lunedì 14 settembre 2020

Classe 1984 (1982): suona la campanella, comincia la violenza

In questo disgraziato 2020, la scuola è stato un argomento molto caldo, quindi con l’inizio del nuovo anno scolastico, questa Bara dedicherà i post della settimana al tema della scuola e ai suoi giovani protagonisti. D’altra parte studiare è importante ragazze e ragazzi, non vorrete certo diventare come me no?

La scuola è un posto molto strano, ci devi andare per forza tornandoci ogni giorno, a volte può essere piacevole, tante volte invece potrebbe diventare una sorta di tortura della goccia, in vita mia non ho trovato forme d’ansia peggiori di quella da interrogazione, si spendevano rituali pagani pur di non essere chiamati alla lavagna dall'insegnante. Insomma la scuola è un luogo dove mentre impari gli argomenti delle varie materie, formi il carattere.

Ci voleva qualcuno con esperienza di film horror come Tom Holland, per scrivere un soggetto a tema scolastico capace di cavalcare l’ansia di questa esperienza comune chiamata scuola. Tale soggetto è diventato un film sceneggiato e diretto da Mark L. Lester, per certi versi il titolo che lo ha messo sulla mappa geografica, visto che dopo questa pellicola il vecchio Mark, ha superato il rito di passaggio del film tratto da un romanzo di King (“Fenomeni paranormali incontrollabili” del 1984) e poi è finito dritto nei libri di storia firmando un capolavoro come Commando.

George Orwell sarebbe orgoglioso di voi.
In varie interviste Lester ha dichiarato che questo “Classe 1984” è il suo film preferito tra quelli che ha diretto, quello per cui si è speso in parole di elogio, dicendo di aver ripassato “Arancia Meccanica” prima di mettersi a girarlo. Sarà, ma a guardarlo ricorda più i vecchi “teensploitation” come “Il seme della violenza” (1955) a cui viene più spesso paragonato.

L’idea di fondo è molto semplice, la minaccia questa volta non è esterna, ma interna, cari genitori sono letteralmente i vostri figli i nemici. Per portare in scena questa trovata, “Classe 1984” sposta la storia vanti nel tempo, quindi è un film ambientato in un futuro remoto, collocato la bellezza di due (due lo ripeto) anni nel futuro, sarà per questo che nel cast compare anche un paffuto Michael J. Fox? Quando si parla di futuro lui non può mai mancare.

"Veramente pesante, eh! Doc Cass?"
Pensateci, la mossa è un po’ una paraculata, perché spostando la vicenda due giri di calendario avanti nel tempo, non sei costretto a dover spendere una follia per portare in scena usi e costume di una società futura, però puoi giustificare la crescita esponenziale della violenza nelle scuole, insomma la classica situazione in cui vincono tutti, e si può cominciare a raccontare il film senza troppi pensieri, che poi è quello che interessava maggiormente a Mark L. Lester, uno che in carriera ha sempre preferito gettarsi anima e corpo sull'azione, piuttosto che perdere tempo con la costruzione di una situazione iniziale che tanto per il pubblico, è già molto familiare, lo ha fatto anche con il suo film di Strambi sbirri.

Perry King, che qualcuno di voi magari ricorderò come quello baffuto del trio del telefilm “Riptide”, qui interpreta Andrew Norris, un insegnante di musica giovane ed idealista, con notevole barbetta da Abramo Lincoln, che guarda caso viene spedito ad insegnare proprio nel liceo intitolato all’ex presidente. Lo so che non è una vera correlazione tra i due fatti, ma dovevo comunque dirvi il nome del liceo e commentare quella barba tagliata in quel modo, non potevo proprio tirarmi indietro!

Potrai essere anche un ottimo professore, ma con quella barba è difficile prenderti sul serio.
La scuola è un postaccio con i metal detector all'ingresso, insomma è una scuola pubblica americana come tante, anche se poi a ben guardare i ragazzi difficili sono molti meno di quello che si potrebbe pensare, anzi appena arrivato in classe il professor Norris fa la conoscenza di un Michael J. Fox che non conosce la differenza tra una tuba e una tromba (nella mia scuola ti bullizzavano per molto meno) e di una sorta di Lisa Simpson, mora con i capelli corti ma con lo stesso sassofono e l’aria da prima della classe.

A rovinare il liceo alla fine, sono una manciata di studenti, subito riconoscibili perché conciati come dei Punk di periferia, e guidati dall'odioso Peter Stegman, qui interpretato da Timothy Van Patten. Stegman è il classico caso di “bravo ma non si applica”, anzi direi che non si applica perché non ne ha proprio voglia, per lui la scuola è un campo da gioco dove spacciare e seminare il terrore, anche se il talento lo avrebbe, basta dire che in una scena il ragazzo improvvisa magnificamente un pezzo al piano forte - per altro composto e suonato dallo stesso Van Patten, storia vera -, salvo poi abbandonare la classe di musica tra gli insulti dedicati a tutto e tutti.

Van Patten per altro, in vita sua ha dimostrato per davvero di avere parecchio talento, visto che è diventato uno degli sceneggiatori e registi di punta della HBO. Lo stesso che ha curato moltissimi episodio di “Boardwalk Empire”, “I Soprano” e “The Wire”, anzi viene da dire che in certi passaggi di “Classe 1984” si capisce perché Van Patten sia diventato un bravo sceneggiatore, forse se questo film lo avesse scritto di suo pugno, sarebbe stato un tantinello meno grossolano.

Voi lo vedete così, ma questo è diventato il ragazzo d’oro della HBO.
Si perché parliamoci chiaro, al film non interessano le sfumature di grigio, il professore deve essere il buono e Stegman e la sua banda - tra cui una ragazzina punkettina con i capelli rosa, che si presenta come “Elizabeth Taylor” - devono essere malvagi fino al midollo, infatti dopo la prova al piano di Stegman, il giovane professore non ci prova nemmeno a convincere qualcuno di questi ragazzi a seguire le lezioni, ma figurati! Gli dichiara guerra aperta, per altro con metodi, in cui il più delle volte, riesce al massimo a fare la figura del tonno.

Mark L. Lester non sa cosa farsene delle sfumature di grigio, lui vuole dirigere “teensploitation” e ci riesce benissimo, però vorrei spezzare una lancia a favore del resto degli altri ragazzi del film, non tanto Michael J. Fox, lui emerge perché nella storia ha comunque un ruolo e poi per noi spettatori, quella sua faccia da eterno ragazzino è talmente famigliare che risulta impossibile non riconoscerlo tra la folla. No, i veri eroi del film sono gli altri ragazzi, a partire dalla Lisa Simpson con il sassofono, il primo giorno di scuola il professor Norris gli assegna come compito, un pezzo di Čajkovskij che metterebbe in difficoltà i professionisti della fisarmonica di Vienna, e poi se ne va a fare la guerra a Stegman per tutto il tempo del film, lasciandoli di fatto soli a prepararsi per il concerto di fine anno.

Lisa Simpson è la vera eroina di questo film, a ben guardare lei e la storia di come ha guidato la banda della scuola verso un trionfo musicale, malgrado professori assenti e compagni uccisi, potrebbe essere il film che Wes Craven voleva dirigere, se non avesse battuto la testa si fosse messo in testa di provare a vincere un Oscar con Meryl Streep.

Adesso non iniziamo a fare battutacce del tipo, lei suona il sassofono e lui la tromba, ok?
No, Mark L. Lester si concentra sull’azione e sulla violenza, focalizzandosi sul professore e la sua guerra senza quartiere a Stegman, e per farlo non guarda in faccia nessuno, nemmeno quel minimo di critica sociale che potrebbe emergere quando veniamo a scoprire che Stegman a scuola si atteggia da punk, ma in realtà a casa è un orrendo figlio di papà pieno di soldi, con mammina che lo vizia.

Lester non ha tempo per tutte queste sfumature secondarie, infatti si getta subito nel vivo dell’azione sulle note di “I Am the future” di zio Alice Cooper, un postaccio dove se riprendi lo studente sbagliato, quello ti giura vendetta e il torto minore che può farti, e scriverti con ortografia discutibile (“Teechers sucks”) con la bomboletta spray sul cofano della tua macchina, ma solo se sei molto fortunato.

“Credi di farmi paura? Io ero nella Riptide, quando tu andava ancor all'asilo”
Lo spaccio di droga di Stegman a scuola, porta a morti drammatiche (il ragazzo strafatto che si lancia dall'asta della bandiera) e chi parla, viene punito e accoltellato in sala mensa come in una puntata di Oz. Lester prende un argomento già abbastanza controverso - perché di fatto è una paura che molti genitori hanno - e lo espande all'inverosimile, giustificato da quei due anni in più sulla data di uscita ufficiale del film, mentre porta in scena un film incredibilmente violento che ha saputo riportare in auge il genere “teensploitation". L’approccio cinematografico con il coltello tra i denti di Lester non lo ha reso uno dei più grandi registi della sua generazione, ma di sicuro uno con più titoli di culto in carriera, di molti altri suoi colleghi.

Lo ricordavo diverso il cast di "Bayside school"
Il buon vecchio Mark firma un film drittissimo e violento che procede per accumulo di situazioni grondanti sangue, il professor Norris tante volte fa la figura del puro (se non proprio dello scemo), davanti ad uno Stegman pronto a spaccarsi la testa da solo contro lo specchio del bagno, pur di mettergli i bastoni tra le ruote. Non parliamo certo di cinema raffinato, Lester si ispira a tanto cinema da drive-in e in questo senso le musiche di Lalo Schifrin sono perfette per far fare allo spettatore un salto indietro nel tempo, inoltre è anche chiaro che tutti i personaggi che non si chiamino Norris o Stegman, sono pedine da sacrificare in nome di una scena ad effetto, che sia sempre più cattiva e violenta della precedente. Basta dire che in svariati Paesi del mondo, il film è uscito pesantemente sforbiciato, eliminando alcuni nudi (sempre apprezzabili, ma gratuiti) e i dettagli più efferati di alcune scene in particolare, solo l’edizione in DVD del 2005 ha permesso a molti di vedere il film come lo aveva pensato originariamente Lester.

La moglie di Norris subisce la sorte peggiore, vittima di violenza efferata, enfatizzata da una totale assenza di causa ed effetto, una scena forte che potremmo definire tranquillamente disturbante, specialmente se messa a confronto con il “giorno di ordinaria follia” (passatemi la citazione) di Roddy McDowall, bravissimo ad interpretare il ruolo del professor Corrigan, che dopo aver perso definitivamente la boccia, comincia ad interrogare i suoi studenti puntando loro in faccia una pistola, anche se sarò cattivo io, ma credo che per molti che si guadagnano da divere insegnando ai ragazzi, questa sia la scena migliore di tutto il film, e a ben pensarci è stata anche un po’ il punto di partenza del seguito/rifacimento, sempre firmato da Lester arrivato nel 1990, ma di quest’altro film parleremo diffusamente tra qualche giorno.

Il sogno bagnato di molti professori (non fate finta che non sia così, vi conosco mascherine)
“Classe 1984” non funziona per la sua abbozzata critica sociale e per l’ancora più sgangherato elogio ai professori che resistono, quello che ti tiene incollato allo schermo è il modo in cui Mark L. Lester riesce ad alzare progressivamente i toni dello scontro tra Norris e Stegman, portando lo scontro in una zona sempre più drammatica, le angherie degli studenti creano una situazione sempre più angosciante che non può che terminare come in un horror, con Perry King che come qualunque “Final girl” in uno Slasher, nel finale decide di combattere il fuoco con il fuoco, in un tripudio di seghe circolari e saldatori, presi in prestito dai vari laboratori della scuola. Io sono andato all'istituto tecnico, credetemi, quei posti sono un covo di armi letali.

All'insegnante di musica non je dovete caca er cazzo (quasi-cit.)
Insomma con quella sua aria da violentissimo B-movie, “Classe 1984” è decisamente promosso (tanto per restare in tema) e anche oggi a quasi quarant'anni dalla sua uscita, malgrado i passaggi più che grossolani riesce ancora ad intrattenere e a coinvolgere, molto meglio di certe lezioni a cui ho assistito nella mia vecchia scuola. Per oggi è tutto, domani ci rivediamo qui per un’altra ora di lezione, puntuali mi raccomando!

When does a dream become a nightmare?
When do we do what must be done?
When do we stand and face the future?
When there is nowhere left to run?
And you've got to learn
Just how to survive
You've got to learn

28 commenti:

  1. Non sapevo dell'esistenza di questo film ma sembra interessante davvero! Mi domando però se possa inquietare sul serio un film con Michael J. Fox e Roddy McDowall... Oggi i miei due bimbi hanno ricominciato la scuola, quindi è il mio primo giorno (mezza giornata intanto) di libertà dopo un anno di collage, didò e superdomino lungo tutta la casa: dire che sono sensibile al tema della scuola e che l'orrore (che la chiudano di nuovo) è dietro l'angolo è dire poco! Grazie Cassidy, sei sempre sul pezzo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho fatto sorbire alla mia Wing-woman una settimana di film a tema scolastico, quelli che arriveranno nei prossimi giorni, tra tutti quelli scelti, lei ha definito "Classe 1984" il suo preferito perché è il più cattivello di tutti (storia vera). Posso solo immaginare, quindi più che solidarietà non posso offrire, solidarietà e post a tema scolastico, grazie a te ;-) Cheers!

      Elimina
  2. lo vidi in tv e al scena del cattivo che si spacca la testa contro il vetro mi impressionò.

    tanti anni dopo vidi fight club e pensai : hanno visto classe 1984.

    saluti

    rdm

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In effetti Stegman probabilmente, bullizzava il protagonista di "Fight Club" a scuola ;-) Cheers

      Elimina
  3. Confondevo questo titolo con quello simile coi professori cyborg e Malcolm McDowell, dello stesso regista poi... Ora ho fatto un po' d'ordine nella mia testa😀.
    P.s.
    Fox coi capelli a scodella è inguardabile😂😂😂

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tranquillo, arriverà anche quello, per ora però spazio ai capelli a scodella di Marty in versione cicciotto ;-) Cheers

      Elimina
  4. Oggi, guarda caso, la mia piccola ha ripreso la scuola.
    Tra mille incognite. E come da italica tradizione.
    Con tre mesi e più di tempo ci si é ridotti all'ultimo, perché l'importante é partire. Poi si vedrà, e ci si aggiusterà in corsa. E che Dio ce la mandi buona, come sempre.
    Perché qui se non si ricorre ai miracoli e alla resa mistica non si é contenti.
    I concetti di pianificazione seria, mirata e responsabile sono alieni, in questo paese.
    Ok, fine della nota polemica. Passiamo al film.
    Poco noto, rispetto al suo spin/off - remake in salsa futuristica. E in effetti me lo sono visto giusto una volta. E molto tempo dopo Classe 1999.
    Ma resta una pietra miliare. E credo abbia ispirato un mucchio di altri film del genere "scuola violenta".
    Lì per lì mi vengono in mente The Principal, L' Ora della Violenza e Pensieri Pericolosi, anche se in questo caso é molto più annacquato.
    Ecco, hai ragione. Forse lo zio Wes avrebbe dovuto prendere spunto almeno da quest'ultimo, se ci teneva proprio a girare il suo film di studenti problematici.
    Giusto perché si parlava di Miller...é un film in puro stile Reaganiano, anche se il buon vecchio Frank ce l'aveva su pure con lui.
    Come da classica tradizione dei film di Lester, ritmo alle stelle. Fila tutto dritto come un fuso, senza perdere tempo in chissà che analisi introspettive.
    Chi se ne importa delle motivazioni che spingono i teppisti a fare così. Sono delinquenti, e come tali vanno trattati. E puniti.
    Tantissimo bastone (in testa) e pochissima carota. E solo a chi se la merita.
    E non oso immaginare come venga usata la carota, sui cattivi…
    In realtà, ad un'occhiata più approfondita...c'é molto di più.
    Basti vedere Commando, nei primi dieci minuti.
    Lester, come dicevo, ha il dono della sintesi. In due scene ti fa capire tutto quello che c'é da capire, senza tanti preamboli.
    E' piuttosto sospetto vedere il capo della teppaglia strimpellare (e anche bene) il piano. E fa dedurre che non ci sia affatto il disagio sociale, dietro alle loro bravate. Ma solo noia e voglia di trasgressione.
    Insomma, tanto per cambiare. i peggiori di tutti sono i fighetti figli di papà che vogliono infrangere le regole di famiglia. O forse le mettono in pratica, chissà. E si vendicano della società per il fatto che i loro genitori non gli hanno mai fatto mancare niente, poverini.
    Qualcuno ha detto Johnny Lawrence, per caso?
    Ci arrivò anche il mitico Diego nazionale con Il Ras del Quartiere, dopotutto. Basta vedere Orson e la sua gang.
    I delinquenti...erano tutti figli di ricchi.
    E voglio anche citare, giusto per rimanere nell'argomento...l'italianissimo I Ragazzi del Massacro, film tratto da una delle tante opere del leggendario Scerbanenco.
    Concludo con una piccola riflessione.
    Chi più, chi meno, e complice l'adolescenza...per tutti il periodo della scuola é stato magico e infernale allo stesso tempo. Ancora oggi, certe volte, mi chiedo come abbia fatto ad uscirne tutto intero.
    Ritengo che nei film venga tutto esasperato. Negli states avranno avuto grossomodo gli stessi problemi che abbiamo avuto noi.
    Insomma...le teste di rapanello sono universali. E ogni paese ne potrebbe esportare un tanto al chilo.
    Però ti vedevi questi film dove all'ingresso delle scuole c'erano i metal detector...e pensavi che a noi tutto sommato ci era andata bene, che ancora non si era arrivati a quei livelli.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sarà un rientro difficile perché viviamo in uno strambo Paese a forma di scarpa, però almeno solo controllo della temperatura e non metal detector ;-) Cheers!

      Elimina
    2. Mi unisco all'amico Redferne sulla polemica scolastica di come non si dovrebbe fare e invece riescono sempre nell'impresa di far sembrare tutto improvvisato e legato a particolari correlazioni astrali. In ogni caso ritornando a bomba sul film, anche io lo vidi con colpevole ritardo, forse perché ai tempi fu poco reclamizzato. Però aveva veramente tutto della futura visione filmica di Lester. Buoni e cattivi tagliati con l'accetta, cattivi che facevano di tutto per essere più odiosi possibile e che non vedevi l'ora che finissero nel peggior modo possibile. Poi Perry King era ormai un divo con Joe Penny quando lo vidi, Riptide, ai tempi, veniva programmato quasi più dell'A-Team!
      Ancora piccola parentesi sulla scuola che mi dà qualche speranza per le future generazioni. Anche il mio piccolo ha ricominciato e quando ha rivisto l'amichetto che non vedeva da 6 mesi si sono abbracciati dicendosi mi sei mancato tanto (hanno 4 anni)!

      Elimina
    3. Direi che andavano in coppia, Riptide e A-Team erano un mio appuntamento fisso ;-) Cheers

      Elimina
    4. In"Pensieri pericolosi" gli studenti non sono affatto cattivi.😅

      Elimina
  5. Per fortuna che non sono andato in una scuola del genere :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa settimana ne vedremo un po' di classi e scuole ;-) Cheers

      Elimina
  6. Me lo sono rivisto dopo il post di Classe 1999, me lo ricordavo poco perchè in tv dev'essere passato pochissimo. A me la parte di critica sociale piace e convince, anche perchè quando parti da quei presupposti e cancelli ogni buonismo (il prof. che sclera, la violenza dei ragazzi che degenera e la mattanza finale) io apprezzo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Molto meglio di come farebbero ora, tutto edulcorato e con le punte arrotondate. Manca il tentativo di redimere i ragazzi, o per lo meno, dure due secondi poi sotto con l’azione, in puro stile Lester ;-) Cheers

      Elimina
    2. Piu che altro si cancella ogni tipo di raziocinio.😅

      Elimina
  7. Scoperto una decina d'anni fa, ho subito amato il film proprio perché ci vedevo i germi di tanti altri film successivi, più famosi - tipo l'ottimo "The Principal. Una classe violenta" (1987) con Belushi e Gossett jr. - ed erede (anche se più cattivo) si classici come quello che hai citato di Poitier.
    Sotto la grigia giacca di Terminator - facci caso, ad un certo punto Timothy Van Patten indossa la stessa identica giacca che Schwarzy ruberà due anni dopo al punk Brian Thompson all'inizio di Terminator! - batte un cuore ninja: nel 1984 Van Patten sarà allievo del maestro ninja Lee Van Cleef in "The Master", la serie TV più mitica dell'universo, almeno agli occhi del giovane Etrusco che la seguiva su Italia1. Se pensi che gli unici altri due allievi noti del maestro sono Sho Kosugi e Soon-Tek Oh, capisci che è un grande onore ^_^
    Oltre ad imparare tecniche ninja, Van Patten all'epoca si vedeva nel piccolo schermo italiano come unico giocatore bianco della squadra di basket scolastico della serie "The White Shadow" (che forse all'epoca aveva un altro nome da noi), quindi diciamo che è un attore specializzato in ruoli davvero fuori dal comune ;-)
    Per la mia prima volta, nell'intera orripilante vita scolastica etrusca, non vedo l'ora arrivi la classe di domani ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio molto perché non ho trovato il modo di citare “The Master” in modo coerente nel post senza andare apertamente fuori tema, ma sapevo di poter contare su di te nei commenti.
      Oddio cosa mi hai ricordato! Penso che da noi si chiamasse “Time Out” ma potrei sbagliare, che sforzo di memoria, però davvero Tim Van Patten uomo dalla carriera notevole :-D Cheers!

      Elimina
    2. Quando hai Lee Van Cleef al tuo fianco è facile passare da gagliardo, ma essere bianco come il latte e giocare in una squadra super cool... e fare Salami di cognome, be' è tutt'altra faccenda: serviva un tipo come Van Patten! ^_^

      Elimina
    3. Van Cleef vecchietto ma ancora tosto, mentre Van Patten era solo circondato da una banda di "Super Fly" che ricordo stilosissimi se la memoria non mi inganna, per altro poi salami, per come lo intendono gli americani vuol dire peperone, quindi davvero ci voleva qualcuno figo per un nome così ;-) Cheers

      Elimina
  8. Mitico film, una sorta di distopico-scolastico.
    Come hai ben sottolineato, ha semplicemente portato all'eccesso le reali paure dei genitori dell'epoca.
    E adesso?

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chissà quali sarebbero ora quelle paura, nel dubbio nel corso della settimana ne affronteremo di paure scolastiche ;-) Cheers

      Elimina
  9. Io questo Mark Lester ruspante l'ho visto per la prima volta proprio il quel 1984 "distopizzato" dal regista, anno in cui ancora andavo a un liceo dove i bulletti del cazzo di buona famiglia (oltre a quelli di origine più disagiata, ovvio) non mancavano di certo... diciamo che, non fosse stato per il fatto che qui Stegman/Van Patten e i suoi dovevano essere un tantino caratterizzati (e puniti) all'eccesso per esigenze narrative, ai miei occhi appariva contemporaneamente sia come film che come documentario in presa più o meno diretta ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mark L. Lester aveva colpito nel segno, sei la prova vivente che il suo film funzionava alla perfezione ;-) Cheers

      Elimina
  10. Ma una rece di Class of Nuke'm High ?
    Ci starebbe bene ...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il filone scolastico é infinito, penso che questa potrebbe diventare una non-rubrica a cadenza casuale, anche perché ho tirato fuori una lista di titoli, ed ora vorrei rivederli e scriverne di tutti (storia vera). Cheers!

      Elimina
  11. Lo hanno trasmesso su Rai Movie giovedì 04 agosto 2022 alle 0:15 !

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bene, chi cura i palinsesti ha buon gusto, ogni tanto piazza delle chicche ;-) Cheers

      Elimina