe stato quello giusto per una saga come quella di “Phantasm”, anche girato con tutti i soldi del mondo, vedere Reggie e Mike far saltare per aria il Tall Man come se fosse un generico assassino di uno Slasher a caso, sarebbe stato il finale che avrebbe fatto felici i Phans? Forse, ma non credo che sarebbe stato quello giusto per questa saga.

Se ne avete la possibilità e non vi siete mai gettati nel caldo e oscuro abbraccio di questo sgrigno di incubi creato da Coscarelli, provate a gustarvi i cinque film come si dovrebbe fare, uno dopo l’altro, anche se sono usciti nell’arco di trentasette anni è chiaro che la “Pentalogia” (va che parolone vi tiro fuori) vada gustata così, un incubo, dentro un incubo dentro un altro incubo, il potere del Tall Man è infinito e non può terminare con una normale lotta tra il bene e il male di stampo classico, quindi, per certi versi, per quanto imbarazzante e a tratti impresentabile, “Phantasm V - Ravager” è l’unico finale possibile per questa saga, quello che si apre alle interpretazioni del pubblico, non so se erano proprio le intenzioni di David Hartman e Don Coscarelli, ma di sicuro è un modo per ribadire l’unicità di una saga rimasta da sempre ai margini delle grande maschere horror degli anni ’80 e ’90, pur facendone parte a tutti gli effetti.

Tutto quello che posso fare è essere onesto come lo sono stati Coscarelli e Hartman e da Phans fornire l’interpretazione, ma se vogliamo proprio la spiegazione che mi sono dato io a quanto visto in “Phantasm V - Ravager” e il suo finale aperto, anzi il suo doppio finale. Quindi, vi avviso, da qui in poi SPOILER!

Direttamente dal primo film, la signora in viola.

Fin dal 1979 Phantasm ha sempre rappresentato il desiderio di un ragazzo di fare cinema, pescando (letteralmente) dai suoi incubi e di farlo con i suoi amici e alle sue condizioni, in questo senso “Phantasm V” rende omaggio a quel ragazzino ormai cresciuto di dome Don Coscarelli, tenendo conto degli elementi fortemente cinematografici presenti nella saga. Infatti, “Phantasm V” termina con l’anziano Reggie solo in una casa di riposo, vittima dei suoi incubi come sarebbe stato lo stesso Coscarelli se non avesse avuto la valvola di sfogo del cinema.

"No, non voglio più prendere le mie pasticche per la pressione!"

A salvare il nostro Reggie chi arriva? Mike, l’amico che andava a trovarlo raccontandogli una storia (che poi è quello che fa il cinema, raccontare storie) che letteralmente irrompe nel suo mondo e trascina Reggie dove vorrebbe stare, dove noi vorremmo sempre vederlo, lungo le strade d’America, con la sua ‘Cuda qui in versione carrozzata (proprio come la “The Classic” di Evil Dead, giusto per sottolineare i ben pochi gradi di separazione tra Reggie e Ash Williams), 

La Cuda in versione corazzata, con sospensioni rinforzate…

…fondamentali per trasportare quel fuscello di Jody.

In un futuro post-apocalittico dove la guerra con il Tall Man non è mai finita e non finirà mai come ci ha ribadito il personaggio di Angus Scrimm nel corso di cinque film. Tra la storia e la leggenda, racconta la leggenda e in quanto “Phan Film”, questo quinto capitolo racconta la leggenda di “Phantasm” rendendo omaggio a tutta l’iconografia creata da Coscarelli in trentasette anni, non ha abbastanza soldi per farlo come questa saga avrebbe meritato, ma non abbiamo seguito il Don Cosca giù nella tana del Bianconiglio Tall Man per tutti questi anni in cerca di risposte, lo abbiamo fatto per spingersi nel suo incubo che ha sempre grondato passione per il cinema, quella non è mai mancata. Fine degli SPOILER.

Fine del viaggio gente, da Phan, spero di aver convinto qualcuno a recuperare la saga cinematografica horror più unica mai vista, una lunga serie di incubi uno dentro l’altro che su questa Bara Volante non potevano proprio mancare, d’altra parte tra becchini e bare, qui è sempre Halloween!

Vogliamo ricordarlo così: Reggie uno di noi! Uno di noooooi! Reggie uno di noooooi!

Ma poi quando di parla di "Phantasm" può essere finita per davvero? No, quindi, come al solito, vi ricordo lo specialone dedicato a questa saga che trovate sulle pagine di The Obsidian Mirror, non perdetelo per nessuna ragione se non vorrete scatenare l’ira del Tall Man.

20 commenti:

  1. Tall Man ringrazia! Hai reso onore ad una saga poco conosciuta, ma - a mio umilissimo parere - tra le più originali del cinema horror. Sono sicuro che sarà l'occasione per molti per (ri)scoprirla. Tall Man ha sempre bisogno di nuovi lurkers per adempiere al suo lavoro...

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    1. Sicuramente tra le più originali, purtroppo (anche per la carriera di un vero talento come Coscarelli), troppo poco famosa. Personalmente l'ho sempre adorata quindi ho cercato di fare il mio dovere di "Phan" spero nel modo più lucido (come un Sentinella) possibile. Ci rivedremotutto sul suo pianeta rosso signor Tall Man ;-) Cheers!

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  2. No, mai visto neanche questo.
    E nemmeno sapevo della sua esistenza, pensa un pò.
    Così come non ero nemmeno al corrente della dipartita di Angus, che riposi in pace.
    Mea culpa.
    Facciamo così...lo autorizzo (come se avesse bisogno della mia autorizzazione!!) a trasformarmi in un lurker, in caso di bisogno.
    Ma solo dopo morto, però. Che ho un casino di robe da fare, ancora.
    Insomma...da come la metti é più una sorta di omaggio. E più sentito, che riuscito.
    E' debitore di Bubba Ho-Tep, in più di un frangente. Tipo il fatto dell'ospizio.
    Si vede che nel frattempo il Cosca aveva girato quello.
    Ma visto com'era uscito bene, direi che glielo si doveva.
    La scena con Reggie e la sfera gigante, non so perché, ma mi ha ricordato molto "Il Prigioniero".
    Spero che non rimbalzi!!
    Tu dici che fa ancora a tempo a farne un altro, anche se qui fa chiaramente capire che siamo giunti all'epilogo?
    Naah. Senza Angus, direi di no.
    No, dico: puoi fare i Queen senza Mercury? O i Led Zeppelin senza Bonham?
    Oddio, ci provi. Al massimo ti limiti a suonare il tuo repertorio e basta.
    Si potrebbe tentare la carta del rem...
    No. Ne abbiamo finito di parlare giusto ieri.
    Lassamo perde.
    Intanto recupero i primi tre, che guarda caso...ho scoperto che in biblio ci sono!!

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    1. Ti conviene approfittarne, i primi tre li trovi anche su Amazon Prime Video, per tutti e cinque invece bisogna recuperare il cofanetto della Midnight Factory, che ha portato qui da noi (e doppiato) gli ultimi due film. Angus insostituibile! Cheers

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    2. Thanks per la dritta.
      I primi tre per rivederli, visto che dall'ultima volta che mi sono passati davanti agli occhi e' trascorsa una vita e mezza.
      E mi unisco al coro per i complimenti su questa retrospettiva.
      Un vero viaggio nei ricordi. Per una saga magari poco conosciuta ma che ha i suoi indubbi meriti.

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    3. Ci tenevo ad avere Phantasm qui sopra, in fondo é fatto dal sarto (e da Coscarelli) per questa Bara Volante ;-) Cheers

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  3. Sono sincero... ho sperato che non venisse realizzato. Quando ho detto che tra le cose buone del III e quelle del IV ci avrebbe ricavato un buon terzo e ultimo capitolo (seppur con finale aperto) ho mostrato una certa sincera tolleranza verso due film che nel complesso non mi sono piaciuti. Ma in questo ReVager davvero non vedo niente di salvabile... ed il finale mi ha addirittura imbarazzato. Finale che poi é comunque aperto... quindi, non ci giurerei che sia proprio l'ultimo film, tanto con la CGI hanno già "resuscitato" Peter Cushing!

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    1. Con i soldi necessari a “resuscitare” Peter Cushing, Don Coscarelli fa altri cinque film di “Phantasm” ;-) Questo quindi capitolo è solo per i “Phans” con tutto quello che comporta questo tipo di operazione, un omaggio, lo apprezzo ma l’assenza di Don Cosca si sente tutta. Cheers!

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    2. Eheheh... ma credo che per "resuscitare" il buon Angus ci voglia molto meno, con tutto il massimo rispetto per la sua memoria. E poi potrebbero farlo in versione più fantasmagorica... oppure mostrae la sua vera essenza. Che tipo strano che sono... detesto il raschiare il barile di una saga eppure sto a sciorinare idee per futuri sequel! XD

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    3. Ma se ci pensi é un po' il bello di Phantasm, ti porta a riflettere sulla trama, di solito non amo troppo farlo, invece qui più ti soffermi a pensarci più spuntano riflessioni sfiziose. Cheers!

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  4. Il Cosca ha dimostrato di essere un buon padre per il Tall Man, anche se non ha avuto i risultati sperati, dandogli una conclusione, anche se rimane un finale aperto. Peccato per la passione e l'impegno profusi, anche se questo ultimo è stato dato ad un altro, nonostante la partecipazione in vari ambiti. Onestamente anche io non lo conoscevo, però rimango uno dei dodici che hanno visto John dies at the end. Ho finalmente concluso la visione del capostipite e devo ammettere che mi è piaciuto nonostante gli evidenti limiti di budget e anche recitativi. Sembra tutto un pò slegato ma si crea quella giusta tensione che porta ad andare avanti nella visione. Comunque grazie Cassidy per averci fatto conoscere questo personaggio e per la bella retrospettiva. Oggi ho concluso anche io una saga, ho portato la macchina a rottamare, avevo ormai raggiunto la maggior età. 👋

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    1. Avevi una Plymouth Barracuda nera del 1971? ;-) Grazie a te, voglio molto bene a “Phantasm” sono felice di averlo fatto scoprire a qualcuno, è una saga unica in tutto, nel suo essere eterna (perché resta un incubo, dentro un incubo, dentro un altro incubo) e per la creatività sfoggiata, più creatività che soldi nel budget bisogna dirlo ;-) Cheers

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    2. Ehm magari, avevo una Punto EL del 2002!! Non andava come la 'Cuda ma ne abbiamo passate tante insieme... 👋

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    3. All hail to the Punto! Una grande guerriera del passato ;-) Cheers

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  5. Esiste un "finale" che metta d'accordo tutti i fan? Temo di no, figuriamoci i Phans :-P
    Sicuramente quanto prima proverò ad iniziare questa saga, che mi è sempre sfuggita e che onestamente non sapevo neanche così lunga. E poi se non sbaglio c'è un Big Fanta Gun molto ghiotto che attraversa tutti i film ^_^
    Già solo con metà dell'assegno per Star Wars il buon GIEI GIEI avrebbe potuto garantire altri cento titoli di Phantasm: uno sforzino in più poteva anche farlo! Ma non sarebbe stato il nemico di tutti che è :-D

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    1. Come diciamo sempre i fan sono i peggiori nemici dell’oggetto del loro amore, i “Phans” si sono confermato uno zoccolo duro di fedelissimi, ma il finale giusto che faccia contento tutti? Non esiste. Quella che io chiamo “Quadroppietta”, il cui nome ufficiale dovrebbe essere “Quadruple-barrelled shotgun” ;-) Esatto! Poteva fare almeno un’operazione simpatia invece niente, sarà anche un “Phans” ma pensa da produttore e “Phantasm V” per lui era un investimento a perdere. Cheers!

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  6. Un "phan" questo ultimo capitolo non può che amarlo nonostante i suoi difetti, proprio perché è rivolto a lui e a lui soltanto: e se già così è difficile decifrare fino in fondo le coordinate di questo affascinante e terribile multiverso (ma, alla fine, il bello è proprio questo), figuriamoci cosa mai potrebbe capirci uno spettatore casuale... che, di certo, avrebbe preferito un finale tradizionale laddove invece questa saga non poteva che non-finire in questo modo. Reggie rimarrà sempre uno di noi, in qualsiasi spazio e in qualsiasi tempo si trovi adesso con i suoi fidatissimi Mike e Jody, e ci toccherà stare sempre attenti a non dare mai le spalle agli specchi dove potrebbero riflettersi i Tall Man venuti da ogni dimensione (s)conosciuta... ;-)
    P.S. "John Dies at the End" l'abbiamo visto in tredici ;-)

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    1. Sapevo di poterti contare tra i tredici spettri ;-) Analisi perfetta per un film molto lontano dall'esserlo, però in "Phantasm" nulla é canonico, nemmeno il suo ultimo capitolo ;-) Cheers

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  7. Io avevo un sospetto e una speranza. Sin dal ritorno di Mike Baldwin in Phantasm III, in cui una certa somiglianza di sguardo e capigliatura tra Mike e il Tall Man mi fece pensare a come Mike poteva essere un prescelto, una reincarnazione, o Tall Man stesso in una versione più giovane in "questa" dimensione.
    Quell'idea l'ho avuta nella primissima scena in cui era apparso il buon Mike "autentico e invecchiato", e pure negli sviluppi 3°, e in tutto il 4° capitolo (vedi la scena del vestito da becchino che il Tall lascia a Mike, come un passaggio di consegne) ho continuato a coltivarla.
    Non ci credevo molto, ma se la saga doveva continuare, il senso stava nella resa dei conti tra i due, nel definire il rapporto tra i due personaggi, anche senza spiegoni.

    Purtroppo - dico senza grande dispiacere - la trama ruota intorno a Reggie.
    Mi associo all'idea di Cass, per cui Reggie sia diventato il vero protagonista della saga, e questo sia solo un "phan" film, nel senso di dare al pubblico ancora i suoi vecchi personaggi, ma senza metterli in discussione.
    "Ravager" è il meno entusiasmante al netto del budget misero, che in Phantasm ci si aspetta sempre. Ci sta l'idea del mondo conquistato da Tall Man, girato con 2 lire e troppi brutti effetti speciali, ma la battaglia nella dimensione rossa muore sotto il peso della sua ambizione. Non voglio fare il vecchio, ma sembra il tipico esempio di un giovane registra che (pur innamorato di un genere o una saga) vuole strafare visivamente piuttosto che cercare di realizzare qualcosa di valido dal punto di vista narrativo e artistico.

    Dopo aver visto il 4°, onestamente, mi sono detto che non volevo davvero vedere un altro film, a meno che non fosse una specie di capolavoro supremo capace di chiudere l'epopea del Tall Man, di Reggie e Mike.
    Alla fine si apprezza per il tentativo di dare a Reggie il suo ultimo film. Insomma, ho avuto una sensazione simile a quella provata per El Camino rispetto a Breaking Bad. E non credo di potergli fare complimento più grosso (e immeritato?) di questo.

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    1. Perfetta analisi, per altro a parità di budget misero, questo quinto capitolo fa risaltare ancora di più la capacità dell'assente (alla regia) Coscarelli, di dirigere con due spiccioli. Anche secondo me Mike era destinato a qualcosa di diverso del membro della resistenza, il fatto che sia un Phan film si vede nella volontà di portare in scena tutto quello che appartiene al l'iconografia della saga con proliferazione di finali, in modo che ogni Phan abbia un po' di quello che desiderava da anni. Il paragone con "El Camino" ci sta tutto. Cheers!

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