martedì 28 luglio 2020

1941 - Allarme a Hollywood (1979): se tanto mi dà tanto, sarà un grande 1942!

Cassidy impettito di fronte ad una gigantesca bandiera a stelle e strisce si lancia nella sua migliore imitazione di George C. Scott.

Signore, signori, mi ritrovo oggi gravato dell’ingrato compito di cercare di vendervi, anzi meglio di rivedervi, un film fondamentale e ignorato, che proprio quest’anno compire i suoi primi quarant’anni, dalla sua uscita nei cinema di uno strambo Paese a forma di scarpa. Se non altro si tratta di un film di Steven Spielberg, questo facilita di molto il mio compito.

1 settembre 1939
Un tale con i baffi come Charlie Chaplin ma decisamente meno simpatico, dà l’ordine ai suoi di invadere la Polonia, ma non in modo divertente come avrebbe fatto il nostrano Rocco. Questo è l’inizio di quel pasticciaccio brutto chiamato Seconda Guerra Mondiale, un sequel con cui gli Americani non vogliono essere coinvolti in nessuno modo. Strano, sarebbe stato l’unico della loro storia.

23 ottobre 1941
A New York viene proiettato in anteprima mondiale, un film su cui la Disney non aveva puntato poi così tanto, ma Dumbo diventa il più stratosferico successo della stagione, gli americani si lasciano cullare dalla triste favola a lieto fine dell’elefantino volante, per non pensare al gran casino laggiù in Europa. Dumbo avrebbe dovuto comparire anche sulla copertina di Time come personaggio dell’anno, se non fosse per l’arrivo del mese di dicembre.

Davanti a "Bimbo mio" vacillano anche i generali.
7 dicembre 1941
I giapponesi attaccano Pearl Harbor, il primo attacco subito dagli americani sul loro suolo, determinano il loro coinvolgimento nella “Seconda” come la chiamava il signor Futterman. Nel 2011 Michael Bay firmerà il suo film più melenso basandosi sullo stesso soggetto. Le sfighe non arrivano mai da sole.

23 febbraio 1943
Si vocifera di un sottomarino giapponese al largo delle coste della California, la notizia non è mai stata confermata, ma cominciano a spuntare i primi cannoni anti-aerei sparsi per Los Angeles. Il terrore per un nuovo attacco giapponese è alle stelle.

La notte tra il 24 e il 25 febbraio 1942
Risuona la sirena dell’allarme aereo nella città degli angeli, i fari illuminano il cielo in cerca di una conferma: siamo o non siamo sotto attacco aereo giapponese? Nel dubbio, gli americani rispondono con quello che sanno fare meglio: sparando in aria con la contraerea cercando di colpire qualcosa, che più tardi verrà confermato (forse) essere le esalazioni di un pallone sonda meteorologico, che poi è la scusa che utilizzavano anche i Men in Black. Gli Yankee, che della loro (breve) storia devono sempre fare leggenda, hanno anche il fegato di chiamare questo delirio notturno “La battaglia di Los Angeles”. Nel 1999 quegli sporchi Comunisti dei Rage Against the Machine useranno lo stesso titolo in modo migliore.

La “battaglia di Los Angeles” in un breve riassunto.
Giugno 1943
Mentre i bravi ragazzi americani (bianchi) vengono spediti a morire difendere il loro Paese, i ragazzi ispanici in patria se la ballano, indossando i loro “Zoot Suit”, cappelli tre volte più larghi del necessario, pantaloni eleganti ma bracaloni, resi celebri dal lupo dei cartoni animati e più tardi da The Mask. Se vogliamo, un’anticipazione su decenni di sguardi scuri riservati dagli americani (bianchi), nei confronti dei vestiti larghi da Rapper, uno scontro di ideologie che fa scintille. Si registrano numerosi casi di risse tra soldati Yankee e ragazzi in tenuta da ballo, è l’inizio delle “Zoot Suit riots”. Se state pensando “Black Lives Matter” è solo perché più le cose cambiano più restano le stesse (cit.)

Anni ’60
Un ragazzo di nome Steven Spielberg, sta cercando di superare gli esami di ammissione alla University of Southern California (non ci riuscirà, finirà a laurearsi ripiegando sull'Università statale della California), qui conosce un ragazzo con la fissa per le auto da corsa di nome George (Lucas) e un altro, che con il pallino del surf di nome John (Milius). Quando i primi due, nella loro carriera avrebbero avuto bisogno di un piccolo aiuto con i dialoghi dei loro film, é dal terzo che sarebbero andati a bussare, i risultati sono stati, beh piuttosto riusciti.

STORIA VERA!
1978
Dopo Lo squalo (BOOM!) e Incontri ravvicinati del terzo tipo (KABOOM!), Steven Spielberg è sul tetto del mondo. Qui conosce un paio di ragazzotti che hanno scritto e diretto una cosina sui Beatles che è andata fortino, si chiamano Robert Zemeckis e Bob Gale, meglio noti come Bob & Bob. Spielberg non solo li prenderà sotto la sua ala protettiva, ma con loro comincerà spesso a far serata. Ma dove c’è bisboccia c’è Milius, notoriamente un tipo tosto con idee fieramente Repubblicane, ma anche un uomo di gran cuore, come lo descriveva la figlia nel fondamentale documentario “Milius” (2013): “a Teddy Bear with AK”, un orsacchiottone con il Kalashnikov. Le serate di questo gruppetto sono leggenda: si comincia in un ristorante della catena Denny's, i preferiti di Milius, un posto dove magari non trovate Carlo Cracco ai fornelli, ma di sicuro uscite con la pancia piena. Dopodiché a bere come marinai appena sbarcati e dopo, a sparare a due piattelli nel cortile di casa Milius. Io me lo immagino Spielberg in tutto questo, da sempre astemio, fare il “Bob” per i due Bob, impegnati a cantare stornelli popolari alticci e piedi di doppi sensi, mentre Milius abbatte tutto quello che vola nel cielo a pallettoni. Pagherei bei soldi per le registrazioni, che pare esistano, Spielberg riprendeva tutto con una Super8, ora probabilmente quella pellicola è conservata in un magazzino insieme all’arca dell’alleanza.

Avete presente il Breakfast Club? Uguale ma con molto più alcool in corpo.
Dicembre 2019
Lucius mi ricorda che il 3 aprile 2020 saranno quarant'anni esatti dall'uscita nei cinema Italiani di “1941 - Allarme a Hollywood”, mi gaso e coinvolgo Pietro, poi all'ultimo minuto il gran casino di tele-lavoro-Covid mi colpisce in faccia.

3 aprile 2020
Pietro è l’unico ad onorare l’anniversario affrontando da solo i giapponesi, il vero eroe di tutta questa storia è lui. Mestamente prometto di onorare il compito entro il 2020, in orario come un treno delle FS, eccomi qua.

Che idea avete voi di Spielberg? Si perché c’è uno Spielberg per tutte le stagioni: quello capace di spaventare al cinema, oppure di far sognare, quello impegnato socialmente, oppure il padre di tutti noi piccoli Nerd ma anche l’uomo con in tasca le chiavi dei sogni di tutti. Ma lo Spielberg comico? Lo Spielberg compagnone capace di buttarla in caciara (ovviamente alla sua maniera)? Non sembra socialmente accettabile, ecco perché “1941 - Allarme a Hollywood” viene spesso ricordato anzi no, viene spesso nascosto sotto il tappeto, un errore presto messo in ombra da vabbè robetta, il successivo lavoro di Spielberg, solo uno dei più grandi film di tutta la storia del Cinema, che archivia definitivamente “1941” come una svista.

“Era ubriaco giuro! Posso testimoniare ero presente anche io, non è stata colpa sua!”
No, no no, voi non mi vedete, ma io sono qui che davanti allo schermo con il dito faccio no, no no. Ora però fatemi mettere due mani sulla tastiera, altrimenti questo post durerà più della “Seconda”. Questo film nasce da quelle serate alcoliche e da personaggi agli antipodi, i due ragazzini terribili Bob & Bob, sognavano una commedia nerissima intitolata “The night that Japanese attack", interamente composta da storie vere prese di peso dalla “Battaglia di Los Angeles” e dalle “Zoot Suit riots”. Mentre Milius partendo dallo stesso materiale, voleva un dramma bellico intitolato solamente “JAPS!” (storia vera).

Ancora oggi Spielberg, peccando di modestia e nascondendosi dietro errori di gioventù, si cosparge il capo di cenere per questo film, redendo sulla via di Damasco Kubrick, nel fondamentale documentario “Stanley Kubrick: A Life in Pictures” (2001), Steven confersa il pensiero di Stanley su questo film: «Sarebbe stato meglio farne un film drammatico». Invece no, perché “1941” è un film fondamentale proprio perché è esagerato, volutamente sopra le righe e ammettiamolo, anche piuttosto scemo.

La battuta finale di una lunga e distruttiva barzelletta.
Andiamo, per tre quarti sembra parlare di un pilota che vorrebbe andare a segno con quella bambolona di Nancy Allen (qui anche più da “morso sulle nocche” del solito), una che diciamo, si accende solo quando è dietro alla cloche di un aereo. Parliamo di un film dove un ragazzo “Zoot Suit” vorrebbe solo “ballare” (da sempre espressione verticale di una frustrazione orizzontale), con la sua ragazza con la passione per le divise, e del militare Treat Williams che ha una divisa e le prova tutte per impalmare la signorina. Vi sembra una trama scema? Beh non è tanto più seria di: ragazzo torna indietro nel tempo, conosce sua madre che cerca di farselo con tutte le mutande (di Calvin Klein) e i Jeans (Levi Strauss), eppure è la trama del film diretto da Bob Zemeckis, scritto da Bob Gale e prodotto pensate un po’, proprio da Steven Spielberg.

"Ehi tu porco levale le mani di dosso"
Aveva un bel da dire Kubrick, sul tono drammatico, ma proprio lui aveva diretto la più grande parodia sulla guerra vista al cinema prima di Spielberg, non è un caso se l’attore Slim Pickens per Kubrick cavalcava LA BOMBA, sventolando il cappello da cowboy, mentre per Spielberg fa ehm… la cacca, nella più esilarante scena di tortura mai vista al cinema. Il buon Steven ha seguito le orme di Kurbick, tirando fuori un film che osa ancora di più, perché parla di eventi reali, raccontati con il punto di vista grottesco della satira, ma allo stesso tempo è l’ennesima, bellissima dichiarazione d’amore al cinema, firmata da uno che in vita sua, ha sempre dimostrato di amare moltissimo questa cosina fatta di pellicole, macchine da presa, silenzio sul set prego e… azione!

“Forse preferivo la bomba, non era poi tanto male…”
“1941” è la parodia bellica, fatta da i protagonisti stessi del cinema quello considerato serio, ecco perché il tema musicale è composto dal grande John Williams, oppure perché fa una piccola comparsata uno come Samuel Fueller. Basta dire che il generale Nazista è interpretato da Christopher Lee, che con la sola presenza si porta dietro decenni di vampiri della Hammer, mentre l’ammiraglio giapponese è solamente beh, Toshiro Mifune, che pare abbia gentilmente chiesto a Spielberg sul set, il permesso per schiaffeggiare malamente gli attori selezionati per interpretare i suoi soldati, colpevoli secondo lui di essere un po’ troppo rilassati per il ruolo dei soldati giapponesi. Mifune che prima delle recitazione era stato sotto le armi, si è giustificando dicendo che gli schiaffoni erano il pane quotidiano di ogni soldato giapponese (storia vera).

Nel caso di frattura del vostro schermo per eccesso di mito in una sola foto, la direzione della Bara Volante declina ogni responsabilità.
Partiamo subito dai difetti, perché sono evidenti: la struttura di “1941” è un gran caos.
Non si capisce bene di cosa parli il film, sicuramente c’è un silenzioso attacco giapponese in corso ad Hollywood - ditemi cosa volete, ma i “ninja” di Mifune vestiti da alberi di Natale, che per un errore linguistico attaccano “Holly’s Wood”, piantagione di alberi per la festa dicembrina, è proprio il tipo di umorismo che a me fa rotolare sul pavimento -, ma è anche chiaro che non si capisce chi sia il protagonista. Sarà il ragazzo con la fissa per il ballo? Quello che (chiamalo scemo) vorrebbe farsi Nancy Allen? Potrebbe essere il pilota di aerei “Wild" Bill Kelso? No lui proprio no, anche perché Spielberg offrì il ruolo prima al Duca John Wayne e poi a Charlton Heston, che rifiutarono entrambi definendo la trama anti-patriottica (storia vera). Come abbia fatto Spielberg a non farsi sparare addosso da quei due, resta uno dei più grandi misteri della storia del cinema.

“1941” ispirandosi agli eventi reali sopra descritti, è un caos solo apparente, in realtà è un caos organizzato che procede per accumulo di situazioni, un tipo di umorismo che i fratelli Marx applicavano brillantemente a singole scene, mentre Spielberg utilizza per tutto il film. Quel modo di far ridere aggiungendo ogni volta tasselli al mosaico (e gradi di difficoltà per i protagonisti della storia), un modo di preparare la battuta finale, che sarebbe diventato il marchio di fabbrica di uno come John Landis, che guarda caso fa un cameo in questo film, in una delle sue rarissime apparizioni senza la barba, nei panni del soldato in motocicletta ricoperto di polvere.

Il Garibaldi Landis senza barba.
Quindi, giusto per ribadirlo, il primo film a sfoggiare insieme John Landis, Dan Aykroyd (Frank Tree autore del geniale e delirante monologo motivazione, sui pop-corn mangiati con le bacchette), John Candy (il soldato razzista che si ritrova con la famigerata “Black Face”, a ridere con il commilitone di colore ricoperto a sua volta di polvere bianca sul volto) e John Belushi (il già citato pilota) è stato proprio “1941”, fate mente locale su quale altro film ha radunato insieme questo quattro nomi (coff COFF The Blues Brothers COFF Coff!) e iniziate a far sedimentare questa informazione.

Salvate il soldato Dan.
Ovviamente questo goliardico caos, nasconde dietro un’organizzazione incredibile, infatti “1941” è comunque un film diretto da uno caldo come una stufa, che aveva appena incontrato gli alieni e ci stava per regalare uno dei nostri eroi del cuore. Infatti è un film girato in maniera magistrale, basta guardare la lunghissima gara di ballo, che degenera in una gigantesca rissa tra soldati e ballerini, una sequenza che è una vera lezione di cinema, perché contiene al suo interno tutti i precetti del genere Musical ma anche di quello d’azione. Perché in fondo, una scena musicale di ballo e una di combattimento al cinema, per risultare davvero riuscite, hanno bisogno entrambe delle stesse cose: una coreografia efficace e un regista capace, oltre che a degli atleti in grado di eseguire al meglio.

Dopo questa verrò picchiato dagli appassionati di musica e da quelli di arti marziali.
“1941” come detto procede per accumulo, una voglia di sottolineare l’assurdità dello spunto inziale, che si trasforma in momenti cinematografici di enorme respiro, in cui i piccoli momenti di singola pazzia, sono preparatori alla grande, gigantesca follia che ci aspetta alla fine del film. Sul serio, la distruzione della ruota panoramica è allo steso tempo parodia del genere bellico, ma anche dei “Disaster movies”, girata da quello che ancora oggi è uno dei più grandi registi viventi in circolazione. La degna spettacolare conclusione, di un film in cui i singoli momenti di follia di cui parlavo, sono ben rappresentati dalla presenza sul set di John Belushi, che merita un paragrafo a parte interamente dedicato.

Quando il gioco si fa duro... il resto lo sapete no?
Non credo che nella storia dell’umanità, ci sia stato un agente del caos del grado di John Belushi, sicuramente tra quelli che sono poi finiti ad esprimere la loro distruttiva arte su pellicola, nessuno potrà mai nemmeno avvicinarsi al genio, ma soprattutto alla sregolatezza di Belushi, che qui entra in scena come l’eroe, fa benzina al suo aereo ad una pompa in mezzo al deserto e se ne va facendo esplodere (immotivatamente) tutto. Senza voltarsi, perché i duri non guardano le esplosioni.

Pare che Belushi per pubblicizzare il film, andasse in giro per New York, con una maglietta con sopra il nome di Spielberg e il suo paradossale epitaffio (data di nascita 1946, data di morte 1941), ed è la cosetta più gentile combinata al regista durante la lavorazione, perché tre quarti delle scene di Belushi sono state completamente improvvisate al momento e il restante ultimo quarto, erano frutto della sua condizione alcolica. Ma ammetto candidamente che potrei aver invertito le proporzioni.

Cercare di trovare un senso nei chilometrici papiri che scrive Cassidy.
La "culata" che Belushi pianta sull’ala dell'aereo, era sicuramente frutto dei bagordi, ma in generale la regola di Spielberg sul set, per tutte le scene con il comico, era di continuare a girare qualunque cosa accadesse, tutti intorno a lui avevano l’ordine di assecondare ogni sua azione (questo spiega la scena della tazza riempita infinite volte). Spielberg aveva capito che una forza della natura votata al caos come Belushi, non puoi provare a contenerla, ma al massimo puoi tentare di sfruttarla a tuo vantaggio.

“1941” ha anticipato un quantitativo talmente esagerato di cinema da non poter lasciare indifferenti, anche perché la scena della ruota panoramica e il ballo-rissa sono già di suo grande cinema, ma il bello di questo film è che si tratta di una parodia fatta dagli stessi autori dei film presi di mira. Infatti Spielberg è il primo a regalarci una parodia di Lo Squalo: la geniale scena iniziale con la ragazza che si toglie la pelliccia del club dei “Polar bear” (appassionati di nuoto in acque gelide), per andare a farsi una nuotatina, in quella che di fatto è la stessa scena d'apertura di “Jaws”, ma rifatta in tono ironico.

Immaginatelo così, ma con il tema di John Williams in sottofondo.
Sapete quale altro film cominciava con una scena che sbertucciava Lo Squalo, utilizzando il celebre tema musicale di John Williams? “L'aereo più pazzo del mondo", che però è uscito un anno dopo nel 1980. L’umorismo di quei geni di Zucker-Abrahams-Zucker, trova in Steven Spielberg il più inatteso dei padri nobili, già solo per questo, "1941" si merita di stare tra i Classidy!


Si perché “1941” è stato il film in cui ha esordito come attore Mickey Rourke, ma anche quello che ha reso omaggio a Dumbo, con l’esilarante scena del generale che si commuove al cinema, davanti all’elefantino. Un film che non è andato affatto male al botteghino, ma è stato considerato lo stesso un mezzo disastro commerciale, perché non ha portato a casa gli stessi soldi di Lo Squalo e Incontri ravvicinati del terzo tipo, quindi per assurdo il vero problema di “1941”, anche oggi a quarant'anni dalla sua uscita, resta la percezione che abbiamo di Spielberg, senza la quale questo film nemmeno esisterebbe, una situazione talmente assurda, che non poteva non essere parte di un film nato nel caos.

"Ora posso tornare a vedere Dumbo?"
Quindi Spielberg deve essere quello serio delle bimbe con i capotti rossi? Deve essere quello che ci fa stupire, emozionare a commuovere con una storia di immigrati spaziali che vogliono solo usare il telefono? Oppure può essere anche quello che trova il cinema con una Super8, mentre Milius grida «PULL!» e Bob & Bob stanno per intonare il grande classico “Osteria numero mille”? Se il risultato è questo fantastico caos chiamato “1941”, io posso solo essere felice di avere la fortuna di poter apprezzare un regista che è tutto questo insieme.

Quindi auguri di buon 1941 a tutti, ed ora soldati… rompete le righe!

I lettori della Bara Volante all’unisono si mettono a frantumare, righe, righelli, squadrette e anche qualche goniometro.

48 commenti:

  1. Bravo Capo! Film della mia infanzia. L'ho rivisto non so quante volte da piccolino, adoravo il caos della pellicola. Ma rivisto da adulto... Mhmmmm... Posso dire? E' da sopracciglio alzato. L'ho beccato un paio di anni fa su Sky e onestamente non lo ricordavo così caotico e slegato.
    E' un enorme, grossissimo, "pastrocchio". Fatto bene, col cuore dalla parte giusta, con parecchie scene esplosive e spaccatutto (la ruota su tutte), un cast enorme,... Ha moltissimi argomenti che messi su una bilancia dovrebbero far pendere il film dalla parte del "capolavoro", non ultimo l'avere Spielber in cabina di regia. Però alla fine la pellicola è un susseguirsi di gag che danno di gomito ai cartoni animati della Looney Tunes o, come dici tu, agli sketch dei fratelli Marx.
    E' sperimentale, come se Spielberg avesse un cannovaccio e una 8mm, avesse dato mezz'ora per ogni attore (o gruppo di attori) e gli avesse spiegato a grandi linee la scena e poi: carta libera. Steven riprendeva Belushi, Aykroid, Mifune&Lee,... Che man mano improvvisavano. Alla fine sotto col montaggio e via di colla per attaccare i vari sketch in fila.
    Hai presente quando da sbronzo parlando con gli amici fantastici su progetti ambiziosi (da sobrio: irrealizzabili!) ma ti convinci che puoi farcela facendo così e cosà? Ecco, Spielberg secondo me era così. Ubriaco marcio e convinto (sfidato?) dagli amici di potercela fare! Alla fine, tornato sobrio, pure lui si convinse di poter fare un filmone che unisse commedia corale, azione e scene spaccatutto. Sfornò questo "1942", un ibrido molto imperfetto. Avesse usato un po' più la testa dando una bozza lineare di storia su cui aggiungere le varie scenette, allora il collage di sketch avrebbe avuto un filo logico fino al crescendo di situazioni sempre più paradossali o distruttive. Che culminano nel finale.
    Non posso voler male a sto film perché, come dicevo, da piccolo l'ho visto mille e più volte. Ma non so se oggi avrei voglia di rivederlo se non per pura nostalgia.
    E' comunque un primo tentativo di parodia demenziale alla ZAZ che giusto l'anno dopo faranno uscire "L'aereo più pazzo del mondo". E sempre l'anno dopo Landis con un storia di fondo semplice semplice ma a cui unì sketch e intermezzi musicali fece venire giù tutto. E creò il Mito.

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    1. Primo, Spielberg é astemio. Seconda, perché se lo fanno ZAZ e Landis sono capolavori e se lo fa Spielberg é un film slegato? Perché "Top Secret!" e "L'aereo più pazzo del mondo" oppure "Ridere per ridere" hanno momenti causa/effetto sempre cartesiani? Non sembrano improvvisazione diretta e montata insieme? Non la capirò mai questa disparità nel giudizio ;-) Cheers

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  2. Visto in videocassetta sul finire degli anni '80, perché, ai tempi, ogni film dove recitava John Belushi doveva essere visto, senza se e senza ma. Non posso però esimermi dal dire che sarà stato pure un grande sandbox (scusa Cass, so che non ti piacciono i termini inglesi ma lo uso con cognizione), avendo riunito un cast di attori eccezionali, avrà avuto scene spettacolari e fuori di testa, però nulla mi toglie dalla testa che sia un grosso pasticcio, divertente ma troppo chiassoso e anche lungo. Quasi un film sperimentale per Spielberg, però a mio avviso troppo sfilacciato e poco coerente nel suo insieme. Divertente sicuramente ma non è uno di quelli che rivedrei. Lo stesso dicasi per Always, bello ma che mi induce allo sbadiglio. 👋

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    1. Che possa non piacere non lo metto in dubbio, anche io malgrado gli intenti nobilissimi non sono mai riuscito ad emozionarmi più di tanto con "Always", però che sia poco coerente proprio no, i suoi intenti in questo caso sono molto chiari, poi in generale penso che la sperimentazione sia diversa da così, se fai della commedia per quanto caciarona non puoi sperimentare. Cheers

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    2. Ma secondo sempre la mia umilissima opinione, stava sperimentando proprio un genere, la commedia, che sappiamo non essere troppo nelle sue corde. Che poi nei suoi film ci siano momenti divertenti è innegabile, ma la commedia mi pare lontano dalle sue corde. Che poi non lo rivedo da trent'anni, quindi ci sta che magari ne abbia un'altra impressione con il senno da grande, si fa per dire! Il problema è che ci sono troppe cose da vedere e poco tempo per farlo, quindi uno deve fare delle scelte. Per dire, Die Hard III me lo sono messo lì per vederlo proprio in questi giorni. 👋

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    3. Ah si scusami, pensavo a film sperimentale, no no hai ragione stava sperimentando con un genere poco trattato nella sua filmografia, sono d'accordo. Ecco, quello è il film estivo per eccellenza per me, sono curioso del tuo parere, se ti va trovi il post dedicato ;-) Cheers

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    4. Tranquillo carissimo, d'altronde se gestisci un blog e io no è proprio perché la tua capacità comunicativa è estremamente migliore della mia, quindi è facile che non riesca a esprimere in modo corretto ciò che penso, quindi nessun problema. Sul film ti ho già scritto, ma lo rifarò sicuramente dopo averlo rivisto. Buona giornata 👋

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    5. No ma figurati grazie a te, ero anche sotto assedio quando ti ho risposto quindi potrei non aver compreso in pieno. Cheers!

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  3. Gran bel pezzo, Cass.
    Uno dei migliori che abbia mai letto, davvero.
    Perche' nella tua recensione si riassume in pieno lo spirito di questo film.
    Un gran casino, senza capo ne' coda, ma dove non si puo' fare a meno di uscirsene fuori con un gran sorriso da imbecilli una volta che e' tutto finito. E ci si accorge di essere rimasti in piedi.
    E cos'altro sarebbe LA GUERRA, secondo voi, se non QUESTO?
    Certo che se si va a guardare tutti i nomi coinvolti qua dentro, c'e' da perderci la testa.
    E su tutti spicca Belushi, che con Kelso da' vita ad un altro personaggio memorabile oltre a Jake e a Bluto.
    Purtroppo temo abbia finito per immedesimarsi un po' troppo nei suoi personaggi.
    In un certo senso qui Spielberg raccoglie l'eredita' di un grande come Edwards. Che anche lui era specializzato in guazzabugli totali sorretti solo dalla bravura degli interpreti. Ma tanto bastava.
    E dovrebbe vergognarsene?
    Io dico che dovrebbe esserne orgoglioso.
    Decenni dopo un tale ha ripreso la stessa struttura caotica in piu' punti, l'ha rifatta in maniera seria e ha ottenuto un successo mostruoso.
    Qualcuno ha detto Nolan?
    Qualcuno ha detto Dunkirk?
    L'avete detto voi, eh. Non io.

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    1. Aggiungo una cosa...
      Nessun film oltre a questo (a parte forse CIAO NEMICO. Ve lo ricordate? Grandioso) fa vedere quanto la guerra sia una cosa SCEMA che vogliono a tutti i costi farci passare per seria.

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    2. Ti ringrazio molto, soprattutto per aver citato Blake Edwards che in effetti ci sta tutto come paragone ;-) Cheers

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    3. Anche "M.A.S.H." (1970) di Robert Altman da questo punto di vista non scherzava, no in realtà scherzava molto ;-) Cheers

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    4. Vero, verissimo.
      Quoto in pieno per M. A. S.H.
      Tornando a Edwards...non mi direte che un film come Hollywood Party ha senso.
      Ma e' divertentissimo!
      Ti cito una frase da CIAO NEMICO, che ogni volta mi fa scompisciare.

      "Tu, soldato! Sei forse un pellerossa?"
      "Signorsi' signore."
      "E come ti chiami, soldato?"
      "CAMION VELOCE, signore. I miei genitori pensavano fosse un nome moderno."
      ...
      AHAHAHAHAHAHAHAHA!!
      No. E' inutile. Mi fa morire, ogni volta.

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    5. Sara' anche vero che Nolan voleva girare un film sullo sbarco di Dunkerque dopo aver visto il posto in seguito ad un viaggio con la consorte.
      Ma solo perche', nel corso della gita, il neurone associato ad essa ha fatto cortocircuito con quello associato al ricordo di questo film.
      Sono quelle connessioni improbabili e assurde che generano i capolavori.

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    6. HP è una commedia di equivoci e fa satira su Hollywood. Il produttore... una specie di Weinstein bonnaccione anni 60.😳

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  4. Carabara, ricordo un pezzo su Milius da un Almanacco del Giallo lato Nick Raider e non Julia - quindi parecchi anni fa - scritto da Mau Colombo in cui uno dei due padri di Draka spiega come JM alla scola di cinema girava corti come Superman contro i surfers mutanti ninja ( more or less ) mentre i suoi pards Lucas e Spielberg sostenevano di voler prendere spunto dalla nouvelle vague e sono finiti nelle guerre stellari e nei predatori di arche. Immagino che anche un tizio precisino e consapevole come Steven abbia nel core un Hellzapoppin' che preme per scatenarsi nel mondo. Personalmente penso che il film sia " sgangherabile " al pari di Dylan Dog secondo Eco nel senso che si possano apprezzare singole parti, anche quando non sono legate da un filo logico. Una curiosità : quei fricchettoni di Rick Veitch e Steve Bissette ricavarono un fumetto dal film - un fritto misto con collages di foto e tanto colore ed un lay out da vertigine - che era troppo fuori di zucca per il regista di Duel e Jaws...so goes life. ciao ciao

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    1. Quello che giocava con Superman è finito a dirigere di uomini (e super uomini se penso a Conan), gli altri invece hanno fatto bellissimo cinema anche per bambini, ecco questa storia mi mancava grazie ;-) Sicuramente quell'Hellzapoppin' è uscito in questo film, poi Spielberg lo ha richiuso nella sua gabbietta nutrendolo forse, con i titoli prodotti per Joe Dante e poco altro. Per questo lo considero un film sgangherato e prezioso, proprio aggiunge una faccia al cubo di Spielberg, da non confondere con quello di Rubik (o di Kubrick) ;-) Cheers

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  5. Sai che questi sono proprio i post sul cinema che preferisco? Aneddoti dal set e tante informazioni incrociate sulla lavorazione, le scelte e il momento storico. Grande Post, veramente una bella lettura per iniziare la giornata.
    Devo correre a recuperare questa perla dello zio Steven...

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    1. Ti ringrazio di cuore! ;-) Di solito gli aneddoti vengono scambiati per gossip, spesso lo sono, ma nel mucchio bisogna pescare tra quelli giusti. Questo “1941” senza un minimo di contesto e senza la sua storia produttiva, non può essere proprio decriptato, mi piace molto la storia dei quattro amici casinisti con la fissa per il cinema, che sta dietro a questo folle film, mi sono molto divertito a raccontarla e mi fa piacere che il racconto ti sia piaciuto, grazie ancora ;-) Cheers!

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    2. Alla tua esauriente recensione (con tanto di impagabili retroscena "alcolici") di questa perla spielberghiana mi limito ad aggiungere che la ragazza nella parodia sommergibilistica della scena d'apertura di Jaws, lassù, è sempre la stessa Susan Backlinie dell'originale ;-)

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    3. Hai ragione, le informazioni sul film sono così tante che non ho citato una delle più palesi di tutte, grazie per averlo fatto tu ;-) Cheers

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  6. Non so che dire, Cassidy, io adoro molte cose di Spielberg (Lo Squalo su tutte) ma questo proprio non mi è piaciuto. Vero che l'ho visto molti anni fa, potrei ritentare... Ma all'epoca, nonostante io sia una fan sfegatata delle parodie alla Pallottola Spuntata e Hot Shots, questo proprio non mi ha fatto ridere. Bellissimo però il tuo post che svela retroscena mozzafiato!

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    1. Lo capisco perfettamente perché è un film che spiazza. Secondo me è necessario conoscere qualche suo retroscena per comprenderlo, ti dirò è il classico film che apprezzo di più ora da grandicello piuttosto che da bambino. Secondo me ha la stessa forza dei film di ZAZ e via dicendo, solo che arriva da quello che di solito è il compagno di classe posato e serio ;-) Cheers

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    2. Ci sono film seriosi più sgangherati di questo, ma acclamati.😳 Episodio VII? Pirati dei Caraibi 2? Venom successone...😳

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  7. Onorato di aver dato il via a questo tuffo nei ricordi, anche se poi ho ritirato la mano: onestamente non avevo proprio voglia di imbarcarmi in un'operazione simile, e sono contento di stare qui seduto a leggere il tuo viaggio ^_^

    Negli anni Ottanta il grande successo di "Blues Brothers" spinse le emittenti TV a dare fondo ad ogni più piccolo e minuscolo film con John Belushi, disperate perché ne esistevano forse due o tre, e ovviamente venivano pompati come "Il più grande capolavoro del signore assoluto della risata, un film divino che vi farà esplodere lo stomaco dalle risate". Ovviamente il contrasto era così devastante che non potevi che rimanere deluso. Non so se qualcuno ricorda ancora "Chiamami Aquila", che non era neanche un brutto film, ma vedere Belushi giornalista d'inchiesta era uno shock troppo forte per accettarlo!
    La TV si affaticava a spacciarci "Vicini di casa" come "il grande ritorno di Dan e John, di nuovo insieme per farvi liquefare l'intestino sotto il peso delle risate", e visto che non c'era una sola battuta per tutto il film alla fine l'odio per gli pseudo-Belushi era potente e colpiva film ahimè incolpevoli.
    "1941" finì in questa trappola. Non posso dire non mi sia piaciuto, era pieno di attoroni - di quelli che si beccavano sulle altre reti in film serissimi - che qui gigioneggiavano, si sghignazzava, si rideva, si gustavano citazioni altissime e tutto il resto. Però... boh, non mi è mai scattata la magia. E sì che i film comici corali che iniziano piano e poi non si fermano più li adoravo, ricordo ancora quanto in famiglia ci piacque "Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo" (1963), con gli stessi elementi ma ovviamente di taglia inferiore a Spielberg. Però no, "1941" non fece scattare alcuna scintilla, e infatti non avevo alcuna voglia di rivederlo per festeggiarne l'anniversario.
    Complimenti per il pezzo e comunque dalla foto risulta chiaro che il corpaccione di Milius è la somma di Steven e George :-D

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    1. Grazie a te per l’assist, era tempo che volevo scrivere di questo film e sebbene in ritardo (per colpa mia), mi hai fornito l’occasione perfetta ;-)
      John Belushi ha fatto pochissimi film e uno, davvero troppo più mitico perché gli altri potessero tenere il passo, soprattutto titoli come “Chiamami Aquila” che credo sia quello che tirano sempre fuori, quando sfornano le trilogie di cofanetti in DVD dedicate al comico, sai per una trilogia, ci vogliono almeno tre titoli ;-)
      “1941” è il film di Spielberg che insieme a “Incontri ravvicinati”, forse mi piace più adesso da grande che da bambino, mi piaceva anche allora, ma adesso forse ne colgo meglio non vorrei dire le sfumature, diciamo allora l’idiozia di fondo ;-) Sul serio, aveva il corpo di tante cene da Denny’s, come faceva a fare del Surf me lo sono sempre chiesto, ma la risposta è che Milius può perché con la sua attitudine da generale le onde si adattavano ai suoi comandi :-P Cheers!

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    2. "Chiamami Aquila" è quello più replicato.😳 😅 IVDC non ha fatto impazzire neanche me.😕 Comunque non pensavo che anche qui ci fossero numerosi detrattori di questo film.😳😅

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  8. Cassidy, è mancato il papà di Nancy... John Saxon😞

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    1. Eh lo so purtroppo, ho scritto qualcosa sul faccialibro in merito. Questo 2020 ci riserva solo schiaffoni :-/ Cheers

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  9. Ci vuole poco a farsi i "furbi" con i film da tripla A acclamati da tutti, solo i veri big si lanciano in questi recuperi. Certo che invece di rimettere l'ennesima replica di Indiana Jones (non che mi lamenti) si potrebbe recuperare questo film più spesso. Credo che dovrò recuperarlo su Chili

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    1. Ti ringrazio capo, hai capito l'intento, bello parlare dei capolavori ma poi si finisce a citare sempre gli stessi titoli, quando la filmografia di uno come Spielberg concede sortite come questa ;-) Cheers

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  10. Questo è l'unico film di Spielberg che non ho mai visto, storia vera. Ma è li a casa che mi guarda dallo scaffale e in questi giorni estivi lo recupero.

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    1. Bene, aspetto trepidante il tuo parere ;-) Cheers

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  11. Troppo caos questo il problema, comunque qualche fantastica chicca c'è, e non mi riferisco solo a Dumbo, ma nel complesso poca roba. Però la stima per Spielberg non si scalfisce minimamente ;)
    p.s. Troppo gentile :)

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    1. Sapevo che non ti era piaciuto, ma è un film che ha tutto per salire di colpi, in ogni caso ti ho lasciato solo contro i "Japs", non potevo proprio abbandonarti così, non si lascia nessuno indietro ;-) Cheers

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    2. Il punto come ha scritto un utente sopra è proprio quello visto che c' è la guerra. 😅 Basti vedere cos' è successo solo durante questa primavera. A sorpresa ne ho trovato più che in questo film.😳😅

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  12. Posso comprendere perché alcuni non lo amino ne dicano di non capirlo troppo.😳 Comunque da sganasciare.😂
    Troppo esagerato per il periodo?😕 Eppure il citato "L' aereo più pazzo del mondo" è uscito solo l' anno dopo. 😕 Boh! Comunque assurdo come Zemeckis rischiasse con quell' altro gioiellino del suo primo film e "La fantastica sfida" (gradevole, ma niente di eccezionale) di rimanere una curiosa meteora.😳

    "Si perché c’è uno Spielberg per tutte le stagioni: quello capace di spaventare al cinema, oppure di far sognare, quello impegnato socialmente, oppure il padre di tutti noi piccoli Nerd ma anche l’uomo con in tasca le chiavi dei sogni di tutti. Ma lo Spielberg comico?"

    Ed alcuni dicono che fa film mielosi e basta!😱😳

    "Se il risultato è questo fantastico caos chiamato “1941”, io posso solo essere felice di avere la fortuna di poter apprezzare un regista che è tutto questo insieme."

    👏👏👏

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  13. Recensione di parte XD

    Ho preso il DVD in biblioteca e Ieri sera, dopo una brutta giornata, l'ho visto e mi è piaciuto tantissimo.
    Gag divertenti, confusionario in senso positivo, personaggi coerenti in questo stile dall'inizio alla fine.
    Uno Spielberg anomale e forse ingiustamente dimenticato anche per questo.

    Ma il boscaiolo che affoga quando scappa,muore?

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    1. Ho visto che c'è il blu ray con versione estesa? È meglio, cambia qualcosa?

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    2. Di parte? Leggerissimamente oserei dire, io trovo brillante questo film :-D Penso di si, o almeno l'ho sempre intuita così. Cheers

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    3. Se ti capita quella estesa non è niente male, ovviamente ha più minuti, una gioia per chi ama il film una tortura per i suoi fin troppi detrattori ;-) Cheers

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    4. Invece come interpreti come significato la battuta di Belushi:"sono comparse scemo, questo è un film di Guerra!"?

      Poi alla fine quando loro si augurano un anno migliore, ma più guerrafondaio o di pace? Perché la battuta è ambigua

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    5. Ironico, il 1942 è stato leggermente bellico ;-) Cheers

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  14. Questa te la devo proprio raccontare. Sto studiando il saggio De Niro. A Biography (2003) di John Baxter per la mia imminente recensione di "Taxi Driver", e scopro che in quel periodo De Niro è amico di un "compagno di cocaina" suo vicino di casa, un certo John Belushi. Ecco cosa scrive il biografo:

    «Fra le persone che visitavano Scorsese e Lucas mentre montavano Taxi Driver (1976) ai vecchi studi Astoria di Long Island c'era Steven Spielberg, il quale era alla ricerca di attori da ingaggiare per il suo 1941, una gigantesca commedia sul panico californiano per la Seconda guerra mondiale nell'immediato post-Pearl Harbor. Spielberg aveva visto John Belushi in TV nel "Saturday Night Live", in una serie di scenette in cui faceva il samurai. Pensando potesse andare bene per un piccolo ruolo come marinaio del sottomarino giapponese, Spielberg incontrò il comico e i suoi amici in un ristorante chiamato One Fifth Avenue.
    "Vuoi vedere il mio marinaio giapponese?" chiese Belushi. Trasformando un attaccapanni in un periscopio, scrutò la sala e gridò "Gveet Yankeeee Shipping!", rimanendo in parte per tutto il resto della sera, per lo stupore di Spielberg, che non aveva mai incontrato qualcuno come lui. Alla fine volle Belushi non per un piccolo ruolo in 1941 ma per farne la star.
    Oltre a Scorsese e Spielberg anche De Niro e Belushi divennero amici. Erano vicini di casa nel Village, dove Belushi aveva anche affittato un seminterrato insonorizzato doveva aveva piazzato enormi amplificatori per intrattenere i visitatori con del rock amatoriale, improvvisato mentre era sempre strafatto. Stando a Bob Woodward nella sua biografia dell'attore, lui e De Niro tiravano cocaina insieme, in quel periodo, e una volta De Niro è caduto così malamente da ferirsi e aver avuto bisogno di punti. L'amicizia è continuata per anni, fra New York e Hollywood, fino alla morte di Belushi nel 1982.»

    Com'è che se lo faccio io, il marinaio giapponese al ristorante, mi danno del coglione e invece a Belushi regalano una grande carriera nel cinema???? :-D

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    1. Non credo dipenda dalla cocaina, quindi evidentemente Belushi doveva avere qualcosa in più ;-) Ti ringrazio per la storia che è fantastica, riassume perfettamente lo spirito con qui Spielberg ha realizzato questo film! Cheers

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