Se
George “Amore” Romero non ha mai raccolto i dividenti di tutto quello che ha seminato in
carriera, forse la palma del vero dimenticato va a John A. Russo: amico di
Romero fin dai tempi dell’università, l’uomo che con lui ha fondato la casa di
produzione “The Latent Image” e che un giorno raccontò all’amico della sua idea
del tutto abbozzata, quella di un ragazzo che inciampava in un gruppetto di
creature intente a divorare carne umana. Qualche giorno dopo Romero si presentò
con quaranta pagine, era la prima bozza di
La notte dei morti viventi (storia vera).
Romero e Russo non hanno più collaborato insieme, anzi è
un po’ come se si fossero idealmente divisi la torta, ecco perché zio George ha
proseguito per la sua strada dando vita (lo so, forse non è la scelta di parole
più azzeccata) al filone “…
of the dead”, mentre Russo si è tenuto stretto la
definizione “living dead”, scrivendo di suo pugno prima la novelization del
primo film, “Night of the Living Dead” pubblicato nel 1974) e poi il seguito,
che portava avanti la storia intitolato “Return of the Living Dead” (1977), ma per tutti i dettagli sull'amicizia tra Russo e George "Amore" Romero, vi consiglio il post del
Zinefilo.
Sapete invece chi è sempre stato molto bravo a
pubblicizzare (a volte anche più del dovuto) il proprio lavoro? Dan O'Bannon,
uno che ai tempi di USC (University of South California) era il miglior amico
di John Carpenter, insieme hanno trasformato la loro tesi di laurea nel loro
film d’esordio,
Dark Star. Lo stesso
film che Alejandro Jodorowsky vide in un cinemino di New York, mentre era alla
ricerca di uno sceneggiatore per la sua versione di “Dune” mai realizzata,
dalle cui ceneri nacque “Alien”, la storia la conoscete, ne abbiamo
già parlato diffusamente.
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Dan O’Bannon: tante idee, una lingua lunghissima e ben pochi amici rimasti ad Hollywood. |
Quello che viene spesso taciuto sul compianto O’Bannon è
il suo atteggiamento, come ci ha raccontato brillantemente
Lucius nel suo lungo speciale su Alien, le idee portate dal vecchio
Dan al film erano riciclaggi pescati dai classici di fantascienza, inoltre la
sua capacità di comportarsi come se prima "Alien" e poi
Atto di Forza fossero tutti farina del suo sacco, non lo ha reso proprio “il più simpa della cumpa”
mettiamola così. Sarà per quello che George Romero non ha mai risposto alle
telefonate, quando volevano proporgli di produrre “Il ritorno dei morti viventi”?
Di sicuro anche per la regia ci sono stati alcuni cambi.
Si perché Dan O’Bannon è quello che oggi tutti
definirebbero un Nerd, quando gli proposero di adattare per il grande schermo
il romanzo di Russo “Return of the Living Dead”, lui da buon appassionato
dichiarò: «Non mi va di andare a “frugare nel giardino” di Romero»,ed inoltre
decise di infilare nel copione molta più ironia, forse memore dei tempi di
Dark Star in cui si rotolava dalle
risate con l’ex amico John Carpenter.
Per un po’ il film avrebbe dovuto dirigerlo Tobe Hooper,
che però dovette passare la mano visto che in quel periodo era già al lavoro su
“Space Vampires”, sempre scritto da O’Bannon che di colpo, si ritrovò a capo del
progetto, il suo esordio alla regia (storia vera). Per il cast invece, i
cambi in stile cestistico non si fecero attendere, la parte di Burt venne
offerta a Leslie Nielsen, che però voleva troppi soldi e per altro, avrebbe
messo fin troppo in luce il lato comico del film, anche se ammettiamolo,
sarebbe stato uno spasso!
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I cavalieri che fecero l'impresa un gran casino zombie! |
Robert Webber dopo aver letto la sceneggiatura dichiarò
che questa roba gli faceva platealmente schifo, mentre Scott Brady (reduce da
Gremlins, uscito solo l’anno prima)
dovette rinunciare per motivi di salute, ed ecco perché
Clu Gulager saltò a
bordo della produzione il giorno prima dell’inizio delle riprese (storia vera).
Tra i nomi noti che hanno preso parte alla lavorazione di
questo film di culto, anche un ragazzotto che sarebbe di lì a poco tempo,
diventato famoso per aver creato “I Simpson”. Si perché Matt Groening, ha fatto
gavetta come redattore pubblicitario e alcune frasi di lancio di questo film,
sono farina del suo sacco, come quella che ho voluto omaggiare nel titolo del
post ("They’re hungry and they’re not vegetarians"), ma anche la notevole “First
they want to meet you, then they want to eat you” (prima vogliono conoscerti,
poi assaggiarti), che però venne rifiutata in favore della ancora più
caciarona: “They’re back from the grave and ready to party!” (sono tornati
dalla tomba e sono pronti a farvi la festa!).
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Non potevo non dedicare uno spazietto alla bellissima locandina del maestro Enzo Sciotti. |
Ogni appassionato di cinema ha il problema di ritrovarsi
prima o poi a dover scegliere il film da vedere quando si ritrova con gli
amici, il classico «Scegli tu un film che sei esperto». Una sassata scagliata
tra capo e collo ad ogni cinefilo, perché scegliere un film in base ai
gusti altrui è sempre difficile, figuriamoci poi sceglierne uno che metta tutti
d’accordo, per fortuna ricordo una volta in particolare in cui proprio grazie a
questo film, sono uscito dalle sabbia mobili della scelta. I miei amici (dai
gusti cinematografici più disparati e non per forza fanatici di Horror), si
erano divertiti facendosela sotto quando mi giocai la carta
Evil Dead, quindi in cerca di un titolo simile
mi gettai sul film di O’Bannon. Vi assicuro che venne fuori una serata
memorabile, con i genitori dell’amico che ci ospitava a dormire nella stanza
accanto, non potevano fare troppo casino, quindi in alcuni momenti (come quando
uno dei personaggi viene inseguito da uno zombie-tronco, oppure sulle linguacce
di Tarman, lo zombie uscito dal barile), ci siamo rotolati, ma soffocando le risate. Alcune frasi, come lo scambio di battute «Guido io», «No guido io»,
«Vaffanculo», sono diventati dei tormentoni tra amici, da ripetere ad ogni
occasione utile (storia vera).
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Quante risate con questa scena… ormai dovreste saperlo che ho un umorismo tutto mio. |
La verità è che “Il ritorno dei morti viventi” ha saputo
trovare uno strampalato equilibrio tra momenti davvero horror (il mezzo cane
che scodinzola, oppure l’ultima scena di James Karen, con bacio all’anello) e
trovate tutte da ridere diventate mitiche. “The Return of the Living Dead”
riesce ad essere all’interno dello stesso film, un omaggio a
La notte dei morti viventi di Romero, fatto da un appassionato con il piglio del vero Nerd, ma allo
stesso tempo anche un film che ha contribuito notevolmente all’iconografia
degli zombie, basta dire che è questo il film che ha definito per sempre la
dieta a base di cervelli umani dei non morti, ma anche quello che ha segnato la
via che tante commedie horror negli anni hanno poi seguito, dai fimetti più
scemi fino a capolavori come
Shaun of the Dead, devono tutti qualcosina anche al film di Dan O'Bannon, che un
posticino tra i Classidy alla fine se lo merita tutto!
Freddy (Thom Mathews) è al suo primo giorno di lavoro
alla Uneeda, una società che si occupa di esportare in tutto il Paese cadaveri
per le università, scheletri per le facoltà di medicina e modelli finti per
studi farmacologici. Nel tentativo di fare colpo sul nuovo arrivato, il
veterano Burt Wilson (Clu Gulager) prova ad impressionare il ragazzo dicendogli
che la storia di quel film, quello là con i cadaveri che si mangiavano la
gente, quello intitolato
La notte dei morti viventi era una storia vera.
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“Come direbbe quello scoppiato di Cassidy… storia vera” |
Nello scantinato della Uneeda sono conservate alcune
“Uova di pasqua” (e nulla di toglie dalla testa che Dan O’Bannon si stesse
citando addosso, con un riferimento ad
Alien),
dei grossi barili sotto vuoto con all'interno dei corpi conservati dal gas
biochimico chiamato Trioxina 2-4-5, originariamente nato come defoliante per le
piantagioni di marijuana sviluppato dalla Darrow Chemical. Spero che non vi
sfugga la palese frecciatina satirica di O’Bannon, visto che il nome del
composto ricorda sinistramente quello della Diossina 2-4-5, che come effetto
collaterale non ha mai riportato in vita i morti, ma è comunemente conosciuto
come il famigerato “Agente Arancio”, usato senza pietà durante la guerra del
Vietnam.
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Cimitero della resurrezione, decisamente il nome più azzeccato! |
«Questa roba è sicurissima!» e con un colpo secco sul
bidone Burt libera il gas, fa cominciare i titoli di testa del film, ma dà anche
il via al ritorno dei morti viventi. Esattamente come un altro caposaldo del
genere zombie, uscito nel 1985 e a ben guardarlo perfettamente a metà tra
orrore purissimo e commedia come
Re-Animator,
tutto quello che era morto alla Uneeda torna in vita, persino le farfalle
puntate con gli spilli alla bacheca, ricominciano a sbattere le ali.
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"Mikey tesoro, dammi un bel bacio con la lingua" (cit.) |
A tornare in vita però sono soprattutto l’orripilante
Tarman (il linguacciuto e viscido zombie simbolo di questo film, realizzato
ricoprendo il costume di Methocel, un addensante alimentare utilizzato nei
frullati ma anche al cinema, era uno degli ingredienti alla base del remake di
“Blob”, il film del 1988) e tanti altri cadaveri come lui. Il vero colpo di
genio di “The Return of the Living Dead”? Consapevoli che quello che abbiamo
visto nei film di Romero è vero, i protagonisti non perdono tempo a negare il
ritorno dei morti, ma di certo non sprecano minuti preziosi con tentativi
inutili di fermare gli zombie, come fanno troppo spesso altri personaggi
nei film.
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“Vuoi dirmi che abbiamo visto tutti quei film di zombie per niente!?!” |
Da un certo punto di vista i protagonisti del film di O’Bannon siamo
noi fanatici di Horror, cresciuti a pane e Romero, se mai un giorno dovessimo
trovarci davanti un morto vivente, preparati e allenati da anni di cinema ed
opere immaginarie, sapremmo subito cosa fare, ma è qui che il vecchio Dan si è
giocato l’asso, tirandolo fuori dalla manica.
Come si uccide uno zombie? Sparandogli in testa?
Separando la testa dal corpo? Frantumando il cervello? Sbagliato! Se il film lo
stai scrivendo tu, uno zombie lo uccidi nel modo che preferisci (regola numero
uno della narrazione). Dan O’Bannon fa la scelta più ovvia, da buon Nerd giunge
alla conclusione più semplice, non puoi uccidere nuovamente qualcosa che è già
morto, quindi i suoi zombie sono inarrestabili.
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Fun Fact: il gradino della scala era davvero rotto, la caduta (disastrosa) dell’attrice Beverly Randolph che si vede nel film è la sua vera reazione al volo. |
Se gli tagli la capoccia quelli continuano a correre come
galline senza testa, se rimangono senza gambe strisceranno per inseguirti e
l’unico sollievo al dolore della morte è nutristi di cervelli, come tossici con
il metadone, sono molto motivati e anche molto astuti, infatti alcuni di loro (i
cadaveri più “freschi” diciamo così) corrono, altri invece beh… parlano e alla
radio richiedono l’intervento di altri infermieri (mentre ne stanno divorando
uno), come noi potremmo ordinare una pizza per la cena. Inoltre se provi a trasformarli in fumo bruciandoli, quelli sono capaci di tornare sotto forma di pioggia acida, insomma una vera apocalisse (zombie).
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Zombie cercano cervelli umani (e morirono di fame) |
Dan O’Bannon sistema tutte le tessere del domino (gli
amici Punk di Freddy che aspettano la fine nel suo turno nel cimitero) e poi
lascia che i suoi personaggi, mossi da una finta sicurezza sul come agire,
scatenino il disastro. L’effetto domino prosegue nello studio da imbalsamatore
di Ernie Kaltenbrunner (Don Calfa) un posto che ricorda un po’ l’obitorio di
Re-Animator, ma che diventerà il centro
di un nuovo assedio zombesco del tutto Romeriano. Per altro divertitevi a
cogliere tutti i riferimenti sparsi da O’Bannon attorno al personaggio di Kaltenbrunner,
nel film non lo dicono mai chiaramente, ma è piuttosto lampante che il
personaggio sia stato scritto come un ex Nazista in fuga: va in giro armato con
una Walther P38, se ne esce spesso con affermazioni in Tedesco e nel suo
walkman ascolta “Panzer rollen in Afrika vor”, ovvero la marcia dell’Afrika
Korps. Più chiaro di così!
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"Io li odio i nazisti dell'Illinois" (cit.) |
Eppure Kaltenbrunner non è il personaggio più colorito di
“The Return of the Living Dead”, quel titolo va sicuramente i Punk amici di
Freddy, una banda di gatti senza collare in cui la più morigerata di loro, Casey, la ragazza con i vestiti e i capelli azzurri è interpretata da Jewel Shepard, una
che nella vita faceva la spogliarellista e proprio sul suo posto di lavoro l’ha
conosciuta Dan O’Bannon, sicuramente lì in cerca di attrici per il suo film…
seeeee ceeeeeerto!
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Una delle vere ragioni della popolarità di questo film: Linnea Quigley. |
Originariamente Jewel Shepard avrebbe dovuto interpretare
“Legs”, ma stanca di essere sempre nuda per mestiere, passò la mano e dopo un
cambio di nome al personaggio, il ruolo di Trash venne affidato alla mitica Linnea
Quigley, cantante, chitarrista, produttrice, attrice, coniglietta di Playboy e
soprattutto Scream Queen a tempo pieno, di sicuro la ricorderete altrettanto
sexy in
La notte dei demoni. Perché
tanto se avete affittato quarantadue volte “Il ritorno dei morti viventi” da
ragazzini, è stato anche per lo spogliarello di Linnea Quigley, non fate i
santarellini come me!
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Didascalie che nessuno leggerà mai e dove trovarle. |
Per la scena in questione, Dan O’Bannon ha dovuto sudare
sette camicie, si perché aveva originariamente chiesto a Linnea Quigley di
girare la scena, diciamo al naturale ecco. Quando al produttore venne un mezzo
colpo apoplettico, temendo le forbici dei censori si presentò da O’Bannon
sbraitando: «Ma sei scemo? Non puoi mostrare del pelo pubico in un film che
andrà in tv!». In effetti qualcosa ha dovuto farlo più che altro Linnea Quigley,
che dopo una depilazione completa ha dovuto rigirare la scena per intero, facendo venire
questa volta un colpo apoplettico completo al produttore: «Così è ancora
peggio: si vede tutto!». Risultato finale? Si ricorre agli effetti speciali,
per coprire con della gomma la zona della discordia, peccato che la povera Quigley
dovette gestire la “pause pipì” con grande organizzazione, visto che sfilarsi
quella specie di mutanda prostetica richiedeva anche del bel tempo (storia
vera).
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Zombie che corrono? No, zombie che parlano! |
A proposito di visto censura, in un film quasi meta-cinematografico
come questo, Dan O’Bannon ci ha fornito un modo piuttosto esplicito per capire
qualche versione del film stiamo guardando: se sul retro della giacca rossa di
Freddy, potete leggere chiaramente le parole “Fuck You” (non credo sia necessaria
la traduzione), andate tranquilli, state guardando la versione non censurata del
film. In quella, oltre ai tagli richiesti dal formato televisivo, Freddy
sfoggia una giacca con su scritto “Television version” Ah! Fosse sempre così
facile distinguere le versioni censurate degli Horror!
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Questo trucchetto del giubbotto dovrebbe esserci in tutti gli horror. |
Proprio il personaggio di Freddy (e quello di Burt)
contribuiscono a loro modo all'iconografia dei morti viventi, esposti per primi
alla Trioxina 2-4-5, i due personaggi muoiono sotto i nostri occhi senza che
nessuno se ne accorga, diventando due veri e propri morti viventi, nel vero
senso della parola. Il modo di O’Bannon di giocare con l’iconografia dello
zombie, da una parte riportandola alla sua purezza (in questo film vediamo
nuovamente i cadaveri uscire dalle tombe, come non accadeva più da tempo, reso
fuori moda proprio da Romero), ma anche in qualche modo cominciando a
contaminarla, l’idea di un gas che infetta le persone trasformandole in zombie,
sembra arrivare da titoli come “Virus” oppure “Incubo sulla città contaminata”
(entrambi del 1980), per certi versi anticipando un po’ i
28 giorni dopo futuri. Insomma Dan O’Bannon da buon Nerd e grande
appassionato, ha rovesciato la scatola dei giocattoli sul pavimento, e con
questo film si è messo davvero a giocare con i morti viventi.
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“State tranquilli, i militari avranno una soluzione”, “Si quella del caporale Dwayne Hicks!” |
Il tutto senza rinunciare alla lezione Romeriana, zio
George resta il nord magnetico di questo film anche per la critica anti
militarista infilata giù per la gola agli spettatori da O’Bannon. Nello stesso
anno in cui Romero firmava il suo capolavoro smaccatamente anti divise
mimetiche, ovvero
Il giorno degli zombi,
a suo modo e con grande umorismo (nerissimo), Dan O’Bannon non le manda certo a
dire, i militari di “The Return of the Living Dead” sono anni che si preparano
al momento in cui le “uova si schiuderanno”, ma il loro piano non è certo
quello di intervenire per risolvere la situazione, come se fossero lo
scintillante settimo cavalleggeri, diciamo che preferiscono optare per un ben
più Yankee: decolliamo e nuclearizziamo. Tanto per restare in tema
Alien(s).
Insomma, “Il ritorno dei morti viventi” è un classico
perché unisce tradizione e passione per gli zombie di Romero, ad un tocco di
innovazione, ma bilanciando alla grande umorismo e orrore in parti uguali. Uno
di quei film che non mi stancherò mai di vedere e rivedere (e non solo per via
di Linnea Quigley!) e visto che siamo in tema, non perdetevi lo speciale del venerdì del
Zinefilo dedicato ai retroscena su
questo film!
Inoltre non perdetevi il dettagliatissimo post di
Doppiaggi Italioti con tutta l'analisi all'adattamento Italiano di questo film, davvero imperdibile.
grande cassidy
RispondiEliminaaspettavo da anni la recesnsione di sto capolavoro che ho visto a pezzi su you tube
che dire un classido
rdm
che dire : un classi
Era molto atteso lo so, spero sia valsa la pena aspettare ;-) Cheers
EliminaLa giacca rossa è geniale😀
RispondiEliminaVero? La vorrei in tutti i film alla faccia dei tagli televisivi ;-) Cheers
EliminaChe voglia di rivederlo, promesso che lo vedo, comunque recensione sempre fantastica ;)
RispondiEliminaGrazie capo! Voglio molto bene a questo film ci tenevo, ora non perderti i venerdì sul Zinefilo per approfondire, Lucius sta facendo un lavorone ;-) Cheers
EliminaLa trovata della giacca per capire la versione del film è geniale .
RispondiEliminaNella bella Italia degli anni 80, vedevamo rigorosamente la versione integrale in tv ( probabilmente gli unici in tutto l' Occidente ).
Per chi come noi è cresciuto videoregistrando alla televisione, la giacca rossa sarebbe stata una Manna per tutti gli Horror ;-) Cheers
EliminaQuesto dovrei proprio rivederlo.
RispondiEliminaNon lo hai mai visto?!? Corri! Sono sicuro che ti piacerà ;-) Cheers
EliminaPer i casi del destino, la videoteca del quartiere in cui vivevo alla fine degli anni 80 aveva solo il seguito. A questo ci sono arrivato solo più tardi. Sicuramente il film perfetto da vedere in gruppo con gli amici alle medie, oppure in gruppo con gli amici, tutti con gli occhi arrossati e una gran voglia di mangiare patatine, più in la con gli anni.
RispondiEliminaUna menzione speciale alla va alla colonna sonora: The Cramps, Roky Erickson, The Damned, 45 Graves, ma sopratutto il mio pezzo preferito della versione dei T.S.O.L senza Jack Grisham... insomma occhi a cuoricino e orecchie in estasi!
Ps We are 138!
Film da serata tra amici definitivo, con colonna sonora piena di chicche, ci sarebbero stati anche Misfits in effetti... We are 138! Cheers
EliminaA me è capitato spesso di guardare un "numero due" senza aver visto il precedente. Mi è accaduto(in ordine di visione) con Despicable Me, i Guardiani della Galassia, Animali Fantastici e dove trovarli, e Terminator.
EliminaPer altro il numero due di questa saga é il meno caratteristico, preferisco di più il terzo di Yuzna. Cheers
EliminaE' che il capitolo diretto da Ken Wiederhorn (già esperto di zombie con il suo precedente "Shock Waves") spinge di più -riuscendoci, peraltro- sul versante comico vero e proprio, mentre è con quell'irriverente ragazzaccio di Yuzna che si torna a pestare duro sul serio!
EliminaNon sapevo del coinvolgimento di Matt Groening, interessante... Dan qui ci piazza un autentico cult zombesco del tutto degno di competere con quelli di Romero: tra l'altro, vista la dieta dei morti viventi in questione, se volessimo dire che in un certo senso è un film cerebrale e cervellotico non sarebbe un insulto (anzi) ;-)
P.S. Linnea Quigley? Sì, mi pare di ricordare che c'era anche lei... ;-D
Sarebbe l'unica volta in cui l'aggettivo "cervellotico" sarebbe usato in modo azzeccato! Si, credo che ci fosse anche lei, ma dovrei controllare ;-) Cheers
EliminaHicks aveva ragione!!!
RispondiEliminaIt's the only way to be sure.
Splendido questo film! E solita storia: appena torno dalle vacanze aggiorno il mio post sul film col link alla tua ottima (come sempre) recensione! :--)
Grazie mille capo! Fai buone vacanze ;-) Cheers
EliminaCome ti invidio, questo è IL film per antonomasia da vedere insieme agli amici: umorismo nero, morti che tornano dalle tombe, scheletri urlanti, urla, risate e poppe al vento. Insomma, PERFETTO! ^_^
RispondiEliminaIo l'ho visto nella storica prima visione di Italia1 nel 1990, ma certo che vederlo in compagnia sarebbe stato perfetto. Purtroppo i miei amici dell'epoca non amavano gli zombie, che a pensarci è assurdo: come si fa a non amare i morti viventi????
Questo film potrebbe dimostrare che O'Bannon lasciato allo stato brado, e con pochi soldi, è portatore sano di gagliardiaggine. Il problema è che il suo passatempo preferito era offendere le persone e il cinema non è noto per essere un ambiente tollerante, quindi le occasioni in cui ha avuto un po' di mano libera sono davvero poche. Ma almeno sono tutte memorabili ;-)
Gli zombie piacciono a tutti, infatti per scegliere un film mi sono aggrappato a questa massima di vita ;-) Si davvero, O'Bannon e la sua linguaccia non ha mai preso prigionieri, tra tutto quello che ha fatto alla fine questo è il suo lavoro migliore, per tutti, tranne per il vecchio Dan ;-) Cheers
EliminaGrazie fratello Lucius, mi ricordavo anche io di averlo visto su Italia1 in quel periodo, ma non riuscivo a identificare bene l'anno! Grande film, grandi spaventi ma anche grandi risate, insomma un intrattenimento coi fiocchi, forse anche meglio del maestro Romero, perché è forte la componente citazionistica e caciarona. Unico problema, come mi capita spesso, sarà colpa dell'età, non mi ricordo come va a finire... Buona ragione per recuperarlo... 👋
EliminaRecuperarlo è sempre cosa buona e giusta ;-) E la memoria gioca brutti scherzi anche a me, visto che io ricordavo una scena diversa per il finale!
EliminaVisto che non ricordavi l'anno di quella mitica prima visione di Italia1, mi permetto di segnalarti l'introduzione del mio viaggio a puntate in questo film, dove ricostruisco quella serata di cui fra un paio di settimane festeggeremo il trentesimo anniversario ;-)
Permettiti Permettiti pure, caro Lucius, lo leggerò sicuramente con grande piacere. Ricordavo il periodo estivo ma non riuscivo a collocarlo nell'anno giusto. In quel periodo, altri tempi, io e mio fratello più giovane eravamo lasciati in montagna da soli dal lunedì al venerdì, quindi si poteva guardare tutto quanto passava, ovviamente limitatamente a cosa si prendeva con il baffo. Per fortuna Italia1 si vedeva bene, sul tv in bianco e nero!! 😜
EliminaOrmai aspetto i venerdì Zinefilo più del fine settimana ;-) Cheers
EliminaFilmone! Visto e rivisto da ragazzino (si vedeva tutto, quindi presumo fosse la versione "Giacca rossa"... Geniale!), perfettamente in bilico tra horror e commedia. Non sapevo della possibilità di Nielsen... Ecco, forse con lui la bilancia penderebbe più dal lato comico, rispetto a quello horror. Basti pensare alla scena col morto decapitato nel magazzino...
RispondiEliminaMi hai fatto venire voglia di rivederlo!
Era proprio la mia intenzione ;-) Ho rivisto il film due volte in due mesi, ma lo rivedrei anche ora. Si, Nielsen post-1980 avrebbe sbilanciato quindi va bene così ;-) Cheers
EliminaMarò, che chicca che sei andato a ripescare, Cass.
RispondiEliminaUn vero tuffo nel passato. E chi se lo ricordava più?
Una piccola perla caduta ingiustamente nel dimenticatoio, visto che alcuni tratti tipici di questo film oggi vengono associati ai ben più noti film del grande Romero.
Tipo l'insana passione dei redivivi per il cervello...
E dire che ai tempi ebbe un discreto succeso pure al cinema, da noi.
Mi ricordo in particolare la splendida locandina italiana, con uno zombie a dir poco ripugnante che occupava tutto il manifesto e che sembrava degno di un album dei Cannibal Corpse. Ed anche un'altra cosa...ma ci arriviamo.
Lo diedero in un paesino vicino al mio, ma ovviamente non potei vederlo. Perché era addirittura VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI.
Di solito il caro, vecchio VM18 lo mettevano per i film a luci rosse (ma anche Nightmare mi pare che era VM18, al cinema).
E adesso, grazie al tuo post...mistero svelato.
Del resto, tornando all'altra figura che condivideva la locandina...adesso ho capito perché al centro ci stava la donnina ignuda.
Visto in tv, durante un Venerdì con Zio Tibia (almeno credo). Ed infatti mi chiedevo cosa avesse potuto giustificare un simile divieto...
Enigma chiarito, finalmente.
Dunque...ottimo film , che alterna sapientemente pati horror e comiche.
Qui i morti viventi (da non confondersi con gli zombie) hanno un insospettabile senso dell'humour. E hanno pure gusti raffinati, visto che prediligono il cervello (per via delle endorfine, forse?).
Ma sono anche veloci, intelligenti e molto, molto furbi.
E quindi ancora più pericolosi. Senza contare che sono praticamente indistruttibili, visto che il finale non lascia presagire proprio niente di buono.
Per certi versi O' Bannon fa compiere un balzo in avanti alla figura del non - morto Romeriano, creando quelle che ne é di fatto un'evoluzione.
Ed inoltre li trovo molto più disgustosi e repellenti. Ed in tal proposito una menzione la meritano anche gli ottimi effetti speciali.
La cosa curiosa, comunque, é che il film sembra dare per scontato che tu abbia visto i film di Romero.
Tipo la frase "Ma non bastava distruggergli la testa?" pronunciata da uno dei protagonisti mentre usa il suddetto metodo per sbarazzarsi di un mortaccio vivente. Per poi rendersi conto, con un certo disappunto, che non funziona...
Per certi versi rasenta la parodia, insieme al sentito omaggio. Come il famigerato "numero verde" da chiamare in caso di emergenze...
Da recuperare. Specie la versione da sala, dopo quello che ho scoperto per merito tuo.
Ottima recensione, Cass.
Complimenti.
Grazie capo, molto felice che ti sia piaciuta, questo è il film che ci ha insegnato tante cose, anche a non fidarsi dei numeri verdi ;-) Cheers
EliminaPero' e' un vero peccato che O' Bannon, a furia di rivendicare paternita' su qualunque cosa, si sia praticamente fatto terra bruciata tutt'intorno a lui, li' ad Hollywood.
EliminaCol risultato che non ha piu' trovato nessuno disposto a lavorare con lui, ne' a farlo lavorare.
Qui dimostra di cavarsela egregiamente pure come regista.
Ma roba che in fatto di horror comici ce lo saremmo trovato accanto a gente come Hooper, Dante e Zemeckis.
Un giorno mi piacerebbe sapere perché lui è Carpenter hanno scazzato, secondo me storie di donne, ma con O'Bannon di mezzo non si può sapere. Cheers
EliminaQuesto gioiello é stato il mio primo approccio al Cinema zombesco (un paio di mesi prima di vedere "Zombi" di Romero) anche se nello specifico mi riferisco al trailer cinematografico, beccato in TV e che, lo confesso, mi mise una strizza addosso che durò giorni... anche perché nel trailer non traspariva nulla dell'ironia grottesca che é il punto di forza del film. Poi, come spesso accade, alla paura segue la curiosità e la fascinazione, finché non lo vidi in VHS e lo promossi, meritatamente, a titolo cult!
RispondiEliminaSe posso permettermi vorrei segnalarti due correzioni: non é Burt/Clu Culager a combinare il guaio ed a suicidarsi nel forno crematorio ma Frank/James Karen.
Hai ragione ho unito due scene insieme per motivi di spazio. Questo film arriva dall'era delle VHS e del video noleggio, quindi ha sempre attratto anche me, faceva bella figura dalle mensole del mio video noleggio ;-) Cheers
EliminaC'ho anche il posterone gigantesco di questo film, quello bello, non quello zebrato. Non dico altro.
RispondiEliminaGrazie per la citazione
Quello zebrato può piacere solo agli appassionati di una nota squadra di calcio piemontese. Figurati doveroso, non potevo non citarti ;-) Cheers
EliminaVisto per la prima volta un paio di anni fa al TFF. Grande serata e gran bel film.
RispondiEliminaQuesto film è in grado di trasformare ogni serata in una grande serata ;-) Cheers
EliminaL'ho visto una volta sola (durante il mio periodo di studio zombesco oltre i confini romeriani), eppure me lo ricordo come uno dei migliori del filone Z, ma dovrei rivederlo, anche perchè sono passati anni.
RispondiEliminaLo é davvero uno dei migliori di quel filone, poi é sempre uno spasso ;-) Cheers
EliminaOddio avevo visto questo film un sacco di anni fa e devo dire che non mi era per nulla dispiaciuto. Più che un film di serie B, siamo in C2 zona retrocessione, ma va bene lo stesso :D
RispondiEliminaLa zona C2 cinematografica mi mancava ma é una bella definizione ;-) Cheers
EliminaQuando l' ho visto ed ho scoperto che si proponeva come sequel del film di Romero sono rimasto così😳. Un po kitch, ma divertente ed anarchico. Al cimitero il fidanzato che dice alla ragazza che è di cattivo gusto danzare così in un luogo sacro.😁
RispondiEliminaNon sapevo di questi interessanti retroscena.😮 Forse la carriera di Hooper non sarebbe finita in discesa.😕😅
Leslie Nielsen vs gli zombie!?! Cosa ci siamo persi.😕😅
Anche Dan O'Bannon deve aver pensato la stessa cosa, infatti il film è venuto fuori con una personalità tutta sua ;-) Cheers
EliminaAppena ho visto il titolo del post ho capito quale sarebbe stata la didascalia inutile (e dove trovarla)! X--D
RispondiEliminaGran film, gran recensione, e ottimo anche il post del Zinefilo sul tema!
In realtà sono l'araldo della Z, annuncio il piatto forte del venerdì. Linnea Quigley una delle (tante) ragioni che hanno reso mitico questo film ;-) Cheers
EliminaIo ricordo il trailer cinematografico in tv, dove si vedeva la tipa nuda camminare una volta divenuta zombie.
RispondiEliminaIn pieno pomeriggio, come si usava negli anni 80.
E poi ricordiamo che pure Villaggio lo vedeva al cinema durante l' inizio di Fracchia contro Dracula .
Esatto, non sono riuscito ad infilate Fracchia in modo sensato nel post quindi grazie per averlo fatto tu qui ;-) Cheers
Elimina