Uscendo di scena come il grande signore che è sempre stato, l'anno scorso a luglio Rutger Hauer é tornano oltre i bastioni di Orione. Visto che da sempre l'Olandese é stato uno dei preferiti di questa Bara, insieme al
Zinefilo abbiamo organizzato un intero mese dedicato a Rutger, per i prossimi mercoledì voleremo tutti oltre le porte di Tannhäuser.
Pensa che non poteva esserci destino più beffardo per Rutger
Hauer, che lasciare questa valle di lacrime (nella pioggia) proprio nello
stesso anno in cui moriva anche il suo personaggio più famoso, quello dell’unico
film per cui verrà ricordato, almeno per il grande pubblico. Proprio
lui che con una filmografia vasta e generosissima, di film ne ha resi mitici
tanti partendo dai suoi splendidi
esordi diretto da Paul Verhoeven, dove ha regalato
magnifiche prove, fino ad arrivare a
comparsate a volte
anche fulminee.
Un attore carismatico e con un approccio incredibilmente
fisico ai ruoli che sceglieva di interpretare, uno che non si è mai fatto
problemi a passare da Ermanno Olmi a dare la caccia a
Gene Simmons, ricordando a tutti che il cinema va dalla “A”
alla “Z” e così dovrebbe fare anche la nostra passione. Ecco perché per iniziare questo
omaggio ho scelto un film che nell'alfabeto cinematografico potrebbe fermarsi
attorno alle lettera “F”, di “Furia cieca”.
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Voi non avete idea cosa voglia dire per un ex ragazzino miope come me, crescere guardando “Furia cieca”. |
Ora io ve lo dico, sarebbe qualcosa di abbastanza pericoloso
da fare, perché quando sono in pieno sonno somiglio ad un orso in letargo e non
rispondo delle mie azioni (furia cieca, appunto), ma se qualcuno provasse a
svegliarmi nel cuore della notte urlandomi «RUTGER HAUER!» io probabilmente
risponderei «FURIA CIECA!», perché alla faccia di Roy Batty, è Nick Parker il
primo personaggio che mi viene in mente quando penso all'olandese (storia
vera).
Ho visto e rivisto questo film, centinaia di volte durante
la mia infanzia, considerando che ha un non vedente come protagonista, tutto
questo dovrebbe generare una riflessione che se fossi abbastanza intelligente, trasformerei
in qualcosa di arguto e brillante, ma riesco solo a pensare al fatto che vedere
a rotazione “Blind Fury” quando sei un ragazzino miope, ha tutto un altro sapore.
Visto? Ho scritto sapore, questo è un film che ti fa acutizzare gli altri sensi!
Le origini di “Furia cieca” sono nebbiose proprio come un
miope che guarda l’orizzonte, pare che Daniel Grodnik e Tim Matheson per il
loro esordio come produttori sognassero una versione americana di un’icona della
cultura popolare giapponese,
Zatôichi
lo spadaccino cieco, forse il nume tutelare di tutti i
Maestri sciancati della storia del cinema.
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E Goemon Ishikawa... MUTO! |
Ufficialmente Grodnik e Matheson hanno convinto la Tri-Star –
detentrice dei diritti americani sullo spadaccino cieco – a produrre il film, parlando
di una pellicola ispirate alle innumerevoli avventure di Zatôichi, di fatto
come ha
ben sottolineato Lucius, il
film pesca a piene mani gag e situazioni (come la scenetta del sasso offerto
come caramella) dal film “Zatôichi Challenged” (Zatôichi chikemuri kaidô, 1967). Di fatto la struttura è la stessa, lo spadaccino cieco arriva in città, aiuto
qualcuno a risolvere il suo problema e poi sparisce, di nuovo in marcia verso l’orizzonte.
A questo aggiungete però il fatto che “Furia cieca” nel mucchio, cerca di mettersi
in scia all’onda lunga dei film nazional popolari con protagonisti reduci del
Vietnam, sdoganati ufficialmente da
Fratelli nella notte, dal trionfo al botteghino di
Rambo, e resi
popolarissimi da
Chuck Norris.
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"Sguaina la spada, affetta melone, bene così Rutger San!" |
Non avevo mai realizzato davvero che due classici – molto diversi
tra loro – della mia infanzia come “Ore 10: calma piatta” e “Furia cieca”
fossero stati diretti dallo stesso regista, per di più uno in fila all'altro
entrambi nel 1989. Phillip Noyce è stato il primo a portare Jack Ryan (il popolare
personaggio di Tom Clancy) al cinema e magari lo ricordate per titoli come “Il
collezionista di ossa” (1999) e “Salt” (2010). Ma rispetto al thriller con
Nicoletta Ragazzino riccia e in mare aperto, qui il buon Phillip è molto più
rilassato perché sa che tanto a fare il grosso del lavoro sarà il suo
protagonista, infatti Rutger Hauer si mangia tutte le scene per 86 minuti.
Qui interpreta Nick Parker, e come dico sempre i primi
minuti di un film, ne determinano tutto l'andamento, nella prima scena vediamo (scusa Nick!) il soldato ferito al volto vagare nella giungla Vietnamita, accecato dallo
scoppio di una bomba. A prendersi cura di lui ci pensano un gruppo di, beh Vietcong
direi.
Non si sa bene per quale ragione, questi Vietnamiti non
hanno nulla a che fare con quelli che hanno abbattuto l’elicottero di Nick (brutti
Vietcong cattivi! Pussa via!), questi stanno nel loro villaggio pieno di
bambini sorridenti e ben nutriti, e sono molto ben disposti ad aiutare un
olandese
americano che in teoria sarebbe un rappresentante delle forze che hanno
occupato il loro Paese. Tanto che non solo curano i suoi occhi con degli
impacchi d’insalatina a foglia verde, ma si prodigano ad iniziare Nick all'arte
della spada.
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Ecco come si finisce a furia di vedere cose (che voi umani…), con la rucola sulle pupille! |
Attraverso alcune scene - esempio di sintesi da parte di Phillip
Noyce -, un Rutger Hauer impara dall’equivalente locale del
maestro Miyagi, ad
affettare in quattro parti uguali una zucca lanciata al volo con la sua spada
affilatissima. Non sarebbe stato più sensato affidargli un cane guida? No!
Perché se c’è una cosa che il cinema americano degli anni ’80 ci ha insegnato è che un Maestro orientale
ti farà fare delle cose strane, al fine di regalarti dei poteri prodigiosi al limite del
super umano, quindi zitto e taglia la zucca, ad Halloween tornerà utile.
Stacco, sono passati vent’anni in un battito di ciglia
(scusa Nick!), il nostro protagonista cammina lungo una strada da qualche parte
a Miami, ma grazie al suo allenamento e al suo bastone/spada, perfettamente
identico a quello che usava il Goemon di
Lupin,
non teme nulla, nemmeno i padroni
stronzi
distratti che non raccolgono la cacca del loro cane, nemmeno le lattine gettate
nell'erba, e con un agile saltello evita anche i Coccodrilli salutandoli: «Ciao
cagnolino».
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Deve essere una di quelle razze nuove, a suo modo è carino però. |
Super poteri derivati da antiche tradizioni e bizzarri
allenamenti, battute cretine snocciolate con un tempismo talmente efficace da
strapparti la risata e un eroe, venuto per raddrizzare i torti, “Blind Fury” è
davvero tutto qui, manca solo una cosa, una scena in cui ci viene mostrato che
Nick è l’eroe della pellicola. Per lui nessuna rapina al mini market da
sventare (un classico degli “Action hero” degli anni ’80) ma qualcosa di molto
simile, un gruppo di bulli in un ristorante che prima gli scambiano la salsa piccante per il burrito prendendosi gioco di lui, ma finendo comunque a fare una figura
da macachi perdi braghe («Niente male un po' leggera per me, avete qualcosa di
più macho?»). Salvo poi finire tutti stesi quando, come un branco di dodicenni
decidono di iniziare a lanciarsi la borsetta scippata ad una Señorita appena
entrata nel locale.
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Un burrito così piccante da farti perdere la vist... no niente, come non detto. |
Sulle note di un tema musicale che mescola fascinazioni anni
’80 e l’aria del caribe, Nick Parker fa lo scemo per non andare in guerra
(oppure lo scemo che è tornato dalla guerra) e con scenette degne della nostra
migliore commedia Splastick mette tutti KO. Il bello è che Rutger Hauer con lo
sguardo perennemente perso nel vuoto (dopo
Blade Runner era quello che tutti volevano da lui) è il primo a divertirsi,
dimostrando di maneggiare oltre alla spada, anche il registro comico.
Il nostro Rutger è arrivato ad affermare che “Furia cieca” è
stato uno dei suoi lavori più difficili di sempre, perché non solo doveva
recitare in modo da essere credibile come non vedente, ma doveva farlo
maneggiando una spada. Sapete cosa ci vorrebbe per rendere “Blind Fury” un film
ancora più di culto? Che a questo punto qualcuno avesse messo in giro una voce
assurda tipo, che per prepararsi alla parte, Hauer si sia allenato per mesi con
un maestro di arti marziali non vedente, sapete una di quella cose così assurde
che potrebbe solo essere vera, infatti è andata proprio così.
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Lynn Manning, l'originale furia cieca. |
Lynn Manning, classe 1955 Judoka professionista malgrado la
perdita della vista, avvenuta all’età di 22 anni per una lite terminata con una
sparatoria. Rutger lo conosce nel suo Dojo dove lo manda al tappeto come se
quello cieco fosse lui, da allora i due diventano amici tanto che Hauer finirà
per finanziare la partecipazione di Manning ai mondiali di Judo in Corea del
Sud (storia vera).
Se non bastasse questo a rendere “Furia cieca” un film
mitico, ci pensano le facce che popolano la pellicola a contribuire, lo Zatôichi
olandese americano deve aiutare il suo ex commilitone, il chimico Frank
Devereaux ricattato dal viscido criminale e proprietario di casinò MacCready (Noble
Willingham) per convincerlo a produrre droga per lui. Frank è interpretato da Terry
O'Quinn il John Locke della serie tv
Lost e di un altro paio di
titoli mitici,
potreste metterci un po’ a riconoscerlo, perché entra in scena appeso a testa
in giù, dall’ultimo piano di un casinò di Reno nel Nevada.
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Comunque meglio del Joker a testa in giù di Nolan. |
Per riallacciare i contatti Nick raggiunge la famiglia di Devereaux
a Miami, qui incontra il figlio Billy (Brandon Call) e la moglie Lynn, in un
film dove gli occhi sono molto importanti, giustamente interpretata da quelli
di ghiaccio di
Meg Foster, che qui recita per tredici secondi (pieni!) e poi
viene uccisa dagli sgherri di MacCready, capitanati da un’altra faccia
notevole, quella del massiccio Randall 'Tex' Cobb.
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Non voglio più amici, voglio solo nemici... ah no scusate, quello era un altro Tex. |
Nick riesce a salvare Billy per il rotto della cuffia, anzi
per il taglio della mano (di uno degli sgherri), perché “Furia cieca” sarà anche
una sorta di “Goemon va in vacanza” pieno di ironia, ma è anche un film dove le
mani vengono mozzate come ridere, giusto per darvi un'idea dei film con cui
sono cresciuto. Da qui il film abbraccia i canoni dell’avventura “On the road”,
con un bimbo biondo e inizialmente odioso come spalla del protagonista, perché
di più classico di un eroe dell’azione degli anni ’80, può esserci solo
abbinarlo ad un bambino, lezione che qualcuno
ha capito molto bene.
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“Perché tutti odiano i ragazzini nei film? Dove stiamo andando? Siamo già arrivati?”, “Perché la guerra non mi ha tolto anche l’udito oltre che la vista?” |
Il viaggio di Nick e Billy avviene in bus fino a Reno, e tra
sassi scambiati per caramelle e battutacce («Mi siedo accanto al finestrino, tanto
tu sei cieco») i due diventano quasi amici, anche quando “zio Nick” salva il
ragazzo dal secondo assalto di Randall 'Tex' Cobb e un’altra banda di sgherri
radunata in fretta e furia.
Il Nick Parker di Rutger Hauer è il classico eroe che proprio
come Zatôichi, sconfigge gli avversari dimostrandosi più furbo e abile di loro,
qui elimina gli sgherri (tra cui qualcuno impegnato a sgranocchiare rumorosamente
Pop-Corn, per prendere di sorpresa un cieco? Perché!?!) con grande facilità
anche perché Phillip Noyce non si impegna molto a mostrarci il come, dopo anni
di visioni ancora devo capire come facesse Nick a spostare lo spaventapasseri tra
i filari di grano, senza venire colpito dal colpi di fucile, e allo stesso
tempo prendere alle spalle Randall 'Tex' Cobb. Vabbè ma sono dettagli su cui si
può chiudere un occhio, meglio due, per immedesimarsi con il protagonista.
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“Quest’anno la mietitura è stata anticipata” |
“Furia cieca” alterna momenti intimi e caciaroni in parti
uguali, senza mai far calare il ritmo, quindi si passa da lezioni di vita («Gli
uomini forti non hanno mai paura di piangere») a scene come il lungo e articolato
inseguimento per le strade di Reno, a cui si aggiunge un altro volto noto,
quello della bella
Lisa Blount che
qui fa un po’ da contorno nei panni della fidanzata di Frank.
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Siamo il terzetto più biondo del mondo (e ci dispiace per gli altri) |
Questa volta i tizi mandati da MacCready per tentare di
fermare il terzetto più biondo della storia del cinema, sono due coglionazzi
(mi pare il termine più adatto) di cui uno, quello particolarmente intelligente,
è interpretato dal regista e sceneggiatore Nick Cassavetes, nel ruolo di cui
penso nessuno gli farà mai domande durante le sue interviste.
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La parte del curriculum che Nick Cassavetes vorrebbe nascondere sotto il tappeto. |
Il duello con questi due fenomeni in cappello da Cowboy
regala momenti mitici, come il “conto alla rovescia” necessario a recuperare la
spada di Nick, ma soprattutto l’immancabile inseguimento in auto, un classico
dei film d’azione che qui va a braccetto con la commedia. Sempre nel 1989 il non
vedente Richard Pryor e il non udente Gene Wilder guidavano nel traffico in “Non
guardarmi, non ti sento”, qui Rutger Hauer si lancia nella stessa specialità però
da solo, in una scena che è un generatore automatico di gag comiche. In pratica
potremmo dire che “Furia cieca” è una sorta di commedia con Richard Pryor e Gene
Wilder però con molta più azione e momenti cazzuti, in pratica è “Non
affettarmi, non ti vedo”.
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“Ma come guidi sei cieco!?”, “In effetti si!” |
Quando dico che vedere questo film da (per me ormai ex)
ragazzo miope resta un'esperienza, non lo dico per scherzo, trovo significativo
che l’alternativa migliore ad una Lisa Blount resa miope dalla perdita degli
occhiali, sia far guidare l’auto a tutta velocità ad un cieco. Mi rendo conto
che oltre alle mani mozzate, questo film se uscisse oggi, non potrebbe
allietare i pomeriggi di nessun ragazzino (miope o con dieci decimi) perché verrebbe
massacrato dalla moda imperante ad Hollywood, a partire dal titolo, oggi come
minimo si chiamerebbe “Furia non vedente”.
Il problema della famiglia Devereaux è che non riesce mai a stare
tutta insieme nello stesso posto (chissà i pranzi di natale che casino) quindi messi
al sicuro Billy e la bionda Lisa Blount, Nick punta dritto al casinò del
cattivone per andare a salvare l’amico Frank, che nel frattempo ha anticipato
di quasi vent'anni
Breaking Bad, sintetizzando una droga blu che tutti
vogliono e Walter White… MUTO!
La fuga dal casinò è un omaggio alla passione per il gioco d’azzardo
di Zatôichi che permette a Rutger Hauer di dar prova di un altro po’ di buoni
tempi comici in una scena alla roulette, in cui il nostro Nick risolve tutto a
colpi di spada. Perché non c’è una singola cosa che Nick Parker non possa risolvere
così, porta chiusa? ZAN! Via la maniglia. Cattivo che fa lo sbruffone? ZAN! Via
le sopracciglia e poi sotto con una battutaccia: «So fare anche la circoncisione». No ma dai sul serio, ma come si fa a non voler bene ad un film così dai!
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Ti do un dieci per le intenzioni e un due per la mira. |
Il gran finale avviene nella casa nel cattivo sul cucuzzolo
della montagna, lo schema dovreste averlo capito, per cercare di fermare Nick
si manda ogni volta degli sgherri più cattivi di quelli precedenti, che però
fanno tutti la stessa fine. La scena nella sala da ballo mette in chiaro che Rutger
qui è una specie di
Daredevil biondo, anzi credo che se lo avessero chiesto a Rutger, avrebbe potuto comodamente interpretare Stick nella
serie tv dedicata al personaggio, tanto
qui aveva già fatto le prove generali.
In un film dove la mancanza della vista è un super potere,
proprio come il diavolo di Hell’s Kitchen, i cattivi cercando di mandare in
tilt i suoi super sensi usando delle casse e un microfono, ma Rutger è
semplicemente il più figo e gira la situazione a suo vantaggio facendo saltare
la corrente, pronto ad affrontare tutti in una stanza buia, una scena che Hauer
affronta con il suo solito approccio. Parliamo di quello che ha eseguito il
salto tra i palazzi (con colomba in mano) di
Blade Runner al primo ciak, e che si è rotto un dente per balzare
da un bus al cofano di un auto in corsa in
The Hitcher, il suo balletto al buio con spada è uno spettacolo, trovatelo un
attore oggi disposto a passare da sassi masticati a coreografie di
combattimento così. Ma siccome tutto è mitico in questo film, poteva mancare una
“frase maschia”? Proprio no! «Tu lo vedi? Io non vedo niente!», «É così che
vivo io».
Sono passati trent’anni da quando guardavo a ripetizione
questo film, grazie ad un taglio chirurgico di laser degno di Nick Parker ho anche
smesso di essere miope, però ancora mi gaso con questa scena!
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Non ha certo bisogno del Braille per fare fuori tutti. |
L’ultimo scontro con il “Boss finale”, il maestro Giapponese
di Katana interpretato dal veterano Shō Kosugi, è quello che mancava a questo
film, due maestri di spada a confronto che saltellano attorno ad una vasca da
bagno elettrificata. Ok il fatto che Shō Kosugi si appenda al soffitto come una
scimmia non è proprio la mossa più intelligente della storia in quel momento
del combattimento, ma trasforma “Furia cieca” in un orgia di affettamenti a
colpi di spada che ha contribuito fortemente alla mia passione per i film di genere.
Un finale doppio perché Randall 'Tex' Cobb qui fa la fine di
Darth Maul, solo vent'anni
in anticipo.
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Living on the edge, come in un pezzo degli Aerosmith. |
Il finale di “Furia cieca” poi è ricalcato identico sopra
quello di un classico, Billy invoca “zio Nick” chiedendogli di non andarsene
come faceva il bambino con Shane, alla fine di “Il cavaliere della valle
solitaria” (1953), e siccome questo film è stato un classico della mia infanzia,
avevo un compagno di scuola ai tempi, che aveva snocciolato una teoria che solo
un bambino poteva sfornare: nel film Nick dice che non può piangere, perché il
posto nella sua testa dove si formano le lacrime non funziona più (io avrei
chiesto un secondo parere da un altro medico), quando alla fine lo vediamo con
una sola, singola e virile lacrima sul volto, secondo il mio compare, voleva
dire che aveva miracolosamente recuperato la vista. Però bisogna dire che
questo era lo stesso che dopo aver visto “Voglia di vincere” (1985) il giorno
dopo a scuola mi aveva illustrato un metodo infallibile per trasformarsi in un
lupo mannaro (storia vera).
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I duri non piangono, sudano dagli occhi nello sforzo di apparire così incredibilmente duri. |
No amico mio, penso che sia improbabile che tu ora mi stia leggendo,
ma la verità è un’altra, l’ultima scena di “Furia cieca” serve ad insegnarci
una regola fondamentale: i duri non piangono, al massimo sudano dalle palpebre.
Ed in questo film in cui la vista (e la sua assenza) sono così importanti, per
salutare – solo per il momento – Rutger posso dirgli solo una cosa, io non t'ho
visto...
t'ho vissuto!
Da mercoledì prossimo in squadra con il
Zinefilo, cominceremo a fare sul serio, questo lungo omaggio a Rutger é appena cominciato!
per me rutger hauer è il grande attore che ha fatto the broken key
RispondiEliminaok la smetto ma l'ha fato davvero
the broken key un film con un cast pazzesco
rdm
Vero, tra le altre cose ha recitato anche in quel film ;-) Cheers
Eliminadracula 3 d IL MIGLIOR FILM DI RUTGER è dracula 3d!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaok seriamente per me non è blade runner ma "The hitcher" all'epoca avevo appena preso la patente e ( per molti anni ) dopo aver visto il film non ho più dato un passaggio agli autostoppisti!!!!( storia vera)
so che non centra nulla ma quand'è che recensisci "bitch plach" cin erin cunnings e le sue tette!!!???
geppo da nichelino
"The hitcher" è un capolavoro in cui tutto il talento e la fisicità di Rutger emerge, come in "Blade Runner" solo che è in scena tutto il tempo e quando non lo è, resta comunque una minaccia! ;-) Cheers
EliminaGrande iniziativa, ho adorato questo film e sempre apprezzato Rutger Hauer in più o meno tutto quello che ha fatto. E devo dire che condivido in parte anche le sensazioni che hai descritto quando l'ho visto la prima volta, essendo anch'io ex miope!
RispondiEliminaCinque alto tra ex miopi! Speriamo di non darci una reciproca manata in faccia ;-) Spero che l'iniziativa sarà gradita, stava bollendo in pentola (anzi in bara) da un po' anche perché Rutger ha spesso offerto interpretazioni molto solide, non è bello che si parli sempre e solo di quella (comunque magnifica) nel film dello Scott sbagliato. Cheers!
EliminaQuella che hai messo è la locandina originale o una rifatta recentemente? Perché, sai che a vederla secondo me dà l'idea di una commedia demenziale? Cosa che invece non è assolutamente.
RispondiEliminaPotrebbe essere il poster cinematografico, perché ne ho trovata una identica (ma il file aveva una qualità inferiore) con tanto di logo "R" del visto censura. Considera che l'altra locandina, quella ufficiale, fa sembrare il film "Furyo" (1983) quello con David Bowie. Cheers!
EliminaRudger Hauer credo di averlo visto per la prima volta in Ladyhawke, ammetto che ero rimasto molto più "impressionato" dalla Pfeiffer (anche se bambino/ragazzino ricordo che me ne ero innamorato), però è un film che ricordo con molto piacere. Blade Runner è arrivato più in là per me...
RispondiEliminaQuesto lo ricordo come una stupidata simpatica. cmq dovessero proporlo su Prime o Netflix forse potrebbe attirarmi in un rewatch, forse :D
Nel rivedere questo film (scusa Nick!) è chiaro che l'intento di lanciare una serie di film con lo spadaccino cieco, alcuni passaggi sono un po' frettoloso ma Rutger gestisce il passaggio da commedia a dramma alla grande. Non è certo un dramma d'autore sulle vite dei reduci, però funziona ancora molto bene e per altro, gasa ancora abbastanza ;-) Cheers!
EliminaPure per me Rutger Hauer è quello di Furia Cieca. Dev'essere perché su Italia 1 lo mandavano una volta alla settimana.
RispondiEliminaVisto che tu ed io siamo più o meno della stessa leva, siamo venuti su con lo stesso palinsesto tv, lasciami dire che si vede, Bro-Fist! ;-) Cheers
EliminaInizio col botto, e sono sicuro che a Rutger piacerebbe l'idea che esiste un posto in Rete dove sono spese più di dieci parole a NON parlare di Roy Batty :-D
RispondiEliminaScherzi a parte, Hauer metteva dannatamente cuore nei suoi ruoli e qui va anche oltre: la scena dello spaventapasseri si spiega solo se Rutger era anche Colui che Cammina tra i Filari dei "Figli del grano" :-D
I tanti rimandi all'originale fanno sì questo film una sorta di remake, ma principalmente è un omaggio ad un modo di raccontare gli eroi: quelli che arrivano in paese, raddrizzano i torti e se ne vanno. Con gli occhi che sudano, ma devono andare: il tramonto è la loro costante destinazione. E ogni loro debolezza, che sia una disabilità fisica o la passione per il gioco d'azzardo, ce li rendono più umani, così che parteggiamo subito per loro anche se fanno cose poco carine, tipo mozzare mani :-P
Ti lascio immaginare quanto esplose il cuore del piccolo ninja etrusco quando ha visto la prima volta questo film ed è sbucato dal nulla Sho Kosugi! L'unica pecca è quella che fai notare: il suo combattimento non è davvero dignitoso e le sue scelte sono beote, ma basta la sua presenza a far guadagnare miliardi di punti al film.
Se facciamo abbastanza casino magari ci sentirò fino lassù, oltre le porte di Tannhäuser. Ma sai che mentre scrivevo la didascalia del grano ci ho pensato? Rutger è Colui che Affetta tra i Filari ;-) Anche perché il film avrebbe dovuto finire con la morte di Randall "Tex" Cobb, Rutger è stato richiamato in fretta e furia per girare una scena aggiuntiva per dare un po' più di forza al finale, se il film avesse avuto Sho Kosugi dall'inizio preparando meglio l'ultimo combattimento, questo film sarebbe stato ancora meglio ;-) Cheers
EliminaBellissima iniziativa! Bravi ragassuoli.
RispondiEliminaPersonalmente metto questo film nella lista dei "Stravisti" di Italia 1. Fin da piccolino non mi perdevo un suo passaggio e anche oggi, pure se lo conosco a menadito, se lo ribecco alla tele me lo riguardo con estremo piacere.
Visto che stiamo facendo la lista, il "mio" primo pensiero quando nomine Hauer è Etienne Navarre.
P.S.: ho cercato, per mera curiosità, le seguenti parole su Google: "Lynn Manning blind South Korean judo mundial". Ecco, io di judo non ne capisco molto, ma i risultati non mi paiono molto esatti...
Tu usi un Google molto strano secondo me ;-) Continuo a trovare strano (in senso buono) così tanti di noi che hanno visto e rivisto un film che Nick non avrebbe potuto vedere, ma anche questo è il fascino di "Furia Cieca" ;-) Cheers
EliminaVedo che non sono la prima a mettere Ladyhawke al primo posto tra i film preferiti di Rutger Hauer... dunque aspetto quell'articolo con impazienza! Bellissima iniziativa questa rubrica!
RispondiEliminaNon avete nemmeno idea che diga ha aperto questa rubrica, ma la pazienza è la virtù dei forti ;-) Cheers
EliminaAttore che mi piace parecchio, ma questo film me lo aspettavo meno ironico, per cui vederlo una volta tanti anni fa, è stato sufficiente.
RispondiEliminaLa scelta di fare saltare la corrente per mettere tutti "al buio" è stata usata anche ne "Gli occhi della notte", anche lì Audrey Hepburn ha studiato a lungo per interpretare il ruolo di una cieca. E lì ironia ce n'è davvero poca.
Beh secondo me è una cifra stilistica del film voluta, onestamente non mi dispiace un po' di ironia nel film, in alternativa ci sono sempre film come "Blindness" (2008). Cheers
EliminaRutger Hauer era veramente un attore poliedrico e carismatico, con un'aura sempre da cattivo, anche quando interpretava il buono. Effettivamente questo è il suo film di samurai, poi quando fa lo scontro con l'attore che è l'emblema del ninja anni '80, ovvero il grandissimo Kosugi, sembra davvero che si sia voluto omaggiare i film di genere. Combinazione poi l'ho rivisto che non è passato molto tempo e mi sono stupito per quanto fossero cattivi i cattivi, chiedo scusa per il gioco di parole e anche il nostro non fosse propriamente benevolo con i malvagi. Cosa non mi piace molto, se devo fare un appunto al film, è il tono che passa da troppo tragico a quasi commedia troppo repentinamente. L'ironia di fondo funziona ma mi sembra che Noyce abbia esagerato sul versante comico, per dire preferisco Hobo with a shotgun su questo aspetto. In ogni caso rimane un film godibile e che mi riporta agli anni giovanili... 👋
RispondiEliminaBeh anche "Hob with a shotgun" ci da dentro, più con lo splatter e il grottesco che con l'ironia vero, ma anche lì lo scarto è notevole. Ecco anche quello, altro film sostenuto da carisma di Rutger ;-) Cheers
EliminaNon affettarmi, non ti vedo un titolo bellissimo, comunque no, non visto.
RispondiEliminaSai che i titoli idioti sono la mia specialità ;-) Cheers
EliminaQuoto in pieno per la rubrica sul grande Rutger.
RispondiEliminaChe l'anno scorso, proprio in questo periodo, ha deciso di lasciarci.
In maniera garbata e discreta, lasciando disposizioni affinche' l'annuncio della sua scomparsa uscisse addirittura qualche giorno dopo.
Per non suscitare troppo clamore.
La data ufficiale?
Il 19 Luglio, pare. Proprio il giorno del mio compleanno, mannaggia...
Ok che eri un eccentrico ma stavolta hai proprio esagerato, Rutger.
Un altro grandissimo, che con la sola presenza ha nobilitato un sacco di ciarpame (tipo Hemoglobin).
Gran bel film, questo. Visto e rivisto piu' volte in tv.
La locandina sul post mi ha lasciato perplesso. Io sui giornali e sui vhs ne ricordavo una con sfondo nero e Hauer che, pur agitando la spada, ha uno sguardo decisamente piu' serio e marziale.
Viene da chiedersi come lo abbiano spacciato sul suolo yankee.
Probabilmente una commedia action-slapstick come dici tu, Cass.
Ok. I momenti ironici ci sono, e giocano tutti sull'handicap del protagonista. Che e' tutto tranne che infallibile.
Ma quando il film mostra i muscoli, e si passa all'azione...tra gente infilzata, squartata, tagliata in due e arti mozzati scusate il termine ma non scherza per un cazzo.
Scene ottimamente coreografate, tra l'altro.
Riescono nel mezzo miracolo di dosare comicita' (la scena dove Nick guida e fa il verso a Pryor e Wilder) e le parti cruente alla perfezione. Al punto da farti passare sopra a qualche nota stonata.
Il merito e' tutto di Rutger. Che fa da autentico mattatore.
Una specie di Trinita' che sta tutto bello pacioso a farsi persino deridere e insultare, che un vero guerriero davanti a certe nullita' non si scompone.
Ma se lo costringi a sguainare la pistola o i cazzotti (o la spada)...beh, peggio per te.
No, dico...a Sly e Schwarzie, alle prese per la prima volta con mix di generi simili, non e' andata cosi' grassa.
Abbiamo poi dei cattivi degni di questo nome, basti vedere cosa fanno ai poveri genitori del bambino.
Scemi, si. Ma anche spietati. E anche un cretino puo' essere molto, molto pericoloso.
Poi c'e' la bellezza a rimorchio e il ragazzino rompico...ok, ci siamo capiti. Che pero' a Nick salvano il fondoschiena durante il duello finale col mitico Sho Kosugi. Dove si vede che il nostro e' in evidente difficolta'.
Manca altro?
Si. Il finale. Impossibile non pensare a un altro illustre collega diversamente vedente.
Shu, l'airone bianco di Nanto.
Pare che i combattenti ciechi realizzino l'impossibile, alla fine del loro viaggio o al termine di un'impresa.
Shu recuperava la vista, prima di morire. Nick le sue lacrime.
E a momenti una la versi pure tu.
Se avessero fatto quel dannato film di Ken con Sly e Schwarzie...il ruolo di Shu era di Rutger, dopo questo.
Dimenticavo...
EliminaEra di questo film il dialogo tra il boss e il suo vice relativo a chi ingaggiare per sistemare il protagonista?
"Come lo fermiamo, quello?"
"Assumi Bruce Lee!"
"Bruce Lee? Ma Bruce Lee e' morto!!"
"Non ha un fratello? Assumi suo fratello, no?"
Alla fine hanno preso il grande Kosugi.
Spesa minore ma massima resa.
Ottima performance la sua, tra l'altro. Che di solito interpretava il buono...
Si era un dialogo di questo film ;-) Cheers
EliminaEcco quello sarebbe stato un film su Ken come si deve! ;-) Cheers
EliminaApplausiiiii! Bellissimo pezzo.
RispondiEliminaA proposito di droghe blu, forse mi sono suggestionato, ma la spezia di Dune non era blu? E la droga di robocop 2, non era blu pure quella? E la plutodroga di Alien Nation, pure quella era blu? Insomma, White èarrivato davvero per ultimo
Grazie mille capo! :-D La spezia di "Dune" faceva venire gli occhi blu, la "Nuke" di "Robocop 2" era rossa, quella di "Alien Nation" si, era un bel blu scuro, alla fine Walter White era solo un nerd che amava le citazioni ;-) Cheers
EliminaSei la treccani del cinema!
EliminaAl massimo sono un cane, uno solo ;-) Cheers
EliminaIl film procede veramente come fosse "Final Fight" della Capcom portato al cinema, ma però pure io da piccino lo vedevo ogni volta negli innumerevoli passaggi televisivi. Tra l'altro lo scorso anno era nel catalogo di Amazon Prime e visto che avevo giusto quei '90 minuti di relax me lo sono rivisto al volo. Non che sia invecchiato bene, ma io lo amo lo stesso. Non avevo idea che Haure si fosse "innamorato" di Lynn Manning. Anzi a dirla tutta prima di leggereti non sapevo nemmeno chio fosse Lynn Manning.
RispondiEliminaSono qui anche per questo ;-) A volte mostra un po' il fianco ma si vuole ancora bene a questo film, Rutger ci ha regalato grandi gioie. Cheers!
EliminaFilmacchione sempre divertente da vedere. Veloce e preciso come il personaggio do RH.
RispondiEliminaCobb gran bel cattivo. Quanso lascia il segno del sigaro sulla ragazza...😱
Dell prologo in Vietnam sapevo dalla pubblicità, ma l' ho visto anni dopo perché non facemmo in tempo a registrarlo all' epoca.😕
Anche io sono rimasto segnato dalla mancate (video)registrazione per alcuni film, a volte basta davvero poco per cambiare tutta la percezione di un film. Però anche iniziando a vedere questo film dall'arrivo di Nick, si capisce tutto della storia ;-) Cheers
EliminaMa che ca...volo di locandina, sembra un film della National Lampoon !
RispondiEliminaGli hai fatto un complimento ;-) Cheers
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